TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (11)
TITOLO ORIGINALE: TRAITÉ DU SAINT – ESPRIT – Edit. Bloud-Gay.- Paris 1950
V. Per la Curia Generalizia: Roma, 11 – 2 – 1952 Sac. G. ALBERIONE
Nulla osta alla stampa – Alba, 20 – 2 – 1952 Sac. S. Trosso, Sup.
lmprimatur: Alba, 28 – 2 – 1952 Mons. Gianolio, Vic. GEN.
CAPO NONO
LE MISSIONI DELLO SPIRITO SANTO
La teologia dà, della missione divina, questa definizione e questa classificazione. La missione divina è: Processio unius personæ divinæ ab alia, quatenus concipitur relationem habere ad terminum temporalem.La missione divina implica così una duplice relazione,quella della Persona che è mandata alla personaoppure alle altre due Persone congiunte che mandano;quella della persona che è mandata alla creaturaverso la quale essa è mandata.La missione è visibile o invisibile, secondo cheessa è o non è accompagnata da un segno esterno.La missione dello Spirito Santo nell’anima che Egli santifica è ordinariamente invisibile; quella dello Spirito Santo sull’anima degli Apostoli il giorno di Pentecoste, fu visibile. Questa missione visibile o non fa che manifestare un effetto della grazia già prodotto, ed essa in tal caso è detta puramente rappresentativa, per esempio, lo Spirito Santo che appare sotto forma di colomba, al Battesimo del Salvatore; oppure questa missione visibile ha anche per effetto di produrre la grazia e allora è detta rappresentativa e attiva. Di più, la missione è detta accidentale o sostanziale, cioè ipostatica, secondo che essa ha per termini l’unione del tutto accidentale delle Persone divine coll’uomo, oppure l’unione ipostatica di una Persona divina, cioè la Persona del Verbo, con la nostra natura umana. – Tale definizione della missione divina, che può sembrare astratta ma che in realtà è una conclusione dei fatti rivelati, e questa classificazione che essa riceve, ci guideranno.
1.
Dio creò l’uomo, non perché vivesse solo, e molto meno perché vivesse in opposizione col suo Dio. Dio creò l’uomo perché vivesse col suo Dio come un amico vive col proprio amico, in una grande intimità, destinata a divenire sempre più perfetta ed intima. In origine, fu così. Per vivere coll’uomo nella più grande intimità, Dio lo aveva costituito nello stato di giustizia originale; elevato allo stato di grazia e perfezionato nella sua natura umana. Ma Dio volle che l’uomo restasse libero di amare il suo Dio o di non amarlo, di corrispondere al suo destino o di non corrispondervi. Ed è questa la spiegazione della nostra deplorevole storia. Abusando della propria libertà, l’uomo disobbedì a Dio, ricusando così di riconoscerlo come suo Signore e aggiungendo alla sua disobbedienza la più abominevole ingratitudine, Dio punì l’uomo ritirandosi da lui e privandolo della grazia di cui lo aveva colmato. Gli fece prender coscienza della gravità della sua colpa e dell’abominazione della sua ingratitudine. Lo avrebbe lasciato in questo stato? La misericordia infinita di Dio ebbe il sopravvento. – Il libro del Genesi ci riferisce tutte queste cose in maniera figurata. Rivolgendosi al tentatore, cioè al demonio che aveva spinto la prima donna al peccato, Dio gli disse: « Perché hai fatto questo, una donna verrà e ti schiaccerà il capo, e invano cercherai di morderle il calcagno ». Tutta la Tradizione ha visto, in questo testo, che considera come il Protovangelo, come il riscontro del Vangelo di san Luca, l’annunzio del Messia Redentore e Salvatore. Tale annunzio è la prima missione dello Spirito Santo. Tutta la storia del popolo d’Israele è dominata dalla speranza e dall’attesa del Messia. Questa speranza è mantenuta dalle Missioni dello Spirito Santo. Poi, ecco i profeti. Illuminati, condotti dallo Spirito Santo, annunziano il Messia, Redentore e Salvatore. Giungono fino a predire il tempo, il luogo ove nascerà, la nobile povertà che sarà tutta la Sua ricchezza, tutta la santità di cui vorrà circondarsi. La Vergine Maria nasce a Nazaret. È tutta santa, tutta bella, immacolata nella Sua Concezione. Trascorre la Sua giovinezza quasi interamente nel Tempio. All’età di tre anni sceglie il Signore quale porzione della Sua eredità: si consacra a Dio; non amerà che Lui, non servirà che Lui, sarà interamente sua, senza riserva, senza divisione. Così vuole lo Spirito Santo che la illumina, la ispira, la guida in ogni suo passo, mediante l’insigne missione che Egli compie. Ecco l’Arcangelo Gabriele, il mandato di Dio, che le dice: « Salute, o piena di grazia, il Signore è teco. Benedetta tu fra le donne! » E siccome la Santissima Vergine si turba: «Non temere, Maria, prosegue l’Angelo; perché hai trovato grazia presso Dio; ecco tu concepirai nel seno e partorirai un Figlio, e gli potrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di David, suo padre; e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe; e il suo regno non avrà mai fine ». Allora Maria dice: « Come avverrà questo ? » E l’Angelo risponde: « Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà, per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio» Maria esclama allora: « Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola ». Il Figlio di Dio si fa uomo nel seno della