SALMI BIBLICI: “CANTATE DOMINO, CANTICUM NOVUM; LAUS … ” (CXLIX)

SALMO 149: “CANTATE DOMINO CANTICUM NOVUM; LAUS …”

CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES

ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS. 

[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]

Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,

CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.

[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]

TOME TROISIÈME (III)

PARIS – LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR 13, RUE DELAMMIE, 1878

IMPRIM.

Soissons, le 18 août 1878.

f ODON, Evêque de Soissons et Laon.

Salmo 149

Alleluja.

[1] Cantate Domino canticum novum; laus

ejus in ecclesia sanctorum.

[2] Lætetur Israel in eo qui fecit eum, et filii Sion exsultent in rege suo.

[3] Laudent nomen ejus in choro, in tympano et psalterio psallant ei.

[4] Quia beneplacitum est Domino in populo suo, et exaltabit mansuetos in salutem.

[5] Exsultabunt sancti in gloria, lætabuntur in cubilibus suis.(1)

[6] Exaltationes Dei in gutture eorum: et gladii ancipites in manibus eorum:

[7] ad faciendam vindictam in nationibus, increpationes in populis;

[8] ad alligandos reges eorum in compedibus, et nobiles eorum in manicis ferreis;

[9] ut faciant in eis judicium conscriptum: gloria hæc est omnibus sanctis ejus. Alleluja.

[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.

Vol. XI

Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]

SALMO CXLIX.

Lodino Dio quei che da Dio ricevettero maggior beneficii, quindi lo lodi il suo popolo, che da Dio ebbe la promessa della gloria eterna, alla quale,  finito il pellegrinaggio, arriverà.

Alleluja. Lodate Dio.

1. Cantate al Signore un nuovo cantico, le laudi di lui (risuonino) nella Chiesa dei Santi.

2. Rallegrisi Israele in lui, che lo ha fatto, e i figliuoli di Sion esultino nel loro Re!

3. Lodino il nome di lui con armonico canto, lo celebrino al suono del timpano e del salterio.

4. Perché il Signore ha voluto bene al suo popolo, e i mansueti innalzerà a salute.

5. Esulteranno i Santi nella gloria; saranno lieti nelle loro mansioni. (1)

6. Hanno nella lor bocca le laudi di Dio, e nelle lor mani spade a due tagli;

7. Per prender vendetta delle nazioni e castigare i popoli;

8. Per legare in ceppi il loro re, e i loro grandi a catene di ferro;

9. Per fare sopra di essi il giudizio, che sia già scritto: questa gloria a tutti i Santi appartiene. Lodate Dio.

(1) La parola ebraica indica i letti dove ci si sedeva per la conversazione o il riposo.

Sommario analitico

Dopo avere, nei salmi precedenti, invitato la sua anima, la natura e tutte le nazioni a lodare Dio, il Profeta indirizzandosi nuovamente ai figli di Israele, indica loro i motivi particolari che hanno nel celebrare questo Dio del quale ha enumerato le perfezioni. Questi motivi sono la missione che essi hanno ricevuto da Lui quaggiù, e che li rendono sulla terra i rappresentanti della sua potenza e della sua giustizia. Nel primo senso imperfetto, il Profeta ha in vista le vittorie degli Israeliti, tornati dalla cattività, sui popoli vicini che si oppongono alla ricostruzione del tempio. In un senso più elevato, egli invita tutti i santi a lodare Dio a causa della grazia che ha loro accordato e della gloria di cui godono. 

I. – Egli li invita a cantare le lodi di Dio:

1° a cantare in onore di Dio solo,

2° a cantare un cantico nuovo,

3° a cantare nell’assemblea dei santi (1),

4° a cantare nei trasporti della gioia e dell’allegria (2),

5° a cantare al suono degli strumenti (3);

6° egli offre come motivo i benefici dei quali il Signore ha ricolmato il suo popolo:

     a) essi sono riuniti in un solo popolo sotto il suo scettro reale (6);

     b) Dio si compiace in essi come nel suo popolo (4).

II. – Descrive la loro felicità:

1° la gioia che essi provano nei loro corpi gloriosi,

2° la sicurezza ed il riposo eterno di cui la loro anima è in possesso (5),

3° le lodi di Dio che essi non cesseranno di cantare (6),

4° la potenza giudiziaria che essi esercitano sui loro nemici, sui loro re e sui principi, onore riservato a tutti i santi alla fine dei tempi (6-8).

