IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (XXII)

IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (XXI)

CATECHISMO POPOLARE O CATTOLICO SCRITTO SECONDO LE REGOLE DELLA PEDAGOGIA PER LE ESIGENZE DELL’ETÀ MODERNA

DI

FRANCESCO SPIRAGO

Professore presso il Seminario Imperiale e Reale di Praga.

Trad. fatta sulla quinta edizione tedesca da Don. Pio FRANCH Sacerdote trentino.

Trento, Tip. Del Comitato diocesano.

N. H. Trento, 24 ott. 1909, B. Bazzoli, cens. Eccl.

Imprimatur Trento 22 ott. 1909, Fr. Oberauzer Vic. G.le.

SECONDA PARTE DEL CATECHISMO:

MORALE (12).

VI COMAMDAMENTO DI DIO.

1. Il 6° CCOMANDAMENO DI DIO PROIBISCE QUALSIASI COSA CHE POSSA DANNEGGIARE LA NOSTRA INNOCENZA O QUELLA DEL NOSTRO PROSSIMO.

È saggio non parlare in modo troppo esplicito dei peccati contrari a questo Comandamento (S. Liguori), perché già feriamo la castità nominando l’impurità. (S. Fr. di S.). S. Paolo aveva già detto: “Che non si senta parlare di alcuna impurità in mezzo a voi, come si conviene ai santi”(Efesini V, 3). Tuttavia, la Scrittura ci mette in guardia spesso e con urgenza da questo vizio, né la Chiesa può venir meno a questo dovere, perché il vizio dell’impurità danneggia il maggior numero di anime, e sono poche le anime all’inferno che ne sono state esenti. (S. Lig.).

Dio proibisce in particolare:

1. Pensieri e desideri contrari alla purezza.

I pensieri impuri sono proibiti perché portano ad azioni malvagie, come la scintilla che accende un grande fuoco. Bisogna spegnere il fuoco dell’impurità impurità sul campo, altrimenti è come una scintilla che cade sulla paglia e provoca un fuoco impossibile da spegnere (S. Greg. M.). L’impurità è come un serpente la cui testa deve essere schiacciata subito per non dargli il tempo di di lanciare il suo veleno (S. Gir.). Il modo migliore per difenderci da questi pensieri è la preghiera; finché ci dispiacciono, questi pensieri non ci rendono colpevoli, ma pecchiamo non appena ci soffermiamo su di essi con piacere, perché i pensieri cattivi sono un abominio davanti a Dio. (Prov. XV, 26). Dobbiamo fuggire i pensieri cattivi come un assassino, perché essi danno morte all’anima. A volte sorgono in noi desideri malvagi, cioè la volontà di commettere peccato. Un desiderio malvagio è come la radice da cui proviene un’azione malvagia: esso deve essere represso immediatamente. Non appena abbiamo acconsentito, c’è un atto della volontà, ed in questo caso il cattivo desiderio è, secondo la parola di Cristo, colpevole come l’atto stesso (S. Matth. V, 8).

2. Parole che offendono l’innocenza.

Chi dice cose indecenti ha la coscienza sporca; è impossibile trovare al mondo un uomo immorale nel linguaggio e puro nella morale.(Sidone Apollinare). Si finisce per fare ciò che si prova piacere a sentire (S. Bern.). Chi si diletta a parlare in modo vergognoso non è lontano dal comportarsi in modo vergognoso (S. Gir.). “Parla sempre in modo tale – disse San Luigi al figlio sul letto di morte – che se tutto il mondo lo venisse a sapere, tu non te ne dovresti vergognare”. – La lingua è solo un piccolo organo (Giacomo III, 5) ma essa può fare un grande male. Molti sono morti per il filo della spada, ma non altrettanti per la propria lingua. (Ecclesiastico XXVIII,22).

3. Azioni che feriscono l’innocenza.

Esse portano nomi diversi a seconda del loro grado di opposizione alle leggi di natura o a seconda che le persone che le commettono siano celibi, sposate, consacrate a Dio o parenti.

