TUTTA LA MESSA (L’UNICA “VERA” CATTOLICA ROMANA) MOMENTO PER MOMENTO (5)

TUTTA LA MESSA MOMENTO PER MOMENTO (5)

[Aldéric BEAÜLAÇ, p. S. S.

Vicario & subdiacono (Montréal)

“TOUTE LA MESSE

Par questions et réponses”

TUTTA LA MESSA in Domande e risposte

(Nouvelle édition revue et corrigée)

3425, RUE ST-DENIS MONTREAL

Cum permissu Superioris,

EUGENE MOREAU, p.s.s.

Nihil obstat’.

AUGUSTE FERLAND, p.s.s.

censor deputatus

Marianopoli, die 28a martii 1943

Imprimi potest’.

ALBERT VALOIS, V. G.

Marianopoli, die 28a martii 1943

6 — La purificazione delle mani

155 — Perché il Sacerdote si lava le dita?

La cerimonia della lavanda delle mani ricorda l’antica pratica di offrire doni all’altare. Il ricevimento di questi doni – pane, vino, cera, olio, frutta, ecc. – ed il maneggio dell’incensiere sporcavano le mani del celebrante. In passato, quindi, la lavanda delle mani era un rito di utilità; oggi rimane un rito simbolico.

156 — Cosa figura la lavanda delle mani?

La lavanda delle mani è la purificazione da tutte le contaminazioni: contaminazioni delle mani che presto toccheranno l’Ostia consacrata, contaminazioni dell’anima che sta per ricevere Gesù in sé.

La rubrica prescrive, nella Messa privata, il lavaggio della punta delle dita per marcare la cura che il Sacerdote deve prendere di purificare il suo cuore anche dalle colpe più leggere, dall’ombra stessa del peccato.

157 — Quale preghiera recita il Sacerdote purificandosi le mani?

Il Sacerdote recita una parte del salmo XXV che racchiude il voto di celebrare il sacrificio immacolato dell’Agnello di Dio con la più gran purezza, con il più grande fervore possibile.

Preghiera:

Lavábo inter innocéntes manus meas: et circúmdabo altáre tuum. Dómine: Ut áudiam vocem laudis, et enárrem univérsa mirabília tua. Dómine, diléxi decórem domus tuæ et locum habitatiónis glóriæ tuæ. Ne perdas cum ímpiis, Deus, ánimam meam, et cum viris sánguinum vitam meam: In quorum mánibus iniquitátes sunt: déxtera eórum repléta est munéribus. Ego autem in innocéntia mea ingréssus sum: rédime me et miserére mei. Pes meus stetit in dirécto: in ecclésiis benedícam te, Dómine.

[Laverò fra gli innocenti le mie mani: ed andrò attorno al tuo altare, o Signore: Per udire voci di lode, e per narrare tutte quante le tue meraviglie. O Signore, ho amato lo splendore della tua casa, e il luogo ove abita la tua gloria. Non perdere insieme con gli empi, o Dio, l’anima mia, né la mia vita con gli uomini sanguinari: Nelle cui mani stanno le iniquità: e la cui destra è piena di regali. Io invece ho camminato nella mia innocenza: riscattami e abbi pietà di me. Il mio piede è rimasto sul retto sentiero: ti benedirò nelle adunanze, o Signore.]

7 — La preghiera alla Santa Trinità

158 — Cosa fa il Sacerdote dopo la lavanda delle mani?

Il Sacerdote ritorna al centro dell’altare, alza gli occhi verso il crocifisso e subito li abbassa, mette le mani giunte sull’altare, e poi, in questo atteggiamento, recita una preghiera alla Santissima Trinità.

Preghiera:

Súscipe, sancta Trinitas, hanc oblatiónem, quam tibi offérimus ob memóriam passiónis, resurrectiónis, et ascensiónis Jesu Christi, Dómini nostri: et in honórem beátæ Maríæ semper Vírginis, et beáti Joannis Baptistæ, et sanctórum Apostolórum Petri et Pauli, et istórum et ómnium Sanctórum: ut illis profíciat ad honórem, nobis autem ad salútem: et illi pro nobis intercédere dignéntur in coelis, quorum memóriam ágimus in terris. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

[Accetta, o Santissima Trinità, questa offerta che ti facciamo in memoria della passione, risurrezione e ascensione di nostro Signore Gesù Cristo, e in onore della beata sempre Vergine Maria, di san Giovanni Battista, dei santi Apostoli Pietro e Paolo, di questi [martiri le cui reliquie sono nell’Altare], e di tutti i Santi, affinché ad essi sia d’onore e a noi di salvezza, e si degnino d’intercedere per noi in Cielo, mentre noi facciamo memoria di loro in terra. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.]

