Dall’angolo del falso concilio o conciliabolo, così detto Vaticano II, e grazie al concorso dei dirigenti franco-massoni che hanno dato e danno tuttora continuità al conciliabolo summenzionato, il giudaismo internazionale si è dunque sforzato di attaccare il Cattolicesimo Romano dal suo interno. Deviare la dottrina, significava snaturarla, distruggerla, annientarla. I fatti sono irrefutabili, la cronologia degli avvenimenti succedutisi dal “concilio” in poi, da svariati anni, approva in pieno questa tesi, oramai sotto gli occhi di tutti coloro che tengono gli occhi aperti! – L’avvento di uno pseudo-papa al servizio della causa mondialista è in fase di avanzata attuazione, iniziatasi visibilmente fin dal 26 ottobre del 1958. L’interreligiosità è ormai ben impiantata a Roma, caduta nella totale apostasia, a tal punto che l’ecumenismo [di stampo massonico] è paragonabile quasi ad un dogma di fede per i “dirigenti” post-conciliari. Questo corrisponde in ogni caso ad una volontà di ecumenismo religioso che la sinarchia mondialista ha da tempo perseguito. All’uscita della seconda guerra mondiale, il franco-massone Julian Huxley profetizzò l’evoluzione del Vaticano in questi termini: « la Chiesa cattolica dovrà essere poco a poco purgata dalle sue dottrine intransigenti e particolari, e non conserverà che le espressioni basilari della religione che possono essere condivise da una vasta fraternità religiosa e culturale che dovrà includere tutti i culti e tutte le civilizzazioni. » [discorso del 20/11/ 1946 in una riunione dell’UNESCO a Parigi]. Attualmente non resta che da completare questo “minestrone” ecumenico mescolando in un blasfemo “pentolone” tutte le confessioni [i cui déi sono demoni, come già recitava il salmista profetando nel salmo XCV], ed imponendo una falsa religione ai goïm [i non giudei e i non falsi giudei-kazari]. « La costituzione di una religione universale è lo scopo finale del Giudaismo, » ha scritto il rabbino Elia Benamozegh [in “Israele e l’umanità”, 1961]. Questa religione porta un nome: si tratta del NOACHISMO. – L’idea noachide per i non-giudei fu concepita dal Giudaismo. Essa proviene direttamente dal Talmud. Questa falsa religione deve sostituirsi al Cristianesimo senza necessariamente che se ne ripudi il nome. È una sorta di Cristianesimo nuovo – che non è necessariamente uno – che la sinagoga kabalista vuole si applichi ai gentili, questi non-Giudei, i disprezzati dal “popolo eletto” [da se stesso!]. – Il rabbino Elia Benamozegh conferma la natura propria del noachismo, questa (falsa) religione universale misconosciuta dal grande pubblico. Secondo il rabbino livornese, « il noachismo è la vera, l’unica, l’eterna religione dei gentili. » si tratta di un movimento religioso che « farà fare al Cristianesimo la sua ultima evoluzione […] mediante questa attitudine, che prendereste, potreste essere molto più utili al Giudaismo che se entraste nel suo seno, si, molto più utili dall’esterno che non dall’interno. Ma quando dico dall’esterno, è un modo di dire; in realtà il laico, il noachita, non è fuori dalla Chiesa, egli è nella Chiesa e costituisce egli stesso la vera Chiesa » [L’Église èclipsée, 1997]. Benamozegh precisa questa nozione importante: « non si tratta di cancellare il Cattolicesimo dalla superficie della terra, ma di operare una metamorfosi secondo i criteri della legge noachita ». [op. citata] è dunque ad una trasformazione della Religione Cattolica che il rabbino si richiama. Elia Benamozegh non è il solo ad approvare il naochismo per i goïm. In effetti già le “costituzioni di Anderson”, datate 1738 si pronunziano per una religione universale in cui ognuno dovrà seguire i sette principi di Noè. Citato da Aimé Pallière nel “Santuario sconosciuto”, Elia Benamozegh prosegue: « la religione dell’umanità non è altra cosa che il naochismo (…). Ecco la religione conservata da Israele per essere trasmessa ai gentili (…). Il noachide si ritrova nell’ambito della sola chiesa veramente universale, fedele di questa religione, come il giudeo ne è il sacerdote incaricato, non si dimentichi, di insegnare all’umanità la religione di questi laici, così come egli è tenuto, in quel che personalmente lo concerne, a praticare quella dei suoi sacerdoti. » – Questo neo-Cristianesimo deviato e mistificato, comporta le sette leggi di Noè, i sette comandamenti ai quali i goïm devono obbedienza. La proibizione dell’idolatria e della blasfemia, sono i primi due comandamenti. Essi cono centrati su Dio. Si distingue in seguito la proibizione dei rapporti carnali illeciti – l’adulterio e l’incesto in particolare che sprofondano nella dissolutezza. “Non uccidere” e “non rubare” sono altre due leggi noachite. Bisogna infine aggiungere l’istituzione dei tribunali. Questa ultima legge serve a copertura delle altre sei [e a farle rispettare]. Con il noachismo il Cristiano deve rinunciare ai suoi dogmi principali come la Santissima Trinità e la Divinità di Gesù-Cristo. Adottando questa nuova