4. Sguardi sfacciati e troppo curiosi.

Dio ci proibisce la curiosità degli occhi per allontanarci dal peccato, come un padre proibisce al proprio figlio di toccare un coltello. Il piacere degli occhi si impadronisce presto del cuore stesso (S. Aug.), per cui chi guarda imprudentemente attraverso le finestre del corpo, cade quasi necessariamente in desideri peccaminosi (S. Greg. M.). La curiosità degli occhi accende il fuoco della concupiscenza come un incendio. (Eccli. IX, 9.) Chi lascia vagare lo sguardo assomiglia ad un cocchiere che trascura di tenere d’occhio i suoi cavalli, questi finiranno per trascinarlo nell’abisso (S. G. Cris.), o ad una fortezza le cui porte non sorvegliate cadono facilmente in potere dei nemici. Davide non avrebbe dovuto versare tante lacrime se avesse tenuto gli occhi aperti. (Santa Chiara da Montefalco). Quando siete per le strade, non guardate tutto ciò che vedete. (Eccli. IX, 7.) La curiosità causò la perdita della moglie di Lot.

5. Guardare immagini indecenti, assistere a spettacoli teatrali di cattivo gusto, la lettura di libri o giornali immorali.

Le immagini e gli spettacoli indecenti sono ancora più pericolosi delle cattive parole, perché ciò che si vede ha un’influenza maggiore sull’anima di ciò che si sente. Soprattutto, evitate la lettura di romanzi; sono tanto più malvagi in quanto suscitano le passioni in forme pulite e seducenti. Proibite con severità ai vostri figli, diceva S. Alfonso, di leggere romanzi; essi fanno spesso più male dei libri apertamente disonesti, perché, perché lasciano nel cuore degli adolescenti delle impressioni che li portano al peccato. Lo stesso Jean-Jacques Rousseau, il libero pensatore, diceva: “Una ragazza pura non ha mai letto romanzi “.

6. Abbigliamento indecente o eccessivamente lussuoso.

Le persone che si vestono in modo indecente sono strumenti di satana, che si serve di loro per perdere le anime (S. Bern.). La vanità ed il lusso nel vestire aumentano notevolmente il potere del diavolo. Quando ci si veste con l’intenzione di attirare gli sguardi non si può più pretendere di essere casti e modesti nell’anima. (S. Fil. de N.). Il desiderio di piacere non viene da un cuore innocente; è solo una trappola per attirare il prossimo nel vizio. (Tert.). Le ragazze e le donne di dubbia moralità sono le uniche che si permettono di abbagliare il pubblico con una cura appariscente. San Cipriano diceva che per coloro per i quali i vestiti sono tutto, la morale non è nulla. “Che le donne siano vestite come richiede l’onestà: che si vestano con modestia e carità, e non con capelli ricci, né con ornamenti d’oro, né con perle, né con abiti sontuosi, ma rivestite con opere buone ” (I Tim. Il, 9).

2. I PECCATI CONTRO IL 6° COMANDAMENTO SONO PER LO PIÙ MORTALI E SOGGETTI A PUNIZIONI DIVINE MOLTO SEVERE.

Basti pensare al diluvio, a Sodoma e Gomorra; inoltre, ne parleremo ancora nel capitolo sui peccati capitali. Collocando questo comandamento tra il 5° e 7°, Dio ci ha mostrato che i peccati della carne sono colpevoli quanto l’omicidio ed il furto. – Oggi, al contrario, si scrivono libri e si recitano opere teatrali in cui il vizio viene rappresentato a tinte seducenti come un’inclinazione legittima.

IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (XXIII)

UBI PAPA, IBI ECCLESIA (3) “COSA RENDERA’ L’ANTICRISTO COSI’ INGANNEVOLE”

L’avvertimento di p. Frederick Faber…

Cosa renderà l’Anticristo così ingannevole?

Padre Frederick W. Faber (1814-1863) metteva in guardia il suo gregge.

