I SERMONI DEL CURATO D’ARS: PRIMA DOMENICA DELL’ANNO

I SERMONI DEL CURATO D’ARS

(Discorsi di G. B. M. VIANNEY VOL. I, IV ed. Ed. Marietti – 1933)

PRIMA DOMENICA DELL’ANNO

Domine, dimitte illam et hoc anno.

[Signore, lasciatela ancora un anno sulla terra.]

(S. Luca, XIII, 8)

Un uomo, ci dice il Salvatore del mondo, aveva un fico piantato nella sua vigna, e venendo a cercarvi i frutti, non ne trovò alcuno. Allora si rivolse al vignaiolo e gli dice: ecco, son già tre anni che vengo a raccogliere frutto da questo fico, senza trovarne; taglialo dunque, perché occupare ancor la terra? Il vignaiolo gli risponde. Signore, lasciamolo ancora quest’anno, lo lavorerò intorno, vi metterò del concime, forse porterà frutto, altrimenti lo taglierete e lo getterete al fuoco. No, fratelli miei, questa parabola non ha bisogno do spiegazione alcuna, siamo proprio noi, questo fico che il Signore ha piantato nel seno della Chiesa e dal quale aveva diritto di di aspettarsi buoni frutti, ma finora abbiamo deluso le sue speranze. Indignato per la nostra condotta Egli voleva toglierci da questo mondo e punirci; ma Gesù-Cristo, che è il nostro vero vignaiolo, che coltiva le nostre anime con tanta cura e che è già il nostro Mediatore, ha chiesto, di grazia, a suo Padre di lasciarci ancora questo anno sulla terra, promettendo a suo Padre che Egli avrebbe raddoppiato le sue cure ed avrebbe fatto tutto quel che poteva per convertirci. Padre mio, gli dice questo tenero Salvatore, ancora questo anno, non lo punite così presto; io lo perseguirò continuamente, sia con i rimorsi della coscienza che lo divorano, sia con i buoni esempi, sia con buone ispirazioni. Io incaricherò questi ministri di annunciar loro che sono sempre pronto a riceverlo; che la mia misericordia è infinita. Ma, se malgrado tutto questo, essi non vogliono amarvi, ben lungi dal difenderli contro la vostra giustizia, Io stesso mi volgerò contro di loro pregandovi di toglierli da questo mondo e di punirli. Preveniamo, fratelli miei, una sì grande sventura e profittiamo di questa misericordia che è infinita! Fratelli miei, passiamo santamente l’anno che stiamo per iniziare: e per questo, evitiamo questi disordini che hanno reso i nostri anni passati così peccaminosi agli occhi di Dio. È quel che io voglio dimostrarvi in maniera semplice e familiare affinché, comprendendolo bene, possiate profittarne.

I. Perché, fratelli miei, la nostra vita è piena di tanta sofferenza? Se consideriamo bene la vita dell’uomo, non è altro che una catena di mali: malattie, dolori, persecuzioni o infine le perdite di proprietà si succedono incessantemente su di noi; così che da qualunque parte l’uomo terreno si giri o si consideri, trova solo croci e afflizioni. Andate,  domandate dal più piccolo al più grande, tutti vi avranno lo stesso linguaggio. Infine, fratelli miei, l’uomo sulla terra, se non si rivolge a Dio, non può che essere infelice. Lo sapete perché, fratelli miei? No, mi direte voi. Ebbene! Amico mio, eccone il vero motivo. È che Dio, non ci ha messo in questo mondo solo come in un luogo di esilio e di reclusione, Egli vuole forzarci con così tanti mali a non attaccare ad esso il nostro cuore e a sospirare beni ben più grandi, più puri e più durevoli di quelli che si possono trovare in questa vita. Per farci sentire il bisogno di portare la nostra visuale verso i beni eterni, Dio ha dato ai nostri cuori desideri così vasti ed estesi, che nulla di creato è in grado di soddisfarli: ma a questo punto egli spera di trovare qualche piacere, attaccandosi a degli oggetti creati; appena possedeva ciò che desiderava con così tanto ardore, non appena assaggiato, egli si volge da un’altra parte, sperando di trovare qualcosa di meglio. È quindi costretto e forzato a confessare, per esperienza personale, che è inutile voler riporre qui la propria felicità in cose deperibili. Se spera di avere qualche consolazione in questo mondo non sarà se non disprezzando le cose che sono passeggere e di così poca durata, e tendendo al fine nobile e felice per il quale Dio lo ha creato. Volete essere felice amico mio? Guardate il cielo: là è dove il vostro cuore troverà qualcosa di cui saziarsi pienamente. Per provarlo, fratelli miei, dovrei solo interrogare un bambino e chiedergli per qual ragione Dio l’ha creato e messo al mondo; egli mi risponderebbe: per conoscerlo, amarlo, servirlo e quindi guadagnare la vita eterna. Ma di questi beni, di questi piaceri, di questi onori che cosa devi farne? Mi direbbe di nuovo: tutto ciò esiste solo per essere disprezzato, ed ogni Cristiano fedele agli impegni presi con Dio sul sacro fonte del Battesimo, le disprezza e le calpesta con i piedi. Ma mi direte ancora, cosa dobbiamo fare allora? Come dovremmo comportarci per giungere al fine beato per il quale siamo stati creati, in mezzo a così tante miserie? Eh! Amici