Mons. J. J. GAUME
IL TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO
[vers. Ital. A. Carraresi, vol. I, Tip. Ed. Ciardi, Firenze, 1887; impr.]
CAPITOLO XXXI
(seguito del precedente.)
Palpatile azione del demonio sul mondo antico e sul moderno — Pratiche diaboliche del paganesimo rinnovate — Bolla di Sisto V — Il male continua — Manifestazioni clamorose — Generale indebolimento della credenza nel demonio — Cinque gradi nell’invasione satanica; il demonio si rende famigliare — Si fa negare — dimettere in onore — chiamar re — Invocar come Dio — Dimestichezza del tempo nostro col demonio —- Il quale non incute più paura né orrore — Lo si nomina ad ogni tratto col vero suo nome — Significante nomenclatura — Si crede poco al demonio e meno ancora alla sua influenza sull’uomo a le creature — Conseguenze.
Farsi adorare in luogo del Verbo incarnato; tale fu sempre, e sarà, lo scopo dell’angelo ribelle: egli non ne conosce altri; la storia è pronta a narrare a chiunque voglia sentire, l’esito che n’ebbe negli antichi popoli pagani e fra i moderni idolatri. Dopo aver procurato, mediante il razionalismo, il sensualismo, il cesarismo e l’anti-Cristianesimo, il divorzio dell’uomo da Dio, il più che sia possibile completo, egli si presenta a riannodare il vincolo da lui spezzato: e certo, attesoché è fondato sulla natura delle cose, tranne un miracolò, l’esito sarà infallibile. Il mondo inferiore, checché si faccia, non può sottrarsi all’influenza del mondo superiore; se rompe fede al Re della Città del bene, cade per forza sotto la signoria del Re della Città del male. O Dio, o il Diavolo: non si dà via di mezzo. – Il demonio stabilisce, tra l’uomo, suo schiavo e zimbello, e sé stesso, suo seduttore e tiranno, molte comunicazioni dirette e palpabili, che sono una contraffazione permanente delle comunicazioni del Verbo coll’uomo. E’ si fa, in mille modi da lui stesso indicati,, adorare per Dio, rispettare da padrone, amare come benefattore, consultare come oracolo, invocare come protettore, chiamare per medico, ricevere come amico, trattar come un essere innocuo. Su questo complesso di fatti permanenti, universali, sta l’idolatria antica e moderna; o piuttosto è l’idolatria stessa. Ora, noi ripetiamo, satana non cambia né invecchia; sarà oggi, domani, sempre quello ch’era ieri. Perpetua scimmia di Dio, implacabile nemico del Verbo incarnato, egli sempre mirerà a gettarlo giù dal trono, per mettersi al suo posto. Se dunque è lui che il Risorgimento ricondusse trionfante in mezzo all’Europa cristiana; se i grandi contrassegni dei tempi nostri sono il razionalismo, il sensualismo, il cesarismo e l’anticristianesimo, non vi sarà poi molto da stupire se vedremo anche una volta il demonio sforzarsi di materialmente sostituirsi al vero Dio, ed opporre il sovrannaturale satanico al sovrannaturale divino, finché questi ne resti soppiantato [è quello che è successo infatti con la “chiesa dell’uomo”, il satanico novus ordo, – … con il corteo di sedevacantisti, fallibilisti e tesisti gallicani, pseudo tradizionalisti di ogni risma – usurpante la Chiesa di Cristo, che nel suo rito ha sostituito il “signore dell’universo, baphomet-lucifero, al Dominus Sabbaoth – ndr. -]. Per mettere nell’uomo moderno gli stessi sentimenti che già mise nell’ antico, e’ ci dee comparire intorniato di tutto il cortèo di consultazioni, d’oracoli, di prestigi, di pratiche misteriose, ond’era composto il suo culto, e assicuratoci suo dominio sull’antichità pagana; vediamo se la storia confermi tale induzione. Fino al Risorgimento ed alla Riforma, che del Risorgimento fu figliuola primogenita, la duplice autorità delle leggi canoniche e delle leggi civili, seguitava a tenere stretto in catene il padre della menzogna, il vinto del Calvario. Se si vide esercitare la tenebrosa sua arte fra i popoli cristiani del Medio Evo, si fu per mera eccezione, e .in piccola misura. Richiamato dal Risorgimento