IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (XXV)

IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (XXV)

CATECHISMO POPOLARE O CATTOLICO SCRITTO SECONDO LE REGOLE DELLA PEDAGOGIA PER LE ESIGENZE DELL’ETÀ MODERNA

DI

FRANCESCO SPIRAGO

Professore presso il Seminario Imperiale e Reale di Praga.

Trad. fatta sulla quinta edizione tedesca da Don. Pio FRANCH Sacerdote trentino.

Trento, Tip. Del Comitato diocesano.

N. H. Trento, 24 ott. 1909, B. Bazzoli, cens. Eccl.

Imprimatur Trento 22 ott. 1909, Fr. Oberauzer Vic. G.le.

SECONDA PARTE DEL CATECHISMO:

MORALE (16).

IX COMANDAMENTO DI DIO

Questo comandamento è già stato spiegato nel VI, e lo sarà ancor più nel capitolo del matrimonio. È a questo precetto che si riferiscono le parole di Gesù nel capitolo V, 28 di San Matteo e quelle di San Paolo nell’Ep. ai Corinzi (X, 6).

X COMANDAMENTO DI DIO.

CON QUESTO COMANDAMENTO DIO PROIBISCE IL DESIDERIO DI ACQUISTARE INGIUSTAMENTE LA PROPRIETÀ ALTRUI.

Agli occhi di Dio, il desiderio equivale all’inganno.

Il desiderio è un atto della volontà colpevole quanto l’atto esterno (S. Matth. V, 20), per cui siamo obbligati a confessare questi peccati nella confessione (Conc. de Tr. 14, cap. 5).

IL SOCIALISMO

.1. NELL’ATTUALE PARTITO CHIAMATO SOCIALISMO, CI SONO UN GRAN NUMERO DI UOMINI, IL CUI SCOPO IDEALE È QUELLO DI ABOLIRE LA PROPRIETÀ PRIVATA CONTRO LA VOLONTÀ DEI PROPRIETARI.

Il socialismo pretende di ricostituire la società su nuove basi. I socialisti, che nella speranza di arrivare più rapidamente al loro obiettivo, impiegano mezzi violenti come la dinamite, l’assassinio, il saccheggio e lo scandalo nelle chiese, sono chiamati anarchici o nichilisti. Sarebbe troppo lungo fare una storia del socialismo in ogni Paese.

(Ogni catechista può farlo in base alla sua nazionalità).

1. I Socialisti hanno come programma la confisca dei beni (NAZIONALIZZAZIONE, COLLETTIVISMO) da parte dello Stato, di tutte le proprietà private e la condivisione equa di tutte le fortune e di tutto il lavoro tra i cittadini; i noltre la professione di ogni religione, di ogni autorità e ogni vita familiare regolare.

I socialisti accettano il principio di Proudhon secondo cui la proprietà è un furto; nello Stato ideale, quindi, nessuno possiederà proprietà personali; tutti riceveranno ciò che è loro necessario dalla proprietà collettiva. Tutti saranno costretti a lavorare e per ogni lavoro riceverà una ricevuta da scambiare con beni di consumo. – Lo Stato del futuro non conoscerà nessuna istituzione religiosa, nessuna autorità (né Dio, né il padrone). I socialisti si dichiarano apertamente apostoli dell’ateismo e della repubblica universale; alcuni, invece, nascondono il loro ateismo sotto la falsa formula che la religione è una questione privata. – I coniugi possono rimanere o uniti finché vogliono o separarsi a piacimento per contrarre una nuova unione (Bebel). I figli non appartengono ai genitori, ma allo Stato; rimangono con la madre finché sono neonati, poi vengono portati nelle scuole pubbliche, dove vengono cresciuti in condizioni che la penna si rifiuta di trascrivere.- La cucina familiare sarà sostituita dalla cucina pubblica. – Le carceri saranno abolite, perché ogni male viene generato dalla a proprietà privata, nel nuovo Stato tutti gli uomini saranno angeli! – I principi del socialismo sono stati adottati soprattutto da uomini senza religione; mossi dal desiderio di soddisfare le loro passioni poi hanno sedotto i poveri, i proletari che non avrebbero perso nulla con il collettivismo, soprattutto tra gli operai di fabbrica. Le condizioni particolari dell’industria moderna hanno contribuito molto alla diffusione del socialismo tra le classi lavoratrici.

