TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA (10) “da Onorio I a Martino I”

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (10)

HENRICUS DENZINGER

ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT

ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.

ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM

De rebus fidei et morum

HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI

Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar

(Da Onorio I a Martino I)

ONORIO I: 27 ottobre 625 – 12 ottobre 638

4° Concilio di Toledo, iniziato il 5 dicembre 633: capitoli.

Professione di fede trinitaria e cristologica.

485 – (Cap. 1) Conformemente alle divine Scritture e alla dottrina che abbiamo ricevuto dai santi Padri, confessiamo che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono di una sola divinità e sostanza; credendo nella Trinità nella diversità delle persone e predicando l’unità nella divinità, non confondiamo le persone, né separiamo la sostanza. Diciamo che il Padre non è stato generato da nessuno, affermiamo che il Figlio non è stato fatto dal Padre, ma generato; dello Spirito Santo confessiamo che non è stato né fatto né generato, ma procede dal Padre e dal Figlio; lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e creatore di tutto, è stato generato prima dei secoli dei secoli dalla sostanza del Padre, negli ultimi tempi, per la redenzione del mondo, è disceso dal Padre, lui che non ha mai cessato di essere con il Padre; perché si è incarnato dallo Spirito Santo e dalla santa e gloriosa Vergine Maria, la Madre di Dio, e da lei soltanto è nato; Lo stesso Signore Gesù Cristo, l’unico della Santa Trinità, assunse l’uomo completo nell’anima e nella carne, senza peccato, rimanendo ciò che era, assumendo ciò che non era, uguale al Padre nella divinità, inferiore al Padre nell’umanità, avendo in una sola persona le proprietà di entrambe le nature; perché in lui c’erano due nature, Dio e uomo: non due figli e due dèi, ma la stessa persona in entrambe le nature; sopportò la Passione e la morte per la nostra salvezza, non nella forza della divinità, ma nella debolezza dell’umanità; discese agli inferi per liberare i santi che vi erano rinchiusi e, vinto il potere della morte, risuscitò; è sceso negli inferi per liberare i santi che vi erano detenuti e, avendo vinto il potere della morte, è risorto; poi, salendo in cielo, verrà in futuro per giudicare i vivi e i morti; purificati dalla sua morte e dal suo sangue, abbiamo ottenuto la remissione dei peccati, per essere da lui risuscitati all’ultimo giorno nella carne in cui viviamo ora e nella forma in cui il Signore è risorto; alcuni riceveranno da lui la vita eterna e altri saranno elevati alla gloria di Dio.

Alcuni riceveranno da lui la vita eterna per i meriti della giustizia, altri la condanna alla pena eterna per i loro peccati. Questa è la fede della Chiesa cattolica, e questa professione di fede noi la manteniamo e la conserviamo, e chi la mantiene più fermamente avrà la salvezza eterna.

L’Apocalisse di Giovanni, Libro delle Sacre Scritture.

486. (Cap. 17) L’autorità di molti Concili e i decreti sinodali dei santi Vescovi romani attribuiscono il libro dell’Apocalisse all’evangelista Giovanni e hanno ordinato che sia accolto tra i libri divini. E poiché sono molti coloro che non ne ricevono l’autorità e trascurano di proclamarlo nella Chiesa di Dio, se qualcuno ora non lo riceve o non lo proclama in Chiesa durante le Messe da Pasqua a Pentecoste, sarà scomunicato.

Lettera “Scripta fraternitatis” al Patriarca Sergio di Costantinopoli – Costantinopoli, 634

Le due volontà e le operazioni in Cristo.

