TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (2)

L. LEBAUCHE

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO (2)

TITOLO ORIGINALE: TRAITÉ DU SAINT – ESPRIT Edit. Bloud-Gay.- Paris 1950

V. Per la Curia Generalizia Roma, 11 – 2 – 1952 Sac. G. ALBERIONE

Nulla osta alla stampa Alba, 20 – 2 – 1952 Sac. S. Trosso, Sup.

lmprimatur Alba, 28 – 2 – 1952 Mons. Gianolio, Vic. GEN.

CAPO PRIMO

SIMBOLI DELLO SPIRITO SANTO

Dio si è rivelato agli uomini mediante il pensiero umano che Egli ha illuminato, di cui ha diretto le espressioni verbali, le parole, come cantiamo nel nostro Simbolo: Qui locutus est per prophetas. Egli ha pure assistito gli autori ispirati che scrivevano la parola rivelata. È in questo modo che ci sono venuti i Libri Santi. La Tradizione, diretta da Dio, ci ha trasmesso la parola non scritta nei Libri Santi, alla quale si riferiscono spesso i Padri della Chiesa. Ma soprattutto ci ha trasmesso il pensiero rivelato e scritto nei Sacri Libri. Nel medesimo tempo ha approfondito questo pensiero in modo da penetrarne sempre più gli aspetti. La Chiesa, assistita da Dio, ha diretto questo duplice lavoro di trasmissione e di approfondimento. Il lavoro di trasmissione o di tradizione può considerarsi terminato con san Gregorio Magno, morto nel 604. Ma quello di approfondimento o di penetrazione, continua. La Chiesa assistita da Dio, nei Concili o per mezzo del Papa infallibile, ha definito i termini di questo lavoro di trasmissione e di approfondimento, o di solo approfondimento. È così che Dio dapprima si è fatto conoscere. Ma san Tommaso ci avverte che il linguaggio umano, sia pure pieno dell’assistenza di Dio, resta sempre umano, quindi relativo alle categorie del pensiero umano, enunciativo del mistero di Dio senza dubbio, ma in forma umana o, come si suol dire, in modo analogico. E ci dà questo avvertimento a proposito del più grande dei misteri, enunciato in linguaggio umano, il mistero di un solo Dio in tre persone (Summa theol. 1, q. 30, a. 3.). – Dio si è egualmente fatto conoscere per mezzo del sentimento umano, cioè mediante le intuizioni del cuore. E questa maniera di farsi conoscere, essendo più diretta, meno elaborata, meno umanizzata, ha maggiori probabilità di essere esatta. È ancora san Tommaso che ce ne avverte quando dice di avere appreso i misteri di Dio più nelle meditazioni davanti al crocifisso, che mediante la lettura di tutti gli scritti sacri o profani. Dio si è pure rivelato per mezzo dei fatti. Siamo a Cafarnao. Viene presentato a Gesù un paralitico. Di fronte alla fede di quest’uomo e di coloro che glielo hanno portato, Gesù gli dice: « Ti sono rimessi i tuoi peccati ». I Farisei presenti, Dottori della legge, Scribi, si scandalizzano. E che dicono, additando Gesù, ecco che Egli si attribuisce un  potere tutto divino, quello di rimettere i peccati — infatti, i peccati che sono offese di Dio, non possono essere rimessi se non da Dio solo — ecco che si fa eguale a Dio e si dice Dio. Egli bestemmia! E Gesù risponde: affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha veramente il potere di rimettere i peccati: « Alzati e cammina », dice al paralitico che si alza tosto e cammina. Qui Dio parla per mezzo di un fatto sull’importanza del quale nessuno può ingannarsi. Egli firma, accredita con un fatto, la dichiarazione del Salvatore e l’interpretazione che i Farisei ne dànno: Gesù è proprio eguale a Dio, è Dio. – Ma Dio parla ancora per mezzo degli elementi che sono nel mondo. Si serve pet questo dei più potenti: il vento, l’acqua, il fuoco. Con tali elementi, da Lui animati, Egli significa o simboleggia la Sua presenza, le diverse forme della Sua azione. Ed è specialmente lo Spirito Santo, la Sua presenza e i suoi molteplici interventi, che ha significato o simboleggiato servendosi degli elementi. Forse con questo modo di rivelarsi si fa conoscere meno. Il più delle volte non abbiamo delle nostre potenze fisiche e intellettuali, che una coscienza confusa. Un’osservazione più attenta di noi stessi ce le fa conoscere. Avviene lo stesso dello Spirito Santo. Ci muoviamo in Lui nell’ordine della natura e in quello della grazia. Troppo spesso non abbiamo di Lui che un sentimento vago. Si è anche potuto chiamarlo il « Divino Sconosciuto ». Ma lo sguardo penetrante della fede viva non s’inganna. E, per essa, il linguaggio degli elementi è più espressivo e rivelatore dell’umano linguaggio. Lo Spirito Santo è il Dio che la vivifica, il Dio che essa adora e glorifica con le sue dossologie, Colui per mezzo del quale va continuamente al Figlio, Verbo di Dio fatto uomo e, per il Figlio, al Padre.

