LO SCUDO DELLA FEDE (51)
[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]
PREFAZIONE .
Gesù Cristo Signor nostro ci avvertì che vegliassimo di continuo e pregassimo per non essere sedotti dalle tentazioni: ci fece sapere che queste sarebbero state di più specie. e che non sarebbero mancate tra esse neppure le eresie. Bisogna, dice Egli, che vi siano eresie, affinché quelli che sono approvati, siano da voi riconosciuti (1 Cor. XI, 19.). Difatti, fino dai primi tempi non mancarono Simone il mago, Ebione, Cerinto, gli Gnostici ed altri di spargere il loro veleno; ed i SS. Apostoli ed i loro successori premunirono i fedeli a non lasciarsi corrompere da loro. Più tardi sorsero Ario, Nestorio, Eutiche, Macedonio ed altri, i quali lacerarono anch’essi il seno di Santa Chiesa e fecero sì che si scoprissero quali fossero i veri fedeli. Nei secoli ultimi sorsero Lutero, Calvino, Zuinglio, Arrigo VIII con altri senza numero i quali giungono infino a noi, e son quelli che chiamiamo Protestanti. Ora questi sono coloro con cui abbiamo da combattere noi, se vogliamo serbarci fedeli a Dio. – Vi meraviglierete forse che il Signore abbia permesso che nella sua Chiesa sempre vi fossero di questi mostri che pericolassero la nostra Fede e con la Fede la nostra eterna
salvezza: eppure è questo un consiglio profondissimo e savissimo dì Provvidenza. – Gesù non vuol dare il S. Paradiso agli oziosi, ai negligenti, a quelli che non combattono per suo onore e che non vincono con la sua grazia, e però permette che vi siano questi combattimenti, perché si vegga fin dove si stende la nostra fedeltà ed il nostro amore per Lui. Fintantoché tutto è in pace, non è gran merito mantenersi fedele alla Santa Chiesa: il merito è allora che vi sono delle turbazioni, che vi sono degli eretici che seminano l’errore e che fanno brighe con arti e seduzioni e libri perversi ed altre macchinazioni per indurci ad abbracciarlo. Allora si vede se noi siamo ben fondati sopra la pietra immobile che è la S. Chiesa, se noi ci fidiamo di lei, se noi resistiamo contro tutti questi nemici con gran coraggio e se li allontaniamo da noi con tutto l’orrore. Quando è che si vedeil valore del soldato? Quando tutto è in pace no, ma bensì nel tempo della guerra. Quando è che si vede la destrezza del pilota che guida la nave? Quando il vento è quieto ed il mare tranquillo no, ma bensì quando il mare è agitato ed infuria la tempesta. Quando è che il contadino mostra tutta la sua perizia della campagna? Nell’inverno quando non si può lavorare no, ma bensì quando viene la stagione in cui gli si moltiplicano le fatiche. – Il simile dite voi nel nostro caso; quando è che il Cristiano dimostra la sua virtù, la sua fedeltà a Dio e l’amore che gli porta? Quando tutto va in pace no, ma bensì quando insorgono gli eretici, quando da loro è tentato, è assalito, e messo al cimento di abbandonare la sua Fede. – Provata così la nostra fede, il nostro amore, che cosa fa Gesù? Quello che fate voi col grano che avete ventilato. Tutto quello che il vento ha portato via, perché non aveva peso né sodezza, come è la pula, come è la paglia, si getta al fuoco: quello che è rimasto sull’aia, come è il frumento eletto, si ripone nei granai per farne tesoro. Così Gesù condanna gl’infedeli al fuoco dell’inferno, mentre trapianta gli altri nel suo eterno giardino. Perché dunque non v’incolga la disgrazia di perdervi che sarebbe poi irreparabile per tutta l’eternità, io intendo prevenirvi degli errori a cui vi vorrebbero trascinare, mostrandovi la falsità del Protestantismo che essi vi propongono, le male arti con cui ve lo