Mons. J. J. GAUME
IL TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO
[vers. Ital. A. Carraresi, vol. I, Tip. Ed. Ciardi, Firenze, 1887; impr.]
CAPITOLO XXVIII
Storia politica delle due Città.
Due religioni, due società e per conseguenza due politiche. — Scopo dell’una e dell’altra — Necessità di conoscerlo per intender l’istoria — In virtù di un Consiglio divino, Gerusalemme è la capitale della Città del bene — In virtù d’un Concilio satanico, Babilonia e Roma sono a vicenda la capitale della Città del male — Luminosa dottrina del celebre Cardinal Polo al concilio di Trento — Perché i regni del mondo sono mostrati a Daniele sotto figure di Bestie — Roma in particolare, fondata dalla Bestia, porta i caratteri della Bestia, e fa le opere della Bestia: testimonianze della storia e di Minuzio Felice — Durante tutta l’antichità, satana ebbe per unico scopo della sua politica d’innalzare Roma, di farne la sua capitale e una fortezza impenetrabile al Cristianesimo — Quadro della sua politica e della politica divina: passo di sant’Agostino — In che senso satana ha potuto dire che tutti i regni del mondo gli appartenevano — Dottrina di Sant’Agostino — Osservazioni.
Il parallelismo religioso e sociale del quale abbiamo ora accennato i tratti principali, si manifesta nell’ordine politico, e non poteva essere altrimenti. La politica è la scienza del governo. Governare, vuol dire condurre i popoli a un fine determinato. Questo fine non può essere conosciuto che mediante la religione, atteso che la religione sola può dire all’uomo per qual motivo egli è sulla terra. Due religioni opposte si dividono il mondo: la Religione del Verbo incarnato, e la religione di satana, suo implacabile nemico. Vi sono dunque necessariamente due politiche opposte nel loro punto di partenza, e nel loro punto d’arrivo; e non ve ne sono che Due: o Gesù Cristo, re: o satana, re. Gesù Cristo, re dei re e dei popoli; o satana, re dei re e dei popoli. Gesù Cristo re nell’ordine temporale, come pure nell’ordine spirituale; o satana, re parimente nell0ordine temporale come nello spirituale. La Cristocrazia o la Demonocrazia: ecco lo scopo supremo delle due politiche che governano il mondo, e che lo conducono a una duplice eternità. [La Cristocrazia o la Demonocrazia sono i soli governi del mondo. Nostro Signor Gesù Cristo regnando sugli imperi mediante il Papa, suo vicario; un imperatore, quasi diacono del Papa, e i re come suddiaconi dell’imperatore: tale è la vera idea del potere. Alla fine dei tempi, il mondo colpevole di lesa Cristocrazia sarà soggetto alla Demonocrazia. satana avrà il suo imperatore che sarà l’Anticristo; e l’Anticristo avrà i suoi diaconi che saranno i re. II male giunto alla sua ultima formula, chiamerà il castigo finale]. Resulta quindi, che la vita del genere umano non è che una oscillazione perpetua tra questi due poli opposti. Questo fatto non domina soltanto la storia, è la storia stessa, tutta la storia nel passato, nel presente e nel futuro. Tale è il punto di vista, nel quale bisogna porsi, per giudicare gli avvenimenti compiuti o preparati, bilanciare i timori e le speranze, dar il loro carattere alle rivoluzioni, e rendersi conto della caduta, o dell’innalzamento degli imperi. Senza di questo, nessuno può, oggi meno che mai, in mezzo all’urto delle idee ed allo scompiglio degli avvenimenti, situar bene il suo concetto, ed evitare lo scoglio dello scetticismo, o l’abisso della disperazione. Se vogliamo che, il gran fatto di cui noi parliamo, divenga un faro abbastanza luminoso, per illuminarci in mezzo alle tenebre ognora più fitte in cui si addentra l’Europa attuale, è necessario dimostrarlo nel suo complesso, cosa che imprenderemo ora a fare. Avanti che