1.

La parola Spirito, Spiritus, significa soffio, vento. Serve a designare la terza Persona della Santissima Trinità, perché questa divina Persona ci è stata rivelata ed è come un soffio, talvolta potente e maestoso, che scuote e rinnova la faccia della terra; tal’altra lieve e dolce che increspa la superficie delle riviere e dei laghi, fa ondulare le messi quasi mature, agita delicatamente le foglie dei grandi alberi, accarezza i fiori, rinfresca la nostra fronte: e, ancor più, perché la terza Persona dell’Augusta Trinità ci è stata rivelata ed è come quel soffio inspirato continuamente nei nostri polmoni per ossigenarvi il sangue, ed anche di continuo espirato per espellere dal sangue l’acido carbonico, duplice soffio d’inspirazione e di espirazione che chiamiamo respirazione, talmente necessaria alla nostra vita che la continuazione di essa mantiene e significa la vita e la sua cessazione, provoca e significa la morte. – Così lo Spirito Santo ci è stato rivelato ed è soprattutto come il soffio di Dio che producendo la respirazione in tutto ciò che vive, ne assicura la vita, e sospendendola, ne cagiona lo sfacelo e ben presto la morte. – Ma qui il simbolismo della respirazione si trasforma e si eleva. Lo Spirito Santo è come un duplice soffio che ci dà Dio e, dopo averci rinnovati, mediante la comunicazione della grazia e la purificazione dell’anima nostra, ci dà a Dio. Dio è Vita, Luce e Amore. Lo Spirito Santo è come un soffio che ci vivifica, c’illumina, c’infiamma e fatto questo, ci dà a Dio, Vita, Luce e Amore. Lo Spirito Santo ci prende e, dopo averci rinnovati, ci trascina nel movimento della vita divina. Dio formò l’uomo dal fango della terra e gl’ispirò in faccia il soffio della vita, leggiamo all’inizio del Genesi, e l’uomo divenne persona vivente (Gen. II, 7. È lo spirito che ci anima. Di qui queste due parole, spirito e anima per designare il principio misterioso, che è in noi capace di conoscete, stimare, pesare o pensare, capace anche di volere liberamente, e, come tale, spirituale e immortale, e che costituisce la nostra trascendenza. Unito sostanzialmente al nostro corpo, fa di noi ciò che siamo.). Diventò un essere vivente della vita naturale ed anche, nel medesimo tempo, della vita soprannaturale, come per mezzo della fede affermiamo. – Per essere il più possibile esatti, diciamo che, in questo soffio di Dio che ci anima, si può distinguere come un soffio creato, uno spirito creato, che chiamiamo il nostro spirito o l’anima nostra; poi un soffio creato consistente nel duplice movimento continuo d’inspirazione e di espirazione, che si chiama respirazione ed è necessario alla nostra vita terrena; quindi, immanente, ma distinto, sia nel soffio creato che è l’anima nostra, come nel soffio creato che è la nostra respirazione, un soffio increato che anima l’anima nostra e la nostra respirazione ed è come il soffio di Dio, la terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo. – E, per essere questa volta, non soltanto esatti, ma completi, diciamo che vi è come il soffio di Dio nell’ordine naturale, che ha per termine la nostra vita semplicemente umana, e come il soffio di Dio nell’ordine soprannaturale che ha per termine la nostra vita in Dio mediante la fede e la carità. – Questo soffio di Dio, la Chiesa non cessa d’invitarlo, in un ordine o nell’altro, con questa preghiera che pone sulle labbra di coloro che lavorano — soprattutto di quelli che si dànno con slancio agli esercizi della vita spirituale e allo studio delle verità religiose — e che si affaticano, e vogliono santificare il proprio lavoro e la loro fatica: «Vieni, o Santo Spirito, riempi i cuori dei Tuoi fedeli, e accendi in essi il fuoco del Tuo amore ». « Manda il Tuo Spirito per mezzo del quale non cessi di conservare e di creare tutte le cose: e mediante il quale rinnoverai la faccia della terra ». – «Ti preghiamo, o Signore, che hai ammaestrato i cuori dei fedeli mediante il lume dello Spirito Santo; donaci in questo divino Spirito e per questo divino Spirito, di amare ciò che è vero e trovar sempre la nostra più grande gioia nelle sue consolazioni ». – Il simbolo del soffio, del vento, dello spirito, col quale abbiamo cercato di farci qualche idea della terza Persona dell’Augusta Trinità, ci ha messi di fronte ad una realtà assai complessa e misteriosa, sulla quale tuttavia è riuscito a proiettare un po’ di luce. Soprattutto questa. Lo Spirito Santo è il vincolo vivente che ci unisce a Dio, ci fa vivere in Dio nell’ordine della natura, come in quello della grazia. È come una respirazione misteriosa che ci dà Dio e, dopo averci rinnovati, ci dà a Dio. Con questa divina respirazione, è la vita: senza di essa, è la morte. Torna al pensiero, ma applicandola più particolarmente allo Spirito Santo, secondo, del resto, il suo significato profondo, la celebre parola dell’Apostolo san Paolo, il Dottore della teologia dello Spirito Santo: In ipso enim vivimus, et movemur, et sumus. Così egli insegnava all’Areopago, come già avevano detto alcuni filosofi greci (Atti XVII, 28). –

2.

