TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (8)

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (8)

TITOLO ORIGINALE: TRAITÉ DU SAINT – ESPRIT

Edit. Bloud-Gay.- Paris 1950

V. Per la Curia Generalizia – Roma, 11 – 2 – 1952 Sac. G. ALBERIONE

Nulla osta alla stampa Alba, 20 – 2 – 1952 Sac. S. Trosso, Sup.

lmprimatur – Alba, 28 – 2 – 1952 Mons. Gianolio, Vic. GEN.

Capo SETTIMO

LO SPIRITO SANTO È DIO, CONSUSTANZIALE AL PADRE ED AL FIGLIO

La dottrina della consustanzialità dello Spirito Santo è sempre stata considerata come esposta, insegnata e dimostrata contemporaneamente alla dottrina della consustanzialità del Verbo, Figlio unico del Padre. Essa non è mai stata contestata. Infatti, dal punto di vista teologico, dalla consustanzialità del Figlio unico del Padre, viene la consustanzialità dello Spirito Santo.

I- LE TRE PERSONE DIVINE SONO CONSUSTANZIALI

Nel Nuovo Testamento, la dottrina dell’unità divina è formale quanto nell’Antico. Ma nel Nuovo Testamento è chiaramente insegnato che Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono soltanto le tre maniere di essere di una medesima esistenza; sono i tre termini realmente distinti fra loro di una stessa vita divina, tre centri nei quali la vita divina prende un carattere particolarmente distintivo d’intensità: sono le tre Persone o ipostasi di una medesima sostanza. Sappiamo sufficientemente ciò che è la trinità delle Persone; cerchiamo adesso di comprendere ciò che è l’unità di sostanza. E Prima di tutto, se non vi è che un Dio, e questo Dio esiste in tre Persone, è evidente essere necessario che in Dio, né l’unità, né la trinità siano assolute, cioè bisogna che vi sia, in Dio, un vincolo per il quale l’unità si identifichi con la trinità, e la trinità si confonda con l’unità. Qual è questo elemento comune? Determiniamolo mediante l’eliminazione, delle concezioni eretiche che sono state sostenute nel quarto secolo, e che troveremo in seguito.  Pietro, Paolo, Giovanni si amano. Quindi, io dico che sono tre persone e queste tre Persone non fanno che una cosa sola. E in tale senso che io dico che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non fanno che una cosa sola? No. Pietro, Paolo, Giovanni non fanno che una cosa sola, e il vincolo che li unisce è l’amore; l’unione che esiste tra loro è ciò che si chiama unione morale. Questa unione non impedisce che Pietro, Paolo e Giovanni siano tre soggetti realmente e numericamente distinti quanto alla persona e alla sostanza individuale. Se il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non fossero uniti tra loro che per mezzo di questo modo di unione è evidente che sarebbero tre dèi e non un Dio. – Pietro, Paolo, Giovanni sono tre uomini, cioè tre persone che possiedono la stessa natura specifica. Quindi io dico che sono tre persone, e che queste tre persone non fanno che una cosa sola. È in questo senso che io dico che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non fanno che una cosa sola? No, Pietro, Paolo, Giovanni non fanno che una cosa sola e il vincolo che li unisce è la stessa specieuUmana che e88i posseggono, l’unione che esiste fra loro à ciò che si chiama unione specifica. Tale unione specifica non impedisce che Pietro, Paolo e Giovanni siano tre soggetti realmente e numericamente distinti quanto alla persona e alla sostanza individuale. Se il Padre, ü Figlio e lo Spirito Santo non fossero uniti tra loro che mediante questa unione specifica, è evidente che Sarebbero tre dèi e non un Dio. –  Pietro è padre di Paolo, e Paolo lo è di Giovanni. Quindi io dico che sono tre persone e queste tre persone non fanno che una cosa sola. È in questo senso che dico che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non fanno che una cosa sola? No, Pietro, Paolo, Giovanni non fanno che una cosa sola e il legame che li unisce, è quello del sangue; l’unione che esiste fra loro é ciò che si chiama unione di parentela. Tale unione non impedisce che Pietro, Paolo e Giovanni siano tre soggetti realmente e numericamente distinti, quanto alla persona e alla sostanza individuale. Se il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non fossero uniti fra loro che per mezzo di questa unione, è chiaro che sarebbero tre dei e non un Dio. – Il vincolo che unisce le tre Persone in un solo Dio è dunque più del vincolo di amore, più del legame della comunanza di specie, più di quello del sangue; l’unione che risulta da questo vincolo à più dell’unione morale, più dell’unione specifica, più dell’unione di parentela. In che cosa consiste? Consiste in ciò, che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo esistono in una sola e medesima sostanza, in una sola e medesima vita, in modo che questa sostanza o questa vita, nel Figlio o nello Spirito Santo, non sia inferiore a quella del Padre, come dicono i subordinaziani divenuti semi-ariani; ma in modo tale che questa sostanza o questa vita, nel Padre, nel Figlio o nello Spirito Santo, assolutamente identica nel suo essere intimo, nei Suoi caratteri, in tutto ciò che la costituisce nella Sua infinitudine assoluta. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vivono dunque di una sostanza o di una Vita assolutamente identiche: perciò sono consustanziali, ὁμοούσιοι ,è= omousioi](il termine ὀμοούσιος, ὀμός-ουσία [=omos-usia] indica che il Padre,  il Figlio e lo Spirito Santo hanno la medesima essenza o sostanza, il medesimo essere intimo o assoluto.). Non vi è di distintivo e, per conseguenza, di costituente personale tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, se non la relazione di origine, secondo il principio di San Tommaso: Distinctio in divinis non fit nisi per relationem originis. Queste relazioni di origine non sono relazioni che furono ee non sono più; esse sono da tutta l’eternità, non avendo né principio, né fine. Tale è il dogma della consustanzialità. Inteso nel senso che abbiamo spiegato, è stato formalmente definito nel Concilio di Nicea, nel 325 (Denz. 54). La definizione ne é stata rinnovata nei Concili di Costantinopoli nel 381 (Denz. 86), di Efeso, nel 431 (ivi, 123), di Calcedonia, nel 451 (ivi, 148), di Costantinopoli, nel 551 (ivi, 220), di er Costantinopoli, nel 680-681 (ivi, 290). Ricerchiamo i fondamenti di tale dottrina nel Nuovo testamento e nella Testamento e nella Tradizione dei Padri. La dottrina della consustanzialità delle tre Persone è stata definita nel Concilio di Nicea; insegnata e difesa  lo fu soprattutto da Sant’Atanasio.