l’uomo e il tempo fosse, un Consiglio divino decreta la fondazione della Città del bene. Lo spirito d’Amore ne sarà il Re, l’anima e la vita. Dapprima come famiglia, essa vivrà per lungo tempo della vita ristretta dei Patriarchi sotto la mobile tenda del deserto. Mediante il ministero degli Angeli e di Mosè, lo Spirito Santo la costituisce allo stato di nazione. Ad ogni impero ci vuole una capitale; quella della Città del bene si chiamerà Gerusalemme, o Visione di pace. Ivi infatti, e ivi solamente regnerà la pace, perché ivi soltanto sarà il tempio del vero Dio. Ma Gerusalemme appartiene alla Città del male; bisogna conquistarla. Sion, sua cittadella, cade finalmente in potere di David, e l’impero è fondato. Sino da questo momento, Gerusalemme diventa la città santa, oggetto delle predilezioni dello Spirito Santo. Da essa parte la vita che irraggia la luce. [De Sion exibit lex, et Verbum Domini de Jerusalem. – Isay XI, 3]. – È verso di lei che tutti i figli di Dio, sparsi ai quattro angoli del mondo, innalzano le loro mani ed i loro cuori. Gerusalemme è alla Città del bene ciò che il cuore è al corpo, i centri ai raggi, la sorgente al fiume. satana guarda ciò che fa Dio, e tiene, consiglio. Radunando tutti i suoi sudditi in Concilio ecumenico ei decreta la fondazione materiale del suo impero e della sua capitale. Ecco in qual magnifico linguaggio un Padre di un altro concilio ecumenico descrive quello di satana: « Una parola è udita nelle pianure di Sennaar, che convoca tutti i figli degli uomini in assemblea generale. Il fratello la ripete al suo fratello, il vicino al suo vicino. Questa parola diceva: Venite, facciamoci una città ed una torre la cui cima tocchi il cielo, prima di disperdersi sulla terra. Tale fu il decreto del concilio satanico. È vero che Iddio ne arrestò l’esecuzione, confondendo il linguaggio e spingendo i figli degli uomini ai quattro venti; ma l’opera fu arrestata prima che il concilio fosse disciolto. [Iddio medesimo sapeva che il suo intervento non impedirebbe né a satana, né ai suoi sudditi di edificare la Città del male. Nel confondere il linguaggio degli uomini egli pronunzia quella profonda parola: Cœperuntque hoc facere, nec desistent a cogitationiòns suis, donec eas opere compleant Gen., XI, 6]. Infatti, sino alla diffusione dello Spirito Santo, il decreto di questo concilio non fu mai abrogato nella mente degli uomini. Ciò che il giorno della convocazione ognuno diceva al suo prossimo: Venite, edifichiamoci una città e rendiamoci illustri, chiunque non è diventato figlio dello Spirito Santo continua a dirselo a sé medesimo ed agli altri. Ecco il soggetto di tutte le loro assemblee pubbliche ed occulte: e se l’occasione si presenta di eseguire il gran decreto, subito l’afferrano. « È dunque in virtù di questo decreto del concilio ecumenico di satana che, tutti i regni del mondo sono stati formati: ex quo nata sunt omnia mundi regna. E per combattere vittoriosamente questa immensa Città del male, fu fondata dal Verbo eterno, la Città del bene; ed i Concilii generali della Chiesa furono stabiliti appunto, in opposizione al concilio generale di satana. E allo stesso modo che lo spirito del male, ispirava il primo, cosi i secondi trassero tutta la loro forza dalla convocazione, dalla presidenza, dalla ispirazione e dai lumi dello Spirito del bene. Parimente se il primo ebbe per iscopo di organizzare l’odio, cosi i secondi ebbero quello di organizzare l’amore. [Card. Polo, De Concilio, quæst. x.Oral. ad Padres Trid., apud Labbet t. XIV, p. 1676]. – Tutti i regni della gentilità sono nati dal concilio satanico, tenuto ai piè della torre di Babele, ex quo nata sunt omnia mundi regna. Tutti sono fondati in opposizione al regno di