sotto la forma di Dio del bello, e dalla Riforma sotto il nome di Dio della libertà, e’ripiglia assai presto antica indipendenza del suo procedere. In Italia, in Allemagna, in Francia, risorgenti in gran numero, imitatori dei letterati di Roma e della Grecia, si danno con passione allo studio ed alla pratica delle scienze occulte. [Dei rapporti dell’uomo col demonio, per M. Bizouard, t. III, lib. XI, XIV]. – I principali capi del Protestantismo si vantano dei loro colloqui con Satana. [Vedi la nostra Opera, La Rivoluzione, ecc., t. VI, IX, X]. – Tornano a comparire, sotto forme leggermente modificate, tutte le superstizioni dell’antico paganesimo; consultamenti, evocazioni, manifestazioni, oracoli, prestigi, adorazioni, vanno moltiplicandosi in uno con le negazioni del Vangelo. Questo culto di satana invadeva l’Europa con tale celerità, che la Chiesa se n’ebbe a commuovere; e per organo di Sisto V, gran niente al certo, segnalò al mondo sgomentato cotesta epidemia della risorgente idolatria, e la colpì di solenne condanna. Nella famosa bolla “Cœli et terræ Creator” sono enumerate, come ricomparse al gran sole del Cristianesimo, la maggior parte delle pratiche diaboliche usitate nella pagana antichità, e di cui Porfirio ci ha lasciata la lunga filatessa dei nomi. [Eusebio, Praep. Evang., lib. n, in, rv, v, vi]. – L’immortale pontefice nomina: l’astrologia, la geomanzia, la chiromanzia, la negromanzia, i sortilegi, gli auguri, gli auspizi, la divinazione coi dadi, coi grani di frumento, e le fave; i patti col diavolo, coll’intento di saper l’avvenire, o sfogar le passioni; i carmi; gli oracoli o evocazioni degli spiriti, interrogati, e rispondenti; l’oblazione d’incenso, di sacrifizi, di preghiere; le genuflessioni, le prostrazioni, le cerimonie del culto; l’anello e lo specchio magico; i vasi ordinati a fissare gli spiriti e ad ottenerne risposte; le donne simpatiche (noi diciamo sonnambule e magnetizzate), che, messe in relazione col diavolo, ne ottengono il conoscimento di cose occulte, passate o future, l’idromanzia coi vasi pieni d’acqua, in cui uomini, e più spesso donne, fanno apparire figure che danno oracoli. Bisogna aggiungere la piromanzia, la pedomanzia, l’ornitomanzia, l’oniròmanzia, ossia l’oracolismo per mezzo dei sogni, ed altrettali pratiche, « fetidi avanzi, dice il Pontefice, dell’antica idolatria vinta dalla croce. » [Constit. Coeli et terrae, etc. an. 1586]. Notisi di passaggio, che il Vicario di Gesù Cristo segnala la donna come prediletto strumento del demonio. Superfluo rammentare che tal preferenza fatta alla donna, si trova dappertutto nell’antico paganesimo, sì come nella moderna idolatria, nell’Africa, nell’Oceania e altrove. Alle ragioni da noi arrecatene, san Tommaso aggiunge questa: « I demoni rispondono anche più facilmente, chiamati da vergini zittelle, a fine di meglio ingannare, col dar ad intendere con tale lustra, ch’essi amino la purità. » [Veniunt etiam facilius (daemones), eum a virginibus advocantur, ut ex hoc in suae divinitatis opinionem homines inducant, quasi munditiam ament, ut dicit S. Thomas. Viguier, XII, 92].Checché ne sia, le donne lo piglino per salutare avviso, che per esse maggiore è il pericolo. Intenderanno perciò la necessità grande che hanno di star vigilanti, e sovratutto di guardarsi ben bene dal prender parte a veruna pratica sospetta, che potrebbe dare appiglio all’implacabile loro, nemico di tirarle al suo servigio. [Ai nostri giorni si può facilmente vedere come tutte le presunte “veggenti”, siano donne, per la maggior parte nubili, “autrici” di testi-fumettoni pseudoevangelici, o di profezie strampalate e non aderenti all’escatologia cattolica della Patristica o della sacra Scrittura, mai approvate ufficialmente da alcuna autorità ecclesiastica – ndr. -]. Dalla bolla di Sisto V risultano due fatti: da un lato, la molteplicità delle pratiche diaboliche; la si direbbe un generale