SAN PANTALEONE MARTIRE

SAN PANTALEONE MARTIRE

27 LUGLIO.

Nel 103 Diocleziano emanò l’editto con cui dava principio alla decima e più terribile persecuzione dei cristiani, durante la quale l’intero mondo romano si trovò immerso nel sangue cristiano. Nicomedia, nell’Asia Minore, vide parecchie migliaia di questi eroi versare il sangue per la fede. Uno dei più illustri fu S. Pantaleone, nato da padre ricco e pagano e da madre cristiana, alla quale però la morte immatura tolse la gloria di istruire il figlio nella vera religione. Pantaleone era uno dei più celebri medici di Nicomedia, caro allo stesso imperatore, quando venne da Dio chiamato alla luce della fede. Incontratosi con Ermolao, sacerdote Cristiano, fu da questi invitato a trattenersi con lui. « Ho una sola ambizione, disse Pantaleone, quella di giungere a guarire tutte le infermità ». Ermolao, approfittando di sì retto ideale, gli annunziava Colui che con un solo cenno risanava ogni sorta di malattie. Il giovane medico, grandemente ammirato, volle essere completamente istruito nella fede e pochi giorni dopo riceveva il Santo Battesimo. Cristiano! sarà il nome che d’ora in poi lo distinguerà. Pantaleone ne intende la gloria, la santità, e la vita che a tal nome deve corrispondere. Imitare Gesù, essere un altro Gesù che ama i fratelli, i poveri, gli afflitti, li consola e li soccorre: ecco il proposito che animerà la sua vita. Distribuì ogni avere ai poveri, rendendosi povero anch’egli, e si dedicò tutto al servizio dei malati che visitava e guariva nel nome santo di Gesù. Intanto l’editto era gettato, la persecuzione infieriva per tutto l’Impero e Pantaleone veniva accusato come cristiano. Condotto allo stesso imperatore non esitò un istante. Confessò d’essere veramente cristiano, e contento di dare il sangue per la fede; che la sua religione gli proibiva di sacrificare ai loro dèi falsi e bugiardi e che perciò non avrebbe bruciato né incenso né altra cosa. Messo alle torture, fu da Dio miracolosamente protetto, e convertì gli stessi carnefici. – Disteso sul cavalletto, torturato e bruciato con torce non ne sentì il menomo danno; gettato in una caldaia di piombo liquefatto, questo, appena toccato dal martire, si raffreddò; si pensò allora di farlo morire annegato e legatogli una grossa pietra al collo, lo gettarono in mare, ma, simile ad un fuscello, la pietra apparve galleggiante liberamente sull’acqua, permettendo al martire di tornare alla riva. L’imperatore, sempre più esasperato, lo fece esporre alle fiere, e queste andarono a cadere mansuete ai suoi piedi, fra l’entusiasmo di tutto il popolo che assisteva. – Pantaleone fu allora sottomesso al supplizio della ruota, ma ne uscì ancora illeso. Diocleziano ricorse al mezzo estremo: lo fece legare ad un olivo, e mandò alcuni carnefici a decapitarlo. Ma un altro strepitoso miracolo doveva glorificare il nostro martire. La spada appena toccato il collo dell’eroe, divenne molle come cera, i carnefici si gettarono ai suoi piedi convertiti, e l’albero si ricoprì di frutti. Pantaleone, desideroso ormai d’entrare nella Patria beata, supplicò i carnefici a troncargli la testa, e così poté finalmente conseguire la palma gloriosa del martirio.

VIRTÙ. — L’invocazione del nome santo di Gesù, torni sovente sulle nostre labbra, e specialmente quando il demonio ci tenta con lusinghiere insinuazioni.

PREGHIERA. — Fa, te ne preghiamo, Dio onnipotente che imitiamo con devozione conveniente la costanza e la carità del tuo beato martire Pantaleone, il quale per la dilatazione della S. Chiesa, meritò di ottenere la palma del martirio. Così sia.

La liquefazione del sangue

 Il 27 luglio e la terza domenica di maggio, a Ravello, perla incastonata nella penisola sorrentina, si verifica il miracolo della liquefazione del sangue contenuto nell’ampolla conservata nel duomo. È questo un segno ancora di benevolenza del buon Dio verso i suoi fedeli che, vicini o lontani, sono chiamati alla preghiera per invocare l’intercessione del Santo martire nelle tragiche vicende odierne, a cominciare dalla totale apostasia dei chierici modernisti. Chissà che il Signore non si impietosisca ed anticipi i tempi della restaurazione della Fede Cattolica e della Santa Madre Chiesa, Una, Santa, Cattolica Apostolica Romana, unica ARCA di accesso alla vita eterna. Che Dio, per intercessione di San Pantaleone, ci esaudisca!

Orémus.

 Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, intercedénte beáto Pantaleóne Mártyre tuo, et a cunctis adversitátibus liberémur in córpore, et a pravis cogitatiónibus mundémur in mente.

 San Pantaleone è patrono dei medici. Così come i Santi Cosma e Damiano è chiamato “anargiro”. Appartiene al gruppo dei quattordici soccorritori ai quali i cristiani ricorrevano in ogni sorta di difficoltà. Il santo ha sempre goduto di una particolare devozione in Italia,ma anche in Austria e in Germania. Alcune reliquie (parti del braccio) sono conservate a Venezia, nel tesoro della Basilica di San Marco. A Venezia vi è una chiesa a lui dedicata, la Chiesa di San Pantaleone (San Pantalon in dialetto veneziano),dove si può ammirare il famoso dipinto “San Pantaleone risana un fanciullo” del Veronese e altri due dipinti che raffigurano il santo: “San Pantaleone che risana un paralitico davanti all’imperatore Massimiano” e la “Decapitazione di San Pantaleone” di Jacopo Palma il Giovane. In Germania San Pantaleone è patrono della città di Colonia.