487 – Sotto la guida di Dio giungeremo alla misura della retta fede che gli Apostoli della verità hanno diffuso con la regola delle sante Scritture: confessando che il Signore Gesù Cristo, mediatore di Dio e degli uomini 1Tm II, 5 ha operato ciò che è divino per mezzo dell’umanità unita al Verbo di Dio secondo la natura (in greco: Secondo l’ipostasi) e che lo stesso ha operato ciò che è umano mediante la carne assunta in modo ineffabile ed unico e riempita dalla divinità in modo distinto (in greco: senza distinzione), senza confusione e senza cambiamento. … così che manifestamente, con grande stupore della mente, si riconosce che (la carne capace di soffrire) è unita (alla divinità), mentre le differenze delle due nature rimangono in modo meraviglioso… Perciò confessiamo anche una sola volontà del Signore nostro Gesù Cristo, perché in effetti la nostra natura, non la colpa, è stata assunta dalla Divinità: cioè quella natura che fu creata prima del peccato, e non quella che fu viziata dopo la trasgressione. Cristo infatti… concepito dallo Spirito Santo senza peccato, nacque anch’Esso senza peccato dalla santa e immacolata Vergine, Madre di Dio, senza aver conosciuto alcun contatto con la natura viziata… Non c’era infatti altra legge nelle sue membra, né una volontà diversa e contraria a quella del Salvatore, poiché Egli nacque senza essere soggetto alla legge della condizione umana… Che il Signore Gesù Cristo, Figlio e Verbo di Dio “per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose” (Gv 1,3), sia Egli stesso l’unico operatore della divinità e dell’umanità, è chiaramente dimostrato da tutta la Sacra Scrittura. Quanto al fatto che, a causa delle opere della divinità e dell’umanità, si debbano dire o concepire solo una o due operazioni derivate, non ci interessa; lo lasciamo ai grammatici che hanno l’abitudine di vendere ai bambini termini acquisiti per derivazione. Per quanto ci riguarda, non abbiamo appreso dalle Scritture che il Signore Gesù Cristo e il suo Spirito Santo hanno una o due operazioni, ma abbiamo riconosciuto che ha operato in molti modi.

Lettera “Scripta dilectissimi filii” a Sergio di Costantinopoli.

Le due operazioni di Cristo.

488 – Per quanto riguarda la dottrina della Chiesa e ciò che dobbiamo ritenere e insegnare, per amore della semplicità degli uomini e per porre fine alle inestricabili oscurità delle controversie… non dobbiamo definire una o due operazioni nel mediatore di Dio e degli uomini, ma confessare che le due nature, unite in una sola natura nell’unico Cristo, operano e agiscono ciascuna in connessione con l’altra, cioè la divina opera ciò che è di Dio e l’umana opera ciò che è della carne: insegnando che, senza divisione e senza confusione o cambiamento, la natura di Dio non è stata cambiata in uomo nè la natura umana in Dio, ma confessando che le differenze delle nature rimangono intatte. Desiderando quindi… evitare lo scandalo di una nuova invenzione, non dobbiamo definire e predicare una o due operazioni, ma invece dell’unica operazione che alcuni affermano, dobbiamo confessare in verità l’unico Cristo Signore che opera in entrambe le nature; e invece delle due operazioni, scartando il termine doppia operazione, dobbiamo piuttosto proclamare con noi che le due nature stesse, cioè quella della divinità e quella della carne assunta, operano ciò che è loro proprio nell’unica Persona del Figlio unigenito di Dio Padre, senza confusione o divisione, e senza cambiamento.

6° Concilio di Toledo, iniziato il 9 gennaio 638.

La Trinità e il Figlio di Dio, il Salvatore fatto carne.

490 – Crediamo e confessiamo la santissima e onnipotente Trinità, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, un solo Dio, non solitario, di una sola essenza, forza, potenza, maestà e natura, inseparabilmente distinto in Persone, indistinto quanto all’essenza nella sostanza della Divinità, Creatore di tutte le creature; il Padre, increato è la fonte e l’origine di tutta la Divinità; il Figlio è stato generato, increato, dal Padre senza tempo, prima di ogni creatura, senza inizio; perché il Padre non è mai esistito senza il Figlio, né il Figlio senza il Padre, eppure il Figlio è Dio da Dio Padre, e il Padre non è Dio da Dio Figlio, il Padre del Figlio non è Dio dal Figlio; ma è Figlio del Padre e Dio dal Padre, uguale in tutto al Padre, vero Dio da vero Dio; lo Spirito Santo, invece, non è né generato né creato, ma è lo Spirito di entrambi che procede dal Padre e dal Figlio; e quindi sono uno nella sostanza, perché uno procede da entrambi. Ma in questa Trinità c’è una tale unità di sostanza che è priva di pluralità e conserva l’uguaglianza, e non è minore in ciascuna delle Persone che in tutte, né maggiore in tutte che in ciascuna.

