CATECHISMO DI BALTIMORA (VIII) – Lez. 23-25
[Dal terzo Concilio generale di Baltimora –
Versione 1891]
LEZIONE 23 –
SUL FINE PER IL QUALE È STATA ISTITUITA LA SANTA EUCARISTIA
D. 895. Perché Cristo istituì la Santa Eucaristia?
R. Cristo ha istituito la Santa Eucaristia:
1. Per unirci a sé e nutrire la nostra anima con la sua vita divina.
2. Per aumentare la grazia santificante e tutte le virtù nella nostra anima.
3. Per ridurre le nostre inclinazioni malvagie.
4. Come pegno di vita eterna.
5. Per adattarsi ai nostri corpi per una gloriosa risurrezione.
6. Per continuare il sacrificio della Croce nella sua Chiesa.
D. 896. La Santa Eucaristia ha qualche altro effetto?
R. La santa Eucaristia rimette i peccati veniali disponendoci a compiere atti di amore e contrizione. Ci preserva dal peccato mortale, eccitandoci ad un maggiore fervore e rafforzandoci dalla tentazione.
D. 897. In che modo siamo uniti a Gesù Cristo nella Santa Eucaristia?
R. Siamo uniti a Gesù Cristo nella Santa Eucaristia mediante la Santa Comunione.
D. 898. Che cos’è la Santa Comunione?
R. La santa Comunione è: ricevere il corpo e il sangue di Cristo.
D. 899. Non è sminuire la dignità di Nostro Signore, entrare nei nostri corpi sotto l’apparenza del cibo ordinario?
R. Non è sminuire la dignità di Nostro Signore entrare nei nostri corpi sotto l’apparenza del cibo ordinario, non meno di quanto fosse diminuita in dignità l’entrare nel corpo della Sua Benedetta Madre e rimanere lì come un bambino normale per nove mesi. La dignità di Cristo, essendo infinita, non può mai essere sminuita da alcun atto né da parte sua, nè da parte nostra.
D. 900. Perché la Chiesa non dà la Santa Comunione al popolo anche sotto l’aspetto del vino come fa con il sacerdote?
R. La Chiesa non dà la Santa Comunione al popolo come fa al sacerdote, anche sotto l’aspetto del vino, per evitare il pericolo di spargere il Preziosissimo Sangue; per impedire l’irriverenza che qualcuno potrebbe mostrare se obbligato a bere da un calice usato da tutti e, infine, per confutare coloro che negavano che il sangue di Nostro Signore fosse presente anche sotto l’apparenza del pane.
D. 901. Che cosa è necessario per fare una buona Comunione?
R. Per fare una buona Comunione è necessario essere nello stato di grazia santificante e digiunare secondo le leggi della Chiesa.
D. 902. Cosa dovrebbe fare una persona che, attraverso l’oblio o qualsiasi altra causa, abbia interrotto il digiuno necessario per la Santa Comunione?
R. Una persona che per dimenticanza o per qualsiasi altra causa abbia rotto il digiuno necessario per la Santa Comunione, dovrebbe di nuovo digiunare e ricevere la Santa Comunione il mattino seguente, se possibile, senza tornare alla confessione. Non è un peccato spezzare il digiuno, ma sarebbe un peccato mortale ricevere la Santa Comunione dopo aver consapevolmente interrotto il digiuno necessario.
D. 903. Colui che riceve la Comunione in peccato mortale riceve il corpo e il sangue di Cristo?
R. Chi riceve la comunione in peccato mortale riceve il corpo e il sangue di Cristo, ma non riceve la sua grazia e commette un grande sacrilegio.
D. 904. Basta essere liberi dal peccato mortale per ricevere in abbondanza le grazie della santa Comunione?
R. Per ricevere in abbondanza le grazie della Santa Comunione, non è sufficiente essere liberi dai peccati mortali, ma dovremmo essere liberi da ogni affetto pur anche al peccato veniale, e dovremmo compiere atti di viva fede, di ferma speranza edardente amore.
D. 905. Qual è il digiuno necessario per la Santa Comunione?
R. Il digiuno necessario per la Santa Comunione è l’astensione dal cibo, dalle bevande alcoliche e dalle bevande analcoliche un’ora prima della Santa Comunione. L’acqua non rompe il digiuno.
D. 906. La medicina presa per necessità o il cibo preso per caso spezza il digiuno della Santa Comunione?
R. La medicina non rompe il digiuno; né il cibo preso per inavvertenza entro un’ora prima che della Comunione.
D. 907. È permesso a qualcuno ricevere la Santa Comunione se non è digiuno?
R. Per proteggere il Santissimo Sacramento dall’insulto o dall’ingiuria, o quando si è in pericolo di morte, la Santa Comunione può essere ricevuta senza digiuno.
D. 908. La Santa Comunione è chiamata con qualche altro nome quando viene data a qualcuno in pericolo di morte?
R. Quando la Santa Comunione è data a qualcuno in pericolo di morte, si chiama Viatico e viene data con la sua forma di preghiera. Nel dare la Santa Comunione il sacerdote dice: “Possa il corpo di nostro Signore Gesù Cristo custodire la tua anima alla vita eterna”. Nel dare il Viatico santo dice: “Ricevi, fratello (o sorella), il Viatico del corpo di Nostro Signore Gesù Cristo, che ti proteggerà dal nemico malvagio e ti guiderà nella vita eterna”.
D. 909. Quando siamo obbligati a ricevere la santa Comunione?
R. Siamo tenuti a ricevere la Santa Comunione, sotto pena di peccato mortale, durante il tempo pasquale e in pericolo di morte.
D. 910. È bene ricevere spesso la Santa Comunione?
R. È bene ricevere spesso la Santa Comunione, poiché nulla è più di aiuto per una vita santa che ricevere spesso l’Autore di ogni grazia e la Sorgente di ogni bene.
