NOVENA AL CORPUS DOMINI

NOVENA AL CORPUS DOMINI

(INIZIO 30 MAGGIO)

O Gesù, Sapienza infinita, concedetemi la grazia di conoscervi perfettamente per sempre amarvi di cuore e benedirvi in eterno. Gloria.

O Gesù, Signore padrone amorosissimo, fate che questo vostro indegnissimo servo non d’altro si ricordi e si pregi che di Voi e dell’infinita vostra bontà e misericordia. Gloria.

O Gesù, Salvatore amantissimo, non permettete che l’anima mia sia fatta schiava del peccato, e venga a perdere il tesoro inestimabile della vostra santissima grazia. Gloria.

O Gesù, Medico peritissimo, infondete nel bagno del vostro preziosissimo sangue l’anima mia, altrimenti troppo debole ed inferma, acciò resti per sempre sanata da tutti i suoi mali. Gloria.

O Gesù, vero Pane di vita, saziate l’anima mia  col delicatissimo cibo della vostra Carne celeste, acciò possa viver di Voi nella vita presente, ed esser con Voi beato nella futura. Gloria.

O Gesù, Gloria del Cielo, fate che tutti i miei pensieri, le mie parole, le mie azioni siano sempre diretti all’onor vostro, come ad ultimo fine e vero centro di beatitudine eterna. Gloria.

O Gesù, sopra ogni bene dolcissimo in Voi fermamente credo, in Voi vivamente spero, e Voi solo di tutto cuore, in questo SS. Sacramento, amo ed adoro: e per godere Voi solo ad ogni altro bene volontariamente rinunzio. Gloria.

LAUDA SION

Lauda, Sion, Salvatórem,
lauda ducem et pastórem
in hymnis et cánticis.


Quantum potes, tantum aude:
quia major omni laude,
nec laudáre súfficis.

Laudis thema speciális,
panis vivus et vitális
hódie propónitur.

Quem in sacræ mensa cenæ
turbæ fratrum duodénæ
datum non ambígitur.

Sit laus plena, sit sonóra,
sit jucúnda, sit decóra
mentis jubilátio.

Dies enim sollémnis agitur,
in qua mensæ prima recólitur
hujus institútio.

In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novæ legis
Phase vetus términat.

Vetustátem nóvitas,
umbram fugat véritas,
noctem lux elíminat.

Quod in cœna Christus gessit,
faciéndum hoc expréssit
in sui memóriam.

Docti sacris institútis,
panem, vinum in salútis
consecrámus hóstiam.

Dogma datur Christiánis,
quod in carnem transit panis
et vinum in sánguinem.

Quod non capis, quod non vides,
animosa fírmat fides,
præter rerum órdinem.


Sub divérsis speciébus,
signis tantum, et non rebus,
latent res exímiæ.

Caro cibus, sanguis potus:
manet tamen Christus totus
sub utráque spécie.

A suménte non concísus,
non confráctus, non divísus:
ínteger accípitur.

Sumit unus, sumunt mille:
quantum isti, tantum ille:
nec sumptus consúmitur.

Sumunt boni, sumunt mali
sorte tamen inæquáli,
vitæ vel intéritus.

Mors est malis, vita bonis:
vide, paris sumptiónis
quam sit dispar éxitus.

Fracto demum sacraménto,
ne vacílles, sed meménto,
tantum esse sub fragménto,
quantum toto tégitur.

Nulla rei fit scissúra:
signi tantum fit fractúra:
qua nec status nec statúra
signáti minúitur.


Ecce panis Angelórum,
factus cibus viatórum:
vere panis filiórum,
non mitténdus cánibus.

In figúris præsignátur,
cum Isaac immolátur:
agnus paschæ deputátur:
datur manna pátribus.

Bone pastor, panis vere,
Jesu, nostri miserére:
tu nos pasce, nos tuére:
tu nos bona fac vidére
in terra vivéntium.

Tu, qui cuncta scis et vales:
qui nos pascis hic mortáles:
tuos ibi commensáles,
coherédes et sodáles
fac sanctórum cívium.
Amen. Allelúja.