II.  Dottrina del NUOVO TESTAMENTO

Gli Evangelisti Sinottici e le lettere di san Paolo contengono la dottrina della consustanzialità delle tre divine Persone? I Sinottici e le lettere di San Paolo enunciano a più riprese che esiste un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Essi insegnano dunque che in Dio né la trinità esclude l’unità, né l’unità la trinità. Vi è necessariamente un legame per mezzo del quale la trinità si confonde con l’unità. Ma questi medesimi scritti ci dicono nulla della natura di tale legame. Il Vangelo di san Giovanni è più esplicito. In modo Speciale nel celebre testo nel quale rivolgendosi ai Giudei che Io tacciano di bestemmiatore nell’udire le sue parole, Gesù dice: «Io ed il Padre siamo una sola cosa » (Giov, X, 30). Questa proposizione enunciata impliciter et sine addito – dice san Tommaso – non può essere compresa come un’unione morale, una conformità di volontà, una unità di potenza una comunanza di operazioni; essa esprime un rapporto metafisico, un’identità di natura o di essenza (in Jo, c. X, lect. 5). – Talvolta si è cercato di ridurre la portata di questa dichiarazione del Salvatore, confrontandola con quest’altra che il medesimo Vangelo riferisce poco dopo: « Padre santo, custodisci nel Nome tuo quelli che mi hai affidati, acciocché siano una cosa sola come noi… Non soltanto per questi prego; Ma prego anche per quelli che crederanno in me per la loro parola: che siano tutti una sola cosa come Tu sei in me, o Padre, ed Io in te: che siano anch’essi una sola cosa in noi, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato. E la gloria che tu mi desti, l’ho data a loro, affinché siano una cosa sola, come siamo noi. Io in essi, e Tu in me; affinché sian perfetti nell’unità e conosca il mondo che Tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me » (Giov. XVII, 11, 20-23). Qui, si dice, non può trattarsi che di una conformità di volontà o di azione tra il Salvatore e i Padre suo; infatti, l’unione del Padre e del Figlio è presentata sul medesimo piano di quell’unione che Cristo vuol veder regnare tra Dio gli uomini. Ma l’affermazione di questo rigoroso parallelismo è assai gratuita; poiché si può benissimo rispondere che il Salvatore presenta l’unione esistente tra il Padre e Lui come un modello incomparabile e un motivo di unione fra Dio e i fedeli. Inoltre, bisogna pure osservare che l’unità di volontà, di potenza, di scienza, di azione, di vita tra il Padre ed il Figlio, ovunque affermata nel Vangelo Secondo San Giovanni, è quasi equivalentemente l’affermazione dell’unità di sostanza.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

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