LA SUMMA PER TUTTI (24)

LA SUMMA PER TUTTI (24)

R. P. TOMMASO PÈGUES

LA SOMMA TEOLOGICA DI S. TOMMASO DI AQUINO IN FORMA DI CATECHISMO PER TUTTI I FEDELI

PARTE TERZA

GESÙ CRISTO OSSIA LA VIA DEL RITORNO DELL’UOMO VERSO DIO

Capo XLIX.

Della fine del mondo e di ciò che deve seguirla.

1864. È stato detto che quando l’ultimo eletto prescelto da Dio nel mistero della sua Predestinazione, per occupare un posto nel cielo avrà raggiunto il grado di preparazione e di merito che Dio vuole fargli raggiungere, il moto del mondo sarà fermato ed il mondo finirà. Ma in che consisterà la fine del mondo e che cosa le terrà dietro? Tutto si limiterà alla recezione dell’ultimo eletto in Paradiso ed alla simultanea assegnazione del posto motivato per gli altri dai loro meriti o dal loro stato, sia nell’Inferno che nel Limbo dei bambini?

Niente affatto; perché la fine del mondo sarà immediatamente seguita dai due più grandi avvenimenti che siano mai stati e che porranno il suggello a tutto nell’opera di Dio: la resurrezione ed il giudizio.

1865. E la fine del mondo in che cosa consisterà, ossia come avverrà?

L’ Apostolo S. Pietro ci insegna che ciò avverrà per mezzo del fuoco, nel momento stesso in cui Gesù Cristo ritornerà nella sua gloria per giudicare i vivi ed i morti (LXXIV, art. 1, 2).

1866. Questa conflagrazione universale che porrà fine al mondo attuale, avverrà come preparazione al giudizio?

Sì; ciò avverrà come preparazione al giudizio, per purificare tutte le cose e renderle degne del nuovo stato che dovrà metterle in armonia con la gloria degli eletti (LXXIV, 1).

1867. Il fuoco della conflagrazione finale agirà per la sua sola virtù, od anche come strumento della virtù divina?

Agirà anche come strumento della virtù divina, specialmente per la espiazione delle anime che avrebbero dovuto forse restare un tempo più o meno lungo nelle fiamme del Purgatorio (LXXIV, 3-8).

1868. Dunque queste anime si troveranno purificate e rese degne di essere ammesse fra gli eletti quasi istantaneamente?

Sì; quasi istantaneamente, perché la virtù del fuoco purificatore sarà graduata da Dio secondo il grado della espiazione da subire.

1869. Sappiamo noi quando avverrà questa finale conflagrazione?

No; noi non lo sappiamo, ma essa sarà tuttavia preceduta da certi segni che avvertiranno della prossima venuta del. Sommo Giudice.

1870. Quali saranno questi segni?

Saranno commozioni insolite in tutta la natura, per le quali gli uomini, secondo la parola del Vangelo, periranno di spavento.

1871. Possiamo noi determinare in modo preciso?

No; ma saranno tali che quando si produrranno le anime sante o semplicemente sincere e non ostinate nel male per volontario

accecamento, potranno riconoscere la prossima venuta del Giudice e prepararvisi.

Capo L

La Resurrezione.

1872. Subito dopo la conflagrazione finale, o nello stesso tempo, che cosa succederà?

Subito dopo la conflagrazione finale o nello stesso tempo, e forse come causa che la produrrà, echeggerà l’ordine, la voce, il suono della tromba di cui parla S. Paolo nella; prima lettera ai Tessalonicesi, che sveglierà i morti dai loro sepolcri e convocherà tutti gli uomini a comparire dinanzi al Giudice dei vivi e dei morti, che discenderà dal cielo in tutto lo splendore della sua maestà e della sua gloria (LXXV, 1).

1873. Chi sono coloro. che risusciteranno in questo momento?

Anzitutto quelli che erano morti prima; ma anche gli altri che all’apparire di Gesù Cristo tra le nubi del cielo ed al suono della tromba, saranno stati rinvenuti vivi.

1874. Questi ultimi risusciteranno essi pure come ritornando da morte a vita?

Sì; perché anche se tutto avviene quasi istantaneamente, come sembra notare S. Paolo nella prima lettera ai Corinti, cap. XV, v. 51, la virtù di Dio che agirà per mezzo delle creature sarà tale in questo momento, che gli uomini trovati vivi passeranno per una morte istantanea, e saranno subito ricostituiti nello stato definitivo che dovrà essere il loro, secondo i meriti, per tutta la eternità (LXXVIII, art. 1, 2).