Anche se la persona dell’Anticristo forse non è ancora presente nel nostro mondo, è chiaro che il mistero dell’iniquità che culminerà con il suo arrivo è all’opera fin dalla caduta di Lucifero e non è mai stato così attivo come ai nostri giorni. – Nella sua Seconda Lettera ai Tessalonicesi, l’Apostolo Paolo avverte: “Perché il mistero dell’iniquità è già all’opera; solo che chi ora tiene, tenga duro, finché non sia tolto di mezzo” (2Ts II,7). Sebbene questa interpretazione non sia richiesta dalla dottrina cattolica, secondo la ricerca condotta sui Padri della Chiesa e sui teologi successivi dal cardinale Henry Edward Manning, “colui che ora tiene” e che sarà “tolto di mezzo” verso la fine dei tempi non è altro che il Papa – non un Papa in particolare, ma il Papa in quanto tale. – In altre parole, il movimento dell’Anticristo è tenuto a bada per un tempo determinato dalla forza di contenimento del Papato, proprio come il nostro Santissimo Signore era intoccabile ed invincibile finché non decise di essere sopraffatto per un breve periodo dai suoi nemici come condizione della sua vittoria finale: “Perciò il Padre mi ama, perché Io depongo la mia vita per riprenderla. Nessuno me la toglie, ma Io la depongo da me stesso, e ho il potere di deporla, ed ho il potere di riprenderla. Questo comandamento l’ho ricevuto dal Padre mio” (Gv X,17-18; cfr. Gv VII,30). – La Santa Madre Chiesa, imitando in tutto il suo Divino Signore, deve passare attraverso la sua Passione Mistica: “Fin dall’inizio si deve notare che la società istituita dal Redentore del genere umano assomigli al suo divino Fondatore che fu perseguitato, calunniato e torturato proprio da quegli uomini che si era impegnato a salvare” (Papa Pio XII, Enciclica Mystici Corporis, n. 3). – Come Gesù Cristo è stato perseguitato fin dall’inizio (cfr. Mt II,13), così il suo Vicario è sempre stato oggetto dell’odio del diavolo, soprattutto da quando sono nate le sette massoniche e le società segrete anticattoliche, sulle cui trame contro la Chiesa i Papi hanno messo in guardia incessantemente. È quasi logico, quindi, che prima che la Chiesa possa entrare nel suo glorioso trionfo, anche il suo capo visibile, il Vicario di Cristo, debba subire la sua apparente sconfitta. Ma, come per colui che rappresenta, ciò avverrà solo al momento stabilito e solo perché Dio lo vuole.

Per questo Papa Pio IX poteva dichiarare:

    Ora voi sapete bene che i più micidiali nemici della Religione Cattolica hanno sempre mosso una guerra feroce, ma senza successo, contro questa Cattedra; essi non ignorano affatto che la Religione stessa non potrà mai vacillare e cadere finché questa Cattedra rimarrà intatta, la Cattedra che poggia sulla roccia che le orgogliose porte dell’inferno non possono abbattere e nella quale c’è l’intera e perfetta solidità della Religione cristiana”.

    (Papa Pio IX, Enciclica Inter Multiplices, n. 7)

Si noti bene che in questa Passione Mistica della Chiesa, il Papa è la vittima della persecuzione e non il suo principale esecutore, come vorrebbero far credere gli apologeti della falsa opposizione.

Il 19 maggio 1861, padre Frederick Faber dell’Oratorio di San Filippo Neri, un convertito dall’anglicanesimo, predicò un sermone sulla Santa Madre Chiesa per la festa di Pentecoste. In esso ha parlato degli inganni che accompagneranno l’Anticristo e le sue opere malvagie, che saranno così grandi da ingannare, se possibile, anche gli eletti (cfr. Mt XXIV, 24). P. Faber ha spiegato cosa renderà l’inganno infernale così potente e convincente:

    Dobbiamo quindi guardarci dai pericoli che vengono dall’interno. Dobbiamo stare in guardia anche contro i libri, i periodici, le riviste e gli opuscoli cattolici, per quanto speciosi possano essere. Il nostro Santissimo Redentore ha detto dei falsi profeti degli ultimi giorni (S. Matteo XXIV, 24) che avrebbero dovuto “ingannare, se possibile, anche gli eletti”. Ora, dobbiamo ricordare che se tutti gli uomini palesemente buoni fossero da una parte e tutti gli uomini palesemente cattivi dall’altra, non ci sarebbe pericolo che nessuno, tanto meno gli eletti, venga ingannato da prodigi bugiardi. Sono gli uomini buoni, buoni una volta, speriamo ancora buoni, a compiere l’opera dell’Anticristo ed a crocifiggere di nuovo il Signore che solo amano. Tenete presente questa caratteristica degli ultimi giorni, che il loro inganno deriva dal fatto che gli uomini buoni sono dalla parte sbagliata.

    (Rev. Frederick William Faber, Devotion to the Church, 2a ed. [Londra: Richardson and Son, 1861], p. 27.).

