LO SCUDO DELLA FEDE (202)

LO SCUDO DELLA FEDE (202)

DIO GI LIBERI CHE SAPIENTI! CI VORREBBERO FAR PERDERE LA TESTA! (5)

PER Monsig. BELASIO

TORINO, 1878 – TIPOGRAFIA E LIBRERIA SALESIANA San Pier d’Arena – Nizza Marittima.

§ III.

Il terzo inganno è il voler darsi d’intendere che gli uomini sono nati dalle bestie molti secoli e secoli prima che li creasse con amore Dio benedetto.

 (I PREISTORICI).

(1)

Spez. Ma che costoro s’abbiano tra loro data la parola da dire dappertutto tante empie bestialità?… e che vogliano mettersi d’accordo per trattarci alla maniera come cose da farne quel che vogliono, e menarci come le bestie col bastone?… Basta basta, li sentiamo che cominciano a dirci, che noi veniamo dalle bestie!… Abbia la bontà di lasciarmi dire. Essi vanno ricantando che tutto quello che abbiamo di buono viene dallo sviluppo del progresso. E li raccontano, come se l’avessero veduto, che i primi uomini vennero fuori dalle selve irsuti come gli orsi e che mano mano diventarono civili. E studia e studia! L’hanno| poi fatta la gran bella scoperta: che sono certe quali bestie che cominciarono a diventar uomini!.. Benché ancora non hanno ben sognato di quale specie di scimmioni siano i nostri venerandi genitori. Però dicono essi: che trovarono le ossa di queste bestie-uomini; e che sanno essi come quegli uomini bestiali vivessero selvatici insieme colle fiere; e trovarono tante cose…

Par. Adagio adagio, mio buon amico, ne dicon tante, ne dicon troppe… Voi state sempre sull’avviso, non lasciando a loro passare confusamente tante bestiali ed empie falsità. Avvertite che gl’increduli sono come i furfanti, i quali troppo van facendo i loro interessi nelle oscurità e nelle confusioni. Cercano confondere i poco intelligenti collo sciorinare loro dinanzi quasi fosse verità e tutto oro da coppella quello che inventano o vogliono intendere a modo loro; e  per tutte buone ragioni basta solo che lo dican essi; ché debba valer più che se l’avesse detto Iddio. – Abbiate pazienza. di ripetermi ad uno ad uno gli errori che udite, affinché possa io darvi con calma in risposta le ragioni che ne mostrano le falsità.

Spez. La ringrazio; e voglio cavarmeli dalla testa coll’esporli qui a lei. In prima dicon là, senza ragione alcuna, che nacquero da non san dire neppur essi quali bestie, i primi non so che; se siano nati più bestiolini o più bambini.

