LO SCUDO DELLA FEDE (65)
[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]
CAPITOLO XVII.
IL PROTESTANTISMO È FALSO PERCHÉ SI DEPONE NELL’ULTIMA ORA.
L’ uomo fintantoché è sano, è vegeto, è in istato fiorente suol avere un modo di pensare, che spesse volte poi cambia quando le calamità, l’infortunio gli piombano addosso. Le mutazioni più meravigliose però succedono nell’ora della morte. Quale sarà la ragione di ciò? É che l’uomo nell’esaltamento che gli cagionano le passioni e le pazze allegrezze del mondo, dimentica se stesso, i suoi doveri, la giustizia, la verità: e quando la mano di Dio lo percuote, allora fa come Antioco, rientra in se stesso e dice: Ah ora mi rammento dei mali che ho fatto e dei peccati che ho commesso (I. Mac. VI. 12)! Si, la candela che si accende al letto di morte, dissipa molte tenebre e spande una luce sì viva, che vedonsi le cose al tutto diversamente da quello che si erano vedute in vita. Ed il giudizio che dà la morte sopra di esse, lo Spirito Santo afferma che è molto buono (Eccli. XLI, 3). Sentite dunque vari giudizi, che la morte pronunzia al nostro proposito. Si è mai trovato alcuno che all’ora della morte si sia pentito di essere stato Cattolico, o di non avere abbracciato il Protestantismo? Su dite, vi è stato mai qualche Cattolico che si sia pentito di avere obbedito in tutto e per tutto alla Chiesa Cattolica, di essere stato sottomesso al Papa, di avere ricevuti spesso i Santi Sacramenti, di avere pregato nelle Chiese, riverita la S. Vergine, onorati i Santi, di aver digiunato, fatta penitenza e di essersi esercitato in tutte le pratiche della Religione Cattolica? Su, ne avete mai trovato alcuno, che abbia fatto tutto ciò? che in quell’ora proprio si sia ritrattato, che vi abbia rinunziato, che per
assicurare la sua salute abbia chiesto in grazia di morire Protestante? Cercate tutti i libri, leggete tutte le storie, questo caso non vi si presenta mai. Tutto al contrario, chi ha praticato bene la S. Fede Cattolica in quel punto vi si attiene strettamente e continua a raccomandarsi a Gesù, alla Vergine, ai Santi, chiede tutti i Sacramenti, tutte le benedizioni della Chiesa, e trova in esse quegli aiuti che la sua buona Madre gli somministra, un salutare conforto, una dolce rassegnazione, una vena perfino di santa allegrezza, e muore benedicendo Iddio d’essere vissuto Cattolico e desidera di morire come è vissuto. Se qualcuno vi è che soffra rimorsi, è appunto per non avere osservate abbastanza tutte quelle prescrizioni che la S. Chiesa gli aveva inculcate. Questo è un fatto sicuro, continuo, costante, di cui voi stessi ne siete stati mille volte testimoni. Ora che vuol dir ciò? In quel momento più non si burla e non si ride: vuol dire adunque che al letto di morte si giudica che la Religione Cattolica è la sola che apre la strada della salute. Il savio Ulrico Duca di Rrunswich mosso principalmente da questa ragione lasciò il Protestantismo, e si fece Cattolico. Tenetevi dunque stretti a quella Religione che a quel punto vi darà tanta fiducia. Che se al letto di morte mai nessun Cattolico si è pentito di avere osservata scrupolosamente la sua Religione, e mai si è voluto far Protestante per assicurare viepiù la sua salute, è forse accaduto lo stesso anche ai Protestanti? Oh quanti di loro hanno desiderato invece di rendersi Cattolici in quel gran punto non tenendosi sicuri di lor religione! Perfin quella peste che fu Arrigo VIII seminatore di tante discordie nella Chiesa di Dio, in quelle ore per acquetare i rimorsi della coscienza volle rifarsi Cattolico sebbene non si sa troppo con qual esito. Negli ospedali Cristiani è frequentissimo il caso di poveri Protestanti, che in quelli estremi tocchi dalla grazia di Dio ed in faccia all’eternità vogliono essere dei nostri. Perfino neh’ ultima guerra di Sebastopoli si diedero molti casi di poveri soldati che chiesero in grazia ed ottennero di poter morire Cattolici: e tutto ciò mentre neppur uno dei nostri Cattolici sognò