EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (16)

EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (16)

IL DOGMA CATTOLICO:

Extra Ecclesiam Nullus Omnino Salvatur

[Michael Müller C. SS. R., 1875]

§ 9. QUELLI CHE CHIEDONO SINCERAMENTE LA VERA RELIGIONE.

Se nessuno, quindi, può essere salvato tranne che nella Chiesa Cattolica Romana, tutti coloro che ne sono fuori, sono destinati a diventare membri della Chiesa. Questo è ciò che il buon senso dice a tutti i non Cattolici. Negli affari mondani, i protestanti non presumono mai di agire senza un buon consiglio. Non compromettono mai i loro interessi economici o le loro vite, diventando essi stessi interpreti privati ​​e professionisti del diritto o della medicina. Benché i libri di diritto e quelli di medicina siano di fronte a loro, scritti da autori moderni, in un linguaggio chiaro ed esplicito, hanno troppo buonsenso pratico per tentare la loro personale interpretazione. Essi, infatti, preferiscono sempre rivolgersi ad avvocati e a medici esperti, accettando le loro interpretazioni e agendo secondo i loro consigli. Ora, ogni non Cattolico crede che ogni membro pratico della Chiesa Cattolica sarà salvato. Quindi, quando c’è in questione la salvezza eterna o la dannazione eterna, un uomo ragionevole dovrebbe prendere la via più sicura per il Paradiso. Fu per questo che Enrico IV di Francia si decise ad abiurare i suoi errori. Uno storico riferisce che questo Re, avendo convocato presso di lui una conferenza di dottori di entrambe le chiese, e vedendo che i ministri protestanti concordavano unanimamente nell’asserire che la salvezza fosse raggiungibile nella Religione Cattolica, si rivolse immediatamente ad un pastore protestante nel modo seguente: « Ora, signore, è vero che le persone possono essere salvate nella Religione Cattolica? » – « Certo che lo è, sire, a patto che la rispettino » – « Se è così, – disse il monarca – la prudenza esige che io debba essere nella Religione Cattolica, non nella tua, visto che nella Chiesa Cattolica io posso essere salvato, come anche tu ammetti, mentre se rimango nella tua, i Cattolici sostengono che non posso essere salvato. Sia la prudenza che il buon senso raccomandano che io debba seguire il modo più sicuro, e quindi mi propongo di farlo  ». Alcuni giorni dopo, il Re fece la sua abiura a St. Denis. (Guillois, II, 67.). – Cristo ci assicura che la via per la vita eterna è stretta ed è battuta da pochi. La Religione Cattolica è quella via stretta per il Paradiso. Il protestantesimo, al contrario, è quell’ampia via per la perdizione battuta da così tanti. Chi si accontenta di seguire la folla, si condanna prendendo la strada larga. Un uomo dice: « Mi piacerebbe credere, ma non posso. » Dici che « non puoi credere »! Ma cosa hai fatto, quali mezzi hai impiegato per acquisire il dono della fede? Se hai trascurato i mezzi, mostri chiaramente che non desideri il fine. – Dio ha elogiato il suo servo Giobbe. Diceva di lui: « Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male » (Giobbe, I. 8.) Non c’è nulla che renda un’anima più accettabile a Dio della semplicità e sincerità del cuore nel cercarlo. D’altra parte, per Lui non c’è nulla di più detestabile di un uomo dalla doppia mentalità, che non cammina sinceramente con il suo Dio: « Guai a quelli che hanno un cuore doppio, … e al peccatore che sulla terra segue due strade. » (Eccles, II, 12). Un tale uomo non dovrebbe aspettarsi che il Signore lo illumini e lo diriga. Il nostro Salvatore ci assicura che il suo Padre celeste si fa conoscere dai piccoli, cioè da coloro che ricorrono a Lui con un cuore semplice e sincero. Questa sincerità e rettitudine di cuore con Dio sono particolarmente necessarie per colui che è alla ricerca della vera Religione. Vediamo intorno a noi sette innumerevoli, che si contraddicono l’una con l’altra; vediamo l’uno che condanna ciò che l’altro approva, e approva ciò che gli altri condannano; vediamo alcuni che abbracciano certe verità divine e altri che respingono quelle verità con orrore, come dottrina dei demoni. Ora il buon senso dice a tutti che entrambe le parti non possono avere ragione; che la vera Religione non può essere da entrambe le parti. Tra tale confusione di opinioni, la mente è naturalmente incapace di scoprire la vera Chiesa nel cui seno si trovi la verità. Nella ricerca del vero, si trovano immense difficoltà. C’è il pregiudizio, gli effetti della formazione iniziale, del lungo insegnamento, delle letture e della vita nel mondo. È il risultato di impressioni quasi impercettibili, eppure per la loro forza, costituiscono un ostacolo che in molti casi sfida ogni sforzo umano nell’essere rimosso. È come la neve che inizia a cadere nell’oscurità, al tramonto, sui tetti e sulla strada, a piccoli fiocchi che scendono silenziosamente per tutta la notte, e al mattino i rami si piegano, le porte sono bloccate, il traffico sulla strada e sulla ferrovia è impedito. Lì, ancora c’è il favore degli amici, la paura di ciò che dirà il mondo, l’interesse mondano e simili. Tutti questi fattori saranno messi in atto dal nemico delle anime