EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (3)

EXTRA ECCLESIAM NULLUS OMNINO SALVATUR (3)

IL DOGMA CATTOLICO:

Extra Ecclesiam Nullus Omnino Salvatur

[Michael Müller C. SS. R., 1875]

CAPITOLO I.

Introduzione.

[Uno scrittore anonimo scrive contro fr. Müller a proposito della dottrina di Extra Eccesiam nulla salus]

Nel 1874 abbiamo scritto un piccolo volume dal titolo “Familar Explanation of Christian Doctrine”. La Nostra Madre, la santa Chiesa Cattolica, ha saggiamente decretato che nessun libro che tratti la fede e la morale sia stampato senza l’approvazione del Vescovo della diocesi, e che nessun Vescovo debba dare la sua approvazione prima che il manoscritto sia stato sottoposto al vaglio di un teologo istruito e devoto, in modo che il lettore del libro possa sapere che esso non contenga nulla di contrario alla fede e alla morale. (Vedi Terzo Concilio Plenario di Baltimora, p.100, n. 220.) La Regola dei Padri Redentoristi, inoltre, richiede che un libro scritto da uno di loro debba essere esaminato da due teologi istruiti, prima che sia dato alle stampe. Noi abbiamo sottoposto il nostro piccolo volume al parere del molto istruito Rev. A. Konings, C. SS. R., Professore di teologia morale e di diritto canonico al Collegio Redentorista, Ilchester, Maryland, al defunto Dottore Francis J. Freel, allora amato Pastore della Chiesa di San Carlo Borromeo; Brooklyn, LI, al defunto Rev. Padre M. Sheehan, un dotto prete d’Irlanda, e a James A. McMaster, l’ultimo erudito direttore del New York Freeman’s Journal. Poiché il piccolo libro fu valutato con molto favore, ricevette l’Imprimatur del Rev. J. Roosevelt Bailey, Arcivescovo di Baltimora, e del Reverendo Jos. Helmpraecht, Provinciale della Società Redentorista negli Stati Uniti, e fu pubblicato nel 1875. Il piccolo volume ha avuto un’ampia diffusione durante questi quindici anni. L’anno scorso abbiamo pubblicato, per i tipi della “Benziger Brothers”, una nuova edizione di questo piccolo volume, notevolmente migliorato ed ampliato. – Nel piccolo volume (prima edizione) abbiamo mostrato, da pagina 10 a pagina 86, che solo la Chiesa Cattolica Romana è la vera Chiesa di Cristo sulla terra, istituita per la salvezza dell’umanità, che Essa è l’unica interprete infallibile della Parola di Dio scritta e non scritta, e che di conseguenza tutti coloro che desiderano essere salvati devono morire uniti a questa Chiesa. – Da pagina 87 a pagina 104, (cap. XII) abbiamo dato diversi motivi popolari per cui la salvezza dalla Chiesa Cattolica Romana sia impossibile per coloro che vivono secondo i principi e lo spirito del protestantesimo. Nella seconda parte di questo breve trattato abbiamo parlato di quei protestanti che non sono colpevoli dello spirito del protestantesimo o del “peccato di eresia”. – Il giornale “The Catholic Union and Times of Buffalo”, pubblicato il 26 gennaio 1888, conteneva un articolo anonimo, intitolato “Una strana spiegazione della dottrina cristiana“. Lo scrittore dell’articolo si sforza di provare, estrapolando alcune domande e risposte dalla nostra “Familiar Explanation” che noi abbiamo travisato la Dottrina Cattolica: … “Non c’è salvezza che nella Chiesa Cattolica Romana “, « … dal modo in cui l’articolo è scritto, è evidente che non sia stato scritto da un prete irlandese educato in Irlanda; perché se l’intero articolo fosse posto sotto forma di domande, qualsiasi uomo o donna irlandese confonderebbe lo scrittore di quell’articolo nel modo di rispondere a quelle domande. Lo scrittore è probabilmente un convertito dalla cosiddetta Chiesa episcopaliana, che è stata accolta nella Chiesa, ma senza il dono della fede divina, e di conseguenza non ha compreso né lo spirito della Fede Cattolica né quello del protestantesimo. Se non è questo veramente un tale convertito, allora siatene sicuri: si tratta di un Sacerdote liberale. Egli non fornisce alcuna prova della veridicità delle proprie affermazioni fatte in virtù di una autorità, e questo appare chiaramente dal fatto che non abbia firmato l’articolo, per cui solo per questo, non merita più credito di un libro delle favole. Il fatto che il Rev. Editor della Buffalo Catholic Union and Times (B. U. &T) chiami lo scrittore dell’articolo “il più eminente Sacerdote degli Stati Uniti dimostra la sua mancanza di prudenza, perché nessun uomo ragionevole lo avrebbe definito così; avrebbe potuto dire, ad esempio, “un prete eminente degli Stati Uniti”! Ma ecco l’editoriale: « Il Sacerdote più eminente negli Stati Uniti questa settimana ha onorato le nostre colonne con un articolo su una questione molto importante. La riconosciuta capacità dello scrittore e la recente pubblicità data ai punti in discussione, meritano lo spazio editoriale riservato a questa comunicazione magistrale. Speriamo che i nostri lettori – ed in particolare i nostri stimati lettori protestanti – riservino a questo articolo un’attenta lettura. Noi approviamo ogni sua affermazione e ringraziamo vivamente l’autore per la sua polemica abile e tempestiva ».  – Sembra molto strano definire un prete: … il “Sacerdote più eminente degli Stati Uniti”, senza che se ne riveli al pubblico il suo nome. Il Cardinale Arcivescovo, e tutti gli altri Arcivescovi, i Vescovi e tutti i Sacerdoti, così come pure tutti i Cattolici degli Stati Uniti, lo avrebbero ringraziato per aver fatto loro sapere chi, a suo parere, non solo sia un personaggio importante, ma addirittura il PIU’ EMINENTE Sacerdote negli Stati Uniti. Per brevità, noi lo chiameremo “Signor Oracolo” (S. O.).

