TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (9)
HENRICUS DENZINGER
ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT
ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.
ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM
De rebus fidei et morum
HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI
Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar
(Da Pelagio I a Bonifacio V)
PELAGIO I: 16 aprile 556 – 3, (4)? Mar.561
Lettera “Humani generis” al re Childeberto I, 3 febbraio 557
Fides Pelagii Papæ
441 – [La Trinità divina] Credo dunque in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo: cioè nel Padre onnipotente, eterno, non generato; nel Figlio generato dalla sostanza o dalla natura dello stesso Padre, prima di qualsiasi inizio di tempo o di eternità, cioè (dell’Onnipotente) onnipotente, uguale, coeterno e consustanziale a Colui che lo ha generato; anche nello Spirito Santo, onnipotente, uguale a entrambi, cioè al Padre e al Figlio, coeterno e consustanziale; che, procedendo dal Padre fuori dal tempo, è lo Spirito del Padre e del Figlio; quindi in tre Persone o tre ipostasi di una sola essenza o natura, di una sola forza, di una sola operazione, di una sola beatitudine e di una sola potenza; così che l’unità è trina e la Trinità è una, secondo la verità della parola del Signore che dice: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Mt XXVIII: 19. Dice “nel nome” e non “nei nomi”, sia per mostrare l’unico Dio attraverso il Nome indistinto dell’essenza divina, sia per far conoscere la distinzione delle Persone manifestata dalle loro proprietà (cfr. 415); Infatti, il fatto che i tre abbiano un solo Nome per quanto riguarda la Divinità, manifesta l’uguaglianza delle Persone, e viceversa l’uguaglianza delle Persone non permette di riconoscere in esse qualcosa che sarebbe estraneo ad esse o che si aggiungerebbe ad esse, in modo che ciascuno di essi sia veramente e perfettamente Dio, e tutti e tre siano veramente e perfettamente un unico Dio, vale a dire che la pienezza della divinità debba essere riconosciuta in ciascuno di essi senza che vi sia nulla di mancante in nessuno di essi e senza che vi sia nulla di più nei tre.
442 – [Il Figlio di Dio incarnato]. Ma di questa santa, beatissima e consustanziale Trinità, credo e professo che una sola Persona, cioè il Figlio di Dio, sia sceso dal cielo negli ultimi tempi per la salvezza del genere umano, ma senza lasciare il trono del Padre e il governo del mondo; e quando lo Spirito Santo discese sulla beata Vergine Maria e la potenza dell’Altissimo la coprì con la sua ombra, questo stesso Verbo e Figlio di Dio entrò misericordiosamente nel grembo di questa stessa santa Vergine Maria, e si unì alla carne della sua carne, animata da un’anima ragionevole e intellettuale; e la carne non fu creata prima, il Figlio di Dio venne su di essa dopo, ma come è scritto: “Quando la Sapienza si costruì una dimora”, Pr IX,11, immediatamente la carne nel grembo della Vergine divenne carne del Verbo di Dio. Perciò il Verbo e Figlio di Dio si è fatto uomo senza alcun cambiamento o conversione della natura del Verbo e della carne, l’una e l’altra natura, la divina e l’umana, e così Cristo Gesù è apparso, cioè è nato, vero Dio e, allo stesso modo, vero uomo, mantenendo intatta la verginità della Madre, che lo ha generato rimanendo Vergine così come lo ha concepito vergine. Per questo confessiamo la stessa beata Vergine Maria Madre di Dio in tutta verità, poiché ha portato il Verbo incarnato di di Dio. C’è dunque un solo e medesimo Cristo Gesù, vero Figlio di Dio e lo stesso che è vero Figlio dell’uomo, perfetto nella divinità lo stesso perfetto nell’umanità, poiché è interamente in ciò che è suo e, lo stesso, interamente in ciò che è nostro (cfr. 293); con la seconda natività ha preso dalla Madre umana, ciò che non era, ma senza cessare di essere ciò che era con la prima, quella per cui è nato dal Padre. Perciò crediamo che Egli sia di due e in due nature che rimangono senza divisione o confusione: senza divisione, poiché dopo l’assunzione della nostra natura anche l’unico Cristo è rimasto e rimane il Figlio di Dio; senza confusione, perché crediamo che le nature siano state unite in una sola Persona e ipostasi in modo tale che, essendo salvaguardata la proprietà di ciascuna, nessuna delle due si sia trasformata nell’altra. E perciò, come abbiamo spesso detto, confessiamo che un solo e medesimo Cristo è vero Figlio di Dio e che lo stesso è vero Figlio dell’uomo, consustanziale al Padre secondo la divinità e consustanziale a noi secondo l’umanità, simile a noi in tutto tranne che nel peccato; passibile nella carne e impassibile nella divinità. Noi professiamo che sotto Ponzio Pilato egli ha liberamente sofferto per la nostra salvezza nella carne, che è stato crocifisso nella carne, che è morto nella carne, che è risorto il terzo giorno nella stessa carne, glorificato e incorruttibile, e… che è salito al cielo e siede anche alla destra del Padre.