D. 911. Come sapremo quanto spesso dovremmo ricevere la Santa Comunione?
R. Sapremo quanto spesso ricevere la Santa Comunione solo dal consiglio del nostro confessore, dal quale dobbiamo essere guidati e a cui dobbiamo obbedire rigorosamente in questo, come in tutte le questioni riguardanti lo stato della nostra anima.
D. 912. Che cos’è una comunione spirituale?
R. Una comunione spirituale è un desiderio sincero di ricevere la Comunione nella realtà, con il quale desideriamo fare tutti i preparativi ed i ringraziamenti che faremmo nel caso in cui davvero ricevessimo la Santa Eucaristia. La Comunione spirituale è un atto di devozione che deve essere gradito a Dio e portarci benedizioni da Lui.
D. 913. Cosa dovremmo fare dopo la santa Comunione?
R. Dopo la santa Comunione, dovremmo passare un po’ di tempo ad adorare Nostro Signore, ringraziandolo per la grazia che abbiamo ricevuto e chiedendogli le benedizioni di cui abbiamo bisogno.
D. 914. Che tempo dovremmo dedicare al ringraziamento dopo la santa Comunione?
R. Dovremmo dedicare un tempo sufficiente al Ringraziamento dopo la Santa Comunione per mostrare la dovuta riverenza al Santissimo Sacramento, poiché Nostro Signore è personalmente con noi finché rimane l’aspetto del pane e del vino.
D. 915. Che cosa dovremmo essere in particolare riguardo alla ricezione della Santa Comunione?
R. Quando riceviamo la santa Comunione, dovremmo essere particolarmente:
1. Rispettosi nel modo con cui ci avviciniamo e allontaniamo dall’altare;
2. Curati nel nostro aspetto personale, in particolare nella decenza e pulizia;
3. Pronti nell’alzare la testa, aprire la bocca e sporgere in avanti la lingua nella maniera corretta;
4. Cauti nell’ingoiare l’Ostia Sacra;
5. Attenti a muovere con cura con la lingua, nel caso in cui dovesse aderire alla bocca, senza mai usare le dita per nessuna circostanza.
LEZIONE 24 – SUL SACRIFICIO DELLA MESSA
D. 916. Quando e dove il pane e il vino sono cambiati nel corpo e nel sangue di Cristo?
R. Il pane e il vino sono cambiati nel corpo e nel sangue di Cristo alla Consacrazione nella Messa.
D. 917. Che cos’è la Messa?
R. La Messa è il Sacrificio incruento del corpo e del sangue di Cristo.
D. 918. Perché questo Sacrificio è chiamato la Messa?
- Questo Sacrificio è chiamato la “Messa” molto probabilmente dalle parole “Ite Missa est”, usato dal Sacerdote mentre dice alla gente di partire quando il Santo Sacrificio è finito.
D. 919. Che cos’è un Sacrificio?
R. Un sacrificio è l’offerta di un oggetto da parte di un sacerdote a Dio solo e il consumo di esso per riconoscere che Egli è il Creatore e il Signore di tutte le cose.
D. 920. La Messa è lo stesso Sacrificio di quello della Croce?
R. La Messa è lo stesso Sacrificio di quello della Croce.
D. 921. In che modo la Messa è lo stesso Sacrificio di quella della Croce?
R. La Messa è lo stesso Sacrificio di quello della Croce perché l’Offerta e il Sacerdote sono uguali: Cristo nostro Signore benedetto; e i fini per i quali viene offerto il Sacrificio della Messa sono gli stessi di quelli del Sacrificio della Croce.
D. 922. Quali furono i fini per i quali fu offerto il Sacrificio della Croce?
R. I fini per cui fu offerto il Sacrificio della Croce erano:
– Onorare e glorificare Dio;
– Ringraziarlo di tutte le grazie conferite al mondo intero;
– Soddisfare la giustizia di Dio per i peccati degli uomini;
– Ottenere tutte le grazie e le benedizioni.
D. 923. Come vengono distribuiti i frutti della Messa?
R. I frutti della Messa sono così distribuiti:
– Il primo beneficio è conferito al Sacerdote che dice la Messa;
– Il secondo alla persona per la quale viene detta la Messa, o per l’intenzione per la quale è detta;
– Il terzo a coloro che sono presenti alla Messa, in particolare a coloro che la servono e
– Il quarto a tutti i fedeli che sono in comunione con la Chiesa.
D. 924. Tutte le Messe hanno lo stesso valore in se stesse o differiscono in valore?
R. Tutte le Messe sono di valore uguale in sé e non differiscono nel valore, ma solo nella solennità con cui sono celebrate o al fine per il quale sono offerte.
D. 925. Come sono distinte le Messe?
R. Le Messe si distinguono così:
R. 1. Quando la Messa viene cantata da un Vescovo, coadiuvato da un diacono e da un Sub-diacono, viene chiamata Messa pontificale;
2. Quando viene cantata da un Sacerdote, coadiuvato da un diacono e da un sub-diacono, si chiama Messa solenne;
3. Quando viene cantata da un Sacerdote senza diacono e sub-diacono, si chiama Missa Cantata o Messa alta;
4. Quando la Messa viene letta solo a toni bassi, viene chiamata Messa bassa o privata.
D 926. Per quale fine o intenzione si può offrire la Messa?
R. La Messa può essere offerta per ogni fine o intenzione che tende all’onore e alla gloria di Dio, al bene della Chiesa o al benessere dell’uomo; ma mai per qualsiasi oggetto che sia cattivo in sé o nei suoi scopi; né può essere offerta pubblicamente a persone che non sono membri della vera Chiesa.
