LO SCUDO DELLA FEDE (146)

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P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA

Cappuccino Missionario Apostolico

IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (12)

FIRENZE – DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA 1861

DISCUSSIONE XIV – 2

PUNTO II.

Alla sola Chiesa appartiene la dogmatica interpretazione della Santa Scrittura.

77. Bibbia. Essendo dunque sì oscura, inintelligibile, anche per tua confessione, la Scrittura Santa; evidentemente ne segue che non può né deve essere interpretata da qualunque individuo; che non è lecito ai fedeli il seguirla quale unica regola di lor fede e costumi, nel senso che da ciascuno è privatamente intesa; ma che alla sola Chiesa ne appartiene la dogmatica interpretazione, la quale dev’esser da tutti seguita. Ciò è precisamente quanto in ogni tempo Iddio ha voluto e rigorosamente ordinato. Ascolta.

« Se in qualche negozio che penda dinanzi a te, vedrai della difficoltà e ambiguità tra sangue e sangue, tra causa e causa, tra lebbra e lebbra, e vedrai che vari sono i sentimenti de’ giudici della tua città: … ti porterai a’ sacerdoti della stirpe di Levi, e dal giudice che risiederà in quel tempo: e li consulterai, ed eglino ti proferiranno la sentenza secondo la verità. E tu farai tutto quello che ti avranno detto, .e non torcerai a destra, né a sinistra. Chi poi si leverà in superba, e non vorrà obbedire al comando del Sacerdote, che è in quel tempo il ministro del Signore Dio tuo, né al decreto del giudice, costui sia messo a morte, e toglierai il male da Israele.(Deuter. XVII, 8 e segg.) e Nota qui che il giudice era lo stesso Sacerdote Sommo Pontefice; poiché egli solo, secondo la legge, (Lev. XIII.) discerner poteva e sentenziare tra lebbra e lebbra. Ciò vedrai confermato ne’ testi seguenti. – « In Gerusalemme Iosaphat nominò dei Leviti, e dei Sacerdoti, e dei capi di famiglia d’Israele, e intimò loro e disse: In qualunque lite tra famiglia e famiglia,… la quale [lite) sia portata a voi, ogniqualvolta che si tratti della legge, dei comandamenti, delle cerimonie e dei precetti, voi l’istruirete, affinché non pecchino contro il Signore…. Amaria Sacerdote e Pontefice vostro avrà giurisdizione in tutto quello che spetta al Signore: e Zabadia figliuolo d’Ismael principe della casa di Giuda, presiederà a tutti gli affari riguardanti l’officio del re? » (II Paralip. XIX, 8 e segg) – « Queste cose dice il Signore degli eserciti: Interroga i sacerdoti intorno la legge » (Agg. II, 12). – « Le labbra del sacerdote hanno il deposito della scienza, e dalla bocca di lui si ha da cercare la legge; perché egli è l’Angelo del Signore degli eserciti.1 » (Malac. II, 7). – « I sacerdoti, e i Leviti figliuoli di Sadoc,… insegneranno al mio popolo a discernere tra il santo e il profano, tra il mondo e l’immondo; E ove accadano liti, sederanno nei miei tribunali, e giudicheranno.- » (Ezech. XLIV, l5, 23, 24). Questa è la legge: vediamone adesso la pratica.

« Fece Mosè come aveva ordinato il Signore:… e spiegò tutti gli ordini del Signore. (Num. XXVIII, 18, e seg.) » – « E parimente disse (Iosia) a’ Leviti :… per le istruzioni de’ quali tutto Israele era santificato al Signore. » (2 de’ Paralip. XXXV, 3) – « Esdra ancora rivolto il suo cuore a far ricerca dellca legge del Signore, e ad eseguire, ed insegnare ad Israele i precetti di essa, e gli insegnamenti? » (1.° di Esd. VIII, 10) – « Portò dunque Esdra sacerdote la legge dinanzi alla moltitudine, e lesse in quel libro a voce chiara…. dalla mattina sino a mezzodì, in presenza degli uomini, delle donne, e dei sapienti…. Andò pertanto tutto il popolo, etc … perché avevano inteso le parole che erano state loro spiegate. E il secondo giorno si congregarono i capi delle famiglie di tutto il popolo, i sacerdoti e i Leviti presso Esdra scriba, affinché esponesse loro le parole della legge » (2.° di Esd. VII. 3. 12, 13.)