Lo Spirito Santo è ancora simboleggiato o significato dall’acqua. È come un fiume d’acqua viva, scrive il veggente dell’Apocalisse: « E ostendit mihi fluvium aquæ vivæ, procedentem de sede Dei et Agni. Emi mostrò un fiume d’acqua viva, che scaturivano dal Trono di Dio e dell’Agnello » (Apoc. XXII; 1). Questo fiumed’acqua viva che procede dal Trono di Dio.cioè da Dio Padre, per l’Agnello, cioè il Verbo incarnato, simboleggia lo Spirito Santo, spiega Sant’Agostino (De Gen. contr. Manich. n. 37). E nel Salmo 45, 5, scrive lo stesso sant’Agostino (In Ps. 45, n. 5), si tratta pure dello Spirito Santo quando il Salmista esclama: « Fluminis impetus lætificat civitatem Dei: sanctificavit tabernaculum suum Altissimus.Il corso di un fiume rallegra la città di Dio,l’Altissimo ha santificato il Suo tabernacolo ».Secondo il Salmista, lo Spirito Santo è anche un fiume immenso che irriga, feconda e rallegra la città celeste, il santuario ove abita l’Altissimo.Se uniamo i due simboli dell’Apocalisse e del Salmista formandone uno solo, otteniamo un simbolo di potentissimo effetto. Lo Spirito Santo è come un fiume che dal Padre si frange nel Figlio, edal Figlio rimbalza verso il Padre trascinando seco la moltitudine delle anime beate, prima verso il Figlio, Verbo di Dio fatto uomo, in un movimento di contemplazione, cioè d’intuizione e d’amore, e, per il Figlio, verso il Padre. Eccoci elevati in piena vita trinitaria. La teologia dei Padri greci c’insegnerà infatti, che la vita trinitaria consiste in un movimento immenso e ineffabile, senza principio, senza soste, senza fine, che parte dal Padre e termina allo Spirito, passando per il Figlio, e si rivolge verso il Figlio, e dal Figlio, verso il Padre. Ne segue che, per lo Spirito Santo e nello Spirito Santo, tutte le anime degli eletti vivono in Dio nella più stretta unione. Esse vivono tra loro della vita più intensa e più intima che mai possa esistere. Nessuna parola umana diretta, può dire queste cose. Solo quel meraviglioso simbolo del fiume che si frange e del fiume che rimbalza, analogo al simbolo del duplice soffio respiratorio che ci dà Dio e ci dà a Dio, può lasciarle intravedere. È il cielo. Noi siamo sulla terra. Ora, in questo mondo, è mediante le proprietà dell’acqua, che lo Spirito Santo simboleggia o significale differenti forme della Sua attività nelle anime.« Rorate celi desuper, et nubes pluant Justum, aperiatur terra, et germinet Salvatorem.Cieli, spandete dall’alto la vostra rugiada e le nubi facciano piovere il Giusto.Si apra la terra e germini il Salvatore ».