miei, niente di più facile, tutti i mali che voi sperimentate sono i veri mezzi per condurvici: cerco di dimostrarvelo in modo chiaro come di giorno a mezzogiorno. Innanzitutto io vi dirò che Gesù Cristo con le sue sofferenze e la sua morte ha reso tutti i nostri atti meritori, per cui per un buon Cristiano, non c’è un movimento del nostro cuore e del nostro corpo che non sia ricompensato se lo facciamo per Lui. Forse voi pensate che questo non sia ancora abbastanza chiaro. Ebbene, se ciò non è sufficiente abbastanza, riesaminiamo la questione. Seguitemi per un momento e saprete come fare per rendere tutte le vostre azioni meritorie per la vita eterna, senza nulla cambiare nel vostro modo di agire. Bisogna soltanto tutto fare per piacere a Dio, e aggiungerò pure che invece di rendere le vostre azioni più penose facendole per Dio, al contrario, esse saranno solo più dolci e più leggere. Al mattino, quando vi svegliate, pensate immediatamente a Dio, e fatevi subito il segno della croce in Lui dicendo: Mio Dio, io vi dono il mio cuore, e poiché Voi siete così buono da darmi un altro giorno, fatemi la grazia che tutto ciò che io farò, non sia che per la vostra gloria e la salvezza della mia anima. Ahimè! dobbiamo poi dire in noi stessi: quanti ieri sono caduti nell’inferno, che forse erano meno colpevoli di me: devo dunque fare meglio di quanto non abbia fatto finora. Da questo momento, dovete offrire a Dio tutte le vostre azioni della giornata dicendogli: Ricevete, o mio Dio, tutti i pensieri, tutte le azioni che io farò in unione con ciò che avete sopportato durante la vostra vita mortale per mio amore. Questo è quello che non dovete mai dimenticare; perché, affinché le nostre azioni siano meritorie per il cielo, dobbiamo averle offerte al buon Dio, altrimenti esse saranno senza ricompensa. Quando è giunto il momento di svegliarvi, alzatevi prontamente: fate attenzione a non ascoltare il demone che vi tenterà di rimanere un po’ di più a letto, per farti mancare la vostra preghiera, o per farvela fare distrattamente al pensiero di ciò che vi attende, o dell’opera che vi pressa. Quando vi vestite, fatelo modestamente, pensando che Dio ha gli occhi su di voi e che il vostro buon Angelo custode vi sia vicino, cosa di cui non potete dubitare. Mettetevi poi in ginocchio, non ascoltate ancora il demone che vi dice di rimandare la vostra preghiera ad un altro momento, per farvi offendere Dio fin dal mattino; al contrario, fate la vostra preghiera con tal rispetto e modestia per quanto ne sarete in grado. Dopo la vostra preghiera, prevedete le occasioni che potreste avere di offendere Dio durante la giornata, per poterle evitare. Quindi prendete una qualche risoluzione che vi sforzerete di eseguire dal primo momento: come, ad esempio, fare il vostro lavoro nello spirito di penitenza, evitare l’impazienza, le mormorazioni, i giuramenti, frenare la vostra lingua. La sera esaminerete poi se siete stati fedeli ad essa; se avete mancato, imponetevi qualche penitenza per punirvi delle vostre infedeltà, e siatene certi, se userete questa pratica, sarete presto in grado di correggervi da tutti i vostri difetti. – Quando andate a lavorare, invece di occuparvi della condotta dell’uno o dell’altro, occupatevi di alcuni buoni pensieri, come della morte: pensate che presto sarete tratti fuori da questo mondo; voi esaminerete quanto bene abbiate fatto da quando ci siete; vi dorrete soprattutto per i giorni persi per il cielo, cosa che vi porterà a raddoppiare le vostre buone opere, oppure del giudizio che forse, prima che la giornata finisca, dovrete rendere conto di tutta la vita e che quel momento deciderà il vostro destino, o eternamente infelice, o eternamente beato; o nel fuoco dell’inferno, dentro il quale bruciano quelli che hanno vissuto nel peccato, o nella felicità del paradiso, che è la ricompensa per coloro che sono stati fedeli nel servire Dio; o, se volete, trattenetevi sulla bruttura del peccato che ci separa da Dio, che ci rende schiavi del demonio gettandoci in un abisso di mali eterni. – Ma, voi mi direte, non possiamo fare tutte queste meditazioni. Ebbene! vedete la bontà di Dio, non sapete come meditare su queste grandi verità? Ebbene! fate delle preghiere, dite il vostro Rosario. Se siete un padre o una madre, ditelo per i vostri figli, affinché il buon Dio possa dare loro la grazia di essere dei buoni Cristiani che faranno la vostra consolazione in questo mondo e la vostra gloria nell’altro! E i figli devono dirlo per i loro padri e madri, affinché Dio li preservi e siano ben allevati cristianamente. Oppure pregate per la conversione dei peccatori, affinché possano avere la felicità di tornare a Dio. E con questo,  voi eviterete un numero infinito di parole inutili, o forse anche dei commenti che spesso non sono dei più innocenti. Dovete, fratelli miei, abituarvi