443 – [Il compimento del mondo]. Credo e professo… che come è salito al cielo, così verrà a giudicare i vivi e i morti. Per tutti gli uomini che sono nati e morti da Adamo fino alla consumazione dei secoli, con Adamo stesso e sua moglie, che non sono nati da altri genitori, ma sono stati creati, l’uno dalla terra e l’altra da una costola dell’uomo (cfr. Gen. II, 7 Gen II: 22). Professo che poi risorgeranno e staranno “davanti al seggio del giudizio di Cristo, per ricevere la ricompensa di ciascuno per ciò che ha fatto nel suo corpo, sia in bene che in male” Rm XIV: 10 2 Cor V:10 ; e i giusti, come “vasi di misericordia preparati per la gloria” (cfr. Rm IX, 23), li ricompenserà per la sovrabbondante grazia di Dio con i premi della vita eterna e vivranno all’infinito in compagnia degli Angeli, senza alcun timore di ricadere; Quanto agli empi, che per loro scelta rimarranno come “vasi d’ira, destinati alla perdizione” (Rm IX, 22), che non hanno riconosciuto la voce del Signore, oppure l’hanno riconosciuta ma l’hanno abbandonata di nuovo perché sedotti da trasgressioni di ogni genere, Egli li consegnerà con il suo giustissimo giudizio alle pene del fuoco eterno e inestinguibile, affinché brucino senza fine. Questa è dunque la mia fede e la mia speranza, che è in me per dono della misericordia di Dio; e per essa, come ci comanda il beato Apostolo Pietro, dobbiamo essere pronti soprattutto a rispondere a chiunque ce ne chieda conto (cfr. 1 Pt III, 5 ).
Lettera circolare “Vas electionis” a tutto il popolo di Dio, ca. 557.
L’autorità dei Concili ecumenici.
444 – Per quanto riguarda i quattro santi Concili, cioè quello di Nicea dei trecentodiciotto (padri), quello di Costantinopoli dei centocinquanta, il primo di Efeso dei duecento, ma anche (per quanto riguarda) quello di Calcedonia dei seicentotrenta. Professo di aver condotto i miei pensieri sotto la protezione della misericordia divina e di farlo fino alla fine della mia vita, con tutto il mio cuore e le mie forze, per conservarli con piena devozione nella difesa della santa fede e nella condanna delle eresie e degli eretici, poiché questi pensieri sono stati confermati dallo Spirito Santo. Professo che la loro solidità, perché è la solidità di tutta la Chiesa, la proteggerò e la difenderò come hanno fatto senza dubbio i miei predecessori. In questo desidero seguire e imitare soprattutto colui che sappiamo essere stato l’autore del Concilio di Calcedonia (Papa Leone I), il quale, in accordo con il suo nome, si dimostrò chiaramente, con il suo ardentissimo zelo per la fede, un membro di quel leone che nacque dalla tribù di Giuda (cfr. Ap V, 5 ). Così sono convinto che mostrerò sempre la stessa riverenza per i suddetti sinodi, che tutti coloro che sono stati assolti da questi quattro Concili li riterrò ortodossi, e che mai nella mia vita… toglierò qualcosa all’autorità della loro santa e vera predicazione. Ma seguo e venero anche i canoni che la Sede Apostolica accetta… Professo che conservo anche le lettere di papa Celestino di benedetta memoria… e di Agapeto, per la difesa della fede cattolica, per la solidità dei quattro sinodi suddetti e contro gli eretici, e tutti coloro che essi hanno condannato li ritengo condannati, e tutti coloro che essi hanno accolto, specialmente i venerabili vescovi Teodoreto e Ibas, li venero tra gli ortodossi.
