LO SCUDO DELLA FEDE (144)

P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA

Cappuccino Missionario Apostolico

IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (12)

FIRENZE

DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA 1861

DISCUSSIONE XIII

Il Canone della Santa Scrittura. — Se sieno o no divini i libri del Canone Cattolico, detti Deuterocanonici.— Perché rigettati sieno dai protestanti.

67. Prot. Se ho commesso grave errore rigettando la Tradizione, non erro al certo se costantemente rigetto come apocrifi certi libri che la Cattolica Chiesa ammette e spaccia per divini, sotto lo specioso nome di Deuterocanonici. Questi sono, riguardo al Vecchio Testamento, i Libri   di Baruc, di Tobia, di Giuditta, della Sapienza, dell’Ecclesiastico, il primo e il secondo dei Maccabei. Oltre a ciò: gli ultimi sei capitoli del libro di Ester, il Cantico dei tre fanciulli, in Daniele, i due ultimi capitoti attribuiti a questo Profeta, contenenti la storia di Susanna, e quella di Bel, e del dragone. Riguardo poi al Nuovo Testamento, rigetto l’Epistola, detta, di S. Paolo agli Ebrei, la seconda di S. Pietro, quelle di S. Giacomo e di S. Giuda, la seconda e la terza di Giovanni, l’Apocalisse, gli ultimi dodici versetti dell’ultimo capitolo di S. Marco, la storia del sudore di sangue in S. Luca – XXII. 43, 44. – e la storia della donna adultera, in S. Giovanni. VIII, 3. 12 – [I Deuterocanonici del Vecchio Testamento furono rigettati da tutti i protestanti: quelli del Nuovo sono ammessi dai Calvinisti.]. Io dunque giustamente li rigetto come apocrifi, perché quelli assegnati al Vecchio Testamento non furono ammessi da Esdra nel Canone dei Libri divini da esso composto; e quelli del Testamento Nuovo non furono come divini riconosciuti dalla più gran parte delle Chiese nei primi secoli dell’era cristiana. Oh!. qui poi ho certamente ragione.

Bibbia. Tu erri grandemente:

1.° Perché, riguardo al Vecchio Testamento, non è noto che Esdra abbia composto il Canone dei Libri Santi, e però se non hai altro appoggio, sei per lo meno incerto della loro autenticità, e quindi neppur uno ne puoi ricevere per divino.

2.° Perché, anche ciò ammesso, se altro appoggio non vi fosse, rigettar dovresti come apricrifi anche di quelli che ammetti come divini; cioè il Libro di Neemìa. la Profezia di Malachia, il primo e il secondo dei Paralipomeni, i quali essendo stati scritti dopo la morte di Esdra in verun modo possono appartenere al suo Canone. Infatti, Neemia parla – [XII. 22.-1] di cose avvenute dopo la morte di Esdra: Malachia parla del culto negletto dei sacrifici per parte dei sacerdoti e del popolo; il che suppone la completa restaurazione del tempio, la quale non si effettuò durante la vita di Esdra. Nel primo dei Paralipomeni – Cap. 3 – si trova la genealogia dei discendenti di Zorobabele per dieci successive generazioni, cioè sino a circa trecento anni dopo la morte di Esdra. Pertanto, la vera ragione per cui quei libri non furono posti nel sacro Canone della Sinagoga, a cui ciò apparteneva,  non fu perché non fossero divini, ma perché dopo la morte di Malachia restò interrotta la successione dei Profeti, senza dei quali nulla faceva d’importante; come è noto dal fatto di Giuda Maccabeo, il quale, tuttoché Sommo Pontefice, non osò disporre delle pietre dell’altare profanato dai Gentili, perché mancava un Profeta. « E ne ripose le pietre sul monte del tempio in luogo  conveniente, persino a tanto che venisse un profeta, e decidesse in quel che si avesse da fare. » [I.° de Macc. IV, 46.- Ciò attesta anche Giuseppe Ebreo, dicendo : – Lìb. 1, cont. Apion. – I Talmudisti in molti luoghi citano testi di essi libri come di divina autorità; dal che è manifesto che anche i Giudei li riguardano come divini, quantunque non apposti ancora nel loro Canone,]