2. La nascita e la diffusione del socialismo sono state causate da: la crescente miseria delle classi lavoratrici, l’avidita eccessiva di alcuni ricchi e la loro insaziabile brama di piacere, l’indebolimento del sentimento religioso del popolo.

Nel corpo, la maggior parte delle malattie è causata da disturbi dello stomaco, e i movimenti di malcontento popolare derivano molto spesso dall’indigenza materiale. (3° Congresso cattolico austriaco). Questa miseria generale è stata la conseguenza dell’introduzione delle macchine, che possono in un giorno produrre più lavoro in un giorno di quanto ne possano fare cento uomini in un mese, e che forniscono un lavoro più economico del lavoro manuale. Gli artigiani sono stati gradualmente costretti a rinunciare al loro mestiere, e a cadere in povertà. Questo sistema concentrava il capitale nelle mani dei produttori, sottraendolo agli altri settori della società. Di conseguenza, il numero di lavoratori poveri e scontenti aumentò, e più proletari ci sono, più c’è povertà (Bebel). Il disagio sociale ha provato lo stesso disagio del corpo fisico, quando il sangue accorre ad alcuni organi, mentre altri sono anemici. La grande industria, ansiosa di accumulare ingenti ricchezze, spesso trattava i suoi lavoratori in modo contrario ai principi evangelici: venivano pagati salari molto bassi, perché l’offerta di manodopera era considerevole, o si richiedeva un lavoro eccessivo, un lavoro di notte e persino un lavoro di domenica e nei giorni festivi. Non ci si curava della salute degli operai e ancor meno dei loro sentimenti religiosi e della loro moralità. Queste e altre cause rendevano inevitabilmente infelici e irreligiosi: inoltre, il lavoro a macchina favorisce la pigrizia della mente e di conseguenza l’adozione sconsiderata di belle e vuote parole; l’eccessivo affaticamento corporeo, invece, impedisce all’anima di elevarsi a Dio e porta all’empietà. Gli ambienti angusti, dove la povertà degli operai li costringeva a stringersi l’uno all’altro, contribuivano, da parte loro, alla distruzione delle virtù familiari. – D’altra parte, gli operai, vedendo l’avidità dei loro padroni e la loro sregolatezza nello spendere per il lusso ed il piacere, desideravano una situazione simile e si accanirono contro la proprietà e la ricchezza. I ricchi furono puniti laddove avevano peccato. Il socialismo, dunque, è in primo luogo il flagello di Dio contro i peccati dei ricchi. – Inoltre, la fede nel nostro tempo è minata dalla cattiva stampa, dalle società anticlericali, soprattutto dalla massoneria, in alcuni Paesi da leggi di persecuzione religiosa: l’esilio dei religiosi, il divieto delle missioni, la confisca dei beni ecclesiastici, la soppressione dell’insegnamento religioso nelle scuole, ecc.. Non dovrebbe sorprendere che una parte delle masse non creda più in Dio o nella vita futura, che disprezzi i comandamenti di Dio che protegge la proprietà, che vogliono avere il paradiso su questa terra. Bebel, inoltre, ha ammesso che il socialismo non sarebbe nato se il Cristianesimo fosse sempre stato osservato. – Gli operai che chiedono solo un miglioramento della loro sorte non sono quindi la causa del socialismo.

3. Se si vuole scongiurare il pericolo minaccioso del socialismo, la situazione dei lavoratori deve essere migliorata, i ricchi devono essere caritatevoli nei confronti dei poveri, che la religione sia restituita al popolo ed incrementata.