Cristo, quibus regnum Christi se opposuit eaque delevit Questa parola dà luce a tutta la storia; e come eco fedele di una rivelazione profetica, essa è indiscutibile. » – Il convocatore e il presidente del concilio di Babele fu quegli che la Scrittura appella la Bestia, per eccellenza. Mille anni più. tardi,. Daniele è rapito in ispirito. Nelle quattro grandi monarchie degli Assiri, dei Persi, dei Greci e dei Romani, Iddio gli mostra tutti i regni del mondo. Sotto quali figure? di uomini? no: di Angeli? no. Sotto figure di bestie. E quali bestie? di bestie immonde e malefiche. Perché queste figure e non altre? Perché tutti questi imperi sono opera della Bestia; essi ne hanno i caratteri e ne producono le opere. Nell’ultima, vedete in chi si personificano tutte le altre: « La quarta bestia, dice il Profeta, è il quarto regno che sarà sulla terra; sarà più grande di tutti, i regni; divorerà tutta la terra, la stritolerà e la ridurrà in polvere » [Dan., VII, 23]. Abbiamo visto che Roma fu fondata da satana medesimo; Roma pagana non ha cessato di eseguire l’opera di satana. Proprio alla lettera, essa ha divorato, calpestato, stritolato tutta la terra: essa ha rapito agli uomini tutti i beni di città, di famiglia, di proprietà, di religione; non come tanti conquistatori per caso, e in un momento di furore; ma per disegno premeditato, per un seguito non interrotto di saccheggi e di conquiste, durante mille duecento anni. Le sue istituzioni portavano il segnale della sua origine; e il suo diritto non era che la legislazione dei suoi delitti. Dopo il risorgimento, Roma pagana non è stata scorta, che attraverso le finzioni dei poeti, degli storici e dei legisti del paganesimo. Quando la gran bestia era ancora vivente, e che la civiltà di cui essa fu l’anima, era in atto e non in rimembranza; l’una e l’altra sono state giudicate da giudici, testimoni incorruttibili della verità. Udiamo questo giudizio che data dal terzo secolo: « I Romani, dite voi, si sono acquistati minor gloria pel loro valore, che per la loro religione e la loro pietà. Ah! certamente, essi ci hanno lasciato grandi segni della loro religione e pietà, dopo il principio del loro impero. Non fu il delitto che gli fece radunare, che gli rese terribili ai popoli circonvicini, che servi loro di difesa per stabilire la loro dominazione. Imperocché da principio era un asilo di ladri, di traditori, di assassini e di sacrileghi; e affinché colui che era il maggiore, fosse altresì il più delinquente, per questo uccise suo fratello, e questi sono i primi auspicii di questa città santa. « Subito, contro il diritto delle genti, essi rapiscono delle ragazze di già promesse, delle fidanzate, talune anche già maritate; essi le disonorano, e di poi fanno la guerra ai loro padri, a quelli dei quali avevano sposate le figlie, spargendo così il sangue dei loro parenti. Quale empietà e audacia! Infine, cacciare i suoi vicini, saccheggiare i loro templi ed altari, distruggere le loro città, condurli schiavi, ingrandirsi con le rapine e con la rovina degli uomini, era la dottrina di Romolo e dei suoi successori; cosicché tutto ciò che tengono, e tutto ciò che posseggono, non è altro che brigantaggio. « I loro templi non sono edificati altro che con le spoglie dei popoli, col sacco delle città, con gli avanzi degli altari, col saccheggio degli dèi, e con l’uccisione dei sacerdoti. Quale empietà e quale profanazione l’inginocchiarsi dinanzi a dèi che essi trascinano schiavi in trionfo! Adorare ciò che si è preso, non è lo stesso che consacrare il suo latrocinio? Quante vittorie, tanti delitti; quanti trofei, altrettanti sacrilegii! E non è con la religione, ma con la loro empietà che essi sono saliti a quest’eminente fasto