LA VERGINE MARIA (6)

Il Vescovo Tihámer Toth

LA VERGINE MARIA (6)

Nihil Obstat: Dr. Andrés de Lucas, Canonico. Censore.

IMPRIMATUR: José María, Vescovo Ausiliare e Vicario Generale. Madrid, 27 giugno 1951.

CAPITOLO VI

“TUTTE LE GENERAZIONI MI CHIAMERANNO BEATA

(Luca 1,48)

La storia del culto presenta una caratteristica peculiare ed estremamente interessante, che merita di essere studiata in un capitolo a parte. Ed è che la Vergine Maria, in visita alla cugina Elisabetta, le preannunciò il culto vastissima e generale, che avrebbe ricevuto nel corso dei secoli dei secoli, e le sue parole profetiche ed il loro incessante e perfetto adempimento, ci obbligano ad una profonda meditazione. Immaginiamo che una ragazza di periferia di circa sedici anni, sia giunta nella capitale in una delle strade più centrali della città e cominciasse a dire in tutta serietà: “Vedrete che finché esisterà il mondo, gli uomini, dal Polo Nord fino al Polo Sud, parleranno sempre di me, una povera villica, con ammirazione…” Che sorrisi di pietà susciterebbe in noi, non è vero? Ebbene, questo è più o meno quello che è successo alla Vergine Maria. Il paese dei Giudei non aveva alcuna importanza nel mondo conosciuto a quel tempo; e Nazareth, dove quella fanciulla aveva la sua casa, era un piccolo villaggio insignificante e non aveva alcuna importanza (Gv 1,46), nella terra dei Giudei. Dopo il saluto dell’Angelo, quella fanciulla sconosciuta, Maria, parte dal suo villaggio per andare a trovare sua cugina Elisabetta; e la gioia prorompe dalle sue labbra … che, a causa della sua incredibile ingenuità, non poteva che essere fonte di ironia, se la testimonianza di due millenni non lo confermasse. – Elisabetta saluta la Vergine Maria con gioia, e Maria risponde al saluto di Elisabetta con questo bellissimo inno: “L’anima mia glorifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha visto l’umiltà della sua ancella; d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché Egli ha fatto grandi cose in me, Colui che è potente, il cui nome è santo” (Lc. 1,46-49). Con quale incredulità avremmo ricevuto queste parole se per caso avessimo assistito alla scena! Tutte le generazioni ti chiameranno beata? I milioni e milioni di uomini che vivranno sulla terra? Ma chi sei tu, forse la moglie di un potente imperatore, la figlia del quasi onnipotente Cesare Augusto? Ma no! Tu sei la figlia sconosciuta di un popolo insignificante … Tu sogni! Tu sogni! Queste sono allucinazioni! Ma la storia confuta le nostre parole di disprezzo… È di questo che voglio parlare in questo capitolo. Diamo uno sguardo alla storia per vedere come, parola per parola, quello che Maria ha detto: “Tutte le generazioni mi chiameranno be0ata si sono realizzate”. Guardiamo alla storia del culto: I. nell’età antica; II., in epoca medievale; e III, nei tempi moderni.

