EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (17)

EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (17)

IL DOGMA CATTOLICO:

Extra Ecclesiam Nullus Omnino Salvatur

[Michael Müller C. SS. R., 1875]

§ 11. S. O. PORTA FUORI DALLA STRADA PER IL CIELO I PAGANI ED I PROTESTANTI DI OGNI DENOMINAZIONE.

“Quello che lui (il Cattolico) fa, e ciò per cui sicuramente ottiene il perdono di Dio – dice ancora S. O. – è proprio ciò che in realtà fa ogni protestante sincero e timorato di Dio e, io vado oltre e dico, pure tutti i pagani timorati di Dio che non hanno mai sentito parlare di Chiesa, di Bibbia o di Cristo – e, che nella carità di Cristo, che è morto per tutti i peccatori, spero e prego che facciano: alzare il proprio cuore a Dio loro Creatore, riconoscere i propri peccati e le offese contro Dio con vera contrizione di cuore chiedendo perdono, e il protestante, come il Cattolico, aggiungendo sempre « confidando nei meriti di Gesù Cristo, mio ​​Salvatore », o « per amore del mio Redentore, che morì sulla croce per me. » –

Padre Muller: Qui avete un oracolo della più grande saggezza che sia mai stata pronunciato da S. O.. Vedete, come egli dichiari che un pagano peccatore peccaminoso, o un peccatore protestante morente, sia nella stessa condizione di un peccatore Cattolico morente, e se questi, come il Cattolico peccatore, fa un atto di contrizione, chiede perdono e si fida dei meriti di Cristo, egli (il peccatore protestante morente) ottiene sicuramente il perdono. Siccome S. O. non trova alcuna differenza tra Fede Divina ed umana, così, allo stesso modo, non vede alcuna differenza tra la condizione di un peccatore Cattolico morente e quella di un peccatore protestante morente, sebbene la differenza sia maggiore della distanza che corre tra il Paradiso e la terra. Il peccatore Cattolico ha una Fede Divina, e alla luce di questa Fede egli sa bene fino a che punto abbia sbagliato agli occhi di Dio. La sua speranza nei meriti di Cristo si basa sulla sua Fede Divina, e quindi è questa una “Speranza Divina”: questi due requisiti sono assolutamente necessari per ottenere la Grazia Santificante. Infatti la Chiesa, nella sua preghiera per un Cattolico morente, dice: « O Signore, sebbene egli abbia peccato, tuttavia non ha negato il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; ha conservato la Fede ed ha fedelmente adorato Dio. » Tutto ciò che Dio deve concedere al peccatore Cattolico morente, se questi non può ricevere l’assoluzione del Sacerdote, è la grazia del dolore perfetto, che è spesso concesso a causa delle preghiere e dei sacrifici della Chiesa, dalla quale non è escluso nemmeno da peccati gravi. Inoltre, per ottenere questa grazia del vero dolore, il peccatore Cattolico prega, almeno nel suo cuore, rivolgendosi a Dio e alla Beata Madre di Dio di cui conosce il grande potere di intercessione presso Gesù Cristo, conosce quanto Ella sia misericordiosa nei confronti dei peccatori più abbandonati se la invocano nelle loro preghiere per una felice morte. Se è abbastanza felice di avere con lui un Prete per assisterlo, sebbene la Confessione possa essergli impossibile per determinate ragioni, tuttavia, avendo il vero desiderio di confessarsi, e almeno il dolore imperfetto (attrizione) per i suoi peccati, il Sacerdote può dargli l’assoluzione, con la quale viene compensato il difetto del suo dolore, e condonata la punizione eterna. Il Prete gli impartisce l’Estrema Unzione, che lo aiuta meravigliosamente a morire in modo sereno. – Quanto diverso è il caso di un protestante morente! Supponiamo che alcuni protestanti e alcuni Cattolici abbiano avuto un incidente. Essi sono in una condizione di morte imminente. Viene chiamato un Prete: egli può dare l’assoluzione ai Cattolici morenti, ma non gli è permesso di dare l’assoluzione ai protestanti, nemmeno condizionatamente, perché, come dice Sant’Alfonso, generalmente hanno una grande avversione per il Sacramento della