(Loda, o Sion, il Salvatore,
loda il capo e il pastore,
con inni e càntici.

Quanto puoi, tanto inneggia:
ché è superiore a ogni lode,
né basta il lodarlo.

Il pane vivo e vitale
è il tema di lode speciale,
che oggi si propone.

Che nella mensa della sacra cena,
fu distribuito ai dodici fratelli,
è indubbio.

Sia lode piena, sia sonora,
sia giocondo e degno
il giúbilo della mente.

Poiché si celebra il giorno solenne,
in cui in primis fu istituito
questo banchetto.

In questa mensa del nuovo Re,
la nuova Pasqua della nuova legge
estingue l’antica.

Il nuovo rito allontana l’antico,
la verità l’ombra,
la luce elímina la notte.

Ciò che Cristo fece nella cena,
ordinò che venisse fatto
in memoria di sé.

Istruiti dalle sacre leggi,
consacriamo nell’ostia di salvezza
il pane e il vino.

Ai Cristiani è dato il dogma:
che il pane si muta in carne,
e il vino in sangue.

Ciò che non capisci, ciò che non vedi,
lo afferma pronta la fede,
oltre l’ordine naturale.

Sotto specie diverse,
che son solo segni e non sostanze,
si celano realtà sublimi.

La carne è cibo, il sangue bevanda,
ma Cristo è intero
sotto l’una e l’altra specie.

Da chi lo assume, non viene tagliato,
spezzato, diviso:
ma preso integralmente.

Lo assuma uno, lo assumino in mille:
quanto riceve l’uno tanto gli altri:
né una volta ricevuto viene consumato.

Lo assumono i buoni e i cattivi:
ma con diversa sorte
di vita e di morte.

Pei cattivi è morte, pei buoni vita:
oh che diverso ésito
ha una stessa assunzione.

Spezzato poi il Sacramento,
non temere, ma ricorda
che tanto è nel frammento
quanto nel tutto.

Non v’è alcuna separazione:
solo un’apparente frattura,
né vengono diminuiti stato
e grandezza del simboleggiato.

Ecco il pane degli Angeli,
fatto cibo dei viandanti:
in vero il pane dei figli
non è da gettare ai cani.

Prefigurato
con l’immolazione di Isacco,
col sacrificio dell’Agnello Pasquale,
e con la manna donata ai padri.

Buon pastore, pane vero,
o Gesú, abbi pietà di noi:
Tu ci pasci, ci difendi:
fai a noi vedere il bene
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e tutto puoi:
che ci pasci, qui, mortali:
fa che siamo tuoi commensali,
coeredi e compagni dei santi del cielo.
Amen. Allelúia.)

Hymnus
Pange, lingua, gloriósi

Córporis mystérium,
Sanguinísque pretiósi,
Quem in mundi prétium
Fructus ventris generósi
Rex effúdit géntium.

Nobis datus, nobis natus
Ex intácta Vírgine,
Et in mundo conversátus,
Sparso verbi sémine,
Sui moras incolátus
Miro clausit órdine.

In suprémæ nocte cenæ
Recúmbens cum frátribus,
Observáta lege plene
Cibis in legálibus,
Cibum turbæ duodénæ
Se dat suis mánibus.

Verbum caro, panem verum
Verbo carnem éfficit;
Fitque sanguis Christi merum:
Et si sensus déficit,
Ad firmándum cor sincérum
Sola fides súfficit.


Sequens stropha, si coram Sanctissimo exposito Officium persolvatur, dicitur flexis genibus.

Tantum ergo Sacraméntum
Venerémur cérnui:
Et antíquum documéntum
Novo cedat rítui:
Præstet fides suppleméntum
Sénsuum deféctui.

Genitóri, Genitóque
Laus et jubilátio,
Salus, honor, virtus quoque
Sit et benedíctio:
Procedénti ab utróque
Compar sit laudátio.
Amen.


℣. Panem de cælo præstitísti eis, allelúja.
℟. Omne delectaméntum in se habéntem, allelúja.

