LO SCUDO DELLA FEDE (XXX)

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]

XXX.

LA DOTTRINA DI GESÙ’ CRISTO.

Gesù. Cristo ebbe una vera, dottrina. — Fu tutta sua propria. — È dottrina divina. — Ha operato i più meravigliosi effetti.

— Gesù Cristo per salvarci, oltre alla sua incarnazione, passione e morte, ha Egli fatto qualche cosa d’altro?

Sì, senza dubbio. Egli ha predicato la sua celeste dottrina, ha istituito i suoi Santi Sacramenti, ed ha fondata la sua Chiesa. Ed anzitutto ha predicato la sua celeste dottrina.

— Ma io ho inteso dire che Gesù Cristo una vera dottrina nel vero senso della parola non l’abbia né avuta né predicata giammai, ma che in quella vece quella dottrina, che oggi ci propone a credere e seguire la Chiesa, come opera di Gesù Cristo, siasi formata a poco a poco per opera degli Apostoli, dei Padri, dei Dottori, dei Pontefici, dei filosofi cristiani, in una parola per opera degli uomini.

Lo so, fra le tante trovate del razionalismo moderno c’è anche questa. Ma non è meno falsa di tante altre: lo dimostra il più volgare buon senso. Poni ben mente. Tu sai che il quadro della Trasfigurazione, che si conserva a Roma in Vaticano, forma il capolavoro di Raffaello. Or supponi che ci fossero di coloro, che ci volessero dare ad intendere, che non è già il celebre Urbinate quegli che lo ha fatto, ma che in quella vece è una moltitudine di pittori diversi, i quali a poco a poco, l’uno dopo l’altro hanno dato sulla tela ciascuno alcune pennellate, donde alfine n’è uscito quella grande meraviglia.

— Ci metteremmo a ridere. Che così possa essere stato fatto un quadro qualunque pieno di sgorbi, passi, ma che così sia stato fatto il quadro della Trasfigurazione è impossibile.

Dici benissimo. Qualsiasi quadro nel quale apparisca unità, armonia, bellezza, mostra una stessa intelligenza, che l’ha concepito ed una stessa mano che l’ha dipinto, e quando pure, come accadde pel quadro della Trasfigurazione non finito a tempo da Raffaello, un’altra mano vi entrasse, non tornerebbe difficile a scoprirla. Or bene la dottrina di Gesù Cristo è come un quadro perfettissimo, un disegno a cui nulla manca, un complesso di verità, che si compenetrano tra di loro come i colori di una magnifica tela e formano un’ammirabile unità. Giacché in questa dottrina tutto mira a farci riconoscere che Gesù Cristo è Figliuolo di Dio, incarnatosi e fattosi uomo per operare la nostra salute, e a questo dogma fondamentale e centrale fanno capo, e per questa raggiano tutte le altre verità e dogmatiche e morali. – Or come sarebbe possibile che questa dottrina così perfetta, così unita, che non ha che un unico scopo, sia l’opera lenta e graduata di molti? non già di quel solo Gesù Cristo, da cui la Chiesa appoggiata alle più irrefragabili testimonianze la riconosce?

— Ma è vero quanto lei mi dice che nella dottrina di Gesù Cristo ci sia un complesso di verità unite fra di loro? Io ho sempre creduto che nel Vangelo non vi fossero che insegnamenti sparsi qua e là, e staccati gli uni dagli altri.

Certamente Gesù Cristo non formulò Egli in termini né un simbolo, né un codice morale; il piano della sua dottrina non si manifesta in un metodo conforme a quello che sono soliti ad usare gli uomini nell’ammaestrare; nel suo insegnamento non vi ha la prefazione che previene il lettore, né la distribuzione delle materie che solleva l’intelligenza, né  l’ordine, la concatenazione ed il progresso che fanno vedere l’unità dell’opera; ma con tutto ciò è certissimo che il simbolo ed il codice morale, che la Chiesa ci propone a credere e seguire, sono racchiusi negli insegnamenti di Gesù Cristo; che tutti gli insegnamenti suoi sono tra di loro collegati, ordinati e dipendenti gli uni dagli altri per guisa da non essere difficile a qualsiasi uomo dotato di un po’ d’intelligenza e di buona volontà scoprire una vera dottrina e rilevare l’impronta della più alta sapienza.

— Chi sa tuttavia se Gesù Cristo abbia creduto ed inteso Egli propriamente di insegnare agli uomini una speciale dottrina?

Non se ne può avere il minimo dubbio. Leggendo il Santo Vangelo si trova ad ogni tratto che Gesù Cristo parla della sua dottrina, de’ suoi precetti, delle verità, alle quali è venuto a rendere testimonianza, e della fede che devesi dare alla sua parola.