per accecarne la comprensione, affinché non possano vedere la verità e per deviare dalla volontà di abbracciarla. – Nient’altro che una particolare grazia dal cielo può illuminare la mente per percepire la luce della verità attraverso tali nubi di oscurità e rafforzare la volontà con coraggio per abbracciarla, nonostante tutte queste difficoltà. È, senza dubbio, la volontà di Dio, « … il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità » (I Tim., II, 4); ma è anche la volontà di Dio, che, per venire a questa conoscenza, gli uomini devono cercarlo con un cuore sincero e retto, e questa sincerità di cuore deve mostrarsi nel loro desiderio sincero di conoscere la verità: « Beati sono coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. » Quindi devono lavorare diligentemente per scoprire la verità, usando ogni mezzo in loro potere per quello scopo. La negligenza nelle indagini delle prove della nostra Fede, che sono grandiose, fa sì che l’ignoranza di molti sia altamente peccaminosa. La facoltà di comprendere è stata data all’uomo perché gli permettesse di abbracciare le verità sante e salutari. La negligenza in questo è degna di dannazione, e siccome tutto tende facilmente al suo fine naturale, così la nostra naturale virtù intellettuale è più vicina a trovare Dio di quanto essa non trovi il suo contrario; Dio infatti è sempre pronto ad aiutare coloro che lo cercano con un cuore buono e onesto, come vediamo in Cornelio, un Pagano al quale, vivendo egli religiosamente e temendo Dio, San Pietro fu inviato a convertire lui e tutta la sua famiglia. « Dio – dice San Tommaso d’Aquino – invierà un Angelo a un uomo ignorante della legge cristiana, ma che vive con retta coscienza, per istruirlo nella Religione cristiana, piuttosto che lasciarlo perire a causa della sua incolpevole ignoranza ».  – In riferimento a questa questione, il signor Pelisson, un famoso convertito alla nostra santa Religione, dice: « Ti giustificherai con Dio Onnipotente, come Giobbe? Egli ti confonderà; immaginerai che molte cose siano a tuo favore con Dio, e tu dici di aver fatto ciò che era in tuo potere. Il Signore ti farà vedere che tu non hai fatto che una parte di ciò che avresti dovuto e potuto fare. Più di tutto forse hai desiderato di piacere a Dio? Più di tutto hai amato ardentemente Dio? Più di tutto ti è piaciuto conoscere le verità che Egli ha rivelato? La tua mancanza dello spirito di penitenza, o il tuo spirito di vanità, o la tua durezza di cuore, non hanno forse messo un ostacolo alle luci celesti che Dio desiderava infondere nella tua mente? Dì ciò che ti piace, come me, che sono stato condotto dalla sua infinita misericordia alla sua Chiesa, perché io so che non ho fatto una millesima parte di ciò che avrei potuto fare per ottenere questa grande grazia dalla sua infinita misericordia.» (Vedi Cursus Completus Theologiæ, vol. IV., P 293.). –  Ci sono leggi per regolare la volontà e gli affetti dell’uomo, e quindi ci sono anche delle leggi per fissare dei limiti alla sua comprensione, onde determinare cosa si dovrebbe credere e cosa si dovrebbe non credere; e quindi l’ignoranza è dannosa, perché l’uomo dovrebbe attentamente indagare su ciò a cui debba credere; e quali leggi debba osservare; mentre la moltitudine corre, con tutte le sue forze, a peccare e a morire come suo ultimo fine, e non è strano che infine debba trovare la dannazione! – La prima e grande causa di tutti questi errori è la negligenza dell’indagine; e il secondo è l’avversione a credere a ciò che dovrebbe essere creduto di Dio e all’odio per le cose che illuminerebbero e convertirebbero l’anima. Se gli uomini non prestano attenzione né alle parole sante né ai miracoli, non è strano che rimangano nell’errore. Devono studiare la Religione con un sincero desiderio di scoprire la verità. Se desiderano scoprire la verità, non devono fare appello però ai nemici della verità. Devono consultare coloro che sono ben istruiti nella loro Religione e che la praticano. Il dovere è quello di consultare il prete. Egli spiegherà loro la vera dottrina della Chiesa Cattolica.  – Nella memorie del Vescovo Hay si afferma che egli si convertì alla nostra Chiesa nel 1749. Come protestante non mostrò mai alcuna tendenza cattolica, come è sufficientemente evidente dal fatto che nel fervore della sua gioventù, si era legato ad doppio voto: di leggere una parte della Bibbia ogni giorno e di fare del suo meglio per estirpare il Papato dal suo Paese natio. Un giorno andò da Edimburgo, dove aveva fatto i suoi studi per la professione medica, a Londra, dove sentì le dottrine della Chiesa Cattolica spiegate da un gentiluomo inglese, in un modo che eccitò la sua meraviglia. Da Londra si recò nell’Ayrshire, dove trovò una piccola opera ben nota, « Un papista rappresentato e travisato, o il duplice carattere del Popato. » I dubbi si erano eccitati nella sua mente, ma Mr. Hay non era un personaggio da mettere da parte i dubbi su un argomento tanto importante senza una dovuta accurata investigazione. Essendo questo il mezzo più sicuro per ottenere informazioni corrette sulla fede cattolica, decise di rivolgersi ad un Prete cattolico e si recò accolto da Sir Alexander Seaton, il missionario gesuita, allora residente ad Edimburgo. Da lui ricevette le informazioni desiderate e, dopo un lungo corso di istruzione, fu accolto nella Chiesa, il 21 dicembre 1749.  – La sincerità di cuore inoltre, deve mostrarsi in una risoluta decisione di abbracciare la verità ogni qualvolta che questa debba essere ricercata, qualunque cosa possa costare al ricercatore. Questo deve anteporre ad ogni considerazione mondana, ed essere pronto a rinunciare a tutto in questa vita: gli affetti dei suoi amici, una casa confortevole, i beni temporali e le prospettive negli affari, piuttosto che privare la sua anima di un così grande tesoro. – Il giornale di New York Freeman Journal, il 2 settembre 1854, pubblicava il seguente annuncio sul defunto generale Thomas F. Carpenter. Le parole di questo annuncio sono state scritte dall’ex governatore Laurence. Il generale, quando stava per diventare Cattolico, rese nota la sua intenzione ad un amico. L’amico, ovviamente, fu sorpreso e prospettava le spaventose conseguenze di una decisione così impopolare, dalla perdita della pratica professionale, all’alienazione degli amici, alle derisioni della folla, ecc. « Tutte queste benedizioni – rispose il generale Carpenter –possono ben superare tutti questi insulti. Mi possono disprezzare, ma io non posso permettermi che perda la mia anima immortale. » Il generale parlava così, perché sapeva e credeva fermamente in ciò che Gesù Cristo ha solennemente dichiarato, dicendo: « Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; e colui che ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me » (Mt X, 37), e quanto alla perdita del guadagno temporale, rispose: « Che profitto trarrà un uomo se guadagnerà tutto il mondo, e poi debba soffrire la perdita della propria anima? » (Marc., VIII, 36.). Ma non sarebbe sufficiente per un tale Cattolico, averla solo nel cuore, senza professare pubblicamente la sua Religione? No; poiché Gesù Cristo ha solennemente dichiarato che «  … chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui il Figlio dell’uomo si vergognerà quando verrà nella sua maestà, e quella del Padre suo e dei santi Angeli ». (Luca, IX, 26.)  Ma potrebbe un tale rimandare la sua conversione in modo sicuro, ed essere accolto nella Chiesa giusto nell’ora della morte? – Ciò significherebbe abusare della misericordia di Dio e, per castigo di questo peccato, perdere la luce e la grazia della fede e morire da reprobi. Per ottenere il Paradiso, dobbiamo essere pronti a sacrificare tutto, anche le nostre vite. « Non temere coloro – dice Cristo – che uccidono il corpo e non sono in grado di uccidere l’anima, ma piuttosto temi colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nell’inferno ». (Matt. X. 28.)  – Quante volte incontriamo uomini che ci dicono che sarebbero volentieri Cattolici, ma che è troppo difficile per essi vivere secondo le leggi e le massime della Chiesa! Sanno molto bene che se diventano Cattolici, devono condurre una vita onesta e sobria, devono essere puri, devono rispettare il santo Sacramento del matrimonio, devono controllare le loro passioni peccaminose; e questo non sono disposti a farlo. « Gli uomini amano le tenebre piuttosto che la luce – dice Gesù Cristo, – perché le loro opere sono malvagie ». Ricorda il noto proverbio: « Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire ». – Sono trattenuti dall’accogliere la fede, perché sanno che le verità della nostra Religione sono in guerra con le loro inclinazioni peccaminose. Non sorprende che queste inclinazioni debbano ribellarsi contro l’immolazione. Con la rinuncia della carne, si comprende e si sente che … si perde tutto, se venissero ascoltate e prese come regole di condotta le verità della fede; … che si debba rinunciare ai godimenti illeciti della vita, si debba morire al mondo e a se stessi e portare la mortificazione di Gesù Cristo nel corpo. – Al solo pensiero di questa crocifissione della carne e della concupiscenza, imposta a chiunque appartenga al Salvatore, l’uomo interamente animale è turbato, l’amor proprio suggerisce mille motivi per ritardare almeno i sacrifici che lo spaventano. La concupiscenza della carne, avendo il sopravvento, oscura le verità più semplici, attrae e appiattisce i poteri dell’anima; e quando, in seguito, la fede tenta di imporre la sua autorità, trova l’intendimento pregiudicato, la volontà sopraffatta o indebolita, il cuore tutto impregnato dal terreno; è duro, così, con la fede, ridurre l’anima al suo dominio. Coloro che ascoltano la concupiscenza della carne non diventeranno mai Cattolici.  – Infine, coloro che cercano la verità, devono mostrare la loro sincerità di cuore con fervore e una frequente preghiera a Dio, affinché possano trovare la verità e la via giusta che conduce ad essa. La Fede non è un semplice dono naturale; non è una virtù acquisita o un’abitudine: è qualcosa di completamente soprannaturale. L’uso corretto delle facoltà naturali può, in verità, preparare a ricevere la fede; ma la vera Fede, cioè quella per cui si crede con una convinzione incrollabile, all’esistenza di tutte quelle cose che Dio ha fatto conoscere, è un dono soprannaturale, un dono che nessuno può avere da se stesso; è il dono gratuito di Dio: « Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio ». (Ephes. II, 8). Dio è un così grande bene, che noi non possiamo meritare e possedere questo bene qualsiasi cosa facciamo. Ora, è dal dono della Fede che abbiamo in qualche misura un barlume di tutto ciò che Dio è, e conseguentemente ci attacchiamo a questo Bene supremo, ed ecco: noi siamo salvati; possiamo dire con David, nel vero senso della verità, che, illuminandoci, il Signore ci salva: « Il Signore è mia luce e mia salvezza ». (Salmo XXVI, 1). Quindi è evidente che questo dono sia un dono gratuito di Dio, senza il minimo merito da parte nostra. Quando questa luce o grazia, risplende sull’intelletto, essa illumina la comprensione, in modo da renderla più certa delle verità che le vengono proposte. Ma questa semplice conoscenza della verità non è ancora il pieno dono della fede. San Paolo dice (Rom. I, 2) che i pagani conoscevano Dio, ma non gli hanno obbedito, e di conseguenza la loro conoscenza non li ha salvati. Si potrebbe pur convincere un uomo che la Chiesa Cattolica sia la vera Chiesa, ma a quel punto egli non diventerà Cattolico. Lo stesso nostro Salvatore era conosciuto da molti, eppure era seguito solo da pochi. La Fede, quindi, è qualcosa di più della conoscenza. La conoscenza è la sottomissione dell’intelletto alla verità; ma la Fede implica anche la sottomissione della volontà alla verità. È per questa ragione che la luce o la grazia della Fede devono muovere anche la volontà, perché una buona volontà è sempre necessaria alla Fede, poiché nessuno può credere se non sia disposto a credere. È anche per questa ragione che la Fede è ricompensata da Dio e l’infedeltà punita: « Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvato, ma chi non crede sarà condannato ». (Marc., XVI, 16). Nessun uomo ha la capacità naturale di entrare nella Chiesa, così come non ha la naturale capacità di salvarsi dopo esservi entrato. Tutto, prima e dopo, è opera di Dio. Non possiamo fare nulla da noi stessi, da soli, non possiamo fare nemmeno la prima mozione senza la sua grazia che ci incita e ci assiste. Inutile sarebbe stata la sua Chiesa – sarebbe stata una semplice presa in giro, o uno splendido fallimento – se non avesse provveduto al nostro ingresso e alla nostra salvezza di conseguenza. Ma Egli ha provveduto al nostro ingresso, e dona la grazia sufficiente a tutti gli uomini. La grazia della preghiera è data liberamente, gratuitamente, ad ognuno. Tutti ricevono la capacità di chiedere; tutti, quindi, possono chiedere, e se chiedono, poiché Dio non può mentire, riceveranno la grazia di ricercare; e se ricercano, la stessa Veracità divina è impegnata a che trovino, e se trovano, possano bussare; e se bussano, sarà loro aperto. Dio l’ha detto: Cristo è nella Chiesa; ma Egli è pure fuori di Essa. In Essa e fuori di Essa Egli è uno e lo stesso, ed opera sempre ad unitatem (cioè verso l’unità). È fuori dalla Chiesa per attirare tutti gli uomini nella Chiesa; tutti hanno, quindi, se lo fanno, l’assistenza del Dio Infinito per entrare, e se non entrano, è colpa loro. Dio non trattiene nulla del necessario, dona a tutti, per grazia, tutto il necessario e in sovrabbondanza. Infatti, Dio non si rifiuterà mai di conferire questo dono della Fede a coloro che cercano la Verità con un cuore sincero, fanno del loro meglio per trovarlo e pregano sinceramente con fiducia e perseveranza. Testimone Clodoveo, il re pagano dei Franchi. Quando egli, insieme con tutto il suo esercito, si trovava in grande pericolo di essere sconfitto dagli Alemanni, pregava come segue: « Gesù Cristo, tu di cui Clotilde (la moglie cristiana del Re) mi ha spesso detto che sei il Figlio del Dio vivente, e che dai aiuto a chi è in difficoltà e la vittoria a coloro che hanno fiducia in te! Io bramo la tua potente assistenza: se mi concedi la vittoria sui miei nemici, io crederò in te e sarò battezzato nel tuo Nome, perché ho invocato invano i miei dei, che devono essere impotenti, poiché non possono aiutare coloro che li servono Ora ti invoco, desiderando credere in te, quindi liberami dalle mani dei miei avversari! » – Non appena ebbe pronunciato questa preghiera, gli Alemanni furono presi dal panico, e subito dopo, vedendo il loro Re ucciso, chiesero la pace. Allora Clodoveo mescolò entrambe le nazioni, i Franchi e gli Alemanni che insieme tornarono a casa e diventarono Cristiani. – Testimonianza di F. Thayer, un ministro anglicano: Quando ancora era in forte dubbio e grande incertezza sulla verità della sua religione, iniziò a pregare come segue: « Dio di ogni bene, onnipotente ed eterno Padre delle misericordie e Salvatore dell’umanità, io ti imploro, per la tua sovrana bontà, di illuminare la mia mente e di toccare il mio cuore, ché, mediante la vera fede, speranza e carità, Io possa vivere e morire nella vera Religione di Gesù Cristo. Credo fiduciosamente che, poiché c’è un solo Dio, non può