TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (7)

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (7)

TITOLO ORIGINALE: TRAITÉ DU SAINT – ESPRIT – Edit. Bloud-Gay.- Paris 1950

V. Per la Curia Generalizia Roma, 11 – 2 – 1952 – Sac. G. ALBERIONE

Nulla osta alla stampa – Alba, 20 – 2 – 1952 Sac. S. Trosso, Sup.

lmprimatur: Alba, 28 – 2 – 1952 – Mons. Gianolio, Vic. GEN.

CAPO SESTO

LA DOTTRINA DELLO SPIRITO SANTO SECONDO LE LETTERE DI SAN PAOLO

Le lettere di san Paolo sono rivolte alle cristianità da lui evangelizzate nell’Asia Minore, in Grecia, a Roma; e a tre dei suoi discepoli: Timoteo, Tito e Filemone. Lo scopo dell’Apostolo è prima di tutto uno scopo morale: la giustificazione, la santificazione, la salvezza delle anime. Queste tre espressioni che san Paolo usa continuamente, nelle sue epistole, designano sempre la stessa opera soprannaturale. Se la considera al suo inizio, quando essa è liberazione dal peccato, la chiama di preferenza nostra giustificazione; se la considera nel suo pieno sviluppo, quando è una marcia sicura verso Dio, la chiama di preferenza nostra santificazione; se la considera al suo termine, quando ci avvicina alla nostra unione a Dio nella gloria, la chiama di preferenza nostra salvezza. Ma questi sono punti di vista, sfumature, di cui l’Apostolo non tiene sempre conto. – Ora, è in vista della salvezza, della santificazione, della giustificazione dei cristiani da lui evangelizzati, che san Paolo è indotto ad insegnare il mistero di Dio, il mistero di un solo Dio in tre Persone. All’inizio di uno studio come questo, è assai importante ricordare che san Paolo non consideri mai Dio come vivente lungi da noi. Secondo la sua dottrina, Dio è immanente in noi, sebbene sempre distinto da noi, per animarci, illuminarci, fortificarci, consolarci, o per biasimarci con la voce della nostra coscienza. Noi viviamo in Lui. E, siccome è Padre, Figlio e Spirito Santo, viviamo nello Spirito Santo, che ci trascina verso il Figlio e, per il Figlio, verso il Padre. Così è uno scopo morale che conduce l’Apostolo san Paolo ad insegnare il mistero di Dio, a presentarci il mistero di un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. In qual modo egli ci presenta in particolare lo Spirito Santo?

1.