D. 927. Cosa si intende per Messa da Requiem, Messa Nunziale e Messa Votiva.
R. Una Messa da Requiem è detta con paramenti neri e con preghiere speciali per i defunti. Si celebra una Messa nuziale nel matrimonio di due Cattolici e ha preghiere speciali a il loro beneficio. Una Messa votiva è detta in onore di qualche particolare mistero o Santo, in un giorno non separato dalla Chiesa per l’onore di quel mistero o santo.
D. 928. Da che cosa possiamo conoscere che dobbiamo offrire il Sacrificio con il Sacerdote?
R. Potremmo conoscere che dobbiamo offrire il Sacrificio Sacro con il Sacerdote dalle parole usate nella Messa stessa; poiché il Sacerdote, dopo aver offerto il pane e il vino per il Sacrificio, si rivolge alla gente e dice: “Orate Fratres”, ecc., che significa: “Pregate, fratelli, che il mio sacrificio e il vostro possano sia gradito a Dio Padre Onnipotente “, e il servente risponde, a nome nostro: “Possa il Signore ricevere il Sacrificio dalle tue mani a lode e gloria del suo Nome, a nostro beneficio e a quello di tutta la sua santa Chiesa “.
D. 929. Da che cosa è nata l’usanza di fare un’offerta al Sacerdote per aver detto la Messa?
R. La consuetudine di fare un’offerta al Sacerdote per aver detto la Messa è nata dalla vecchia usanza di portare al Sacerdote il pane e il vino necessari per la celebrazione della Messa.
D. 930. Non è forse simonia, o acquisto di una cosa sacra, dare denaro al Sacerdote perché dica Messa per la propria intenzione?
R. No, Non è simonia, o acquisto di una cosa sacra, l’offrire denaro al Sacerdote per dire Messa per la nostra intenzione, perché il Sacerdote non prende i soldi per la Messa stessa, ma solo allo scopo di fornire le cose necessarie alla Messa e per il suo sostentamento.
D. 931. C’è qualche differenza tra il Sacrificio della Croce e il Sacrificio della Messa?
R. Sì; il modo in cui viene offerto il Sacrificio è diverso. Sulla croce Cristo ha veramente versato il suo sangue ed è stato veramente ucciso; nella Messa non c’è vero spargimento di sangue né vera morte, perché Cristo non può più morire; ma il Sacrificio della Messa, mediante la consacrazione separata del pane e del vino, rappresenta la sua morte in croce.
D. 932. Quali sono le parti principali della Messa?
R. Le parti principali della Messa sono:
1. L’Offertorio, in cui i Sacerdoti offrono a Dio il pane e il vino da cambiare alla Consacrazione;
2. La Consacrazione, in cui la sostanza del pane e del vino sono cambiati nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo;
3. La Comunione, in cui il Sacerdote riceve nel proprio corpo la santa Eucaristia sotto Le specie del pane e del vino.
D. 933. In quale parte della Messa si svolge l’Offertorio, e quali parti della Messa lo precedono?
D. L’Offertorio si svolge immediatamente dopo la scoperta del calice. Le parti della Messa che lo precedono: L’introito, Kyrie, Gloria, Preghiere, Epistola, Vangelo e Credo. L’introito, le preghiere, l’epistola e il Vangelo variano per ogni Messa in coincidenza della festa celebrata.
D. 934. Qual è la parte della Messa, in cui si dicono le Parole della Consacrazione?
R. La parte della Messa in cui si dicono le parole della Consacrazione è chiamata Canone. Questa è la parte più solenne della Messa, ed è solo raramente e leggermente modificata in ogni Messa.
D 935. Cosa segue la Comunione alla Messa?
R. Dopo la Comunione della Messa, ci sono le preghiere di ringraziamento, la benedizione del popolo e la lettura dell’ultimo Vangelo.
D. 936. Quali cose sono necessarie per la Messa?
R. Le cose necessarie per la Messa sono:
1. Un altare ricoperto con teli di lino, le candele, il crocifisso, la pietra d’altare e il Messale;
2. Un calice con tutto il necessario per il suo uso e pane di farina di grano e vino d’uva;
3. Paramenti per il sacerdote, e
4. Un accolito o un servente.
D. 937. Cos’è la pietra d’altare e cosa ci ricorda?
R. La pietra dell’altare è quella parte dell’altare su cui il Sacerdote posa il Calice durante la Messa. Questa pietra contiene alcune sacre reliquie sigillate in esso dal Vescovo, e se l’altare è di legno, questa pietra viene inserita proprio davanti al Tabernacolo. La pietra d’altare ci ricorda la storia antica della Chiesa, quando le tombe dei Martiri venivano usate come altari dai cristiani perseguitati.
D. 938. Quale lezione traiamo dalla pratica dell’uso antico di usare le tombe dei martiri per gli altari?
R. Dalla pratica di usare le tombe dei martiri per gli altari, impariamo le difficoltà, le sofferenze ed i pericoli che i primi Cristiani subirono volontariamente per il piacere di ascoltare la Messa. Poiché la Messa è la stessa ora come allora, dovremmo sopportare ogni inconveniente piuttosto che essere assenti dalla Messa la Domenica o nei giorni festivi.
D. 939. Quali cose vengono usate con il calice durante la Messa?
R. Le cose usate con il calice durante la Messa sono:
– Il purificatoio o panno per pulirne l’interno;
– La patena o piccola lastra d’argento, utilizzata nella manipolazione dell’ostia;
– La palla, o carta bianca, usata per coprire il calice alla Messa;
– Il panno corporale o di lino su cui poggiano il calice e l’ostia.