Il Rev. Editor e il suo fratello-sacerdote, lo scrittore dell’ “Una strana spiegazione … “, sono perentori e autoreferenziali nel proclamare le loro opinioni errate, come se non avessero nulla da imparare dalla Chiesa ed apprendere dai suoi santi Dottori. A loro si può applicare ciò che san Francesco Saverio scrisse un giorno ad uno dei padri Gesuiti; vale a dire: “Tu, come tanti altri che ti assomigliano, ti sbagli di grosso se pensi di poter seguire le tue opinioni e il tuo giudizio, per il semplice fatto che sei membro della Compagnia”. (Vita di S. Padre Fr. Xav.)  –

“Hai letto per caso nel Buffalo Union and Times, l’articolo “Una strana Spiegazione”? – ho chiesto a un Prete amico – Sì,  l’ho fatto “, egli mi ha risposto. – “E cosa ne pensi?” – “Ho pensato che lo scrittore fosse un propagatore di quanto il cardinale Manning definisce nella sua opera “Il Concilio Vaticano”: « Una scuola di errori sorta in Germania e in parte in Inghilterra, favorita dal contatto con il protestantesimo, nata dall’opinione di coloro che, essendo nati nel protestantesimo, sono entrati nella Chiesa Cattolica, ma non sono in realtà mai stati liberati da certe errate abitudini di pensiero ». – « Che cosa mi consiglia di fare, Reverendo, al proposito? Potrebbe essere bene per me riportare al Signor Oracolo “… gli elogi fatti all’autore di” Familiar Explanation of Christian Doctrine?” – « Sì, infatti – mi dice il Prete amico, non solo questo è un bene, ma penso anche che sia  un dovere per voi farlo a beneficio dei lettori della Buffalo U. & T., alcuni dei quali potrebbero aver acquisito false impressioni, e specialmente i Cattolici liberali, che non hanno mai imparato a sufficienza le ragioni della fede che essi hanno. Quindi, se voi rimanete in silenzio, e omettete di fornire prove forti ed evidenti a favore della dottrina cattolica in questione, i Cattolici, e persino i protestanti che hanno letto l’articolo “La strana Spiegazione… “, in effetti, inizierebbero a dubitare della dottrina da voi esposta, e quello scrittore potrebbe affermare trionfalmente che siete stato messo a tacere dalle asserzioni anonime da lui proposte e pubblicate dal Rev. Editor della “Buffalo U. & T.”, che egli ha condiviso completamente in quell’articolo, sostenendolo spensieratamente in ogni sua affermazione. Dovete quindi, esporre al pubblico la sua teologia contraffatta, contrapponendola ad una teologia solida, spiegata in modo talmente chiaro che anche il più ignorante possa capirla. »  – « Queste osservazioni, secondo voi, dovrebbero essere comunicate al medesimo giornale, al Buffalo U. & T.?” in modo tale che il Buffalo. U. & T. sia obbligato a presentarle a tutti i suoi lettori? ».- « Vedi, io penso che poiché le istruzioni trasmesse mediante un giornale sono facilmente dimenticate e finiscono spesso nel cestino dei rifiuti, vi consiglierei di farle stampare e pubblicare sotto forma di opuscolo, affidandone la diffusione ai ben noti editori della “Publishers, Benziger Brothers”. Se scriverete queste osservazioni e, come tutti i tuoi altri lavori, li farete pubblicare ad un prezzo economico, esse avranno un’ampia diffusione e migliaia di cattolici e di non cattolici li divoreranno e ne trarranno beneficio. Ne potrebbero trarre beneficio anche certi Sacerdoti che sono purtroppo molto spesso ignoranti in questioni di grande importanza, come ignoranti sono coloro che non hanno mai avuto l’opportunità di apprendere una solida teologia cattolica che riguardi certe verità dogmatiche ».  – « Che ci sia questa carenza anche nel clero tedesco è evidente dal fatto che, nel 1886, il Rev. A. Klug aveva pubblicato, in Germania, un nuovo catechismo, in cui asseriva che “i protestanti sono salvati per quelle verità che hanno con noi in comune. Il cardinale Manning dice, sempre nel suo lavoro, “il Concilio Vaticano”, che molti tra il clero sono stati educati a pericolosi errori tradizionali nel corso di duecento anni, fino al tempo del Concilio Vaticano, e che i loro errori erano dovuti al fatto che non avevano mai concepito un’idea chiara e precisa della Chiesa, proprio perché non avevano mai avuto una conoscenza chiara e precisa del potere supremo del suo Capo, per cui, finché ciò non sia chiaramente compreso, la dottrina della Chiesa sarà sempre proporzionalmente oscura; infatti: « … la dottrina della Chiesa non determina la dottrina del Primato, ma la dottrina del Primato determina precisamente la dottrina della Chiesa ».  – « Molti sono ancora impregnati da quegli errori e conservano opinioni errate su certe dottrine cattoliche: sapete, non è un compito facile sbarazzarsi degli errori dell’intelletto e delle opinioni spurie dello spirito. Se voi, quindi, mostrate chiaramente gli errori di questi uomini, otterrete i ringraziamenti della maggior parte del clero e dei laici americani, e anche di molti protestanti onesti, che sono desiderosi di conoscere la vera Religione ».  – « Queste osservazioni dell’amico Sacerdote devoto sono realmente molto corrette. – L’età attuale è completamente assorbita da speculazioni di ogni tipo: politiche, commerciali, letterarie, scientifiche e persino religiose; così che la fonte dalla quale le nuove generazioni dovrebbe trarre una maggiore conoscenza dei propri doveri morali e religiosi è contaminata da un orgoglio invincibile, dal lusso smodato, da una moda ridicola, dall’interesse personale e dall’ignoranza generale circa la dottrina della salvezza. Da qui la tendenza dominante della generazione attuale, che è quella di godere della vita materiale, indulgere alle passioni, gratificare i poteri sensibili e appetitivi e trascurare completamente la cultura religiosa dell’intelletto, del cuore e dell’anima. È, quindi, un dovere indispensabile dei Sacerdoti, dei genitori e di tutti coloro che hanno la direzione spirituale dei giovani e delle famiglie cristiane, comunicare a tutti la sana dottrina cattolica come il grande mezzo per opporsi e curare la lebbra morale dell’età nostra. Questo era l’unico obiettivo che avevamo in mente nel pubblicare i nostri catechismi e le altre opere più impegnative per ogni classe sociale. I dottori ciarlatani in tutte le scienze, i pedanti speculatori nella letteratura, i monopolisti di ogni tipo e gli ipocriti nella Religione e nella politica, sono stati sempre spregevoli in ogni epoca e in ogni nazione e meritano un biasimo universale. Questa linguaggio può solleticare e agitare alcune persone. L’esposizione della Dottrina Cattolica nelle nostre opere più piccole, così come nelle nostre opere più grandi, è “troppo” Cattolica per le coscienze di certi uomini, i quali, a questo proposito, non mancheranno di addossarci le loro critiche rancorose e vendicative con un linguaggio farisaico. Un giorno Sant’Alfonso disse che egli avrebbe potuto sopportare in silenzio ogni offesa fattagli, tranne una sola: quella di essere chiamato “eretico”! Anche noi siamo pronti a sopportare in silenzio tutti gli insulti personali, tranne uno: quello di aver travisato la Dottrina Cattolica in una qualsiasi delle nostre opere. Anche dalla nostra infanzia lo studio della nostra Religione è stato il nostro più grande piacere: lo abbiamo sempre molto amato per travisarne qualsiasi verità. Abbiamo sopportato dolori inenarrabili per renderla chiara ed attraente per tutte le classi sociali, ed anche per i più piccoli. Non abbiamo mai pubblicato una riga che non sia stata letta da eccellenti teologi prima che finisse nelle mani della tipografia. Ecco perché abbiamo sentito il nostro dovere di vendicare, con un linguaggio forte, l’insulto che ci è stato fatto pubblicamente nel “Buffalo U. & T. Ora abbiamo già un piede nella tomba e l’altro lo seguirà presto: Pertanto, non abbiamo alcun motivo per essere vigliacchi nel pubblicare le verità della Religione Cattolica e nell’opporci a princîpi errati. Sarebbe davvero una grande vergogna per noi restarcene in silenzio in una questione della massima importanza. Se ci sono Sacerdoti abbastanza audaci da fare delle affermazioni false e fallaci riguardo alla nostra santa Religione, senza il dovuto rispetto per i Prelati e i Preti colti e devoti, nonché per la stampa cattolica in generale, che, tutti, hanno elogiato le nostre opere, per i loro solidi insegnamenti ortodossi, noi non dobbiamo essere meno audaci nel mostrare al pubblico l’ignoranza di quei Sacerdoti in questioni in cui è in gioco la salvezza delle anime.  – Circa quanto abbiamo scritto sopra, ecco che abbiamo ricevuto anche un’altra copia del “Buffalo Catholic Union and Times”, edita il 22 marzo 1888, in cui è pubblicato un altro articolo intitolato “Have Protestants Divine Faith? (= hanno i protestanti la divina fede?)“. Lo scrittore, questa volta, è il reverendo Alfred Young, un padre paolista di New York. Il nuovo articolo è scritto per corroborare e sostenere almeno una parte di quell’altro scritto e pibblicato in predenza dal “Prete più eminente degli Stati Uniti”. Egli loda il Rev. Padre Cronin per aver pubblicato quell’articolo “La Strana spiegazione… “. Siamo molto dispiaciuti per i gravi errori che questi sacerdoti hanno insegnato al pubblico, non certo intenzionalmente, ma perché non sapevano quello che stavano facendo, esponendo la loro errata dottrina sulla Fede Cattolica e su quella protestante in Cristo, ecc.. Noi seguiremo principalmente la dottrina di San Tommaso d’Aquino e di altri dottori ed eminenti teologi della Chiesa.  – « Quel metodo di insegnamento – dice Papa Leone XIII – che si basa sull’autorità e sul giudizio dei singoli professori, ha una base mutevole, e quindi nascono opinioni diverse e conflittuali che non possono presentare la mente del santo Dottore (Tommaso d’Aquino) e favoriscono i dissidi e le polemiche che hanno agitato le scuole cattoliche per lungo tempo e non senza grave detrimento per la scienza cristiana ». (Breve, 19 giugno 1886). « San Tommaso, infatti, è un dottore saggio, che cammina entro i confini della verità, che non solo non disputa mai con Dio, il Capo e la fonte di ogni verità, ma è sempre strettamente in pieno accordo con Lui, ed è sempre docile a Lui quando svela i suoi segreti in qualsiasi modo; … chi non meno devotamente ascolta il Romano Pontefice quando parla, riverisce in lui l’autorità divina, e sostiene pienamente che la sottomissione al Romano Pontefice è necessaria per la salvezza. (Opusc. Contra errores Græcorum). Seguendo San Tommaso d’Aquino come nostro autore e maestro, insegniamo, senza alcun pericolo di oltrepassare i confini della verità. Ma il raccogliere e spargere opinioni secondo la nostra volontà e a nostro capriccio,   è reputato come la licenziosità più vile, scienza falsa e menzognera, disonore e schiavitù della mente. ” (Encyc., Dic. 21., 1887.)

CAPITOLO II.

L’unica ed infallibile vera guida al cielo.

[La fede esplicita nel Mistero della Santissima Trinità,e nell’Incarnazione del Figlio di Dio,è necessaria per la salvezza, secondol’opinione più comune e vera dei teologi.]