Spiegazioni e Considerazioni

 I. — 1-4.

ff. 1-3. – Lodiamo il Signore con la voce, lodiamolo con gli sforzi della nostra intelligenza e con le buone opere e, come ci esorta questo salmo, cantiamo un cantico nuovo. Al vecchio uomo il cantico antico; all’uomo nuovo, un cantico nuovo. L’Antico testamento è il cantico antico; il nuovo Testamento è il nuovo cantico. L’Antico Testamento contiene delle promesse temporali e terrestri. Chiunque ama i beni della terra, canta il cantico antico; chiunque vuol cantare il cantico nuovo, deve amare le cose eterne. Questo nuovo amore è anche eterno; è dunque eternamente nuovo, perché non invecchia mai. (S. Agost.). – Non si può meditare abbastanza questa verità di cui Nostro Signore Gesù-Cristo ed i suoi Apostoli parlano incessantemente, di rinnovare tutto. Il Testamento è nuovo, il comandamento della carità è nuovo, il calice della salvezza è nuovo, il linguaggio con cui devono parlare i fedeli è nuovo, il carattere del Cristiano, è quello dell’uomo nuovo; la via che Gesù-Cristo ha aperto è nuova; la Gerusalemme di cui noi siamo cittadini, è nuova, il cantico che vi si canta è nuovo. Tutte queste novità non avranno la loro conclusione che nella vita beata, ma l’uomo fervente e rinnovato dalla carità ne raccoglie in questa vita le primizie, spogliandosi di giorno in giorno dell’uomo vecchio e dei suoi atti. (Berthier). – E dove dobbiamo cantare questo cantico nuovo? « Nell’assemblea dei santi. » Questa assemblea dei santi, è l’assemblea dei buoni chicchi di frumento sparsi nell’intero universo, seminati nel campo del Signore, cioè nel mondo … L’assemblea dei Santi, è dunque la Chiesa Cattolica; l’assemblea dei Santi non è la chiesa degli eretici, è la Chiesa che Dio ha designato prima che si vedesse, e che ha manifestato perché fosse visibile a tutti gli occhi (Aug.). – Vedete come, prima della lode della parola, il Profeta domandi quella delle opere e della vita. Chi sono coloro che Egli ammette a formare il religioso concerto? Non è sufficiente che la voce canti un inno d’azioni di grazie, bisogna che l’accompagni la virtù delle opere. C’è poi un altro insegnamento: noi vediamo in questa parola che bisogna lodare Dio con un accordo perfetto; perché la Chiesa è una riunione in cui regna l’armonia più perfetta (S. Chrys.). – « Gioisca Israele in Colui che l’ha creato. » Prima dei favori particolari, egli antepone in beneficio generale: rendete grazie a Dio del fatto che, prima che voi foste, Egli vi ha dato l’esistenza ed un’anima immortale. – Il primo titolo che Dio presenta ai nostri omaggi, è quello di Creatore, … gli uomini pensano ben poco a questo beneficio. Essi vivono come se fossero sempre esistiti, o come se fossero essi stessi gli autori del proprio essere. Quasi mai dicono, pur nella calma delle passioni e nel silenzio dell’amor proprio: Donde io sono venuto? Chi mi ha fatto? E come mi ha fatto? Cosa diventerò dopo il breve tempo trascorso sulla terra? (Berthier). – Ma ecco un beneficio ancora più grande; all’esistenza viene ad aggiungersi l’unione intima con Dio, che non solo ha dato loro la vita la, ma li ha resi suo popolo particolare. (S. Chrys.). – Rallegrarsi nel possesso delle creature, degli onori, delle ricchezze, è una gioia falsa e criminale; Rallegrarsi con se stesso, come se fossimo opera propria, è gioia ingannevole e mortale; ma gioire in Colui che, non solo ci ha creato, ma che vuol essere nostro Re, e riconoscerci come suo popolo, è la sola gioia solida e vera. (Duguet). – Lodino essi il suo Nome nei loro concerti, dolce sinfonia che riunisce in uno stesso coro tutte le voci e tutte le anime. San Paolo la raccomanda frequentemente ai primi fedeli, e l’Orazione domenicale, che tutti recitiamo, ne porta essa stessa l’impronta: è sempre al plurale che noi parliamo (S. Chrys.). –  Un coro è la riunione di uomini che si accordano per cantare. Se noi cantiamo in coro, noi cantiamo con accordo; se in un coro di uomini che cantano, uno solo stona, questo colpisce il nostro orecchio e turba il canto. Se la voce discordante di un solo cantore è sufficiente a turbare l’assemblea di un coro, quanto più un’eresia discordante non turba l’accordo di coloro che glorificano il Signore? (S. Agost.). – Lodare Dio con gli strumenti musicali, è lodare non soltanto con la lingua e la voce, ma con la mano e le opere; è lodare con tutte le membra del nostro corpo: gli occhi, le orecchie, la lingua e le mani. (Duguet).