68. Prot. Non mi appoggio alla sola autorità di Esdra per discernere i libri divini dagli apocrifi, ma posseggo varie altre regole, o criteri di verità che mi conducono infallibilmente al mio intento, tanto per riguardo al Testamento Vecchio che al Nuovo. E parlandosi del primo, ho per regola principale che riguardar si debbano come libri divini quelli soltanto che nel secondo citati sono da Gesù Cristo, o dagli Apostoli, o che almeno fanno ad essi manifesta allusione.

Bibbia. Non può dubitarsi che siano divini i libri citati da Gesù Cristo e dagli Apostoli; e però non puoi ricusare di riconoscer per tali la Sapienza, citata .- XIII, I. – da S. Paolo – Rom. I . 20, –

2.° L’Ecclesiastico, citato – XI, 49. – da S. Luca – XII. 19. – citato – XIV, 48. – XLII, 4. da S. Giacomo – I. 2, II. 1.-

3.° il primo e il secondo de’ Maccabei, citati, il primo – Il. 39. – il secondo – V, VI, VII. – da S. Paolo – Ebr, XI, – 34, 35, 36. – È poi falsissimo non sieno divini i non citati. Se ciò vero è dovresti come apocrifi non pochi di quelli che anche tu ammetti per divini. Infatti, nel Nuovo Testamento in verun modo citati sono i libri dei Giudici, di Ruth, il 1.° de’ Re, i due dei Paralipomeni, l’Ecclesiaste, il Cantico dei Cantici, quelli di Esdra e di Neemia, di Abdia, di Sofonia; né la parte protocanonica di quello di Ester.

69. Prot. Anche qui ho dato in fallo; ma credo certamente sicurissime le altre mie regole, cioè. – La sensazione interna degli effetti dello Spirito Santo, che sperimentasi nella lettura dei libri santi: la convinzione dell’utilità di tali scritti per migliorare il cuore, etc. L’eccitamento interiore a sentimenti di pietà: ed una certa sensazione, o sapore interno, che molto diletta; etc.

Bibbia. Tutte queste tue regole non sono che ciance e illusioni. Per discernere con sicurezza i libri divini dagli apocrifi è la decisione di un’autorità infallibile, stabilita a ciò dal Signore, né vi è altro mezzo che questo. Tale autorità fu data, nel Vecchio Testamento, alla Sinagoga, e nel Nuovo è concessa a che siede sulla Cattedra di S. Pietro, essendo infallibili, col Concilio o senza, le sue decisioni, come già si è veduto. Onde a nulla vale la pratica delle chiese particolari, a cui ti appoggi, se pure è vero ciò che mi hai detto, del che molto dubito; perché al solo Pietro e suoi successori appartiene, in tutto, il governo supremo, l’Autorità innappellabile sull’Ovile di Cristo.

70. Prot. Come! Come! Appartiene al Papa anche il decidere quanti siano o no i Libri Santi! Dove ciò trovasi scritto? Oh! è vero che ho convenuto con voi che il Papa è infallibile, ma ciò nonostante, questa non la posso inghiottire, non ve la passo, se non me lo dimostrate con testi chiari, lampanti.