(Canta, o lingua, il mistero
del Corpo glorioso
e del Sangue prezioso,
che in prezzo del mondo
ha versato il frutto d’un seno generoso
il Re delle genti.

Dato a noi e nato per noi
da intatta Vergine,
dopo d’esser vissuto nel mondo
e sparso il seme della parola,
chiuse la fine del suo pellegrinaggio
con una meravigliosa istituzione.

Nella notte dell’ultima cena,
sedendo a mensa coi fratelli,
pienamente osservata la legge
sui cibi prescritti,
al collegio dei dodici in cibo
dà se stesso colle sue mani.

Il Verbo incarnato, con una parola,
di vero pane fa sua carne;
e il vino diventa sangue di Cristo;
e se i sensi ciò non comprendono,
a persuadere un cuor sincero
basta la sola fede.

Quindi un tanto Sacramento
prostrati veneriamo;
e l’antico sacrificio
ceda il posto al nuovo rito;
la fede poi supplisca
al difetto dei sensi.

Al Padre e al Figlio
sia lode e giubilo,
salute, onore, potenza
e benedizione;
a Colui che procede da ambedue
sia pari lode.
Amen.

. Il pane del cielo hai dato loro, alleluia.
. Avente in sé ogni dolcezza, alleluia.)

LA VERGINE MARIA (7)

Il Vescovo Tihámer Toth

LA VERGINE MARIA (7)

Nihil Obstat: Dr. Andrés de Lucas, Canonico. Censore.

IMPRIMATUR: José María, Vescovo Ausiliare e Vicario Generale. Madrid, 27 giugno 1951.

CAPITOLO VII.

LE IMMAGINI DELLA VERGINE MARIA

Non so se vi sia mai capitato di tenere tra le mani un libro o un album in cui ci sono solodi Maria, le riproduzioni di opere dei migliori artisti del mondo. Non è possibile descriverlo, è necessario sperimentarlo; il fascino e la squisitezza… , la grande consolazione che prova la nostra anima quando contempla una di queste collezioni. Centinaia e centinaia di dipinti. Ma tutti hanno lo stesso tema: l’uno, l’Immacolata, la benedetta Vergine Maria. Ho davanti a me il dipinto di Tiziano: “Maria Assunta in cielo”. Il quadro di Bellini: “La Vergine Madre guarda sognando un paesaggio lontano”. Il dipinto di Memling: “Maria, sorridendo, offre una mela al Bambino Gesù”. Il dipinto di Granach: “La Beata Vergine guarda fuori da un frutteto”. Il dipinto di Rubens: “Il Divino Bambino abbraccia con singolare fascino sua Madre”. Il dipinto di Leonardo de Vinci: “La Vergine Madre con i suoi lineamenti delicati”. Il dipinto di Guido Reni: “L’estasi degli occhi che guardano il cielo”. Il dipinto di Sandro Botticelli: “La Vergine, velata, ascolta le parole dell’Angelo”. E il dipinto di Dolci e quello di Dürer e quello di Giotto e quello di Beato Angelico e quello di El Greco, e quello di Filippo Lippi, quello di Correggio e quello di Mantegna! E i trenta dipinti di Murillo, dipinti dell’Immacolata Concezione”! E i cinquantadue dipinti di Raffaello, dipinti della “Madonna”! – Dovrei elencare tutti i nomi che spiccano nella storia dell’arte, perché non c’è stato quasi mai un pittore, nella storia dell’arte, che non abbia avuto l’ambizione di rendere omaggio con i suoi pennelli alla Madre di Dio. Gli artisti hanno già dipinto il suo quadro! In epoche diverse! Con criteri diversi! Con abiti diversi! In costumi diversi! Con tecniche diverse! Ma sempre con lo stesso tema: l’ideale che si innalza con aria di trionfo sulla terra e sulla materia. È bene trattare di queste immagini. Naturalmente, non dobbiamo ricordarle tutte, non le finiremo mai tutte, ovviamente. Ma dobbiamo metterne in evidenza alcune, almeno quelle che irradiano una forza, un respiro, un insegnamento particolare per le nostre lotte terrene. Vorrei soffermarmi davanti a tre immagini e meditare sui loro insegnamenti:

.I. Maria, la Madre di Dio;

II. Maria, la Vergine Immacolata e

III. Maria, la Regina del Cielo.

I. MARIA, MADRE DI DIO

Prima di alzare lo sguardo per contemplare le immagini della Vergine Madre, vorrei Madre, vorrei rassicurare con qualche parola certi scrupolosi; a coloro che, che, vedendo il gran numero di immagini mariane, cominciano a dubitare che questo fervente culto non sia una deviazione dal culto del Cristianesimo primitivo, ed un allontanamento dalla vita religiosa puramente e originariamente cristiana, e se, a causa del grande culto marino noi dimentichiamo Cristo, il suo Figlio divino. – Tali obiezioni sono spesso sollevate soprattutto da parte dei non cattolici. Naturalmente, queste obiezioni possono disturbare solo chi non conosce la vita religiosa ed i sentimenti dei primi Cristiani. Chi li conosce, vede subito che le accuse mosse contro di noi di aver introdotto il culto della Vergine Maria tardivo, poiché non era conosciuto nei primi secoli cristiani. Non c’è una parola di verità in tutto questo. Chiunque voglia sapere come i primi Cristiani pensassero della Beata Vergine, legga il Vangelo di San Luca. Questo Evangelista, amico e compagno dell’Apostolo San Paolo, ha avuto la possibilità di vedere e conoscere come le prime comunità cristiane pensassero alla Beata Vergine Maria Madre di Gesù. Ed è lui che fornisce il maggior numero di dettagli su Maria; descrive la del saluto angelico, il “benedetta fra le donne”, il saluto di Santa Elisabetta, il “Magnificat”, gli eventi del Natale e la storia di Gesù nel tempio all’età di dodici anni. Colui che ha descritto questi eventi e coloro che li leggevano, cioè i primi Cristiani, dovevano provare un sentimento profondo e tenero di rispetto per Maria. No, non c’è dubbio. Chi non si accontenti di questo, scenda nelle catacombe più antiche, nei corridoi sotterranei di Roma, dove i Cristiani si rifugiavano in tempo di persecuzioni e celebravano i loro atti di culto e seppellivano i loro amati defunti. Guardate, ad esempio, la famosa immagine di Maria nelle catacombe di Priscilla, dove la Vergine Maria viene vista tra le stelle, con il divino Bambino tra le sue braccia, e davanti a Lei il profeta Isaia che tiene in mano il rotolo contenente le sue profezie.  L’immagine risale alla prima metà del secondo secolo; quindi, al momento in cui quella generazione ha potuto ascoltare la predicazione degli Apostoli. Nelle stesse catacombe si trova un’altra immagine mariana della seconda metà del terzo secolo, che raffigura la Vergine Maria vestita con una tunica aristocratica. Dobbiamo forse cercare argomenti più decisivi per dimostrare che il culto della Vergine Maria occupi un posto di rilievo nella liturgia del primo Cristianesimo? E se a quei primi Cristiani non è venuto in mente che l’adorazione di Maria potesse distrarre le anime e raffreddare la devozione che è dovuta a Cristo, o che potesse diminuire il carattere cristocentrico della loro liturgia, è lecito per noi nutrire tali scrupoli? No. Stiamo serenamente di fronte alle immagini della Vergine Maria, perché sentiamo che la forza, l’incoraggiamento, gli insegnamenti e le consolazioni che ne derivano, ci conducono al suo divino Figlio…. – La prima immagine che vorrei presentare ai miei lettori è l’immagine di Maria Madre di Dio. È la tipica immagine della “Madonna”, forse la più frequente quando si parla di immagini della Vergine. In questi dipinti Maria appare come una Madre, sorridente, con in braccio il suo Figlio Divino. In un dipinto lo tiene in braccio; in altri, lo tiene sulle ginocchia; nel terzo, lo presenta a noi, e i suoi occhi gentili e materni ci guardano incoraggianti: “Uomini! Ecco, il Dio misericordioso non è lontano da voi: è sceso in mezzo a voi, ha posto i suoi tesori nelle mie mani materne ed è pronto a distribuirli in qualsiasi momento…”.