quanto più possibile, ad usare santamente il tempo. Ricordatevi che non possiamo salvarci senza pensarvi e che, se c’è un affare che meriti che noi ci pensiamo, è certamente l’affare della nostra salvezza, perché Dio non ci ha messo sulla terra se non per salvarci. – Bisogna, fratelli miei, che prima di cominciare il vostro lavoro, non manchiate mai di fare il segno della croce, e non imitate quelle persone senza religione che non osano farlo perché sono in compagnia. Offrite con tutta semplicità le vostre pene al buon Dio, e rinnovate di tanto in tanto questa offerta con la quale avrete la felicità di attirare la benedizione del cielo su di voi e su tutto ciò che farete. Vedete, fratelli miei, quanti atti di virtù potete praticare comportandovi in questa maniera senza cambiare nulla in ciò che fate.  Se lavorate per piacere a Dio, obbedite ai suoi comandamenti che vi ordinano di guadagnare il vostro pane col sudore della vostra fronte: ecco un atto di obbedienza. Se questo vale per espiare i vostri peccati, fate un atto di penitenza. Se ha il fine di ottenere qualche grazia per voi o qualcun altro: ecco un atto di fiducia e di carità. O quanto, fratelli miei, possiamo meritare ogni giorno il cielo facendo quel che dobbiamo fare, ma facendolo per Dio e la salvezza della nostra anima! Chi vi impedisce, quando sentite battere le ore, di pensare alla brevità del tempo e dire in voi stessi: le ore passano e la morte avanza, io corro verso l’eternità. Sono pronto a comparire davanti al tribunale di Dio? Sono nello stato di peccato? E, fratelli miei, se avete questa disgrazia, fate presto un atto di contrizione per timore che Dio vi rigetti, e prendete poi la risoluzione di andarvi a confessare per due ragioni. La prima è che, se morite in questo stato, sarete certamente dannato, e tutte le buone opere che avete fatto saranno perdute per il cielo. Ed allora. Fratelli miei, avrete il coraggio di restare in uno stato che vi rende nemico del vostro DIO che vi ama tanto? Quando vi riposate dalle vostre fatiche, alzate gli occhi verso questo bel cielo che vi è stato preparato e, se avrete la felicità di servire DIO come dovete, dicendo a voi stesso: O bel cielo, quando avrò la felicità di possedervi! Tuttavia, fratelli miei, è vero il dire che il demonio non trascura di fare tutto quel che può per portarci al peccato, poiché San Pietro ci dice: « che egli ruggisce senza lena intorno a noi come un leone per divorarci. » Occorre dunque comprendere, fratelli miei, che finché sarete sulla terra, avrete tentazioni. Ma cosa dovete fare quando sentite il demonio che vorrebbe portarvi al male? Eccolo! Fate subito ricorso a DIO, dicendogli: « Mio DIO, venite in mio aiuto! Vergine Santa aiutatemi, per favore » oppure: « Mio santo Angelo custode, combattete il nemico della mia salvezza! » Fate subito queste riflessioni: nell’ora della mia morte, vorrò io aver fatto questo? No, senza dubbio. Ebbene! Bisogna dunque resistere a questa tentazione. Io potrò ora nascondermi agli occhi del mondo; ma DIO mi vede. Quando mi giudicherà, cosa gli risponderò se avrò la sventura di commettere questo peccato? Si tratta qui di Paradiso o di inferno, quale dei due vorrò scegliere? Credetemi, fratelli miei, fate queste piccole riflessioni tutte le volte che sarete tentati, e vedrete che la tentazione diminuirà man mano che le resistete, e ne uscirete vittoriosi. Di seguito, voi proverete da voi stessi che se vi costa il resistere, in seguito si è compensati dalla gioia e dalla consolazione che si prova dopo aver cacciato il demonio. Io sono sicuro che molti tra voi diranno tra loro che questo è proprio vero. I padri e le madri, dovranno abituare i loro figli a resistere subito alla tentazione, perché si può dire a tanti padri e madri che ci sono bambini che a quindici o sedici anni non sanno più cosa significhi resistere ad una tentazione, che li lasciamo prendere nelle trappole del demonio come uccelli nelle reti! Da dove deriva questo, se non dall’ignoranza o dalla negligenza dei genitori? Ma forse, mi direte, come volete che insegniamo ai nostri figli quando noi neppure lo sappiamo? Ma se non siete tanto istruiti, perché dunque siete entrati nello stato matrimoniale, nel quale sapete, o almeno dovreste sapere, che se il buon DIO vi dà dei figli, voi siete obbligati, sotto pena di dannazione, ad istruirli nel modo in cui devono comportarsi per andare in cielo. Amico mio, non è forse abbastanza che la vostra ignoranza vi perda senza perdere altri con voi? Se almeno, essendo perfettamente convinti che non abbiate molti lumi, perché non vi fate istruire nei vostri doveri da coloro che ne sono incaricati? Ma, voi mi direte, come osar dire ad un pastore che io sono poco ostruito? Egli si burlerebbe di me! Si burlerebbe di me!?, fratelli miei, voi vi ingannate, anzi egli avrà piacere ad insegnarvi