491 – Di queste tre Persone della Divinità, confessiamo che solo il Figlio, per la redenzione del genere umano, al fine di rimuovere i debiti del peccato che abbiamo contratto all’inizio con la disobbedienza di Adamo, sia uscito dal segreto e dal mistero del Padre, ed abbia assunto da Maria, la santa e sempre Vergine, l’uomo senza peccato, cosicché lo stesso Figlio di Dio Padre è anche Figlio dell’uomo, perfetto Dio e perfetto uomo, cosicché l’unico Cristo è uomo e Dio in due nature, una nella Persona, cosicché non si aggiungerebbe una quaternità alla Trinità se in Cristo la persona fosse duplicata. Egli è quindi inseparabilmente distinto dal Padre e dallo Spirito Santo nella Persona, ma dall’uomo assunto è distinto nella natura, e il nostro Signore Gesù Cristo è, come abbiamo detto, uno in due nature e in una sola Persona, uguale al Padre nella forma di divinità, inferiore al Padre nella forma di schiavitù; è da questo che dobbiamo comprendere le sue parole nel Salmo XXI:11: “Dal seno di mia madre tu sei il mio Dio”. Egli solo, dunque, è nato da Dio senza madre, è nato dalla Vergine senza padre, e “il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14); e sebbene tutta la Trinità abbia cooperato alla formazione dell’uomo assunto, perché le opere della Trinità sono inseparabili, tuttavia Egli solo ha assunto l’uomo nella singolarità della persona, non nell’unità della natura divina, in ciò che è proprio del Figlio, non in ciò che è comune alla Trinità; Infatti, se avesse mescolato la natura dell’uomo e quella di Dio, tutta la Trinità avrebbe assunto il corpo, poiché è stabilito che la natura della Trinità è una, ma non la Persona.

492 – Questo Signore Gesù Cristo è stato dunque mandato dal Padre, prendendo ciò che non era e non perdendo ciò che era, non potendo essere danneggiato a causa di ciò che è suo, mortale a causa di ciò che è nostro, ed è venuto in questo mondo per salvare i peccatori e per giustificare coloro che credono, e Colui che faceva miracoli è stato consegnato a causa delle nostre iniquità, è morto per la nostra espiazione; È stato risuscitato per la nostra giustificazione; per le sue piaghe siamo stati salvati Is 53,5 , riconciliati con Dio Padre per mezzo della sua morte e risuscitati per mezzo della sua risurrezione; attendiamo anche la sua venuta alla fine dei secoli, per dare ai giusti la loro ricompensa e agli empi il loro castigo, secondo il suo giustissimo giudizio.

493 – Crediamo anche che la Chiesa cattolica, senza macchia nelle sue opere né ruga nella sua fede, sia il suo corpo e che otterrà il Regno con il suo Capo, Gesù Cristo l’Onnipotente, dopo che questa realtà corruttibile avrà indossato l’incorruzione e questa realtà mortale l’immortalità, 1 Cor XV, 43 , affinché Dio sia tutto in tutti, 1 Cor XV, 28 . Con questa fede i cuori sono purificati (Act XV, 9), con essa le eresie sono estirpate, in essa tutta la Chiesa abita già nel Regno celeste e si glorifica finché rimane nel mondo presente; e non c’è salvezza in nessun’altra fede: “Non c’è infatti nome sotto il cielo offerto agli uomini nel quale dobbiamo essere salvati” (Act IV, 12).

SEVERINO: 28 maggio – 2 agosto 640

GIOVANNI IV: 24 dicembre 640-12 ottobre 642

Lettera “Dominus qui dixit”, all’imperatore Costantino III (Difesa di Papa Onorio), primavera 641.

Il significato delle parole di Onorio riguardo alle due volontà.

