EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (4)

EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (4)

IL DOGMA CATTOLICO:

Extra Ecclesiam Nullus Omnino Salvatur

[Michael Müller C. SS. R., 1875]

CAPITOLO III

La grande rivolta contro Cristo.

[L’origine del protestantesimo dallo spirito di lussuria, di orgoglio, di cupidigia – Le atrocità dei protestanti]

Dall’inizio del mondo ci sono stati due elementi – il bene e il male – che si combattono l’un l’altro. “Devono esserci scandali”, dice il nostro Signore; San Michele e lucifero si combattono l’un l’altro in cielo; Caino e Abele nella famiglia di Adamo; Isacco e Ismaele nella famiglia di Abramo; Giacobbe ed Esaù nella famiglia di Isacco; Giuseppe e i suoi fratelli nella famiglia di Giacobbe; Solomone e Assalonne nella famiglia di Davide; San Pietro e Giuda in compagnia di Nostro Signore Gesù Cristo; gli Apostoli e gli imperatori romani nella Chiesa di Cristo; San Francesco d’Assisi e fratello Elia nell’Ordine Francescano; San Bernardo e suo zio Andrea nell’ordine cistercense; Sant’Alfonso e padre Leggio nella Congregazione del Santissimo Redentore; Fede ortodossa ed eresia e infedeltà, nel Regno di Dio sulla terra; il giusto e il malvagio, in tutti i luoghi; infatti, dov’è il paese, la città, il villaggio, la comunità religiosa o la famiglia, per quanto piccola possa essere, in cui questi due elementi non si trovino in opposizione. La parabola del seminatore e della zizzania è dappertutto verificata; anche se si dovesse essere completamente soli, la grazia e la natura si combattono a vicenda. « E i nemici di un uomo saranno quelli della sua stessa casa » (Matth. X, 36). Strano a dirsi, non solo il bene e il male si trovano in conflitto perpetuo; ma Dio, per fini sapienti, permette che anche che il più santo e il migliore degli uomini a volte siano diametralmente opposti l’uno all’altro, e persino incitino alla persecuzione, l’uno contro l’altro, sebbene ciascuno possa essere guidato dal più puro e più santo dei motivi. Ci devono essere scandali, un avvertimento fatale, benché divino! Ci devono essere tempeste in natura per purificare l’aria dagli elementi pericolosi. Allo stesso modo, Dio permette le “tempeste–eresie” che sorgono nella sua Chiesa sulla terra, di modo che le dottrine errate ed empie degli eretici possano, per contrasto, esporre in modo più chiaro le vere e sante dottrine della Chiesa. Come la luce è nel mezzo dell’oscurità, l’oro è in contrasto con il piombo, il sole è tra i pianeti, il saggio è tra gli sciocchi, così la Chiesa Cattolica Romana è tra i non Cattolici. « Se due cose di diversa natura – dice il Saggio – sono messe in opposizione, l’occhio ne percepisce subito la differenza ». Il bene è contro il male e la vita contro la morte: così anche il peccatore è contro l’uomo giusto, e così guarda tutte le opere dell’Altissimo: «Considera perciò tutte le opere dell’Altissimo; due a due, una di fronte all’altra ». (Eccl. XXXIII, 15.)  – Cristo, quindi, permette alle tempeste delle eresie di abbattersi sulla sua Chiesa, al fine di portare una luce più chiara sulla sua dottrina divina, e di rimuovere gli elementi pericolosi dal suo Corpo Mistico, la Chiesa Cattolica Romana. All’inizio del sedicesimo secolo, con l’eccezione degli scismatici greci, di pochi lollardi in Inghilterra, di alcuni valdesi in Piemonte, di dispersi albigesi o manichei, e di alcuni seguaci di Huss e Zisca tra i boemi, tutta l’Europa era Cattolica. Inghilterra, Scozia, Irlanda, Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Germania, Svizzera, Ungheria, Polonia, Olanda, Danimarca, Norvegia e Svezia, ogni nazione civile era nell’unità della fede Cattolica. Molte di queste nazioni erano all’apice della loro potenza e prosperità. Il Portogallo stava spingendo le sue scoperte oltre il Capo di Buona Speranza e stava formando insediamenti cattolici nelle Indie Orientali. Cristoforo Colombo, un Cattolico Romano, aveva scoperto l’America, sotto il patrocinio della Cattolica Regina Isabella di Spagna. L’Inghilterra era in uno stato di grande prosperità: le sue due università cattoliche di Oxford e Cambridge contavano, insieme, più di cinquantamila studenti; il Paese era coperto da nobili chiese, abbazie e monasteri e da ospedali in cui i poveri venivano nutriti, vestiti e istruiti. Tuttavia, i progressi della civiltà tendevano a promuovere uno spirito di orgoglio e incoraggiavano la brama delle novità. La prosperità della Chiesa portò al lusso e in molti casi ad un rilassamento della disciplina. C’erano, come sempre, in ogni periodo della Chiesa, giorni in cui gli Apostoli non erano accettati, e cattivi uomini nella Chiesa. Il grano e le zizzanie crescono insieme fino alla mietitura. La rete della Chiesa racchiude il bene e il male. Gli scritti di