sobbollimento dell’Europa, figlia del Risorgimento, al soffio dello spirito satanico; dall’altro, la durata di questi vituperosi fenomeni. « E malgrado di tutti gli sforzi della Chiesa, soggiunge il Pontefice, non s’è potuto ottenere l’estirpamento di queste superstizioni, di questi delitti, di questi abusi. Dì per dì, si viene a conoscere che n’è piena ogni cosa; omnia plena esse. » È dunque un fatto interamente storico, che: un secolo dopo il Risorgimento, le comunicazioni di satana coll’uomo s’erano di bel nuovo fatte, come nell’antico paganesimo, generali, permanenti, indistruttibili, e che la possanza del demonio stendevasi, nella Città del bene, a limiti non conosciuti: omnia piena esse in dies delegantnr. Nei pontificali divieti punto valsero a fermare il male. Il Bearnese, Loudun, Louviers, il paese del Nord, le Cevennes, il cimitero di san Medardo a Parigi ed altri luoghi, col diventare un dopo l’altro teatro di clamorose manifestazioni, mostravano che satana restava padrone di larga parte del campo. Per gl’ingegni volgari, questi fenomeni erano ciurmerie e non altro, cose da contare a veglia: e la diabolica loro indole, affermata da qualcheduno, fu ostinatamente negata da tutta la setta degl’increduli. Nel secolo di Voltaire, negaronsi non che quelli, ma tutti gli altri fatti di tale natura. Divinazioni, evocazioni, patti, magia, possessioni, stregonerie, malefizi; si stabilì per principio ch’erano tutti sogni. Questa temeraria negazione della storia universale produsse generale indebolimento della credenza nel demonio, nelle sue pratiche ed influenza. Per non mettersi in contraddizione col Vangelo e la dottrina della Chiesa, i più Cattolici dicevano che, per verità, quelle eran cose avvenute nei tempi antichi, ma nei tempi moderni non ce n’era più esempio; « Difatti, soggiungeva la filosofia volteriana, il demonio, mercé il progresso dei lumi, altro non è più che un essere inoperoso e disarmato. Anzi si dà per certo che i più dei fatti a lui imputati dalla santa Scrittura, son mero effetto delle leggi naturali: calunniato a talento dal Medio Evo, ignorante e credulo, è ridotto oggimai ad essere semplice spauracchio delle vecchiarelle e dei fanciulli. » Cosi faceva molto bene il demonio le sue faccende, e s’andava avvicinando allo scopo precipuo de’ suoi sforzi. Qual è? togliere, dal cuore dell’uomo la paura di lui; rendersi familiare, a fine di far disprezzare le dottrine della Chiesa, e gettar via le armi anti-diaboliche, di cui ella aveva provveduto i suoi figli. Ci è riuscito? interroghiamone la storia contemporanea. Rendersi famigliare. Avviene sotto i nostri occhi un fatto inaudito da’ popoli cristiani: fatto poco notato, ma tale che a noi par degno di essere anzi notato ben bene; attesoché forma uno dei più rilevati contrassegni dei tempi presenti. I secoli passati avevano paura del demonio. Il vero suo nome, il nome di Diavolo, non si pronunzia se non di rado, con certa quale esitazione, ed anche scrupolo. E anche adesso vi sono popolazioni, a grande loro ventura preservate dallo spirito moderno, che non lo pronunziano mai. Volendo parlare di satana, dicono: la ‘brutta bestia. Tranne quest’eccezione, che va facendosi ogni di più rara, il nome di diavolo corre sulle labbra di tutti. Lo si pronunzia come quello della cosa più indifferente. Se ne condisce le arguzie; se ne rinforza il giurare; serve di titolo ai libri alla moda, e d’invito alle rappresentazioni teatrali. I mercanti medesimi lo trovano buono per l’insegna delle loro botteghe. Si direbbe che il mezzo di tirare i lettori, o adescar gli avventori, sta nell’uso d’una parola, che faceva orrore ai nostri padri. Ci si permetta, a mo’ di termometro di cotesto strano progresso, citare alcuni esempi, i più antichi de’ quali non passano di molto un quarto di secolo. Roberto il diavolo – Programma di Roberto il diavolo – Canzone di Roberto il diavolo – Leggenda di Roberto il