I. IL CULTO DI MARIA NEL PRIMO CRISTIANESIMO

A) Il culto appare al nostro sguardo oggi come un’immensa cattedrale che abbraccia il mondo intero; tutte le generazioni hanno costruito, ed ampliano questa magnifica cattedrale; ma le fondamenta sono state gettate dagli Evangelisti Matteo e Luca, che in poche parole dicono di Maria la cosa più grande che si possa dire di una creatura. – I primi fondamenti del culto si trovano nelle prime pagine dei Vangeli, dove l’Evangelista si riferisce alla genealogia terrena di Gesù e termina il racconto con queste parole: “Giacobbe generò Giuseppe, sposo di Maria, dalla quale nacque Gesù, chiamato Cristo” (Mt I,16). Se in tutta la Sacra Scrittura non si parlasse più di Maria, queste brevi parole sarebbero più che sufficienti a spiegare l’intensa adorazione di Maria. Dov’è l’eloquenza umana capace di esaurire questo singolo pensiero: Maria è la Madre di Dio! Non dovremmo forse onorare la Madre il cui Figlio è Dio? – Tutto il culto che le tributarono con amina gioiosa i secoli cristiani scaturisce da questo solo fatto: Ella è la Madre di Cristo, del Figlio di Dio incarnato. Il Vangelo di San Luca riporta anche le bellissime parole con cui l’Angelo del Signore salutò la Vergine Maria per la prima volta, e che sono ripetute da milioni e milioni di persone ogni giorno: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te; benedetta tu tra le donne” (Lc. 1, 28). – E leggiamo, sempre in San Luca, la rapida eco di questo saluto, quando Elisabetta accolse Maria con queste parole: “Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo grembo” (Lc. 1,42). –  Leggiamo la storia dei pastori di Betlemme. Andarono in fretta a Betlemme e trovarono… trovarono… Chi hanno trovato? Hanno trovato un bambino solo? No. Ma: “Trovarono Maria e Giuseppe, e il Bambino adagiato nella mangiatoia” (Lc. 2,16). Accanto al Bambino divino c’è sempre anche la sua Vergine Madre. E leggiamo della sua presentazione al tempio, la visita che Gesù a sua volta fece al tempio all’età di dodici anni e del suo ritorno; alla fine del memorabile evento, ci sono queste righe: “Ed era loro sottomesso” (Lc. 2, 51). Cristo era obbediente Figlio di Maria. E pendente dalla croce, il Signore affida la sua Madre all’Apostolo San Giovanni con queste parole: “Ecco tua Madre”. E gli Apostoli testimoniano che dopo l’Ascensione di Cristo, il loro centro di coesione fosse la Beata Vergine. – Dio inviò un Arcangelo per salutare la Vergine Maria, e questa Vergine è la Madre di Dio, e a questa Madre il suo Figlio divino obbedì con umile amore…: questa è la radice ultima del culto mariano; questa è la prima tappa nel compimento della profezia: “Sarò chiamata beata per tutte le generazioni”.