Cosa ci dice, dunque, e cosa ci offre l’immagine della Madre di Dio?

a) Ci parla di parole di incoraggiamento che ci spingono verso Dio;

b) ci infonde le energie provenienti da Dio.

a) Fino al momento in cui Maria ha dato il suo Figlio divino al mondo, l’umanità decaduta e carica di peccati, vagava senza speranza sul cammino dell’esilio. Ma quando apparve la Madre di Dio, al posto del ceppo marcio di Adamo, cominciò a spuntare il germoglio dei nuovi figli di Dio. Questo è ciò che leggiamo negli occhi del Bambino sorridente che Maria tiene tra le braccia. È come se questo dipinto sia stato ispirato anche da SAN PAOLO quando scrisse a Tito: “Dio, nostro salvatore, ha mostrato la sua bontà e il suo amore per l’umanità” (Lettera a Tito III,4). Leggiamo, inoltre, sul volto della Vergine Madre il grande monito: “Uomini, voi sapete che la volontà di Gesù Cristo in ogni cosa si è conformata alla volontà del Padre celeste, tanto da poter dire: “Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato” (Gv IV, 34). Ma sapete anche che i miei piani e le mie azioni fossero sempre in accordo con la volontà del mio Figlio Divino. Perciò, ascoltate il grande monito: “Chi vuole seguirmi, deve seguire Cristo, perché chi segue Cristo verrà al Padre celeste”.

b) Ma la Madre di Dio non solo ci incoraggia, ma ci aiuta anche. Non esagera il più eminente savio del Cristianesimo, S. TOMMASO D’AQUINO, quando afferma che la Beata Vergine, pur essendo una creatura, limitata, quindi, come noi, tuttavia, grazie alla sua divina maternità, si trova ad un’altezza che confina con l’infinito. “La Beata Vergine” – scrive testualmente (Sum. Theol. 1a q. 25 art. 6 ad. 4) – in quanto Madre di Dio, ha una dignità infinita, al di sopra della quale non ci può essere niente di meglio, che Dio.”. Certo, sappiamo bene che Dio è Colui che ci ascolta e che è Dio che ci aiuta. Ma sappiamo che Egli ci ascolta e ci aiuta per amore della Beata Vergine Maria, alla quale noi Cattolici diamo giustamente il bellissimo e caratteristico nome di “Onnipotenza supplicante”. Maria è onnipotente, perché può fare tutto; ma è onnipotente solo quando è supplicante; non è Lei che fa tutto, ma il suo Figlio divino, che Ella supplica. Re Salomone non poté resistere alla supplica di sua madre. Come poteva Gesù resistere alla migliore delle Madri? – Conosciamo tutti il bellissimo libro di SANT’AGOSTINO: le sue Confessioni. In questo libro egli scrive, dopo la morte della madre Monica: “Sai, mio Dio, che madre ho perso in lei. Mai una madre ha versato tante lacrime per il suo unico figlio davanti alla sua tomba, come ha fatto ella per la caduta della mia anima. E io, come potrei essere così ingrato da dimenticare una tale madre? No, madre mia, non dimenticherò mai il tuo amore, la tua sollecitudine per me, i tuoi dolori e le tue ansie, il dolore acuto del tuo cuore”. Con tanta gratitudine Sant’Agostino ricorda sua madre Agostino ricorda sua madre Monica! Eppure chi è Monica, rispetto alla Vergine Maria, e chi è Agostino rispetto a Gesù? Per questo motivo imploriamo l’intercessione della Madre di Dio con tanta fiducia filiale; poiché sappiamo che Gesù Cristo, alle nozze di Cana ha compiuto il suo primo miracolo, e commosso dalla supplica di sua Madre, non rifiuta mai le suppliche che Ella gli rivolge. Per questo motivo, queste belle invocazioni: “Conforto degli afflitti…”, “Rifugio dei peccatori…”, “Salute degli infermi…”: prega per noi.

II. MARIA, VERGINE IMMACOLATA.

Un’altra bella immagine di Maria, in cui si dilettano singolarmente grandi artisti, è l’immagine dell’Immacolata.

