LO SCUDO DELLA FEDE (145)

P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA

Cappuccino Missionario Apostolico

IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (13)

FIRENZE – DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA 1861

DISCUSSIONE XIV – 1

La Bibbia: — Se sia di privata interpretazione, e l’unica regola del Cristiano.

73. Prot. Si ceda pertanto intera vittoria alla Cattolica Chiesa anche sulla questione dei libri Divini. Essa esige si abbian per tali quanti da lei annoverati sono nel sacro suo Canone: ha ragione, e sta bene. Ma perché impedire ai fedeli di servirsi dei Libri Santi con quella libertà che loro è data da Dio? Essa non vuole che li abbiano per le mani, se non a condizione che non siano intesi, o interpretati che in quell’unico senso, che da lei medesima è inteso, o non è almeno disapprovato! Quindi in ogni caso di discorde parere, di controversia, ne riserba assolutamente ed esclusivamente a se stessa la dogmatica decisione, quasi essa sola ne sia il vero giudice competente! Tutto ciò vuole e pretende sotto il bugiardo pretesto che la Santa Scrittura è in moltissimi luoghi. inintelligibile a segno tale che anche i più dotti possono errare circa il vero suo senso. Ma evidentemente mentisce, si oppone a Dio, e fa ingiustizia ai fedeli; imperocché è fuor di dubbio:

l.° Che la Scrittura è per se stessa certissima, facilissima, apertissima interprete di sé medesima, la quale prova il tutto a tutti, giudica e illumina; » (Lutero, Præf. Assert. art. a Leone Pontifice damnat.) poiché: «E una luce spirituale di lunga più chiara del sole. » (Il medes. De servo arb. Opp. T. 3. fol. 152)  2.° Che Dio ha dato a’ fedeli la Santa Scrittura, onde la seguano qual unica suprema regola e giudice della fede e dei costumi, nel senso in cui da ciascuno è intesa, secondo la propria privata interpretazione; cosicché « Nelle cose riguardanti la fede, ogni cristiano è Papa e Chiesa a se stesso » (Il medes. T. 2. fol. 135)

Bibbia. Le confessioni da te già fatte circa la supremazia del Papa, l’infallibilità nella Chiesa, l’esistenza e necessità della Tradizione, etc. etc., ti convincono anche sù questo punto di manifesta contradizione, e sono più che bastanti a condannarti. Pure non lascerò di trattenermi su questi tuoi reclami e asserzioni, onde farti anche meglio conoscere la verità.

PUNTO 1.

La Bibbia è in molti luoghi oscura, e di difficilissima intelligenza anche pei dotti.

74. « Gesù rispose loro (a’ Sadducei): Voi errate non intendendo la Scrittura» (Matt. XXII, 29) «E Gesù disse: (a due discepoli): o stolti e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i Profeti hanno dette:… e cominciando da Mosè e da tutti i Profeti, spiegava loro in tutte le Scritture quello che lui riguardava. » (Luc. XXIV, 25, 27). – « Molte cose ho ancora da dirvi, ma non ne siete capaci adesso » (Giov. XVI, 12.) — « Filippo lo sentì (l’eunuco) che leggeva il Profeta Isaia, e disse: Intendi tu quello che leggi? E quegli disse: Come lo posso io, se qualcheduno non mi insegna? » (Act. VIII, 27 e seg.). – « La magnanimità del Signor nostro tenete in luogo di salute…. conforme anche il carissimo nostro fratello Paolo per la sapienza a lui data vi scrisse, come anche in tutte le sue Epistole. .. nelle quali sono alcune cose difficili a capirsi, le quali gli ignoranti e i poco stabili stravolgono, come anche tutte le altre Scritture, per loro perdizione. » gli ignoranti e i poco stabili stravolgono, come anche tutte le altre Scritture, per loro perdizione. » (II di Piet. III, 15, 16). Non avevano peranco (gli Apostoli) compreso dalla Scrittura che Egli doveva risuscitare da morte. » (Giov. XX, 9) — « Non tutti capiscono questa parola, ma quelli a’ quali è stato conceduto. » (Matt. XIX, 11). –  « E (Gesù) aprì loro l’intelletto, affinché capissero la Scrittura. » ( gli Apostoli ). Ecco dunque dichiarato che non solo la S. Scrittura è oscura, inintelligibile anche pei dotti, ma che non può capirsi che da quelli a’quali dal Signore per grazia speciale è concesso.