Santissima Vergine Maria, per opera dello Spirito Santo. È contemporaneamente la grande missione del Figlio unico di Dio nel mondo, e la grande missione dello Spirito Santo. E siccome sono unite in una misteriosa unità, bisogna dire che è la grande missione del Figlio unico di Dio nel mondo, che Egli compie pet mezzo della grande missione dello Spirito Santo. Quanto alla vita della Vergine Santa, che adempie qui ad un tempo la divina missione di Sposa dello Spirito Santo e di madre, secondo la carne, del Figlio unico di Dio, sarà quel che è sempre stata, fin dall’inizio, una missione continua dello Spirito Santo. Così comincia la grande missione del Figlio unico di Dio nel mondo. Concepito di Spirito Santo, nasce dalla Santissima Vergine Maria. Il Dio Bambino è adorato dagli Angeli, dai pastori, dai Magi. A dodici anni, è a Gerusalemme, nel tempio in mezzo ai Dottori, che lo interrogano e ammirano la sapienza delle Sue risposte. Lo Spirito Santo è visibilmente in Lui: è lo Spirito Santo che parla per bocca Sua. Giovanni Battista sulle rive del Giordano annunzia la venuta di Colui che battezzerà nello Spirito Santo e nel fuoco. E nel momento in cui Gesù riceveva il battesimo da Giovanni, il cielo si apre, lo Spirito Santo scende sopra di Lui, sotto forma di colomba e una voce si fa udire: « Ecco il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo ». È una missione dello Spirito Santo, solo rappresentativa, per significare che Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo. – La missione del Figlio di Dio fatto uomo si afferma sempre più, per lo Spirito Santo, con lo Spirito Santo, nello Spirito Santo. Gesù sceglie i Suoi Apostoli; pronunzia il sermone sulla montagna, codice del Vangelo; moltiplica i miracoli. Giovanni Battista è stato da poco decapitato per ordine di Erode del quale aveva denunziato la cattiva condotta. Le inquietudini del tiranno hanno per oggetto Gesù. Ma Gesù continua la Sua missione, senza farne caso, per lo Spirito Santo, con lo Spirito Santo, nello Spirito Santo. Ecco l’istituzione della Santissima Eucarestia e quindi, al Getsemani, l’agonia. Poi, il tradimento di Giuda, la Passione, il Calvario, la crocifissione, la sepoltura. Quindi la risurrezione per lo Spirito Santo. Il mattino del primo giorno della settimana seguente, è l’apparizione di Gesù risorto alla Maddalena. La sera del medesimo giorno, mentre i discepoli erano radunati nel Cenacolo, Gesù venne, e presentandosi in mezzo a loro, disse: « Pace a voi!» Dopo aver parlato così, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli furono pieni di gioia vedendo il Signore. Egli disse loro una seconda volta: « Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’Io mando voi ». Dopo queste parole alitò sopra di loro dicendo: « Ricevete lo Spirito Santo. Saranno rimessi i peccati a chi li rimetterete e ritenuti a chiunque li riterrete ». Questo soffio è simbolo della comunicazione ancora parziale, dello Spirito Santo, che riceveranno in tutta la pienezza il giorno della Pentecoste (Gv. XX, 19-23). Sono le missioni divine. La missione centrale. la missione del Figlio di Dio fatto uomo, venuto in questo mondo per salvare e riscattare tutti gli uomini dalla schiavitù del peccato. Tutte le missioni dello Spirito Santo si riferiscono alla missione del Figlio di Dio fatto uomo. Esse sono tutte, come si suol dire, ordinate alla missione del Figlio di Dio fatto uomo, per annunziarla, prepararla, realizzarla effettuarla, compierla. – Allora si può fare una domanda ed è stata fatta Che cosa sarebbe avvenuto delle missioni divine se in origine, non vi fosse stato il peccato? Per quanto è possibile giudicarne, se non fosse stato commesso il peccato originale il Verbo di Dio si sarebbe incarnato lo stesso, il Padre avrebbe egualmente mandato il Suo Figlio in mezzo agli uomini. Egli sarebbe venuto non per salvarli, né per riscattarli, ma per santificarli, divinizzarli maggiormente, renderli sempre più simili a Sé, senza che avessero. bisogno per questo, di passare dall’esperienza del male e del peccato, per vivere con loro, Lui in essi, essi in Lui, nella più grande amicizia, un’amicizia perfetta, profondissima, molto stretta. – Dio ha creato l’uomo, abbiamo detto all’inizio di questa Lezione, non perché vivesse solo, e molto meno perché vivesse in opposizione con Dio. Dio ha creato l’uomo perché vivesse col suo Dio come un amico vive col proprio amico nella più grande e più viva amicizia. Così il Verbo di Dio si sarebbe incarnato, nella pienezza dei tempi, assumendo la nostra natura umana, ma impassibile e immortale. Tutte le cose sarebbero state annunziate, preparate, realizzate, continuate, compiute attraverso le missioni dello Spirito Santo. Ci saremmo mossi nel piano di una santificazione, di una divinizzazione del mondo, per mezzo della missione del Verbo Incarnato, che si sarebbe compiuta mediante le missioni dello Spirito Santo, per lo Spirito, con lo Spirito, nello Spirito. Se alle origini non vi fosse stata la colpa, le missioni divine avrebbero avuto luogo, ma secondo un altro piano. – Aspettiamo la vita eterna per darci alla meditazione di tutte le grandezze, e torniamo al nostro soggetto.