di grandezza; non per essere stati pii, ma per essere stati impunemente malvagi. » [Minuzio Felice, Octav., c. XXIV]. Ecco dunque l’ultima parola della storia politica del mondo, e la strepitosa rivoluzione di quel terribile antagonismo che Bossuet non intravvide abbastanza. Gli nomini salvati miracolosamente dalle acque del diluvio, ritornano alle loro sregolate inclinazioni. Iddio si scelse un popolo per custodire la sua verità, e lascia il demonio scegliersi un altro popolo che sarà il nemico della verità, lo sterminatore dei santi, il propagatore del panteismo e dell’idolatria. È il popolo romano raccolto nell’asilo di Romolo, e che fu per lo meno sì fedele alla sua missione, quanto il popolo ebreo alla sua. Educare Roma, fu per tutta l’antichità il pensiero di satana e il fine invariabile della sua politica. Pur tuttavia Roma e Gerusalemme non divennero che lentamente e dopo molte battaglie le capitali delle due Città opposte. Queste battaglie riassumono la storia. Essa ci mostra i regni dell’Oriente che cadono gli uni dopo gli altri sotto l’impero del demonio. Per riunirli in un sol corpo è fondata la grande, la voluttuosa, la terribile Babilonia. Con le sue leggi, col suo lusso, con le sue ricchezze, con la sua crudeltà, con la sua mostruosa idolatria, la Gerusalemme di satana diventa la rivale implacabile e la sanguinosa parodia della Gerusalemme del vero Dio. Così il mondo cammina su due linee parallele. – « Ai fondatori della Città di Dio, dice sant’ Agostino, Abraham, Isaac, Jacob, Joseph, Mosè, Sansone, David, Salomone, corrispondono Nino, Semiramide, Faraone, Cecrope, Romolo, Nabuccodonosor e gli altri principi degli Assiri, dei Persi, dei Greci e dei Romani. I Fondatori della Città del bene, notificano le leggi di Jehovah, le cerimonie che prescrivono i sacrifici che esige, la difesa dell’idolatria. Conservare ed estendere la Città del bene, tale è l’uso ch’essi fanno della loro potenza. Parallelamente i fondatori della Città del male, pubblicano gli oracoli di satana, ordinano i suoi sacrifici, rendono popolari le sue favole, parodiano le verità divine, e tanno cosi servire la loro potenza allo sviluppo della Città del male. » [De civ. Dei, lib. XVIII, c, II e seg., quoad sensum]. – Con i secoli essa estendo i suoi limiti fino ai confini più remoti dell’Occidente. Quest’immenso impero chiede una nuova capitale: Roma succede a Babilonia, Roma padrona del mondo, diventa la metropoli dell’idolatria, e la cittadella di satana. « Cosi, continua sant’Agostino, due regni hanno assorbito tutti i regni: quello degli Assiri e quello dei Romani. Tutti gli altri non sono stati che provincie, o annessi di questi imperi giganteschi. Quando l’uno finisce, l’altro incomincia. Babilonia fu la Roma dell’Oriente, e Roma divenne la Babilonia dell’Occidente e del mondo. » [Ibid., n. 1 e 2]. – Gerusalemme, Babilonia e Roma, questi tre nomi riassumono tutta la storia delle due Città nel mondo antico: preambolo obbligato della loro storia nel mondo moderno. Roma vincitrice di tutte le nazioni, giunge all’apogèo della potenza. satana alza il suo orgoglio fino alle nuvole; ed è allora che incontra senza conoscerlo, il Verbo incarnato sceso dal cielo, per rovesciare il suo impero. Per uno di quei prestigi il cui segreto gli è familiare, lo trasporta in cima d’un monte; di là gli mostra tutti i regni della terra e gli fa la strana proposta riferita dal Vangelo: « Io ti do, gli dice, questa sovranità universale e la gloria di tutti questi imperi; imperocché tutto ciò è stato dato in mia balia e lo dono a chi voglio. Se dunque tu ti prostri a me dinanzi, ogni cosa è tuo. » [Luc., IV, 5, 6, 7]. – Per credere ad una simile potenza, se noi non avessimo che l’affermazione