75. Prof. Dice il Salmista: « Il comandamento del Signore è lucente, e illumina gli occhi. » (Psal. XVIII, 9) — «Lucerna a’ miei passi è la tua parola, e luce a’ miei sentieri.» (Psal. CXVIII, 103) Dunque è chiara per tutti la parola di Dio.

Bibbia. Dice ancora lo stesso Salmista: « Togli (o Signore) il velo ai miei occhi e considererò le meraviglie della tua legge…. Dammi intelletto, e attentamente studierò la tua legge…. Insegnami le tue giustificazioni…. fa’ risplendere sopra il tuo servo la luce della tua faccia, e insegnami le tue giustificazioni. » (ivi, 18, 34, 68, 135). Òr dimmi, come può intendersi tanta chiarezza con tanta oscurità ed ignoranza della Scrittura in uno stesso individuo, e sopra lo stesso soggetto? Se non lo sai, te lo spiega lo stesso Salmista nelle seguenti parole. « l’esposizione delle tue parole illumina, e dà intelletto a’ piccoli. » (ivi, 130). Hai capito? La Scrittura è luce che illumina, etc, quando vi è chi la espone, la spiega nel suo vero senso.

Prot. Non pochi dei miei seguaci si fanno forti su questi due passi:

l. ° « Questo comandamento che oggi ti annunzio non è sopra di te, né lungi da te. » (Deut. XXX, 11)

2.° « Abbiamo più fermo il parlare de” Profeti, a cui ben fate in prestarvi attenzione come ad una lucerna che in luogo oscuro risplende. » (II Piet. I, 19)  Ma inutilmente; perché il primo altro non significa se non che l’osservanza della legge divina non è superiore alle nostre forze dalla grazia aiutata. (Knapp, nella sua Diatriba, sopra questo passo). –  Il secondo vuol dire « che i vaticinii, le dottrine de’ Profeti del Vecchio Testamento sono simili ad una lucerna, la quale mostra bensì la via della salute, ma oscuramente soltanto. » (Rosenmuller, Comment. in hunc loc.).

Veggo che mi va male. Veniamo ad un accomodamento.

« Pertanto, io tengo che quanto vi ha (nella Scrittura) da rettamente credersi, e piamente praticarsi, è di facile intelligenza per ogni uomo dotato di ragione, ed esperto nelle lettere. » (Il Mosemio, Hist. Eccl. sæc. XIV, Sect. Part. 2 § 2). Possiamo cosi accomodarci?

Bibbia. Ciò ti accorderò quando potrai provare che il Salmista, il quale si dichiara ignorante nell’intelligenza della Scrittura, non fosse dotato di ragione, ed esperto nelle lettere. Che se ciò ti riuscisse, non avresti ancor vinto; perché ti resterebbe pur da provare che quei Sadducei mandati a tentare il Redentore (che però esser dovettero de’ più dotti di quella setta), ai quali egli disse: « Voi errate non intendendo la Scrittura » non fossero dotati di ragione, né esperti nelle lettere. E quand’anche in questo tu riuscissi, nulla avresti concluso, poiché oltre a ciò è scritto: « Il Signore non darà posa all’ira sua, all’indignazione sino a tanto che abbia eseguiti e compiuti i disegni del cuor suo. VOI LI  CAPIRETE ALLA FINE DEI GIORNI. » (Isa. XXX, 24). – « Ed io, o fratelli, non potei parlare a voi come a spirituali, ma come a carnali: come a pargoletti in Cristo :… imperocché NON NE ERAVATE PERANCO CAPACI, ANZI NON LO SIETE NEPPURE ADESSO.  » (I, Cor. III, 1, 2) Le parole del primo testo dirette sono a tutta la nazione Ebrea, e riguardano cose già precedentemente e ripetutamente annunziate. Quelle del secondo dirette sono ai Corinti. Or credi tu che tra questi due popoli non vi fossero uomini dotati dì ragione, ed esperti nelle lettere? Vi erano certamente, e non pochi: eppure non si vedono eccettuati nella comune ignoranza del vero senso della parola di Dio.