1875. Dunque i corpi di tutte le anime che verranno dal cielo od usciranno dal Purgatorio, e di tutti i giusti che in quel momento saranno trovati vivi sulla terra, risusciteranno o saranno istantaneamente trasformati nello stato e con tutte le qualità dei corpi gloriosi?

Sì; e tutti insieme si troveranno subito schierati davanti al corpo glorioso di Gesù Cristo, la venuta del quale sarà stata la causa stessa della loro risurrezione.

1876. Ma questi corpi gloriosi risuscitati che saranno quelli di tutti gli eletti, saranno veramente gli stessi corpi che avevano prima vivendo sulla terra?

Sicuramente; saranno gli stessi loro corpi, con questa sola differenza che non avranno più nessuna delle imperfezioni e delle miserie che avevano allora, ed avranno invece tali proprietà e perfezioni che li renderanno in qualche modo spirituali (LXXIX- LXXXI).

1877. Come potrà avvenire tutto ciò?

Per la onnipotenza di Dio, che avendo una prima volta creato tutte le cose, può muoverle e trasformarle a suo piacimento.

1878. Quali saranno le nuove proprietà dei corpi risuscitati, che li renderanno in qualche modo spirituali?

Saranno la impassibilità, la sottilità, l’agilità e la lucentezza.

1879. Che cosa sarà la impassibilità dei corpi gloriosi?

Sarà il perfetto dominio e la padronanza assoluta dell’anima sul corpo, che non permetterà che il corpo possa essere in niente sottratto all’azione dell’anima su di esso, o possa trovarsi difettoso e sofferente (LXXXII, 1).

1880. Tale impassibilità sarà uguale in tutti?

Sì; nel senso che nessuno di essi potrà mai trovarsi in difetto o soffrire, sfuggendo al dominio dell’anima. Ma la virtù di questo dominio, ossia la sua potenza, sarà proporzionata alla gloria dell’anima che sarà diversa, secondo il grado della visione beatifica di ogni singolo eletto (LXXXII, 2).

1881. Conseguirà da questa impassibilità che i corpi gloriosi saranno insensibili?

Niente affatto: essi saranno invece di una squisita sensibilità, portata alla sua più alta potenza, ma senza alcuna mescolanza di inquietudine o di imperfezione. L’occhio del corpo glorioso vedrà con una vista infinitamente più acuta; il suo orecchio intenderà con un udito incomparabilmente più fine; tutti gli altri sensi percepiranno ciascuno il loro proprio oggetto, e tutti insieme i loro diversi oggetti sensibili comuni con una intensità di perfezione che ci è impossibile immaginare, senza che mai l’oggetto agente su di essi faccia altro che fornire materia alle più squisite percezioni (LXXXII, 3, 4).

1882. E la sottilità dei corpi gloriosi che cosa sarà?

La sottilità dei corpi gloriosi consisterà in una totale perfezione della loro natura, dovuta all’azione sovrana della loro forma sostanziale, l’anima glorificata, che lasciando in essi la natura propria dei veri corpi, non fantastici od aerei, darà loro qualche cosa di sì puro e di sì etereo, che essi non conserveranno più niente di ciò che ora li rende grossolani e spessi (LXXXIII, 1).

1883. Questa sottilità farà sì che essi potranno naturalmente trovarsi nel medesimo luogo occupato già da un altro corpo, o anche essere indipendenti da ogni luogo e non occupare alcuno spazio?

Niente affatto; essi conserveranno tutte e sempre le loro proprie dimensioni, e non occuperanno mai che un solo luogo che sarà loro, e non simultaneamente di altri corpi (LXXXIMI, 2).

1884. Dunque il corpo di Gesù Cristo risuscitato non entrò a porte chiuse nel cenacolo, in virtù od in forza della dote della sottilità che sarà propria dei corpi gloriosi?

No; ciò avvenne per la virtù divina cheera in Gesù Cristo, nello stesso modo che pervirtù divina il corpo di Gesù bambino era venutoal mondo senza nuocere in niente allaverginità di Maria sua Madre (LXXXIII, 2 ad 1).