Tre principali ostacoli si oppongono, secondo san Paolo, alla nostra giustificazione, alla nostra santificazione, alla nostra salvezza: il demonio, il mondo, la carne. Prima di tutto, satana, l’angelo ribelle, il capo dei demoni, che Dio ha dannato, a motivo della sua ribellione contro di Lui, con gli angeli che come lui e con lui si sono rivoltati. Appena l’uomo comparve sulla terra, satana lo tentò per indurlo a ribellarsi contro Dio, come egli stesso aveva fatto, conducendolo a disobbedirgli. Disobbedendo a Dio ricusava di riconoscerlo come Sovrano Signore; rifiutava di adorarlo. satana pervertì, innanzitutto, la prima donna e, per suo mezzo, il primo uomo, Adamo. In lui, tutti gli uomini della sua discendenza sono stati costituiti peccatori. Così il peccato entrò nel mondo e, col peccato, la morte. satana, coadiuvato dai demoni, continua l’opera sua di peccato, in tutti gli uomini in particolare. È questo il primo ostacolo alla nostra santificazione. – Il peccato, una volta introdotto nel mondo, si è moltiplicato sotto tutte le forme e, moltiplicandosi, è divenuto una provocazione a peccare. Così esso ha pervertito il mondo. Il mondo, mediante la corruzione che trascina con sé, è un secondo ostacolo alla nostra santificazione. – Ed ecco il terzo ostacolo. Si trova nel nostro intimo. Ogni natura umana in particolare lo porta con sé. Venendo al mondo peccatori, nasciamo in opposizione a Dio, privi della vita soprannaturale che Egli comunica. È tale privazione che ci costituisce formalmente peccatori, come si esprime la teologia. Nasciamo anche privi di un certo numero di vantaggi che ci avrebbero reso tutto facile e la cui privazione ci rende tutto difficile. Da tutte queste privazioni, risulta in noi una debolezza, uno squilibrio, che si manifesta con una smisurata ricerca degli onori e delle vanità del mondo, con una ricerca eccessiva dei beni di quaggiù, una sete di godimenti, soprattutto di godimenti sensibili, e in questi, più particolarmente, dei godimenti voluttuosi. È appunto questa perversione della nostra natura umana che vien chiamata dall’Apostolo: triplice concupiscenza della carne, o solamente la carne. –  Così i tre ostacoli alla nostra santificazione sono il demonio, il mondo e la carne. Dovremo lottare contro tutto questo, e lottare tutta la nostra vita. La vita morale sarà una lotta, un combattimento incessante. Se fossimo stati lasciati a noi stessi, saremmo tutti perduti. Poiché, nell’ordine della nostra salvezza da soli non possiamo gran cosa. Non ci è possibile perseverare a lungo nell’osservanza dei comandamenti di Dio, né vincere le gravi tentazioni. Ma il Salvatore è venuto. Con la Sua morte ha vinto il peccato, ha vinto il mondo. Ci manda lo Spirito Santo che è il Suo Spirito ed è nel medesimo tempo lo Spirito del Padre.  È qui che nella teologia morale di san Paolo si parla per la prima volta dello Spirito Santo. – Cristo ha riscattato tutti gli uomini senza eccezione. Lo Spirito Santo si presenta dunque al cuore di ogni uomo, chiunque sia: Però, se Dio ci ha creati senza di noi, non ci giustifica senza di noi. Dobbiamo accettare liberamente lo Spirito Santo. Chi accetta lo Spirito Santo e coopera con Lui, sarà salvo. Chi rifiuta di corrispondere allo Spirito Santo, fino alla fine della vita, sarà dannato. È il peccato contro lo Spirito, il peccato irremissibile. A colui che riceve lo Spirito Santo e corrisponde ai Suoi inviti, Egli dà, prima di tutto, il lume della fede che gli permetterà di credere ai misteri rivelati da Dio. Il mistero centrale è il mistero di Gesù, Dio fatto uomo, venuto in questo mondo per riscattarci. Poi, una forza soprannaturale che gli permetterà di lottare contro il demonio e le sue tentazioni, contro il mondo e contro la carne, una forza che gli permetterà di contare sul cielo, quale sola ed unica ricompensa. E nel medesimo tempo, una carità verso Dio e verso il prossimo, chiamata a divenire sempre più universale, elevata, viva, perfetta, e ad assumere tutte le forme descritte dall’Apostolo, che rendono la creatura umana che le realizza e le ha realizzate, un essere morale idealmente bello agli occhi di tutti coloro che sanno osservare e giudicare: « La carità è paziente, ha scritto san Paolo, la carità è benefica, la carità non è invidiosa, non è insolente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca il proprio interesse, non s’irrita, non pensa male, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta » (I Cor. XIII, 47). Quando la creatura umana è giunta a questo grado di corrispondenza all’azione dello Spirito Santo, è santa, di una santità in pieno sviluppo. Poiché su questa terra la santità è sempre in cammino. Non conosce soste. Ed anche per essa non avanzare sarebbe indietreggiare.

2.