Penitenza. – Inoltre, la fede del protestante non è divina: essa è tutta umana. Ma dove non c’è Fede Divina, non può esserci una pari Speranza, come Dio richiede prima di poter conferire all’anima il dono della Grazia Santificante. Per salvarsi, quindi, un tale protestante, Dio dovrebbe concedergli anche il dono più straordinario che è quello della Fede Divina e tutte le altre disposizioni necessarie per ottenere il perdono e la Grazia della giustificazione. La condizione di un protestante morente è, quindi, molto diversa da quella di un Cattolico morente. – Si ricordi bene, quindi – caro Signor Oracolo – che il perdono dei peccati può essere ottenuto solo nella Chiesa Cattolica. « Colui che non ha la vera fede – dice San Fulgenzio – non può ricevere il perdono dei suoi peccati, quindi dobbiamo credere che da nessun’altra parte che nel seno della Chiesa, nostra Madre, i convertiti possano ottenere il perdono dei peccati. Fuori da questa Chiesa ci può essere sì il Battesimo, ma esso in tal caso non è utile per la salvezza, e quindi tutti coloro che sono fuori della Chiesa ricevono il perdono solo dopo essere entrati in questa stessa Chiesa con vera fede ed umiltà,} se vogliono essere salvati. » (Lib. I. de Remissione Peccat., cap. 5 e 6).  « Dobbiamo sapere – dice san Gregorio Magno – che il perdono dei peccati può essere concesso solo nella Chiesa Cattolica, finché viviamo in questo mondo, e siamo davvero pentiti di essi ». (Lib. XVIII, Moral., Cap. 14). Per consolare i protestanti che muoiono, il Signor Oracolo (S. O.) continua dicendo: « … E molte grida amare di perdono salgono a Dio da molti protestanti, aleggiando l’angelo della morte su di loro perché essi, conoscendo così tanto della verità della Religione Cattolica, non sono riusciti ad avere il coraggio delle loro convinzioni, ed è un grave peccato “impugnare la verità conosciuta” [peccato contro lo Spirito Santo –ndt.-], ma per quanto sia grave, anche questo come ogni altro peccato gli sarà perdonato, a prescindere dalla sua religione, se compie un atto di perfetta contrizione con la volontà di rispettare ogni altra condizione che Dio misericordioso impone come condizione del perdono, sebbene possa egli non sapere esplicitamente quali siano queste condizioni e, a dispetto di questa “Explanation …” della Dottrina Cristiana, non c’è nessuna condanna ». – Sfortunatamente S. O. ha dimenticato di dire ai protestanti morenti, nel fornire loro il calmante che cancellerebbe il peccato dalle loro anime, che « … per rialzarsi dallo stato di peccato mortale – dice San Tommaso – si devono riparare le tre perdite spirituali che si sono prodotte sull’anima: 1° la prima, è la perdita dello splendore della grazia divina per l’enormità del peccato. Lo splendore e l’ornamento dell’anima erano i raggi brillanti della luce divina che splendevano su di essa e che non possono mai essere ripristinati, se non dalla luce e dalla grazia di Dio. 2° In secondo luogo, per rialzarsi dallo stato di peccato mortale è necessario riparare anche la contaminazione della natura umana da parte di una volontà corrotta e depravata. La volontà, per la sua depravazione alienata da Dio, non potrà mai più riunirsi a Lui se non con il potere e l’efficacia della Grazia. 3° Terzo, risorgere dallo stato di peccato mortale è ancora riparare il debito della punizione che è la dannazione eterna. Il perdono e la remissione non possono essere ottenuti se non da Colui che è stato oltraggiosamente offeso dal peccato mortale. È quindi impossibile per l’uomo rialzarsi con i propri mezzi naturali dallo stato del peccato, così come lo è per un corpo morto risollevarsi da se stesso dalla tomba. Quindi Sant’Agostino dice che, « … quando Dio converte, per la sua grazia, un peccatore, compie un lavoro più grande di quello che ha compiuto creando il cielo e la terra. » Ma Dio compie questo miracolo straordinario per ogni peccatore nella sua ultima ora, a prescindere dalla sua religione, se si recita