LO SCUDO DELLA FEDE (61)

LO SCUDO DELLA FEDE (61)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

CAPITOLO XII.

SI CONVINCE FALSO IL PROTESTANTISMO PERCHÈ CI TOGLIE LA CONFESSIONE.

Uno dei maggiori benefizi che Gesù Cristo con la sua piissima venuta abbia fatto al mondo, è quello di avere stabilito il Sacramento della Penitenza: perocché come gli uomini sono tanto fragili che sempre peccano, e sempre hanno bisogno di ricevere il perdono: così non vi è grazia maggiore che quella di avercelo agevolato. – Ecco come andò la cosa. Gesù Cristo fattosi presente dopo la sua gloriosa Resurrezione agli Apostoli, soffiò sopra di loro con la sua bocca Divina e comunicò loro lo Spirito Santo; poi conferì ad essi la solenne potestà di perdonare i peccati, dicendo: A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi li riterrete saranno ritenuti (Giov. XX, 23). Così ce lo dice il S. Vangelo. Ora come si può mettere ad effetto quest’ordine Divino? Il sacerdote qui è apertamente costituito giudice da Gesù Cristo: non è vero? E come fa dunque un giudice per assolvere o condannare un accusato? L’interroga, sente i testimoni, e poi o lo assolve o lo condanna. Lo stesso deve fare il Sacerdote, con questa differenza, che il Giudice esterno si può valere dei testimoni esterni; il Confessore che è giudice non di atti esterni, ma di peccati che si fanno principalmente col cuore, deve impiegare la testimonianza della stessa persona che vuole essere assoluta: e però è che il peccatore deve da sé medesimo manifestare le sue colpe. In questo solo modo può mettersi in pratica la parola ineffabile di Gesù, con cui ha voluto che gli Apostoli ed i suoi successori legassero o sciogliessero dal peccato. Ed infatti così sempre si è poi praticato nella S. Chiesa di Dio in tutti i secoli. S. Clemente discepolo e successore di S. Pietro, raccomandava caldamente la Confessione. Origene consigliava per questo che si scegliesse il Confessore adattato. S. Cipriano martire esortava a farlo, mentre avevamo tempo, affinché non ci sorprendesse la morte senza Confessione. S. Girolamo avvertiva che il Confessore sa egli quando debba perdonare i peccati o ritenerli. S. Agostino esorta i Fedeli, che non si lascino prendere dalla vergogna e che dicano tutto chiaramente quello che conoscono di aver fatto male, e così andate dicendo di tutti gli antichi Santi. E quello che è anche più, tanto rimase ferma questa obbligazione, che mai nessuno ne fu dispensato: che si confessarono i più gran Santi, gl’Imperatori Cattolici, i Religiosi, i Sacerdoti, gli stessi Sommi Pontefici, riconoscendo tutti l’indispensabile necessità di osservare la parola immutabile di Gesù Cristo. – Ed ora ecco che cosa avviene: dopo sedici secoli in cui tutta la S. Chiesa guidata dallo Spirito Santo ha fatto così, e l’ha fatto sulla parola medesima di Gesù, spuntano i Protestanti e spacciano che non è necessaria la Confessione, che la Confessione è un’invenzione degli uomini, e che basta confessarsi a Dio. Ma non ci vuole una fronte di bronzo a dire tutto ciò? La Confessione è inventata dagli uomini, dicono; ebbene dunque rispondeteci, chi sono stati gl’inventori della Confessione? In quale tempo fu essa trovata? In quale paese fu messa in uso la prima volta? Chi furono i primi a lasciarsi imporre quel giogo mentre prima ne erano esenti? Probabilmente anche in antico, prima di sottomettersi tutti i fedeli ad un tal peso, avrebbero fatta qualche rimostranza, se gli uomini allora non erano pecore. Alcuni che si credono più sapienti rispondono, che fu inventata dal Concilio Lateranense l’anno 1215: ma o non sanno leggere o sono maligni, perché in quel Concilio si prescrive solamente in riguardo ai trascurati (cheve n’erano allora, come ve ne ha al presente) che dovessero farla almeno una volta l’anno e per apparecchio alla S. Pasqua: e tanto non s’inventò per la prima volta la Confessione: che anzi presupposto già che i Cristiani, ne avessero l’obbligo, si prescrisse soltanto il tempo in cui soddisfarvi: come per esempio ad uno che vi dovesse pagare la pigione, voi gli prescrivereste di pagarla per S. Michele o