È questa la preghiera ardente che la liturgia prende dal libro di Isaia (Is. XLV, 8) e ne fa il motivo principale della sua supplica durante il tempo dell’avvento. Questa rugiada benefica, queste nubi abbondanti, che nel periodo di siccità s’invocano con desiderio così grande soprattutto nei paesi di Oriente, quasi nubes pluviæ in tempore. siccitatis (Eccli. XXXV, 26), sono ordinariamente, nei Libri Santi, simbolo dello Spirito Santo. Qui si domanda che la rugiada e le nubi si riversino sulla terra per provocarvi la fecondità e la germinazione. Simbolismo molto espressivo per significare l’attività dello Spirito Santo nel compimento del mistero dell’Incarnazione del Verbo. Infatti, è per opera dello Spirito Santo che il Figlio eterno del Padre si è fatto uomo. È per suo mezzo che si è operata la soprannaturale germinazione nel seno della Vergine Maria: Et incarnatus est de Spiritu Sancto, ex Maria Virgine: et homo factus est. È ancora mediante le proprietà dell’acqua che lo Spirito Santo simboleggia e significa la Sua attività nell’opera della nostra santificazione. «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva, » ha detto il Salvatore. « Dal seno di chi crede in me scaturiranno fiumi di acqua viva. Egli diceva questo, » scrive san Giovanni, « dello Spirito che dovevano ricevere e già ricevevano quelli che credono in Lui » (Giov. VII, 37-38). Ora quest’acqua mistica abbondante e rapida come le acque dei fiumi, che simboleggia e significa lo Spirito Santo, purifica il cuore mediante la penitenza, unisce l’intelligenza e la volontà a Dio per mezzo della fede, slancia l’anima verso Dio, Sommo Bene, mediante la speranza, ci unisce strettamente a Dio con la carità, stabilisce in noi un equilibrio moderatore con le virtù di prudenza, giustizia, fortezza, temperanza e con tutte quelle che da esse derivano. – Verrà istituito un sacramento che per mezzo dell’abluzione dell’acqua conferirà lo Spirito Santo, con tutte le grazie da esso simboleggiate o significate, e che tutti gli uomini dovranno ricevere per entrare nel regno dei Cieli. « Nisi quis renatus fuerit ex aqua et Spiritu Sancto, non potest introire in regnum cælorum.Chi non rinascerà per acqua e Spirito Santo, non può entrare nel regno dei Cieli» (Giov. III, 5). Questo sacramento è il Battesimo. Così l’acqua diventa il simbolo, il segno, il sacramento, nel quale e per mezzo del quale lo Spirito Santo si comunica o vuol comunicarsi a tutti gli uomini, per rigenerarsi, purificarli, comunicar loro la Sua grazia, farne dei fratelli del Verbo di Dio fatto uomo, dei figli di Dio Padre. « Euntes ergo docete omnes gentes, baptizantes eos în nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Andate dunque ed ammaestrate tutte le genti battezzandole nel nome del Padre e de Figlio e dello Spirito Santo » (Mt. XXVIII, 19). – Lo Spirito Santo ci è stato rivelato. come un soffio, un soffio inspiratore per mezzo del quale Egli ci dà Dio, per rinnovare l’anima nostra, e un soffio espiratore per mezzo del quale, una volta rinnovata l’anima nostra, ci diamo a Dio. Così, per lo Spirito Santo che è come la nostra divina respirazione, viviamo per mezzo di Dio, viviamo in Dio.