496. – Il Patriarca Sergio di benedetta memoria informò il suddetto Pontefice della città di Roma, di santa memoria (Onorio), che c’erano alcuni che affermavano che c’erano due volontà contrarie nel nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo; avendo appreso ciò, il suddetto Papa rispose che come il nostro Salvatore è un’unica unità, così è stato concepito e nato miracolosamente al di sopra di tutti gli uomini. E in ragione della sua santa economia incarnata insegnò che il nostro Redentore, come è perfetto Dio, è anche perfetto uomo, cosicché, nato senza alcun peccato, ristabilisce la nobiltà dello stato originale che il primo uomo aveva perso con la trasgressione. È nato quindi come secondo Adamo, senza peccato, né nella nascita né nei rapporti con gli uomini; infatti, il Verbo fatto carne a somiglianza di carne peccaminosa ha assunto tutto ciò che è nostro, senza portare alcuna colpa derivante dalla trasmissione della trasgressione…. L’unico e solo mediatore senza peccato di Dio e dell’uomo è dunque l’uomo Cristo Gesù (1Tim II,5), concepito e nato libero tra i morti. Nell’economia della sua carne santa egli non ebbe mai due volontà opposte, e mai la volontà della sua carne contraddisse la volontà del suo spirito… Poiché, dunque, sappiamo che in Lui, quando nacque e fu in relazione con gli uomini, non c’era assolutamente alcun peccato, dichiariamo, come è giusto, e confessiamo in verità una sola volontà nell’umanità della sua santa economia, e non predichiamo due volontà contrarie, dello spirito e della carne, come in un semplice uomo, come alcuni eretici evidentemente sostengono nel loro delirio.

497 – È in questo modo, dunque, che appare… ciò che egli (Papa Onorio) scrisse (a Sergio), cioè che nel nostro Salvatore non ci sono in alcun modo due volontà opposte, cioè nelle sue membra Rm VII, 23 poiché Egli non ha contratto alcun difetto dalla trasgressione del primo uomo. Ma affinché nessuno di minore intelligenza possa rimproverare (Onorio) di parlare solo della natura umana e non anche di quella divina… chi discute deve sapere che si tratta di una risposta data a una domanda del suddetto Patriarca. Anche per il resto, è consuetudine applicare l’aiuto della medicina dove c’è la ferita. E anche il beato Apostolo evidentemente lo faceva spesso quando si adattava all’abitudine degli uditori; a volte, quando parlava della natura più eminente,

tace totalmente sulla natura umana; a volte, trattando dell’economia umana, non tocca il mistero della sua divinità…

498 – Il mio predecessore ha detto, dunque, nel suo insegnamento sul mistero dell’incarnazione di Cristo, che in Lui non c’erano, come in noi peccatori, due volontà contrarie, dello spirito e della carne. Alcuni hanno trasformato questa affermazione in una loro concezione e hanno pensato che egli avrebbe insegnato una sola volontà della sua divinità e della sua umanità, il che è totalmente contrario alla verità.

TEODORO I: 24 novembre 642 –

14 maggio 649

MARTINO I: 5 luglio 649-17 giugno 653 (16 settembre 653)

Concilio Lateranense, 5-31 ottobre 649.

a) Professione di fede.

500 Le due volontà e operazioni in Cristo

(Testo latino) E come confessiamo le sue due nature unite senza confusione, così anche le sue due volontà naturali, la divina e l’umana, per confermare perfettamente e senza diminuire che uno e lo stesso, Gesù Cristo nostro Signore e Dio, è veramente perfetto Dio e perfetto uomo in tutta verità, e che così ha voluto e operato la nostra salvezza divinamente e umanamente.

(Testo greco)

E come confessiamo le sue due nature unite senza confusione o divisione, così in accordo con le nature, due volontà, la divina e l’umana, e due operazioni naturali, la divina e l’umana, affinché confermiamo perfettamente e senza omissioni che l’unico e solo Gesù Cristo, nostro Signore e Dio, è veramente per natura perfetto Dio e perfetto uomo, ad eccezione del peccato, e che così ha voluto ed operato divinamente e umanamente la nostra salvezza.

b) Canoni.