Wickliffe, Huss e dei loro seguaci avevano turbato la mente di molti. I prìncipi erano irrequieti a causa del controllo operato dalla Chiesa sulla loro rapacità e concupiscenza. Enrico VIII, per esempio, voleva divorziare da una moglie con la quale era sposato da vent’anni, per sposare una donna giovane e bella. Non poteva farlo, dovendo riconoscere la supremazia spirituale del Papa. Philip, Landgrave d’Assia, voleva due mogli. Nessun Papa gli avrebbe dato una dispensa per risposarsi e vivere con due donne contemporaneamente. Poi c’erano moltitudini di nobili cattivi e avari, che volevano solo un pretesto per saccheggiare le chiese, le abbazie e i monasteri, le cui proprietà erano adibite all’educazione del popolo e alla cura dei poveri, degli anziani e degli ammalati, in tutta Europa. Poi c’erano preti e monaci desiderosi di abbracciare una disciplina rilassata, e molte persone che, incitate al grido di libertà, erano pronte a correre in soccorso, e fare la guerra per ogni principio di religione e di ordine sociale, non appena le circostanze avessero favorito lo scoppio di questo spirito ribelle negli individui e nelle masse. Ora, quando Dio, dice san Gregorio, vede nella Chiesa molti che guazzano nei vizi, e, come osserva San Paolo, pur credendo in Dio e confessando la verità dei suoi misteri, sminuiscono la loro fede con le loro opere, Egli li punisce permettendo che dopo aver perso la grazia, perdano anche la santa conoscenza che avevano dei suoi Misteri, e che, senza alcuna altra persecuzione se non quella dei loro vizi, neghino la fede. È di questi David che parla, quando dice: “Distruggi Gerusalemme fino alle sue fondamenta”; (Salmi CXXXVI, 7) … non lasciare pietra su pietra. Quando gli spiriti malvagi hanno rovinato in un’anima l’edificio della virtù, ne fiaccano il fondamento, che ne è la fede. San Cipriano, quindi, disse: « Nessuno pensi che uomini virtuosi e buoni Cristiani lasciano mai il seno della Chiesa, non è il grano che il vento solleva, ma la paglia; gli alberi profondamente radicati non vengono abbattuti dalla brezza, ma solo quelli che non hanno radici; è dagli alberi insani che cadono frutti marci; i cattivi Cattolici diventano eretici, come una malattia è generata dai cattivi umori. In primo luogo, la fede languisce in loro, a causa dei loro vizi; diventano malati, poi muoiono, poiché il peccato è essenzialmente una cecità di spirito: più un uomo pecca, più è cieco, e la sua fede diventa sempre più debole, la luce di questa torcia divina diminuisce, e presto il minimo vento della tentazione o del dubbio è sufficiente per estinguerlo ». Testimone ne è la grande defezione dalla fede nel XVI secolo, quando Dio permise alle eresie di sorgere, al fine di esercitare la sua giustizia contro coloro che erano pronti ad abbandonare la verità, e la sua misericordia verso coloro che rimanevano attaccati ad essa; per scrutare, attraverso le prove, coloro che erano fermi nella fede e separarli quindi da quelli che avevano commesso l’errore; … per esercitare la pazienza e la carità della Chiesa e santificare gli eletti; … per dare l’occasione che si illustrasse la verità religiosa e della Sacra Scrittura; … per rendere i pastori più vigili e valorizzare ancor più il sacro deposito della fede; in fine, … per rendere l’autorità della tradizione più chiara ed incontestabile. L’eresia sorse in tutta la sua forza: Martin Lutero ne fu il capo e il portavoce. Martin Lutero, un frate agostiniano, un uomo audace e declamatore veemente, avendo assorbito i sentimenti errati dagli scritti eretici di John Huss di Boemia, prese l’occasione dalla pubblicazione delle indulgenze, promulgate da Papa Leone X, per rompere con la Chiesa Cattolica, e propagare i suoi nuovi errori, nel 1517, a Wittenberg, in Sassonia. In un primo momento protestò contro l’abuso delle indulgenze; poi ne mise in discussione l’efficacia, ed infine le respinse totalmente. Poi si espresse contro la supremazia della Sede di Roma e condannò tutta la Chiesa, adducendo il pretesto che Cristo l’avesse abbandonata, e che egli voleva riformarla, oltre che nella fede, anche nella disciplina. Così questo nuovo “evangelista” iniziò quella defezione fatale dall’antica fede, che fu definita “Riforma”. Le nuove dottrine, essendo mirate a soddisfare le viziose inclinazioni del cuore umano, si diffusero con la rapidità di un’inondazione. Federico, elettore di Sassonia, John Frederick, suo successore, e Filippo, Landgravio d’Assia, divennero discepoli di Lutero. Gustavus Ericus, re di Svezia, e Christian III., Re di Danimarca, si dichiararono pure a favore del luteranesimo, che si assicurò anche un posto in Ungheria. La Polonia, dopo aver vagliato una grande varietà di dottrine, lasciò ad ogni individuo la libertà di scegliere per se stesso. Munzer, un discepolo