3.

Lo Spirito Santo ci è stato pure rivelato come un fiume che viene dal Padre per il Figlio, Verbo di Dio fatto uomo, e che trascina verso il Padre, per il Figlio. Quando si tratta degli eletti che sono in cielo, lo Spirito Santo viene e trascina, come in un flusso e riflusso continuo e armonioso. Nessun irrigidimento da parte delle anime beate: invece, una infinita docilità, il più perfetto slancio. Lo Spirito Santo dà all’anima il Verbo di Dio, Vita e Luce, e dà l’anima al Verbo di Dio, Vita e Luce. È la contemplazione al grado più elevato. Nello stesso modo, lo Spirito Santo viene in noi per darci il Verbo di Dio e trascinarci verso di Lui. Ma quale peso da sollevare, quante difficoltà da sormontare, quanti peccati da vincere! Talvolta lo Spirito Santo si adopera a ciò durante tutta la nostra vita, fino al termine di essa; non cede, non si ritira che di fronte alla nostra ultima cattiva volontà. – Così lo Spirito Santo è, per noi che viviamo sulla terra, lo Spirito purificatore. La purificazione si fa mediante la penitenza. Ed è unita all’illuminazione per mezzo della fede. E tale illuminazione è tanto più viva quanto la purificazione è più completa e profonda. La fede opera per mezzo della carità. La carità sarà tanto più perfetta quanto più la fede sarà viva. Il fuoco è ciò che purifica meglio. È una fiamma che illumina ed incendia. Esso significa mirabilmente le proprietà dello Spirito Santo. Quindi non reca stupore che lo Spirito Santo ci sia stato rivelato sotto il simbolo del fuoco. «Ignem veni mittere în terram et quid volo nisi ut accendatur? Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e che posso desiderare se non che si accenda ?»(Lc. XII, 49). Il Salvatore diceva questo dello Spirito Santo che era venuto a portare sulla terra: lo Spirito Santo sarà come un fuoco che purificherà le coscienze,una luce che illuminerà le menti, una fiamma che incendierà i cuori, suscitando in essi l’ardore della carità, lo zelo, la dedizione, il sacrificio.Fate penitenza dei vostri peccati. È il primo e principale messaggio del Salvatore, come fu il messaggio di Giovanni Battista e quello di tutti i profeti. Entrando nel mondo Gesù aveva voluto che la Sua vita fosse presentata, nel suo insieme, quale omaggio di adorazione a Dio Suo Padre (Ebr. X, 5), in opposizione al rifiuto di adorazione che trovasi infondo ad ogni peccato degli uomini.Fin dall’inizio del Suo ministero pubblico, dichiara implacabile lotta al peccato. Lo insegue in tutti i partiti, Farisei, Sadducei, Pubblicani, non appartenendo per questo ad alcun partito; in tutti gli ambienti, giudeo, greco o gentile, in tutte le classi,tra i ricchi, come fra i poveri. Là ove trova il pentimento perdona e, in segno di perdono, opera miracoli. In cielo, Egli dichiara, si fa più festa per un peccatore pentito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di perdono. Al Getsemani, la sofferenza che lo opprimerà, che lo getterà nell’angoscia fino a provocare un sudore di sangue, sarà cagionata dalla vista chiarissima dell’ingratitudine del peccato degli uomini. È questa l’azione esteriore del Salvatore; la esercita già per lo Spirito. Santo. Essa è unita ad un’azione interiore intensa che,per lo Spirito Santo, il Salvatore opera nelle menti e nei cuori. Egli si applica a far comprendere e sentire a ciascuno tutto ciò che il peccato ha di odioso. Esso è ad un tempo un’offesa fatta a Dio, sovrano Signore, una disobbedienza alle Sue leggi,un’ingiustizia, un disordine, un errore, un’ingratitudine.L’uomo è stato creato per adorare Dio, amarlo e servirlo. Col peccato, ricusa di servire amare e adorare il suo Dio. Va contro il proprio destino; perde la sua ragione d’essere, si mette in opposizione col bene, col proprio bene. Sono le vedute, i sentimenti, i rimproveri, i rimorsi che, per mezzo dello Spirito Santo che Egli