445 – Lettera “Admonemus ut” al Vescovo Gaudenzio di Volterra,
(tra il settembre 558 e il febbraio 559).
La forma del battesimo.
Riguardo agli eretici (che vogliono tornare alla fede cattolica, riguardo a chi)… avete pensato di dover consultare noi…. se devono essere battezzati o solo riconciliati, vogliamo la vostra deferenza per mantenere questo… :… affermano di essere battezzati solo nel nome di Cristo e con una sola immersione, ma il precetto del Vangelo …. ci avverte di conferire a ciascuno il santo Battesimo nel Nome della Trinità e con una triplice immersione, poiché nostro Signore dice ai suoi discepoli: “Andate, battezzate tutte le nazioni nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo – Mt XXVIII,19; pertanto, se di fatto le persone che fanno parte dei suddetti eretici, … dovessero riconoscere di essere stati battezzati nel solo Nome del Signore, se passeranno alla fede cattolica, li battezzerete, senza alcuna incertezza, nel nome della Santissima Trinità. Ma… se affermano chiaramente con una professione manifesta di essere stati battezzati nel nome della Trinità, vi affretterete a unirli alla fede cattolica con la sola grazia della riconciliazione, che sarà loro concessa.
446 – Lettera “Adeone te” al Vescovo (Giovanni), inizio 559.
La necessità di unità con la Sede Apostolica.
Voi, che siete collocati nel più alto grado del sacerdozio, siete stati così privi della verità della madre cattolica da non considerarvi subito scismatici quando vi siete allontanati dalla Sede Apostolica? Non avete letto che la Chiesa è stata fondata da Cristo nostro Dio sul principe degli Apostoli, e su un fondamento tale che le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa (cfr. Mt XVI, 18)? E se avete letto questo, dove pensate che sia la Chiesa, se non presso colui nel quale solo si trovano tutte le sedi apostoliche, al quale, come a colui che ha ricevuto le chiavi, è stato concesso il potere di legare e sciogliere? Ma ciò che ha voluto dare a uno, lo ha dato anche a tutti, affinché, secondo le parole del beato martire Cipriano, che spiega questo, si dimostri che la Chiesa sia una. Dove hai vagato, separato da lei, carissimo fratello in Cristo, o quale speranza di salvezza avevi?
Lettera ‘Relegentes autem’ al patrizio Valeriano, marzo oaprile 559.
Il Papa interpreta i decreti dei Concili
447 – Non è mai stato permesso, né sarà mai permesso, che un concilio particolare si riunisca per giudicare un Concilio generale. Ma ogni volta che ad alcuni sorge un dubbio su un Concilio universale – per avere chiarimenti su ciò che non capiscono – o coloro che desiderano la salvezza delle loro anime vengono di propria iniziativa alle sedi apostoliche per essere illuminati, o… se dovessero essere così ostinati e testardi da non voler essere istruiti, è necessario che siano attirati alla salvezza in ogni modo da queste stesse sedi apostoliche, o che siano perseguiti dai poteri secolari secondo i canoni, per non poter essere causa di perdizione per altri.
GIOVANNI III: (17 luglio561-13 luglio 574)
Primo Concilio di Braga (Portogallo), iniziato il 1° maggio 551
Anatemi contro i priscillianisti ed altri.
La Trinità e il Cristo.
451 – 1. Se qualcuno non confessa che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo siano tre Persone di una sola sostanza, forza e potenza, come insegna la Chiesa cattolica e apostolica, ma dice che siano una Persona sola e solitaria, in modo che il Padre sarebbe lo stesso del Figlio e che lo stesso sarebbe anche lo Spirito Paraclito, come hanno detto Sabellio e Priscilliano, sia anatema!