B) Il profondo amore con il quale la pietà dei primi Cristiani circondava la Vergine Maria è dimostrato da diverse testimonianze. E se non si vuole dare credito ai passi sopra citati della Sacra Scrittura, le stesse parole parlerebbero a favore di Maria; immagini, statue, chiese, leggende, santuari, feste, cantici ed inni testimonierebbero la pietà con cui la Chiesa cattolica esaltò Maria. – La prima testimonianza è data dalle le immagini più antiche. Il culto cristiano, all’inizio, veniva celebrato – a causa delle sanguinose persecuzioni  – nelle catacombe. Ed è un fatto interessante che nelle catacombe più antiche, ad esempio nelle catacombe di Priscilla, per esempio, ci sono già immagini della Beata Vergine, che tiene tra le braccia il Bambino Gesù. Tali immagini risalgono alla prima metà del II secolo. La Vergine Maria era venerata in un’epoca in cui – per così dire – il Sangue di Cristo era ancora caldo, quando i primi martiri offrirono la loro vita per la fede di Gesù. È possibile che i primi Cristiani si fossero già allontanati dalla vera fede in Gesù? Se il culto mariano fosse stato compatibile con la volontà di Cristo, non lo avrebbero protestato coloro che hanno potuto ancora aver appreso la loro fede dagli Apostoli stessi e dal loro immediati successori? E non hanno protestato, anzi, ci hanno lasciato in eredità bellissimi libri in difesa di Maria, che risalgono al secondo secolo e sono dovuti alla penna di San Giustino, di Sant’Ireneo e Tertulliano. –  L’antichità del culto è dimostrata anche dall’accumularsi di leggende che si sono intrecciate intorno alla figura della Beata fin dai primi tempi più remoti, leggende che ci sono state tramandate nei cosiddetti scritti apocrifi. Un altro passo nello sviluppo del culto fu l’istituzione delle feste di Maria, che portò all’attenzione dei fedeli gli eventi occasionali della vita della Vergine. Un ulteriore passo avanti furono le chiese erette in suo onore. È vero che solo nel IV secolo si trovano templi di questo tipo scoperti sul terreno, ma molto prima di allora i cristiani onoravano con amore e omaggisvano le immagini di Maria sottoterra, nelle catacombe. – Il tempio più antico di cui siamo a conoscenza è stato costruito da Papa Silvestro I, all’inizio dell’era del IV secolo, la chiesa di “Maria Antiqua”. Nel V secolo, Papa Sisto III fece costruire la chiesa di “Santa Maria Maggiore”, che ancora oggi è una delle più belle chiese mariane del mondo. Da allora sono state costruite chiese in onore della Vergine, da imperatori, re, Vescovi e illustri laici, così che alla fine dell’età antica, vennero eretti templi, sempre più belli, a testimonianza della verità, espressa nell’inno dell’umile Vergine di Nazareth: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”. – Per vedere la cura filiale e la sollecita preoccupazione con cui i Cristiani primitivi vegliavano sulla dignità e sul culto di Maria, è sufficiente ricordare il Concilio di Efeso, tenutosi nell’anno 431, in cui si dovette difendere la divina Maternità di Maria contro le eresie. Il popolo cristiano, riunito in una grande moltitudine, attendeva ansiosamente le notizie dal Concilio per vedere cosa i Vescovi avrebbero deciso. E quando a sera sentirono il risultato, quando seppero che il Concilio aveva trionfato sulla divina maternità di Maria, la sospettosa ansia si trasformò in una manifestazione spontanea di giubilo, e il popolo accompagnò i Padri conciliari con le fiaccolate, tra un entusiasmo gioioso. È possibile che Colei che è stata onorata con tanto amore filiale dal Cristianesimo del V secolo sia dai Cristiani del XX dimenticata?