I socialisti non saranno sconfitti da misure coercitive più di quanto un bambino testardo con le botte. Se vogliamo avere successo, dobbiamo prevenirli con il l’amore; in altre parole, dobbiamo essere gentili e benevoli con loro. Soprattutto, i capi devono trattare i loro lavoratori secondo i principi della giustizia evangelica. “Miei fratelli – ha detto mons. Ketteler – mettiamo in pratica le massime del Vangelo per un solo giorno ed il male sociale scomparirà improvvisamente. Prima di tutto, il datore di lavoro è obbligato a dare al lavoratore un salario sufficiente a mantenere una vita veramente umana. “Il salario – dice il card. Manning – deve almeno bastare per una corretta famiglia operaia cristiana, cioè operosa, parsimoniosa e virtuosa”. Il lavoratore deve avere sicurezza; è indegno trattarlo come una semplice merce che non è più apprezzata non appena non produce più nulla (Abbate Hitze, deputato al Reichstag); deve godere dei diritti civili, perché paga le tasse (soprattutto quelle indirette) e le imposte del sangue (3° Congresso cattolico austriaco). Era inoltre necessario soddisfare il bisogno dell’operaio di essere istruito e di coltivare la sua mente con biblioteche e corsi per adulti (id.). Leone XIII raccomandava soprattutto la fondazione di circoli operai, in cui il lavoratore potesse sviluppare la sua attività e soddisfare il suo desiderio di esercitare un’influenza sugli altri (id.). La legislazione, da parte sua, deve impedire che il proletariato cresca troppo e che il capitale si concentri troppo in poche mani, favorendo la piccola industria; deve anche impedire che vengano uccisi i mestieri e l’agricoltura. (Id.) – I ricchi devono dare volentieri e generosamente (Tm, VI, 18); essi sono obbligati a fare l’elemosina più che mai, se vogliono evitare il rigore del giudizio e la dannazione eterna. Lo Stato, inoltre, ha il diritto di obbligare le grandi fortune a contribuire con il loro superfluo al bene generale. – Ma il rimedio più efficace contro il socialismo è la religione, perché il socialismo è fondamentalmente un’assenza di convinzioni religiose, perché il dogma fondamentale del socialismo è la negazione di Dio e della vita futura, il suo ideale è il godimento dei beni materiali. Colui che, nella lotta contro il socialismo, vuole ignorare la religione, è come un uomo la cui casa sta bruciando e che proibisce ai pompieri di entrare con il pretesto che potrebbero prendere qualcosa dalle sue provviste. La religione fornisce ai poveri il massimo dell’appagamento che desiderano.

4. Alcuni principi socialisti sono assolutamente inapplicabili, altri sono teoricamente ammissibili, ma non potrebbero essere applicati praticamente senza conseguenze disastrose.