di Lutero, si autonominò dottore e, con Nicholas Stark, diede vita alla setta degli anabattisti, che fu propagata in Svevia, in altre province della Germania, e nei Paesi Bassi. Calvino, uomo di spirito audace e ostinato, instancabile nelle sue fatiche, ad imitazione di Lutero, divenne anch’egli riformatore. Riuscì ad elaborare le sue nuove dottrine esponendole a Ginevra, nel 1541. Dopo la sua morte, Beza predicò la stessa dottrina; questi si infiltrò in alcuni luoghi della Germania, dell’Ungheria, della Boemia e in Olanda impose questa religione. Questa poi fu importato da John Knox, un prete apostata, in Scozia dove, sotto il nome di Presbiterianesimo, mise profonde radici e si diffuse nel regno. Ma tra le nazioni illuse, nessuno più dell’Inghilterra beveva in profondità nel calice dell’errore. Per molti secoli questo Paese era stato di notevole importanza nel mondo cristiano per l’ortodossia della sua fede, come anche per il numero dei suoi Santi. Ma per la sfortuna di non essersi mai sufficientemente ribellata, e per un insondabile giudizio dall’alto, la sua Chiesa condivise un destino che sembrava lungi dal minacciarla. La concupiscenza e l’avarizia di un sovrano dispotico, abbatterono il fiero edificio e lo strapparono dalla roccia su cui si era assestato fino a quel momento. Enrico VIII, dapprima valoroso sostenitore della Fede Cattolica contro Lutero, lasciando il posto alle violente passioni che non aveva abbastanza coraggio di frenare, si pronunciò contro la giurisdizione suprema che il Papa aveva sempre tenuto nella Chiesa, presuntuosamente arrogando a sé medesimo quel potere nei suoi stessi domini, e dando quindi un colpo mortale alla Religione. Quindi costrinse i suoi sudditi alla stessa fatale defezione. Una volta introdotto gli errori, presto questi infestarono tutta la nazione. Essendo, per sua natura, non limitato da nessun principio fisso, il protestantesimo ha assunto centinaia di forme diverse, con nomi diversi, come: Calvinisti, Arminiani, Antinomiani, Indipendenti, Kilhamiti, Glassiti, Haldaniti, Bereani, Swedenborgiani, Nuovi-Jerusalemiti, Quaccheri ortodossi, Hicksiti, Agitatori, Cercatori, Cercatori, Saltatori, Metodisti riformati, Metodisti tedeschi, Metodisti Albright, Metodisti episcopali, Metodisti Wesleyan, Metodisti del Nord, Metodisti del Sud, Metodisti protestanti, Episcopaliani, Episcopali della Chiesa alta, Episcopaliani della Chiesa bassa, Ritualisti, Puseyiti, Riformati olandesi, Israeliani cristiani, Battisti, Battisti particolari, Battisti del settimo giorno, Battisti di Hardshell, Battisti di conchiglie, Battisti quarantisti, Battisti sessantisti, Battisti africani, Battisti del libero arbitrio, Battisti della chiesa di Dio, Battisti regolari, Battisti anti-missione, Battisti dei sei principi, Fratelli del fiume, Vitivinicoltori, Mennoniti, Secondi Avventisti, Milleriti, Cristiani Universalisti, Congregazionalisti ortodossi, Campbelliti, Presbiteriani, Presbiteriani della vecchia scuola e Presbiteriani della Nuova Scuola, Presbiteriani del Cumberland, Presbiteriani Uniti, L’unica vera chiesa di Cristo, 573 Bowery, NY, su per le scale, 5 ° storia, Santi degli ultimi giorni, Restauratori, chiesa di Schwenfelder, Spiritualisti, Mormoni, Perfezionisti cristiani, etc., etc., etc. Tutte queste sette sono chiamate “protestanti” perché tutte si uniscono per protestare contro la loro Madre, la Chiesa Cattolica Romana. Qualche tempo dopo, quando lo spirito riformatore aveva raggiunto la sua piena crescita, Dudithius, un erudito protestante, nella sua epistola a Beza, scrisse: « Che tipo di persone sono i nostri protestanti, che vanno e vengono da ogni vento di dottrina, a volte da questa parte, a volte a quella. … Potresti forse sapere quali sono i loro sentimenti in materia di religione oggi, ma non puoi mai dire con esattezza cosa essi saranno domani. » In quale articolo di religione convengono queste chiese che hanno respinto il Vescovo di Roma? Esamina tutto da cima a fondo, e non troverai una cosa affermata da una che non sia stata immediatamente condannata da un’altra come cattiva dottrina. La stessa confusione di opinioni è stata descritta da un protestante inglese, il dotto Dr. Walton, verso la metà del secolo scorso, nella sua prefazione al suo “Poliglotta”, dove dice: « Aristarco non ha potuto allora trovare sette saggi in Grecia; presso di noi al contrario si trovano così tanti idioti, perché tutti sono dottori, tutti sono divinamente ispirati: non c’è nemmeno il più meschino fanatico che non ti dia i suoi sogni come parola di Dio. I pozzi senza fondo sembra siano stati aperti, da essi è sorto un fumo che ha oscurato il cielo e le stelle, e ne sono venute fuori come locuste pungenti, numerose razze di settari e di eretici, che hanno rinnovato tutte le antiche eresie