l’atto di contrizione di S. O.? Egli dice che questo atto di contrizione sia davvero nel potere dell’uomo; ma avere la vera contrizione perfetta è solo un miracolo della potenza e della misericordia di Dio; è uno dei più grandi doni di Dio e Dio non può dare questo dono senza conferire la conoscenza delle necessarie verità di salvezza e della Fede Divina, la fiduciosa speranza basata sulla Fede Divina e tutte le altre disposizioni soprannaturali dell’anima per ricevere la Grazia della Giustificazione. Se un pagano o un protestante riceve una tale straordinaria grazia di conversione e muore in essa, egli viene salvato non come un pagano o un protestante, ma “propriamente” come un Cattolico. Questo lo diciamo distintamente nella nostra “Explanation… ”; ma il nostro aspirante teologo afferma disonestamente che noi diciamo il contrario; poiché dice: «e nonostante questa Spiegazione della Dottrina Cristiana, non c’è condanna ». Strano, perché un po’ dopo è costretto a confessare la sua disonestà. – Il diritto di vedere Dio, l’Essere infinito in se stesso, appartiene solo a Dio; e nessuna creatura o essere finito, come tale, può avere alcuna pretesa per quella beatitudine infinita, né, di conseguenza, per nessuno dei mezzi che conducono ad essa. Siccome la felicità eterna, il possesso di Dio, o qualsiasi altra cosa che porti ad esso, non appartiene alla natura dell’uomo, Dio non ha alcun obbligo di elevarlo ad uno stato in cui sia reso capace di vedere e godere del suo Creatore, più di quello per cui Egli debba innalzare una pietra alla natura di un animale. Con la sua forza naturale l’uomo, come abbiamo visto, può acquisire molta conoscenza di Dio; può riconoscere Dio come Autore e conservatore del suo essere e amarlo come tale. Ma non può mai conoscerlo e amarlo meritando per questo di vederlo faccia a faccia. Per questo, invece c’è bisogno di una vita superiore a quella dell’uomo, – una vita che fluisca da Dio all’uomo, e attraverso la quale si stabilisca una relazione tra Dio e l’uomo, – una relazione attraverso la quale Dio adotti l’uomo come suo figlio. « Vedere l’Essenza divina – dice San Tommaso d’Aquino – è qualcosa di molto al di sopra delle facoltà dell’animo umano; anzi, è qualcosa di molto al di sopra delle facoltà naturali di un Angelo. L’anima, quindi, deve essere preparata per la contemplazione della Divinità. »  – « Se desideriamo che una cosa produca un effetto che è al di sopra della sua natura, dobbiamo prepararla con cura perché si produca un tale effetto. Se, ad esempio, desideriamo rendere rovente l’aria, dobbiamo aumentarne gradualmente la temperatura. Allo stesso modo, Dio deve preparare l’anima per rendere la sua Essenza accessibile alla sua intelligenza, e lo fa donandole il dono inestimabile della vera Fede, della Speranza e della Carità Divina. La Fede ci unisce a Dio, perché Egli è l’Autore di tutta la nostra felicità, e la carità ci unisce a Dio, perché ci mette in comunicazione diretta con l’Autore di tutti i doni e di tutte le grazie. « La carità di Dio è infusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, che ci è stato donato. » (Rom. V. 5.) La Grazia di Dio è la vita eterna: la carità è una comunicazione reciproca, è l’amore tra Dio e l’uomo; queste esistono: in questa vita per grazia, e nell’altra per gloria. « Dio è carità; chi dimora nella carità, dimora in Dio e Dio in lui! » (I. Giovanni, IV, 16). – « I doni naturali, per quanto preziosi, non possono metterci in questo stato soprannaturale di grazia, perché un effetto non può mai superare la sua causa: essa è prodotta in noi dallo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio, e fa che noi partecipiamo anche della Divina Sostanza.  