Molti anni fa un famoso architetto ha costruito un magnifico palazzo. Completato il magnifico edificio, lo ha dato ad alcuni amici come loro abitazione. Ma questi si sono presto comportati male e sono diventati uno scandalo per tutto il vicinato. La gente diceva spesso: “Come mai è stato eretto un palazzo così splendido per tali malvagi facinorosi?” Alla fine è arrivato il re che ha preso possesso del palazzo. Ha perdonato ai servi e ha cercato di renderli di nuovo buoni. Allora il popolo disse: “Ora capiamo perché sia stato costruito questo magnifico palazzo, esso era per il re”.  – L’architetto in questa parabola è Dio Padre. Ha costruito un magnifico palazzo: il mondo. Ha posto in esso i suoi amici: Adamo ed Eva. Ben presto questi si sono comportati male; e gli Angeli allora chiesero: “Perché un palazzo così splendido – il mondo – è stato creato per questa gente tanto malvagia?” Finalmente è arrivato il Re, Gesù Cristo. Egli ha perdonato ai servi e ha cercato di renderli di nuovo buoni, e gli Angeli hanno esclamato: “Ora capiamo perché questo grande palazzo – il mondo – sia stato fatto: esso era per Gesù Cristo, il Re del mondo”. Dio ha decretato fin dall’eternità la creazione il mondo come dimora per gli uomini, che, con una vita santa, dovrebbero ottenere una ricompensa eterna. Egli previde sin dall’eternità che gli uomini non sarebbero sopravvissuti fino alla fine della loro creazione. Dio allora sarebbe stato frustrato nel suo disegno, se non avesse decretato già dall’eternità l’Incarnazione per la Redenzione della razza umana. Pertanto, il mondo fu creato principalmente per il bene dell’Uomo-Dio che doveva venire per la giustificazione e la glorificazione dell’uomo.  – Ecco perché san Tommaso d’Aquino dice: Ordo naturæ creatus est et institutus propter ordinem gratiæ. Il fine principale della creazione dell’universo è, in primo luogo, Gesù Cristo, e, in secondo luogo, per gli eletti che possono ricevere così la grazia di Dio attraverso Cristo. Anche se è vero che il mondo esisteva già prima che il Figlio di Dio diventasse uomo, tuttavia, nel piano della creazione e della redenzione, Gesù Cristo era già prima del mondo. Su questo racconto san Paolo chiama Gesù Cristo: il principio, il primogenito dai morti, che, in tutte le cose tiene il primato: perché in Lui è piaciuto al Padre far abitare ogni cosa, e per mezzo di Lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli. (Coloss, I. 18-20).  – Esiste quindi una certa unione intima tra la creazione del mondo e la natività di Cristo. Dio non ha voluto che Cristo fosse nato fuori da questo mondo; e ancora, Egli non desiderava che questo mondo dovesse esistere senza Gesù Cristo. No, è stato principalmente per Lui, come abbiamo detto, che Dio ha creato il mondo e per suo beneficio l’ha preservato e continuerà a preservarlo fino alla fine dei tempi. – Dio aveva decretato di istituire attraverso di Lui l’ordine della grazia, cioè l’ordine della giustificazione e della glorificazione degli eletti. Come l’artista produce la sua opera secondo la sua concezione e conoscenza, così, anche Dio ha creato l’uomo a sua immagine, poiché è il Figlio suo, la sua eterna Sapienza, il prototipo di tutte le cose. Ora, quando un’opera d’arte viene deteriorata dal tempo o da un incidente, essa viene riportata dalla mano abile dell’artista, al suo stato originale; così, allo stesso modo, sfigurata in Adamo l’immagine di Dio nell’uomo, la sua stessa fonte, il Figlio di Dio, si è fatto uomo per riparare la sua immagine. « … poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’Egli ne è divenuto partecipe, … perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. » (Ebrei II, 14, 17). – Così riceviamo la nostra figliolanza o adozione di figli di Dio da Colui che è il Figlio di Dio per sua natura. « … e se figli, siamo eredi anche di Dio e coeredi con Cristo ». (Rom. VIII 17) Quindi è sempre stato, sin dall’inizio, assolutamente necessario per la salvezza, riconoscere, mediante la fede divina, Dio come Creatore del cielo e della terra e come l’eterno Remuneratore del bene e del male, e l’Incarnazione del Figlio di Dio, di conseguenza: il mistero della Santissima Trinità; « Poiché Colui che viene a Dio – dice San Paolo – deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano ». (Ebr. XI, 6.) Su queste parole del grande Apostolo, Cornelius a Lapide commenta come segue:  « La conoscenza di Dio acquisita dalla contemplazione del mondo, insegna che Dio solo è l’Autore del mondo e di tutte le benedizioni naturali, e che questi beni naturali possano essere ottenuti e chiesti solo a Lui. Ma Dio vuole essere onorato e amato dagli uomini, non solo come l’Autore di beni naturali, ma anche come l’Autore dei beni soprannaturali ed eterni nel mondo a venire, e nessuno può, in nessun altro modo, venire a Lui e alla sua amicizia, piacere a Lui, ed essere a Lui accetto. Quindi è necessaria, la vera fede divina, perché è solo dalla luce della fede divina che noi conosciamo Dio. non solo come l’Autore della natura, ma anche come l’Autore della Grazia e della gloria eterna; pertanto l’Apostolo dice che per sapere che c’è un Dio che premia il bene e punisce i malvagi, bisogna conoscerlo come tale, non solo con la conoscenza e la fede naturali, ma anche con la conoscenza soprannaturale e mediante la fede divina.  – « Ma se San Paolo parla qui solo di queste due grandi verità, non ne segue affatto, che egli desideri insegnare che la conoscenza soprannaturale di queste due sole verità e la fede divina in esse, siano sufficienti per ottenere la giustificazione, cioè, per ottenere la grazia di diventare figli di Dio, ma è necessario, per essere fortemente animati dalla speranza, nel sopportare le dure fatiche e le lotte per la virtù ed ottenere quindi la grazia della giustificazione, credere anche ad altre verità soprannaturali, specialmente al mistero dell’Incarnazione di Cristo e a quello della Santissima Trinità. » (Comm. In Ep. Ad Heb., Ix. 6.)  – « Alcuni teologi – dice Sant’Alfonso – sostengono che il credere degli altri due articoli – l’Incarnazione del Figlio di Dio e la Trinità delle Persone – sia strettamente comandata ma non necessaria, come mezzo senza il quale la salvezza sia impossibile, in modo che una persona incolpevolmente ignorante di queste verità, possa essere salvata; ma secondo l’opinione più comune e più vera, è che la convinzione esplicita di questi articoli sia necessaria come mezzo senza il quale nessun adulto possa essere salvato ». (Primo comand., n. 8.) Secondo Sant’Agostino (De Prædest, Sanctorum C. 15) ed altri teologi, la predestinazione, l’elezione e l’Incarnazione di Cristo erano dovute non al merito previsto di qualcuno, nemmeno a quello di Cristo stesso, ma solo al buon piacere di Dio. Tuttavia, la predestinazione di tutti gli uomini in generale, o l’elezione di alcuni a preferenza degli altri, è dovuta ai meriti di Cristo, a causa del quale Dio ha chiamato tutti gli uomini alla vita eterna e dà loro la grazia sufficiente per ottenerla, se fanno un uso appropriato della sua grazia, e specialmente quella della preghiera.  « … Quella fede – dice lo stesso grande Dottore della Chiesa – solida, con la quale crediamo che né un adulto né un bambino possano essere liberati dal peccato e dalla morte dell’anima, se non da Gesù Cristo, l’unico Mediatore tra Dio e l’uomo. » (Ep. 190, ohm 157, parum a principio.). Quindi san Tommaso dice: « Dio Onnipotente decretò da tutta l’eternità il mistero dell’Incarnazione, affinché gli uomini potessero ottenere la salvezza attraverso Cristo. Era quindi necessario in ogni momento che questo mistero dell’Incarnazione dovesse, in qualche modo, essere esplicitamente creduto. Indubbiamente, questo significa necessariamente che è mediante una verità di fede che l’uomo ottenga la salvezza. Ora gli uomini ottengono la salvezza dal mistero dell’Incarnazione e dalla Passione di Cristo; poiché nella Sacra Scrittura si dice: “Non c’è nessun altro Nome sotto il cielo dato agli uomini per mezzo del quale dobbiamo essere salvati”. (Atti, IV, 10). Quindi era necessario in ogni momento che il mistero dell’Incarnazione di Cristo dovesse essere creduto da tutti gli uomini in qualche modo (aliqualiter, sia implicitamente che esplicitamente), tuttavia, in un modo diverso, secondo le circostanze dei tempi e delle persone. – Prima della caduta, l’uomo credeva esplicitamente all’Incarnazione di Cristo. Ante statum peccati homo habuit esplicitamente fidem de Christi incarnatione, secundum quod ordinabatur ad consummationem gloriæ, non autem secundum quod ordinabatur ad liberationem a peccato per passionem e resurrectionem, quia homo non fuit præscius peccati futuri. E che avesse la conoscenza dell’incarnazione di Cristo sembra derivare dalle sue parole: “Pertanto l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie”. (Gen. XI. 24) E san Paolo chiama questo un grande sacramento in Cristo e nella Chiesa; (Eph. V. 32.) e quindi non si può credere che il primo uomo ignorasse questo Sacramento.  Dopo la caduta dell’uomo, il mistero dell’Incarnazione di Cristo fu creduto esplicitamente, cioè non solo l’Incarnazione stessa, ma anche la Passione e la Risurrezione di Cristo, mediante la quale l’umanità è liberata dal peccato e dalla morte; perché altrimenti non avrebbero potuto prefigurare la Passione di Cristo mediante certi sacrifici offerti prima, così come anche dopo, la Legge Scritta, il cui significato era ben noto a coloro che avevano il dovere di insegnare la Religione di Dio; ma per quanto riguardava il resto del popolo, che credeva che quei sacrifici fossero stati ordinati da Dio per prefigurare Cristo a venire, essi avevano così una fede implicita in Cristo. Come il mistero dell’Incarnazione doveva essere creduto fin dal principio, così anche era necessario credere al mistero della Santissima Trinità; poiché il mistero dell’Incarnazione non può essere creduto esplicitamente senza la fede nella Santissima Trinità, in quanto il mistero dell’Incarnazione insegna che il Figlio di Dio ha preso per sé un corpo e un’anima umana mediante il potere dello Spirito Santo. Quindi, siccome il mistero dell’Incarnazione era esplicitamente creduto dagli insegnanti la Religione, ed implicitamente dal resto del popolo, così, anche, il mistero della Santissima Trinità era esplicitamente creduto dagli insegnanti la Religione e implicitamente dal resto delle persone. Ma nella Nuova Legge deve essere esplicitamente creduto da tutti. » (De Fide, Q II., Art. VII. E VIII.)  – Dio ha rivelato queste grandi verità della salvezza ai nostri progenitori subito dopo la caduta. Conservò la loro conoscenza attraverso i santi Patriarchi e Profeti che, con un linguaggio chiaro, predissero che sarebbe venuto il Redentore, e « sarebbe stato un sacerdote sul suo trono » (Zach. VI. 13), « un sacerdote secondo l’ordine di Melchisedech » (Psal. XIV, 4), e che Lui stesso sarebbe stata la vittima offerta per i peccati dell’umanità. Da queste grandi verità fondamentali della Religione, comprendiamo facilmente perché San Paolo scrivesse agli Ebrei: « Gesù Cristo ieri, oggi, è lo stesso per sempre » (Ebrei XIII, 8), e « per mezzo di Lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli. » (Coloss, I. 20).  Il grande Apostolo vuol dire: O Ebrei, Gesù Cristo, l’Uomo-Dio e i Sommi Sacerdoti, erano ieri, cioè, erano nel tempo, prima di voi, dall’inizio. Gesù era la vittima e il Sacerdote prima della Legge, non in persona, ma in figura. Egli era la vittima in figura nell’agnello e degli altri animali che sacerdoti e patriarchi offrivano nei sacrifici. I fedeli adoratori vedevano Cristo in quei sacrifici sia esplicitamente che implicitamente; ed hanno creduto in Lui. Credevano che sarebbe venuto e riscattare il mondo. Con questa conoscenza spirituale condussero le loro vite: così i loro peccati furono perdonati sia per la loro colpa sia per la loro punizione. Il sacrificio di Abele era gradito a Dio, perché nell’agnello che aveva sacrificato non vedeva solo l’agnello, ma invero una vittima migliore – cioè il Salvatore – e credeva in Lui, e quindi Dio aveva riguardo per Abele e la sua offerta; e « Dio Padre – dice sant’Agostino – riconcilia a se stesso, attraverso Cristo, le cose sulla terra e le cose nei cieli, offrendo il perdono a tutti gli uomini, a causa di Cristo, e dando a quelli che si rendono degni di Lui, le sedi di gloria che gli angeli caduti hanno perso ». (Vedi Cornel. A Lap., Epist. Ad Ephes., C. I, da v. 1-10.)  