ed hanno inventato molte mostruose opinioni personali, e questi hanno riempito le nostre città, villaggi, campi, case, anzi, i nostri pulpiti, e conducono i poveri illusi con loro, fino alla fossa della perdizione.» – « Sì – scrive un altro autore – ogni dieci anni, o quasi, la letteratura teologica protestante subisce una rivoluzione completa: ciò che è stato affermato durante il primo decennio, viene respinto nel successivo, e l’immagine che hanno adorato viene bruciata, lasciando il posto a nuove divinità; i dogmi che sono stati tenuti in onore, cadono poi in discredito; il trattato classico di moralità è bandito tra i vecchi libri scaduti, la critica stravolge le critiche, il commento di ieri ridicolizza quello del giorno successivo, e quel che fu chiaramente dimostrato nel 1840, non è meno chiaramente confutato nel 1850. I sistemi teologici del protestantesimo sono numerosi quanto le costituzioni politiche della Francia! una rivoluzione attende solo un’altra ». – (Le Semeur, giugno 1840). È davvero impossibile trattenere i vari membri di una sola setta dalle dispute perpetue, persino riguardo alle verità essenziali della Religione rivelata. E quelle differenze religiose esistono non solo nella stessa setta, non solo nella stessa nazione e città, ma anche nella stessa famiglia. Anzi, lo stesso individuo, in diversi periodi della sua vita, è spesso in flagrante contraddizione con se stesso. Oggi proferisce opinioni che ieri ha aborrito, e domani le scambierà di nuovo per altre più nuove. Alla fine, dopo aver fatto parte successivamente di varie sette nuove di zecca, in genere si finisce per professare un assoluto disprezzo per tutte loro. Con le loro continue dispute e battibecchi, dividendosi e suddividendosi, le varie sette protestanti sono state svergognate dalle menti oneste, hanno fatto sghignazzare i pagani e gli infedeli. Queste sette umane, le « opere della carne », come le chiama San Paolo, alterano la loro forma, come le nuvole, ma « non risentono alcun colpo – dice Marshall – perché non hanno sostanza ». Lottano molto l’una con l’altra, ma nessuno se ne accorge, nemmeno loro stessi, né ci si cura di cosa ne sia di loro: se una setta umana perisce, è sempre facile crearne un’altra o una mezza dozzina, esse hanno la vita dei vermi e si propagano per corruzione La loro vita è così simile alla morte che, se non altro che per il putridume che espongono in entrambe le fasi, è impossibile dire quali siano ancor vive e, quando sono alfine sepolte, nessuno può trovare le loro tombe: sono semplicemente scomparse! Lo spirito del protestantesimo, o lo spirito di rivolta contro Dio e la sua Chiesa, è sorto dallo spirito di incontinenza, di ostinazione e di bramosia dei riformatori. Lutero, nonostante il voto fatto solennemente a Dio di mantenere la continenza, sposò una monaca ugualmente, essa stessa, legata a quella sacra promessa religiosa; ma, come dice San Girolamo, « è raro trovare un eretico che ami la castità ». – L’esempio di Lutero era stato in effetti anticipato da Carlostadtius, un prete e capo dei Sacramentari, che si era sposato poco prima; e fu presto seguito dalla maggior parte dei capi della Riforma.  Zwinglius, un prete e capo della setta che portava il suo nome, prese una moglie. Bucer, un membro dell’ordine di San Domenico, divenne luterano, lasciò il suo chiostro e sposò una suora. Œcolampadius, un monaco Brigidino, divenne Zwingliano e poi sposato.  Cranmer, arcivescovo di Canterbury, aveva anche egli moglie.  Peter Martyr, un canonico regolare, abbracciò la dottrina di Calvino, ma seguì l’esempio di Lutero e sposò una suora.  Ochin, generale dei cappuccini, divenne un luterano ed anch’egli prese moglie. Così i principali dirigenti della Riforma andarono avanti, predicando il nuovo vangelo, con due sigilli su di essi: l’apostasia dalla fede e l’aperta violazione dei sacri voti. La passione della lussuria, come è già stato detto, spinse anche Enrico VIII d’Inghilterra ad una separazione dalla Chiesa Cattolica, e lo si classificò tra i riformatori. Non ci si poteva aspettare che quei malvagi insegnassero una santa dottrina; predicavano una “libertà evangelica” fino ad allora inaudita, mentre la disdegnavano. Dissero ai loro simili che non erano più obbligati a sottomettere la loro comprensione ai Misteri della fede ed a regolare le loro azioni secondo le leggi della morale cristiana; dissero che tutti erano liberi di modellare le proprie convinzioni e le proprie pratiche sulla base delle proprie inclinazioni. Seguendo questa dottrina accomodante, hanno spolpato la Fede Cattolica fino a ridurla a un semplice scheletro; ne hanno asportato la realtà del Corpo e del Sangue di Cristo nella Santa Eucaristia, il Sacrificio cristiano divino offerto nella Messa, la Confessione dei peccati, la