rendono credibile, ed i beni che verrebbero a rapirvi, ed i mali in cui vi precipiterebbero se riuscissero presso di voi nell’iniquo divisamento. Dopo di che vi suggerirò il modo con cui dovete difendervi da loro: perché dove essi speravano di vincervi si trovino vinti da voi, e voi mostrando a Dio la vostra fedeltà, gli diventiate più cari per quella via medesima, per cui essi vi volevano far diventare suoi nemici. – Vero è che in questa trattazione io non posso valermi di molte ragioni con cui si può difendere la causa nobilissima della Chiesa e della verità: perché altre di esse richiederebbero ingegni avvezzi alla speculazione, o menti non digiune di erudizione, o almeno maggior copia di tempo per meditarle; tuttavia quelle che addurrò congiungeranno colla facilità e semplicità tal forza e tal saldezza, che con l’aiuto divino saranno bastevoli ad illuminare le vostre menti con sana dottrina, e ad infiammare i vostri cuori nell’amore di essa. – Mi sono studiato eziandio per quanto ho potuto di esporvele con ogni chiarezza aggiustando il modo di dire alla vostra capacità, imitando colui che mai non parlava senza parabole (Matt. XXIV, 34) per fare a tutti discendere la verità. Gesù che è la luce che illumina ogni uomo che vien sulla terra (Joan. I. 9.), si compiaccia di farsi luce nostra, e ci guidi per modo che declinando tutti gli errori e seguitando la verità scampiamo dalle tenebre sempiterne, e perveniamo a regnare un giorno nella luce pienissima della beata eternità.
PARTE PRIMA:
FALSITA’ DEL PROTESTANTESIMO
CAPITOLO PRIMO.
SI CONVINCE FALSO IL P OTESTANTISMO DALLA PERSONA DE’ SUOI FONDATORI.
Il Protestantismo, ad abbracciare il quale vi invitano certi iniqui, è una religione che ha due parti, l’una è quella che mostra al di fuori, l’altra che serba al di dentro. L’esteriore è una maschera con cui inganna, l’interiore è un coltello con cui uccide; appunto come certe serpi che hanno una pelle tutta lucente d’oro e di argento, ma che hanno poi al di dentro un veleno micidialissimo. Nell’esterno finge un grande amore alla divina parola, una gran brama di onorare Iddio in ispirito e verità, un grande orrore ad ogni superstizione, una grande carità verso del prossimo etc. etc. Nell’interno è un grande atto di ribellione a sua Divina Maestà ed alla S. Chiesa, un gran dispregio di quello che appartiene al divin culto, una sorgente di libertinaggio e di mal costume, un atto di orgoglio più che diabolico. – Siccome però io non mi contento di affermare tutto ciò, così ne addurrò le prove cominciando dalle persone che gli diedero origine. I Protestanti affermano che essi sono stati suscitati da Dio nel secolo decimo sesto a riformare la Chiesa, poiché era tutta caduta in errore. Ora vogliamo noi credere che Iddio a riformare la S. Chiesa voglia adoperare gli uomini più iniqui che siano stati al mondo? Quelli che Iddio ebbe costume di mandare quando volle non riformare la Chiesa, ma riformare i Fedeli, furono sempre uomini della più segnalata bontà. Nell’antico Testamento mandava i suoi Profeti, nel nuovo mandava i suoi Apostoli, i suoi Santi, e fino a questi ultimi tempi furono celebri i grandi e veri riformatori del popolo Cristiano, S. Antonio da Padova, S. Bernardino da Siena, S. Vincenzo Ferreri, S. Francesco Saverio, S. Carlo, il B. Leonardo, S. Alfonso dei Liguori ed altri imitatori delle loro virtù. Imperocché per insegnare la virtù, la perfezione, la santità, per ritrarre dall’errore i popoli, bisogna prima esser Santi, illuminati, di vita incolpabile. Ora chi sono stati questi grandi riformatori Protestanti? Volete conoscerli? – Il primo