II IL CULTO DI MARIA NEL MEDIOEVO

La santa eredità ricevuta dai primi secoli cristiani fu piamente raccolta ed ampliata nel Medioevo. Accanto alle antiche feste mariane, ne vennero istituite di nuove. Fu introdotta l’usanza di consacrare ogni sabato a Maria. E furono composti inni in onore della Vergine. La preghiera dell’Ave Maria si diffuse in maniera particolare; fino al XV secolo solo la prima parte, cioè le parole dell’Arcangelo e il saluto di Santa Elisabetta. La seconda parte, così come la diciamo oggi, fu aggiunta dopo. La recita del del Santo Rosario si diffuse, e dal XIV secolo passò di campanile in campanile, da villaggio in villaggio, la voce di proclamazione con la quale le campane chiamano all’Angelus, la voce solenne e soave dell’Ave, che risuona nel silenzio, nella tranquillità del villaggio. Quali sublimi emozioni quando l’uomo, stanco delle fatiche del giorno, da una valle nascosta, da una cappella lontana, improvvisamente sente la campana dell’Angelus! – Le belle immagini dei pittori, i versi più belli dei poeti servono come espressione a questa poesia dell’estasi. È divertente leggere le meravigliose strofe di Lord Byron (inglese), di Lamartine (francese), di Gebel (tedesco), che cantano la “campana dell’Angelus”. È interessante che le campane vengano suonate a mezzogiorno anche in molte chiese non cattoliche… Gli stessi suonatori non sanno perché. Dovremmo dedicare un capitolo speciale al lavoro degli Ordini dei Cavalieri, delle Congregazioni Mariane e degli Ordini Religiosi, che in nobile competizione hanno venerato la Vergine, come ad esempio i Cistercensi, i  Premonstratensi, i Domenicani, i Francescani. Ricordiamo anche le centinaia e le migliaia di santuari, chiese e cattedrali costruite durante il Medioevo in onore della Beata Vergine Maria, gli inni incisi nella pietra, splendori regali del romanico e del gotico, che in tutti i Paesi e davanti a tutti i popoli proclamano l’adempimento delle parole profetiche: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Chi può enumerare le più belle chiese che il Medioevo, con le sua opera perseverante e ammirevole di decenni, ha costruito in onore della Beata Vergine? Chi sarà in grado di compilare l’elenco di volumi che cantano la gloria di Maria? … le migliaia di immagini e di quadri famosi della Madre di Dio? … le innumerevoli poesie che gli uomini hanno offerto in omaggio a Lei, a partire dai canti XXXII e XXXIV del Paradiso di Dante? Oggi nessuno sa come dipingere immagini di Maria come quelle del Beato Angelico o di Raffaello. Nessuno sa cantare per Lei melodie come quelle che scaturiscono dalle armi medievali. Forse l’umanità non erigerà mai più cattedrali come quelle che eresse in onore di Maria. Non avrà più la tenerezza – e, per così dire, l’infantilismo – il balbettio infantile con cui la Chiesa ha coccolato la Beata Vergine nella sua liturgia: la chiamava “cedro del Libano”, “palma di Sion”, “cipresso di Sion”, “palma di Kadesh”, “rosa di Gerico”, “olivo”, “balsamo”, “casa d’oro”, “torre d’avorio”, “rosa mistica”. È lecito per noi moderni Cristiani, dimenticare l’alto grado a cui i nostri padri nell’antichità e nel Medioevo sono giunti nell’onorare la Beata Vergine?

