DA SAN PIETRO A PIO XII (3)

DA SAN PIETRO A PIO XII (3)

CATECHISMO DI STORIA DELLA CHIESA (3)

[G. Sbuttoni: Da Pietro a Pio XII, Edit. A. B. E. S. Bologna, 1953; nihil ob. et imprim. Dic. 1952]

CAPO III.

LE PERSECUZIONI NELL’IMPERO ROMANO

PREAMBOLO

Le causali

Il pretore Ponzio Pilato, autorità romana a Gerusalemme, conobbe Gesù lo stesso giorno nel quale doveva mandarlo a morte. L’autorità romana a Roma s’accorse dei seguaci di Gesù, tra il luglio e l’agosto dell’anno 64. E, anche questa volta, se ne accorse per condannarli a morte. I Cristiani vivevano a Roma e in ogni parte dell’Impero, ma non si sapeva bene qual fosse la loro dottrina, quale la loro credenza. Da molti venivano confusi con gl’Israeliti. Gl’Israeliti o, come li si chiamava nell’Impero, i Giudei, formavano a Roma e altrove una comunità non soltanto etnica, ma anche politica. Erano perciò riconosciuti come un popolo trasmigrato, che manteneva il suo costume rituale e mentale anche in mezzo all’Impero; sfera d’olio che non si scioglieva, ma si centuplicava dentro quell’oceano in mille goccioline, alla prima agitazione.

I Giudei mantenevano in seno al popolo romano dei « privilegi » e persino delle prerogative; il loro culto era consentito e, dalla gente di miglior condizione, rispettato. Contavano protettori e protettrici alla corte imperiale.

I Cristiani al contrario vivevano sparsi fra tutte le classi e contavano seguaci tra tutti i popoli. Il Cristianesimo non si presentava come una religione nazionale o razziale; era invece religione di tutti gli uomini di tutti i paesi: religione universale, o, come si sarebbe detto universalmente con termine greco, cattolica. I pagani consideravano sacrileghi i Cristiani, perché non adottavano né gli Dei nazionali di ciascun popolo, né gli Dei dell’Impero. Nemmeno gl’israeliti riconoscevano le divinità pagane; adoravano un solo Dio; ma il loro culto appariva ai gentili come culto d’un Dio nazionale, e perciò essi erano tollerati. I Cristiani non riscuotevano maggior tenerezza dai Giudei, che vedevano in loro i ladri dell’Arca Santa, i trànsfughi della loro nazione. Agli occhi dei Giudei, i Cristiani erano colpevoli di aver spezzato la compattezza del popolo eletto, e d’ aver dato i tesori della Rivelazione agl’indegni. Eretici, dunque, per i Giudei; atei per i pagani. O prima o poi su di loro sarebbe caduta l’ira congiunta dei Gentili e dei Giudei.

1. – « NON TEMETE: IO VINSI IL MONDO!»

D. Chi tentò con tutti i mezzi di sbarrare il passo alla Chiesa di Cristo?

— L’Impero Romano, che, dopo le Sinagoghe ebree dei vari paesi, per 300 anni la combatté con tutti i mezzi possenti di cui di sponeva.

D. Chi alzò mai la voce a difenderla?

— Nessuno. Solo la protezione divina promessa da Gesù con le parole: « Non temete: Io vinsi il mondo! » e « Io sarò con voi sino alla fine dei secoli » e ancora « Le potenze dell’inferno non avranno ragione contro la mia Chiesa ».

D. Che fu del fortissimo Impero Romano?

— Tramontò, mentre la Chiesa continuò e continua la sua strada. Segno evidente della sua divinità.

2. – I PERCHE

D. Perché s’ebbero sì atroci persecuzioni contro, la Chiesa Cattolica?:

— Per varie cause, secondo i tempi e le. persone che le organizzarono; ma il motivo che tutte le riassume è la lotta dèi male contro il bene, delle tenebre contro la luce, come aveva avvertito Gesù: « Vi mando come pecore in mezzo ai lupi » . . . . «Sarete in odio a tutti in causa del mio nome. » « Chi vi ucciderà, crederà di rendere onore a Dio ». ~

«— « Perché — son sempre parole di Gesù — non siete del mondo, per questo il mondo vi odia ».

D . Si avverarono le predizioni di Gesù?

— Alla lettera, nelle persecuzioni. Il paganesimo idolatra e vizioso non poté che odiare la Religione di Cristo, che predicava la verità e là virtù; e così scoppiarono le persecuzioni.

D . Da questo male ne venne del bene per la Chiesa?

— Sì, in quanto nella lotta risplendette fulgidamente 1’origine divina della Chiesa di Cristo; il sangue dei martiri (Tertulliano) fu seme di nuovi Cristiani; ai giorni della prova seguirono quelli del trionfo.

3. – LA FISIONOMIA DEL MARTIRE

D. Come si presentò la fisionomia del martire?

— Come la cosa più sublime che possa immaginarsi quaggiù e che più avvicina alle perfezioni divine.