452 – 2 Se qualcuno introduce al di fuori della Santa Trinità altri nomi della Divinità, dicendo che nella Divinità stessa c’è una Trinità di Trinità, come hanno detto gli gnostici e Priscilliano, sia anatema!
453 – 3 Se qualcuno dice che il Figlio di Dio, nostro Signore, non esisteva prima di nascere dalla Vergine, come hanno detto Paolo di Samosata, Fotino e Priscilliano, sia anatema!
454 – 4 Se qualcuno non onora il giorno della nascita di Cristo secondo la carne, ma finge di onorarlo, e digiuna in quel giorno e nella domenica perché non crede che Cristo sia nato nella vera natura di uomo, come hanno detto Cerdone, Marcione, Mani e Priscilliano, sia anatema!
Creazione e governo del mondo
455 – 5 Se qualcuno crede che le anime umane o gli Angeli provengano dalla sostanza di Dio, come hanno detto Mani e Priscilliano, sia anatema!
456 – 6 Se qualcuno dice che le anime umane peccarono per la prima volta nelle dimore celesti e furono quindi gettate sulla terra in corpi umani, come ha detto Priscilliano, sia anatema!
457 – 7. Se qualcuno dice che il diavolo non fosse all’inizio un Angelo buono, creato da Dio, e che la sua natura non è opera di Dio, ma dice che sia uscito dalle tenebre, che nessuno lo ha creato, ma che egli stesso è il principio e la sostanza del male, come hanno detto Mani e Priscilliano, sia anatema!
458 – 8. Se qualcuno crede che il diavolo abbia creato alcune creature nel mondo e che abbia prodotto tuoni, fulmini, tempeste e siccità con il proprio potere, come ha detto Priscilliano sia anatema!
459 – 9. Se qualcuno pensa che le anime umane siano legate a stelle che ne regolano il destino, come dicevano i pagani e Priscilliano, sia anatema!
460 10. Se qualcuno crede che i dodici segni delle stelle che gli astrologi sono soliti osservare siano disposti secondo le varie membra dell’anima o del corpo, e dice che siano attribuiti ai nomi dei Patriarchi, come ha detto Priscilliano, sia anatema!
461 – 11. Se qualcuno condanna il matrimonio umano e aborre la procreazione dei figli, come hanno detto Mani e Priscilliano, sia anatema!
462 – 12. Se qualcuno dice che la formazione del corpo umano sia opera del demonio e che il concepimento nel grembo materno è opera dei demoni, e se per questo non crede nella risurrezione della carne, come hanno detto Mani e Priscilliano, sia anatema!
463 – 13. Se qualcuno dice che la creazione di ogni carne non sia opera di Dio, ma degli angeli cattivi, come ha detto Priscilliano, sia anatema!
464 – 14 Se qualcuno considera impure le carni che Dio ha dato all’uomo per il suo uso e si astiene dal mangiarle, non per punire il suo corpo, ma perché le considera impure e non gusta neppure le verdure cucinate con la carne, come hanno detto Mani e Priscilliano, sia anatema!
BENEDETTO I: 2 giugno 575-30 luglio 579
PELAGIO II: 26 novembre 579-7 febbraio 590
Lettera “Dilectioni vestræ” ai Vescovi scismatici dell’Istria, 585 o 586
La necessità dell’unione con la Sede romana.
468. – Sebbene sia chiaro dalla stessa parola del Signore nel Santo Vangelo dove si trova il fondamento della Chiesa, ascoltiamo tuttavia ciò che il beato Agostino ha stabilito, ricordando la stessa parola. La Chiesa di Dio è fondata, dice, su coloro che sono riconosciuti, in ragione della successione dei Vescovi, come coloro che hanno presieduto le sedi apostoliche; e chi si è separato dalla Comunione o dall’autorità di queste sedi, si dimostra scismatico. E dopo altre cose: “stando fuori, sarete anche morti per il Nome di Cristo. Tra le membra di Cristo, soffri per Cristo, essendo attaccato al corpo; combatti per il capo [Non sarai annoverato tra le membra di Cristo, soffri per Cristo, essendo attaccato al corpo combatti per il Capo,].