maggior parte dei Sacramenti, gli esercizi penitenziali, molti dei libri canonici della Scrittura, l’invocazione dei santi, il celibato sacerdotale, la maggior parte dei Concilii generali della Chiesa e tutte le autorità della Chiesa esistenti; hanno pervertito la natura della giustificazione, affermando che la sola fede basta a giustificare l’uomo; hanno reso Dio l’autore del peccato e hanno ritenuto impossibile l’osservanza dei comandamenti. Come esempi della dottrina di Lutero, si apprenda quanto segue: « I comandamenti di Dio sono tutti ugualmente impossibili ». (De Lib. Cristo., T. II, Fol. 4.) « Nessun peccato può dannare un uomo, ma solo l’incredulità. » (De Captiv. Bab., T. II., 171.) « Dio è giusto, anche se per sua volontà ci pone sotto la necessità di essere dannati, e sebbene danneggi coloro che non lo hanno meritato ». (Tom II, cad. 434, 436.) « Dio opera in noi sia il bene che il male ». (Tom, II .., 444.) « Il corpo di Cristo è in ogni luogo, non meno della stessa divinità ». (Tom, iv., 37.) Quindi, per il suo principio a lui caro della giustificazione mediante la fede, nel suo undicesimo articolo contro Papa Leone, dice: « Credi fermamente che sei assolto, e assolto sarai, che tu abbia o non la contrizione. ». Ed ancora, nel suo sesto articolo: « La contrizione che si acquisisce esaminando, ricordando e detestando i propri peccati, per cui un uomo richiama alla mente il passato della vita sua, nell’amarezza della sua anima, riflettendo sull’enormità e sulla moltitudine delle sue offese, che determina la perdita della beatitudine eterna e la condanna ad un dolore eterno, questa contrizione, dico, rende un uomo ipocrita, anzi, persino un peccatore più grande di prima. » – Così, dopo la vita più immorale, un uomo ha un metodo tanto comodo per salvarsi, semplicemente credendo che i suoi peccati siano rimessi per i meriti di Cristo.  Siccome Lutero previde lo scandalo che sarebbe sorto dai suoi e da simili matrimoni sacrileghi, preparò il mondo ad esso, scrivendo contro il celibato del clero e contro tutti i voti religiosi; e fino in fondo, fin dai suoi tempi, ha avuto imitatori. Ha proclamato che tutti questi voti « erano contrari alla fede, ai Comandamenti di Dio e alla libertà evangelica ». (De Votis Monast.) Ha detto ancora: « Dio disapprova un tale voto di vivere in continenza, allo stesso modo come se dovessi giurare di diventare la madre di Dio, o di creare un nuovo mondo ». (Epist. Ad Wolfgang Reisemb.) E ancora: « Tentare di vivere senza sposarsi, è chiaramente combattere contro Dio ». Ora, quando gli uomini danno libero sfogo alla depravazione della natura, qual meraviglia se ne derivano le pratiche più scandalose? Come conseguenza, apparve un esempio eclatante di questo genere di pensiero nella licenza concessa, nel 1539, a Philip, Landgravio d’Assia, di avere due mogli contemporaneamente, licenza firmata da Lutero, Melanchthon, Bucer e altri cinque predicatori protestanti.  D’altra parte, fu aperta una grande porta ad un’altra specie di scandalo: la dottrina della Riforma ammise i divorzi nello stato del matrimonio in certi casi, contrariamente alla dottrina del Vangelo, e permise anche alle parti così separate di sposarsi con altre mogli ed altri mariti. – Per elencare gli errori di tutti i riformatori supereremmo i limiti di questo trattato. Perciò aggiungerò solo i principali capi della dottrina di Calvino e dei calvinisti: 1. Che il Battesimo non è necessario per la salvezza; 2. Che le buone opere non sono necessarie; 3. Che l’uomo non ha libero arbitrio; 4. Adamo non poté evitare la sua caduta; 5. Una gran parte dell’umanità viene creata per essere dannata, indipendentemente dai propri demeriti; 6. L’uomo è giustificato dalla sola fede, e quella giustificazione, una volta ottenuta, non può essere persa, neppure con i crimini più atroci; 7. I veri fedeli sono anche infallibilmente certi della loro salvezza; 8. L’Eucaristia non è altro che una figura del Corpo e del Sangue di Cristo. In tal modo fu rovesciato l’intero sistema di fede e moralità. Essi abolirono completamente tutta la tradizione; e sebbene non potessero rifiutare l’intera scrittura, universalmente riconosciuta come parola di Dio, ebbero tuttavia la presunzione di cancellare alcuni libri che non coincidevano con le loro opinioni, e presumevano di sentirsi in diritto di spiegare il resto come meglio credevano. Alle anime pie, avevano promesso un ritorno al fervore del Cristianesimo primitivo; agli orgogliosi, la libertà del giudizio privato; ai nemici del clero, la divisione del loro bottino; ai sacerdoti e ai monaci che erano stanchi del giogo della continenza, l’abolizione di una legge che, dicevano, era contraria alla natura; ai libertini di tutte le classi, la soppressione del digiuno, dell’astinenza e della