Condanna degli errori riguardanti la Trinità e Cristo

501 – Can. 1. Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, Trinità nell’unità e unità nella T rinità, cioè un solo Dio in tre ipostasi consustanziali della stessa gloria, e per le tre una sola e medesima divinità, natura, sostanza, potenza, signoria, regalità, autorità, volontà, operazione, increata, senza inizio, inconcepibile, immutabile, creatrice di tutti gli esseri e protettrice di essi, sia condannato. (Testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, trinità nell’unità e unità nella trinità, cioè un solo Dio in tre ipostasi consustanziali della stessa gloria, e per le tre una sola e medesima Divinità, natura, potenza, signoria, regalità, autorità, volontà, operazione, sovranità, increata, senza inizio, senza limite, immutabile, creatrice degli esseri e che li tiene insieme nella sua provvidenza, sia condannato.

502 – Can. 2. Se qualcuno non confesserà, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che uno della santa, consustanziale e adorabile Trinità, Dio Verbo stesso, è disceso dal cielo, si sia incarnato dallo Spirito Santo e dalla sempre vergine Maria, si è fatto uomo nella carne, è stato crocifisso per noi, è stato sepolto, è risorto il terzo giorno, è asceso al cielo e siede alla destra del Padre; verrà di nuovo con la gloria del Padre con la carne presa da lui e animata dall’intelletto, per giudicare i vivi e i morti, sia condannato. (Testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che uno della santa, consustanziale e adorabile Trinità, Dio Verbo stesso, discese dal cielo, si incarnò dallo Spirito Santo e da Maria, la tutta santa e sempre vergine, e si fece uomo, è stato crocifisso nella carne volontariamente per noi e per la nostra salvezza, ha sofferto, è stato sepolto, è risorto il terzo giorno, è salito al cielo e siede alla destra del Padre, con la carne che ha preso e che è animata dall’intelletto, per giudicare i vivi e i morti, sia condannato.

503 – Can. 3. Se qualcuno non confesserà, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, la santa, sempre vergine e immacolata Maria come Madre di Dio, poiché è in senso proprio e vero, Dio stesso il Verbo, generato da Dio Padre prima di tutti i secoli, che Ella concepì dallo Spirito Santo negli ultimi giorni senza seme, e partorì senza corruzione, rimanendo inalterata la sua verginità anche dopo il parto, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, la Madre di Dio la santa, sempre vergine e immacolata Maria, poiché è in senso proprio e vero, Dio stesso il Verbo, generato da Dio Padre prima di tutti i secoli, che negli ultimi secoli concepì dallo Spirito Santo senza seme e partorì senza corruzione, rimanendo inalterata la sua verginità anche dopo il parto, sia condannato.

504 Can. 4. Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, due nascite dell’unico e solo Gesù Cristo, nostro Signore e Dio, sia prima dei secoli di Dio Padre, incorporeo ed eterno, sia di Maria, santa e sempre vergine, Madre di Dio, corporea, alla fine dei tempi, e un solo e medesimo Gesù Cristo, nostro Signore e Dio, consustanziale a Dio Padre secondo la divinità, e consustanziale con l’uomo e con la madre secondo l’umanità, e lo stesso capace di soffrire nella carne, incapace di soffrire nella divinità, limitato nel corpo, illimitato nella divinità, lo stesso creato e increato, terrestre e celeste, visibile ed intelligibile, concepibile e inconcepibile, affinché per mezzo dello stesso sia ristabilito l’uomo completo e Dio, l’uomo completo che era caduto in potere del peccato, sia condannato. (Testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che ci sono due nascite dell’unico e solo Gesù Cristo nostro Signore, una prima dei secoli, da Dio Padre, incorporea ed eterna, e l’altra da Maria, santa, sempre vergine, nella carne, in questi ultimi giorni, e un solo e medesimo Gesù Cristo nostro Signore e Dio, consustanziale con Dio Padre secondo la divinità, consustanziale con la Vergine e Madre in umanità, e lo stesso capace di soffrire nella carne, incapace di soffrire nella divinità, limitato nel corpo, illimitato nello spirito, lo stesso increato e creato, terrestre e celeste, visibile e intelligibile, concepibile e inconcepibile, affinché per mezzo dello stesso, sia uomo completo che Dio, l’uomo completo che era caduto in potere del peccato fosse ristabilito, sia condannato.