esserci che una sola Fede, una sola Religione, una sola via per la salvezza, e che ogni altro sentiero opposto, può condurre alla perdizione; questa via – o mio Dio! – io cerco ansiosamente di seguire e di essere salvato, perciò protesto, davanti alla tua divina Maestà, e giuro su tutti i tuoi attributi divini, che seguirò la Religione che tu mi rivelerai come la vera, e abbandonerò, a qualunque costo, quella in cui avrò scoperto errori e menzogne. Confesso che non merito questo favore per la gravezza dei miei peccati, per i quali sono veramente pentito, avendo offeso un Dio così buono, così santo e così degno di amore, ma, anche se non lo merito, spero di ottenerlo dalla tua infinita misericordia; e ti prego di concederlo a me per i meriti di quel prezioso Sangue che è stato versato per noi peccatori dal tuo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore, Egli che vive e che regna, ecc. Amen ». Dio non fu lento nell’esaudire una preghiera così sincera e fervida e Thayer divenne Cattolico. Chiunque vaghi ancora a tentoni nell’oscurità dell’infedeltà e dell’errore, preghi pertanto allo stesso modo, e il Dio di ogni luce e verità gli conferirà il dono della Fede in alto grado. È umano cadere nell’errore, ma è diabolico restarvi, ed angelico risorgere da esso, abbracciando la verità che conduce a Dio, la verità che è stata rivelata e conservata nella sua Chiesa. – Tutti possono avere la Chiesa per loro madre, se lo desiderano. Cristo è nella Chiesa, ma Egli è anche fuori dalla Chiesa. Nella Chiesa opera con la sua grazia per salvare coloro che vi entrano; fuori da Essa opera anche con la sua grazia, pronto ad operare nei cuori di tutti gli uomini, onde fornire loro la volontà e la capacità di entrare. Se non rispondiamo alla sua chiamata, la colpa ricade sulla nostra testa. Non abbiamo scuse, nemmeno la minima ombra di scusa. Il motivo per cui non veniamo, può essere solo perché non scegliamo di venire, resistiamo alla sua grazia, disprezziamo i suoi inviti, e non cediamo alle sue ispirazioni. Nessuna buona distinzione teologica, nessuna sottigliezza scolastica, nessuna ingenuità latitudinaria, può sollevarci dalla colpa o scusarci del fatto che potevamo venire, se fossimo stati così ben disposti. Se poi ci tiriamo indietro e andiamo persi, a quel punto siamo noi che ci siamo distrutti. – I sistemi settari sono dei vapori oscuri e mutevoli che oscurano la superficie dei cieli; e le loro masse eterogenee sono trasportate in innumerevoli forme fantastiche da ogni burrasca, « … da ogni vento di dottrina », come si esprime San Paolo. Nubi di eresia dopo nubi di eresia, si sono dissolte dopo la pioggia, o sono scomparse nei campi sconfinati dell’etere, – erano e non più sono, – mentre altri vapori occupano il loro posto, fugaci e non sostanziali. Ma, come un vasto e universale arcobaleno, la Chiesa sovrasta tutti i climi e le epoche cristiane; e, come quell’arco, Essa è una, ininterrotta, dovunque appaia. L’arcobaleno è immutabile, poiché la sacra Parola di Cristo, il suo Fondatore, si è impegnata nella sua perpetua stabilità.  – Sì, la Chiesa è ancora presente. Si espande, nella sua missione voluta dal cielo, ampliandosi e conquistando. – Solo nella Chiesa Cattolica ci sono certezza e sicurezza contro gli errori nella religione. Intorno a questa Roccia non vediamo altro che tempeste infuriate, nient’altro che disastrosi naufragi, l’indifferenza verso la Religione, la negazione di ogni vera adorazione, gli abomini dell’ateismo e dell’immoralità, la derisione delle cose sacre, il pietismo fanatico, la religiosità delirante, il razionalismo o la negazione di tutte le rivelazioni e di tutto ciò che è soprannaturale. Ogni non-Cattolico che cerca sinceramente di conoscere ciò in cui credere, chiunque desideri ottenere certezza in questioni religiose, deve prima o poi rivolgersi alla Chiesa come l’unica sorgente di certezza, l’unico guardiano della vera Religione, l’unica fonte di vera pace e felicità in questa vita e nella prossima.  – Ecco la grande massa dei nostri connazionali alieni dalla Chiesa di Dio. Perché non vengono e chiedono di essere ricevuti come figli ed eredi? Manca loro l’opportunità? È falso! Non mancano le opportunità. Dio non le nega a nessuno di loro, né nega la grazia necessaria. La Chiesa è qui; attraverso i suoi nobili e fedeli pastori, la sua voce risuona dal Maine alla Florida, dall’Atlantico al Pacifico. Come possono ascoltare senza che ci sia un predicatore? Ma hanno sentito; in verità la voce del predicatore è uscita in tutta la terra. Non hanno bisogno di dire, chi salirà in cielo per abbattere Cristo? La Parola è vicina a loro. Risuona in ogni orecchio; parla in ogni cuore. Sappiamo tutti che potrebbero venire, se lo volessimo. Da tutte le parti e da ogni grado e da ogni condizione, alcuni sono venuti e questi venendo hanno dimostrato che sia possibile che tutti vengano. Testimoni il defunto Mons. James Roosevelt Bailey, D. D., Arcivescovo di Baltimora; Mons. James Frederick Wood, D. D., Arcivescovo di Philadelphia; il Rev. William Tyler, compianto vescovo di Hartford, Conn.; il Rev. John