Confessione. Dissero ai re che volevano mettersi a capo della Chiesa e degli Stati, che sarebbero stati liberati dall’autorità spirituale della Chiesa; ai nobili, che avrebbero visto un ordine rivale umiliato e impoverito; alle classi medie e ai vassalli della Chiesa, che sarebbero stati emancipati da tutti i debiti e dai servizi forzati. Diversi principi della Germania e dei cantoni svizzeri sostennero con le armi i predicatori delle nuove dottrine. Enrico VIII impose la sua dottrina ai suoi sudditi: il re di Svezia attirò il suo popolo nell’apostasia. Il Tribunale di Navarra accolse i calvinisti; la Corte di Francia li favorì segretamente. Alla fine Papa Paolo III convocò un Concilio generale a Trento, nel 1545, a cui gli eresiarchi avevano fatto appello. Non solo furono invitati a venire tutti i Vescovi Cattolici, ma anche tutti i principi cristiani, anche i protestanti. Ma in tal modo lo spirito di orgoglio e l’ostinazione divenne più evidente. Enrico VIII rispose al Papa che non avrebbe mai affidato l’opera di riforma della religione nel suo regno a nessuno tranne che a se stesso. I principi apostati della Germania dissero al legato papale che riconoscevano solo l’imperatore come loro sovrano; il viceré di Napoli consentì a quattro Vescovi di andare al Concilio; il re di Francia mandò solo tre prelati, che ritirò poco dopo. Carlo V, creò difficoltà e mise ostacoli sulla strada. Gustavo Vasa non permetteva a nessuno di andare al Concilio. Anche gli eresiarchi rifiutarono di apparire. Il Concilio, tuttavia, si svolse nonostante queste difficoltà. Durò più di diciotto anni, perché fu spesso interrotto dalla peste, dalla guerra e dalla morte di coloro che dovevano presiederlo. Le dottrine degli innovatori furono esaminate e condannate dal Concilio nell’ultima sessione alla quale furono presenti e parteciparono più di trecento Vescovi; tra questi c’erano nove Cardinali, tre Patriarchi, trentatré Arcivescovi, per non parlare di sedici Abati o Generali di ordini religiosi e cento quarantatré teologi. Tutti i decreti pubblicati dall’inizio sono stati letti e sono stati nuovamente approvati e sottoscritti dai Padri conciliari. Di conseguenza, Pio IV, in un concistoro tenuto il 26 gennaio, nel 1564, approvò e confermò il Concilio in un libro che fu firmato da tutti i Cardinali. Redasse poi, nello stesso anno, una professione di fede conforme a tutti gli effetti, alle definizioni del Concilio, ed in cui si dichiarava che la sua autorità veniva universalmente accettata; e da quel momento, non solo tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica, ma tutti i Sacerdoti chiamati ad insegnare la via della salvezza anche ai bambini, anzi, tutti i non Cattolici, abiurando i loro errori e tornando in seno alla Chiesa, giuravano di non avere altra fede che quella del santo Concilio. – I nuovi eresiarchi, tuttavia, continuarono ad oscurare e sfigurare il volto della Religione. Per quanto riguarda i sentimenti di Lutero nei confronti del Papa, dei Vescovi, dei Concili, ecc., egli dice, nella prefazione al suo libro, De Abroganda Missa Privata: « Con quanti potenti rimedi e con le più evidenti Scritture, ho scarsamente potuto fortificare la mia coscienza per osare da solo contraddire il Papa, e credo che egli sia l’Anticristo, i Vescovi suoi apostoli e le università le sue case-bordelli »; e nel suo libro, De Judicio Ecclesiæ de Grave Doctrina, dice: « Cristo prende dai Vescovi, dai dottori e dai Concili, sia il diritto che il potere di giudicare le controversie, e le dà a tutti i Cristiani in generale ». La sua censura sul Concilio di Costanza e su quelli che vi avevano partecipato è la seguente: « Tutti gli articoli di John Huss furono condannati a Costanza dall’Anticristo e dai suoi apostoli » (nel senso del Papa e dei Vescovi), « in quel sinodo di satana, composto da molti sofisti malvagi; a te, Santissimo Vicario di Cristo, dico chiaramente in faccia, che tutte le dottrine condannate da John Huss sono evangeliche e cristiane, ma tutte le tue sono empie e diaboliche. Egli, parlando ai Vescovi, « … che per il futuro non ti garantirò tanto onore da sottomettere la dottrina al tuo giudizio, o a quello di un Angelo dal cielo ». (Prefazione al suo libro Adversus falso nominatum ordinem Episcoporum). Tale era il suo spirito di orgoglio che rese aperta la professione di disprezzo per l’autorità della Chiesa, dei concili e dei Padri, dicendo « Tutti quelli che si avventureranno nelle loro vite, nelle loro proprietà, il loro onore e il loro sangue, in un’opera così cristiana da sradicare tutti i vescovati e i Vescovi, che sono i ministri di satana, e strappano fino alle radici tutta la loro autorità e giurisdizione nel mondo, queste persone sono i veri figli di Dio e obbediscono ai suoi comandamenti “. (Contra Statum Ecclesia et