D. 940. Che cos’è l’ostia?
R. L’ostia è il nome dato alla sottile fetta di pane usata alla Messa. Questo nome viene generalmente applicato, prima e dopo la Consacrazione, alla grande particola di pane usata dal Sacerdote, sebbene le piccole particole date al popolo siano anch’esse chiamate con lo stesso nome
D. 941. Grandi e piccole ostie sono consacrate durante ogni Messa?
R. Una grande ostia è consacrata ad ogni Messa, ma le piccole ostie sono consacrate solo in alcune Messe per poter essere date al popolo, o collocarle nel Tabernacolo, per la Santa Comunione dei fedeli.
D. 942. Quali paramenti utilizza il sacerdote durante la Messa e che cosa significano?
R. I paramenti usati dal sacerdote durante la Messa sono:
1. L’Amitto, un panno bianco attorno alle spalle per indicare la resistenza alla tentazione;
2. L’alba, una lunga veste bianca a significare l’innocenza;
3. La Cintura, una corda attorno alla vita, per indicare la castità;
4. Il Manipolo, o paramento appeso al braccio sinistro, a significare la penitenza;
5. La Stola o lungo paramento sul collo, per indicare l’immortalità;
6. La Casula, o paramento lungo su tutto il corpo, per significare l’amore e ricordare al Sacerdote, con la sua croce davanti e dietro, la Passione di Nostro Signore.
D. 943. Quanti colori di paramenti sono usati e cosa significano i colori?
R. Sono usati cinque colori di paramenti, cioè il bianco, il rosso, il verde, il viola o violaceo e il nero. Il bianco significa innocenza, e viene usato per le feste di Nostro Signore Benedetto, della Beata Vergine e di alcuni Santi. Il rosso significa amore, ed è usato nelle feste dello Spirito Santo e dei Martiri. Il Verde significa speranza ed è generalmente usato dalla domenica dall’Epifania a Pentecoste. Viola significa penitenza ed è usato in Quaresima e in Avvento. Il nero significa dolore, ed è usato il Venerdì Santo e nelle Messe per i defunti. L’oro è spesso usato in sostituzione del bianco in occasione di grandi feste.
D. 944. Che cos’è il Tabernacolo e cos’è il Ciborio?
R. Il Tabernacolo è la parte a forma di casa dell’altare, dove sono custoditi i vasi sacri contenenti il Santissimo Sacramento. Il Ciborio è il grande vaso d’argento o d’oro che contiene il Santissimo Sacramento mentre si trova nel Tabernacolo e dal quale il Sacerdote dà la Santa Comunione al popolo.
D. 945. Che cos’è l’Ostensorio?
R. L’Ostensorio è un bellissimo recipiente a forma di ruota in cui il Santissimo Sacramento è esposto e custodito durante la Benedizione.
D. 946. Come dovremmo assistere alla Messa?
R. Dobbiamo assistere alla Messa con un grande raccoglimento interiore e pietà e con ogni segno esteriore di rispetto e devozione.
D. 947. Qual è il modo migliore di ascoltare la Messa?
R. Il modo migliore di ascoltare la Messa è quello di offrirla a Dio con il Sacerdote per lo stesso scopo per cui è detta, per meditare sulle sofferenze e la morte di Cristo e per andare alla Santa Comunione.
D. 948. Che cosa è importante per l’ascolto corretto e rispettoso della Messa?
R. Per l’ascolto corretto e rispettoso della Messa è importante essere al nostro posto prima che il Sacerdote arrivi all’altare e non lasciarlo prima che il Sacerdote lasci l’altare. In questo modo evitiamo la confusione e la distrazione causate dall’arrivo tardivo e dall’abbandono prematuro. Si dovrebbe evitare con molta attenzione lo stare sulle porte bloccando i passaggi, il discutendo negli spazi, per rispetto del Santo Sacrificio.
D. 949. Che cos’è la Benedizione del Santissimo Sacramento e quali paramenti vi si usano?
R. La benedizione del Santissimo Sacramento è un atto di adorazione divina in cui il Santissimo Sacramento, posto nell’ostensorio, è esposto per l’adorazione del popolo e viene innalzato per benedirlo. I paramenti usati per la benedizione sono: un grande mantello di seta e un velo omerale o da spalla.
D. 950. Perché il Sacerdote indossa paramenti speciali ed usa certe cerimonie mentre svolge le sacre funzioni?
R. Il sacerdote indossa paramenti speciali e usa certe cerimonie mentre svolge i suoi sacri doveri:
1. Per dare maggiore solennità e richiedere maggiore attenzione e rispetto al culto divino;
2. Per istruire le persone nelle cose che significano questi paramenti e tali cerimonie;
3. Per ricordare al Sacerdote stesso l’importanza e il carattere sacro della funzione nella quale è il rappresentante di Nostro Signore. Quindi dovremmo imparare il significato delle cerimonie della Chiesa.
D. 951. Come dimostriamo che le cerimonie della Chiesa siano ragionevoli e corrette?
R. Dimostriamo che le cerimonie della Chiesa siano ragionevoli e appropriate, dal fatto che tutte le persone con autorità, governanti, giudici o maestri, richiedono determinati atti di rispetto dai loro sudditi, e siccome sappiamo che Nostro Signore è presente sull’altare, la Chiesa richiede determinati atti di riverenza e di rispetto per i servizi che si tengono in Suo onore e alla Sua presenza.
D. 952. Ci sono altri motivi per l’uso delle cerimonie?
R. Ci sono altri motivi per l’uso delle cerimonie:
– – Dio ordinò che le cerimonie venissero usate nella vecchia legge, e
– Il Signore stesso ha fatto uso di cerimonie nell’eseguire alcuni dei suoi miracoli.