ff. 4. – La ragione del cantico nuovo, è che Dio si è compiaciuto nel suo popolo e che lo ha amato, fin dall’eternità, di un amore infinito. Questa benevolenza, questo buon piacere di Dio è il fondamento e la fonte di tutti i beni, della predestinazione, della vocazione, della giustificazione, della glorificazione. Nostro-Signore dice nello stesso senso: « Non temete, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre vostro di darvi il regno; e l’Apostolo San Paolo non cessa – nelle sue epistole – di proclamare questo buon piacere di Dio, come la causa principale della nostra salvezza. » (Bellarm.). – « Perché il Signore ha fatto del bene al suo popolo. » Qual maggiore beneficio si può supporre che morire per degli empi? Qual più gran beneficio v’è che cancellare con il sangue del giusto il debito del peccatore? Quel più gran beneficio che dire: io non voglio ricordarmi di ciò che siete stati, siate ciò che non eravate? « Il Signore ha fatto del bene al suo popolo, » rimettendoli i suoi peccati, promettendogli la vita eterna; Egli gli ha fatto del bene riconducendolo dopo che si era allontanato da Lui, assistendolo quando combatte, coronandolo dopo la vittoria. « Egli esalterà coloro che sono mansueti per salvarli. » In effetti gli orgogliosi sono  esaltati molto, ma non per essere salvati. Gli uomini dolci sono esaltati per la loro salvezza, gli orgogliosi per la loro rovina; cioè: gli orgogliosi si esaltano e Dio li umilia; al contrario coloro che sono mansueti si umiliano, e Dio li esalta. (S. Agost.).

II. – 5-8

ff. 5. –  Non c’è nessuno che non ami la gloria. Ma la gloria degli insensati, quella che si chiama la gloria popolare, ha un fascino ingannevole. Ogni uomo che si lascia prendere dalle lodi degli uomini di vanità e dirige la sua vita in modo da ottenere le lodi degli uomini chiunque siano e con tutti i mezzi possibili … questa stolta gloria, il Signore la condanna, essa è abominevole agli occhi dell’Onnipotente … Quanto ai Santi, essi sono trasportati dalla gioia nella gloria, e non c’è bisogno che noi diciamo quali saranno questi trasporti. Ascoltate ciò che dice il Profeta: « Essi saranno trasportati di gioia nella gloria, si rallegreranno sui loro giacigli di riposo. » Questo non avviene nei teatri, nei circhi, nei frivoli divertimenti, né sulle piazze pubbliche, ma « … nei loro giacigli. » Che significano queste parole « nei loro giacigli. » Nei loro cuori! Ascoltate l’Apostolo San Paolo, trasportato di gioia nel letto di riposo: « La nostra gloria, dice, è la testimonianza della nostra coscienza. » (II Cor. I, 12). D’altro canto, è da temere chiunque si compiace in se stesso e che, diventando orgoglioso della sua buona coscienza, glorifichi se stesso … Così, dopo aver detto: « Essi gioiranno nei loro giacigli, » il Profeta ha subito aggiunto, per prevenire in essi ogni compiacimento: « le lodi di Dio riempiranno la loro bocca di gioia. » È così che essi saranno ricolmi di gioia nei loro giacigli, non attribuendosi il merito della loro bontà, ma lodando Colui da cui hanno ricevuto ciò che di buono hanno in se stessi, Colui che li chiama per farli giungere là dove essi non sono ancora, e dal quale sperano la loro perfezione, Colui al quale essi rendono delle azioni di grazie, perché ha cominciato a renderli migliori. (S. Agost.). –  « Essi si riposeranno nei loro giacigli, » cioè nella patria celeste. Il letto, in effetti, è un luogo di riposo che non si trova nella via in cui camminiamo; è qui che dobbiamo combattere contro la carne e bagnare delle nostre lacrime il nostro letto per spegnere i fuochi della lussuria che ci bruciano (S. Gerol.).  