Passiamo adesso al Nuovo Testamento.

78. « E allora Gesù parlò alle turbe e a’ suoi discepoli, dicendo: sulla Cattedra di Mosè si assisero gli Scribi e i Farisei: tutto quello pertanto, che vi dicono, osservatelo e fatelo » (Matt. XXIII, 2,3). – Ma Gesù accostandosi parlò loro [agli Apostoli], dicendo: Andate, istruite tutte le genti,… insegnando loro di osservare tutto quello che vi ho comandato » (IVI, XXVIII, 18 e seg.). – « Se non ascolta la Chiesa, abbilo come per un pagano e per pubblicano » (ivi, XVIII, 17). –  « Chi ascolta voi, ascolta me: e chi disprezza voi, disprezza me. » (Luc. X, 16). Or vedi che anche il Divin Redentore, quantunque venuto fosse per dar nuova legge al mondo, per ciò che riguarda il caso nostro, conferma, e rinnova quanto era già stabilito nell’Antico Testamento. Questa gran verità ti si renderà anche più manifesta dalla pratica costante tenuta dai Santi Apostoli su questo proposito. Ascolta.

« Alcuni venuti dalla Giudea insegnavano a’ fratelli : Se voi non vi circoncidete secondo il rito di Mosè, non potete esser salvi. Essendovi dunque stato non piccol contrasto di Paolo e di Barnaba contro di essi, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni dell’altra parte andassero per tal questione a Gerusalemme dagli Apostoli e da’ seniori…. E si adunarono gli Apostoli e i seniori per disaminar questa cosa. E mentre ferveva la disputa, alzatosi Pietro disse loro: Uomini fratelli perché tentate voi Dio per imporre sul collo dei discepoli un giogo, che né i Padri nostri, né noi abbiam potuto portare? Ma per la grazia del Signore Gesù Cristo CREDIAMO ESSER SALVATI NELLO STESSO MODO CHE ESSI. E tutta la moltitudine si tacque…. –  Gli Apostoli e i seniori…. ai fratelli gentili che sono in Antiochia…. Poiché abbiamo udito che alcuni partiti da noi, a’ quali non ne abbiamo dato commissione, vi hanno turbati con parole, sovvertendo le anime vostre…. è parso allo Spirito Santo, ed a noi di non imporre a voi altro peso, etc. » (Act. XV, 1 e segg.).   – Qui hai ben potuto vedere: 1.° Che la controversia tra i cristiani di Antiochia riguardava l’intelligenza della Scrittura; poiché trattavasi di sapere, se loro era necessaria la circoncisione al conseguimento della salute. 2° Che nessuno, neppur dei primarii loro pastori, osò attribuirsi la potestà di decidere su tal controversia dogmaticamente. – 3.° Che tutti convennero di unanime consenso esser necessario ricorrere per la definitiva decisione alla suprema autorità della Chiesa. 4.° Che S. Pietro, a cui ciò singolarmente apparteneva, pronunziò l’inappellabile sentenza, per cui tutta la moltitudine si tacque, perché le sentenze di Pietro sono infallibili. – E parso allo Spirito Santo, ed a noi – 5.° Che riprovati furono e condannati come perturbatori coloro, che preteso avevano di sentenziare dogmaticamente in materia di Scrittura, indipendentemente dall’autorità della Chiesa – A’ quali non ne abbiamo dato commissione.