falso nominatum ordinem Episcoporum). Questo spirito di orgoglio e di ostinazione è anche più evidenziato dal fatto che il protestantesimo non si è mai vergognato di usare argomenti, sebbene mai così frivoli, incoerenti o assurdi, per difendere i suoi errori, diffamare e travisare la Religione Cattolica in ogni modo possibile. Si dimostra questo di nuovo nelle guerre che il protestantesimo ha intrapreso per introdurre e sostenere se stesso. I principi apostati di Germania entrarono in una lega, offensiva e difensiva, contro l’imperatore Carlo V., e si levarono in armi per fondare il protestantesimo. Lutero aveva predicato la licenziosità e offeso l’imperatore, i principi e i Vescovi. I contadini non persero tempo a liberarsi dai loro padroni. Essi invasero il paese con bande senza legge, bruciato castelli e monasteri, e commesso le più efferate crudeltà tra la nobiltà e il clero. La Germania divenne infine la scena della desolazione e delle atrocità più crudeli durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648). Più di centomila uomini caddero in battaglia; sette città furono devastate; un migliaio di case religiose furono rase al suolo; trecento chiese e immensi tesori di statue, dipinti, libri, ecc. furono distrutti. Ma cosa è più evidente e più noto dello spirito di avidità del protestantesimo? Ovunque il protestantesimo mettesse piede, saccheggiava le chiese, usurpava ogni proprietà della Chiesa, distruggeva i monasteri e si appropriava delle sue entrate. In Francia, i calvinisti distrussero ventimila chiese cattoliche; uccisero solo nel Delfinato duecento e venticinque preti, centododici monaci e bruciarono novecento città e villaggi. In Inghilterra, Enrico VIII, ebbe confiscato alla corona, o distribuito tra i suoi favoriti, la proprietà di seicento quarantacinque monasteri e novanta collegi, centodieci ospedali, e duemila trecentosettantaquattro cappelle e  liberi oratori. Hanno persino osato profanare, con mani sacrileghe, i resti dei martiri e dei confessori di Dio. In molti luoghi hanno forzatamente preso i corpi dei Santi dai sepolcri in cui erano stati deposti, ne hanno bruciate e disperso le ceneri all’estero. Quale altra atroce indegnità potevano ancora essere concepite? Sono mai stati trattati peggio assassini o criminali? Tra gli altri esempi, nel 1663, i calvinisti aprirono il santuario di San Francesco di Paola, a Plessis-Lestours; e trovando il suo corpo incorrotto cinquantacinque anni dopo la sua morte, lo trascinarono per le strade e lo bruciarono in un incendio che avevano fatto con il legno di un grande crocifisso, come raccontano Billet ed altri storici.  Così a Lione, nello stesso anno, i calvinisti presero il santuario di San Bonaventura, lo spogliarono delle sue ricchezze, bruciarono le reliquie del Santo nella piazza del mercato e gettarono le sue ceneri nel fiume Saone, come riferito da Pœsevinus, che a quel tempo era a Lione. Anche i corpi di Sant’Ireneo, di S. Ilario e di San Martino, come asserisce Surius, furono trattati nello stesso modo ignominioso. Tale era anche il trattamento riservato alle reliquie di San Tommaso, arcivescovo di Canterbury, il cui ricco santuario, secondo le parole di Stowe, nei suoi annali, « … fu adibito ad uso del re, e le ossa di San Tommaso, per ordine di Lord Cromwell, furono ridotte in cenere nel settembre del 1538.  La Religione Cattolica ha coperto il mondo con i suoi magnifici monumenti. Il protestantesimo ora dura da trecento anni; era potente in Inghilterra, in Germania, in America … che cosa ha provocato? Ci mostrerà le rovine che ha prodotto tra le quali ha piantato dei giardini o stabilito alcune fabbriche. La Religione Cattolica è essenzialmente un potere creativo, costruito non per distruggere, perché è sotto l’influenza immediata di quello Spirito Santo che la Chiesa invoca come Spirito Creativo, “Creator Spiritus”. Il protestante, o lo spirito filosofico moderno, è un principio di distruzione, di perpetua decomposizione e di disunione. Sotto il dominio del potere protestante inglese, per quattrocento anni, l’Irlanda stava rapidamente diventando spoglia e svuotata degli antichi memoriali, al pari delle terre selvagge dell’Africa. I Riformatori stessi si vergognavano così tanto del progresso dell’immoralità tra i loro proseliti, che non potevano fare a meno di lamentarsi. Così parlava lo stesso Lutero: « Gli uomini sono ora più vendicativi, avidi e licenziosi, di quanto non siano mai stati nel Papato ». (Postil. Super Evang. Dom. I., Avvento.). Poi ancora: « Fino ad allora, quando eravamo sedotti dal Papa, ogni uomo compiva volentieri buone opere, ma ora nessuno dice o sa nient’altro, se non accaparrare ciò che può con le rapine, il saccheggio, il furto, la menzogna, l’usura ». (Postil. Super Evang. Dom XXVI., P. Trinit.). Calvino