1885. Che cosa si deve intendere per la agilità che sarà la proprietà dei corpi gloriosi?

L’agilità dei corpi gloriosi sarà una certa perfezione che dall’anima glorificata si riverserà sul corpo, assoggettandolo pienamente. all’anima in quanto essa è principio motore, e rendendolo per conseguenza atto e meravigliosamente pronto ad obbedire allo spirito in tutti i movimenti ed in tutte le azioni dell’anima (LXXXIV, 1).

1886. I santi si serviranno di questa dote del loro corpo glorioso?

Se ne serviranno certissimamente per ischierarsi intorno a Gesù Cristo nel momento del giudizio e per risalire con Lui al cielo. Ma anche una volta in cielo, è verosimile che essi si muoveranno qualche volta a loro volontà, per far risplendere la divina sapienza nell’uso anche di questa dote di agilità che avrà loro compartita, ed anche per saziare la loro vista della bellezza delle diverse creature di tutto l’universo, nelle quali brillerà in modo sopraeminente la sapienza di Dio (LXXXIV, 2).

1887. I corpi dei santi saranno mossi istantaneamente in virtù della loro agilità?

No; perché bisognerà che questo movimento avvenga in una certa durata di tempo. Soltanto, questa durata sarà impercettibile; tanto essa sarà breve ed il movimento rapido (LXXXIV, 3).

1888. Che cosa si deve intendere per la quarta proprietà dei corpi gloriosi che si chiama lucentezza?

Si deve intendere che dello splendore dell’anima glorificata si rifletterà sul corpo un raggio meraviglioso, che farà sì che questi corpi gloriosi saranno insieme luminosi e trasparenti: trasparenti come il cristallo più puro; luminosi ed abbaglianti di uno splendore simile a quello del sole, senza che tuttavia questo splendore nuoccia in niente al loro colore naturale ed a quello delle loro parti, ma che invece armonizzerà con la loro varietà per accrescerla, e dare ai corpi gloriosi nel loro insieme una bellezza più divina che umana {LXXXV, 1).

1889. Questa lucentezza dei corpi gloriosi sarà la stessa per tutti?

No; perché essa non sarà che il riverbero sul corpo della lucentezza dell’anima glorificata; e per conseguenza sarà proporzionata al grado di gloria che avrà l’anima. E per questo San Paolo, volendo farci intendere qualche cosa di questa varietà dei corpi gloriosi nello splendore della resurrezione, ci dice che di questi corpi gloriosi sarà come dei corpi celesti: «altro lo splendore del sole, altro lo splendore della luna ed altro lo splendore delle stelle; ed anche una stella differisce nello splendore da altra stella » (Lettera I ai Corinti, cap. XV, v. 41).

1890. La diversità dei corpi gloriosi formerà dunque un insieme di incomparabile bellezza?

Certamente; e tutti gli splendori del mondo materiale, in ciò che si dà di più magnifico, senza eccezione dei corpi celesti, non potrebbero darcene che una imperfettissima e lontanissima idea.

1891. La lucentezza dei corpi gloriosi potrà essere veduta con l’occhio dei corpi non gloriosi?

Sì; ed anche i corpi dei dannati la percepiranno in tutto il suo splendore (LXXXV, 2).

1892. Sarà però in facoltà dell’anima lasciar vedere o no questa lucentezza del suo corpo glorificato?

Sì; sarà in facoltà dell’anima lasciar vedere o no questa lucentezza del suo corpo glorificato, perché tale lucentezza verrà interamente dall’anima e le resterà totalmente soggetta (LXXXV, 3).

1893. In quale stato ed età risusciteranno i corpi dei beati?

Risusciteranno tutti nella età che deve essere quella della natura nel suo più perfetto sviluppo (LXXXI, 1).

1894. Sarà lo stesso per i corpi dei dannati?

Sì; con la differenza che i corpi dei dannati non avranno alcuna delle quattro qualità dei corpi gloriosi (LXXXVI, 1).

1895. Ne segue che i corpi dei dannati saranno corruttibili?

Niente affatto; perché il regno della corruttibilità e della morte sarà finito per sempre (LXXXVI, 2).

1896. Saranno dunque insieme passibili ed immortali?

Sì; perché Dio, nella sua giustizia e nella sua potenza, disporrà tutte le cose in modo che nessun. agente esteriore potrà agire sui corpi dei dannati per alterarli o distruggerli,

ed intanto tutto sarà per essi, specialmente il fuoco dell’Inferno, causa di dolore e di tormento (LXXXVI, 2, 3).