L’uguaglianza assoluta tra gli uomini è utopica, soprattutto l’eguaglianza egàlitê nella divisione della proprietà. Se, infatti, lo Stato desse a ciascuno ciò che gli serve per vivere, non ci sarebbe nulla che impedisca di supporre che alcuni non lo consumino tutto e lo mettano da parte, il che costituirebbe già una disuguaglianza. Ma obbligare le persone a restituire ciò che hanno risparmiato sarebbe il peggior tipo di tirannia. L’uguaglianza assoluta è impraticabile su altri punti; la disuguaglianza è la legge della natura umana, ed è impossibile abolire le disuguaglianze che risultano da età, sesso, dalla salute, forza fisica, talenti e soprattutto carattere e moralità. Ora, queste diversità portano necessariamente alla diversità di situazione sociale e di proprietà. Non può esistere un intero esercito di ufficiali o di soldati comuni, così come la società è impossibile senza diversità. Ci sarà sempre bisogno di cittadini che si occupino di affari di Stato, legislazione, giustizia, amministrazione, organizzazione militare e così via, e questi uomini assumeranno di loro spontanea volontà, si porranno ad un livello più alto tra i loro concittadini, perché contribuiscono in modo più elevato all’interesse generale. (Leone XIII). Gli stessi socialisti conferiscono ai loro leaders uno status eccezionale. – La felicità perfetta è irraggiungibile qui sulla terra; per quanto si possa progredire e per quanto possano essere dure le sofferenze, le malattie, la morte, ecc. non potranno mai essere eliminate. La sofferenza ed il dolore sono l’eredità dell’uomo sulla terra; una vita dedicata esclusivamente al piacere Leone XIII). Inoltre, la felicità non si ottiene dai piaceri materiali, ma in Dio. Fino alla fine del mondo, ci saranno i viziosi, i criminali ed i poveri, secondo le parole di Gesù (S. Giov. XII, 8) – La nazionalizzazione della proprietà personale, inoltre, sarebbe impossibile senza un considerevole spargimento di sangue, perché pochi uomini si lascerebbero espropriare senza opporre resistenza; e una volta effettuata la divisione, ci sarebbero crudeli atti di vendetta da parte della minoranza oppressa. La comunità delle donne, in particolare, provocherebbe i crimini più terribili. In breve, sono le classi lavoratrici, a favore delle quali questa condivisione gioverebbe di meno (Leone XIII), perché un lavoratore è più abile e più industrioso di un altro, e riceverebbe solo un salario uniforme, il che provocherebbe il malcontento generale. Il socialismo sarebbe realizzabile solo in una società che non ha amore per la libertà e non ha bisogno di progresso. Questa umanità non esiste, nemmeno tra i barbari, perché l’uomo non è una bestia. Il socialismo distruggerebbe la civiltà, perché paralizzerebbe ogni molla di progresso e miglioramento (Mons. Ketteler). Nessuno si preoccuperebbe di cercare un’invenzione, perché verrebbe privato in anticipo di ogni vantaggio e ogni invenzione richiederebbe grandi sacrifici di denaro. La società socialista non sarebbe altro che una mandria di schiavi. Nessuno si preoccuperebbe di lavorare, perché si affiderebbe alla lungimiranza dello Stato. La pigrizia e la negligenza avrebbero un premio virtuale, a scapito della società. In alcune zone dell’Australia c’è un certo collettivismo, nel senso che lo Stato possiede tutta la terra. La conseguenza è che la maggior parte degli abitanti non lavora ed è esposta alla carestia, nonostante la grande fertilità del suolo, per nutrirsi si abbandonano al cannibalismo. L’esperienza ha dimostrato che le comuni americane in cui è stato sperimentato il collettivismo, sono state prontamente portate alla rovina da un aumento della criminalità. – Anche se i sogni socialisti siano per la maggior parte mere utopie, essi hanno tuttavia come tutti i mali, prodotto qualche bene. Come un uragano spazza via tutto ciò che è marcio, così il socialismo, che combatte con un notevole spirito di sacrificio, rende gli uomini di Stato consapevoli dei difetti dell’organizzazione sociale, e li costringe a fare riforme tempestive, nella stampa, sulla tribuna e nelle riunioni pubbliche, gli atti scandalosi di sfruttamento dei lavoratori da parte del capitalismo, preparando così un miglioramento della sorte dei diseredati. Questo non rende il socialismo migliore, perché il danno che provoca è maggiore del bene che può essere fatto senza di esso.

2. TUTTI COLORO CHE DESIDERANO L’APPROPRIAZIONE INGIUSTA DEI BENI ALTRUI VIVONO IN STATO DI PECCATO MORTALE E SI ESPONGONO ALLA DANNAZIONE ETERNA.

il solo desiderio di ottenere ingiustamente dei beni altrui è peccato che ne comporta molti altri. L’amore per le ricchezze, dice San Paolo, è la radice di tutti i mali. (Lo si può vedere nei discorsi pronunciati in alcune riunioni socialiste che traboccano di bestemmie, insulti diabolici ai Sacerdoti e alle autorità civili, e sono spesso accompagnati da aggressioni. – Alcuni socialisti arrivano al punto di permettere la falsa testimonianza davanti ai tribunali nell’interesse del partito; altri si spingono oltre, come si vede dai loro terribili attacchi con la dinamite e dagli assassinii commessi contro diversi uomini di Stato, fatti che hanno provocato leggi rigorose in Italia e in Francia. – È ingenuo obiettare alla comunità dei beni nella Chiesa primitiva. – Questo collettivismo cristiano è assolutamente diverso dal collettivismo socialista. La carità cristiana. Il Cristiano caritatevole dice al fratello: “Ciò che è mio è tuo”; il socialista dice al contrario: “Ciò che è tuo è mio”. Ciò che è tuo appartiene a me” -. Come se ciò che esiste lì fosse possibile anche nello Stato socialista. Il fondamento della vita religiosa è la rinuncia volontaria per amore di Dio, mentre il socialismo agirebbe per costrizione, senza alcun motivo e dall’eccitazione della passione del gioire.