— E questa dottrina, che Gesù Cristo chiama sua, è veramente originale? tutta sua propria?

Sì, essa è veramente tale ; a Lui, ed a Lui solo interamente, appartiene. Ed in vero chi mai tra i savi antichi diede insegnamenti somiglianti a quelli di Gesù Cristo, per esempio riguardo a Dio, alla sua bontà, alla tenerezza del suo amore paterno per noi, alle tre Persone perfettamente eguali, Padre, Figliuolo, Spirito Santo, che sono in Dio? Chi apprese agli uomini come Lui ad adorare Iddio in ispirito e verità, e ad implorarne i favori con un’orazione, che sebbene brevissima, contiene nondimeno tutto ciò che dobbiamo sperare e domandare da Dio, al quale vi si volge il più dolce dei nomi, quello di Padre? Chi, come Gesù Cristo, diede la vera nozione del bene e del male ? Ohi al par di lui fece conoscere in che propriamente consista la virtù? Chi rivelò, come Egli fece, la vera dignità e libertà dell’uomo? Chi die’ precetti simili ai suoi, riguardo alla carità, al perdono delle offese, alla dilezione dei nemici, all’universal fratellanza, all’abolizione d’ogni schiavitù, all’unità e indissolubilità del matrimonio, alla castigazione del corpo, all’obbedienza della civile autorità? Qual Savio eruppe come Gesù Cristo in queste esclamazioni: « Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno de’ cieli; beati i mansueti perché possederanno la terra; beati i mondi di cuore perché vedranno Dio; beati coloro che piangono perché saranno consolati; beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati; beati i misericordiosi perché troveranno misericordia, beati quelli che sono odiati, calunniati, perseguitati, perché di essi è il regno dei cieli ! » Chi mai disse questo? Nessuno, nessuno mai.

— Ma nella dottrina di Gesù Cristo non si trovano altresì tanti insegnamenti che già vi erano nei libri degli Ebrei e che alcuni Savii dell’antichità avevano dati?

E che perciò?

— Non si potrebbe inferire che Egli la sua dottrina la tolse da quei libri e da quei Savii?

Già è vero: taluni dei saputi moderni non potendo negare che Gesù Cristo ebbe una dottrina, asseriscono che Egli la tolse in gran parte dai libri ebraici e dai savii dell’antichità, e che però la sua dottrina non ha nulla di nuovo. Ma vorrebbero dunque costoro che Gesù Cristo per essere originale nei suoi insegnamenti avesse rigettate quelle verità, che Iddio fece rifulgere al popolo ebreo ed agli stessi Gentili? Se Egli stesso era Dio, poteva Egli mettere da banda ciò che come Dio aveva rivelato e fatto conoscere agli uomini prima di incarnarsi? Non solo non poteva, ma ponendo nella sua dottrina certe verità già rivelate al popolo ebreo e conosciute dagli stessi Gentili, Egli non fece altro che appropriarsi legittimamente di ciò, che da tutta la eternità gli apparteneva, e che lungo il corso dei secoli aveva agli uomini comunicato. Ma pur ponendo nella sua dottrina queste verità, quante altre ne proclamò interamente nuove! Egli fu propriamente quello scriba dotto che a somiglianza del padre di famiglia trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie.

— Ma se è certo che la dottrina di Gesù Cristo si mostri originale e tutta sua propria, è certo del pari che si manifesti divina? Oppure la si chiama così solo perché si eleva al di sopra delle dottrine di altri grandi maestri dell’umanità?

“No, caro mio: la dottrina di Gesù Cristo non si chiama divina soltanto per esprimere la sua singolare bellezza, come ad esempio gli antichi dissero divini gli insegnamenti di Platone. – Si chiama divina perché è propriamente la dottrina di un Dio, e tale si manifesta.

— E da che cosa si manifesta la dottrina di un Dio?

Da tre cose massimamente:

1° Dal modo, con cui Gesù Cristo ce l’apprese. Egli disse: « Da Dio sono uscito e sono venuto, poiché non sono venuto da me stesso, ma Egli mi ha mandato, e quegli che da Dio è stato mandato parla parole di Dio. La mia dottrina è celeste: Io sono la luce, la via, la verità, e la vita. Le parole che Io vi parlo sono spirito e vita »: e in conformità a tale asserzione Egli parlò con sicurezza, con precisione di linguaggio, disdegnando gli umani argomenti. Ad ogni tratto dalle sue labbra uscirono fuori queste espressioni al tutto proprie di Lui: « In verità, in verità vi dico — Io, vel dico Io, che parlo — Credete alla mia parola — Fate così — Lasciate questo ». Insomma Egli affermò sempre e concluse con l’autorità d’un maestro supremo, che non sente al di sopra di sé alcun giudice, che non tollera discussioni, che non teme smentite; e così appunto insegnava. Gesù Cristo, perché era Dio.