D. 953. Come sono denominate le persone che prendono parte ad una Messa solenne o ai Vespri?
R. Le persone che prendono parte ad una Messa solenne o ai Vespri sono così denominate: Il Sacerdote che dice o celebra la Messa, è chiamato il celebrante; quelli che lo assistono, come diacono e il sub-diacono, sono chiamati ministri; quelli che servono sono chiamati accoliti, e colui che dirige le cerimonie è chiamato: maestro delle cerimonie. Se il celebrante è un Vescovo, la Messa o i Vespri sono chiamati: Messa pontificale o vespri pontificali.
D. 954. Che cosa sono i Vespri?
R. I Vespri sono una parte dell’Ufficio Divino o preghiera quotidiana della Chiesa. È cantato in genere nelle Chiese, la domenica pomeriggio o la sera, e di solito è seguito dalla Benedizione del Santissimo Sacramento.
D. 955. Si può soddisfare il precetto, avendo trascurato la Messa la domenica, con l’ascoltare i vespri lo stesso giorno?
R. No, avendo trascurato la Messa la Domenica, non si soddisfa il precetto ascoltando i vespri lo stesso giorno, perché non c’è nessuna legge della Chiesa che ci obblighi, sotto pena di peccato, a partecipare ai Vespri, mentre c’è una legge che ci obbliga, sotto pena di peccato mortale, a sentire la Messa.
LEZIONE 25 –
SULLA ESTREMA UNZIONE E GLI SACRI ORDINI
D. 956. Cos’è il Sacramento dell’Estrema Unzione?
R. L’Estrema unzione è il Sacramento che, attraverso l’unzione e la preghiera del sacerdote, dà salute e forza all’anima, e a volte al corpo, quando siamo in pericolo di morte per malattia.
D. 957. Perché questo Sacramento è chiamato Estrema Unzione?
R. “Estrema” significa ultima, e “Unzione” significa unzione o strofinamento con olio, e poiché i Cattolici sono unti con olio al Battesimo, alla Confermazione e agli Ordini Sacri, l’ultimo Sacramento in cui viene usato l’olio è chiamato appunto Estrema Unzione, o l’ultima Unzione o unzione dell’infermo.
D. 958. Questo Sacramento è chiamato sempre Estrema Unzione, anche se la persona si riprende dopo averla ricevuta?
R. Questo Sacramento è sempre chiamato Estrema Unzione, anche se deve essere dato più volte alla stessa persona, poiché Estrema Unzion è il nome proprio del Sacramento, e può essere dato ogni volta che una persona si riprenda da un attacco morboso, ed è nuovamente in pericolo di morte per altro evento. In una malattia persistente può essere ripetuta dopo un mese o sei settimane, se la persona recupera leggermente e ricade nuovamente in una condizione di pericolo.
D. 959. A chi può essere data Estrema Unzione?
R. L’estrema unzione può essere data a tutti i Cristiani gravemente malati, che siano state in grado di commettere peccato dopo il Battesimo e che abbiano le giuste disposizioni per il Sacramento. Quindi non viene mai dato ai bambini che non hanno raggiunto l’uso della ragione, né alle persone che sono sempre state dementi.
D. 960. Quali sono le giuste disposizioni per L’Estrema Unzione?
R. Le giuste disposizioni per l’Estrema Unzione sono:
– La rassegnazione alla Volontà di Dio nei riguardo della nostra guarigione;
– Uno stato di grazia o almeno una contrizione per i peccati commessi,
– L’intenzione o un desiderio generale di ricevere il Sacramento. Questo Sacramento non viene mai dato agli eretici in pericolo di morte, perché non si può supporre che abbiano l’intenzione necessaria per riceverlo, né il desiderio di utilizzare il Sacramento della Penitenza mettendosi in uno stato di grazia.
D. 961. Quando e da chi è stata istituita l’Estrema Unzione?
R. L’Estrema Unzione fu istituita al tempo degli Apostoli, perché Giacomo l’Apostolo esorta i malati a riceverlo. Fu istituito da Nostro Signore stesso – sebbene non sappiamo in quale momento particolare – poiché solo Lui può rendere un atto visibile, mezzo di grazia, e gli Apostoli e i loro successori non avrebbero mai potuto ritenere che l’Unzione estrema fosse un Sacramento, usandolo in quanto tale, se non avessero avuto l’autorità nel farlo, da Nostro Signore.
D. 962. Quando dovremmo ricevere l’Estrema Unzione?
R. Dovremmo ricevere l’Estrema Unzione in pericolo di morte per malattia, per ferite o incidenti.
D. 963. Quali parti del corpo sono unte Nell’Estrema Unzione?
R. Le parti del corpo unte nell’Estrema Unzione sono: gli occhi, le orecchie, il naso o le narici, le labbra, le mani e i piedi, perché rappresentano i nostri sensi della vista, dell’udito, dell’olfatto, del gusto e del tatto, che sono i mezzi attraverso i quali abbiamo commesso la maggior parte dei nostri peccati.
D. 964. Quali cose dovrebbero essere preparate nella stanza del malato quando il Sacerdote viene a dare gli ultimi Sacramenti?
R. Quando il Sacerdote viene a portare gli ultimi Sacramenti, devono essere preparate le seguenti cose: una tavola coperta con un panno bianco; un crocifisso; due candele accese in candelabri; l’acqua santa in una bacinella, con un rametto di palma per aspergere; un bicchiere di acqua pulita; un cucchiaio, un tovagliolo o un panno, da porre sotto il mento di colui che riceve il viatico. Oltre a questi, se si deve dare anche l’Estrema Unzione, ci dovrebbe essere del cotone e un pezzetto di pane o limone per purificare le dita del Sacerdote.
D. 965. Che cosa sembra essere più appropriato circa le cose necessarie per gli ultimi Sacramenti?
R. Sembra molto appropriato che le cose necessarie per gli ultimi Sacramenti, vadano accuratamente custodite in ogni famiglia Cattolica e non dovrebbero mai, se possibile, essere utilizzate per nessun altro scopo.