79. Affinché poi nessuno in seguito adducesse il pretesto che tal sentenza non riguardava che un caso particolare; lo stesso S. Pietro promulgò a tutta la Chiesa la seguente dogmatica dichiarazione: « Abbiamo più ferma la parola profetica, a cui fate bene di attendere, ponendo mente prima di tutto a questo (N.B.) che nessuna profezia della Scrittura è di privata interpretazione; imperocché (eccone la ragione) non per umano volere fu portata una volta la profezia, ma ispirati dallo Spirito Santo parlarono i santi uomini dì Dio.1 » (II Piet. I, 19 e segg.). –  Da queste ultime parole è ben chiaro, che qui per profezia non s’intendono soltanto le predizioni profetiche, ma (siccome spesso si usa nella parola di Dio) tutte le Sante Scritture. Quindi il medesimo Apostolo seriamente avverte tutti i fedeli a guardarsi da coloro che pretendono decidere circa il senso della Scrittura, secondo la privata loro interpretazione. « Voi adunque , o fratelli, istruiti per tempo state in guardia, affinché non cadiate, trasportati dall’errore degli stolti, dalla vostra fermezza. » (ivi, III, 16).

80. Con forza non minore detestati sono e condannati tali pretendenti dall’Apostolo S. Paolo, e acremente ripresi sono i fedeli che a quelli danno retta.

« Vi seno ancora molti disobbedienti, vaniloqui e seduttori, massimamente quelli della circoncisione, a’ quali debbesi turar la bocca, i quali mettono a soqquadro tutte le cose, insegnando cose che non convengono » (Tit. I, 10, 11).

« La fine del precetto è la carità di puro cuore, di buona coscienza, di fede non simulata. Dalle quali cose alcuni avendo deviato, hanno dato in vani cicalecci, volendo farla da dottori della legge, senza intender le cose che dicono, né quelle che danno per certe. » (I Tim. I, 5 e segg.). – «Altri ha (Gesù Cristo) costituiti Apostoli, altri profeti, altri pastori e dottori, per il perfezionamento de’ santi, per l’opera del ministero, per la edificazione del corpo di Cristo:… onde non più siamo fanciulli vacillanti, e portati qua e là da ogni vento di dottrina per raggiri degli uomini, per le astuzie onde seduce l’errore » (Ephes. IV, 11 e segg.). – « Forse tutti Apostoli? Forse tutti profeti.? Forse tutti dottori? Forse tutti interpreti? (I Cor. XII, 29, 30).  Mi stupisco come così presto fate passaggio da colui che vi chiamò alla grazia di Cristo ad un altro Vangelo, il quale non è un altro, ma vi sono alcuni che vi conturbano, e vogliono pervertire il Vangelo di Cristo. Ma quand’anche noi, o un Angelo del cielo evangelizzi a voi oltre quello che abbiamo a voi evangelizzato, sia anatema. » (Gal. I, 6 e segg.) Cioè, sia maledetto. Ecco adunque che tanto nel Vecchio che nel Nuovo Testamento è assolutamente comandato di ricorrere all’autorità della Chiesa per l’intelligenza della Santa Scrittura: e coloro che pretendono d’interpretarla dogmaticamente di privata loro autorità, ossia che vogliono averla per regola della lor fede e costumi nel senso da essi intesa, indipendentemente dall’autorità della Chiesa, nel Vecchio Testamento sono condannati a morte, e nel Nuovo non solo condannati sono come disubbidienti, perturbatori, e seduttori; ma è fulminato contro di essi l’ANATEMA, ossia la più terribile, la più spaventosa delle maledizioni; a cui è sempre unita la più gran pena cioè la scomunica.

81. Prot. A tutte le vostre ragioni i miei seguaci lungamente opposero, e molti oppongono ancora i seguenti passi:

1.° « Non avete bisogno che alcuno vi ammaestri, ma siccome l’unzione di lui (dello Spirito Santo) insegna a voi tutte le cose, ed è verace, e non bugiarda. E siccome vi ha insegnato, stativi in Lui. » ( I Giov. II, 27)

2. ° « Porrò tutti i figliuoli tuoi ammaestrati dal Signore. » ( Isa. LIV, 13 )

3. ° « Darò la mia legge nelle lor viscere, e nel cuor loro la scriverò, e niuno insegnerà più al suo prossimo, con dire, conosci il Signore: imperocché tutti dal primo all’ultimo mi conosceranno. » (Gerem. XXXI, 33, 34).