ff. 6-8. – « Ed essi avranno nelle loro mani delle spade a due tagli. » Noi leggiamo nell’Apocalisse che una spada affilata dai due lati usciva dalla bocca del Salvatore (I, 16). Voi vedete che i Santi hanno ricevuto dalla bocca di Nostro-Signore le spade a due tagli che hanno nelle mani. Il Signore promette dunque ai Santi le spade che escono dalla sua bocca. Queste spade a due tagli, sono la parola della sua dottrina; questa spada a due tagli, è il senso letterale ed il senso spirituale; questa spada a due tagli ha due funzioni principali, essa parla sia del secolo presente sia del secolo futuro; qui mette a morte gli avversari; nel cielo, apre il regno dei cieli. (S. Gerol.). – Veramente la Gloria non si trova là dov’è l’oro, il denaro, le pietre preziose, gli abiti di seta; colui che ha queste spade a due tagli, che bisogno ha di altre cose? Vedete ciò che dice il Profeta terminando: « Tale è la gloria riservata a tutti i suoi Santi. » Preghiamo Dio di accordarci questa gloria, preghiamolo di armare le nostre mani con questa spada che esce dalla sua bocca. Colui che è armato di questa spada non teme più la spada del secolo. (S. Gerol.). – Queste spade a due tagli messe nelle mani dei Santi, costituiscono il potere giudiziario di cui Gesù-Cristo ha fatto loro parte, e che essi eserciteranno soprattutto negli ultimi giorni. Non sapete, dice San Paolo, « che i Santi giudicheranno questo mondo, e che noi giudicheremo anche gli Angeli? » (I Cor. VI, 2, 3), vale a dire gli angeli ribelli, che essi giudicheranno in questo senso, che saranno testimoni dell’arresto formidabile che sarà pronunciato contro di loro, e che essi applaudiranno con tutta la corte celeste alle vendette che l’Altissimo attuerà contro questi nemici di Dio, di Gesù-Cristo e del genere umano (Berthier). – È allora che i Santi, entrando nello zelo di Dio, prenderanno vendetta, non delle proprie ingiurie, ma di quelle che saranno state fatte a Dio alla loro presenza. – È allora che i re, i nobili, i principi che hanno usato tirannicamente del loro potere, si vedranno caricati di quelle stesse catene di cui ingiustamente avranno caricato gli innocenti. –  « … Per esercitare contro di essi il giudizio prescritto. » I Santi esercitano il giudizio di Dio contro gli empi, e gli empi contro i Santi. Essi sono soltanto, nei confronti reciproci, ministri della giustizia o della sua misericordia, ma in maniera molto differente. Gli empi, perseguitando i giusti, contribuiscono alla loro santificazione, ed i santi, esercitando il giudizio di Dio, rendono all’ingiustizia subita la pena che è loro dovuta. « Tale è la gloria che è riservata ai Santi nel cielo, a coloro che non ne pretendevano alcuna sulla terra. (Duguet). » – La Gloria dei Santi ci è quasi sconosciuta sulla terra. Innanzitutto, coloro che vivono tra di noi, sono così attenti a nascondersi che le loro virtù ci sfuggono, e gli uomini sono così cattivi giudici in materia di santità, che tacciano spesso le virtù più pure come ipocrisia, politica, umore, debolezza. Non è che nel giorno delle rivelazione che la gloria dei Santi si manifesterà pienamente ai nostri occhi. (Berthier). – In effetti, la fioritura della santità, è la gloria. La gloria esce dalla grazia come il frutto dal fiore, ed il fiore dal gambo. L’opera del Cristianesimo essendo opera di santità, è dunque, per questo, un’opera di gloria. È con questa bella imèplicazione che il Profeta conclude questo salmo; egli viene a mostrarci la felicità, gli onori, la potenza di cui Dio riveste i suoi eletti, e ci dice: « Tale è la gloria che Dio riserva a tutti coloro che avranno vissuto santamente sulla terra. »

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.