A) Prima di studiare il dipinto, ritengo necessario chiarire in poche e brevi parole il dogma dell’“Immacolata Concezione di Maria”, che molti intendono nel senso sbagliato. Spesso si sente dire che l’Immacolata Concezione di Maria non sia accettata, cosa che è davvero incredibile. “Io sono un buon Cristiano – dicono alcuni – ma ci sono cose che non possono essere credute. Come è possibile credere all’affermazione che Maria sia nata senza padre, o senza Madre, come è possibile insegnare una cosa del genere? E queste persone scontente spalancano gli occhi per la sorpresa quando sentono che la Religione cattolica non ha mai insegnato una tale assurdità. Perché l’Immacolata Concezione della Vergine Maria non significa che Ella non fosse come gli altri uomini,  che non avesse né padre né madre…; precisamente celebriamo la festa di Sant’Anna, madre di Maria, il 26 luglio, e il 16 agosto, la festa di suo padre, San Gioacchino. L’Immacolata Concezione si riferisce solo all’anima di Maria e afferma che il Signore l’ha esentata dalla legge della colpa originale e non ha permesso, che la sua anima fosse, per amore del suo Divin Figlio Gesù Cristo, oscurata per un solo istante da questa nube di peccato.. L’Immacolata Concezione significa che l’anima di Maria non è stata nemmeno sfiorata dalla macchia originale! Finalmente una creatura che il Padre celeste può guardare con piena soddisfazione, con amore ardente e senza alcun turbamento!

B) Esaminiamo ora l’immagine di questa Vergine concepita senza peccato. In questo tipo di immagine Maria è sull’alto di una dignità inaccessibile. Sotto i suoi piedi c’è il serpente con la testa schiacciata e c’è la terra, con tutta la sua meschinità, tutta la sua polvere e la sua miseria; le mani sono incrociate, gli occhi guardano il cielo, alle serene altezze delle stelle. È come se questa Vergine Immacolata ci dicesse: “Figli miei! quante cose scrivete nei vostri libri! Quali cose insegnate nei vostri teatri e nei vostri cinema! Che quadri appendete nelle vostre mostre! Ma davvero non conoscete la vostra dignità? Dappertutto veleno di serpente, ovunque polvere, sporcizia e fango! La giovane generazione mangia il sudiciume che viene gettate ai porci… Dove arriverete, dove arriverete?…”. Questo è ciò che dice l’immagine dell’Immacolata. Leggiamo le magnifiche parole di San Giovanni: “E apparve un grande prodigio nel cielo, una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle.” (Apoc. XII,1). Questo prodigio, questo grande segno nel nostro cielo è la Beata Vergine, la donna nuova. La vecchia donna, Eva, strisciava sulle orme del serpente e ne condivise il destino: si impantanò nel fango…, mangiò e inghiottì la terra. Questa nuova donna veste la propria anima e quella di tutti coloro che ricorrono a Lei. Fino ad oggi abbiamo visto ovunque la bontà al suolo; con le ali di pipistrello, il peccato volava in mezzo a noi e i corpi erano spezzati, le teste chinate, i volti perdevano le fronti rose e le tempie e i templi si sgretolarono. Ma, infine, la Bontà trionfava: Maria. Il mare infinito dice: “Nuota verso il mare!” La vetta innevata dice: “Sali in alto!”. La Vergine Immacolata dice: “Alzati verso di me!”. Se una creatura di carne e sangue, Maria ha potuto raggiungerlo, anch’io. “La mia mente si rivolge completamente a Te; la mia vita è nelle Tue mani. Modellala Tu, plasmala secondo rettitudine, fanne un capolavoro, bello e vero, affinché possa sempre guardare in alto e lodare felicemente il Creatore. – Guardo a lungo e profondamente l’immagine di questa Madre senza macchia, e ne sento gli accenti del “Magnificat” risuonare sulle sue labbra. “L’anima mia Magnifica il Signore“. I grandi artisti mettono tutto il calore della loro anima nelle loro opere, ed è la loro stessa anima che parla nel dipinto, che sorride nella statua, che piange nella musica. Tutta la bellezza, la profondità, l’intensità che Dio Creatore ha posto nella Beata Vergine, ora risuonano in un solo inno dalle labbra della Immacolata! Guardate come la sua anima palpita di gioia, perché vive piena di Dio! Ed è noto che un’anima sappia come esaltarsi, elevarsi, gioire nella stessa misura in cui è piena dei pensieri, dei progetti e della volontà di Dio. E non solo l’anima di Maria, ma anche la nostra, ogni anima umana. Avete gioia nella misura in cui vi avvicinate a Dio…., è quello che ci insegna Maria quando intona il “Magnificat“, è ciò che l’immagine dell’Immacolata Concezione proclama e ci insegna.