IL CULTO DI MARIA NELL’ERA MODERNA

 Come si presenta l’epoca attuale? È un’epoca che all’inizio ha visto il culto in pericolo, perché i terribili sconvolgimenti religiosi del XVI secolo si sono rivolti con particolare veemenza contro questo culto, quando innumerevoli immagini e statue, artisticamente inestimabili, caddero vittime dell’odio più ostinato. Questo è il momento in cui forse all’uomo sarebbe venuto in mente di pensare con profondo dubbio: “Mi chiameranno beata tutte le generazioni”…; sì, è stato vero finora, ma sarà vero in futuro?

A) Allora, se adesso, nella prima metà del ventesimo secolo, guardiamo retrospettivamente agli stessi tempi dell’era moderna, noi, vediamo con emozione come i nostri dubbi siano infondati. Non appena si è verificata la dolorosa scissione di un grande e bellissimo ramo dell’albero della Chiesa, quando, qualche anno dopo, nel 1563, fu fondata la prima Congregazione Mariana, e si diffusero con incredibile rapidità, le congregazioni che non solo propagarono il culto, ma riuscirono anche, proprio grazie a questo, a realizzare un radicale rinnovamento religioso. – In questo periodo assistiamo anche ad un incomparabile movimento di pellegrinaggi ai vari santuari. Molte persone, che all’epoca erano scettiche, sono oggi scandalizzate da questi pellegrinaggi, eppure solo coloro che non conoscono l’anima umana, il desiderio mistico, l’innato desiderio che, non solo nel Cristianesimo, ma anche nelle altre religioni, non comprende ciò che ha portato ad un grande incremento dei pellegrinaggi. Dopotutto, se non siamo scandalizzati da una “miss” americana che dica nella abitazione di Goethe, a Wéimar: “Ah, qui ha vissuto il grande Goethe!”, e che migliaia e migliaia di uomini stiano in silenzio di fronte ad una casa contrassegnata da una piccola lapide di marmo, perché “Qui è nato Beethoven!” oppure “In questa casa visse Napoleone!”, non possono né essere sorpresi, né possono prendere a male il fatto che il cuore cristiano si sia sempre sentito intensamente attratto da Betlemme, Nazareth, Gerusalemme, la tomba di San Pietro…, i luoghi in cui Cristo ha vissuto e si è mosso, o dove vissero gli eroi della fede cristiana. – E poiché non tutti possono andare così lontano, molti devono accontentarsi di un’immagine sacra, soprattutto un’immagine mariana, visitarla in pellegrinaggio e stendere i loro cuori davanti ad essa. Questa è l’origine dei famosi santuari di Loreto, Lourdes, Censtochova, Guadalupe, ecc. che sono costantemente visitati da migliaia di persone, che accorrono per cantare le lodi di Maria. Cosa significhino questi santuari in termini di approfondimento della vita religiosa, sarebbe difficile dirlo. Questo deve essere vissuto. Chi è insoddisfatto del culto tira in ballo di preferenza gli abusi reali o piuttosto gli abusi immaginari che vengono commessi. Non c’è dubbio che nella vivida colorazione del culto, si notino le caratteristiche peculiari di alcuni Paesi, razze o classi sociali, e se il figlio dei paesi del nord partecipa con un sangue freddo alla liturgia diversamente da quelli meridionali dal sangue caldo, o se uno studioso sepolto tra i libri si trova improvvisamente in mezzo alle manifestazioni infuocate dei pellegrini che arrivano a un santuario … è possibile che lo spirito di critica possa richiedere i ma o i se …e senza dubbio non ce n’é motivo o ragione. Perché se Dio ha creato un’immensa varietà di nazioni e di popoli, allora è lecito ed ovvio che si introducano mille diverse varietà di colori nel culto che nasce da un solo ed unico dogma, dogma immutabile, unico e vero. E anche laddove sopravvengano abusi – o, per essere più precisi, falsi pretesti per il divertimento – per quanto possiamo sforzarci di sopprimerli, non dobbiamo dimenticare che gli uomini possano abusare di tutto ciò che è grande e nobile. Ma proprio come non sopprimiamo le feste nazionali, perché ci sono persone che, nel loro entusiasmo patriottico, si ubriacherebbero, in modo analogo a quanto avviene per le feste nazionali, non possiamo rinunciare neanche alle benedizioni del culto perché alcune persone si comportano in modo sbagliato…