del Principe della menzogna, certo il dubbio sarebbe permesso e più che permesso. Cessa d’esserlo, almeno completamente, quando si vede il Vangelo stesso, chiamare satana, il Dio e il Principe di questo mondo. [Deus hujus sæculi. II Cor., IV, 4. — Princeps hujus mundi. Joan., XVI, 11]. Dal canto suo la storia studiata altrimenti che superficialmente, ci ha mostrato nell’orgogliosa parola del tentatore, un fondo di verità bene altrimenti considerevole di quello che non si creda. Sotto i suoi due grandi aspetti, quello religioso e quello .sociale, l’umanità si è presentata al nostro studio. Abbiamo visto che satana nell’antichità pagana era veramente il Dio del mondo: Omnes Dii gentium dæmonia. Tutti i culti, eccetto un solo, venivano da lui e a lui ritornavano. La sua sovranità non era meno reale della sua pretesa divinità. Ispiratore permanente degli oracoli, per mezzo di essi egli dominava gli atti della vita, sociale. Di tutti i regni dell’antico mondo con la loro potenza colossale e con le loro favolose ricchezze di quelle Repubbliche della Grecia e dell’Italia, che per una educazione. mentitrice destano meraviglia ai giovani Cristiani, è, come un Padre del Concilio di Trento ci afferma, lo stesso satana che ne aveva decretata la fondazione: Decretum ex quo nata sunt omnia mundi regna; e la loro esistenza fu una opposizione armata contro la Città del bene, quibus regnum Christi se opposuit eaque Delevit. – Ma che! aveva dunque Iddio abdicato? Non è Lui e Lui solo il fondatore degli imperi, come è il Creatore dell’uomo e del mondo? Sant’Agostino risponde. [De civ. Dei: lib. V] «Sicuramente che appartiene al solo vero Dio il potere di dare i regni e gli imperi. È dunque il solo vero Dio che ha dato quando ha voluto, e finché ha voluto, l’impero ai Romani, come lo aveva dato agli Assiri ed ai Persi. » Per provarlo aggiunge: « Affinché si sappia che tutti i beni temporali dei quali gli uomini si mostrano cosi avidi, sono un benefizio del vero Dio e non l’opera dei demoni, basti il considerare il popolo ebreo. Senza invocare la dea Lucina, le donne ebree mettevano felicemente al mondo fanciulli in gran numero. Questi si attaccavano al petto senza la dea Rumina; dormivano nella loro culla senza la dea Cunina: bevevano e mangiavano senza le dee Educa e Patina; crescevano senza adorare nessuno degli dii dei bambini. I connubii erano fecondi senza il culto di Priapo. Senza invocare Nettuno il mare si apriva dinanzi ad essi, e inghiottiva i loro nemici. Quando la manna cadde loro dal cielo, essi non consacrarono punto statue alla dea Mannia; e quando il masso li dissetò essi non adorarono né le ninfe né le linfe. – « Senza i crudeli sacrifici di Marte e di Bellona essi fecero la guerra. Certo essi non vinsero senza la vittoria; ma non riguardarono la vittoria come una dea, bensì come un benefìcio di Dio. Essi ebbero le messi s’enza Segeta, e senza Bubona, buovi; senza Mellona ebbero miele; e frutta senza Pomona. Cosi tutte le cose che i pagani attribuivano alle loro divinità, gli Ebrei le ricevettero più felicemente dal vero Dio. Se trascinati da una curiosità colpevole non lo avessero offeso, dandosi al culto degli idoli, e facendo morire il Cristo, essi sarebbero certo rimasti nel regno dei loro padri, meno esteso senza dubbio, ma più felice degli altri. » [De civ. Dei, lib. IV, c. XXXIV]. Tuttavia l’illustre dottore appella Caino il primo fondatore della Città del male; e Romolo il primo fondatore di Roma sua futura capitale. [Id., lib. XV, c. V]. Che è questo mistero? e come conciliare coi fatti della storia le parole in apparenza contrarie, dei dottori della Chiesa, del demonio, e del Vangelo? Eccolo. Iddio ha creato tutti i fondatori della Città satanica, ma