ciò che voi dovete sapere, e di conseguenza i vostri figli. Dovete inoltre insegnar loro a santificare il loro lavoro, cioè a farlo non per diventare ricchi né per essere stimati dal mondo, ma per piacere a DIO che ce lo comanda per espiare i nostri peccati; con questo voi avrete la consolazione di vederli diventare figli saggi ed obbedienti, che faranno la vostra consolazione in questo mondo e la vostra gloria nell’altro. Voi avrete la felicità di vederli temere DIO e padroneggiare le loro passioni. No, fratelli miei, il mio intento non è oggi quello di mostrare ai padri ed alle madri la grandezza dei loro obblighi: essi sono così grandi e terribili che meritano una intera istruzione. Io dirò solo di passaggio, che essi devono fare ogni sforzo per ispirar loro il timore e l’amore di DIO; che le loro anime sono il deposito che DIO ha loro affidato, di cui un giorno bisognerà rendere un conto molto rigoroso. Infine si deve terminare la giornata con la preghiera della sera che si deve fare in comune per quanto possibile: perché, fratelli miei nulla è più vantaggioso di questa pratica di pietà, perché Gesù-Cristo ci ha detto Egli stesso che « se due o tre persone si uniranno insieme per pregare nel mio nome, Io sarò in mezzo a loro ». D’altro canto, cosa c’è di più consolante per un padre di famiglia di vedere ogni giorno tutta la sua casa prosternata ai piedi di DIO per adorarlo e ringraziarlo dei benefici ricevuti durante la giornata, e nello stesso tempo, gemere sui suoi passati peccati? Non c’è da sperare che tutti così trascorreranno santamente la notte? Colui che fa la preghiera non deve andare troppo svelto, affinché gli altri possano seguirlo, né troppo lentamente, cosa che causerebbe distrazioni agli altri, ma tenere un giusto mezzo. A questa preghiera della sera si deve aggiungere un esame in comune. Cioè, fermarsi un istante per rimettere i propri peccati davanti agli occhi. Ecco il vantaggio di questo esame: esso ci porta al dolore dei nostri peccati, ci ispira la risoluzione non più ricadervi e quando andremo a confessarci, avremo più facilità a ricordarcene. Infine, se la morte ci coglie, noi compariremo con più fiducia davanti al tribunale di DIO; poiché San Paolo ci dice che se noi giudicheremo noi stessi, DIO ci risparmierà nei suoi giudizi. Sarebbe ancor da sperare, che prima di andare a dormire, facciate una piccola lettura di pietà, almeno durante l’inverno. Questa vi darà qualche buon pensiero che vi occuperà nel dormire e nello svegliarvi e con ciò fisserete più perfettamente le verità della vostra salvezza nel cuore. Nelle case ove non si sa leggere, ebbene, si può recitare il Rosario, cosa che attirerebbe la protezione della Vergine Santa. Si, fratelli miei, quando si trascorre così la giornata si può prendere il riposo in pace e dormire nel Signore. Se durante la notte ci si sveglia, si profitta di questo momento per lodare e adorare DIO. Ecco, fratelli miei, il piano di vita che dovete seguire, ed il buon ordine che dovete stabilire nelle vostre famiglie.

II. Vediamo ora i disordini più comuni e più pericolosi che bisogna evitare, ed in seguito le obbligazioni di ogni stato in particolare. Io dico innanzitutto che i peccati, i disordini più comuni sono le veglie, i giuramenti, le parole e le canzoni disoneste. Dico innanzitutto le veglie, sì, fratelli miei, sì, queste assemblee notturne che sono ordinariamente la scuola in cui i giovani perdono tutte le virtù della loro età, ed apprendono ogni tipo di vizio. In effetti, fratelli miei, quali sono le virtù della giovinezza? Non è forse l’amore per la preghiera, la frequentazione dei Sacramenti, la sottomissione ai loro genitori, l’assiduità al loro lavoro, una mirabile purezza di coscienza, un vivo orrore del peccato impuro? Tali sono, fratelli miei, le virtù che i giovani devono sforzarsi di acquisire. Ebbene! Fratelli miei, io vi dirò che benché raffermo sia un giovane o una giovane in queste virtù, se essi hanno la sventura di frequentare certe veglie o certe compagnie, essi le avranno tutte ben presto perduto. Ditemi, fratelli miei, voi che ne siete testimoni, cosa vi si intendono se non le parole più sudicie e più vergognose? Cosa vi si vede se non familiarità tra i giovani che fanno arrossire il pudore, ed oso dire che se questi fossero degli infedeli, non ne farebbero di più. Ed i padri e le madri ne sono testimoni, e non dicono nulla, e padroni e padrone, conservano il silenzio! Un falso rispetto umano chiude la loro bocca! E voi sareste Cristiani!? Avreste una Religione e sperate pure di andare un giorno in cielo! O DIO mio quale accecamento! Si può mai concepire? Sì, poveri ciechi, voi andrete, ma questo sarà nell’inferno: ecco dove sarete gettati. Come, voi vi lamentate che le vostre bestie muoiono? Voi avete senza dubbio dimenticato tutti questi crimini che si sono commessi