1897. Ed i bambini morti senza Battesimo, in quale stato ritroveranno i loro corpi nel momento della resurrezione?

Li ritroveranno in uno stato di intera perfezione naturale, ma senza alcuna qualità dei corpi gloriosi; con questo tuttavia che essi a differenza dei corpi dei dannati, non proveranno alcun dolore (Cfr. Appendice, t-2):

Capo LI.

Il Giudizio finale.

1898. Tutti gli uomini, appena risuscitati, si troveranno in presenza del Sommo giudice?

Sì; tutti gli uomini appena risuscitati si troveranno in presenza del Sommo Giudice  (LXXXIX, 5).

1899. Sotto quale forma comparirà il Sommo Giudice nel momento del giudizio?

Comparirà sotto la forma della sua santa umanità, in tutta la gloria che le deriva in virtù della sua unione con la Persona del Verbo, e del suo trionfo sopra tutte le potenze del male (XC, 1, 2).

1900. Tutti gli uomini vedranno questa gloria del Sommo Giudice che comparirà in tutto il suo splendore?

Sì; tutti gli uomini vedranno questa gloria del Sommo Giudice che comparirà in tutto il suo splendore (Ibid.).

1901. Lo vedranno tutti anche nella gloria della sua natura divina?

No; nella gloria della sua natura divina lo vedranno i soli eletti, l’anima dei quali godrà la visione beatifica (XC, 3).

1902. Tutti gli uomini che compariranno saranno compresi dinanzi al Sommo Giudice nel giudizio?

No; nel giudizio saranno compresi soltanto quelli che avranno avuto l’uso della ragione mentre vivevano sulla terra.

1903. Gli altri non saranno giudicati?

No; gli altri non saranno giudicati, ma saranno presenti perché ai loro occhi risplenda come agli occhi di tutti la somma giustizia dei giudizi di Dio e la gloria di Gesù Cristo, in tutto lo svolgimento dei misteri della Redenzione (LXXXIX, 5 ad 3).

1904. E gli uomini che mentre vivevano sulla terra avranno avuto l’uso della ragione, saranno tutti giudicati nel giorno del giudizio?

Saranno tutti giudicati in quanto alla divisione o separazione che ne sarà fatta, gli uni prendendo posto alla destra del Giudice per udire la sentenza di benedizione, e gli altri alla sua sinistra per udire la\sentenza di maledizione. Ma se si tratta del processo dei loro atti e del fatto di essere convinti della malvagità dei medesimi in faccia al cielo ed alla terra, saranno giudicati i soli reprobi (LXXXIX, 6, 7).

1905. La convinzione della malvagità dei loro atti in faccia al cielo ed alla terra, sarà per i reprobi di grande confusione?

Essa sarà per loro la suprema confusione ed una tortura indicibile. Specialmente perché in fondo ad ogni peccato, soprattutto ad ogni peccato grave, si cela un insopportabile orgoglio; e nel giorno del giudizio bisognerà confessare, nella piena luce del Sommo Giudice che non lascerà più niente di celato, i modi di agire o le mene più occulte di questo segreto orgoglio, padre di tutti i vizi.

1906. Tutto il male che nel corso della vita sarà stato fatto, sarà così messo a nudo in faccia a tutti nel giorno del giudizio?

Sì; tutto il male che sarà stato fatto nel corso della vita sarà messo a nudo in faccia a tutti nel giorno del giudizio, di qualunque specie possa essere stato questo male; sia nell’ordine della vita individuale e privata; sia nell’ordine della vita di famiglia o di società fra gli uomini, con tutto quanto questa vita di società abbia potuto avere di particolarmente nefasto in forza dell’azione pubblica ivi esercitata; sia nell’ordine del potere che in quello della parola e degli scritti. Vi sarà anche questa particolarità, che più si sarà stati applauditi sulla terra, o esaltati o lodati dal favore del mondo o dagli intrighi dei nemici di Dio, di Gesù Cristo e della sua Chiesa, più nel giorno del giudizio finale ci si sentirà calpestati sotto i piedi della riprovazione universale (LXXXVII, 1, 2, 3).

1907. Come avverrà questa manifestazione della vita intera di ciascuno in faccia al cielo ed alla terra, sotto gli occhi del Sommo Giudice?