4. ° « Io non ricevo testimonianza dall’ uomo. » (Giov. V, 34)

5. ° « Chi vorrà adempire la volontà di Lui, conoscerà se la dottrina sia di Dio. » (ivi, VII, 17 )

6. ° « Le mie pecore ascoltan la mia voce: e io le conosco, ed elleno mi tengon dietro. » (ivi, X, 27)

7. ° « Perscrutate le Scritture: perché credete di avere in esse la vita eterna. » (ivi, V, 39 )

8. ° « L o spirituale giudica tutte le cose, ed ei non è giudicato d’alcuno. » (I Cor. II, 15)

9. ° « Disaminate tutto, attenetevi al buono. » ( I Tess. V, 21)

Con questi passi credevan vinta la causa; ma in verità non sono punto a proposito. Imperocché il 1.° non contiene, che un ammonimento di precauzione che dà Giovanni ai fedeli, affinché si guardino dai falsi maestri, i quali sotto pretesto di una più estesa istruzione, ingannavano molti. Onde gli avverte di non dar loro ascolto, essendo essi fedeli abbastanza istruiti nelle cose necessarie a sapersi per la eterna salute. » (Rosenmuller, ne’ suoi Scolii sopra questo passo.).

Il secondo ed il terzo altro non significano che « una maggior diffusione del monoteismo presso gli Ebrei reduci dalla captività babilonese. » (Ivi, Op. cit. sopra questi passi).  Oppure, « una maggior facilità di conoscere e praticare la legge di Dio. » (Cosi altri protestanti nell’Opera: Critici Sacri) Nel quarto, « Gesù volle dire: non ho detto queste cose come avido di onore che apporta la lode umana. Non mi appiglio alla testimonianza di alcun uomo, né perciò di Giovanni da voi ripudiato; ma ho detto queste cose, ho fatto menzione di Giovanni, affinché ne siate capacitati : non vado in cerca di umana commendazione. » Riguardo al quinto: « Aveva Gesù affermato – v. 16. – che la sua dottrina era divina. Ora egli porta sopra questa cosa due argomenti: il primo interno, preso dall’indole dell’eccellenza della medesima dottrina: l’altro – v. 17. – esterno, preso dalla stessa ragione di agire, colla quale insegna che Egli non ha in mira la propria gloria, ma quella unicamente di Dio. » (Kuinoel, Gàmlimat. e Rosenmuller, Op. cìt. sopra questo passo)  Nel 6.° – Non tratta Gesù che della sua dignità di Messia, riconosciuta dai suoi seguaci; onde a lui obbediranno e presteranno ossequio. (c. s.) – Quanto al settimo, « Quel perscrutate le Scritture, non è adoperato da Cristo nel modo imperativo, ma nell’indicativo, come è manifesto non solo dall’autorità dei Dottori, che così l’intesero, ma dallo stesso contesto che l’esige. Oltre a ciò, queste parole erano dirette ai Farisei, cioè ai Dottori della legge; onde nulla hanno di comune con la presente questione. » L’ottavo (lo spirituale ec.) altro, non è che un antitesi, che fa l’Apostolo tra l’uomo spirituale e l’uomo carnale, dicendo che il carnale non è atto a portar giudizio nelle cose spirituali, di cui nulla intende; e che lo spirituale e perfetto giudica tutte le cose come sono ; ma non dice già che egli possa arrogarsi autorità intorno i dogmi di fede nel decider le controversie, al quale uffizio, secondo lo stesso Apostolo, Dio ha lasciati nella sua Chiesa i Pastori e i Dottori? » (Questa sentenza è inesatta, ma può passarsi ad un protestante quanto allo scopo dell’attual controversia). Finalmente quel – Disaminate – etc. appartiene alla discrezione degli spiriti. Così i testi (che citano) della prima a’Corinti – XII. 10. 14. 29. – così quello della I . di Giovanni, – IV. 1. – Dunque quel – tutte le cose, – ristringer si deve, secondo l’antecedente, a quelle cose che si dicono da coloro che profetizzano. » (Ugone Grozio: Opp. edit. Amstelod, 1670, T. 2. vol. 2 , pag. 916.). Convengo dunque che su questo punto ha piena ragione la Cattolica Chiesa; ma nel tempo stesso non so perdonarle l’inaudita durezza e ingiustizia che fa ai fedeli, negando loro il libero uso di quella Santa Scrittura data per tutti da Dio; onde profittarne pel loro bene spirituale.