durante i cinque o sei mesi d’inverno nelle vostre stalle? Voi avete dimenticato ciò che dice lo Spirito Santo: « Ovunque si commetterà il peccato, cadrà la maledizione del Signore. » Ahimè! quanti giovani avrebbero ancora la loro innocenza se non avessero partecipato a certe veglie e che forse non ritorneranno mai a DIO. Non è forse ancora, all’uscir di là che i giovani formeranno dei legami che, il più sovente, finiscono con lo scandalo e la perdita della reputazione di una fanciulla? Non è là che certi giovani libertini, dopo aver venduto la propria anima al demonio, vanno a perdere quelle delle altre? Sì, fratelli miei, i mali che ne risultano sono incalcolabili. Se siete dei Cristiani e desiderate salvare le vostre anime e quelle dei vostri figli e dei vostri domestici, non dovete mai organizzare veglie notturne a casa vostra, a meno che non ci siate voi, uno dei capi della casa, per impedire che DIO ne sia offeso. Quando sono entrati tutti, dovete chiudere la porta e non lasciarvi entrare nessuno. Iniziate la vostra veglia recitando una o due decine del vostro Rosario per attirare la protezione della Santa Vergine, cosa che potete fare lavorando. Poi bandite tutte le canzoni lascive o cattive: esse profanano il vostro cuore e la vostra bocca che sono i templi dello Spirito Santo; così che tutti questi racconti che non sono che menzogne, e che, più ordinariamente, sono contro persone consacrate a DIO, cosa che le rende ancor più criminali. E non dovete mai lasciare andare i vostri figli nelle altre veglie. Perché vi sfuggono, se non per essere più liberi? Se sarete fedeli nell’adempiere ai vostri doveri, DIO sarà meno offeso e voi, meno colpevoli. C’è ancora un disordine più deplorevole e più comune, che sono le parole libere. No, fratelli miei, nulla di più abominevole, di più detestabile di queste parole. In effetti, fratelli miei, cosa è più contrario alla santità della nostra Religione di queste parole impure? Esse oltraggiano Do, scandalizzano il prossimo: ma per parlare più chiaramente, esse perdono tutto. Non basta spesso che una parola disonesta per occasionare mille cattivi pensieri, mille desideri vergognosi, forse anche per far cadere in un numero infinito di altre infamie, e per insegnare alle anime innocenti il male che essi hanno la fortuna di ignorare. E che! Fratelli miei, un Cristiano può lasciare occupare il suo spirito da tali orrori, un Cristiano che è il tempio dello Spirito Santo; un Cristiano che è stato santificato dal contatto del corpo adorabile di Gesù-Cristo! o DIO mio quanto poco conosciamo ciò che facciamo peccando! Se il nostro Signore vi dice che si può conoscere un albero dai suoi frutti, giudicate secondo il linguaggio di certe persone quale debba essere la corruzione del loro cuore, e tuttavia, nulla di più comune. Qual è la conversazione dei giovani? Non è questo maledetto peccato! Hanno altro in bocca? Entrate, oserei dire con S. Giovanni Crisostomo, entrate in queste bettole, cioè in questi ripari di impurità; su cosa volge la conversazione anche tra persone di una certa età? Non si giungono fino a gloriare colui che ne dirà di più? La loro bocca non è simile ad un tubo di cui l’inferno si serve per vomitare tutto le porcherie e le sue impurità sulla terra, ed attrarre le anime ad esso? Che fanno questi cattivi Cristiani, o piuttosto questi inviati degli abissi? Sono nella gioia? In luogo di cantare le lodi di DIO, sono le canzoni più vergognose che dovrebbero far morire un Cristiano di orrore.  Ah! gran DIO! Chi non fremerebbe pensando al giudizio che DIO ne farà. Sì, come Gesù-Cristo ci assicura Egli stesso, una sola parola inutile non resterà senza punizione. Ahimè! Qual sarà dunque la punizione di questi discorsi linceziosi, di questi spropositi indecenti, di questi orrori infami che fanno rizzare i capelli? Volete concepire l’accecamento di questi poveri sventurati, ascoltate queste parole: « Io non ho cattive intenzioni, vi dicono ancora; è solo per ridere, non sono che inezie e  barzellette che non fanno niente. » E che! Fratelli miei, un peccato così odioso agli occhi di DIO, un peccato, dico io, che solo il sacrilegio può oltrepassare, è una bagattella per voi! Oh! quanto il vostro cuore è rovinato e corrotto da questo vizio odioso. Oh no! No, non si può ridere e scherzare di ciò di cui dovremmo fuggire con più orrore che da un mostro che ci insegue per divorarci. Qual crimine, fratelli miei, amare ciò che DIO vuole che noi detestiamo sovranamente! Voi mi dite che non avete cattive intenzioni; ma ditemi anche, povero e miserabile vittima degli abissi, coloro che vi ascoltano ne avranno meno di cattivi pensieri e desideri criminali? La vostra intenzione arresterà forse la loro immaginazione ed il loro cuore? Parlate più chiaramente dicendo che voi siete la causa della loro perdita e della loro dannazione