Questa manifestazione avverrà mediante un colpo della stessa luce divina che nel momento del giudizio particolare mostra a ciascuno istantaneamente tutto lo svolgimento della sua vita morale; con questo di specialissimo, che tutte le coscienze si troveranno istantaneamente messe a nudo, agli sguardi di tutti, in questa assemblea unica alla quale saranno presenti tutti gli nomini che siano mai esistiti, dal principio del mondo sino alla fine (Ibid.).

1908. Anche la coscienza dei giusti, ossia tutto lo svolgimento della loro vita morale, sarà ugualmente manifestata agli occhi di tutti?

Sicuramente; ed è ciò che costituirà la sublime e divina rivincita della loro umiltà e del loro oscuramento sulla terra: in quel giorno, infatti, avrà il suo perfetto avveramento la parola di Gesù Cristo nel Vangelo: «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato» (LXXXIX, 6).

1909. Si può dire che i giusti non saranno giudicati, in quanto riguarda la discussione dei loro atti?

Si può dire e si deve dire per quei giusti la vita dei quali è stata interamente santa, senza alcuna mescolanza di male notevole, come avviene per coloro che calpestando tutte le vanità del mondo, pongono ogni loro sollecitudine a vivere delle cose di Dio. Ma se si tratta di coloro che avranno amato le cose del secolo e si saranno trovati mischiati od implicati negli affari terreni, senza però preferirli a Gesù Cristo fino a perderlo per sempre, ma che si saranno invece applicati a riparare con la elemosina e la penitenza i torti che avranno potuto avere, essi avranno esposta agli sguardi di tutti la doppia parte della loro vita, affinché la preminenza del bene sul male sia pienamente manifestata a gloria della divina giustizia (Ibid).

1910. Tutte le colpe che si saranno commesse nel corso della vita, ma di cui si sarà fatta penitenza, saranno manifestate nel giorno del giudizio?

Sì; per la ragione che abbiamo detto. Ma tale manifestazione tornerà a gloria dei giusti, in forza della penitenza che avranno fatta per le loro colpe, e nella misura stessa che questa penitenza sarà stata più generosa e fervente (LXXXVII, 2 ad 3).

1911. Vi saranno dei giusti che nel giorno del giudizio, invece di essere giudicati, avranno essi stessi la qualità di giudici ed assisteranno il Giudice Sovrano nell’atto del suo giudizio?

Sì; saranno tutti coloro che ad esempio degli Apostoli di Gesù Cristo avranno tutto abbandonato per darsi a Dio, e la vita dei quali non sarà stata che una specie di confessione del Vangelo in tutta la sua perfezione (LXXXIX, 1, 2).

1912. Gli Angeli avranno essi pure nel giorno del giudizio la qualità di giudici?

No; gli Angeli non avranno nel giorno del giudizio la qualità di giudici, perché bisogna che gli assessori del Giudice rassomiglino a Lui. Ora: il Verbo di Dio esercita la sua funzione di Sommo Giudice come uomo, e non avrà dunque che uomini ad assisterlo in questo giudizio (LXXXIX, 7).

1913. Gli Angeli potranno essere giudicati nel giorno del giudizio?

No; propriamente parlando gli Angeli non saranno giudicati nel giorno del giudizio, perché il loro giudizio fu fatto già da principio, quando gli uni rimasti fedeli a Dio furono ammessi nel cielo, e gli altri ribelli furono precipitati all’inferno. Tuttavia in forza della parte che gli Angeli buoni avranno avuta nelle azioni dei giusti e gli angeli malvagi nelle azioni dei cattivi, si troveranno essi pure indirettamente compresi nel giudizio, per riceverne un aumento di felicità accidentale, oppure un aumento, di supplizio e di tortura (LXXXIX, 3).

1914. Come termineranno le solenni assise del giudizio finale?

Termineranno col pronunziamento della sentenza formulata dal Sommo Giudice.

1915. Sappiamo noi quale sarà questa sentenza?

Sì; perché quegli stesso che deve pronunziarla ce ne ha ammaestrato nel suo Vangelo.

1916. Quale sarà questa sentenza?

Eccola nel tenore stesso che ce la rivela il Vangelo: « Allora il Re dirà a coloro che sono alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio; possedete il regno preparato per voi dalla costituzione del mondo. — Dirà poi a quelli che saranno alla sua sinistra: Partite da me, maledetti, verso il fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli ».