469 – Ma anche il beato Cipriano… dice tra l’altro: “L’inizio procede dall’unità, e il primato è dato a Pietro, affinché si dimostri che la Chiesa di Cristo e il pulpito sono una cosa sola”; e pastori lo sono tutti, ma il gregge è dimostrato essere uno, quel gregge che deve essere condotto al pascolo dagli Apostoli in accordo unanime. E poco dopo: “Colui che non mantiene l’unità della Chiesa crede forse di possedere la fede? Colui che abbandona la cattedra di Pietro, su cui la Chiesa è fondata, e le resiste, si vanta forse di essere nella Chiesa?”… Non possono abitare con Dio coloro che non hanno voluto vivere unanimemente nella Chiesa di Dio; e anche se bruciano nelle fiamme, se espongono la loro vita al rogo e alle belve, non otterranno la corona della fede, ma la punizione della loro malafede, né la gloria finale, ma la morte della disperazione. Un tale uomo può essere messo a morte, ma non può ricevere la corona”… “Il crimine dello scisma è peggiore del crimine di coloro che hanno sacrificato; questi almeno si sottomettono alla penitenza del loro crimine e implorano Dio pagando pienamente la soddisfazione richiesta. Qui si cerca e si chiede la Chiesa, lì si combatte la Chiesa. Qui chi ha fallito ha danneggiato solo se stesso; qui chi si sforza di fare uno scisma porta molte persone nell’errore con lui. Qui si danneggia solo un’anima, lì il pericolo è per molti. Quello, almeno, riconosce di aver peccato e piange e si lamenta; quello si vanta della sua colpa, si compiace della sua offesa, separa i figli dalla madre, allontana le pecore dal loro pastore, turba i Sacramenti di Dio, e mentre quello che ha fallito ha peccato una sola volta, questo pecca ogni giorno. Infine, colui che ha fallito, se in seguito ottiene il martirio, può ricevere le promesse del Regno; costui, se viene messo a morte fuori dalla Chiesa, non può ottenere le ricompense della Chiesa. “
3° Concilio di Toledo, iniziato l’8 maggio 589
Professione di fede del re Reccardo.
470 – La Trinità divina.
Confessiamo che c’è un Padre, che ha generato dalla sua sostanza il Figlio, che è co-uguale e co-eterno a lui, non però che lo stesso sia nato e generato (nato non generato), ma in modo tale che secondo la persona un altro è il Padre che ha generato, e un altro il Figlio, che è stato generato, e tuttavia secondo la Divinità entrambi sono della stessa sostanza: il Padre, da cui è il Figlio, non è altro da sé; il Figlio, che ha un Padre, esiste senza inizio né diminuzione in questa Divinità, perché è co-uguale e co-eterno al Padre. Allo stesso modo dobbiamo confessare e predicare che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio e che con il Padre e il Figlio è di una sola sostanza; la terza persona della Trinità è quella dello Spirito Santo, che tuttavia possiede l’essenza della divinità in comune con il Padre e il Figlio. Questa santa Trinità è davvero un solo Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, e per la sua bontà tutte le creature (la natura dell’uomo) sono state create buone, ma dalla forma dell’aspetto umano assunto dal Padre e dal Figlio.
la forma dell’aspetto umano assunto dal Figlio, dalla generazione dannata siamo restituiti alla prima beatitudine.
GREGORIO MAGNO I: 3 settembre 590-12 maggio
Lettera “Consideranti mihi” ai Patriarchi. Febbraio 591.
L’autorità dei concili ecumenici.