religione, egli deve perciò cessare di essere Cattolico! – Il noachismo è la realizzazione della formattazione talmudica per i goïm. In tal modo il popolo giudaico diventerebbe il popolo sacerdotale rispetto ai noachidi, di cui esso controllerebbe la falsa religione. Infatti, come lo ha sottinteso Benamozegh, il noachismo è al servizio del messianesimo giudaico talmudico, lasciando il sedicente fedele goïm all’interno della Chiesa. I giudei realizzerebbero così « questa bella teoria della kabbala che fa dell’unione e della concordia degli spiriti qua in basso, il mezzo per realizzare la discesa e lo stabilirsi della divinità sulla terra » [op. cit.], diceva Benamozegh. Prima di arrivare a questo stadio, il lavoro di demolizione deve essere compiuto dalla Chiesa del Vaticano II. Così è successo che i diversi “capi” usurpanti, specie i marrani Montini (c.d. Paolo VI], Woitiła [il teosofo comunista sedicente Giovanni Paolo II], e Ratzinger [l’emerito … Benedetto XVI], hanno fatto tanto per mascherare il satanismo giudaico e prepararne il trionfo finale, attraverso il Vaticano II. Questa evoluzione voluta dal giudaismo internazionale si inscrive nella continuità del conciliabolo rivoluzionario, [basta osservare anche le ultime “mosse” del marrano-laico Bergoglio, mai prete e mai vescovo, né tantomeno “papa” di cui rappresenta una tragica parodia.] Questa evoluzione raggiunge le aspirazioni del “nuovo (dis)ordine mondiale” sul piano religioso. La questione è ora vedere se essa si compierà pienamente, quali resistenze vi si opporranno, e se la prova sarà trasformata in una realizzazione. Questo attacco estremo può essere considerato come l’esito finale di questa cospirazione incessante contro la Chiesa di Cristo. Quando si amplia la prospettiva, una cosa appare oramai certa dalla storia bimillenaria: iniziando dalla Crocifissione di Cristo e perdurando nel corso dei secoli una feroce persecuzione, questo incessante attacco contro la Chiesa si iscrive in un immenso complotto contro Dio. Un complotto di vizi, in cui la giudeo-massoneria è al presente lo strumento di satana, nella sua eterna cospirazione contro l’ordine divino naturale. Ma il salmista aggiunge: “Dominus autem irridebit eum, quoniam prospicit quod veniet dies ejus” [Ps. XXXVI] … [ed essi dovrebbero ben conoscere lo scritto di Davide, quindi si aspettino le conseguenze!]
– Per comprendere i dettagli di un quadro già abbastanza chiaro, lasciamo la parola ad un rabbino dei nostri giorni che si esprime così in un incontro ebrei-cristiani (rav. Di Segni in: Shalom, mensile ebraico di informazione, n. 2/2002, p. 1).: « La Bibbia ci presenta due personaggi, Noè ed Abramo. Da Noè discende l’intera umanità “per questo tutte le genti vengono chiamate, nel linguaggio rabbinico, Noachidi, figli di Noè”. “Nella famiglia umana esiste però un gruppo particolare, quello dei figli d’Israele, anch’essi originariamente noachidi, ma che in virtù della discendenza di Giacobbe Israele, nipote e prosecutore di Abramo, si distinguono (…). È una condizione che potremmo chiamare, definire sacerdotale e di servizio: ‘un regno di sacerdoti e un popolo distinto’”. Abramo è nettamente superiore a Noè: “Ci sono persone normali e ci sono persone speciali. Abramo è il prototipo delle persone speciali. Noè di quelle oneste ma comuni e senza slanci”. Ai due gruppi, come si vede, si appartiene per nascita: per “salvarsi” “è sufficiente che ognuno segua la strada in cui si trova al momento della sua nascita”. [La religione del rabbino sembra confondersi con una appartenenza, diciamo così, etnica, e sembra postulare anche la superiorità di una etnia sull’altra, secondo il “credo” talmudico]. – Un Noachide può salvarsi? [La dottrina della doppia legge e della doppia salvezza]. – Sì, per il giudaismo rabbinico un Noachide può salvarsi [bontà loro!], anche se non dobbiamo credere che “salvarsi” significhi necessariamente ciò che significa per noi Cristiani (ovvero la visione beatifica di Dio nella vita eterna. Per il rabbinismo salvarsi significa “aver parte” in qualche modo “al mondo futuro”, il mondo messianico). – “È noto – dice il rabbino – che la dottrina religiosa ebraica costruisce intorno al nome di Noè e dei suoi discendenti una dottrina di doppia legge e doppia salvezza”. Mentre gli Ebrei hanno ricevuto la Legge mosaica, i Noachidi sono tenuti anch’essi ad una legge, la legge Noachide, che non si trova nella Bibbia, ma nei testi rabbinici [ovviamente, non lo avremmo mai immaginato! -ndr.-]: “questi principi si trovano espressi in tradizioni orali rabbiniche che si basano, con maggiore o minore evidenza, su riferimenti scritturali. (…) Universalismo ebraico significa due strade parallele verso la salvezza; è sufficiente che ognuno segua la strada in cui si trova al momento della nascita e ne rispetti le relative norme. Il Noachide, che segue le sue sette regole e ne riconosce l’origine divina, viene definito ‘il fervente delle nazioni del mondo’ e ha parte nel mondo futuro”.