Questa è una lezione preziosa e salutare: vedremo “brave persone” – persone che amano veramente Dio e intendono lavorare per la sua gloria, persone che possibilmente sono nello stato di grazia santificante – fare inconsapevolmente, ma non per questo meno realmente, l’opera dell’Anticristo. In un modo o nell’altro, le loro parole e le loro azioni serviranno ad attaccare il Regno di Dio sulla terra ed a contribuire alla rovina delle anime. Nonostante le loro più nobili intenzioni, ciò che fanno contribuirà oggettivamente a realizzare il regno tirannico dell’Anticristo e tutta la sua distruzione spirituale. – Questo concetto non è nuovo. Lo abbiamo visto quando la Chiesa stava appena nascendo: “… Ma voi avete ucciso l’autore della vita, che Dio ha risuscitato dai morti e di cui noi siamo testimoni. E ora, fratelli, so che l’avete fatto per ignoranza, come anche i vostri capi” (At III: 15,17; cfr. Lc XXIII: 34; Gv XVI: 2).

La lezione da imparare qui è che non dobbiamo attaccarci agli esseri umani, per quanto possiamo pensare di loro, perché possono fallire (e molti falliranno). In altre parole, non ci saranno scuse per rifiutare di abbandonare i propri errori teologici sulla base del fatto che qualche cardinale, vescovo, sacerdote o laico del Novus Ordo li sostenga e che sia “un uomo così santo e pio”. La Sacra Scrittura consiglia a ragione: “È bene confidare nel Signore, piuttosto che confidare nei principi” (Sal CXVII, 9); “Non confidare nei principi” (Sal CXLV, 2). Il Papa sarebbe l’unico a cui un Cattolico potrebbe sempre affidarsi con sicurezza, poiché possiede le garanzie e le promesse divine; ma naturalmente il suo impedimento è proprio la causa dell’attuale oscurità. – Spesso si cerca di mettere da parte tutti i fatti noti dell’attuale incubo ecclesiastico e si dice che Dio “non avrebbe mai permesso che accadesse: che fossimo senza un vero Papa operante per decenni e che tanti fossero così ingannati”. Eppure Egli ci ha detto che lo avrebbe fatto e perché: “E in tutte le seduzioni dell’iniquità a quelli che periscono, perché non hanno ricevuto l’amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manderà loro l’operazione dell’errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità” (2 Tess. II: 10-11). L’espressione “operazione dell’errore” potrebbe descrivere qualcosa di più appropriato della setta del Vaticano II?

Quando Simon Pietro, poco prima di diventare il primo Papa, protestò in modo analogo affinché Dio non permettesse che qualcosa di male accadesse al suo Signore e Maestro ( questo non accadrà mai!) , Cristo lo rimproverò bruscamente: “Vattene, satana, sei per me uno scandalo, perché non conosci le cose di Dio, ma quelle degli uomini” (Mt XVI, 23). Quando si tratta di Dio e della rivelazione divina, abbiamo sempre a che fare con il mistero. Che si tratti del funzionamento interno della Santissima Trinità, della creazione di tutte le cose dal nulla, della separazione miracolosa del Mar Rosso, dell’Incarnazione e dell’Unione Ipostatica di Dio Figlio, della Maternità divina della Beata Vergine Maria, della Trasfigurazione, della Transustanziazione, del Sacrificio redentore di Cristo sulla Croce, della Sua santa Ascensione, della nascita e della diffusione del Suo Corpo Mistico, la Chiesa, della conversione di San Paolo, abbiamo sempre a che fare con un incredibile mistero. Perché dovrebbe essere diverso per l’arrivo del profetizzato Anticristo, i tempi finali e la consumazione del mondo?

    Il Papa e l’Anticristo: La grande apostasia annunciata: Dio ci aveva detto in anticipo in quale situazione ci saremmo trovati. Mentre soffriamo pazientemente l’ora più buia della Chiesa in questo momento, non dimentichiamo mai che questa eclissi del Papato non è altro che il pegno divino della sua futura restaurazione.

UBI PAPA, IBI ECCLESIA (4): SANT’AGOSTINO DICE: “LA CHIESA NON APPARIRA’ DURANTE LA GRANDE TRIBOLAZIONE PRIMA DEL RITORNO DI CRISTO”.