Young, D. D., defunto Vescovo di Erie, Pa.; il Rev. Sylvester Horton Rosecrans, D. D., il defunto Vescovo di Colombus, O.; Rev. Mons. George H. Doane, V. G., di Newark, N.J., figlio del Vescovo protestante omonimo e fratello del vescovo Doane (Protestant Episcopal,) di Albany, N. Y.; il Rev. Thomas S. Preston, V. G., dell’Arcidiocesi di New York; Il Rev. J. Clark, S. J., ex professore di matematica a West Point, già generale di brigata all’Esercito degli Stati Uniti e presidente del Gonzaga College, a Washington; il Rev. Francis M. Craft, S. J., del Loyola College, Baltimore, Maryland; il Rev. James Kent Stone, C. P., Padre Fidelis della Croce, ex presidente dello Hobert e Kenyon College, Ohio; il Rev. E. D. Hudson C. S. C. editore di “Ave Maria”; il Rev. Isaac T. Hecker, C. S. P.; il Rev. Xavier Donald Macleod, D. D., autore della “Devozione alla BVM in Nord America”, ecc., ecc.; il defunto reverendo George Foxcroft Haskins, fondatore della casa dell’« Angelo Guardiano »; il Rev. Levi Silliman Ives, LL. D., ex vescovo protestante della Carolina del Nord; il Rev. George Goodwin, il secondo parroco di St. Mary’s Church, Charleston, Massachusetts; l’On. Thomas Ewing, senatore dell’Ohio e per qualche tempo segretario del Tesoro degli Stati Uniti; il Dr. Joshua Huntinton, il noto autore di “Rosemary”, “Gropings after Truth”, ecc.; James McMaster, Esq., Direttore del New York “Freeman’s Journal”; il Rev. Orestes A. Brownson, L.L. D., l’illustre recensore, che Lord Brougham avrebbe definito « la mente dell’America »; il Dr. Albert Myers, direttore del Boston Pilot, Howard Haine Caldwell, di Newbery, S. C., e il figlio del Cancelliere Caldwell, il Gen. Jones di Columbia, S. C., il Rev. Clarence A. Walworth, autore di « The Gentle Sceptic », ecc .; Miss Mary Agnes Tincker, autrice di « Grapes and Thorns », « House of Yorke » e « Signor Monaldini’s Niece »; Seton, fondatrice delle Suore della Carità in America, la signora Judge Tenny, nata Sarah M. Brownson, la signorina Francis C. Fisher; Christian Reid, autrice di « Una questione d’onore », « Cuori e mani », ecc. ecc.; Miss Mary Longfellow, cugina del defunto poeta Longfellow; la vedova dell’ex presidente Tyler e tanti altri che hanno sacrificato tutto, pur di non morire fuori dalla Chiesa Cattolica e perdersi per sempre. La signora Moore, una donna molto intelligente di Edinton, nella Carolina del Nord, una convertita alla nostra santa Fede, disse ai suoi figli protestanti, quando era sul suo letto di morte: « O figli miei, c’è una tale speranza, un tale conforto nella nostra santa Religione! Quando ero così vicina alla morte e credevo che non vi avrei mai più rivisto, la mia anima era piena di angoscia. Quando pensavo di essere così vicina ad incontrare il mio Dio, temevo, ma dopo aver fatto la mia confessione all’incaricato ministro, e ricevuto l’assoluzione, nel nome della Santissima Trinità, la morte è stata privata di ogni pungiglione. Ogni giorno ringrazio sempre più Dio che mi ha dato la grazia di rompere i legami che mi avevano impedito di aderire dalla Chiesa. Ho guardato indietro e, in effetti, mi chiedo perché mai non sono stata, come avrei potuto, nient’altro che Cattolica ». Entrando nella Chiesa Cattolica, questi e molti altri convertiti hanno reso non giusto l’appellarsi all’ignoranza o all’incapacità. Coloro che non sono venuti ancora, possono anch’essi venire così come quelli che sono già venuti; e la loro colpa nel non venire è aggravata dalla conoscenza che essi hanno del fatto che alcuni del loro numero sono arrivati: ecco che allora essi non sono più nell’ignoranza. (San Aug., lib. 1. de Bapt. Contr. Donat. Cap. V; S. Giov. Chrys. In Epist. Ad Rom. XXVI.). La colpa pertanto è solo loro. Stanno fuori perché non vogliono venire. « Non verrai a me affinché tu possa avere la vita, perché le tue opere sono malvagie ». Ignorano la grazia divina, disdegnano la Chiesa, disprezzano i suoi pastori, disprezzano i suoi Sacramenti. Perché, cosa che il Cattolico non può dubitare, se dovessero cercare, con ansiosa cura – come dice Sant’Agostino – anche per scusarsi dall’eresia formale o dall’infedeltà, e cercando avessero bussato, non sarebbero stati ammessi? – No, noi amiamo troppo i nostri concittadini per essere tanto ingegnosi nell’inventare scuse per loro, per forzare la fede in loro favore finché non sia quasi pronta a scattare. Facciamolo sì, con una profonda e tenera carità, che, al bisogno, abbia il coraggio di essere terribilmente severa, e facciamo risuonare, o, se non vogliamo essere « figli del tuono » troppo energici, sussurriamo con accenti soffici ma allarmanti, alle loro orecchie, nelle loro anime, nelle loro coscienze, quelle terribili verità che conosceranno altrimenti troppo tardi nel giorno del giudizio. Dobbiamo lavorare per convincerli di peccato, per mostrare loro la loro follia ed insania, convincerli che sono in errore, nel peccato e già condannati, ma che possono essere restituiti alla vita e liberati dalla condanna solo mediante la grazia di nostro Signore Gesù Cristo, che è dispensata attraverso la Chiesa e solo attraverso la Chiesa Cattolica.