1917. Quale sarà la conseguenza di questa duplice sentenza?

Sarà che «essi se ne andranno: questi al supplizio eterno, ed i giusti alla vita eterna ».

Capo LII.

Il supplizio eterno.

1918. La sentenza del sommo Giudice per i dannati sarà eseguita per mezzo dei demoni?

Sì; appena la sentenza del Giu dice sarà stata pronunziata, in virtù della sentenza stessa i dannati saranno abbandonati all’azione dei demoni, che essendo loro superiori per natura ed essendosi fatti obbedire nel male sulla terra, continueranno per tutta l’eternità ad esercitare su di essi, come giusto castigo, l’orribile impero della propria malvagità. (LXXXIX, 4).

1919. Il fatto di avere ritrovato il proprio corpo e di essere ormai nell’inferno  col corpo e con l’anima, sarà per i dannati una nuova e con l’anima, cagione di tormento?

Sì; perché ormai soffriranno non soltanto nell’anima come prima, ma anche nel corpo (XCVII).

1920. La tortura che essi subiranno nel corpo sarà universale ed intensa?

Sì; perché non esisterà niente nel luogo di tormento dove essi saranno, che non sia per loro, nella percezione stessa dei sensi, una causa di atroce tortura. Tuttavia tali torture non saranno le stesse per tutti, perché saranno proporzionate al numero ed alla gravità delle colpe commesse da ciascuno (XCVII, art. 1; 5 ad 3).

1921. Non vi sarà mai nessuna mitigazione alle torture dei dannati?

No; alle torture dei dannati non si darà mai alcuna mitigazione, perché la loro volontà essendo ostinata nel male, si troveranno sempre nello stesso stato di perversità che avrà determinato la loro sorte nel momento della morte e del giudizio (XCVIII, 1, 2; XCIX, 1).

1922. La volontà dei dannati ostinati nel male implicherà un odio universale di tutti e di tutto?

Sì; la volontà dei dannati ostinati nel male implicherà un odio universale di tutti e di tutto. Di modo che non penseranno né a cosa né a persona, si tratti di creature o si tratti di Dio, senza provare subito un odio orribile che farà loro desiderare il male di tutti e di tutto, fino al punto che se si potesse, essi vorrebbero vedere Dio stesso ed i suoi beati nell’inferno dove essi si trovano, e nella rabbia della loro disperazione non avranno altra risorsa che aspirare a vedersi annientati, senza che d’altra parte possano mai sperare che il niente risponda loro, sapendo senza poterne dubitare, che essi sono per sempre gravati dalla maledizione divina, e condannati senza possibilità di remissione al supplizio eterno (XCVIII, 3, 4, 5).

Capo LIII.

La vita eterna.

1923. Mentre i dannati saranno abbandonati dalla sentenza del Sommo Giudice all’azione dei demoni che li condurranno seco al luogo dell’eterno supplizio, quale effetto avrà la sentenza del medesimo rispetto agli eletti?

Quella sentenza farà che subito si apriranno per essi le porte del regno dei cieli, preparato loro dal Padre fino dalla costituzione del mondo.

1924. Gli eletti faranno immediatamente il loro ingresso nel cielo?

Sì; immediatamente ed appena che saranno tolte le solenni assise del giudizio finale, gli eletti faranno il loro ingresso nel cielo, dietro al loro Signore e Re Gesù Cristo, che li condurrà seco per far loro parte della sua felicità e della sua gloria.

1925. Questa felicità e questa gloria degli eletti saranno accresciute dall’avere ora essi ritrovato il loro corpo?

La felicità e la gloria degli eletti saranno accresciute in proporzioni, che ci è impossibile immaginare, dal fatto che essi hanno ora ritrovato il loro corpo, benché per l’avanti quelli che prima erano in Paradiso gustassero già, per il solo fatto della visione beatifica, una felicità in qualche modo infinita (XCIII, 1).

1926. Vi saranno in Paradiso delle sedi distinte, ove gli eletti formeranno una assemblea particolarmente bella in ragione della sua varietà ed armonica subordinazione?

Sì; perché il grado della carità e della grazia avrà determinato il grado della gloria. Ma in forza anche di questa carità, di cui il minimo grado basterà per fare entrare in cielo, ne seguirà che tutti i beati si comunicheranno in qualche modo la gioia della propria felicità, e tutti saranno così felici del bene di tutti, perché Dio nella sua infinita felicità sarà tutto in tutti, quantunque in gradi diversi (XCII, 2, 3).