III. MARIA, REGINA DEL CIELO.

Infine, ci fermiamo davanti ad un nuovo dipinto, che mostra la Vergine Maria nella gloria del cielo, presso il trono di Dio. È l’immagine di Maria, Regina del cielo. Avete mai meditato, amati lettori, qual forza irradia e quale consolazione irradia l’immagine della Vergine trionfante e vittoriosa?

A) Quanto è arida, fredda, tempestosa e senza scopo la vita di tanti uomini oggi! Perché vivo? Che scopo può avere che io continui ad affossare i giorni, uno dopo l’altro, nel silenzio di una completa ignoranza? -Tanti si lamentano. Quanto è proficuo per loro, in questi momenti, ricordare Maria! Una vita trascorsa in un villaggio sconosciuto in un paese lontano; una vita che, a quanto pare, consisteva anche in una serie di giorni grigi, ma che, in realtà, aveva un tale valore agli occhi dell’Onnipotente, che le affidò la missione più importante del mondo, la più grande ed onorevole che possa essere affidata ad una creatura; una vita che sembrava silenziosa e insignificante, eppure si è conclusa nella felicità eterna del Regno di Dio. È possibile che anche la mia vita sia così, una vita silenziosa, insignificante, di cui i biografi non si ricorderanno, né tanto meno vi dedicheranno grossi volumi. “Memoria eterna”? Parola umana orgogliosa, come se potessimo perpetuare la memoria di qualcosa! Sì, signore, il ricordo della mia vita, trascorsa nell’amore e nel servizio di Dio, silenziosa e umile come è stata, sarà ricordata per l’eternità; sarà raccolta da Gesù Cristo, dalle cui labbra usciranno queste parole, nell’ultimo giorno: “Venite, benedetti del Padre mio! e prendete possesso del Regno, che è stato preparato per voi fin dal principio” (Mt XXV, 34). La vita silenziosa e nascosta della Vergine Maria, che tuttavia è arrivata ad avere un significato che orienta e plasma la storia e la sua incoronazione a Regina del Cielo, ci insegna che lo sguardo del Padre celeste si posa e diffonde benedizioni anche sulle piccole case sconosciute, se nell’anima dei loro abitanti la fiamma dell’amore divino arde nelle loro anime.