per S. Giovanni. L’altra bella ragione che vi apportano è questa: Basta confessarsi a Dio. Sì eh? Ma se Dio avesse prescritto che ci confessassimo anche ai Sacerdoti basterebbe poi anche allora confessarsi solo a Dio? Ora chi è che ha stabilito questo Sacramento? Non è lo stesso Gesù, come abbiamo veduto sopra? Chi siete dunque voi che venite a dirci che basta confessarsi a Dio? No, non basta, perché Gesù ha voluto diversamente; non basta perché ha significata chiarissima la sua volontà; non basta perché non tocca a voi fare la legge a Dio, ma tocca a Dio il farla a voi; non basta, perché Gesù ha detto che i peccati ritenuti cioè non assoluti dai suoi ministri, saranno ritenuti anche in Cielo. É pure estrema in ciò l’arroganza di questi Signori. Gesù si compiace, invece di mandarci all’Inferno, come meriterebbero i nostri gravi peccati, di perdonarceli purché li detestiamo col cuore e li manifestiamo ad un suo ministro e ne riceviamo l’assoluzione; e noi superbi diciamo a Dio che non ci piace questa sua istituzione e la trascuriamo, e vogliamo invece confessarci a Lui solo. Dite, se per questa nostra arroganza Iddio ci manderà in fondo all’Inferno, non ne avrà tutta la ragione? – Finalmente alcuni dicono che la Confessione è immorale. E perché? Perché dà ansa a commettere più facilmente il peccato. Ah si vede bene che costoro sono stati poco al Catechismo e che però non lo conoscono gran fatto! Che cosa ci vuole perché uno si rimuova dal commettere il peccato? A detta di tutti, ciò non avverrà mai se non se ne concepisce un grand’odio, una grande detestazione, congiunta con una risoluzione molto ferma di non commetterlo più. Ma e non sono questi precisamente gli atti necessari per la confessione? Non è questo quello che raccomandano tutti i Catechisti, tutti i Predicatori, tutti i Missionari, che non si stancano mai di gridare, che se non abbiamo dolore, se non abbiamo proposito, non ci gioverà né punto né poco la Confessione? È dunque chiaro che nella S. Confessione si fanno quegli atti che sono più efficaci a rimuoverci dalla colpa. L’abbaglio di quei che riprendono la Confessione, consiste in ciò che suppongono che noi Cattolici crediamo perdonati i peccati senza odio o detestazione di essi e senza proponimento di più non commetterli: ma ciò è falsissimo. Perché apporci una dottrina assurda, per avere poi il piacere di trovarla falsa? Riconoscano la dottrina quale la rappresenta la S. Chiesa e poi la riprendano se possono. – Né la esperienza vien poi meno a confermare quanto gran bene apporti la Confessione. Parliamo chiaro. Chi sono quelli che più bestemmiano nel paese, che più mormorano, che più frequentano certe case e certe persone, che danno più da dire di sé? Son quelli che si confessano spesso, oppure quelli che si confessano una volta l’anno e cambiano ogni anno Confessore per non essere conosciuti? Se voi aveste da fare un contratto, di chi vi fidereste più? Se aveste da prender moglie, come la vorreste? Se vi sopravviene una necessità, a chi fate ricorso? A quelli che stanno attorno a’ Confessionali, o a certi altri che sapete voi? Eh via lascino stare la S. Confessione che è quella che mantiene viva la pietà nei popoli, che consola le nostre anime, che ristora le nostre perdite spirituali, che ci riconcilia con Gesù, e che in vita ci chiude l’Inferno, ed in morte ci apre il Paradiso. Nella città di Norimberga i Protestanti tanto fecero e dissero che riuscirono di mandare in disuso la Confessione. Ma che? I furti, le rapine, le carnalità, i delitti di ogni fatta inondarono sì fattamente, che i Magistrati mandarono una deputazione all’Imperatore Carlo V perché la rimettesse in piedi, poiché tolta la Confessione dicevano che non si poteva più vivere. Ecco come è immorale la Confessione! – I Protestanti però che non credono alla istituzione divina di questo Sacramento e che però non hanno Sacerdoti che adempiano il comando divino di rimettere o di ritenere i peccati, dimostrano chiaramente che non sono la Chiesa di Gesù, la quale è quella sola che gode questo gran privilegio.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.