non gli ha creati per questo fine; egli ha dato a Nabuccodonosor l’Assiria; a Romolo l’impero romano; ed all’impero romano il dominio della terra; ma non ha dato loro a facoltà di rendere questi imperi cattivi. Che cosa dunque è avvenuto ? Del pari che il Padre del genere umano, cosi questi uomini si sono lasciati dominare da satana, che gli ha fatti i fondatori del suo impero e delle sue capitali. Sapendolo o no, tutti hanno lavorato, per lui: ed è in questo senso che il tentatore ha potuto dire: Tutti i regni della terra mi sono stati dati, ed io ho il diritto di disporne, come l’operaio della sua opera, il padrone dei suoi schiavi. Ecco quel che c’è di vero nelle parole di satana e nel nome di “dio” e di Principe di questo mondo, che il Vangelo non esita a dargli. – Pur tuttavia Iddio non aveva abdicato. La Città del male, con le sue grandi monarchie degli Assiri, dei Persi, dei Greci e dei Romani, divenne suo malgrado l’istrumento della Provvidenza, per l’adempimento dei suoi salutari disegni. A questo modo il Re della Città del bene si servì degli Assiri, a fine di tenere il suo popolo a dovere: dei Persi per ricondurlo nella Giudea e conservare la necessaria distinzione delle tribù; dei Greci per preparare le vie del Vangelo; dei Romani per compiere luminosamente le profezie relative alla nascita del Redentore. Ma tutto ciò si faceva contro l’intenzione del fondatore, præter intenzionem fundatorìs, e per effetto dell’onnipotente sapienza che cangia l’ostacolo in mezzo, senza mutare la natura dellecose. – Rimane però sempre che satana, grazie alla complicità dell’uomo, suo balordo e suo schiavo, aveva raggiunto il fine della sua politica. Dopo il concilio dove la sua fondazione fu decretata, noi vediamo la Città del male andare sviluppandosi. Alla venuta del Messia essa era al suo apogèo: tutti gli imperi sono suoi tributari. Noi vediamo ancora che l’ultima parola di satana era di fare di Roma la sua capitale. L’assorbimento successivo dei regni dell’Oriente e dell’Occidente, gli uni per mezzo degli altri, l’assorbimento finale di tutti questi regni, fatto da Roma medesima, testificano questo disegno e affermano questo supremo trionfo. Non è dunque, come si é detto, per mescolare i popoli e prepararli alla propagazione del Vangelo, che satana gli agglomerò sotto la mano di Roma. Formando il suo gigantesco impero egli voleva dominare solo sul mondo, annientare la Città del bene, o almeno opporre al suo sviluppo un ostacolo invincibile. Iddio gli ha lasciato fare l’impero romano, per rendere umanamente impossibile lo stabilimento della Chiesa. Per conquistare la fede del genere umano, gli faceva d’uopo che la giovane Città, in lotta sin dalla sua cuna con tutte le forze dell’inferno, elevate alla loro più alta potenza, grandeggiasse contro ogni verosimiglianza, e divenisse agli occhi dell’intero universo, il miracolo vivente di una sapienza, che si burlava del Forte armato, e che trionfava per ciò che doveva condurre la sua rovina, la morte ed i supplizi. [Un momento di riflessione basta per comprendere questa verità. Se all’epoca della predicazione del Vangelo il mondo fosse stato diviso in parecchi regni indipendenti, le persecuzioni generali, vale a dire, quei massacri in massa che erano di tal fatta da uccidere la Chiesa nella sua culla, sarebbero stati impossibili. Gli Apostoli perseguitati in un luogo avrebbero potuto, seguendo il consiglio del divino Maestro, passare in un altro, e con essi salvare una parte del gregge. Al contrario riunite il mondo sotto un sol capo e basta il maligno volere di un Nerone o di un Diocleziano per organizzare la carneficina su tutta la faccia della terra, e mettere la Chiesa nell’impossibilità di sottrarvisi.