472 – … Oltre ai quattro libri del Santo Vangelo, confesso di ricevere e venerare i quattro Concili: Infatti abbraccio con piena devozione e custodisco con pieno assenso quello di Nicea, dove viene distrutta la perversa dottrina di Ario; quello di Costantinopoli, dove viene confutato l’errore di Eunomio e di Macedonio; così pure il primo di Efeso, dove viene giudicata l’empietà di Nestorio, e quello di Calcedonia, dove viene condannato l’errore di Eutiche e di Dioscoro; Perché su di essi si regge l’edificio della santa fede, come su una pietra a quattro lati, e su di essi poggia l’edificio di tutta la vita e l’azione; e chi non si attiene alla loro solidità, anche se è considerato una pietra, si trova comunque fuori dall’edificio. Veneriamo anche il quinto Concilio, nel quale la lettera di Ibas viene condannata come piena di errori, e nel quale Teodoro, che separa la persona del Mediatore di Dio e degli uomini in due ipostasi, viene condannato per essere caduto nel crimine di empietà, e nel quale gli scritti di Teodoreto, che sono opera di un’impresa folle, e nei quali viene biasimata la fede del beato Cirillo, vengono ugualmente respinti. Tutti coloro che i suddetti venerabili Concili respingono, io li respingo; quelli che essi venerano, li riconosco; poiché essi sono fondati su un consenso universale, è lui stesso e non loro che distrugge chi ha l’ardire di sciogliere coloro che essi legano o di legare coloro che essi sciolgono. Se qualcuno, quindi, la pensa diversamente, che sia anatema!
Lettera “O quam bona” al Vescovo Virgilio di Arles, 12 agosto 595.
Simonia
473 – … Ho saputo che nelle regioni della Gallia e della Germania nessuno raggiunge l’ordine sacro senza aver concesso un dono adeguato. Se è così, lo dico con lacrime e lo proclamo con gemiti: se l’ordine sacerdotale è crollato dall’interno, non potrà resistere a lungo all’esterno. Sappiamo infatti dal Vangelo cosa fece il nostro stesso Redentore: entrando nel Tempio, rovesciò i seggi dei venditori di colombe, Mt XXI,12. Vendere colombe significa, infatti, ricevere un beneficio temporale dallo Spirito Santo, che Dio onnipotente conferisce agli uomini come consustanziali a Lui mediante l’imposizione delle mani. Ciò che risulta da questo male, come ho detto, è già indicato; per coloro che hanno l’audacia di vendere colombe nel Tempio di Dio, i loro posti sono caduti secondo il giudizio di Dio. Perché questo errore viene amplificato e diffuso tra i subordinati. Infatti, colui che viene condotto all’onore (ordine) sacro dietro compenso è già corrotto alla radice della sua promozione, ed è più disposto a vendere ad altri ciò che ha comprato. E dov’è allora ciò che è scritto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” Mt X, 8? E poiché l’eresia simoniaca è sorta come la prima eresia contro la santa Chiesa, perché non si considera, perché non si vede, che se si ordina qualcuno dietro compenso, lo si rende eretico promuovendolo?
Lettera “Sicut aqua” al patriarca Eulogio di Alessandria, agosto 600.
La scienza di Cristo (contro gli agnostici)
474 – Per quanto riguarda… il passo della Scrittura secondo cui “né il Figlio né gli Angeli conoscono il giorno e l’ora” (cfr. Mc XIII, 32), Vostra Santità pensa giustamente che non sia da riferirsi a questo stesso Figlio considerato come capo, ma considerato nel suo corpo, che noi siamo… Agostino fa uso di questo significato in molti luoghi. Dice anche un’altra cosa, che può essere ascoltata da questo stesso Figlio, e cioè che il Dio onnipotente a volte parla in modo umano, per esempio quando dice ad Abramo: “Ora so che tu temi Dio” (Gen XXII,12), non perché Dio sapesse allora di essere temuto, ma perché Abramo riconosceva allora attraverso di lui di temere Dio. Come si parla di un giorno felice, non perché il giorno stesso sia felice, ma perché ci rende felici, così il Figlio onnipotente dice di ignorare il giorno che Egli stesso fa conoscere, non perché lo ignori, ma perché non permette assolutamente che sia conosciuto.