D. 966. Che altro si deve osservare sulla preparazione per la amministrazione degli ultimi Sacramenti?
R. L’ulteriore preparazione per l’amministrazione degli ultimi Sacramenti richiede che, per rispetto dei Sacramenti stessi, ed in particolare per la presenza di Nostro Signore, tutto ciò che riguarda la stanza del malato, l’ammalato e anche gli astanti, dovrebbero essere resi decenti e il più pulito possibile. Soprattutto il volto, le mani e i piedi di chi deve essere unto, che siano perfettamente puliti.
D 967. Dovremmo aspettare fino a quando siamo in grave pericolo, per ricevere l’estrema unzione?
R. Non dovremmo aspettare di essere in estremo pericolo per ricevere l’Estrema Unzione, ma se possibile dovremmo riceverla quando ancora abbiamo l’uso dei nostri sensi.
D. 968. Che cosa dovremmo fare in caso di malattia grave se l’ammalato non acconsente o ha paura di ricevere i Sacramenti o, almeno, desidera rimandare la loro ricezione?
R. In caso di malattia grave, se il malato non acconsente, o ha paura di ricevere i Sacramenti, o almeno, desidera rinviare la loro ricezione, dovremmo interpellare subito il Sacerdote e lasciargli fare ciò che pensa sia meglio fare nel caso, e così ci libereremo dalla responsabilità di lasciare morire un Cattolico senza gli ultimi Sacramenti.
D. 969. Quali sono gli effetti del Sacramento dell’estrema unzione?
R. Gli effetti di Estrema Unzione sono:
– Confortarci nelle pene della malattia e rafforzarci dalle tentazioni;
– Rimettere i peccati veniali e purificare la nostra anima dai resti del peccato;
– Rimetterci in salute, qualora Dio lo ritenga opportuno.
D. 970. L’Estrema Unzione toglierà il peccato mortale se la persona morente non è più in grado di confessarsi?
R. L’Estrema Unzione toglierà il peccato mortale se il morente non è più in grado di confessarsi, purché abbia per i suoi peccati lo stesso dispiacere che sarebbe necessario per la degna recezione del Sacramento della Penitenza.
D. 971. Come sappiamo che questo Sacramento, più di ogni altro, sia stato istituito a beneficio del corpo?
R. 1. Sappiamo che questo Sacramento sia stato istituito più di ogni altro a beneficio del corpo:
1. Dalle parole di San Giacomo che ci esorta a riceverlo;
– Esso viene dato quando l’anima è già purificata dalle grazie della Penitenza e del santo Viatico;
– Uno dei suoi principali scopi è quello di riportarci alla salute se questa è necessaria al nostro bene spirituale, come indicano la maggior parte delle preghiere dette nel dare questo Sacramento.
D. 972. Dato che l’estrema unzione può riportarci in salute, non dovremmo essere noi contenti di riceverlo?
R. Dal momento che l’estrema unzione può riportarci in salute. dovremmo essere contenti di riceverlo, e non dovremmo ritardare la sua ricezione fino ad essere così vicini alla morte tanto che Dio possa risollevarci solo per miracolo. Ancora, questo Sacramento, come gli altri, conferisce la Grazia santificante e sacramentale, che dovremmo essere desiderosi di ottenere non appena la nostra malattia sia migliorata tanto da darci il privilegio di ricevere gli ultimi Sacramenti.
D. 973. Che cosa intendi per “resti” del peccato?
R. Per “resti” del peccato intendiamo l’inclinazione al male e la debolezza della volontà, che sono il risultato dei nostri peccati e che rimangono anche dopo che i nostri peccati siano stati perdonati.
D. 974. Come dovremmo ricevere il Sacramento dell’Estrema Unzione?
R. Dovremmo ricevere il Sacramento dell’Estrema Unzione nello stato di grazia, con viva fede e rassegnazione alla volontà di Dio.
D. 975. Chi è il ministro del Sacramento dell’Estrema Unzione?
R. Il ministro del Sacramento dell’Estrema Unzione. è il Sacerdote
D. 976. Qual preparazione finale dovremmo fare per ricevere gli ultimi Sacramenti?
R. La preparazione finale che dovremmo fare per ricevere gli ultimi Sacramenti consiste in uno sforzo sincero di rassegnazione alla Santa Volontà di Dio, nell’eccitarci al vero dolore per i nostri peccati, approfittare delle grazie che ci vengono date, cacciare dalla mente i pensieri del mondo e disporci, come meglio possiamo, alla degna ricezione dei Sacramenti e delle benedizioni per una buona morte.
D. 977. In qual momento le persone gravemente ammalate dovrebbero procedere alla sistemazione finale dei loro affari temporali o mondani?
R. Le persone gravemente ammalate dovrebbero procedere alla sistemazione finale dei loro affari temporali o mondani, proprio all’inizio della loro malattia, affinché queste cose non possano distrarli nell’ora della morte, per cui possano dedicare interamente le ultime ore della loro vita alla cura della loro anima.
D. 978. Cos’è il Sacramento degli Ordini Sacri?
R. Gli Ordini Sacri sono un Sacramento con il quale Vescovi, Sacerdoti e altri Ministri della Chiesa, sono ordinati. ricevondo il potere e la grazia per compiere i loro sacri doveri.
D. 979. Oltre ai Vescovi e ai Sacerdoti, chi sono gli altri Ministri della Chiesa?
R. Oltre ai Vescovi e ai Sacerdoti, gli altri Ministri della Chiesa sono i diaconi ed i suddiaconi, che, nel prepararsi al sacerdozio, hanno ricevuto alcuni degli Ordini Sacri, ma a cui non è stata ancora conferita la pienezza dei poteri del Sacerdote.