82. Bibbia. L a Chiesa Cattolica concederà certamente ai fedeli l’uso della Santa Scrittura data da Dio, ma però con quelle condizioni che vuole Iddio, cioè:

I. Che facciano uso di quella sola Scrittura, che come vera e genuina è loro assegnata da essa Chiesa, giusta quel divino comando : « Egli (il re) scriva per suo uso un doppio esemplare di questa legge in un volume, copiandola dall’originale datogli da’ sacerdoti. »  (Deut. XVII, 18)

II. Che nessuno pretenda di farsi giudice indipendente del senso di essa, avendo Dio dichiarato che – non è di privata interpretazione; perché è parola divina.

III. Che in ogni dubbio, o questione ricorrer debbano per la sua intelligenza alla medesima Chiesa, né mai allontanarsi dalla sua sentenza, come è chiaro dai vari testi sopraccitati.

IV. Che essendo ai fedeli per ogni evento moralmente impossibile tale ricorso, abbiano una Scrittura munita delle necessarie Note; onde non manchi loro, in un modo o nell’altro, il magistero della Santa Chiesa – Colonna e sostegno della verità! – e così preservati siano dal cadere in errore.

83. Prot. « La Chiesa protestante benché pretenda di stabilire per sua base la Sacra Scrittura , contuttociò ella s’innalza sopra un fondamento assai debole e leggiero. » (F. F. Delbraeck. Filippo Melantone, ossia maestro della fede, ec. 1826,)

« Lutero, Calvino, Zuinglio ben fecero della Bibbia il fondamento della fede; ma gli oracoli della Scrittura debbono entrare nell’intelletto, ed essere dalla mente compresi: e affinché questo si avveri, quelli debbono essere spiegati…. Presupposto che Dio abbia parlato, che dinanzi agli occhi si vegga e si oda la parola di Dio, la quale deve là menare dove si ritrova la vera felicità dell’uomo, chi potrebbe così facilmente salire in audacia di volerla ad ogni guisa spiegare, e per entro conoscere? Non sarebbe questo il luogo in cui sarebbe necessaria una dichiarazione autentica ed autorevole, non potendosene far senza? Sopra questo punto ha perfettissimamente ragione la Chiesa Cattolica? » (5 Wienland, Opere varie, X. 1, p. 186). – « Se Dio ha discoperto, mediante la sua rivelazione, alcune di cui non si può far senza, e le quali sono per la beatitudine eterna onninamente necessarie, già si vede bene che la spiegazione delle medesime è da aggiudicarsi a coloro soltanto chesono da ciò, ossia a quell’Istituto che guidato di continuo dallo Spirito Santo non può dare nel fallo, ma dee essere INFALLIBILE » (Zimmermann, nella Gazzetta Letteraria di Lipsia, 1829, n. 171).