76. Prot. Troppo avete ragione, ed io pure sono con voi del medesimo sentimento. « Trovo nella Scrittura dei misteri, i quali per quanto siano ben espressi, non sono punto facili a capirsi, ed i quali saranno sempre oscuri e inintelligibili al nostro limitato intendimento. Finalmente i mezzi ordinari per interpretare le Scritture, come sono l’esame degli originali, il ravvicinamento dei passi diversi, la parità dì ragione, l’analogia della fede, sono tutti dubbiosi, incerti, debolissimi. Da tutto ciò ne segue che i più saggi, e per conseguenza coloro che parrebbe scuoprir dovessero più probabilmente il vero senso, meritano ciononostante poca fiducia. Queste cause di errori sono come altrettante ragioni di dubitare che in mezzo di tanti ostacoli e difficoltà abbiamo colpito nel segno? » (Gerem. Taylor, nell’Op. Della libertà di profetare: Sez..4. — 2). – «Chiunque abbia, qualche fior d’ingegno, o sia fornito di buon senso comune, non può in alcun modo negare che la Scrittura Divina non tenga ravvolte come in un manto di oscurità, non dirò solo le verità religiose (di minor conto), ma sì anche quelle che più sostanziali sono a conoscersi.- » (Heilman, Compend., theolog. dogmat. 1701, p. 38.). – « Non di rado accade che anche gli uomini non preoccupati e scevri sì da pregiudizii come da passioni, dubitano molto del senso che a caso gli Apostoli Santi, ed i Profeti avessero avuto in animo di palesare altrui; tanta difficoltà hanno le Sacre Scritture nell’essere spiegate? » (Grabe, Ep. ad regem Borussiæ, unte Opera S. Irenei). Per esempio: Il Contenuto dell’Epistola agli Ebrei è compiutamente inintelligibile senza una estesa cognizione di tutte le parti del Vecchio Testamento. » (S Oster, Le droit de tout l’homme: p. 31). – « Approfondirò i sensi delle Divine Scritture è cosa impossibile. Non possiamo che sfiorare la superficie. Comprenderne il senso sarebbe una meraviglia. Appena ci è dato conoscere l’ALFABETO. Che i Teologi dicano e facciano tutto ciò che vorranno: accertare il mistero della parola divina sarà sempre un’impresa superiore alla nostra intelligenza. Le sue parole sono il soffio dello Spirito di Dio; dunque elleno sfidano l’intelligenza dell’uomo? » (Lutero: Colloqui mensali: Ved. Audin. Sist. de la vie de Luther, p. 339). – « Volli alcune volte meditare il DECALOGO, e quando m’incontrai in quelle parole – Io SONO IL SIGNORE DIO TUO, cominciai ad esitare in quel pronome – Io – e questo – Io – non posso ancora intenderlo rettamente » (Il medes. in Symphoriacis: cap. 1. fol. 3). – « Nessuno può comprendere le Buccoliche di Virgilio, se non ha fatto cinque anni il guardiano di pecore; né le Georgiche, chi non abbia per altrettanti anni faticato all’aratro; né le Epistole di Cicerone, se non è stato almeno venti anni agli affari; nessuno può intender la Scrittura, il quale non abbia governato per cento anni la Chiesa co’ Profeti Elia ed Eliseo, con Giovanni Battista, con Gesù Cristo e con gli Apostoli. » (Lutero, Vedi Audin, Op.cit. T. 1. p. 443).

LO SCUDO DELLA FEDE (146)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.