Quindi lo scopo che l’Apostolo si prefigge nelle sue Epistole, è prima di tutto uno scopo morale: la giustificazione, la santificazione, la salvezza delle anime, che egli ha la missione di evangelizzare. E in tale occasione che si sente spinto ad insegnare e a presentare il mistero di un solo Dio in tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Egli ci presenta lo Spirito Santo come Colui per ii quale, col quale, nel quale, il Figlio unico del Padre, Verbo Incarnato, ci santifica, per mezzo del quale ci illumina, ci fortifica, riempie i nostri cuori di una carità per Dio e per le anime, che nulla stanca, niente scoraggia, né arresta, in mezzo alle difficoltà tra le quali ci dibattiamo in questo mondo. Cerchiamo adesso di comprendere, attraverso questa descrizione dell’opera dello Spirito Santo nelle anime, che abbiamo abbozzata, l’idea che san Paolo si è formata e ci dà dello Spirito Santo. – Avremo osservato che in nessuna delle sue lettere l’Apostolo. dice esplicitamente che lo Spirito Santo è Dio. L’Apostolo fa questo per non urtare il monoteismo giudaico. Il monoteismo rigido, gretto, astratto, quale i Giudei di quel tempo lo intendevano, costituiva infatti una difficoltà. Lo stesso Salvatore ne aveva tenuto conto. L’Apostolo Paolo, antico discepolo di Gamaliele, conosceva questa difficoltà meglio di tutti. Ne sapeva le esagerazioni, le esigenze e le vivissime suscettibilità che creava negli spiriti. Aggiungiamo che tale difficoltà non ha cessato di persistere negli ambienti, intellettuali e religiosi, giudaici. – Sì, senza dubbio, non vi è che un solo Dio, come hanno insegnato Mosè e i profeti. Ma, in Dio, vi è il Padre, che genera eternamente un Figlio, e, dal Padre, per il Figlio, procede eternamente lo Spirito Santo. Così, vi è Dio, e in Dio vi è la vita intima di Dio che consiste essenzialmente nella generazione eterna del Figlio e nella spirazione eterna dello Spirito. San Paolo comprendeva benissimo che il monoteismo gretto dei suoi contemporanei non si sarebbe attenuato né avrebbe abbandonato le proprie esigenze, se non quando si fosse stabilita negli spiriti, per mezzo della fede, una conoscenza sufficientemente chiara della vita interiore di Dio, della vita trinitaria. E capiva benissimo che questa conoscenza trinitaria sarebbe penetrata, negli spiriti e nei cuori, prima di tutto e soprattutto mediante la fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, Dio fatto uomo. Questa fede viva e profonda in Gesù Cristo, Dio fatto uomo, avrebbe trascinato seco la rivelazione della Santissima Trinità, la rivelazione dello Spirito Santo, Dio, come il Padre ed il Figlio. Di colpo l’idea del gretto monoteismo dei Giudei sarebbe caduta da sé. Da ciò, l’insegnamento molto riservato dell’Apostolo. Senza parlare della divinità dello Spirito Santo, egli lo presenta quale autore e consumatore della nostra santificazione, col Padre e col Figlio; e al medesimo titolo del Padre e del Figlio. Ma con quale fermezza e chiarezza fa questa presentazione! « Quelli infatti che vivono secondo la carne – scrive san Paolo nella lettera ai Romani – gustano le cose della carne; ma quelli che vivono secondo lo Spirito gustano le cose dello Spirito. Ora la saggezza della carne è morte; la saggezza dello Spirito è vita e pace, perché la sapienza della carne è nemica di Dio, non essendo soggetta, né potendosi assoggettare alla legge di Dio: quindi quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Ma voi non vivete più secondo la carne ma secondo lo Spirito, se lo Spirito di Dio abita in voi. Che se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è dei suoi. Se poi Cristo è in voi, il corpo certamente è motto a causa del peccato, ma lo Spirito vive a cagione della giustizia. Che se lo Spirito di Colui che risuscitò Gesù da morte abita in voi, chi risuscitò Gesù Cristo da morte renderà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del Suo Spirito che abita in voi» (Rom VIII, 5-11). E nella lettera agli Efesini, esponendo la medesima dottrina, l’Apostolo scrive: « A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor Nostro Gesù Cristo, da cui ogni famiglia e nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo le ricchezze della Sua gloria, di essere mediante lo Spirito di Lui, potentemente corroborati nell’uomo interiore, in modo che Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e voi, radicati nella fede, fondati nella carità, possiate, con tutti i santi, comprendere quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, anzi possiate conoscete ciò che supera ogni scienza, la stessa carità di Cristo, in modo che siate ripieni di tutta la pienezza di Dio » (Ef. III, 14-19). – Da questi testi appare chiaramente che ogni santificazione viene in noi per mezzo dello Spirito Santo, che procede dal Padre, per il Figlio. Egli è l’autore della nostra santificazione, col Padre e col Figlio e al medesimo titolo del Padre e del Figlio. Ciò equivale affermare che Egli è Dio, come il Padre ed il Figlio. Uno, nell’unità di sostanza, col Padre e col Figlio, lo Spirito Santo non è né il Padre, né il Figlio; per conseguenza è una Persona come il Padre, una Persona come il Figlio. È questo l’insegnamento di san Paolo che si congiunge qui con quello di san Giovanni (XIV, 15-16). E secondo l’Apostolo, tutti noi uomini, senza far distinzione fra gl’incirconcisi, o i pagani, e i circoncisi, o i Giudei, siamo stati riscattati dal medesimo Cristo, Nostro Signore Gesù. « Egli è venuto ad evangelizzare la pace a voi che eravate lontani e a quelli che erano vicini, perché per mezzo di Lui e gli uni e gli altri, mediante il medesime Spirito abbiamo accesso al Padre. Voi dunque, Efesini, che eravate pagani non siete più ospiti  e pellegrini; ma siete concittadini dei santi e della famiglia di Dio, edificati sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti, essendo lo stesso Cristo Gesù la prima pietra angolare, sopra di cui tutto l’edificio ben costruito s’innalza per formare il tempio santo del Signore, sopra il quale anche voi siete insieme edificati, per divenire, mediante lo Spirito, dimora di Dio » (Ef. II, 17-22). – In altri termini, Cristo che ci ha tutti riscattati, senza far distinzione tra Giudei e pagani, viene Lui stesso, per mezzo del Suo divino Spirito, a bussare alla porta dell’anima nostra. E, se corrispondiamo ai Suoi inviti, pet il Suo Spirito, col Suo Spirito, nel Suo Spirito ci attira tutti a Sé e, per Suo mezzo, verso il Padre. Siamo giustificati, siamo santificati, siamo salvati. Lo Spirito Santo è Colui per il quale si opera questa trasformazione nelle anime nostre. Egli è la terza Persona della Santissima Trinità, non soltanto numericamente, ma perché è il termine della vita trinitaria, Colui per il quale la vita trinitaria ci è comunicata, pet fare di noi i templi dello Spirito, i fratelli del Figlio unico di Dio, i figli di Dio Padre, in una parola dei santi, chiamati a vivere sempre più della vita stessa di Dio. Ed è l’amore del Padre, per mezzo del Figlio che ci ha riscattati, il cui amore per noi « supera ogni scienza » (Ef. III, 19), nello Spirito, per lo Spirito, con lo Spirito, che opera in noi tutte queste meraviglie. Quindi, termine dell’amore del Padre, per il Figlio, lo Spirito Santo è anche considerato e presentato dall’Apostolo come lo Spirito d’amore, come l’amore di Dio per noi. – Tale è la dottrina di san Paolo sullo Spirito Santo. Egli è Dio, come il Padre ed il Figlio. È una Persona, come il Padre ed il Figlio. Uno col Padre e col Figlio, viene in noi dal Padre per il Figlio e, se sappiamo corrispondere ai Suoi inviti, trascina tutti noi uomini verso il Figlio e per il Figlio, verso il Padre, spezzando definitivamente « la barriera che separava i Giudei e i Gentili o i pagani » (Ef. II, 14). È per noi la giustificazione, la santificazione, la salvezza. Egli è il termine della vita trinitaria. È l’amore di Dio per noi. Ecco tutto il simbolo della nostra fede sullo Spirito Santo: tutta la dogmatica cattolica.

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (8)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

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