B) Non avete sperimentato, amici lettori, quanto sia severa e fredda la casa dove non si parli della madre? Ebbene, la Chiesa cattolica non vuole essere una casa senza madre. Nelle pagine della sua storia, che ha quasi due volte mille anni, sentiamo il calore, la cura e la sollecitudine filiale con cui la Chiesa ha difeso, proclamato e diffuso il culto di Maria. Su un altare della Chiesa dell’Università di Budapest, c’è un’immagine molto nota di Maria. È solo una copia. L’originale si trova a Censtochova in Polonia. La nostra chiesa un tempo serviva come tempio dei Paolini; e il tempio e il convento di Censtochova è oggi il centro dell’Ordine. Il 15 agosto, ogni anno i polacchi arrivano a Censtochova per onorare la Madonna, in circa 300.000 pellegrini. Quando entrano nel magnifico tempio, dopo un viaggio di otto o dieci giorni a piedi, si può vedere sui loro volti e nei loro occhi pieni di lacrime, una gioia immensa che nient’altro su questa terra può comunicare loro. È necessario anche vedere, in una notte qualsiasi dalla terrazza di fronte alla basilica di Lourdes, la folla di persone provenienti da ogni Paese che passano con le candele accese in mano, cantando l’Ave Maria, e poi alzano la candela, innalzando da migliaia di gole, con un’aria trionfante, con un sentimento di orgoglio, il “Credo in unum Deum”! Chiunque abbia vissuto queste scene, sa cosa significhi l’adorazione per ravvivare la nostra fede. E chi può contare le ferventi preghiere che sono state pronunciate in tutti gli angoli del mondo davanti ad un’immagine solitaria, sperduta nei campi, di Maria? Chi può misurare quel mare di amarezza che è stato lenito da un’immagine della Vergine Maria? Chi può stilare una lista di tutte le anime che, dopo una lunga vita di peccato, hanno incontrato di nuovo Cristo in qualche santuario? A nord e a sud, ad est e ad ovest, sui monti e nelle valli! Nei campi e nelle foreste, si elevano immagini, cappelle e chiese dedicate alla Vergine Madre. Entrate in un qualsiasi museo famoso del mondo e contemplate le centinaia di immagini mariane famose in tutto il mondo; ascoltate la serie di capolavori della letteratura che cantano di Maria; osservate le bellissime melodie dei cantici, una più bella dell’altra, composte da Haydn, Liszt, Mozart, Beethoven, Wagner, Gounod, Verdi, e poi meditate chi poteva essere quella fanciulla sconosciuta che, circa duemila anni fa, poteva dire con tanta verità che supera ogni immaginazione: “Benedetta mi chiameranno tutte le generazione”. Non credo che, meditando seriamente su un fatto così inaudito, ci sia un uomo che possa negare alla Vergine Maria il rispetto filiale. – Una madre stava agonizzando, e al suo capezzale, con il cuore oppresso, c’erano i suoi figli. C’era il più piccolo, un bambino di cinque anni che non poteva ancora capire cosa significasse morire. Non capiva come sua madre, che aveva sentito cantare così spesso e così meravigliosamente, fosse allora pallida e flaccida, e giacesse a letto. E il bambino, nella sua ingenuità infantile, chiese alla madre: “Mammina, è vero che non canterai mai più?” E a queste parole la donna morente raccolse tutte le sue forze residue e, con un ultimo sforzo, cominciò a cantare: “Venite, lodiamo Maria…”. Questo è ciò che era in grado di cantare. Poi crollò morta. Pallida, senza forze, giace anche lei, la nostra epoca sul suo letto di dolore. Invece di condurre una vita tranquilla, degna dell’uomo, viviamo in mezzo alle privazioni, alla paura costante e ai cambiamenti sociali. Nel rumore infernale dell’attuale vita e morte, l’uomo moderno può ancora sentire la voce della campana che suona l’Ave Maria? Si costruiscono fabbriche di aerei e di automobili, banche e negozi, tribunali e prigioni… ma dove costruiamo spiriti forti che onorano Maria?  E tuttavia, se le anime che lodano Maria non sono unite alle file di quelle generazioni che chiamano la Beata Vergine Maria, non saremo in grado di sperimentare il potere vivificante dell’adorazione. Mettiamoci, dunque, in spirito con la Vergine Maria, che canta con gioia il Magnificat, e lasciamo che il cantico delle nostre labbra sia il canto di lode: “Rosa dell’Eden, luce del cielo, o Maria, ti benedico! – Un magnifico, antichissimo saluto della Chiesa cattolica è la nota preghiera che inizia con queste parole: “Salve, Regina e Madre di misericordia; vita, dolcezza e la speranza nostra, Salve, Regina”. Chi ha ascoltato  anche una sola volta la magnifica melodia con cui viene cantata dai religiosi nei monasteri dopo la preghiera della sera, prima di andare a riposare, avrà sentito in questo cantico tutta fiducia filiale, tutto il rispetto e la devozione che la Chiesa di Cristo ha per la Madre di Gesù. Ave, o Regina, o Vergine gioiosa, che da tutta l’eternità sei stata scelta da Dio e sei stata ritenuta degna di essere la Madre del suo Figlio unigenito. Ave, Regina, Vergine dolorosa, che hai condiviso con la fedeltà del martire tutte le sofferenze del tuo Figlio divino. Ave, Ave, Regina, Vergine gloriosa che, grazie alla bellezza della tua anima impregnata di Dio, sei stata fatta “serva del Signore”, “Regina del cielo”. … Rivolgi a noi questi tuoi occhi misericordiosi. E dopo questo esilio, mostraci Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo… O clemente, o pia, o dolcissima Vergine Maria.

LA VERGINE MARIA (7)