e principale fu Lutero, uomo pieno di superbia in guisa che maltrattava tutti i Grandi della terra e che con diabolico orgoglio giunse ad anteporsi anche ai più gran Santi della Chiesa: uomo ripieno di ogni lascivia e bruttura, che rubò ad un monastero una sposa di Gesù Cristo per farla sua moglie: scostumato e bevitore sì che passava tutto il giorno crapulando e sbevazzando alla taverna dell’Aquila nera di Vittemberga sua patria: bestemmiatore fino al punto di chiamare il demonio nostro principe e dio: scandaloso a segno di allontanare tutti i Cristiani dal far opere buone. Neghino, se possono i Protestanti che questo sia stato il loro maestro ed il loro capo. – Emulo di Lutero fa Zuinglio superbo al pari di lui, corrompitore e falsificatore delle Sante Scritture così solenne che glielo rinfacciarono infino i suoi seguaci Protestanti. Dedito in tutta sua vita ad affari mondani e secolareschi, giungendo sino a propagare la sua dottrina con le armi, ancor egli sebbene sacerdote, sacrilegamente sposò una ricca vedova e menò una vita tanto libera, che gli stessi suoi ammiratori lo dissero morto in peccato e figlio dell’inferno. – Un altro gran corifeo dei Protestanti fu Calvino, uomo così superbo ed intrattabile, che gli stessi suoi seguaci dicevano che era meglio andare dannati con Teodoro Beza, che andare in Paradiso con Calvino: tanto era insopportabile per la sua arroganza e malignità. Con la superbia congiunse ancora la lascivia. Fin da giovane commise una colpa così nefanda, che dai pubblici tribunali fu stimmatizzato sopra una spalla con un ferro rovente, poi più tardi tuttoché fosse diacono, menò a moglie una tale Ideletta: fu tanto crudele che in Ginevra cacciò in esilio e fece bruciare vivi vivi tutti quelli che non la pensavano come lui, e finalmente fece una morte così disperata che mette orrore: perocché sentendosi marcire le carni indosso con tanto fetore che più niuno poteva sopportarlo, disperato e tra orrende bestemmie spirò l’anima. – Un altro gran Maestro dei Protestanti fu il Re d’Inghilterra Arrigo ottavo. Questi finché fu buono fu anche Cattolico. Quando poi diventò scostumato, ripudiò la Religione Cattolica: ma i suoi delitti mostrano qual sia la sua religione. Egli vivente ancora la sua legittima moglie, sposò un’altra donna Anna Bolena, poi fattala ammazzare, ne sposò una seconda di nome Seymour, poi fatta morire anche questa sposò Anna di Cleves, che sei mesi dopo ripudiò per surrogarle Caterina Howard, e finalmente uccisa anche questa sposò Caterina Parr che non fu più a tempo ad uccidere come ne aveva voglia, perché morì egli prima: uomo di tanta rapacità, che si usurpò tutti i beni della Chiesa per sostenere le sue passioni, di tanta crudeltà che faceva ammazzare tutti quelli che si opponevano ai suoi capricci. E come questi, così sono tutti gli altri Capi del Protestantismo, Giusto Giona, Amsdorf, Melantone, Carlostadio, Ecolampadio, etc. uomini ambiziosi, crudeli, disonesti, violenti e ripieni di tutti i vizi, siccome essi stessi si danno a conoscere nelle scambievoli ed interminabili questioni che hanno fra di sé. Chiedete ora ai Protestanti se sia vero o no che questi sono i principali loro Capi? Prima che sorgessero questi mostri non vi era il Protestantismo nel mondo, sono essi che lo hanno introdotto. È possibile che uomini così perversi fossero illuminati da Dio a conoscere la verità? Che questi fossero gli strumenti di Dio, gli organi dello Spirito Santo per riformare la S. Chiesa? E se non è possibile ciò, che cosa diremo noi del Protestantismo da loro introdotto, se non che esso è un’invenzione diabolica?