« Bene a ragione la Bibbia deve giudicare il protestante come in suprema istanza; ma non mai esclusivamente. Quest’ultimo carattere è peculiare agli eretici di tutti i secoli, e perciò sopra ogni altro da fuggirsi e da combattersi da una Chiesa, la quale, siccome la nostra, possiede pochissimi mezzi ecclesiastici per porre un freno a riparare l’arbitraria esposizione della Bibbia, e le innumerevoli fazioni, che indi ne nascono. Il vero protestantismo riprova e condanna (sic) tutti quei tentativi, che in antico e recentemente si son fatti per isviluppare i dogmi dalla sola Scrittura Sacra. Conciossiachè un tal metodo è contrario all’antica Chiesa, e non giovò ad altro che ad alimentare ogn’ora novelle e crescenti discordie, e straordinarie sette, che usano molti maltrattamenti e angherie.- » (Glanzow, Il ripristinamento del vero protestantismo, p. 89.). – « Nel vero non può negarsi che sieno quasi pochissimi que’ testi, i quali sì delle cose contenute nell’antico, come di quelle racchiuse nel nuovo Testamento, ingenerino nelle menti dei lettori le medesime idee. Per il che ne nasce di presente un dubbio, se le idee, le quali fanno per avventura al nostro proposito, sieno piuttosto queste che quelle. Chi monterà in cattedra, e parlando scioglierà la questione? Se da noi protestanti che siamo, si accetta e si riceve la Bibbia come regola ed ordine di fede, ne avverrà per conseguenza che tutte le verità anche di fede avranno, a così dire, le radici e le fondamenta loro nel campo delle disputazioni esegetiche? » (Lessing, Storoa della Letteratura, T. 6. p. 38.). « Infino a tanto che i Riformatori difendevano all’aperto la Sacra Scrittura, come quella che conteneva in sé tutto ciò che era necessario al conseguimento della beatitudine eterna, ed insegnavano non doversi giammai da chicchessia prestar credenza, quasi fossero articoli di fede, a verità, le quali non si leggessero, o almeno non venissero dalla Bibbia dimostrate; oh! allora essi non si avvedevano che sarebbe alla perfine venuto un tempo, in cui gli uomini di ogni fatta avrebbero presa tanta baldanza, che con sola la Bibbia alla mano si sarebbero creduti adatti, o a dir meglio, chiamati a cercare una fede tutta loro peculiare, e tener per falso, e rigettare ciò che per avventura non si fosse conformato alle proprie opinioni. Cotesta baldanza è oggidì tanto cresciuta e diffusa, che gli stessi, articoli principalissimi della fede cristiana vengono contraddetti e negati da coloro medesimi i quali, a malgrado di tutto questo, si chiamano discepoli del mite ed umile Gesù! » (Wix, Sull’opportunità … Heidelberg. 1829, p. 62). – « Laddove ciascuno, i divisati principii seguitando,, potesse a suo bell’agio crearsi una religione tutta peculiare, certamente non mai gli sarebbe dato di rinvenire un solo elemento capace di effettuare una qualsiasi unione, e molto meno una Chiesa. » (La Gazzetta ecclesiastica-prot.) di Darmstadt, Supplemento Letterario, 1831. n. 34). « Chi ciò concede è necessario conceda che potranno formarsi tante religioni quante sono le teste. » (Il Mosemio, Hinstit. Hist. Christ. Recent. Sæc. XVI Sect. 3, cap. 4§ . 1). – « Certamente que’ mostri di errori e di eresie che in oggi s’intendono, non sono che ruscelli dedotti da quel fonte della privata interpretazione delie Sacre Scritture. » (Calvino, Epistolæ, et responsi (Calvini), p. 47, col. 1.) – Che però io diceva a certi miei avversarii: « È necessario consultare la Chiesa, e chiuder l’orecchio alle passioni ed ai pregiudizi. L’intelligenza delle Scritture non appartiene né a voi, né a me, ma alla Chiesa: ad essa spettano le Chiavi ed il potere delle Chiavi. (Zwinglio, nella sua disputa con un Anabattista. Vedi Audin, Storia della vita di Lutero: .Milano 1812, vol. 1, p. 153.)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.