505 – Can. 5. Se qualcuno non confesserà, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, un’unica natura incarnata di Dio Verbo, nel senso che si dice che la nostra sostanza si sia fatta carne completamente e senza restrizioni in Cristo Dio, con la sola eccezione del peccato, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che “l’unica natura di Dio Verbo si è fatta carne” significhi, con l’espressione “si è fatta carne”, la sostanza conformata a noi completamente e senza restrizioni in Cristo Dio stesso, con la sola eccezione del peccato, sia condannato.

506 – Can. 6. Se qualcuno non confesserà, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che di due e in due nature, sostanzialmente unite, senza confusione e senza divisione, è uno stesso Signore e Dio Gesù Cristo, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che di due nature, la divinità e l’umanità, e in due nature, la divinità e l’umanità, unite secondo l’ipostasi senza confusione e senza divisione, è un solo e medesimo Signore e Dio Gesù Cristo, sia condannato.

507 Can. 7. Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che la differenza sostanziale delle nature sia custodita in Lui senza confusione e senza divisione, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che la differenza sostanziale delle nature, dopo la loro ineffabile unione per cui esiste l’unico e solo Gesù Cristo, sia custodita in Lui senza confusione e senza divisione, sia condannato.

508 Can. 8. Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che l’unione sostanziale delle nature sia riconosciuta in Lui senza divisione e senza confusione, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che l’unione delle nature secondo la congiunzione, o, per dire veramente, secondo l’ipostasi, da cui esiste l’unico e solo Cristo, sia riconosciuta in Lui senza divisione e senza confusione, sia condannato.

509. Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che le proprietà naturali della sua divinità e della sua umanità siano conservate in Lui costantemente e senza diminuzione, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, che le proprietà naturali della divinità di Cristo siano conservate in Lui costantemente e senza diminuzione, in modo da confermare veramente che Egli sia lo stesso, secondo natura, perfetto Dio e perfetto uomo, sia condannato.

510 Can. 10. Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, due volontà dello stesso e unico Cristo nostro Dio unite in un unico accordo, la divina e l’umana, in quanto con ciascuna delle sue due nature lo stesso ha voluto, per natura, la nostra salvezza, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, due volontà dell’unico Cristo Dio, unite in pieno accordo, la divina e l’umana, poiché secondo ciascuna delle sue due nature Egli era per natura capace di volere la nostra salvezza, sia condannato.

511. Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, due operazioni, unite in pieno accordo, del medesimo e unico Cristo nostro Dio, la divina e l’umana, poiché secondo ciascuna delle due nature Egli è, per natura, l’operatore della nostra salvezza, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confessa, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, due operazioni dello stesso e unico Cristo Dio, unite in pieno accordo, la divina e l’umana, poiché secondo ciascuna delle sue due nature Egli opera la nostra salvezza, sia condannato.

512 Can. 12. Se qualcuno confessa, secondo gli empi eretici, una sola volontà e una sola operazione di Cristo nostro Dio, e con ciò sopprime ciò che i santi Padri confessano, e nega l’economia di Colui che è il nostro Salvatore, sia condannato (testo greco). Se qualcuno confessa, secondo gli empi eretici, una sola natura, una sola volontà, una sola operazione della divinità e dell’umanità di Cristo, rovesciando così ciò che confessano i santi Padri e negando l’economia di Colui che è il nostro Salvatore, sia condannato.

513. Se qualcuno, secondo gli empi eretici, mentre in Cristo Dio due volontà e due operazioni, la divina e l’umana, sono sostanzialmente custodite in unità e devotamente insegnate dai nostri santi Padri, professa, contro la dottrina dei santi Padri, una sola volontà ed una sola operazione, sia condannato (testo greco). Se qualcuno, secondo gli empi eretici, contemporaneamente alle due volontà e operazioni, la divina e l’umana, che in Cristo Dio sono sostanzialmente custodite in unità e devotamente confessate dai nostri santi Padri, comanda di professare anche, contro la loro dottrina, una sola operazione, sia condannato.