2° Dalla perfezione, che in tale dottrina si trova. In essa non manca nulla, o per lo meno i mancamenti non sono che apparenti, giacché dai principii, che essa ha, si possono cavare tutte le conseguenze relative al conoscimento di Dio, di Gesù Cristo, dell’opera sua, dell’uomo, dei nostri doveri, eccetera. Ed oltre al non mancarvi nulla, è sempre esatta, precisa, sicura, senza il più piccolo sbaglio, il minimo errore. Così che coloro che l’accettano e la seguono fedelmente si elevano a giustizia e perfezione eroica e si fanno santi. E produrre tale effetto non lo può che una dottrina divina.

3° Dalla sua comunicazione a tutti i paesi e a tutti i secoli fino alla fine del mondo. E ciò senza che sia avvenuta o possa avvenire in tale dottrina, la minima alterazione, giacché anche oggi si insegna ciò che Gesù Cristo ha insegnato, e quel che si insegna qui nella nostra Italia è ciò che s’insegna anche nella landa più inospitale della terra, purché vi giunga l’apostolo di Gesù Cristo. Nessun’altra dottrina di nessun savio, di nessun dottore per quanto grande, ha ottenuta una tale ventura. Che anzi forse non vi è stato mai dottore alcuno, che abbia avuto in cuore tale aspirazione per la sua dottrina, e se pure vi fu chi l’abbia avuta, certamente nessuno mai ha osato di esprimerla. – Gesù Cristo al contrario pur predicando la sua dottrina tra gli stretti confini della Giudea, vide profeticamente questa dottrina spargersi per tutto il mondo, e ciò che egli vide lo annunzio chiaramente dicendo che la sua parola era un piccolo seme, che sarebbe diventato un albero immenso da coprire tutta la terra. E così realmente avvenne. La dottrina di Gesù Cristo dapprima per mezzo degli Apostoli, poscia per mezzo dei loro successori si sparse, continua e continuerà a spargersi sino agli estremi confini della terra e attraverso a tutte le età. E ciò non altrimenti avviene, se non perché si tratta della dottrina di un Dio!

— E la dottrina di Gesù Cristo ha essa realmente prodotto nel mondo gli effetti, cui il suo Autore mirava!

Sì, senza dubbio. Di mano in mano che si andò predicando e riuscì a penetrare nell’animo degli uomini, si andò eziandio rinnovando la faccia della terra. Per essa caddero a terra i templi e gli altari degli dèi falsi e bugiardi, cessarono gli orrendi sacrifici di vittime umane, si ammansò la ferocia dei popoli barbari e selvaggi, scomparvero le orge invereconde, gli spettacoli di sangue e i tanti altri obbrobri, di cui era contaminato il mondo. Per essa fu disvelata la inanità, l’assurdità e l’errore della filosofia pagana, e fu mostrata nella più viva luce la verità, la bellezza e la forza della Religione Cristiana. Per furono riprovati i delitti, i vizi, le ingiustizie, le discordie di ogni maniera, e tutti gli uomini, di ogni sesso, di ogni età, di ogni condizione vennero addottrinati intorno al vero Dio, al culto che gli è dovuto, alle verità che Egli ha rivelate, e che bisogna credere, alle virtù che ci ha insegnate e che bisogna praticare. Ed ecco sorgere templi ed altari al solo Dio Creatore e Redentor del mondo, ed ivi accogliersi i credenti per rendere a questo Dio gli omaggi dovuti alla sua Maestà: ecco gli uomini, mitigati i loro costumi, sedate le loro civili discordie, piegatisi alla legittima autorità, divenuti come altrettanti fratelli, far sottentrare nel loro animo all’egoismo la carità, alla sfrenata lussuria la fuga dei carnali diletti, al furore della vendetta la volontà del perdono, alla superbia l’umiltà, all’avarizia la liberalità, all’iracondia la mansuetudine; ecco insomma prodigiosi mutamenti d’ogni maniera compiutisi in ogni tempo e da per tutto dal primo dì che cominciò ad intendersi la dottrina di Gesù Cristo fino a noi, e che si compiranno ancor sempre e da per tutto sino alla fine del mondo, essendo volontà espressa di Dio, che sino alla fine del mondo gli uomini per mezzo della predicazione di questa dottrina vengano alla cognizione della verità.

— Ciò è veramente ammirabile, e chiaro apparisce essere opera divina.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.