Bibbia. Ti contenterò: ascolta. « Vi sono alcuni che vi conturbano, e vogliono capivoltare il Vangelo di Cristo…. Or vi fo sapere, o fratelli, come il Vangelo, che è stato evangelizzato da me non è cosa umana: imperocché non l’ho ricevuto, nè l’ho imparato da uomo, ma per rivelazione di Gesù Cristo. » [Gal. I, 7] . – « Andai di nuovo a Gerusalemme con Barnaba, preso meco anche Tito. E vi andai per rivelazione: e conferii con quelli il Vangelo che io predico tra le nazioni, e distintamente con quelli che erano in grande autorità; affinché io non corressi o avessi corso senza frutto…. cioè a dire per riguardo di que’ falsi fratelli, i quali si erano intrusi ad esplorare la nostra liberta, che abbiamo in Cristo Gesù…. Ai quali non cedemmo neppure un momento;… affinché rimanesse presso di voi la verità del Vangelo…. E avendo riconosciuto la grazia conceduta a me, Giacomo e Cefa e Giovanni, che eran riputati le colonne, porsero le destre di confederazione a me, etc. » -[ivi, 1, 2 e segg.].

« Osserva bene questo fatto. Il Vangelo predicato, a voce e in iscritto da S. Paolo, essendogli stato rivelato da Gesù Cristo, era incontestabilmente parola di Dio. Pure dubitandone non pochi fedeli, per le mene inique dei fasi fratelli, per turare a questi la bocca, ed assicurarne i buoni, e così non correre senza frutto, gli fa d’uopo di andare a Gerusalemme, e per divina rivelazione, ossia gli fu d’uopo ricorrere per divino comando ossia all’autorità di quella Chiesa ove era Pietro con altri Apostoli, e conferire con essi il suo Vangelo, e riportarne ai fedeli l’autentica approvazione, il che fece, riferendola loro con queste parole: «.Avendo riconosciuto la grazia concessa a me Giacomo e Cefa e Giovanni,… porsero le destre, etc. » E siccome ciò nonostante, attesa la pubblicità dei fatti, e l’importanza di tale affare, era necessaria una decisione solenne obbligatoria per tutta la Chiesa, S. Pietro e non altri, è quegli che autenticamente dichiara che tutti gli scritti di Paolo sono parola di Dio; e ne spedisce a tutti i fedeli la inappellabile decisione concepita in queste parole. « La benignità del Signor nostro tenete in luogo di salute: conforme anche il carissimo nostro fratello Paolo PER LA SAPIENZA A LUI DATA vi scrisse, come anche in tutte le altre epistole, nelle quali parla di queste cose etc. » [II di Piet. III, 15, 16] Ora ne sei persuaso?

71. Prot. Sì certamente. Udite adesso i genuini miei sentimenti. – « Qualunque sieno le cause accidentali che hanno impedito di aggiunger nuovi libri al Canone di Esdra,… a me pare che la Sinagoga di Giudea, tal quale era divenuta, sola non era più competente su questo soggetto, e che la CHIESA CRISTIANA, LA QUALE LE SUCCEDEVA, EBBE PERCIÒ QUESTA COMPETENZA, nel modo stesso che la Sinagoga dei tempi di Esdra era stata giudice degli scritti anteriori anche di più secoli. Or noi abbiamo veduto qual caso hanno fatto i Dottori della Chiesa primitiva dei libri che noi riguardiamo adesso come apocrifi, ed inoltre veduto abbiamo che gli Apostoli frequentemente fanno allusione ad essi anche allorquando non gli nominano, com’eglino neppur nominano tutti i libri dell’Antico Testamento, che citano. » [Mouliniè, pastore di Ginevra: Notices des livres apocryphes de l’ancien Testament: Genève 1828, Introduction, p. 7.]

« Quanto alla sensazione interna, o sapore, io debbo confessare che giammai l’ho provata, e quelli che la provano non sono degni d’invidia, né più vicini alla verità; dappoiché i Maomettani la provano egualmente che i Cristiani: e siccome questa sensazione interna è la sola prova sulla quale Maometto ha fondata la sua religione, che tante migliaia di uomini hanno adottata, così dobbiamo conchiudere che essa è ingannevole. L’altro carattere è ugualmente insufficiente: poiché dei pietosi sentimenti possono essere eccitati per mezzo di opere puramente umane, per mezzo di scritti di filosofi, ed anche per mezzo di dottrine fondate sull’errore.