Quelli, quindi, che lasciano il mondo e sono dotati di queste virtù divine, sono pronti a vedere Dio in una luce creata, chiamata la luce della gloria, ma morire senza queste virtù soprannaturali è come rimanere bandito per sempre dal volto del Signore ». (De Virtutibus.) – La vera carità ci proibisce di disprezzare coloro che sono nell’errore; al contrario, ci insegna a compatire e ad amarli. Ma c’è una grande differenza tra amare quelli in errore e amare l’errore stesso; c’è una grande differenza tra amare il peccatore e amare i suoi peccati. Non è nostro compito dire se questi o quello che non sia stato accolto nella Chiesa prima della sua morte sia dannato. Ciò che condanniamo è il protestante e il sistema pagano della religione, perché sono completamente falsi; ma non condanniamo nessuna persona! Dio solo è il Giudice di tutti. È abbastanza certo, tuttavia, che, se qualcuno di coloro che non sono ricevuti nella Chiesa prima della loro morte, entri in Paradiso, un fatto che desideriamo ardentemente e imploriamo Dio di concedere loro, essi possono farlo solo dopo essere stati sottoposti ad un cambiamento radicale e fondamentale, prima che la morte li conduca all’eternità. Questo è abbastanza certo, per la ragione, tra le altre cose, che non lo sono (cambiati); e nulla è più indiscutibilmente certo di questo, che non ci può essere divisione in cielo: « Dio non è il Dio del dissenso – dice San Paolo – ma della pace ». Egli non ha mai sopportato la minima interruzione dell’unione, nemmeno nella Chiesa militante sulla terra; e sicuramente non la tollererà nella Chiesa trionfante. Dio certamente rimarrà quello che è. I non cattolici, quindi, per entrare in Paradiso, dovrebbero cessare di essere ciò che sono e diventare qualcosa che ora non sono. Per quanto riguarda i Cattolici, il caso è molto diverso. Nessun cambiamento è loro necessario, eccetto ciò che sia implicito nel passare dallo stato di grazia allo stato di gloria. Saranno uno lì, come sono stati uno qui. Per essi il miracolo dell’unità soprannaturale è già operato. Quel marchio della mano di Dio è già su di loro; quel segno dell’elezione di Dio è già su di loro; quel segno dell’elezione di Dio è già scolpito sulla loro fronte. La Fede, infatti, sarà sostituita dalla visione, ma questo non sarà un vero cambiamento, perché ciò che vedranno nel prossimo mondo sarà ciò in cui hanno creduto in questo. Lo stesso Re sacramentale (per prendere in prestito un’espressione di Padre Faber), che qui hanno adorato sull’altare, sarà la loro porzione eterna. La stessa benevola Madonna, che li ha così spesso consolati nelle prove di questa vita, introdurrà i suoi figli alle glorie della prossima. Non dovranno, in quell’ora, « comprare olio » per le loro lampade, perché esse sono già accese alla lampada del santuario. Esse non si dovranno provvedere di un abito nunziale, perché lo hanno già ricevuto molto tempo prima nel fonte battesimale ed hanno lavato via le loro macchie nel tribunale della Penitenza. I volti dei Santi e degli Angeli non saranno per essi strani, perché ne hanno avuto familiarità fin dall’infanzia come loro amici, compagni e benefattori. Ed essendo così, anche in questo mondo, familiari nella fede e della famiglia di Dio, non solo alcun ombra del cambiamento deve intervenire in essi, ma neppure variare in una virgola da ciò che ora credono e praticano, semplicemente, cosa che li taglierebbe fuori dalla comunione dei santi, ed essere così l’evento più disastroso che potesse mai capitar loro.  – Senza dubbio, Dio, nella sua infinita potenza e misericordia, può illuminare anche nell’ora della morte chi non è ancora Cattolico, in modo che possa conoscere e credere alle verità necessarie alla salvezza, essere veramente pentito per i suoi peccati e morire in tale disposizione di anima, come è necessario per essere salvato. Costui, per una straordinaria grazia di Dio, cessa di essere quello che era; muore unito alla Chiesa e viene salvato non come protestante, ma come Cattolico. Ma è forse saggio per un protestante aspettarsi di essere salvato da un miracolo straordinario della potenza infinita e della misericordia di Dio? Il fatto che sia nel potere dell’infinita misericordia di