1927. In questa assemblea degli eletti, gli uomini avranno qualche cosa che gli Angeli non avranno almeno allo stesso titolo?

Sì; perché gli uomini formeranno a titolo speciale la Chiesa trionfante che in cielo, e per tutta la eternità, si avrà a Gesù Cristo come una sposa al suo sposo, celebrando con Lui in mezzo a delizie ineffabili un eterno banchetto di nozze spirituali (XCV, 1, 2).

1928. Gli Angeli peraltro non saranno esclusi da tale banchetto di nozze spirituali?

No certamente; ma pure facendo tutti parte della Chiesa trionfante, essi non avranno con Gesù Cristo, Re della Chiesa stessa, lo stesso rapporto che avrà la parte della Chiesa trionfante costituita dagli uomini (XCV, 4).

1929. In che cosa consisterà questa differenza?

Consisterà in questo, che gli eletti o beati appartenenti alla specie umana converranno con Gesù Cristo nella stessa natura umana, ciò che mai si verificherà per gli Angeli. Ed ecco perché questi stessi eletti avranno con Gesù Cristo Re di tutti i beati un certo rapporto di intimità e di soavità che gli Angeli non avranno allo stesso titolo, quantunque i loro rapporti di intimità e di soavità col Verbo di Dio, nell’atto stesso della visione beatifica, debbano essere allo stesso titolo in tutti gli eletti ed in tutti i beati (XCV, 1-4).

1930. Che cosa ne segue da questo rapporto particolare che la Chiesa trionfante costituita dagli eletti di specie umana avrà con Gesù Cristo?

Ne segue che ad immagine e somiglianza di ciò che avviene fra noi sulla terra, quando la sposa viene introdotta nella casa dello sposo nel giorno delle nozze, la Trinità augusta doterà questa Chiesa sposa a Gesù Cristo, nel giorno del suo ingresso in Paradiso, ricolmandola dei doni e degli ornamenti più magnifici. affinché essa sia degna di celebrare con un tale Sposo, in mezzo, alle più ineffabili delizie, il banchetto eterno delle loro nozze spirituali (XCV, 1).

1931. Questa dotazione e questi doni ed ornamenti costituiscono le doti dei beati?

Sì; precisamente ciò costituisce quelle che si dicono le doti dei beati.

1932. Quali saranno queste doti dei beati?

Esse saranno tre nell’ anima glorificata, donde si riverseranno sul corpo stesso dei beati in forma delle quattro gloriose qualità di cui abbiamo già parlato (XCV, D).

1983. E le tre doti dell’anima glorificata quali saranno?

Saranno come una veste di luce è di divina sensibilità spirituale, che le disporrà a godere del Bene infinito posseduto dall’anima nella visione intuitiva che va a terminare al Verbo di Dio, in modo tale che nessuna felicità della terra né alcuna ebbrezza di quaggiù sarebbe capace di darci la più lontana idea di ciò che sarà la felicità degli eletti uniti Gesù Cristo mediante questa « visione », questa « possessione » e questa «fruizione». Tantoché non si può che ripetere la grande parola dell’Apostolo Paolo che era stato innalzato fino al terzo cielo, cioè fino al cielo stesso dei beati: Occhio umano non ha mai visto; orecchio umano non ha mai udito; il cuore non ha mai gustato ciò che Dio serba e tiene preparato per coloro che lo amano.

1934. Questa assemblea degli eletti e la felicità della vita eterna che sono paragonate, soprattutto per gli eletti della specie umana, come si è detto, ad un eterno banchetto di nozze spirituali, non sono chiamate anche col nome di Regno dei cieli?

Sì; ed è per fare intendere che tutti gli eletti costituiranno una assemblea reale, non soltanto per esser ivi sotto la dipendenza immediata di Dio Re dei re, ma ancora perché ciascuno di essi parteciperà alla qualità di re, essendo egli stesso rivestito della regale dignità, nel senso più alto e magnifico della parola (XCVI, 1).

1935. Ma come ed in che senso si può dire che tutti gli eletti saranno rivestiti nel cielo della dignità regale?

Perché la visione beatifica che li unisce a Dio e costituisce nel senso più formale la vita eterna, rende tutti i beati partecipi della divinità; e per conseguenza essendo Dio nel più alto senso il Re immortale dei secoli, a cui si deve ogni gloria, i beati partecipano in tutto alla sua Sovrana regalità ed alla sua gloria (XCVI, 1).