514 Can. 14. Se qualcuno, secondo gli empi eretici, contemporaneamente all’unica volontà e all’unica operazione professata dagli eretici nella loro empietà, nega e ripudia anche le due volontà e le due operazioni, cioè la divina e l’umana, che nello stesso Cristo Dio sono salvaguardate in unità e insegnate dai santi Padri, sia condannato (testo greco). Se qualcuno, secondo gli empi eretici, oltre all’unica volontà e all’unica operazione professata dagli eretici nella loro empietà in Cristo Dio, nega e ripudia anche le due volontà e le due operazioni, cioè la divina e l’umana, che nello stesso Cristo sono custodite fisicamente in unità ed insegnate in Lui in modo ortodosso dai santi Padri, sia condannato.

515. Can. 15. Se qualcuno, secondo gli empi eretici, nella sua stoltezza considera l’operazione divino-umana, che i greci chiamano “teandrica“, come una sola e medesima, ma non la confessa, secondo i santi Padri, come duplice, cioè divina ed umana, o considera questo nuovo appellativo “divino-umano” come se designasse una sola operazione, ma non significasse la meravigliosa e gloriosa unione delle due, sia condannato (testo greco).

516 Can. 16. Se qualcuno, secondo gli empi eretici, per abolire le due volontà e operazioni, cioè la divina e l’umana, che in Cristo sono sostanzialmente salvate in unione e sono state piamente insegnate dai santi Padri, nella sua follia lega opposizioni e divisioni al mistero della sua economia, e per questo non riferisce le parole evangeliche ed apostoliche su questo stesso Salvatore all’unica e medesima Persona, e sostanzialmente allo stesso Signore Gesù Cristo nostro Dio, secondo il beato Cirillo, affinché si veda che Egli sia lo stesso, per natura, Dio e uomo, sia condannato. (Testo greco). Se qualcuno, secondo gli empi eretici, volesse abolire le due volontà e le due operazioni, la divina e l’umana, che in Cristo Dio sono sostanzialmente salvate in unione e sono devotamente insegnate dai santi Padri, introduce nella sua follia opposizioni e divisioni nel mistero, e per questo non attribuisce le parole dei Vangeli e degli Apostoli su questo Salvatore all’unico e medesimo nostro Signore Gesù Cristo, secondo il beato Cirillo, per certificare che lo stesso sia per natura Dio e veramente uomo, sia condannato.

517. Can. 17. Se qualcuno non confesserà, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, tutto ciò che è stato tramandato e predicato alla santa, cattolica e apostolica Chiesa di Dio, sia dagli stessi santi Padri che dai cinque venerabili Concili universali, fino all’ultimo dettaglio, in parola e in spirito, sia condannato (testo greco). Se qualcuno non confesserà, secondo i santi Padri, in senso proprio e vero, tutto ciò che sia stato tramandato e predicato alla Chiesa di Dio santa, cattolica ed apostolica, sia dagli stessi santi Padri che dai cinque Concili ecumenici riconosciuti, fino all’ultimo dettaglio, nella parola e nello spirito, sia condannato.

518. Can. 18. Se qualcuno non respinge e anatematizza secondo i santi Padri, d’accordo con noi e nella stessa fede, con la propria anima e la propria bocca, tutti coloro che la Chiesa santa, cattolica e apostolica di Dio – cioè i cinque santi Concili universali e d’accordo con tutti i provati Padri della Chiesa – respinge e anatematizza come i più abominevoli eretici, insieme a tutti i loro empi scritti, fino all’ultimo dettaglio, (testo greco). Se qualcuno non respinge e anatematizza secondo i santi Padri, d’accordo con noi e della stessa fede, con la propria anima e la propria bocca, tutti coloro che la Chiesa santa, cattolica ed apostolica di Dio – cioè i cinque santi Concili ecumenici e tutti i Padri riconosciuti della Chiesa che la pensano allo stesso modo – respinge e anatematizza come empi eretici, con tutti i loro empi scritti, fino all’ultimo dettaglio, …