Dio convertire un pagano o un protestante alla vera Fede, anche nella sua ultima ora, non deve mai servire da incoraggiamento, per pagani o protestanti avventati, nel continuare a vivere nell’infedeltà o nell’eresia, nella speranza che Dio non li mandi all’inferno, anche se continuano fino alla fine della loro vita a vivere nel paganesimo o nel protestantesimo; infatti, sarebbe una grande follia gettarsi in un pozzo profondo, nella speranza che Dio li salvi dalla morte solo perché è troppo buono per lasciarli morire; allo stesso modo, quindi sarebbe una follia ancor maggiore per un protestante, correre il rischio di morire nel protestantesimo, nella presunzione che l’infinita misericordia di Dio lo possa salvare dall’inferno rendendolo Cattolico anche nella sua ultima ora.  Teniamo, quindi, sempre presente ciò che dice il Dottore Angelico San Tommaso d’Aquino: « C’è un certo principio e una dottrina che non dobbiamo mai perdere di vista quando c’è in ballo una questione di salvezza: questo principio è che nessuna salvezza sia possibile per chiunque non sia unito a Gesù Cristo crocifisso per mezzo della Fede e della Carità divina », – « … che – come dice Sant’Agostino – non può trovarsi fuori dall’unità della Chiesa ». Dalla morte di Gesù Cristo, la Grazia Santificante è donata alle anime dei non battezzati mediante il Battesimo e alle anime dei Cristiani che hanno gravemente peccato, se non mediante il Sacramento della Penitenza: se una persona non può ricevere il Battesimo o la Penitenza in realtà, ed è consapevole dell’obbligo di riceverlo, deve avere il desiderio esplicito di riceverlo, ma, se non è consapevole di questo obbligo, deve avere almeno il desiderio implicito di riceverlo, e questo desiderio deve essere unito alla Fede Divina nel Redentore con un atto di perfetta carità o contrizione, che include il sincero desiderio dell’anima di rispettare tutto ciò che Dio richiede da essa per essere salvata. Questo atto di perfetta carità è un dono gratuito e una grazia straordinaria di Dio che non possiamo avere da noi stessi, è un grande miracolo di grazia, per cui Dio solo può compiere il miracolo che trasformi una persona, dall’essere un pagano o un eretico, in un Cattolico. Chiunque, quindi, muoia senza questo cambiamento miracoloso della sua anima, sarà perso per sempre.  – Il vescovo Hay pone la domanda: « C’è qualche motivo per credere che Dio Onnipotente spesso conferisca la luce della fede, o la grazia del pentimento, nell’ora della morte, a coloro che hanno vissuto tutta la loro vita nell’eresia o nel peccato? » – « Quel Dio – egli risponde – può in un istante convertire il cuore più inflessibile, sia alla vera fede, sia al pentimento, come si evince dagli esempi di San Paolo, del pubblicano Zaccheo, di San Matteo Apostolo, e molti altri, e, in particolare, di San Pietro, al quale in un istante si rivelò la divinità di Gesù Cristo, tanto che Egli disse quelle parole: « Beato sei tu, Simone Barjona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli ». (Matteo XVI, 17.) Che Egli possa farlo nell’ora della morte con la stessa facilità con cui possa farlo in qualsiasi momento della vita, non può essere messo in dubbio, come vediamo nel caso del buon Ladrone sulla croce: è lo stesso Dio onnipotente tutte le volte, ma dobbiamo renderci conto che ci sia ben poca ragione di pensare che questo sia il caso ordinario: non c’è infatti certamente il benché minimo motivo nella rivelazione per pensarla così … no, anzi la Scrittura avverte del contrario. Tutto ciò che si può dire è che, siccome Dio ne è in grado, Egli certo può farlo, e proprio poiché è misericordioso, può farlo, e questa possibilità è sufficiente ad impedirci di esprimere un giudizio sullo stato di ogni anima che ha lasciato questo mondo; ma sarebbe certamente il culmine della pazzia ed una palese tentazione di Dio, che una persona continui ad essere malvagia nella speranza di trovare tanta misericordia alla sua fine.