ha scritto nello stesso tono: « Di così tante migliaia – disse – che, rinunciando al Papato, sembravano desiderose di abbracciare il Vangelo, quanti pochi hanno modificato le loro vite! No, cos’altro faceva la maggior parte di loro fingendo di scrollarsi di dosso il giogo della superstizione, se non darsi più libertà nel seguire ogni tipo di licenziosità? » ( Liber de scandalis. ) Il Dr. Heylin, nella sua Storia della Riforma, lamenta anche « il grande aumento della malvagità » in Inghilterra, nel regno riformatore di Edoardo VI. Erasmo dice: « Prendi visione di questo popolo evangelico, i protestanti, forse è per mia disgrazia, ma io non ho mai incontrato uno che non sembri cambiato in peggio ». (Epist. Ad Vultur. Neoc.) E ancora: « Alcune persone – egli dice – che conoscevo precedentemente come innocenti, leali e senza inganno, non appena li ho visti unirsi alla setta (i Protestanti), hanno cominciato a parlare di donne, a giocare a dadi, a smettere di pregare, a diventare estremamente mondani, più impazienti, vendicativi, vanitosi, come vipere, ad aggredirsi l’un l’altro. » (Ep. Ad Fratres Infer. Germania.). M. Scherer, il principale esponente di una scuola protestante in Francia, scrisse, nel 1844, che egli vede nella sua Chiesa riformata « … la rovina di ogni verità, la debolezza di una divisione infinita, la dispersione del gregge, l’anarchia ecclesiastica … il socinianismo si vergogna di se stesso; il razionalismo edulcorato come una pillola, senza dottrina, senza coerenza. … Questa chiesa, privata della sua struttura e del suo carattere dogmatico, della sua forma e della sua dottrina, privata di tutto ciò che la rendeva una Chiesa cristiana, ha in realtà cessato di esistere nelle file delle comunità religiose. Il suo nome continua ad esistere, ma rappresenta solo un cadavere, un fantasma o, se vogliamo, un ricordo o una speranza. Per mancanza di una autorità dogmatica, l’incredulità si è fatta strada in tre quarti dei nostri adepti. » (L ‘Etat Actual de l’Eglise Reformée in Francia, 1844). Tale è stato il protestantesimo fin dall’inizio. È scritto con il sangue e il fuoco sulle pagine della storia. Se si considera la forma del luteranesimo in Germania, in Danimarca e in Svezia; dell’Anglicanesimo in Gran Bretagna, o del Calvinismo e Presbiterianesimo in Svizzera, Francia, Olanda, Scozia e America, si vede che è stato ovunque sempre lo stesso. È alimentato dal tumulto e dalla violenza; si è propagato con la violenza e la persecuzione; si è arricchito con i saccheggi e non ha mai cessato, con aperta aggressione, perseguitando con leggi o con la calunnia, di alimentare il suo tentativo di sterminare la fede Cattolica, e distruggere la Chiesa di Cristo, che i padri del protestantesimo lasciarono guidati dallo spirito di lussuria, di orgoglio e di cupidigia, uno spirito che ha indotto molti dei loro compatrioti a seguire il loro turpe esempio; uno spirito per il quale si sarebbero persi in ogni caso, anche se non avessero lasciato la loro Madre, la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Lo spirito principale del protestantesimo, quindi, è sempre stato quello di dichiarare ogni uomo indipendente dall’autorità divina della Chiesa Cattolica Romana e di sostituire a questa autorità divina, l’autorità umana. – Papa Pio IX ha parlato del protestantesimo, in tutte le sue forme, come di una « … rivolta contro Dio, essendo il tentativo di sostituire un’autorità umana alla divina, e una dichiarazione di indipendenza della creatura dal Creatore. » – « Un vero protestante, quindi – dice Marshall, – non riconosce che Dio abbia il diritto di insegnargli; oppure, se riconosce questo diritto, non si sente obbligato a credere a tutto ciò che Dio gli insegna attraverso coloro che Dio ha designato per insegnare all’umanità. Egli dice a Dio: « Se mi istruisci, io mi riservo il diritto di esaminare le tue parole, di spiegarle come scelgo e ammettere solo ciò che mi sembra vero, coerente e utile ». – « Perciò – Sant’Agostino dice – … tu, che credi ciò che ti piace e respingi ciò che vuoi, credi alla tua fantasia piuttosto che al Vangelo ». – « La fede del protestante, quindi, si basa solo sul suo giudizio privato, che è umano. » –  « Siccome il suo giudizio è modificabile – dice Mr. Marshall – sostiene naturalmente che la sua fede e la sua dottrina siano modificabili a piacimento, ed infatti la stanno continuamente modificando. Evidentemente, quindi, non si ritiene che esso sia la verità, perché la verità non cambia mai, né ritiene che sia la legge di Dio, alla quale è tenuto ad obbedire, perché se la legge di Dio fosse modificabile, essa può essere modificata solo da Dio stesso, mai dall’uomo, da alcun corpo di uomini o da qualsiasi creatura di Dio ».

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.