manda, il Salvatore non cessa di mantenere nelle coscienze. Una purificazione s’impone e deve tradursi in un raddrizzamento delle volontà e in un cambiamento di vita. In verità lo Spirito Santo è come un fuoco Purificatore acceso sulla terra dal Salvatore il quale vuole che arda. Fate penitenza, Egli dice, e credete. La purificazione delle coscienze si accompagnava all’illuminazione degli spiriti mediante la fede. Lo Spirito Santo che è come un fuoco che purifica, è nel medesimo tempo una luce che illumina. Dovete credere di avere un medesimo Padre che è nei cieli e di essere tutti fratelli senza distinzione di razze, di nazioni, di caste, di famiglie. Se tra voi scoppiano dei conflitti, cosa inevitabile, fate che si risolvano sotto il segno della fraternità umana che vi unisce. – Credete che la vita presente deve terminare in una vita che non finisce, la vita eterna, quindi deve esserne la preparazione, l’iniziazione, il principio. Credete molto di più. Il Verbo di Dio, Vita e Luce, si è fatto uomo. Ha comunicato all’umanità che ha assunto, la pienezza della Sua vita e della Sua luce, affinché, da questa umanità, mediante la fede e la comunione eucaristica, riceviamo della pienezza di questa vita e di questa luce. È per mezzo dello Spirito che il Verbo di Dio ci manda, che noi riceviamo, della pienezza di questa vita e di questa luce. Così lo Spirito Santo è la luce che brilla nello spirito e nel cuore di ciascun uomo. È un fuoco che brucia e una luce che illumina. Tutti uniti per la fede e l’Eucarestia, nel Verbo di Dio fatto uomo, tutti fratelli in Lui, ed in Lui figli del medesimo Padre che è nei cieli, un vincolo che deve unirci. Di questo vincolo, lo Spirito Santo è l’ispiratore, l’autore, l’anima. La volontà del divino Spirito è che tale vincolo diventi sempre più vivente, sempre più intimo e si manifesti mediante la dedizione e i sacrifici di ogni genere, e sia come una fiamma che incendia tutti i cuori. Così lo Spirito Santo, fuoco che purifica, luce che illumina, è anche una fiamma che incendia. Il fuoco è il simbolo che meglio significa lo Spirito Santo, la Sua, presenza e la Sua azione. – Quando il Salvatore ebbe compiuto sulla terra l’opera della nostra Redenzione, era necessario ricordare agli Apostoli i minimi particolari della vita di cui erano stati testimoni, fissarli nell’anima loro. Bisognava rammentare loro gl’insegnamenti ricevuti che non avevano quasi compresi e non avevano potuto comprendere, come Gesù stesso aveva detto. Erano imbevuti dei pregiudizi del loro tempo, ancora preoccupati dei loro meschini interessi e di quelli materiali di questo mondo. Restava da compiere in essi un lavoro di purificazione, d’illuminazione e di carità disinteressata. Sarà questa l’opera dello Spirito Santo. – Dieci giorni sono trascorsi dall’Ascensione del Salvatore. Gli Apostoli sono radunati nel Cenacolo, divenuto il luogo abituale della loro riunione. La mattina del decimo giorno, pregano con maggiore ardore del solito. La Santissima Vergine è in mezzo a loro. Si ode un rumore come di vento impetuoso che scuote la casa dove si trovano e quelle dei dintorni. Sul loro capo splendente di vivissima e purissima luce appaiono delle lingue di fuoco. Sotto il simbolo del fuoco, è lo Spirito Santo che viene in essi per purificarli, illuminarli, infiammare il loro cuore di carità ardente che si affermerà fino alla testimonianza del sangue. Con lo Spirito Santo, nello Spirito Santo, il Maestro adorato ed amato, il Verbo incarnato, asceso alla gloria, tornava tra loro, per partire con essi alla conquista del mondo. Sarà in mezzo a loro, con loro tutti i giorni, fino alla fine dei secoli, confermando con segni e miracoli la verità della dottrina che insegnano. Il fuoco, simbolo dello Spirito Santo, per opera del quale si compiono tutte queste cose, brilla ovunque, purifica, infiamma.