§ 12. S. O. DA CREDITO ALLA NOSTRA DOTTRINA CORRETTA, RIPRENDENDO LE SEGUENTI DOMANDE E RISPOSTE:

« D. È giusto, quindi, per noi dire che chi non è stato ricevuto nella Chiesa Cattolica prima della sua morte, è dannato?

R. Non, non lo è.

D. Perché no?

R. Perché non possiamo sapere con certezza cosa avvenga tra Dio e l’anima nel terribile momento della morte.

D. Cosa intendi con questo?

R. Voglio dire che Dio, nella sua infinita misericordia, può illuminare, nell’ora della morte, chi non è ancora Cattolico, così da poter vedere la verità della Fede Cattolica, è sinceramente pentito per i suoi peccati e sinceramente desidera morire di una buona morte.

D. Cosa diciamo di coloro che ricevono una grazia così straordinaria e muoiono in questo modo?

R. Diciamo di loro che sono uniti all’anima della Chiesa Cattolica e sono salvati ».

S. O. ci ha dato credito molto a malincuore, come è evidente da ciò che aggiunge subito dopo, vale a dire: « Tutto questo – egli dice – ha il vero suono della dottrina cattolica, ma contraddice, sia nello spirito che nella lettera, le citazioni fatte all’inizio di questo articolo, ma è meglio contraddirsi che non persistere nell’errore. » – S. O. sembra compiacersi nel pronunciare falsi oracoli. In primo luogo, ha falsificato la nostra risposta, tanto da non leggerne la fine: « … sinceramente desidera morire di una buona morte », ove invece è scritto: «  sinceramente desidera morire da buon cattolico ». Il più grande malfattore potrebbe naturalmente desiderare di morire di una buona morte; ma nessun protestante vorrà, nei suoi ultimi istanti, desiderare di morire da buon Cattolico, a meno che non abbia ricevuto, nell’ora della morte, quella grazia straordinaria di cui parliamo nella nostra risposta. Un giorno un gentiluomo protestante viene a trovarci. Per noi è un perfetto estraneo. Inizia subito a parlare di religione. Così gli abbiamo fatto circa sei domande, alle quali ha risposto bene. Dopo la sua ultima risposta, ha detto: « Capisco che devo diventare Cattolico, per essere salvato, ma mi piace fare il protestante all’inferno, piuttosto che essere Cattolico in Paradiso ». Non è, quindi, molto disonesto per S. O. falsificare la nostra risposta? – In secondo luogo, nella prima parte del nostro trattato abbiamo chiaramente dimostrato che la Chiesa insegna senza dubbi, che non c’è salvezza per coloro che muoiono senza essere uniti ad Essa. Ora S. O. afferma in modo enfatico che, nelle nostre precedenti parole, siamo in contraddizione con ciò che abbiamo chiaramente dimostrato essere una verità rivelata insegnata dalla Chiesa, e dice che è meglio per noi farlo, piuttosto che persistere nell’errore. Evidentemente, quindi, afferma che c’è salvezza fuori dalla Chiesa, e quindi si dimostra essere un eretico. – Terzo, per far sembrare che, con le risposte di cui sopra, noi avremmo contraddetto ciò che abbiamo esposto nella prima parte del nostro trattato, S. O. con la massima disonestà sopprime il proseguimento o la conclusione delle risposte di cui sopra. – La conclusione infatti, recita come segue:

D. Che cosa, dunque, attende tutti coloro che sono fuori dalla Chiesa Cattolica e muoiono senza aver ricevuto una grazia così straordinaria nell’ora della morte?

R. « L’eterna dannazione, come è certo che ci sia un Dio ». – « È abbastanza  chiaro da questa risposta che non abbiamo, né nella lettera né nello spirito, contraddetto ciò che avevamo già affermato, ma abbiamo, al contrario, nella lettera e nello spirito, confermato tutte le ragioni date per affermare la grande verità che nessuna salvezza sia possibile fuori dalla Chiesa Cattolica Romana. Ahimè! è possibile che S. O. si fosse reso colpevole di una simile disonesta viltà durante la festa del Santo Nome?!

§ 13. S. O. CATECHISTA.