La sensazione interiore degli effetti dello Spirito Santo, è la convinzione dell’utilità di tali scritti per migliorare il cuore, e purificarci; sono criteri non meno incerti dei precedenti. » [Michaelis, Introd. ou Nouveau Test, quatr. edit., Genève 1822, T. 1 part. I. chap. 3. seri. 2, p. 213.].

« Come può per tal modo un protestante provare ad uno che il nieghi, esser canonica, per esempio, l’Epistola di S. Giacomo? A quest’angustia è dunque ridotta la cosa, o di affermare che noi conosciamo di esser ella autentica con la stessa testimonianza dello Spirito Santo, nei nostri cuori, con cui venne scritta, ovvero di far ritorno a Roma dicendo, che per la Tradizione conosciamo averla la Chiesa ricevuta nel Canone, e che la Chiesa è infallibile. Chi il può trovi una via di mezzo. » [Rob. Barclay, Op. Theologìæ vere Christianæ: edict. 2, I.ond. 1720. p. 67]. « Non dubito dire che tutti i colpi, che vibrare si vogliono contro i libri (detti) apocrifi, possono esser diretti con successo dagli increduli contro il Canone Sacro (ammesso anche dai protestanti) e servire a sconquassare l’edilizio della Chiesa. » [Mouliniè luog. Cit.] – « Non parlo per incriminare alcuno, ma per dimostrare che deve ciascuno diportarsi da equo giudice di questi libri (detti) apocrifi, onde non succeda lo stesso, in pena comune, a tutto il Codice Sacro. » [Reus, Dissert. pol. de libris V. Test, apocryphis, perperam plebi negatis, p, 13.] Eccovi i veri miei sentimenti; né questi sono soltanto  di adesso. Bibbia. Se non sono soltanto di adesso, perché rigettasti que’ libri?

72. Prot. «Perché certi passi fecero credere che la dottrina di questi libri non era punto conforme all’analogia della fede, e ripassando ancora tutte le obbiezioni che si era veduto opporsi alla loro canonicità, se ne concluse la soppressione di tutti. » [Mouliniè: luog. Cit.]

Bibbia. Che ti vergogni a dir tutta la verità? Spiegati meglio.

Prot. « Si dilungarono i protestanti suspicando, e per non poco tempo, da questi libri (del V. Test.), perciocché da un pregiudizio dogmatico erano miseramente illusi. Nondimeno devesi attribuire a gran ventura che dalla Sinodo d’Ippone Reggio nell’anno 393. e dal Concilio III. di Cartagine nel 397, i Libri apocrifi, di cui abbiamo parlato, sono stati accettati, e formalmente ricevuti nel Canone dell’Antico Testamento, e quel che più monta, confermati e mantenuti come parte integrante del medesimo, da Papa Innocenzo I, l’anno di nostra salute 403, da Papa Gelasio nel 494. Ciononostante, i Riformatori del secolo XVI, vollero di nuovo tor via i libri, così chiamati, apocrifi dal Canone. Eglino si ridussero a tal passo, siccome per noi fu detto, per ragione di dogmi. »[Berthold, Introduzione istorico-critìea a tutti i libri canonici, e apocrifi dell’antico e del nuoto Testamento, 1812, T. 1, p. 263.]  Vi parlerò anche più chiaro. « La nostra Chiesa continua a non ammettere come libri divini, gli apocrifi (deuterocanonici) solo per aver la Chiesa Romano-Cattolica attinto da questi gli argomenti, onde provare alcuni suoi dogmi, a mò di esempio, la Messa ed il Purgatorio » [Brestschneider, Compendio della dogmatica della Chiesa Evangelico-luterana, l823, T. 1, p. 126]. Tra gli altri « Lutero ed i suoi seguaci…. cancellarono dalla loro Bibbia l’Epistola di S. Giacomo, perché essa raccomanda le buone opere, ed insiste sulla loro necessità; la quale Epistola; Lutero la chiama l’Epistola straminea? » [Cobbet, Storia della Riforma protestante, etc; Lett. XI, § 328.]

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.