159 — La preghiera alla Santa Trinità riassume tutti gli elementi dell’offerta?

Questa preghiera riassume tutti gli elementi dell’offerta, perché dice a chi si rivolge l’offerta, la parte che il cielo deve prendere in essa, e l’aiuto che la Chiesa sulla terra può aspettarsi da essa.

È a Dio solo che viene offerto il santo Sacrificio. Tuttavia, può essere offerto a Lui in onore di un Santo – cioè per ringraziare il Signore per il trionfo concesso al suo servo – per assicurarci la protezione di un amico di Dio.

Il Concilio di Trento, infatti, citando proprio questa preghiera, afferma: « E sebbene la Chiesa sia stata abituata a volte a celebrare alcune messe in onore e in memoria dei Santi, essa insegna tuttavia che non è a loro che si offre il Sacrificio, ma solo a Dio che li ha incoronati. Per questo il Sacerdote non ha l’abitudine di dire: “Io offro il sacrificio a voi, … Pietro o Paolo; ma, nel rendere grazie a Dio per le loro vittorie, egli implora il loro patrocinio affinché gli stessi di cui ricordiamo la memoria sulla terra, si degnino di intercedere per noi in cielo. »

160 — Perché il Sacerdote menziona i misteri della Passione, della resurrezione e dell’Ascensione di Nostro Signore?

La Messa viene celebrata in memoria della Redenzione le cui parti principali sono: la Passione, la Risurrezione e l’Ascensione di Nostro Signore. Nella Passione, l’Agnello Immacolato è stato immolato; nella Risurrezione, è glorificato; nell’Ascensione, viene a sedersi alla destra del Padre per completare la nostra redenzione e salvezza.

161 — Quali sono i Santi menzionati in questa preghiera?

In questa preghiera, il Sacerdote fa menzione speciale agli stessi Santi che ha invocato nel Confiteor e ai Santi le cui reliquie sono poste nella pietra dell’altare.

162 — Perchè il Sacerdote chiede a Dio per mezzo del Cristo che i Santi preghino per noi?

Chiediamo a Dio per mezzo del Cristo non solo l’effetto delle preghiere che i Santi fanno, ma anche l’ispirazione e il desiderio di farle, perché possiamo chiedergli tutti i mezzi che gli piace usare per manifestare la sua gloria. Dobbiamo chiederlo per mezzo di Gesù Cristo, attraverso il quale solamente, ci deve venire tutto il bene.

« Ci sono intercessori in cielo – dice Bossuet – che pregano con noi: ma essi stessi sono ascoltati solo dal Grande Intercessore e Mediatore Gesù Cristo attraverso il quale tutti hanno accesso, sia gli Angeli che gli uomini, sia i Santi che vi regnano che quelli che combattono ».

163— Quale onore procura ai Santi la menzione del loro nome alla Messa?

La Messa, Sacrificio impetratorio, ottiene da Dio un aumento della gloria accidentale dei Santi, cioè un aumento del loro culto sulla terra. Inoltre, la menzione dei loro nomi nella Messa li associa più strettamente al trionfo dell’Agnello Immacolato in cielo.

8 — Orate Fratres

164— Cosa fa il Sacerdote dopo aver recitato la preghiera alla Santissima Trinità?

Il Sacerdote bacia l’altare, si rivolge ai fedeli, poi, stendendo mani e braccia, invita i presenti alla preghiera.

Preghiera:

Oráte, fratres: ut meum ac vestrum sacrifícium acceptábile fiat apud Deum Patrem omnipoténtem.

[Pregate, fratelli, affinché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente.]

Il popolo risponde immediatamente all’invito del Sacerdote, attraverso la voce del servente:

Suscípiat Dóminus sacrifícium de mánibus tuis ad laudem et glóriam nominis sui, ad utilitátem quoque nostram, totiúsque Ecclésiæ suæ sanctæ.

[Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua Santa Chiesa.]

Il sacerdote aggiunge a bassa voce: Amen, esprimendo così la sua adesione al pio desiderio degli astanti.

165 —Perché il Sacerdote bacia l’altare prima dell’Orate Fratres?

Il sacerdote bacia l’altare in questo momento, perché è nel Nome di Gesù, che l’altare rappresenta, che inviterà i fedeli a pregare.