« La nostra santa e vera Religione – dice – non soffrirà mai nel dire la verità con semplicità, carità, e soprattutto con accuratezza teologica, né ci sarà il minimo pericolo per i nostri figli di dire loro onestamente la verità sulle dottrine protestanti quando è necessario non menzionarle affatto, né è in linea con lo spirito della carità cattolica ispirare ai nostri giovan l’odio e il disprezzo nei confronti dei loro vicini protestanti ». – Poco tempo fa un Arcivescovo degli Stati Uniti ha detto, alla presenza di diversi sacerdoti: « Non è strano che così tanti nostri giovani Cattolici, che sono stati educati in certi college Cattolici, siano o diventino perfetti infedeli poco dopo averli lasciati? » Una certa signora un giorno mi disse che poteva menzionare almeno ventiquattro giovani delle migliori famiglie della sua città, che erano diventati davvero infedeli quando avevano lasciato il collegio cattolico dove avevano ricevuto la loro istruzione. Questo è un fatto molto triste. Come si spiega? Si potrebbe  spiegare questo andazzo nel caso in cui proprio S. O. fosse l’insegnante di Catechismo in quelle università. Egli così insegnerebbe il catechismo protestante in modo ammirevole, almeno molto meglio del Catechismo Cattolico. Almeno si può essere certi che non insegnerebbe che « … non c’è salvezza fuori dalla Chiesa cattolica ». Potrebbe utilizzare un piccolo catechismo tutto suo, nel quale si cercherebbe invano una vera spiegazione del nono articolo del Credo, del Sacramento della Penitenza, della dottrina sulla necessità della Grazia per essere salvati, ecc. ecc. Tuttavia, direbbe la verità 1. con semplicità, cioè, per esempio, che i protestanti credono in Cristo proprio come ciò che crede il Cattolico; 2. con carità, sopprimendo quelle verità che potrebbero ferire i sentimenti di onesti studenti protestanti; 3. con accuratezza teologica facendo credere a tutti i suoi allievi che i protestanti credono a tutti i fatti della vita di Cristo allo stesso modo dei Cattolici. Non menzionerebbe la differenza che esiste tra Fede Divina e la fede umana, né tra verità ed errore, tra vero e falso Cristianesimo, ecc., Per la ragione che la spiegazione di questa differenza non sarebbe in armonia con lo spirito di carità cattolica, che gli proibisce di ispirare ai giovani l’odio e il disprezzo nei confronti dei loro vicini protestanti, con i quali, naturalmente, intende dire che è sbagliato ispirare ai giovani l’odio e il disprezzo dei princîpi del protestantesimo. Ciò su cui egli insisterebbe particolarmente è che ogni suo allievo dovrebbe conoscere bene a memoria il suo “meraviglioso” atto di contrizione, per mezzo del quale ognuno, indipendentemente dalla sua religione, e indipendentemente da quali siano i suoi peccati, otterrà il perdono e sarà salvato. – Ma ascoltiamo ora una autorità migliore sul tema della dottrina cristiana. Il Dr. O. A. Brownson, il famoso convertito e famoso revisore americano, un giorno ci ha detto: « Sono sorpreso dal fatto che molti dei giovani educati in alcuni college cattolici siano diventati degli infedeli. Non posso spiegarlo altrimenti se non presumendo che l’indottrinamento religioso non sia abbastanza solido; che il mondo pagano sia invece troppo letto e studiato; sono in voga quei principi un po’ troppo rilassati; che le verità della nostra Religione siano insegnate troppo superficialmente; che i princîpi che sono alla base dei dogmi non siano sufficientemente spiegati, inculcati e impressi sulle menti dei giovani, e che i loro educatori falliscano nel dare loro l’idea corretta dello spirito e dell’essenza della nostra Religione, che è basata sulla rivelazione divina e riversata in un corpo docente divinamente incaricato di insegnare a tutti gli uomini, in modo autorevole e infallibile, tutte le sue verità sacre ed immutabili, verità alle quali siamo quindi vincolati in coscienza nel riceverle senza esitazione. – « Ora quello che ho detto di alcuni collegi si applica anche, purtroppo, a molte delle nostre accademie femminili: queste non sono affatto ciò che dovrebbero essere, secondo lo spirito della Chiesa: si conformano troppo