mai di farsi Protestante in quell’ora. Che vuol dire tutto ciò? Ah la candela mortuaria getta pure la gran luce! Ma di quelli poi che essendo Cattolici, si fecero Protestanti, che cosa avvenne in punto di morte? Non pochi di loro morirono lasciando segni aperti di lor dannazione, altri si pentirono e si ritrattarono dei loro errori, confessando pubblicamente che avevano prevaricato e chiedendo perdono dei loro scandali. Lutero stesso morì dopo certi disordini ed eccessi nel bere; quasi subitamente al pari di una bestia e poco dopo mandò tal fetore, che anche chiuso in una cassa di piombo, non poteva sopportarsi. Calvino morì menando tanti vermini e tanta puzza ed in mezzo a grida e bestemmie così disperate, che per testimonio dei suoi medesimi Protestanti metteva orrore. Di Zuinglio, diceva Lutero, che il demonio l’aveva strozzato per le sue bestemmie. La perfida Regina Elisabetta chiamava se stessa una miserabile ed esclamava: han messo un giogo intorno al mio collo; e morì in una malinconia e disperazione desolante. Lo Spalatino amico intimo di Lutero finì la vita in preda ai rimorsi ed alla disperazione che gli tolse il senno. Giusto Giona morì disperando della misericordia di Dio. Mattezio passò l’ultimo anno di sua vita in mezzo a rimorsi e terrori continui e in preda alla disperazione. Il celebre Ridembah non cessava di ripetere che aveva incorsa la dannazione sostenendo una falsa dottrina, ed in un momento di furore si gettò da una finestra. Sei anni dopo morì disperato il suo fratello imbrattato degli stessi errori. I1 famoso Kenniz passò l’ultimo anno di sua vita piangendo e singhiozzando sempre. Altri molti morirono impazzati. Se io dovessi raccontarvi tutte le morti orribili di questi fabbricatori di eresie, vi metterei raccapriccio ed orrore (V. Perrone, Regola di Fedo P. III. c. 6). E certo quando si troverà uno di questi infelici apostati a quel tremendo passo, gli torneranno in mente tutti gli insegnamenti della S. Chiesa Cattolica, la prima Comunione fatta nello stato d’innocenza, le Confessioni, le Messe, e tutti gli aiuti che aveva sempre trovati pressò di noi, ed oh allora che rimorsi, che strazi, che terrori non proverà! Ci vorrà altro a consolarlo, che la lettura del Diodati, del De Sanctis, del Borella e di altri simili infami libercoli. Allora vedrà chiaro che tutto fu un inganno volontario delle sue passioni, e che se poté ingannare gli uomini, non ingannò né Dio, né la propria coscienza. Quelli poi che nell’ultima ora ebbero dal Signore tanta grazia di ravvedersi, patirono tuttavia tanti rimorsi e spaventi che mai non finivano di acquetarsi, e di chiedere perdono a Dio ed agli uomini dell’orrendo peccato, che avevan commesso abbandonando la S. Fede. Ora che cosa vuol dire tutto ciò? Vuol dire quel che il Protestante Melantone significò alla sua madre. Questa buona donna richiese al suo figliuolo che spacciandosi Dottore della nuova Religione, menava tanto strepito con le sue fallaci predicazioni, che le volesse significare sinceramente se era meglio esser Cattolico o Protestante. Egli allora rispose, che si rimanesse Cattolica, perché (notate bene la ragione) il Protestantismo era buono per vivere, ma per morire era meglio il Cattolicismo. Avete capito? Per contentare il senso, per sfogare tutte le passioni, per vivere secondo il capriccio è buono il Protestantismo, che non ha l’impaccio della Confessione, della Comunione, della Chiesa, della Messa, dei digiuni etc. etc: ma per quel momento terribile in cui uno si ha da presentare al divin Giudice, in cui ha da entrare neh’ eternità, in cui si ha da render conto di tutte le proprie azioni, in cui si ha da subire la sentenza di eterno premio o di eterno supplizio, per quel momento è meglio il Cattolicismo. Ora non siamo noi forse sulla terra per altro che per fare acquisto della beata eternità? Quale sarà dunque la Religione che abbracceremo? Quella sola che dà consolazione in morte, che rassicura nelle agonie, che provvede all’eternità.