eterna. Oh! Questo peccato getta le anime all’inferno! Lo Spirito Santo ci dice che questo maledetto peccato di impurità ha coperto la superficie della terra. No, fratelli miei, no, non vado più oltre in questa materia; vi tornerò in una istruzione in cui tenterò di dipingervelo con ancora più orrore. Io dico dunque che i padri e le madri devono essere molto vigilanti nei confronti dei propri figli o domestici, non fare né dire un qualcosa che possa esser di danno a questa bella virtù di purezza. Quanti fanciulli o domestici che non si son dati a questo vizio se non dopo che i loro padri e madri ne hanno dato l’esempio! Quanti fanciulli e domestici persi per i cattivi esempi dei loro padri e madri o dei loro padroni o padrone! Sarebbe stato meglio per loro che si fosse piantati loro un pugnale nel seno! … almeno avrebbero avuto la felicità di essere nello stato di grazia, e sarebbero andati al cielo invece che essere gettati nell’inferno. I padroni devono essere molto vigilanti verso i loro domestici. Se ce ne sono alcuni che siano libertini nel linguaggio, la carità deve indurre a riprenderli due o tre volte con bontà; ma se continuano, dovete allontanarli da voi, altrimenti i vostri figli non tarderanno a somigliare loro. Diciamo anche, un domestico di questa specie è capace di attirare ogni tipo di maledizione sopra una casa. Un altro disordine che regna nelle famiglie e tra gli operai, sono le impazienze, i mormorii, i giuramenti. Ebbene! Fratelli miei, cosa guadagnate con le vostre impazienze ed i vostri mormorii? Forse vanno meglio i vostri affari? Ne soffrirete di meno? Non è tutto il contrario? Voi ne soffrite di più, e cosa più disastrosa è che voi perdete tutto il merito per il cielo. Ma, voi mi direte forse, che questo va bene per coloro che non hanno nulla da sopportare; se voi foste al posto mio, fareste forse ancor peggio. Io comprenderei tutto questo e ne converrei, fratelli miei, se non fossimo Cristiani, se non avessimo altra speranza che i beni ed i piaceri che possiamo gustare in questo mondo. Se, io dico, fossimo i primi a soffrirne; ma dopo Adamo ed Eva fino al presente, tutti i Santi hanno avuto qualcosa da soffrire, e per la maggior parte, molto più di noi; ma essi hanno sofferto con pazienza, sempre sottomessi alla volontà di DIO, e al presente, le loro pene sono finite, la loro felicità che è cominciata, non finirà mai. Ah! fratelli miei, guardiamo questo bel cielo, pensiamo alla felicità che DIO ci prepara, e sopporteremo tutti i mali della vita, in spirito di penitenza, con la speranza di una eterna ricompensa. Possiate voi avere la felicità, di sera, di poter dire che la vostra giornata è tutta per il buon DIO! Io dico che i lavoratori, se vogliono guadagnare il cielo. Devono soffrire con pazienza il rigore delle stagioni, i cattivi umori di coloro che li fanno lavorare; evitare i mormorii ed i giuramenti così comuni tra essi e compiere fedelmente il loro dovere. Gli sposi e le spose devono vivere in pace nella loro unione, edificarsi reciprocamente, pregare l’un per l’altro, sopportare i loro difetti con pazienza, incoraggiare alla virtù con i loro buoni esempi e seguire le regole sante e sacre del loro stato, pensando di essere figli dei santi, e che di conseguenza, non devono comportarsi come i pagani che non hanno la fortuna di conoscere il vero DIO. I padroni devono prendere le stesse cure dei loro domestici e dei loro figli ricordando ciò che dice San Paolo: che se non hanno cura dei loro domestici, sono peggiori dei pagani, e saranno puniti più severamente nel giorno del giudizio. I domestici agiscono per servirvi ed esservi fedeli, e voi dovete trattarli non come degli schiavi, ma come i vostri figli ed i vostri fratelli. Le domestiche devono considerare le loro padrone come se tenessero il posto di Gesù-Cristo sulla terra. Il loro dovere è quello di servirli con gioia, di obbedir loro con buona grazia, senza mormorii, e curare i loro beni come propri. I domestici devono evitare tra loro quegli atti estremamente familiari che sono sì pericolosi e sì funesti per l’innocenza.  Se avete la ventura di trovarvi in una di queste occasioni, dovete lasciarla, a qualunque costo: è proprio là che dobbiamo seguire il consiglio che Gesù-Cristo vi dà, dicendovi che se il vostro occhio destro, o la vostra mano destra sono occasioni di peccato, strappateli e gettateli via da voi, perché è meglio andare in cielo con un solo occhio o una mano in meno, che esser precipitato nell’inferno con tutto il vostro corpo; vale a dire che, per quanto vantaggiosa possa essere la condizione in cui vi troviate, bisogna lasciarla senza indugio, altrimenti mai vi salverete. Preferite, ci dice Gesù-Cristo, la vostra salvezza, perché è la sola cosa che dovete avere a cuore. Ahimè! fratelli miei, quanto sono rari questi Cristiani che sono disposti a soffrire