§ 10. S. O. sulla Confessione

S. O. continua a citare dalla nostra Explanation della Dottrina Cristiana, sopprimendo in modo disonesto cinque domande e risposte che sono in connessione immediata con quelle che cita, vale a dire:

« D. I protestanti sono disposti a confessare i loro peccati a un Vescovo o Sacerdote, che soltanto ha ricevuto il potere da Cristo di perdonare i peccati? « … a chi perdonerete i peccati, saranno loro perdonati ».

R.. No, perché generalmente hanno una totale avversione alla confessione, e quindi i loro peccati non saranno perdonati per tutta l’eternità.

D. Da questo cosa ne segue?

R.. Che essi muoiono nei loro peccati e andranno dannati ».

« Su questo io, S. O., dico a coloro che si reputano onestamente protestanti (e non abbiamo il diritto di mettere in dubbio la loro onestà in materia), che Dio non ha designato l’assoluzione sacerdotale come segno sacramentale esteriore e visibile e suo strumento di perdono al peccatore veramente pentito, e non è affatto strano che essi non siano disposti a confessare i propri peccati ad un prete o a cercare la sua assoluzione. Quando viene istruito con il sapere, e per grazia di Dio è portato a credere che la Religione Cattolica sia la vera Religione di Cristo, essi saranno disposti ad andare alla Confessione come noi Cattolici, e non avranno avversione più di quanto ne abbiamo noi. » –

Vedete, come S. O. non afferma mai chiaramente e precisamente alcun punto in questione. Parla qui di quei protestanti che … onestamente credono di non dover andare alla Confessione per ottenere il perdono. Supponiamo che intenda quelli che vivono nell’ignoranza incolpevole della legge divina della Confessione. Ma tale ignoranza incolpevole, come abbiamo chiaramente dimostrato, non è un mezzo per ottenere il perdono dei loro peccati. « … E non abbiamo alcun diritto – dice – di mettere in discussione la loro onestà ». Ahimè, come si può dire ai protestanti che essi possono essere buoni Cattolici senza confessare i loro peccati, e ci saranno migliaia e migliaia di loro di cui non dobbiamo dubitare sull’onestà? Ma noi non abbiamo alcun diritto, nessun dovere, di istruire quegli “onesti” protestanti o i pagani, e mostrare loro la vera strada per il Paradiso? Perché, allora, san Francesco di Sales e tanti altri Santi Sacerdoti hanno esposto le loro vite così spesso, fino al martirio, per richiamare i protestanti onesti dalla loro eresia e riportarli alla vera Chiesa? Per quanto riguarda quei protestanti che sono stati istruiti nella nostra Religione e sono disposti a confessare i loro peccati, essi non appartengono più al numero di coloro che sono in questione. – Ma egli continua la sua risposta. « Ma chi ha detto a costui che spiega la dottrina cristiana (cioè il Rev. M. Muller) che nessun peccatore sarà perdonato per tutta l’eternità, o che morirà nei suoi peccati e sarà dannato, se non abbia confessato quei peccati ad un prete e abbia ricevuto la sua assoluzione? Questa non è una dottrina cristiana cattolica, ed egli non aveva il diritto di dire che lo è, o di scrivere in modo tale da essere capito così. »  –

