Salmo 19: “Exaudiat te, Dominus in die …”
CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES
ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.
[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]
Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,
CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.
TOME PREMIER.
PARIS
LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR RUE DELAMMIE, 13
1878
IMPRIM.
Soissons, le 18 août 1878.
f ODON, Evêque de Soissons et Laon.
SALMO XIX
[1] Exaudiat te Dominus in die tribulationis;
protegat te nomen Dei Jacob.
[2] Mittat tibi auxilium de sancto, et de Sion tueatur te.
[3] Memor sit omnis sacrificii tui, et holocaustum tuum pingue fiat.
[4] Tribuat tibi secundum cor tuum, et omne consilium tuum confirmet.
[5] Lætabimur in salutari tuo; et in nomine Dei nostri magnificabimur.
[6] Impleat Dominus omnes petitiones tuas; nunc cognovi quoniam salvum fecit Dominus christum suum.
[7] Exaudiet illum de cælo sancto suo, in potentatibus salus dexteræ ejus.
[8] Hi in curribus, et hi in equis; nos autem in nomine Domini Dei nostri invocabimus.
[9] Ipsi obligati sunt, et ceciderunt, nos autem surreximus, et erecti sumus.
[10] Domine, salvum fac regem, et exaudi nos in die qua invocaverimus te.
[Vecchio Testamento secondo la Volgata
Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.
Vol. XI
Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]
SALMO XIX.
Preghiera del popolo a Dio per Davide, affinché dalla battaglia ritornasse vincitore.
Per la fine, salmo di David.
1. Ti esaudisca il Signore nel giorno di tribolazione, e sia tua difesa il nome del Dio di Giacobbe.
2. Egli spedisca a te aiuto dal luogo santo, e da Sionne ti porga sostegno.
3. Siangli graditi tutti i tuoi sacrifizi, e sia accettevole il tuo olocausto.
4. Dia a te quello che brama il cuor tuo, e adempia tutti i tuoi disegni.
5. Noi sarem lieti della salute che tu ci darai, e trionferemo nel nome del nostro Dio.
6. Adempia il Signore tutte le tue richieste; adesso ho conosciuto come il Signore ha salvato il suo Cristo.
7. Ei lo esaudirà dal cielo, dal suo santuario; nella potente mano di lui sta la salute.
8. Quelli parlano di cocchi, e questi di cavalli; ma noi il nome del Signore Dio nostro invochiamo.
9. E furono presi al laccio, e dieder per terra; ma noi ci rialzammo e fummo ripieni di vigore.
10. Signore, salva il re, ed esaudisci la nostra orazione nel di in cui ti invochiamo.
Sommario analitico
Questo salmo sembra essere una preghiera composta da Davide, che il popolo doveva recitare quando il suo re marciava per andare a combattere contro i suoi nemici. La maggior parte dei Padri e degli interpreti l’applicano in senso allegorico, a Gesù Cristo, ed alle vittorie che Egli ha riportato contro i nemici della salvezza.
Il popolo prega Dio perché accetti il proprio re:
I. – A causa di Dio stesso, che è:
a) il Signore del popolo di Israele;
b) il suo capo, il cui nome è sui suoi stendardi (1);
c) il suo re, che ha posto il suo trono in Sion (2).
II. – A causa del re, a) dei sacrifici che egli offre (3), b) delle preghiere che indirizza a Dio; c) dei saggi disegni che egli ha concepito (4).
III. – A causa del popolo di Dio,
a)che gioiràdella vittoria accordata al suo re (5);
b) che prega per lui prima del combattimento;
c) che presagisce il felice esito della guerra, a causa dell’unzione santa che ha ricevuto il re, a causa della potenza di Colui che risiede nell’alto dei cieli (7);
d) che predice la sconfitta dei nemici di Davide, perché essi sono arroganti, e non pongono la loro fiducia nella forza delle loro armi, mentre Davide ed il suo popolo la mettono solo in Dio (8, 9);
e) esso rinnova le sue suppliche e le sue preghiere (10).
Spiegazioni e Considerazioni
I. — 1, 2.
ff. 1, 2. – Il giorno della tribolazione per Gesù Cristo è stato soprattutto il tempo della passione, in cui avendo offerto a Colui che poteva salvarlo dalla morte le sue preghiere e le sue suppliche con forti grida e lacrime, è stato esaudito a causa del suo umile rispetto per suo Padre (Ebr. VII). – Il giorno della tribolazione per noi, è a ben vedere, tutta la nostra vita, che non è che un giorno, e meno di un giorno comparato all’eternità; ma in questo breve spazio di tempo che ci è dato vivere, quante tristezze, quanti dolori, quante prove ci si presentano una dopo l’altra! « L’uomo, nato da donna, breve di giorni e sazio di inquietudine » (Giob. XIV, 1). – Il nome di Dio rappresenta qui Dio stesso. Quando noi invochiamo il suo santo Nome, è Lui stesso che invochiamo; quando noi profaniamo il suo santo Nome, è Lui stesso che offendiamo; quando il suo Nome santo ci protegge, è Lui stesso che ci copre con la sua protezione. – Il combattimento che noi dobbiamo sostenere, « non contro la carne ed il sangue, ma contro i principati, contro le potenze, contro i principi di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti di malizia disseminati nell’aria » (Efes. VI, 12). – a noi è impossibile resistere a questi nemici il cui numero è prodigioso, il cui potere è così terribile, il regno così esteso, gli artifici sì sottili, la malizia sì consumata, se Dio non ci invia il suo soccorso dal suo luogo santo e non si costituisce nostro difensore (Duguet). –