475 – Perciò si dice anche che solo il Padre conosce, perché il Figlio, che gli è consustanziale per la sua natura, per cui è al di sopra degli Angeli, ha il potere di conoscere ciò che gli Angeli ignorano. Quindi questo può essere inteso in modo più sottile dicendo che il Figlio unigenito, fatto per noi uomo perfetto, conosceva il giorno e l’ora del giudizio nella natura umana e tuttavia non lo conosceva dalla natura umana. Ciò che dunque conosceva in essa, non lo conosceva attraverso di essa, perché era per il potere della sua divinità che il Dio fatto uomo conosceva il giorno e l’ora del giudizio… Perciò la conoscenza che non aveva per mezzo della natura umana, che lo rendeva una creatura con gli Angeli, egli la rifiutò agli Angeli, ha rifiutato di averla con gli Angeli che sono creature. Il Dio-uomo conosce dunque il giorno e l’ora del giudizio, ma proprio perché Dio è uomo.
476 – Questo è chiarissimo, perché chi non è nestoriano non può in alcun modo essere agnostico. Infatti, chi confessa che la Sapienza di Dio si è incarnata, come può dire che c’è qualcosa che la Sapienza di Dio non conosca? È scritto: “In principio era il Verbo e il Verbo era Dio. Da Lui sono state fatte tutte le cose” (Gv 1, 1-3). Se è “tutto”, è senza dubbio anche il giorno e l’ora del giudizio. Chi è dunque così sciocco da osare dire che il Verbo del Padre ha fatto ciò che non conosceva? È scritto ancora: Gesù sapendo che il Padre aveva dato tutto nelle sue mani Gv XIII, 3. Se è “tutto” è ovviamente anche il giorno e l’ora del giudizio. Chi è dunque così sciocco da dire che il Figlio ha ricevuto nelle sue mani ciò che non conosce? Quanto al passo in cui dice alle donne a proposito di Lazzaro: “Dove l’avete deposto? “Noi abbiamo pensato esattamente quello che avete pensato voi, e cioè che se dicono che il Signore non sapeva dove era sepolto Lazzaro e che lo chiedeva per questo motivo, sono costretti senza dubbio a riconoscere che il Signore non sapeva in quali luoghi si erano nascosti Adamo ed Eva dopo il loro peccato quando nel paradiso disse: “Adamo, dove sei?” (Gen III, 9), o quando rimproverò Caino dicendo: “Dov’è Abele, tuo fratello? “Gen. IV, 9”. Se non lo sapeva, perché ha subito aggiunto: “Il sangue di tuo fratello grida a me dalla terra”?
Lettera “Litterarum tuarum primordia” al Vescovo Sereno Massiliense, ottobre 600.
Il diritto dei fedeli di venerare le immagini dei Santi.
477 – Ci è stato riferito… che avete rotto le immagini dei santi, adducendo la scusa che non dovevano essere venerate. Noi lodiamo pienamente il fatto che abbiate proibito di venerarle; ma vi biasimiamo per averle rotte…. Perché una cosa è venerare un’immagine, e un’altra cosa è imparare da ciò che l’immagine dice, cosa si deve venerare. Infatti, ciò che le Scritture sono per coloro che sanno leggere, l’immagine lo realizza per i semplici che la guardano, poiché gli ignoranti vedono ciò a cui devono attaccarsi, e coloro che non conoscono le lettere leggono in essa; perciò, per i popoli principalmente, l’immagine prende il posto della lettura… Se qualcuno vuole fare immagini, non vietateglielo in alcun modo; ma il culto delle immagini evitatelo in ogni modo. La vostra fraternità, al contrario, esorti a far sì che la visione di ciò che è accaduto faccia sentire loro l’ardore del pentimento, e che si prostrino umilmente nell’adorazione dell’unica, onnipotente e santa Trinità.
Lettera “Quia caritati nihil” ai Vescovi di Iberia (Georgia), 22 giugno 601 circa
Battesimo e Ordini sacri degli eretici.