4.

Come si legge nel Genesi, alle origini dell’umanità sopravvenne un cataclisma per purificare gli uomini già tarati di ogni vizio. Quando tutto fu terminato, apparve nel cielo una colomba, la cui bianchezza è simbolo dell’innocenza, il cui canto lo è della dolcezza. Essa recava un ramo d’ulivo, emblema della pace. Da quel momento la colomba che porta il ramoscello d’ulivo è stata sempre considerata; in tutte le letterature religiose e profane, quale simbolo della pace. La colomba simboleggia lo Spirito Santo. Nei tempi antichi, sotto il segno della colomba recante il ramo di ulivo, lo Spirito Santo annunziava e portava al mondo la pace di Dio. «Io non maledirò più la terra a causa degli uomini, dice Dio, perché i sensi e i pensieri del cuore umano sono inclinati al male fin dall’adolescenza; quindi non colpirò più ogni vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, sementi e messe, freddo e caldo, estate e inverno, notte e giorno non cesseranno mai » (Gen. VIII, 21-22). Sulle rive del Giordano, mentre Giovanni Battista battezzava il Salvatore, leggiamo nei tre Sinottici, una voce si fece udire: « Questo è il mio Figlio diletto: ascoltatelo » (Mt. III; 11-17; Mc. 1. 6-11; Lc. III; 15-22). Era la proclamazione dell’unzione messianica di cui Cristo era stato oggetto fin dal suo ingresso in questo mondo. Lo Spirito Santo, sotto il simbolo di una colomba, riposava sopra Gesù, per significare la missione della quale era rivestito e che Egli doveva continuare, attraverso il mondo, fino alla fine dei tempi: una missione di pace nell’ordine, nella verità, nella giustizia, nella carità, nel lavoro rimuneratore e benefico per tutti, sotto tutte le forme, per il bene degl’individui, delle famiglie, delle nazioni, dell’umanità. Spirito Santo che procedi dal Padre per il Figlio, vieni in noi!