1936. È questo ciò che si deve intendere per la corona che sarà il retaggio di tutti i beati nel cielo?

Precisamente; la corona di gloria che sarà loro data e li renderà simili a Dio stesso sarà la loro corona regale (XCVI, 1).

1937. Non si parla anche di aureole per gli eletti nel cielo?

Sì; ma mentre la corona è per tutti, le aureole non appartengono che ad alcuni (XCVI, 1).

1938. Donde nasce questa differenza?

Nasce da questo che la corona non è altro che la irradiazione del bene essenziale consistente nella visione di Dio e che si trova in tutti a titolo di gloriosa ricompensa; mentre le aureole sono una irradiazione di ordine accidentale, cagionata dalla gioia che alcuni eletti provano per certe speciali opere meritorie da essi compiute sulla terra (XCVI, 1),

1939. Dunque soltanto dei beati tra gli uomini avranno le aureole?

Sì; perché gli Angeli non possono aver compiute siffatte opere meritorie (XCVI, 9).

1940. E quali saranno le speciali opere meritorie che fra gli uomini riceveranno l’aureola?

Saranno il martirio, la verginità e l’apostolato della dottrina (XCVI, 5, 6, 7).

1941. Perché queste tre specie di opere meritorie riceveranno l’aureola?

Perché esse fanno rassomigliare per un titolo speciale a Gesù Cristo, nella sua vittoria assoluta e perfetta sul triplice nemico della carne, del mondo e del demonio (Ibid.).

1942. Le aureole sono dunque un segno speciale di vittoria nella assemblea degli eletti e nel regno dei cieli?

Sì; ed in questo senso si può applicare in modo speciale ai martiri, ai vergini ed agli apostoli della dottrina la parola detta da Dio genericamente per tutti gli eletti: Colui che vincerà possederà tali cose: io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio (Apocalisse, cap. XXI, vers. 7.)

1943. Si trova nella Santa Scrittura una ultima parola che è come il riassunto di tutto, per quanto concerne la felicità degli eletti in Paradiso, nella vita eterna?

Sì; la troviamo nell’Apocalisse di S. Giovanni, al cap. XXII, vers. 5 ed è così formulata: Il Signore Dio sarà la luce che cadrà su di essi per illuminarli; ed essi regneranno nei secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

1944. Al termine di questa esposizione catechistica delle tre parti della Somma Teologica di S. Tommaso di Aquino, potreste darmi una formula di preghiera che sia come una utilizzazione della sua luminosa dottrina, destinata ad assicurarcene il frutto?

Sì; ecco questa formula a modo di preghiera rivolta a N. S. Gesù Cristo:

PREGHIERA A N. S. GESÙ CRISTO

O Gesù, dolcissimo Figlio della gloriosa Vergine Maria e Figliuolo unico di Dio, che vivete insieme col Padre che Vi genera nel seno della Sua infinita natura da tutta la eternità e Vi comunica questa stessa natura infinita, e lo Spirito Santo che procede per mezzo Vostro dal Padre e che è il Vostro comune Spirito, il Vostro Amore vivente che riceve da Voi la stessa infinita natura, io Vi adoro e Vi riconosco per il mio Dio, il solo vero Dio, unico ed infinitamente perfetto, che dal niente ha creato tutto quanto è fuori li Sé, conservandolo e governandolo con infinita sapienza, o somma bontà e con suprema potenza. Io Vi domando, nel nome dei misteri compiuti nella Vostra santa umanità, di purificare nel Vostro Sangue tutti i miei peccati trascorsi; dispargere su di me l’abbondanza del Vostro Santo Spirito con la sua grazia, le sue virtù ed i suoi doni; di fare che io creda e speri in Voi, Vi ami, e procuri in ogni mia azione di meritare di possederVi; e di ammettermi un giorno a goderVi nello splendore della Vostra gloria, nella assemblea dei Vostri Santi. Così sia.

Con decreto del s. Uffizio del 22 Gennaio 1914,

S. S. Papa Pio X si degnò accordare in perpetuo 100 giorni di indulgenza applicabili alle anime del Purgatorio, da lucrarsi una volta il giorno da tutti i fedeli che con cuore contrito reciteranno devotamente la suddetta preghiera.

DEO GRATIAS