2.
Dopo aver studiato nella loro profonda unità le missioni del Figlio unico di Dio, che continua nel tempo e nell’eternità, e le missioni dello Spirito Santo che la circondano, ci sarà possibile studiare separatamente, diciamo astrattamente, le missioni dello Spirito Santo? Il Verbo di Dio, generato dal Padre da tutta l’eternità, è presente con la Sua umanità glorificata nel cielo, in mezzo agli eletti, dei quali forma la gioia e la gloria. Ma il Verbo di Dio, generato dal Padre di tutta l’eternità, vuole pure abitare in ogni anima riscattata con la Sua Passione e Morte. E le ha riscattate tutte senza eccezione. Per renderle degne di ciò, non cessa di mandar loro il Suo Spirito Santo, che le illumina, le invita al pentimento delle proprie colpe le santifica e, una volta santificate, le aiuta a santificarsi maggiormente. Di qui, l’attività immensa prodigiosa, infinita, delle missioni dello Spitito Santo. Questa attività santificante è la proprietà dello Spirito Santo? – L’Incarnazione è la proprietà del Figlio unico di Dio. Solo il Figlio unico di Dio, solo il Verbo eterno del Padre si è fatto uomo. Se il Padre e lo Spirito Santo dimorano nella santa umanità del Salvatore, soltanto il Verbo si è unito sostanzialmente, cioè ipostaticamente, a questa umanità e l’ha fatta Sua. La santificazione delle anime è anch’essa, in un certo senso, la proprietà dello Spirito Santo? – Un teologo eminente, il P. Petau, lo ha affermato. Egli fa della santificazione delle anime una funzione talmente speciale dello Spirito Santo, che assume tutti i caratteri di una proprietà. « Sic, in homine justo, tres utique Personae habitant. Sed solus Spiritus Sanctus quasi forma est sanctificans, et adoptivam reddens, sui communicatione, filium. Senza dubbio nell’uomo giusto abitano le tre divine Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ma solo lo Spirito Santo è come la forma che fa, dell’uomo giusto, il figlio adottivo di Dio » (De Trinitate, 1. VIII, c. VI, 8). – Non si faccia dire al P. Petau ciò che non ha mai detto o scritto. Secondo lui, come secondo tutti i teologi, l’unione della Trinità santa con l’anima giusta non può essere che una unione accidentale. Ma, egli afferma, è l’unione speciale dello Spirito Santo con l’anima giusta che fa dell’uomo giusto il figlio adottivo di Dio. Petau afferma che tale dottrina è proprio la dottrina dei Padri greci. In verità la dottrina dei Padri greci ci sembra ad un tempo molto più semplice e luminosa. Essi affermano che lo Spirito Santo è più specialmente il principio della nostra santificazione perché, nella rivelazione che ci è stata fatta del mistero di Dio, lo Spirito Santo è il termine della vita divina, è in qualche modo la Persona divina volta verso gli uomini e, per conseguenza, il principio immediato di tutte le opere ad extra, Colui per mezzo del quale il Padre ed il Figlio, il Padre per il Figlio, intervengono. Nell’opera della nostra santificazione, il Padre ed il Figlio agiscono egualmente, ma per mezzo dello Spirito Santo. I teologi della Scolastica non hanno mai potuto risolversi a dire che la santificazione delle anime sia un attributo più speciale dello Spirito Santo. Per essi la santificazione delle anime appartiene alle tre Persone, al medesimo titolo. È vero, dicono, che nella Sacra Scrittura, la santificazione delle anime è sempre attribuita allo Spirito Santo; ma ciò è a motivo della relazione che esiste tra questa operazione e il nome personale o distintivo dello Spirito Santo. Si tratta di un’attribuzione fondata sopra una semplice appropriazione. Coraggio, un po’ di audacia! Lo Spirito Santo lo vuole!