Le sette regole che ogni Noachide deve rispettare
“Queste regole sono: 1° il divieto di ogni culto estraneo a quello monoteistico, 2° il divieto della bestemmia, 3° l’obbligo di costituire tribunali, 4° il divieto dell’omicidio, 5° del furto, 6° dell’adulterio e dell’incesto, 7° il divieto di mangiare parti strappate ad animali in vita”. Secondo il rabbino, cinque di questi sette precetti sono patrimonio comune dell’umanità e non pongono particolari problemi. “La norma di rispetto degli animali – aggiunge – è raramente trasgredita” (in realtà, solo i musulmani e i Testimoni di Geova seguono la macellazione rituale ebraica che esclude la liceità di mangiare del “sangue”, e che viene presentata come “norma di rispetto degli animali”, (ripresa dai vegani! -ndr.-). L’attenzione del rabbino è poi tutta concentrata sul primo precetto, quello del monoteismo. “Quanto al culto monoteistico, apparentemente, non ci sono dubbi per le grandi religioni”. Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo non sono forse definite, nel linguaggio post-conciliare divenuto oggi corrente, “le tre grandi religioni monoteistiche”? Il rabbino difatti non scorge difficoltà alcuna nei musulmani, monosteisti rigorosi e persino circoncisi. Ma ha qualche dubbio a proposito dei Cristiani…
I Cristiani: monoteisti o idolatri?
“È necessario a questo punto un chiarimento sulla teologia ebraica, che sul tema del monoteismo e di come sia vissuto dal Cristianesimo si dibatte in un dilemma essenziale. Si discute se la divinità di Gesù possa essere compatibile per un non ebreo (perché per l’ebreo non lo è assolutamente) con l’idea monoteistica”. In altri termini: l’ebreo che diventasse Cristiano, credendo alla divinità di Gesù, cesserebbe di essere monoteista, per diventare “idolatra”. Si deve dire la stessa cosa del non ebreo? Credere nella divinità di Gesù è un peccato di idolatria, una violazione del primo precetto della legge noachide? – “La risposta a questa domanda nella teologia ebraica, come c’era da aspettarselo, non è univoca: c’è chi la nega fermamente, c’è chi l’ammette a certe condizioni. La conseguenza è che secondo l’opinione rigorosa il Cristiano potrebbe non essere nella strada per la salvezza” essendo colpevole di idolatria.
– Per maggiore “illuminazione”, si può leggere in un libro ebraico (Alan Unterman, Dizionario di usi e leggende ebraiche, Laterza, 1994) quanto segue: “se i gentili trasgrediscono queste leggi [noachidi] potrebbero in teoria essere puniti con la pena di morte” (p. 211). Ora, la prima di queste leggi, lo abbiamo visto, è contro l’idolatria, e “la deificazione di Gesù viene considerata dagli ebrei come idolatria” (p. 120); “Maimonide affermava esplicitamente che la divinizzazione di Gesù era idolatra (…) Anche quei rabbini che non consideravano proibito ai gentili il culto combinato (shituf) di Gesù e di Dio Padre, non avevano dubbi nel ritenere che per gli ebrei la conversione al Cristianesimo significasse sottostare all’idolatria” (p. 140). Come il lettore può constatare, Unterman presenta la stessa dottrina del rabbino precedente, con la sola differenza che specifica molto meglio quanto prudentemente da questi si era omesso, ovverosia che “in teoria” “potrebbero essere puniti con la pena di morte” tutti gli ebrei convertiti al Cristianesimo e, secondo la principale autorità ebraica, Maimonide, con la maggioranza dei dottori, anche i Cristiani non ebrei.- Secondo la dottrina di Maimonide quindi, almeno in teoria, tutti i Cristiani, assieme ai politeisti di ogni genere, dovrebbero essere messi a morte. Capiamo come lo sterminio di qualche miliardo di persone sollevi problemi pratici talmente grandi da rendere il precetto rabbinico – almeno nella sua integrità – puramente teorico … ma una guerra tra Cristiani, magari con atomiche ed una “spolverata” di fosforo o di sarin, potrebbe servire allo scopo. – Ecco quanto i nostri “intonacati” falsi chierici noachiti capitanati dai “clowns” sepolcri imbiancati, ci stanno preparando nell’ombra sinistra e sulfurea con i “fratelli” di loggia con i quali, insieme, giocondi ed inebriati, si brinda: “nokem Adonai!”. Solo l’intercessione della Santa Vergine potrà liberarci!
.. et IPSA conteret CAPUT TUUM