D. 980. Perché questo Sacramento si chiama Ordine Sacro?
R. Questo Sacramento è chiamato Ordine Sacro, perché è conferito attraverso sette diversi gradi o passi che si susseguono in un ordine fisso, in base al quale i sacri poteri del Sacerdozio vengono gradualmente conferiti a chi viene ammesso in quello stato di santità.
D. 981. Quali sono i gradi in base ai quali si giunge al Sacerdozio?
– I gradi con cui si ascende al Sacerdozio sono:
– La tonsura, o taglio dei capelli da parte del Vescovo, con cui il candidato al Sacerdozio si dedica al servizio dell’altare;
– I quattro ordini minori sono: Ostariato, Lettorato, Esorcistato e Accolitato, con cui si è autorizzato a svolgere determinati compiti che i laici non dovrebbero svolgere;
– Con il sub-diaconato, ci si assume l’obbligo di condurre una vita di perpetua castità e di dire ogni giorno l’Ufficio Divino;
– Il diaconato, mediante il quale si ricevere potere di predicare, battezzare e dare la santa Comunione. Il successivo passo, il Sacerdozio, conferisce il potere di offrire il Santo Sacrificio della Messa e perdonare i peccati. Questi Ordini non sono tutti dati subito, ma sono fissati di volta in volta dalle leggi della Chiesa.
D. 982. I diversi ordini non sono separati come Sacramenti?
R. Questi diversi ordini non sono Sacramenti separati. Nell’insieme, alcuni costituiscono una preparazione per il Sacramento, gli altri sono solo l’unico Sacramento dell’Ordine; così come le radici, il tronco e i rami formano solo un unico albero.
D. 983. Quale nome viene dato al sub-diaconato, diaconato e Sacerdozio?
R. Sub-diaconato, diaconato e sacerdozio sono chiamati ordini maggiori o superiori, perché coloro che li ricevono sono destinati a vivere definitivamente al servizio dell’altare e non possono tornare al servizio del mondo, per vivere come laici ordinari.
D. 984. Quale doppio potere la Chiesa possiede e conferisce ai suoi Pastori?
R. La Chiesa possiede e conferisce ai suoi pastori, il potere dell’Ordini e il potere di Giurisdizione; cioè, il potere di amministrare i Sacramenti e santificare i fedeli, e il potere di insegnare e legiferare in modo da dirigere i fedeli al loro bene spirituale. Un Vescovo ha il pieno potere dell’Ordine e solo il Papa ha il pieno potere di Giurisdizione.
D. 985. Come si classificano i pastori della Chiesa secondo l’autorità?
– I pastori della Chiesa si classificano, secondo l’autorità, come segue:
– Sacerdoti, che governano le parrocchie o le congregazioni in nome del loro Vescovo;
– Vescovi, che governano un certo numero di parrocchie o diocesi;
– Arcivescovi, che hanno autorità su un certo numero di diocesi o su una provincia;
– Primati, che hanno autorità sulle province ecclesiastiche, su vasti territori o su una nazione;
– Patriarchi, che hanno autorità su un intero Paese;
– ultimo e più alto, il Papa, che governa la Chiesa in tutto il mondo.
D. 986. In che modo i prelati o gli ufficiali superiori della Chiesa hanno dignità?
- R. I prelati o le più alte cariche della Chiesa sono dignitari con rango di autorità che, oltre a coloro che hanno dignità di Cardinali, sono accanto al Papa; i Vicari apostolici, i Monsignori ed altri con diversi titoli, sono inferiori ai Vescovi. I delegati pontifici e quelli appositamente nominati dal Papa si classificano secondo i poteri che sono stati dati loro.
D. 987. Chi sono i Cardinali, quali sono i loro doveri e come sono divisi?
R. I Cardinali sono i membri del Consiglio supremo o del Senato della Chiesa. Il loro dovere è quello di consigliare ed aiutare il Papa nel governo della Chiesa, di eleggere un nuovo Papa quando il Papa regnante muore. Essi sono divisi in comitati chiamati Sacre Congregazioni, ciascuna delle quali ha il suo particolare lavoro da eseguire. Tutte queste Congregazioni prese nell’insieme sono chiamate “Sacro Collegio dei Cardinali”, il cui numero totale è settanta.
D. 988. Cos’è un Monsignore?
R. Un Monsignore è un degno sacerdote al quale il Papa conferisce tale titolo come segno di stima. Questo titolo conferisce certi privilegi e il diritto di indossare la porpora come un Vescovo.
D. 989. Che cos’è un Vicario generale?
R. Un Vicario generale è una prelato nominato dal Vescovo per essere aiutato nel governo della sua diocesi. Egli condivide il potere del Vescovo e in sua assenza agisce come Vescovo, con la sua autorità.
D. 990. Che cos’è un abate?
R. L’abate è colui che esercita su di una comunità religiosa maschile, l’autorità simile in molte cose a quella esercitata da un Vescovo sulla sua diocesi. Ha anche alcuni privilegi generalmente concessi ai Vescovi.
- 991. Che cos’è il pallio?
- Il pallio è una veste di lana bianca indossata dal Papa e inviata da lui a Patriarchi, Primati e Arcivescovi. È il simbolo della pienezza del potere pastorale e ricorda a chi lo indossa il Buon Pastore, di cui deve seguire l’esempio.
D. 992. Che cosa è necessario per ricevere degnamente gli ordini sacri?
R. Per ricevere degnamente gli Ordini sacri è necessario essere nello stato di grazia, avere la conoscenza necessaria e una “chiamata” divina a questo sacro ufficio.