Par. Ma deh! oh rispondete loro che non la dican così sconcia! È impossibile che un bambino sia nato bestiolino, e che nato un bambino alla bestiale, potesse vivere di poi. Il bambino ha bisogno d’una madre che se lo pigli in seno, lo levi sopra tutti gli animali, e subito subito con un bacio e gli occhi al cielo gli faccia intendere ch’egli è nato per sollevarsi dalla terra al Creatore, al Padre, a Dio che lo aspetta. Ha bisogno d’una madre e di un padre che sel piglino tra loro, e col dono della parola gli mostrino a conoscere le cose e ragionare. Qui poi è pur da fermarsi a ben considerare che i primi genitori stessi se fossero anche stati creati bambini, non avrebbero potuto vivere senza le cure d’una madre e di un padre. Questo prova come è vero quanto insegna la dottrina, che il Signore ebbe creati Adamo ed Eva in fior di vita, capaci a ragionare e provvedere a se stessi e poi ai loro figliuoli, tra le belve prepotenti. Pigliateli anzi in parola, quando dicono che l’uomo è l’ultima evoluzione della terra, dite loro: Se il primo uomo fosse stato formato lì ancor bimbo senza l’uso della ragione, poverino quell’infantuccio! senza una piuma e senza un pelo che lo coprisse, senza un dente e senza artigli per difendersi e mantenersi nella vita, senza forza e senza saper che fare, sarebbe stato subito dalle belve divorato! Eh via via! dite loro che lo dice fin Voltaire: che se si dimanda donde veniamo e come fummo noi creati, ne sa più il fanciulletto che l’impara al catechismo, che non tutti quei che si credono sapienti e lo inventano da sé. Basta solo pensare a questo, che se l’uomo fosse apparso bambino sulla terra, non avrebbe potuto vivere per dover credere che i primi nostri genitori furon creati in pieno sviluppo di vita e di ragione per poter vivere la vita umana. Sì si, che quel che insegna la dottrina cristiana della creazione degli uomini è quello solo che soddisfa la ragione e fa bene al nostro cuore. — È una cara verità di Dio che noi siamo creati per conoscerlo, per amarlo, per esser sempre con Lui beati. Se poi vi piacesse mostrare loro chiaramente che ne san meno dei fanciulli questi che non hanno fede, fate loro queste tre dimande sole: La prima: Non è vero che come noi siamo qui, né ci siam fatti da noi stessi; così noi intendiam subito che una cosa che è fatta, è stata fatta da qualcuno? Dunque pure intendiamo subito che vi debba essere un Creatore onnipotente che poté far tutto così bene. Tutti i popoli del mondo perciò credono, pregano e in qualche modo così adorano un Creatore. Or via, mi dite: se fra tutte le bestie che esistono da mille e mille anni, vi sarà mai stata anche una scimmia sola che abbia dette le orazioni o innalzato un solo altare?… Salterebbero su sino i fanciulli: « O no no, perché sono bestie! » – La seconda: Non è vero che tutti gli uomini san formarsi ed adoprarsi gli stromenti per far bene quel che vogliono?… Or via, mi dite: vi sarà mai stato uno scimmione così destro, che abbia aguzzato un solo palo per coltivarsi un campicello ?… « Oh no no, risponderebbero sino i bimbi, i scimmioni sono bestie. » – Fate lor questa terza dimanda: Se non è vero che tutti gli uomini, quando vedono far del male ad altri e rubargli ciò che è suo, essi, sentono che il malfattore meriti di essere castigato?… Or via, mi dite: se mai vi saranno state scimmie che gridassero di far un po’ di giustizia e se avran rizzato un tribunale?… « Oh oh, risponderebbero tutti i bimbi sghignazzosetti colle loro alte vocine, sono bestie… e le bestie non sanno che cosa sia far bene o male! » Dunque î bambini del catechismo mostrano di aver maggior giudizio di coloro che non credono e si vantano scienziati. Or mi direte, quali son le grandi scoperte di queste ossa di bestie umane come essi vanno sognando?

Spez. Dicon essi che fu trovato in Neanderthal il più bestiale, il più scimmiesco cranio d’uomo, e fino, pensate! una mascella a Moulin Quignon… un vero tesoro da museo. È vero che non vi erano più denti. Che peccato! erano stati venduti ad uno scienziato che buono buono li pagava troppo bene. Or di un cranio frantumato e di una mascella senza denti con poche altre ossa se ne servono per combattere tutta la storia della creazione e tutta la grand’opera di Dio.

Par. Oh!… e con quale ragione quei frantumi di una testa e con quella povera mascella volevano dire che erano di un uomo scimmiesco? Solo perché erano mal conformati? Con questo modo di ragionare, udite, udite che ci potranno dire quelle cime di teste così dotte. Se dimani un povero cretino (un di que’ meschini che per loro malattia, detta cretinismo, han la testa grossa grossa; conficcata tra le spalle quasi senza collo) girando alla stordita cadesse poverino! in un precipizio, e venisse dalle acque. in una piena trasportato dentro un buco della montagna; se lo troveranno poi dopo qualche anno tra le fanghiglie indurite come calce; to, che diranno subito che quel cretino nostro era un uomo scimmione prima d’Adamo? Che se poi dicono che quel cranio era molto antico e preistorico di molti secoli, perché voglion proprio che fosse di antica formazione quel terreno in cui si è trovato, dite a loro che nello stesso tempo si è trovato in Eugis, in un terreno detto da loro più antico, un altro cranio così bene conformato che mostrava come l’uom che si dovrebbe riconoscere da loro pel più antico del mondo, doveva avere una testa bella come quelle dipinte da Raffaello.

Spez. L’ho capito; ma che potrò rispondere, se nei musei detti preistorici mostrano tante schegge di pietre che tengon preziose, perché le dicon armi di quegli uomini ancor selvatici.

Par. A proposito di quelle pietre, corsi anch’io ad esaminarle negli scaffali di museo; e proprio là dovetti dire ad uno scienziato che aveva ancor buon senso: « Signor mio, se si vogliono di schegge così mal spezzate, ne trovate delle carra pei letti dei torrenti; tra montagne, poiché le schegge della silice trasportate giù dalle acque s’arrotondano a forma ovale, e sbattute trai macigni sì frantumano e sì sfogliano a mo’ di lancia. Eh meglio ancora che non son quelle là stampate in quel libro di quel signore il quale vuol far vedere lucciole per lanterne a coloro che egli tiene gonzi per lui.

Spez. Eh, ma dicon poi che si trovarono ossa di uomini nelle caverne miste a quelle delle belve, preistoriche cioè antichissime, tanto che non se ne trovano più al mondo; e conchiudono che quegli uomini selvatici vivevano insieme colle fiere.