II. — 3, 4.
ff. 3, 4. – Il sacrificio che Gesù Cristoha offerto, sono le sofferenze che ha patito durante tutta la sua vita per la gloria di Dio, e l’olocausto, il sacrificio di tutto Se stesso con la morte in croce. – Quale più bell’augurio si può fare ad un prete che continua tutti i giorni ad offrire sull’altare il Sacrificio, l’olocausto che Gesù Cristo ha offerto una volta sulla croce? – Occorrono a Dio dei sacrifici, degli olocausti, una scelta di vittime; occorre che il cuore sia il ministro di questa immolazione, bisogna che i nostri progetti, i nostri disegni siano degni di essere protetti da Dio, e consumati sotto i suoi auspici (Berthier). – Il sacrificio di cui Dio si sovviene e che è gradito, è il sacrificio del cuore: « anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo » (I Piet. II, 5). – Augurare a qualcuno che Dio gli dia tutto ciò che il suo cuore desidera, è un augurio legittimo, è un augurio fortemente legittimo riguardo ad un cuore puro, ma che sarebbe funesto per un cuore corrotto. Dio mostra la sua misericordia quando compie i disegni dei giusti; Egli esercita la sua giustizia quando esaudisce quelli dei malvagi, che Egli abbandona ai desideri del loro cuore (Duguet).
III — 5-10.
ff. 6, 7. – L’effetto della carità, è gioire della felicità di altri come se fosse la propria. Effetto dell’invidia, è il rattristarsi per la prosperità degli altri e gioire dei loro mali. Glorificarsi in Dio, è la sola vera gloria. Non bisogna glorificarsi mai né nelle ricchezze, né nelle qualità dello spirito e del cuore, né nei doveri che si compiono, ed ancor meno nelle buone opere, ma in Dio solo (Duguet). Il Signore esaudisce sempre le richieste dei giusti, perché essi non domandando mai se non ciò che è a supporto della gloria di Dio e della loro salvezza, di Dio, che conosce meglio di loro ciò che conviene all’uno e all’altro, li esaudisce sempre, anzi spesso in un senso più elevato di ciò che essi intendono. – La salvezza temporale, qualunque essa sia, è sempre un effetto dell’onnipotenza di Dio, ma che cos’è nei confronti della salvezza eterna per la quale ci sono tanti e sì potenti ostacoli da vincere (Duguet). – « La salvezza che opera la sua destra è di una forza invincibile ». La nostra forza è nella salvezza che ci viene dalla sua misericordia, quando ci soccorre in mezzo alle nostre tribolazioni; di modo che la nostra stessa debolezza diventa la causa della nostra forza. Ma la salvezza che l’uomo riceve non dalla destra di Dio, ma dalla sua sinistra, è vana; essa non serve che a gonfiare di folle orgoglio i peccatori che la ricevono in modo passeggero (S. Agost.).
ff. – 7-9. – La felicità, per la maggior parte degli uomini, è darsi una grande esistenza. Ma per essi questa grande esistenza è il corpo, sono i falsi beni che dipendono dal corpo e che periscono con lui. – Tutto ciò che brilla, tutto ciò che sorride agli occhi, tutto ciò che sembra grande e magnifico, diviene l’oggetto dei nostri desideri e della nostra curiosità. Quest’uomo crede di ingrandirsi con i suoi beni che aumenta, con i suoi appartamenti che amplia, con il suo territorio che estende, questa donna ambiziosa e vana crede di valere molto quando è carica di oro, di pietre e di mille altri vani ornamenti (Bossuet, Prof. De La Vall.). – Si ha un bell’essere a circondarsi di carri, di cavalli, di tutto questo apparato di forza e difesa in cui il mondo mette la sua fiducia e la sua gloria, si è di una estrema debolezza quando si è privi della forza di Dio. C’è una forza invincibile nell’invocazione del Nome di Dio Salvatore. « perché nessun altro nome sotto il cielo è stato dato agli uomini per mezzo del quale dobbiamo essere salvati » (Act. IV). – Gli uni sono trascinati dalla rapida mobilità dei beni temporali, gli altri sono gonfi di orgoglio a causa degli onori in cui ripongono la loro gioia; noi al contrario, fissando la nostra speranza nei beni eterni, e dimentichi di ogni gloria, mettiamo la nostra gioia nel nome del Signore (S. Agost.). – L’effetto infallibile della fiducia nelle proprie forze e nel soccorso puramente umano, è come un legarsi ed incatenarsi senza aver affatto la libertà nei movimenti. L’effetto ugualmente infallibile della fiducia in Dio solo, è di elevarci, di ergerci al di sopra dei nostri nemici (Duguet).
ff. 10. – Le nostre preghiere devono effondersi per tutti gli uomini, ma devono avere specialmente come oggetto i sovrani, quelli che sono costituiti in dignità, che San Paolo chiama « le potenze più elevate ». È un dovere il pregare specialmente per i depositari dell’autorità pubblica, perché essi contribuiscono all’ordine della società, che è buono in se stesso e che è voluto e stabilito da Dio.