diavolo-Al più maligno di tutti i diavoli -Al buon diavolo -Al diavolo galante -Al diavolo a quattro -Ai diavoletti – Al diavolo verde – Dio e Diavolo – Angeli e diavoli-Un angelo ed un diavolo – Andate al diavolo – Il diavolo del mondo – Tormenta diavolo – Signor Belzebub – Signor Satanasso – Il diavolo e le elezioni – Il diavolo a scuola – Il diavolo nella pila dell’acqua benedetta -Il diavolo d’argento -Il diavolo dell’epoca -Al diavolo la franchigia -Diavolo o donna. Il tic-tac del mulino del diavolo – L’uomo del diavolo – Il diavolo in viaggio – Il diavolo a Parigi -Il diavolo a Lione – Il diavolo in provincia – Il diavolo pei campi – Il diavolo al molino – Il diavolo negli spogliatoi delle signore – Il diavolo ficcato dappertutto – Satana-Satanasso – Il diavolo – 1 cinquecento diavoli – Il diavolo verde – Il diavolo rosso -1 poveri diavoli -I diavoli rosei – Il diavolo giallo -I diavoli neri -Il buon diavoletto – Il diavolo zoppo – Il diavolo a cavallo – Il diavolo medico – Il diavolo amoroso -Il diavolo ingannato -I diavoli di Parigi -I diavoli dei Pirenei – I diavoli dolci. Frà diavolo -Giovanni diavolo-Confessione di Fra diavolo – Almanacco del diavolo – Gli amori del diavolo – Memorie del diavolo – Memorie di una diavolessa – La scienza del diavolo – 1 secreti del diavolo – Le avventure di un diavoletto – Il secreto del diavolo – Le astuzie del diavolo-La malizia del diavolo -La palude del diavolo – Il cerchio del diavolo -La parte del diavolo – Le pillole del diavolo-La casa del diavolo – Il castello del diavolo-I sette castelli del diavolo – La taverna del diavolo – Il pozzo del diavolo – I nomi del diavolo – Il gatto del diavolo – Il cavallo del diavolo – Il cane del diavolo – La cornamusa del diavolo – Il valletto del diavolo – La cantatrice del diavolo – Il danaro del diavolo – I- soldi del diavolo – n cassettino del diavolo – Lo schiaffo del diavolo – I trastulli del diavolo – Il figlio del diavolo – La figlia del diavolo – L’erede del diavolo – La stella del diavolo – Il viaggio del diavolo – La caccia del diavolo – La ronda del diavolo – 1 tre peccati del diavolo – 1 tre baci del diavolo – La cena del diavolo – Una lacrima del diavolo – L’orecchio del diavolo – La mano del diavolo – La coda del diavolo – Ritratto del diavolo – Fisiologia del diavolo. Ecco, con altri assai, i titoli di opere, di cui il secolo XIX va, da ventanni in poi, fregiando le colonne del Journal de la libratine française. Ecco le insegne, con ritratto, che grandi e piccoli commercianti mettono sui muri delle nostre città; un nuovo patronato alla moda, sotto cui si pongono gli splendidi magazzini di lusso come le bottegucce dei mercanti di zolfanelli. Non accade illudersi; questo nuovo fatto ha il suo significato. « La rivoluzione delle cose, dice un vecchio autore, non è punto più grande di quella delle parole. » La popolarità d’una parola è segno della popolarità dell’idea. La facilità, la leggerezza, l’indifferenza con cui vedesi ai nostri dì adoperato un nome fino allora sempre abborrito, è dunque indizio dell’imprudente dimestichezza del mondo presente, col suo più pericoloso nemico: sì come è indizio che le nostre idee sono, ma di molto, lontane da quelle dei nostri padri. Con tutto ciò rendersi famigliare non è che il primo grado del favore ambito da satana: farsi negare, in sé stesso e nelle molteplici sue opere, é il secondo. Farsi rimettere in onore, è il terzo. Farsi rammentar come principe, è il quarto. Farsi adorar come Dio, è il quinto [oggi accade nelle false chiese del novus prdo, ove si adora il “signore dell’universo” il baphomet-lucifero, spacciatosi ed insediatosi negli altari a ricevere il Sacrificio eucaristico!!]