tutto piuttosto che rischiare la salvezza della propria anima. Sì, fratelli miei, avete udito riassunto tutto ciò che dovete fare per santificarvi nel vostro stato; ahimè! quanti peccati abbiamo da rimproverarci fino al presente. Giudichiamoci, fratelli miei, secondo queste regole, cerchiamo di conformarvi oramai la nostra condotta. E perché, fratelli miei, non faremmo tutto ciò che potremo per piacere al nostro DIO che ci ama tanto? Ah! se ci prendessimo la pena di gettare i nostri sguardi sulla bontà di DIO verso noi! In effetti, fratelli miei, tutti i sentimenti di DIO verso il peccatore non sono che sentimenti di bontà e di misericordia. Benché peccatore Egli lo ama ancora. Egli odia il peccato, è vero, ma ama il peccatore che, benché peccatore, non cessa di essere sua opera creata a sua immagine ed essere l’oggetto dei suoi più teneri sospiri da tutta l’eternità. È per lui che ha creato il cielo e la terra;  è per lui che ha lasciato gli Angeli ed i Santi; è per lui che sulla terra ha sofferto tanto per trentatre anni; è per lui che ha stabilito questa bella Religione sì degna di un DIO, sì capace di rendere felice colui che ha la fortuna di seguirla! Volete voi, fratelli miei, che vi mostri quanto DIO ci ami, benché peccatori? Ascoltate lo Spirito Santo che ci dice che DIO si comporta verso di noi come Davide si comportò verso il figlio suo Assalonne, che formò un’armata di scellerati per detronizzare e togliere la vita ad un padre così buono, per poter regnare a suo posto. David è costretto a fuggire e lasciare il suo palazzo per mettere in sicurezza la sua vita, essendo perseguitato dal suo figlio degenere. E malgrado questo crimine dovette essere stato molto odioso a David, tuttavia lo Spirito-Santo ci dice che il suo amore per questo figlio ingrato era senza limiti, e sembrava quasi che a misura che questo figlio malvagio armasse il suo furore, questo buon padre sentisse nuovo amore per lui. Vedendosi costretto a marciare alla testa di un’armata per arrestare questo figlio sventurato, la sua prima cura prima di ingaggiare battaglia, fu quella di raccomandare ai suoi ufficiali ed ai suoi soldati, di salvare suo figlio. Questo figlio criminale e barbaro, vuole togliergli la vita, ed è per lui che questo padre prega. Egli perì per un visibile permesso dell’Alto, e Davide, lungi dal gioire della defezione di questo ribelle, e vedersi in sicurezza, al contrario, quando ne apprende la morte, sembra dimenticare la sua vita ed il suo regno, per non pensare che a piangere la morte di colui che non cercava che di sopprimerlo. Il suo dolore fu così grande e le sue lacrime abbondanti che si coprì il viso per non vedere più il giorno; egli si ritirò nell’oscurità del suo palazzo e si lasciò andare a tutta l’amarezza del suo cuore. Le sue grida erano così laceranti e le sue lacrime sì amare ed abbondanti che gettò la costernazione fin nel mezzo delle sue truppe, rimproverando a se stesso di non avere avuto la fortuna di morire per salvare la vita di suoi figlio. Ad ogni istante lo si sentiva gridare: « Ah! figlio mio caro, Assalonne, ah! chi mi toglierà la vita per renderla a te. – Ah! fosse piaciuto a DIO che fossi morto al posto tuo! Non voleva ricevere più consolazioni; il suo dolore e le sue lacrime lo accompagnarono fino alla tomba. Ditemi, fratelli miei, avreste mai pensato che la vostra perdita potesse causare tante lacrime e dolori al vostro divin Salvatore? Ah! chi non ne sarebbe colpito? Un DIO che piange la perdita di un’anima con tante lacrime, che non smette di gridare: amico, mio, amico mio, dove vai? A perdere la tua anima ed il tuo DIO? Fermati, fermati! Ah! guarda le mie lacrime, il mio sangue che ancora scorre: occorre che Io muoia una seconda volta per salvarti? Eccomi. Oh! Angeli del cielo, scendete sulla terra, venite a piangere con me la perdita di quest’anima! Oh! sventurato è il Cristiano che persevera ancora a correre verso gli abissi, malgrado la voce che il suo DIO gli fa ascoltare continuamente! Ma, mi direte, nessuno ci parla in questo modo. Oh! amico mio, se non tappareste le vostre orecchie, ascoltereste incessantemente la voce del vostro DIO che vi insegue. Ditemi, amico mio, cosa sono questi rimorsi di coscienza quando siete siete caduto in peccato? Perché dunque questi turbamenti, queste tempeste che vi agitano? Perché dunque questa paura e questo terrore in cui siete, o vi sembra di essere sempre pronti ad essere schiantato dai fulmini del cielo? Quante volte non avete sentito, anche peccando, una mano invisibile che sembrava vi respingesse dicendo: disgraziato, cosa fai? Sventurato, dove vai? Ah! figlio mio, perché vuoi dannarti? Non converrete con me che un Cristiano che disprezza tante grazie, meriti di essere abbandonato e riprovato, perché non ha ascoltato la voce di DIO, né approfittato delle sue grazie? Ma no, fratelli