B) Dio fin dall’inizio aveva i suoi disegni non solo per la Vergine Maria, ma anche nei confronti di ogni uomo, anche nei miei confronti; ma dipende da noi sapere o non saper conoscere o non conoscere questi disegni divini, e noi dobbiamo essere pronti a collaborare per realizzarli. È stato così anche per Maria. Per prima cosa, l’Angelo si presenta a Lei e le comunica i piani di Dio: “Maria, non temere, perché hai trovato grazia agli occhi di Dio. Concepirai nel tuo grembo e partorirai un figlio e lo chiamerai Gesù.” (Lc. 1,30-31).. Ora tutto dipende da Maria. Che cosa dirà: “sì” o “no”? Offrirà la sua collaborazione ai piani di Dio, oppure se ne asterrà? La risposta di Maria è affermativa: “Ecco, io sono la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc. 1,38). Sapete cosa contengono queste semplici parole? L’offerta completa di Maria alla volontà divina, che le era stata rivelata. “Signore, da oggi in poi non vivrò più la mia vita, ma mi dedicherò completamente al al compimento della tua, Signore, compi la tua santissima volontà in me”. Che lezione, che direzione, che impulso per la nostra vita! Conoscere la volontà di Dio e donarsi alla sua volontà e abbandonarsi incondizionatamente ai suoi santi progetti! Che bella devozione delle anime veramente cristiane che pregano l'”Angelus” nella loro preghiera mattutina, e applicano a se stessi queste umili parole di Maria: “”Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola”, e a loro volta dicono: “Ecco, Signore, il tuo figlio fedele. Sia fatta in me, Signore, la tua santissima volontà”. È una bella pratica chiedersi spesso durante la giornata questa domanda: “Quello che dico, quello che leggo, quello che faccio, quello che faccio o non faccio, è secondo la volontà di Dio? Se questa è la volontà di Dio, non devo io essere mite, dolce, gentile, disciplinata? Sì, questa è la volontà di Dio. Che io riconduca al Signore quel conoscente già sull’orlo del precipizio… Sì, questa è la volontà di Dio. Che in mezzo alle tentazioni io non vacilli, che la malattia non mi spezzi, che io non mi lamenti delle lacrime che devo versare… Sì, questa è volontà di Dio. Se vado a vedere quel film emozionante, provocante; se sfoglio una rivista così frivola…  Signore, anche questa è la tua volontà? Se entro in quel luogo sospettoso… Signore, è anche questa la tua volontà? Se non è così…, allora non lo farò. Sia fatta in me la tua santissima volontà, o Signore! Queste sono le magnifiche lezioni della Regina del cielo seduta sul suo trono di gloria.

* * *

Chiudo questo capitolo, in cui mi ero proposto di studiare le immagini di Maria; ma so benissimo che alcuni dei miei lettori vorrebbero richiamare la mia attenzione su un punto. Non puoi ancora finirlo – mi dicono in silenzio – non hai ancora affrontato un’immagine di Maria, la più umana, quella che forse è più vicina a noi, quella che ci consola di più: non hai ancora affrontato la Madre Addolorata”. In realtà, non ho parlato di Lei. Ma non l’ho fatto per il semplice motivo che desidero trattare di Lei in modo più dettagliato nel prossimo capitolo che dedicherò interamente alla Madre Addolorata. Abbiamo molte statue di epoca  pre-cristiana; ma nessuna di esse è così commovente come il noto gruppo di LAOCOONTE. È un capolavoro, di incomparabile valore. Rappresenta un padre con i suoi due figli; un serpente gigantesco si avvolge intorno alle tre figure e le uccide tutte e tre con il suo abbraccio mortale, i loro volti sfigurati riflettono dolore e disperazione. Osservate il dolore e la schiavitù dell’umanità, che prima della Redenzione gemeva impotente sotto il peso del peccato originale. Ma nelle nostre chiese c’è un’altra statua: la statua di una Donna bellissima, dallo sguardo dolce. Intorno al suo capo c’è una corona di dodici stelle, sotto i suoi piedi – non avvolto a Lei in un abbraccio mortale, ma schiacciato – giace il serpente. Ho la grande gioia, la gioiosa libertà degli uomini redenti. Prima di vivere sulla terra questa Donna benedetta, l’uomo era prigioniero. Ma da Maria abbiamo ricevuto il dono più grande, il Redentore del mondo. E per questo motivo i pennelli degli artisti più rinomati le rendono omaggio. E per questo milioni e milioni di fedeli pregano con fervore la Santa Vergine. Madre nostra, Madre di Dio, mostraci il frutto del tuo grembo affinché possiamo essere sempre figli fedeli di Gesù Cristo. Madre nostra, piena di grazia, prega per noi, affinché possiamo custodire e conservare la grazia di Dio. Madre nostra, che hai schiacciato la testa del serpente infernale, prega per noi, affinché possiamo essere puri di cuore. E insegnaci a vincere il serpente. Madre nostra, Regina del cielo, aiutaci a passare questa vita in modo tale che, alla fine di questa vita, anche noi possiamo raggiungere il regno eterno del tuo Figlio divino.

LA VERGINE MARIA (8)