D . Dove sta infatti la nobiltà dell’uomo e la sua naturale somiglianza con Dio?

— Sta nella sua spiritualità, per cui si solleva su tutto il mondo sensibile ed emerge dalla materia e ne domina la forza bruta.

D . Risalta tutto questo nel martire ?

— Pienamente, infatti nello stesso momento in cui usa eroicamente la propria libertà, non si commuove di fronte alle minacce e agl’impeti più brutali, nè si piega a rinunciare al suo generoso proposito per conservare o procacciarsi un bene offertogli dalla natura inferiore.

D. Che cosa contribuisce ancora ad accrescere la nobiltà, dell’uomo?

— Il conservare la propria libertà e indipendenza di fronte agli altri.

D . Il martire la salva questa libertà?

— Ne è il campione, perchè al tiranno, che tenta forzare il santuario della sua coscienza per cacciarne l’amore e il culto di Cristo, oppone — quale impenetrabile baluardo — la sua fermezza; sicché il tiranno con i torménti e con la morte avrà in balìa il corpo di lui, ma l’anima intemerata ne sfuggirà gli artigli.

D. Che cosa ancora conferisce vera grandezza all’uomo ?

— L a virtù, che, più è perfetta, più imprime in lui la somiglianza con Dio.

D . Vi è nel martire il culto della virtù ?

— In sommo grado, infatti sacrifica per lei sostanze ed affetti, onori e vita, con prezioso olocausto tutto profumato di fede e d’amore, di perdono, di rassegnazione, di religiosità, di fortezza.

D. Quale virtù ha particolare risalto nel martirio ?

— La fortezza. Di essa diedero ardue prove non solo gli atleti, i soldati, i gladiatori, ma anche i deboli — fanciulli, giovinette, vecchi. — E non è solamente l’energia fisica, ma anche e soprattutto quella spirituale che si manifesta splendidamente, dominando tutte le debolezze e le ripugnanze della natura.

D. Chi è all’avanguardia in questo campo?

— La gioventù. Tarcisio giovinetto, Pancrazio, Sebastiano sonogli atleti di Cristo più celebrati; Agnese, Cecilia, Lucia, Agata sono le più venerate Vergini vittoriose. Il loro numero è incalcolabile.

4. – LE PENE

D. Com’erano considerati i Cristiani?

— Come attentatori alla religione dello Stato. I Romani infatti adoravano una moltitudine di dei; i Cristiani invece proclamano la esistenza di un solo Dio e rovesciano gl’idoli, il cui culto è presieduto dall’imperatore. Quindi impossibile per i Romani sopportare simili rivoluzionari.

D. Quali pene vi erano contro gli attentatori della religione dello stato?

— L’esilio, la confisca dei beni, il carcere, la decapitazione, il patibolo, la condanna alle belve, il rogo. Inoltre le torture escogitate dall’arbitrio e dalla ferocia dei magistrati.

D . Toccarono tali pene ai Cristiani?

— Tutte. Per es. Nerone li straziò, cospargendoli di materie infiammabili e facendoli ardere come torce ardenti durante i pubblici divertimenti nei suoi giardini, ecc.

5. – L E CATACOMBE

D . La Chiesa e i suoi fedeli che fecero per sottrarsi ai persecutori nella celebrazione dei Sacri Misteri?

— Per tre secoli dovettero ritirarsi o fra pareti di palazzi dei ricchi convertiti, o giù sotterra, nei cimiteri, detti Catacombe. Là celebravano, di notte, i divini misteri e si preparavano alla lotta.

6. – I PERSECUTORI E I MARTIRI

D . Quanto durarono le persecuzioni?

— Circa 300 anni, ad intervalli più o meno lunghi.

D . Quante furono le persecuzioni?

— Le più gravi furono 10. La prima fu quella di Nerone, che sacrificò Pietro e Paolo; la seconda di Domiziano; poi Traiano e Marc’Aurelio; Settimio Severo, Massimino Trace, Decio, Valeriano, Aureliano e infine Diocleziano.

7. – IL TRIONFO

D . Di chi fu il trionfo?

— Della Chiesa. Il mondo pagano assiste sorpreso alla comparsa di un amore di Dio e di Cristo più forte della violenza dei persecutori, più perspicace dello spirito acuto di certi pensatori. La legione dei martiri ripete, in altri termini, le parole di S . Paolo: « Per me vivere è Cristo » .

D . Quando avvenne il trionfo ?

— Nel 313 con il famoso « EDITTO di MILANO » , con cui Costantino concedeva ai Cristiani piena libertà di professare la loro Fede e alle chiese cristiane restituiva le proprietà confiscate.

8. – IL MOVENTE

D. Come spiegarsi questo voltafaccia?

— Per la visione della Croce e della scritta : « Con questo segno vincerai! » .

https://www.exsurgatdeus.org/2020/07/09/da-san-pietro-a-pio-xii-4/