miei, è DIO solo che quest’anima ingrata disprezza e sembra voler togliere la vita, e tutte le creature chiedono vendetta, ed è precisamente DIO solo che vuol salvarla, e si oppone a tutto ciò che potrebbe nuocergli, vegliando sulla sua conservazione come se fosse sola al mondo, e che la sua felicità dipendesse dalla sua. Mentre il peccatore gli pianta il pugnale in seno, DIO gli tende una mano per dirgli che vuole perdonarlo. I tuoni ed i fulmini del cielo sembrano gettarsi ai piedi del trono di DIO per pregarlo di grazia di permettere loro di schiantarlo. Ah! no, dice loro il divin Salvatore, quest’anima mi è troppo cara, io l’amo ancora, benché peccatrice. Ma Signore, riprendono queste folgori, ma essa non vive se non per oltraggiarvi? Non importa, Io voglio conservarla, perché so che un giorno mi amerà; è per questo che Io voglio vegliare alla sua conservazione. Ah! fratelli miei, sareste così duri da non essere colpiti da tanta bontà da parte del nostro DIO? Ebbene! Fratelli miei, andiamo oltre. Voi vedrete un altro spettacolo dell’amore di DIO per le sue creature e soprattutto per un peccatore convertito. Il Signore ci parla per bocca del profeta Osea. Egli giunge anche fino a voler nascondere i nostri peccati, dicendoci che DIO tratta il peccatore che lo oltraggia come una madre tratta un figlio sprovvisto di ragione. Voi vedete, ci dice, questo figlio privo di ragione, a volte è di cattivo umore, a volte è impaziente, grida, si irrita, giunge perfino a battere con le sue piccole mani il seno della madre che lo porta; si sforza si soddisfare la sua debole collera. Ebbene! Ci dice, qual vendetta credete che questa madre trarrà dalla temerità di questo figlio? Eccola: lo stringerà e lo presserà più teneramente al suo cuore: raddoppia le sue carezze; ella lo carezza, gli presenta la sua mammella ed il suo latte, per cercare di calmare il suo piccolo umore: ecco tutta la sua vendetta. Ebbene! Vi dice il profeta, se questo figlio avesse la conoscenza di ciò che fa, cosa dovrebbe pensare vedendo tanta dolcezza da parte di questa madre! Diamogli per un momento il linguaggio della ragione che la natura gli ha rifiutato. Che penserà e che giudicherà di tutto questo quando sarà rinvenuto della sua collera? È vero che sarà stupefatto dalla temerità che ha avuto nell’irritarsi contro colei che lo teneva tra le sue braccia, che non aveva che da aprire la mano per lasciarlo cadere a terra e schiacciarlo. Ma nello stesso tempo temerà che questa buona madre rifiuti di perdonare questi piccoli furori? Non vedrà che al contrario essi sono già perdonati, perché lo carezza più teneramente mentre potrebbe vendicarsi? Sì, ci dice questo profeta, il Signore vi ama tanto, benché peccatori, da portarvi tra le sue mani fino alla vostra vecchiaia. No, no, Egli dice, quand’anche una madre avesse il coraggio di abbandonare un figlio, Io non avrei il coraggio il coraggio di abbandonare di abbandonare una delle creature. Ahimè! Fratelli miei, niente di più facile da concepire. DIO non sembra chiudere gli occhi sui nostri peccati? Non vediamo, ogni giorno, peccatori che non sembrano vivere che per oltraggiarlo, e che fanno tutti i loro sforzi per perdere gli altri, sia con i loro cattivi esempi, sia con i loro insulti, sia con parole disoneste. Non sembrerebbe che l’inferno li abbia inviati per carpire queste anime dalle mani di DIO per gettarle nell’inferno. Ebbene! DIO non ha cura di questi sventurati che non vivono se non per farlo soffrire e rapirgli delle anime? Non fa per essi tutto ciò che fa per il più giusto? Non comanda al sole di illuminarli, alla terra di nutrirli? Gli uni, agli animali di nutrirli, gli altri di vestirli, o di aiutarli nei loro lavori? Non comanda a tutti gli uomini di amarli come se stessi? Sì, fratelli miei, sembra che DIO, dal canto suo, si impegni a farci del bene per conquistare il nostro amore, e dall’altro lato sembra che il peccatore impieghi tutto ciò che è in lui per fargli la guerra e disprezzarlo … mio DIO! Quanto cieco è l’uomo! Quanto poco conosce quel che fa peccando, rivoltandosi contro un padre sì buono, un amico così caritatevole! Deplorando il nostro accecamento, cosa dobbiamo concludere da tutto questo, Cristiani? Questo: se DIO è tanto buono da darci la speranza di un nuovo anno, noi dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per trascorrerlo santamente e che, durante questo anno, noi possiamo ancora guadagnare l’amicizia del nostro DIO, riparare al male che abbiamo fatto non solo durante quest’anno che è passato, ma durante tutta la nostra vita, ed assicurarci una eternità di beatitudine, di gioia e di gloria. Oh! se l’anno prossimo avremmo la felicità di poter dire che questo anno è stato tutto per il buon DIO; qual tesoro avremmo accumulato! È ciò che vi auguro …

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.