Qui, guardate un po’, S. O. vuole sapere dove abbiamo imparato la legge divina della Confessione. Bene, l’abbiamo imparata dall’insegnamento infallibile della Chiesa Cattolica, dalla Sacra Scrittura, dai Padri e dai Dottori della Chiesa. Strano, quel S. O. non sa neppure quello che conosce ogni ragazzino di una scuola cattolica! Deve aver egli imparato un cattivo Catechismo. Ma, in nome del buon senso, dov’è che S. O. ha appreso che ogni peccatore, in particolare ogni peccatore protestante, sarà perdonato per tutta l’eternità, o che non morirà nei suoi peccati, anche se non è disposto a confessare i suoi peccati ad un Prete cattolico? Dice che « … asserire che nessun peccatore battezzato sarà perdonato a meno che non sia disposto a confessare non sia una dottrina cristiana cattolica, che non abbiamo il diritto di dire che lo sia, o di scrivere in modo tale da essere capiti così… » . Ora questa asserzione di S. O. è abbastanza eretica, perché questo è articolo di fede, dichiarato dal Concilio di Trento, che: « il Sacramento della Penitenza è necessario per la salvezza di coloro che sono caduti in peccato mortale dopo il Battesimo, come il Battesimo è necessario per coloro che non hanno ricevuto la rigenerazione spirituale ». L’asserzione di S. O., quindi, è direttamente opposta alla legge divina della Confessione, che deve essere rispettata nella realtà, se possibile, o almeno col vero desiderio implicito, se la Confessione è impossibile. S. O. è piuttosto scorretto nel dichiarare tutte le condizioni di perdono che Dio ha determinato per coloro che dopo il Battesimo hanno commesso peccati gravi. « Queste condizioni – egli dice – sono le seguenti tre: un sincero dispiacere per i peccati, un fermo proposito di non peccare più, e, in circostanze ordinarie, una confessione onesta e umile ai ministri nominati da Dio ».  Questa non è una dichiarazione completa delle condizioni di perdono. Noi le enunceremo come ogni ragazzino di scuola le conosce per averle apprese da un buon Catechismo:

I. Contrizione, o dolore, che è buono solo:

1. Quando è interiore, cioè dolore dal cuore o dalla volontà;

2. Quando è sovrano, o dolore che sorpassa tutti gli altri dolori;

3. Quando è universale, o dolore almeno per tutti i nostri peccati mortali;

4. Quando è soprannaturale, o dolore per aver offeso Dio, unito alla speranza di perdono.

Ci sono tre tipi di contrizione: –

1. Contrizione perfetta, o dolore per il peccato a causa della ferita inferta alla bontà di Dio;

 2. Contrizione imperfetta, o dolore per il peccato a causa della ferita inflitta alle nostre anime, che, offendendo Dio, perdono il Paradiso e meritano l’inferno;
3. Contrizione naturale, o dolore per il peccato a causa della ferita fatta al nostro benessere temporale.

Gli effetti del dolore sono: –

1. La contrizione perfetta, come atto di perfetto amore di Dio, unita al desiderio di confessare i nostri peccati, li annulla già prima della Confessione;

2. La contrizione imperfetta, ci dispone per ricevere la grazia di Dio nel Sacramento della Penitenza;

3. La contrizione naturale non può disporci a ricevere la grazia di Dio con l’assoluzione, perché è un dolore non per l’offesa fatta a Dio, ma solo per un danno temporale.

II. Il proposito dell’emendamento

è una ferma risoluzione, per grazia di Dio, di: –

1. Evitare tutti i peccati mortali e le occasioni prossime di peccato;

2. Utilizzare i necessari mezzi di emendamento; 

3. Fare la dovuta soddisfazione per i nostri peccati;

4. Riparare a qualunque danno fatto al prossimo.

III. Confessione, che è valida  solo: –

1. Quando è intera, o sia la confessione di almeno tutti i nostri peccati mortali, con le circostanze necessarie;

 2. Quando è sincera, cioè la confessione dei peccati senza nasconderli o scusarli.

Chi è in pericolo di morte e non può fare la sua confessione, deve sinceramente desiderare di confessare i suoi peccati al sacerdote, e provare ad essere molto dispiaciuto (contrito) per aver offeso un Dio così buono.

Questo ultimo punto S. O. lo ha omesso, eppure il sincero (almeno implicito) desiderio di confessare i propri peccati è necessario per colui che non sia in grado di confessarli, poiché la vera Confessione è per chi sia in grado di poterla fare, al fine di ottenere il perdono.

« Ma dire o sottintendere – continua S. O. – che ogni Cattolico che muore senza essere stato in grado di confessare i suoi peccati ad un Prete è quindi dannato per l’eternità, è un’assurdità. » Egli ha forse sognato che noi o qualche Cattolico abbiamo mai detto tali sciocchezze? Perché allora menziona tali stupidaggini?