Impariamo anche da Cristo e dalla sua Chiesa, che, come mezzo necessario per la salvezza, è richiesta anche la fede esplicita nei misteri della Santa Trinità e dell’incarnazione del Figlio di Dio.  « Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo » (Giovanni, XVII, 3), perché, dice, « Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me ». Giovanni, XIV, 6.). Ma se un uomo agisce secondo i dettami della sua coscienza e segue esattamente la luce della ragione che Dio ha impiantato in lui a sua guida, non è sufficiente questo a portarlo alla salvezza?  – « Questo è, invero, – dice il vescovo Hay – una proposta speciosa, ma sotto di esso si annida un errore: quando l’uomo fu creato, la sua ragione era una ragione illuminata, illuminata dalla grazia della rettitudine originale, con cui la sua anima era adornata, la ragione e la coscienza erano delle guide sicure per condurlo sulla via della salvezza, ma col peccato questa luce era stata miseramente oscurata e la sua ragione offuscata dall’ignoranza e dall’errore: non era, però, completamente estinta, egli infatti conosce chiaramente molte grandi verità, ma al momento è così influenzato dall’orgoglio, dalle passioni, dai pregiudizi e da altri motivi di corruzione, che in molti casi questo serve solo a confermarlo nell’errore, dando un’apparenza di ragione ai suggerimenti dell’amor proprio e delle passioni. Questo è molto comune anche nelle cose naturali, ma nel soprannaturale, nelle cose relative a Dio e all’eternità, la nostra ragione, se lasciata a se stessa, è miseramente cieca. Per rimediare a ciò, Dio ci ha dato la luce della fede come guida sicura e certa per condurci alla salvezza, nominando la sua santa Chiesa custode e depositaria di questa luce celeste; di conseguenza, sebbene un uomo possa credere di agire secondo ragione e coscienza, e anche illudere se stesso che lo faccia, tuttavia la ragione e la coscienza, se non illuminate e guidate dalla vera fede, non potranno mai portarlo alla salvezza. Nulla può essere più sorprendente delle parole della Sacra Scrittura su questo argomento. « C’è una via – dice l’uomo saggio – che sembra dritta a qualcuno, ma i suoi fini portano alla morte. ” (Prov. XIV. 12.). Nulla può essere più semplice di questo per dimostrare che un uomo possa agire secondo ciò che pensa alla luce della ragione e della coscienza, ben persuaso che stia facendo bene, e tuttavia, in realtà, sta correndo solo sulla via della perdizione! E non è così per tutti quelli che sono sedotti dai falsi profeti e da falsi maestri, pensando di essere nel giusto? Non sono essi sedotti forse con il pretesto di agire secondo coscienza? La bocca della verità stessa ha dichiarato che « … se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadranno nella fossa ». (Matteo XIV, 14). Per mostrarci a quale eccesso di malvagità l’uomo possa giungere con la pretesa di seguire la sua coscienza, la stessa Verità Eterna dice ai suoi apostoli: « Viene l’ora, in cui chiunque vi ucciderà penserà di servire Dio; » (Giovanni XXVI, 2), ma osserva ciò che aggiunge subito dopo: « E queste cose faranno perché non hanno conosciuto né il Padre né me ». (Ib. 3.). Questo dimostra che, se non si ha la vera conoscenza di Dio e di Gesù Cristo, che può essere ottenuta solo attraverso la vera fede nella Chiesa, non c’è enormità di cui non si sia capaci. pensando invece di agire secondo ragione e coscienza: se avessimo solo la luce della ragione a guidarci, saremmo giustificati nel seguirla, ma siccome Dio ci ha dato una guida esterna nella sua santa Chiesa, onde assistere e correggere la nostra ragione cieca alla luce di fede, la nostra sola ragione, non assistita da questa guida, non può mai essere mezzo sufficiente per la salvezza.  – « Niente lo renderà più chiaro di alcuni esempi: la coscienza dice a un pagano che non è solo lecito, ma è un dovere, adorare e offrire sacrifici agli idoli, lavoro delle mani degli uomini: potrà, questo agire secondo la sua coscienza, forse salvarlo? o questa serie di idolatrie saranno innocenti e gradevoli agli occhi di Dio, solo perché sono eseguite secondo coscienza? « … maledetto l’idolo opera di mani e chi lo ha fatto; questi perché lo ha lavorato, quello perché, corruttibile, è detto Dio. Perché sono ugualmente in odio a Dio l’empio e la sua empietà; l’opera e l’artefice saranno ugualmente puniti ». (Sapienza XIV, 8, 10). Inoltre, « … Colui che offre un sacrificio agli dei, oltre al solo Signore, sarà votato allo sterminio ». (Esodo XXII, 20). Allo stesso modo, la coscienza di un ebreo gli dice che può legittimamente e meritoriamente bestemmiare Gesù Cristo e approvare la condotta dei suoi antenati nel metterlo a morte su di un legno. Una simile bestemmia forse lo salverà, perché è secondo i dettami della sua coscienza? Lo Spirito Santo, per bocca di San Paolo, dice: « Se qualcuno non ama nostro Signore Gesù Cristo, sia anatema », cioè “maledetto”. (I. Cor. XVI, 22.) Un maomettano viene edotto dalla sua coscienza che sarebbe un crimine credere in Gesù Cristo e non credere in Maometto, … questa coscienza empia lo salverà? La Scrittura ci assicura che « non c’è nessun altro Nome dato agli uomini sotto il cielo per mezzo del quale possiamo essere salvati, ma solo il Nome di Gesù »; e « … colui che non crede al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimarrà su di lui. » Tutte le varie sette che sono state separate dalla vera Chiesa, in ogni epoca, l’hanno ugualmente calunniata e diffamata, parlando male della verità professata da Essa, credendo nella loro coscienza che questo non fosse solo lecito, ma altamente meritevole: le calunnie contro la Chiesa di Gesù Cristo li salvano a causa dell’approvazione della loro coscienza? La Parola di Dio dichiara: « Che la nazione e il regno che non la serviranno periranno; » e « … ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di improperi ». (II Pet. II. 1.) In tutti questi casi, e simili, la coscienza è per essi, il crimine più grande, e si dimostra a quale altezza di empietà ci possano condurre la coscienza e la ragione, quando sono sotto l’influenza dell’orgoglio, delle passioni, del pregiudizio e dell’amor proprio. La coscienza e la ragione, quindi, non possono mai essere delle guide sicure per la salvezza, a meno che non siano dirette dalla sacra luce della verità rivelata. » – « Un effetto – dice San Tommaso – non è mai più grande della sua causa, né alcun atto più efficace del potere attivo che lo produce, pertanto il godimento della beatitudine eterna non è nella potenza delle nostre facoltà naturali. Lasciate ai propri poteri, esse possono solo produrre atti conformi alla propria natura e alla propria esistenza, come acquisire l’arte e la scienza, lavorare in qualsiasi occupazione e godere della felicità privata e sociale, ma non possono mai giungere a Dio e possederlo senza l’assistenza soprannaturale: è inutile accordare le corde di un’arpa o di una cetra, esse restano mute fino a quando non vengano messe in movimento dalla mano di un musicista. Una nave viene allestita con i suoi alberi, i cavi e le vele, ed è pronta per navigare, ma necessita di una brezza giusta per poter navigare al largo. nelle profondità. Allo stesso modo le persone, per essere salvate, necessitano che la potente mano di Dio diriga il loro corso verso un altro mondo, onde essere assistite e illuminate nel loro pellegrinaggio. È evidente che il primo passo verso Dio e la salvezza è la conoscenza soprannaturale di Dio e la fede divina nelle quattro grandi verità della salvezza come mezzo preparatorio necessario per ottenere la Grazia della Giustificazione; che né l’ignoranza invincibile delle necessarie verità di salvezza, né la semplice conoscenza di queste verità possa essere un mezzo per trasmettere la Grazia Santificante all’anima: alla conoscenza di quelle verità deve essere unita la Fede Divina Soprannaturale, la speranza fiduciosa nel Redentore, e la Carità Perfetta, che include la perfetta contrizione del peccato ed il desiderio implicito di conformarsi alla volontà di Dio in tutto ciò che Egli richiede all’anima, per essere salvata. – Queste disposizioni dell’anima sono gli effetti della grazia di Dio e non di qualsiasi altra cosa; e l’infusione della grazia santificante nell’anima, che è così preparata, è il dono gratuito concesso dall’infinita misericordia di Dio a causa dei meriti del Redentore.  – San Tommaso pone la domanda: « Gesù Cristo, quando discese nel Limbo, liberò le anime dei bambini che morirono nel peccato originale? » Per capire questo, dobbiamo ricordare un certo principio ed una certa dottrina, vale a dire: non c’è salvezza possibile per nessuno senza essere uniti a Gesù Cristo crocifisso. Quindi il grande apostolo San Paolo dice: «… è Gesù Cristo che Dio ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue » (Rm III, 25.). Ora, quei bambini non erano uniti a Cristo dalla loro stessa fede perché non avevano l’uso della ragione, che è il fondamento della fede; né erano uniti a Cristo dalla fede dei loro genitori, perché la fede dei loro genitori non era sufficiente per la salvezza dei loro figli; né quei figli si unirono a Cristo per mezzo di un Sacramento, perché non c’era alcun Sacramento sotto l’antica legge che avesse di per sé la virtù di conferire o la grazia o la giustificazione. Inoltre, la vita eterna è concessa solo a coloro che sono in stato di grazia santificante. « La grazia di Dio è la vita eterna in Gesù Cristo nostro Signore ». (Rom, VI. 23.) Tutti coloro, dunque, che morirono a qualsiasi età senza Perfetta Carità e Fede nel Redentore venturo, così come coloro che muoiono senza il Sacramento della generazione spirituale dopo la Passione e la Morte di Gesù Cristo, non sono purificati dalla macchia mortale del peccato originale e sono, di conseguenza, esclusi dal regno della gloria eterna ». (De Incarn., Q. III., Art. VII.). Tutto questo è certo anche da ciò che il Concilio di Trento ha definito (Sess. VI, can. 3.) cioè che, senza la conoscenza e la fede soprannaturali, è impossibile adempiere alla Legge di Dio, essere giustificati e diventare accetti a Lui. (Vedi Cornel. A Lap., Comment. in Ep. Ad Rom., C. II.). Quindi la nota a pié pagina, trovata a pagina 230 di “fede cattolica” non è corretta, vale a dire: « Un credente in Dio che, senza alcuna colpa da parte sua, non sa e crede che in Dio ci siano tre Persone divine, è, ciò nonostante, in uno stato di salvezza, secondo l’opinione della maggior parte dei teologi cattolici ». Nessun buon teologo ha mai fatto una simile affermazione. Tutti i buoni teologi non attribuiscono la giustificazione né all’ignoranza incolpevole,  né alla conoscenza delle necessarie verità di salvezza; essi la attribuiscono all’infinita misericordia di Dio, che si unisce all’anima solo quando questa è preparata dagli atti soprannaturali della Fede, della Speranza e della Carità divina. Pertanto, solo un teologo come “Signor Oracolo” (S. O.) potrebbe facilmente appoggiare la suddetta affermazione. – « Le tre virtù teologali – dice san Tommaso – inclinano e preparano l’uomo alla felicità soprannaturale: la ragione riceve le luci soprannaturali mediante la fede, che ci dà una preveggenza della gloria eterna, la volontà tende verso la speranza possibile e raggiungibile; la carità ci unisce a Dio, l’eterna fonte di ogni gioia e felicità ». – « È impossibile – dice O. A. Brownson – fare in modo che Cattolici e non Cattolici capiscano questa grande verità e possano concepire una corretta idea dello spirito e dell’essenza della Religione, a meno che non sia chiaramente dimostrato che la nostra Religione si basi sulla rivelazione divina e sulla tutela di un corpo di uomini divinamente incaricati di insegnare al mondo, autorevolmente e infallibilmente, tutte le sue verità sacre ed immutabili, – verità che tutti gli uomini sono quindi vincolati in coscienza a ricevere senza esitazione. Questo è lo standard fisso della Fede Cattolica. È questa la base su cui poggiano tutti i dogmi. Se questa importantissima verità è ben compresa dai Cattolici, le insidie ​​per intrappolarli possono sì essere molto astutamente disposte, ma essi non saranno facilmente catturati nelle maglie della rete ».  – Né può essere di grande utilità una discussione dei punti dottrinali per chi non è completamente convinto dell’autorità divina della Chiesa: una volta accettata questa, tutto il resto segue logicamente, naturalmente. Quindi nessuno dovrebbe essere ammesso nell’unico ovile di Cristo se non sostenga fermamente e dichiari che la Chiesa Cattolica Romana, governata dai successori di San Pietro, sia l’integra ed unica maestra del Vangelo sulla terra. Per quanto familiari possano essere con le nostre dottrine, o per quanto possano credere ai nostri dogmi, senza professare nel complesso le fondamentali verità della Fede Cattolica, questi non dovrebbero essere autorizzati ad unirsi alla Chiesa. Poiché queste siano comprese e credute fermamente, c’è bisogno di un piccolo ritardo nell’abiura.  La stessa Chiesa ci insegna questa lezione nella sua professione di fede per i convertiti e nel suo rituale. Nella professione di fede che la Chiesa richiede che i convertiti facciano prima di essere ricevuti nella Chiesa, il primo articolo di fede recita come segue: « Io, N. N., avendo davanti ai miei occhi i santi Vangeli che tengo con la mia mano, e sapendo che nessuno possa essere salvato senza quella fede che la santa, cattolica, apostolica, romana Chiesa detiene, crede e insegna, contro cui mi rattristo di aver commesso un grave errore … , etc. » – Quando un bambino viene portato in chiesa per il Battesimo, la prima domanda rivolta al bambino è: “Che cosa chiedi della Chiesa di Dio? ” E la risposta è: “La Fede”. Ciò che dobbiamo credere, etc., è insegnato solo dalla Chiesa Cattolica. Quindi si è un Cattolico, ben istruito, quando alla domanda: « Perché ci credi? » si risponde: « Perché la Chiesa, nostra Madre, crede ed insegna questo ». E .. « da chi la madre tua ha imparato questo?» – « Da Dio. » La Chiesa, quindi, è non un corpo religioso tra i molti; bensì è l’unico corpo religioso, inerente all’ordine divino della creazione e che rappresenta ciò che abbiamo detto sopra. Ciò su cui qui si insiste particolarmente è che, trattando nella Chiesa, le ragioni per le quali la salvezza al di fuori di essa sia impossibile dovrebbero essere chiaramente affermate, specialmente nella nostra epoca, in cui le società segrete stanno facendo tutto il possibile per minare l’autorità divina dell’insegnamento della Chiesa. La lezione, quindi, sulla Chiesa deve essere chiara, solida e profondamente impressa in tutti coloro che desiderano essere salvati; tutti devono imparare e capire che solo la Chiesa Cattolica è Maestra di Dio, e comprendere le ragioni per cui la salvezza fuori da Essa sia impossibile.  – Questa dottrina è chiaramente espressa nelle seguenti parole del Credo atanasiano: « Perciò, chi vuole essere salvato, deve quindi professare la Trinità », cioè deve credere alla dottrina della Santissima Trinità come spiegato in questo Credo. « Inoltre è necessario per la salvezza eterna che si creda pure giustamente all’Incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo ». Quindi san Pietro dice: « Sia noto a te, che non c’è salvezza in nessun altro nome oltre a quello di Gesù Cristo; poiché non c’è nessun altro Nome sotto il cielo dato agli uomini per mezzo del quale dobbiamo essere salvati. » (Atti, IV, 10,). « Così, – dice S. Alfonso, – non c’è speranza di salvezza se non nei meriti di Gesù Cristo ». Quindi San Tommaso e tutti i teologi concludono che « … dalla promulgazione del Vangelo, ciò sia necessario non solo come materia di precetto, ma anche come mezzo di salvezza (necessitade medii, senza il quale nessun adulto può essere salvato), a credere esplicitamente che possiamo essere salvati solo attraverso il nostro Redentore. » (Riflessioni sulla Passione di Gesù Cristo, Cap. I, n. 19). L’esplicita fede nei misteri della Santa Trinità e dell’Incarnazione del Figlio di Dio è quindi della massima importanza: questa credenza insegna l’origine del mondo, la sua creazione da parte di Dio Padre, ci insegna il fine soprannaturale dell’uomo, la sua caduta e la redenzione dell’umanità da parte di Dio Figlio, insegna la santificazione delle anime per mezzo dei doni dello Spirito Santo. L’opera che il Redentore ha iniziato nella sua Incarnazione e completata nella sua Passione non è stata ancora stabilita e assicurata; il suo regno non doveva venire tutto in una volta, né il suo dominio stabilirsi immediatamente sulle rovine dell’impero del male. Il numero degli eletti deve essere raccolto da tutte le nazioni e generazioni degli uomini. I meriti della sua Passione devono essere applicati alle anime che Egli ha riscattato attraverso tutte le epoche successive. Questa grande missione è portata avanti attraverso la sua Chiesa, che a Pentecoste, è emersa nella potenza dello Spirito Santo. Attraverso di Essa, nostro Signore continua ad agire nel realizzare i suoi progetti. « La Chiesa, quindi, – come dice il dottor O. A. Brownson, – è inerente all’ordine divino della creazione e della grazia: Dio decretò la sua costituzione e la sua indefettibilità quando decretò l’ordine della creazione e della grazia. » Qualunque cosa sia incompatibile con il suo insegnamento, è incompatibile con il suo ordine divino, sì, con il Divino Essere Stesso. Come senza Dio non c’è nulla, così senza la Chiesa, o al di fuori di Essa, non c’è nessuna Religione, nessuna vita spirituale. Nel migliore dei casi le false religioni non hanno fondamento, non sostengono nulla e non sono nulla, e non possono dare né vita né sostegno all’anima, ma la lasciano fuori dall’ordine divino per farla cadere nell’inferno.  « I Cattolici hanno bisogno di sapere questo e devono essere armati di princîpi e argomentazioni che permettano loro di dimostrarlo contro tutti i detrattori, o, almeno, di consentire loro di difendersi, e di essere sempre in guardia contro le contaminazioni ed i sofismi dei protestanti. ”