Par. Che si siano trovate tali ossa miste insieme, certamente non prova che quegli uomini si passassero la vita in comunella colle fiere. Dite pure francamente che proprio a confondere questi pretendenti, dove si trovarono ossa umane, sì trovano, si può dire, sempre appresso a loro lavoretti fatti di ossa delle belve, e strumenti per lavorarli, armi ed ami e utensili di cucina; è a vederli già che di quanto bello lavoro!.. Oh, ma si dovrebbe dire mai, che quegli antichi uomini stesser là nelle caverne colle fiere a lavorare le loro ossa, e con loro se la facesser così bene! E come le nostre damigelle si divertono agucciando in ricami colle loro sorelline nel salotto della mamma, essi pure intagliando finemente quelle ossa si divertissero con quegli enormi orsacci e tigri e iene dette appunto delle caverne, perché più orribili dei viventi ai nostri tempi, oh oh se quelle care sorelline li avranno accarezzati cogli unghioni e baciati con quei denti a forma di grande stocco! «Anche qui, se dal trovarsi insieme ossa d’uomini e di antichissimi animali mostruosi si dovesse conchiudere che quegli uomini e quelle fiere vivessero tra loro da buoni amici; il ciel non voglia che un uragano sorprenda qualche Russo od Inglese, ricercatori d’avorio ai nostri di in Siberia tra gli avanzi degli elefanti, e dei mammouth; perché, trovate poi commiste le loro ossa, direbbero che i poveri nostri europei erano gli amiconi dei mammouth, e preistorici. avanti ad Adamo da chi sa quanti mila anni.

Spez. Ma assicurano che quegli uomini abitavano e seppellivano i morti nelle caverne.

Par. Lo credo anch’io che quando quegli antichi disperdendosi, come dice la Parola santa di Dio, si allontanarono dai grandi regni che si formavano fin d’allora; e per le alture delle montagne vennero i primi ad abitare tra i monti dell’Europa dei nostri dì, là in mezzo a tante fiere fu per loro vera grazia ritrovare delle caverne ed abitarle come case. Là le mura eran già fatte e ben solide e sicure; un buon lastrone di sasso incastrato alla bocca dell’antro li teneva sicuri nel lor rifugio, in cui godevano la tenerezza delle lor famiglie. Là difatti si trovano ancora e le mense pur di sasso e le ceneri dei focolari e gli strumenti di cucina. Insomma, dove si trovano segnali che là abitassero degli uomini; là sono sempre gli argomenti che erano uomini come noi. Là pur potevano deporre i lori morti come in luoghi più sicuri per salvare quei cari avanzi dagli unghioni e dalle zanne delle belve. – Trovarono adunque: che quegli antichissimi selvatici, come essi dicono, non solo abitavano; ma nelle caverne, come in quella famosa di Aurignac, seppellivano l’un presso all’altro i loro morti: anzi, aggiungono che alla bocca di quell’antro sì trovarono eziandio avanzi di cenere di mensa e di altare. Oh oh, che quegli non so che, se più bestie o più uomini degli increduli creati a fantasia, pregassero fino d’allora pei lor morti? E si raccogliessero a convito davanti ai loro sepolcri? Vorranno dunque i nostri signori, che pur credono niente, fare credere a noi che quelle bestie ancor, né ancor uomini fatti, facessero piamente i funerali ai loro padri bestie un grado indietro più di loro! Se seppellivano così bene i loro morti, erano ben uomini pietosi! Se poi volessero ostinarsi a dire che erano selvatici, perché frequentavano le caverne, noi vorremmo loro rispondere: che ancora adesso da quella cara e santa grotta di Betlemme, alle spelonche dei santi solitari e sino alle devote grotte dei nostri santuari, anche noi usiamo frequentare quegli antri; eppur noi non siamo selvatici e. molto meno preistorici: né lo sono i cittadini di Modica, abitanti nelle grotte in quella città ancora presentemente.

Spez. Ma se sapeste, ne trovan sempre delle nuove! e fino in fondo dei laghi scopersero degli avanzi di abitazioni; e gl’increduli a far gazzarra, e cantare e ricantare che in mezzo a quelle acque vi dovettero abitare uomini selvatici certamente preistorici, in tre epoche diverse che chiamano della pietra, del bronzo e del ferro.

Par. Ve lo voglio ancora ripetere: Non lasciatevi ingannare dagli increduli che qui cercano di confondere i poco istruiti coll’usare la parola in senso confuso. Ora vi darò io il vero senso della parola preistorico, che menano tanto per bocca. Attendete. [1. Continua…]

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.