. E seguitiamolo in queste varie fermate del suo cammino, il cui termine finale si é il ristabilimento, sotto una od. altra forma, dell’antico paganesimo. Farsi negare. In altri tempi si credeva nel demonio, qual ci é fatto conoscere dalla rivelazione, e se n’aveva paura. Pei nostri avi, Satana non era altrimenti un essere immaginario, un’allegoria, un mito; ma sì un essere reale e personale come l’anima nostra. Non era altrimenti *un essere innocuo, impotente; ma un essere essenzialmente malefico, causa della nostra rovina, sempre in azione di e notte a tenderci insidie, e fornito di tremenda possanza sull’uomo e sulle creature. Difatti, la prima paura del fanciullo sì come l’ultimo terror del vegliardo, era il demonio. Quindi l’uso universale e religiosamente osservato, dei preservativi insegnati dalla Chiesa contro le sue insidie e i suoi colpi. Quindi ancora la pena di morte, prescritta in tutti ì codici d’Europa, contro chiunque fosse convinto d’aver avuto commercio con questo nemico del genere umano. Adesso saltano fuori disposizioni affatto contrarie, cosicché è uno sgomento vedere, in mezzo alle genti cristiane, molte persone, la cui credenza nel demonio non è più cattolica. Gli uni l’hanno per un mito, e la sua apparizione nel paradiso terrestre sotto la forma di serpente, per una allegoria; altri, benché ne ammettano l’esistenza personale, ricusano di credere alla sua azione sull’uomo é sul mondo. Havvi di quelli che ristringono cotale azione in certi limiti segnati dalla loro ragione; e non vogliono saper altro. Molti ancora non l’accettano che con benefizio d’inventario e, a malgrado, di migliaia di testimoni, negano intrepidamente quello che non hanno veduto con i loro occhi. Eccetto alcuni cattolici d’antica data, niuno v’ha che usi fedelmente le armi fornite dalla Chiesa, per tener lontano il principe delle tenebre. Ai fanciulli non se ne parla più, o se ne parla loro leggermente, e se ne dice quel po’ che ne dà la memoria, e come d’un essere antiquato. L’uomo adulto ed il vecchio, non avendo alcuna paura di lui, sogghignano, se voi manifestate d’averne. Agli occhi della legge, il commercio col demonio, o non ha mai esistito, o non esiste più, o non è un delitto. Quindi, ciò che vediamo oggidì, L’interpretazione razionalista di tutti i fatti diabolici dell’Antico e del Nuovo Testamento, la negazione della storia universale, e il disprezzo della dottrina della Chiesa intorno all’angelo, decaduto. Per respingere quest’opera ch’è appunto la sua, il demonio si travisa sotto tutte le forme, fa tutti i mestieri, s’affibbia tutti i nomi. Sa darla ad intendere fin nelle manifestazioni medesime, che rivelano con la maggior evidenza, la orrenda sua personalità. Or sotto il nome di fluido nervoso, di fluido magnetico,, di fluido spettrico, si spaccia per un agente meramente naturale. Or si chiama seconda vista; e non è che una semplice facoltà dell’anima. Qui, si fa passare per un angelo buono e dà pii consigli. Là è uno spirito arguto, che celia, che sghignazza, che vuol essere trattato come un trastullo o come un vano spauracchio. Altre volte si spaccia per l’anima d’un morto ammirato od amato, e ruba la confidenza. La qual ultima trasformazione, assai più pericolosa delle altre, è altresì la più comune; e si sa che è la base dello Spiritismo. – Qual è, per il padre della menzogna il benefizio di tutte coteste trasformazioni? Quello di eseguire il suo disegno senza parerne l’autore; in altri termini, farsi negare. Ed è una grande scaltrezza la sua! Infatti, chiunque nega satana, nega il Cristianesimo. Chiunque snatura satana, snatura il Cristianesimo. Chiunque si burla di satana, si burla della Chiesa, le cui antidiaboliche prescrizioni, altro non riescono più che superstizioni da donnicciole. Chiunque nega la malefica azione di satana sull’uomo e sulle creature, accusa il genere umano di pazzia, sessanta volte secolare; e, stracciando una dopo l’altra tutte le pagine della storia, finisce nel dubbio universale. Con tutti i fatti summentovati, satana dice al mondo presente: Non aver paura di me. Vedremo adesso che il mondo presente risponde: No, non ho paura di te.