Le parole Orate Fratres qui prendono il posto della formula ordinaria Oremus e servono come introduzione all’orazione successiva chiamata secreta. In passato, la cerimonia dell’offertorio durava a lungo e poteva distrarre l’attenzione dei fedeli; da qui il richiamo alla preghiera.

Oráte, fratres: ut meum ac vestrum sacrifícium acceptábile fiat apud Deum Patrem omnipoténtem.
M. Suscípiat Dóminus sacrifícium de mánibus tuis ad laudem et glóriam nominis sui, ad utilitátem quoque nostram, totiúsque Ecclésiæ suæ sanctæ.

[Pregate, fratelli, affinché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente.
M. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua Santa Chiesa.]

166 — A chi si indirizza questa parola “Fratelli”?

Questa parola “fratelli” si rivolge a tutti i fedeli, senza distinzione di condizione o di sesso. Nelle parole degli Apostoli e dei Padri, questo termine designa i membri della Chiesa, rigenerati dallo stesso Sacramento (il Battesimo), nutriti per la vita eterna alla stessa mensa (l’Eucaristia), e uniti gli uni agli altri dai comuni vincoli della stessa fede, speranza e carità.

167— Spiegate questa espressione: “questo mio e vostro sacrificio”.

Nei Sacrifici della croce e nella Messa, è lo stesso Sacerdote che offre; è la vittima stessa che viene offerta, Nostro Signore Gesù Cristo. Ma Cristo si è creato con il Battesimo dei membri che la Cresima ha perfezionato. « Voi siete tutti insieme il corpo di Cristo e singolarmente le sue membra », dice San Paolo. « Non immaginiamoci che Cristo – osserva sant’Agostino – sia nella testa e assente dalle membra. No, è interamente nella testa e nel corpo ». Ecco perché, rinnovando in modo non cruento sui nostri altari il Sacrificio della croce, Cristo non è e non può essere separato da noi, prima di tutto dai suoi Sacerdoti, che ha fatto partecipi del suo Sacerdozio attraverso il Sacramento dell’Ordine, poi dai suoi fedeli intimamente associati a questo Sacerdozio come membri del suo Corpo, «… razza eletta, un sacerdozio regale, un sacerdozio santo, incaricato di offrire le ostie spirituali, gradite a Dio », come li chiama San Pietro. Benché i membri, uniti alla testa, come il ramo al tronco, partecipano all’altare in vari gradi, essi celebrano con Cristo, potendo ciascuno dire, in tutta verità, la MIA Messa, perché Cristo ha voluto che fosse la NOSTRA, dal momento in cui si è unito ai fedeli come membri del Suo Corpo Mistico.

9 — Secreta

168 — Perché questa orazione è chiamata secreta?

Questa preghiera, recitata a bassa voce, si chiama da tempo Secreta, o preghiera silenziosa.

Secondo diversi liturgisti, la parola stessa non significa a “bassa voce”, perché ancora oggi nel rito ambrosiano la preghiera corrispondente viene pronunciata ad alta voce. Secondo essi, la parola “secreta” viene dal latino secernere, che ha il participio secretum e significa “separare”, essendo questa preghiera recitata, alla separazione dei catecumeni dai fedeli, sul pane e sul vino destinati al sacrificio e separati dalle offerte destinate alla distribuzione. Secondo altri liturgisti, la parola “secreta” significa “segreta” o “misterioso”! Costoro considerano la secreta come appartenente al gruppo successivo di preghiere, in cui si trova il “Mistero della fede” per eccellenza: la Consacrazione.

169 — La secreta somiglia alla colletta?

Per quanto riguarda la forma, il numero, l’ordine e la conclusione, valgono le stesse regole che per le collette. Ma il soggetto delle une e delle altre è diverso: nelle collette, in generale, non si fa menzione del Sacrificio; le secrete, al contrario, hanno come obiettivo l’oblazione e contengono più o meno gli stessi pensieri dell’intero offertorio.

170 —Come terminano le secrete?

Il Sacerdote termina la secreta con le parole: per omnia sæcula sæculorum, [per tutti i secoli dei secoli], alle quali il servente risponde Amen. Questo Amen conclude tutta questa parte della Messa. Così sia! un atto di fede, sublime nella sua semplicità, di tutto il popolo cristiano, che approva ciò che è stato fatto, preparato e detto, e si costituisce nel tempo stesso, nell’amore che si offre, ostia con Cristo.

https://www.exsurgatdeus.org/2020/04/20/tutta-le-messa-lunica-vera-cattolica-romana-momento-per-momento-6/

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.