478 – Abbiamo appreso dall’antico insegnamento dei Padri che tutti coloro che sono stati battezzati in eresia nel nome della Trinità, quando ritornano alla santa Chiesa, devono essere richiamati nel seno della Madre Chiesa o con l’unzione del crisma, o con l’imposizione della mano, o con la semplice professione di fede. Per questo l’Occidente rigenera gli ariani con l’imposizione della mano, l’Oriente con l’unzione del santo crisma in vista dell’ingresso nella Chiesa cattolica. Ma i monofisiti e gli altri li riceve solo con la vera professione di fede, perché il santo battesimo che hanno ottenuto dagli eretici riceva poi in loro i poteri della purificazione, quando alcuni hanno ricevuto lo Spirito Santo con l’imposizione della mano e altri sono stati uniti nel seno della Chiesa santa e universale con la professione della vera fede. Quanto agli eretici che non sono stati battezzati nel nome della Trinità, come i Bonosi e i Catafrigi, perché alcuni non credono in Cristo Signore e altri credono falsamente che lo Spirito Santo sia un depravato di nome Montan, essi vengono battezzati quando vengono nella santa Chiesa, perché quello che hanno ricevuto, quando erano nell’errore, senza il Nome della Santissima Trinità, non era un Battesimo. Né può essere chiamato un battesimo ripetuto, poiché, come è stato detto, il primo non è stato dato nel nome della Trinità… Vostra Santità deve accoglierli (i nestoriani) senza alcuna esitazione nella sua comunità, rispettando i loro ordini, in modo che… non suscitando con la vostra indulgenza alcuna opposizione o difficoltà riguardo ai loro ordini, li strapperete dalla bocca dell’antico nemico.
Il momento dell’unione ipostatica.
479 – Ora, la carne non è stata prima concepita nel grembo della Vergine e poi la divinità è entrata nella carne; ma non appena il Verbo è entrato nel grembo, il Verbo si è fatto carne, conservando la virtù della propria natura. … Né fu prima concepito e poi unto; ma essere concepito dallo Spirito Santo dalla carne della Vergine fu lo stesso che essere unto dallo Spirito Santo.
Lettera “Qui sincera” al Vescovo Pascasio di Napoli, novembre 602,
Tolleranza delle diverse credenze religiose
480 – Coloro che, con retta intenzione, desiderano avvicinare gli estranei alla Religione cristiana, alla retta fede, devono sforzarsi di farlo con parole gentili e non con parole dure, affinché l’inimicizia non allontani coloro il cui animo potrebbe essere stato smosso dall’indicazione di una chiara ragione. Per tutti coloro che fanno diversamente e che con questa scusa vogliono allontanarli dalla pratica abituale del loro rito, sembra che lavorino per la propria causa piuttosto che per quella di Dio. In effetti, i Giudei che vivono a Napoli si sono lamentati con noi del fatto che alcune persone stiano facendo sforzi irragionevoli per impedire loro di osservare alcune celebrazioni delle loro feste, in modo da non essere più autorizzati a osservare le celebrazioni delle loro feste come a loro ed ai loro parenti è stato permesso da tempo di osservarle o eseguirle. Se le cose stanno davvero così, sembra che si stiano impegnando in un’impresa inutile. Infatti, a che cosa serve se, anche se è vietato loro di farlo contro le consuetudini di lunga data, non ne traggono alcun vantaggio per la fede e la conversione? O ancora, perché stabilire regole per i Giudei sul modo in cui devono celebrare le loro cerimonie, se poi non riusciamo a conquistarli? Dobbiamo quindi fare in modo che, incoraggiati piuttosto dalla ragione e dalla gentilezza, vogliano seguirci e non fuggire da noi, in modo che, spiegando loro con le Scritture ciò che diciamo, possiamo con l’aiuto di Dio convertirli al seno della Madre Chiesa. Perciò la vostra fraternità li inciti alla conversione con le monizioni, per quanto può con l’aiuto di Dio, e non sia più turbata a causa delle loro celebrazioni; al contrario, abbia piena libertà di osservare e celebrare le proprie feste e ricorrenze, come ha fatto finora.
SABINIANO: 13 settembre 604 – 22 febbraio
BONIFACIO III: 19 febbraio – 12 novembre
BONIFACIO IV: 25 agosto 608 – 8 maggio 615
DEUSDEDIT (Adéodato I): 19 ottobre 61
BONIFACIO V: 23 dicembre 619 – 25 ottobre 625
TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA (10) “da Onorio I a Martino I”