allo spirito del mondo; hanno troppe considerazioni umane: fanno troppe concessioni agli alunni protestanti, a spese dello spirito cattolico e della formazione delle nostre giovani donne cattoliche; concedono troppo allo spirito dell’epoca, in una parola, si occupano più dell’intellettuale che non della cultura spirituale delle loro allieve. « Ma ciò che è ancora più sorprendente di tutto questo, è che alcuni del nostro Clero Cattolico, e tra di loro anche alcuni di quelli che dovrebbero essere in prima linea nella lotta per i sani principi religiosi, vedono che i nostri giovani che sono allevati con cura da loro, sono troppo propensi a cedere allo spirito senza Dio dell’epoca, alle cosiddette concezioni liberali sull’educazione cattolica, che sono state chiaramente e solennemente condannate dalla Santa Sede. Ci dicono poveri nel mondo, se siamo trascurati nel far crescere i nostri figli come buoni Cattolici, ma siamo peggiori dei pagani se abbiamo rinnegato la nostra Fede, e se i nostri figli sono persi per la nostra negligenza, anche noi saremo perduti! Vorrei sapere se Dio vorrà mostrarsi più misericordioso con quelli del nostro Clero che si interessano così poco dell’istruzione religiosa della nostra gioventù; che fanno poca o nessuna fatica nell’istruzine nelle scuole cattoliche dove dovremmo avere i nostri figli adeguatamente istruiti; c’è chi, quando si mette ad istruirli, lo fa con un linguaggio ampolloso, in termini scolastici, che i bambini poveri non riescono a capire, senza prendersi la briga di dare loro istruzioni con parole semplici e in un modo attraente per i bambini. « Come è il pastore, così è pure il gregge; noi godiamo della piena libertà religiosa nel nostro Paese, tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono dei buoni pastori coraggiosi, alfieri della causa di Dio e del popolo. Saremo lieti di seguirli, sostenerli e incoraggiarli con ogni mezzo in nostro potere, per quella enorme quantità di bene che potrebbe essere raggiunto in breve tempo! La nostra Religione non perde mai nulla della sua efficacia sulle menti e sui cuori degli uomini, può perderla solo per quanto non sia stata inculcata in loro. Ciò che si deve ricercare maggiormente non è l’argomento, ma l’istruzione e la spiegazione. « Riesco a malapena a giustificare questa mancanza di zelo per una vera educazione cattolica in tanti nostri Sacerdoti, che sono altrimenti modelli di ogni virtù, supponendo che il loro addestramento ecclesiastico debba essere stato carente sotto molti aspetti, o che debbano aver trascorso la loro giovinezza nelle nostre scuole pubbliche senza Dio, dove non sono mai stati completamente imbevuti del vero spirito della Chiesa Cattolica: lo Spirito di Dio ». – Ah! Questo grande filosofo cattolico ha dato, con parole molto semplici, la ragione per cui tanti giovani Cattolici siano diventati infedeli nei collegi molto cattolici in cui hanno ricevuto la loro educazione. La loro educazione non era abbastanza cattolica. Per rendere l’educazione più cattolica, è necessario avere Catechismi, Catechisti più Cattolici e più pratici, che spieghino in modo limpido la costituzione e l’autorità della Chiesa e i Grandi misteri della nostra santa Religione, e mostrino chiaramente che la salvezza è impossibile fuori dalla Chiesa Cattolica Romana. (Si veda cosa abbiamo detto su questo argomento nella nostra seconda edizione di “Familiar Explanation of Christian Doctrine“, pubblicata da Benziger Brothers.). In questo Paese, dove leggere, parlare, scrivere non ha regole o limiti, i Cattolici saranno nella tentazione quotidiana. Essi non possono chiudere gli occhi; e anche se potessero, non possono chiudere le orecchie. Quello che si rifiutano di leggere non possono non ascoltarlo. È la prova permessa per la purezza e la conferma della loro fede. Il processo è grave per molti. Affinché possano sopportare una prova così severa, essi devono essere preparati ad essa mediante un’approfondita istruzione nella Dottrina Cristiana, specialmente nelle verità fondamentali della nostra santa Religione.

[17. Continua … ]

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.