519. cioè Sabellio, Ario, Eunomio, Macedonio, Apollinare, Polemone, Eutiche, Dioscoro, Timoteo Aelureo, Severo, Teodosio, Colluto, Temistio, Paolo di Samosata, Diodoro, Teodoro, Nestorio, il persiano Teodoro, Origene, Didimo, Evagrio e tutti gli altri eretici presi insieme… (testo greco) – cioè Sabellio, Ario, Eunomio, Macedonio, Apollinare, Polemone, Eutyches, Dioscoro, Timoteo Aelureo, Severo, Teodosio, Colluto, Temistio, Paolo di Samosata, Diodoro, Teodoro, Nestorio, Teodoro persiano, Origene, Didimo, Evagrio e tutti gli altri eretici insieme…

520. … se dunque qualcuno… non respinge e non anatematizza le empie dottrine della loro eresia e ciò che è stato empiamente scritto da chiunque a loro favore o per spiegarle, nonché i suddetti eretici, cioè Teodoro, Ciro, Sergio, Pirro e Paolo… o se qualcuno considera come condannato o addirittura deposto uno di coloro che sono stati deposti e condannati da questi o da altri come loro perché non pensa la stessa cosa di questi, ma confessa con noi la dottrina dei santi Padri, e se non lo considera, al contrario… come un combattente pio e ortodosso della Chiesa cattolica e considera come tale piuttosto questi empi e le loro decisioni detestabili in questa materia e le loro sentenze nulle, inefficaci e invalide, e per di più empie, esecrabili e reprobe, costui sia condannato. (Testo greco) Se dunque qualcuno… non respinga e non anatemizzi le dottrine più empie della loro eresia e ciò che è stato empiamente scritto da chiunque in loro favore o in loro difesa, nonché i suddetti eretici, cioè Teodoro, Ciro, Sergio, Pirro e Paolo… o se qualcuno considera deposto o addirittura condannato uno di quelli che sono stati deposti o condannati da questi o da altri che la pensano come questi, perché non pensa quello che pensano loro, ma confessa con noi la dottrina dei santi Padri, e se non lo considera, al contrario. … come un combattente pio e ortodosso per la Chiesa cattolica, e considera invece come tali quegli empi e le loro ingiuste decisioni in questa materia e le loro vane, inefficaci e invalide sentenze, e ancora più empi, esecrabili e reprobi, sia condannato un tale uomo.

521 Can. 19. Se qualcuno professa e pensa palesemente ciò che sostengono gli empi eretici, e nella sua vana impudenza dice che questi sono gli insegnamenti di pietà che coloro che osservano e servono la Parola – cioè i cinque santi Concili universali – hanno tramandato fin dall’inizio, e calunnia così gli stessi santi Padri e i cinque santi Concili summenzionati per ingannare i semplici o per difendere la propria empia perfidia, sia condannato. (Testo greco). Se qualcuno pensa e insegna palesemente ciò che gli empi eretici sostengono, e nella sua stolta fretta dice che questi siano gli insegnamenti di pietà che coloro che osservano e servono la Parola – cioè i cinque santi Concili ecumenici – hanno tramandato fin dall’inizio, e così calunnia gli stessi santi Padri ed i cinque suddetti santi Concili ecumenici per ingannare i semplici e difendere la propria fede erronea ed empia, sia condannato.

522 – Can. 20. Se qualcuno, secondo gli empi eretici, in qualsiasi modo… rimuova illegalmente i limiti che i santi Padri della Chiesa cattolica – cioè i cinque Concili universali – hanno irrevocabilmente stabilito, e cerchi incautamente novità e presentazioni di un’altra fede, o libri, o lettere, o scritti, o firme, o false testimonianze, o sinodi, o atti di dibattito, o vane ordinazioni non riconosciute dai canoni ecclesiastici, o delegazioni improprie e senza fondamento, e se in generale, come sono soliti fare gli eretici, qualcuno fa qualsiasi altra cosa con la sua attività diabolica e con modi subdoli e astuti contro la pia predicazione degli ortodossi della Chiesa cattolica – cioè dei suoi santi Padri e sinodi – al fine di distruggere la sincera confessione del nostro Signore e Dio Gesù Cristo, e se persisterà in queste azioni empie fino alla fine senza pentirsi, tale uomo sia condannato in eterno, “e che tutto il popolo dica: così sia”. Sal CVI, 48 (testo greco).

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA (11) “da EUGENIO I ad AGATONE”