D. 993. Quale nome viene dato a questa “chiamata” divina e come possiamo conoscere questa chiamata?
R. Questa chiamata divina è chiamata vocazione alla vita sacerdotale o religiosa. Possiamo riconoscerla dalla nostra costante inclinazione ad una vita votata al puro e santo motivo di servire Dio come meglio, insieme alla nostra idoneità ad essa, o, almeno, nella nostra capacità di prepararci, ad una vera pietà e al dominio sulle nostre passioni peccaminose e desideri illeciti.
D. 994. Come dovremmo determinare finalmente la nostra vocazione?
R. Dovremmo finalmente determinare la nostra vocazione:
(1) Conducendo la vita più santa che possiamo, per essere degni di essa;
(2) Pregando lo Spirito Santo che ci dia luce sull’argomento;
(3) Cercando il consiglio di persone sante e prudenti e soprattutto del nostro confessore.
D. 995. Che cosa dovrebbero pensare i genitori ed i tutori per quanto riguarda le vocazioni dei loro figli?
R. I genitori e i tutori dovrebbero tenere a mente per le vocazioni dei loro figli:
– Che è loro dovere aiutare i figli a scoprire la loro vocazione;
– È peccaminoso resistere alla Volontà di Dio, cercando di allontanare i figli dalla vera vocazione o impedire di seguirla ponendo ostacoli sulla loro strada e, peggio ancora, di spingerli ad entrare in un stato di vita al quale non siano stati chiamati divinamente;
– Che nel dare il loro consiglio debbano essere guidati solo dal futuro bene e dalla felicità dei loro figli e non da alcun movente egoistico né mondano che possa condurre alla perdita dell’anima.
D. – 996. Come i Cristiani dovrebbero considerare i Sacerdoti della Chiesa?
– I Cristiani dovrebbero considerare i Sacerdoti della Chiesa come messaggeri di Dio e dispensatori dei Suoi misteri.
D. 997. Come sappiamo che i Sacerdoti della Chiesa sono i messaggeri di Dio?
– Sappiamo che i Sacerdoti della Chiesa sono i messaggeri di Dio, perché Cristo ha detto ai suoi Apostoli, e attraverso di loro ai loro successori: “Come il Padre ha mandato me, anch’Io mando voi”; vale a dire, predicare la vera religione, amministrare i Sacramenti, offrire Sacrifici e fare ogni sorta di bene per la salvezza delle anime.
D. 998. Quando i Sacerdoti della Chiesa hanno ricevuto questo triplice potere di predicare, perdonare i peccati e consacrare il pane e il vino?
R. I Sacerdoti della Chiesa hanno ricevuto questo triplice potere di predicare, perdonare i peccati e consacrare il pane e il vino, quando Cristo disse loro, attraverso gli Apostoli: “… insegnate a tutte le nazioni”; “… a chi perdonerete i peccati, saranno perdonati” e “… fate questo in commemorazione di Me”.
D. 999. Perché dovremmo mostrare grande rispetto per i Sacerdoti e i Vescovi della Chiesa?
R. Dovremmo mostrare grande rispetto per i Sacerdoti e i Vescovi della Chiesa:
– Perché sono i rappresentanti di Cristo sulla terra, e
– Perché amministrano i Sacramenti senza i quali non possiamo essere salvati. Pertanto, dovremmo essere più attenti in ciò che facciamo, diciamo o pensiamo riguardo ai ministri di Dio. Per mostrare il nostro rispetto in proporzione alla loro dignità, rivolgiamoci al sacerdote con “Reverendo”, al Vescovo con “Reverendissimo”, all’Arcivescovo con “Reverendissimo”, e al Papa con “Santo Padre”.
D. 1000. Dovremmo fare anche qualcosa di più che rispettare semplicemente i ministri di Dio?
R. Dovremmo fare di più che rispettare semplicemente i ministri di Dio. Dovremmo pregare seriamente e frequentemente per loro, affinché possano essere messi in grado di svolgere i compiti difficili e importanti del loro santo stato in modo gradito a Dio.
D. 1001. Chi può conferire il Sacramento degli ordini sacri?
R. I Vescovi possono conferire il Sacramento dell’Ordine.
D. 1002. Come sappiamo che esiste un vero sacerdozio nella Chiesa?
– Sappiamo che esiste un vero sacerdozio nella Chiesa:
– Perché nella religione ebraica, che era solo una figura della Religione cristiana, esisteva un vero sacerdozio stabilito da Dio;
– Perché Cristo ha conferito ai suoi Apostoli e non a tutti i fedeli, il potere di offrire Sacrifici, distribuire la santa Eucaristia e perdonare i peccati.
D. 1003. Ma – c’è bisogno di uno speciale Sacramento dell’Ordine per conferire questi poteri?
R. C’è bisogno di uno speciale Sacramento dell’Ordine per conferire questi poteri:
– Perché il Sacerdozio che deve continuare il lavoro degli Apostoli deve essere visibile nella Chiesa, e deve quindi essere conferito da qualche cerimonia visibile o segno esteriore;
– Poiché questo segno esteriore chiamato Ordine Santo non dà solo il potere ma pure la grazia, e fu istituito da Gesù Cristo, gli Ordini Sacri devono essere un Sacramento.
D. 1004. I Vescovi, i Sacerdoti e gli altri Ministri della Chiesa possono sempre esercitare il potere che hanno ricevuto negli Ordini Sacri?
R. I Vescovi, i Sacerdoti e gli altri Ministri della Chiesa non possono esercitare il potere che hanno ricevuto negli Ordini sacri se non autorizzati ed inviati dai loro legittimi superiori. Il potere non può mai essere autonomamente assunto da essi, perché il diritto di usarlo potrebbe essere ritirato per cause stabilite nelle leggi della Chiesa, o per le ragioni che meglio sembrano a chi ha autorità su di loro. Qualsiasi uso del Potere Sacro senza autorità è peccato, e tutti coloro che prendono parte a tali cerimonie, sono colpevoli di peccato.