GNOSI TEOLOGIA DI sATANA (71): DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (3)

LA DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (3)

J. DELASSUS

L’ENCICLICA PASCENDI DOMINICI GREGIS e la DEMOCRAZIA

Alla Vergine Immacolata

GAUDE, MARIA VIRGO, CUNCTAS HÆRESES SOLA INTEREMISTI IN UNIVERSO MUNDO.

NIHIL OBSTAT: Insulis, die 26 decembris 1907.
H.QUILLIET, S. Th. Dr. Librorum Censor.
IMPRIMATUR: Cameraci, die 27 decembris 1907.
t FRANCISCUS, Arch.-Coadj. Cameracen

Société St. Augustin. “Desclée, De Brouwer et Cie

LILLE, 41, rue du Metz, 41, LILLE

Il grande principio dei democratici è che non ci possa essere alcun potere pubblico nella società se non quello che proviene dal popolo, l’unica ed essenziale fonte di sovranità. Questo principio è direttamente opposto a quello proclamato da San Paolo: Non est enim potestas nisi a Deo (Rom. XIII, 1). Non c’è autorità che non provenga da Dio. – Nella Chiesa, Dio Padre, origine e principio del Figlio, ha mandato il Figlio; il Figlio manda i suoi ministri. Colui che li riceve riceve Cristo e chi riceve Cristo, riceve il Padre. Come il Padre mio ha mandato ha mandato me, Io mando voi. Chi riceve voi riceve Me, e chi riceve Me, riceve Colui che mi ha mandato. Dio è il Capo del Cristo, Caput Christi Deus (1 Cor., XI, 3). Gesù Cristo è il Capo della Chiesa, Ipsum dedit caput supra omnem Ecclesiam. Egli (Dio Padre) lo ha dato come Capo a tutta la Chiesa (Ef.I, 22). E Gesù Cristo si è dato un Vicario, anch’esso Capo, in Lui e per mezzo di Lui, della Chiesa universale. Definimus…. ipsum Pontificem Romanum successorem esse beati Petri principis Apostolorum et verum Christi Vicarium totiuque Ecclesiae Caput… existere. “Noi definiamo, ha detto il Concilio di Firenze, che il Romano Pontefice è il vero Vicario di Cristo e, di conseguenza, Capo di tutta la Chiesa.” – L’autorità nella Chiesa viene quindi direttamente da Dio Padre attraverso il Figlio incarnato. Questa eccellenza riflette un’inviolabile immutabilita’. La Chiesa sarà fino alla fine dei tempi come Dio l’ha creata. Le potenze dell’inferno non prevarranno mai su di essa. Il protestantesimo ha voluto cambiare questa costituzione. Nel XVI secolo i rivoltati attribuirono la sovranità all’assemblea dei fedeli, cioè al popolo. Sotto l’influsso delle idee protestanti, il XVIII secolo trasportò questo modo di vedere le cose dalla Chiesa allo Stato. È lo stesso sistema, la stessa teoria. Che differenza c’è tra la Chiesa di Dio concepita dai protestanti, guidata unicamente dalla sua parola, e la Repubblica governata unicamente dalle leggi dai deputati del popolo sovrano? Questa è l’osservazione di J. de Maistre nel libro: Du Pape; e aggiunge: “È la stessa follia, ha solo cambiato epoca e nome.” Questa follia si è aggravata. In mezzo al Cattolicesimo, ci sono uomini e, ahimè, Sacerdoti talmente penetrati dallo spirito della democrazia che lo fanno rifluire dall’ordine politico all’ordine religioso. Questo è ciò che ha detto il nostro Santo Padre il Papa, nel passo della sua Enciclica che abbiamo appena citato. Non è una novità. Al Concilio Vaticano si vede, una manifestazione di questo spirito. Alcuni Vescovi presentarono una consultazione in cui sostenevano di aver ricoperto cariche episcopali nelle più importanti nazioni cattoliche. – Agli occhi dei firmatari, i Pontefici stavano quindi prendendo in prestito parte della loro autorità dalle proprie Chiese. Il loro valore rappresentativo era proporzionale al numero dei loro fedeli o all’importanza della loro diocesi. Questa idea li ha portati a voler escludere dal Concilio quei Sacerdoti che non avevano una diocesi da governare, come i Vescovi titolari, o di diocesi propriamente dette, così come i vicari apostolici. Questo era, come osservava Dom Besse, sminuire il carattere episcopale e spiazzare il principio della propria autorità. Questa autorità non dipende in alcun modo dalla situazione politica o geografica della diocesi e dal numero dei diocesani. Non è da essi che il Vescovo trae la sua qualità di giudice della fede, ma dalla missione che ha ricevuto dall’Alto per il sacro e la preconizzazione. La diocesi non è in grado di consegnare al suo capo nemmeno una particella di un’autorità che non ha. Essa viene da Nostro Signore Gesù Cristo attraverso il Nostro Santo Padre il Papa. Quindi regna una perfetta uguaglianza che i Vescovi formano intorno al Sovrano Pontefice. Il prelato che governa una minuscola diocesi d’Italia non è meno eminente di quello che governa delle vaste diocesi, Parigi, Malines o Cambrai. Parlare come questi Vescovi hanno fatto nella loro memoria era inconsciamente voluto senza dubbio, ma è realmente introdurre la demoocrazia ed il suo principio della sovranità del popolo nella Chiesa. I nostri abati democratici vollero farne un tentativo. Le loro congregazioni ecclesiastiche erano niente meno che un tentativo di democratizzazione della Chiesa. – Quando abbiamo ricevuto il programma del primo di questi congressi nel 1896, abbiamo scritto nella “Semaine religieuse” della diocesi di Cambrai: “Le assemblee del clero hanno le loro regole e a nessuno è permesso innovare in questa materia. Il diritto ecclesiastico conosce i Concili ecumenici, i concili provinciali, i sinodi diocesani. L’assemblea prevista a Reims non è nulla di tutto ciò. È una riunione assolutamente anormale. Chi ha l’autorità di redigere il programma? Chi aveva l’autorità di convocarla? Chi avrà l’autorità di presiedere? Non può essere un semplice Sacerdote. Non può essere un Vescovo e nemmeno un gruppo di Vescovi. Ogni Vescovo potrebbe organizzare, nella sua diocesi, un’assemblea dei suoi Sacerdoti. Questo e il sinodo diocesano. Un Arcivescovo, insieme con i Vescovi della sua provincia, può convocare un concilio provinciale. Essi non possono convocare, né al sinodo né al concilio, i Sacerdoti delle diocesi vicine, senza il consenso del loro Ordinario. Supponendo che tutti i Vescovi della Francia abbiano dato all’abate che invia i suoi inviti, la delega necessaria per convocare un’assemblea generale del clero del secondo ordine, lo stesso richiederebbe comunque lo stesso consenso unanime per la redazione del programma, per la presidenza dell’assemblea e per le regole da imporre alla discussione. Eppure, una tale assemblea sarebbe una novità inaudita nella Chiesa; prima di prendere l’iniziativa, sarebbe di rigore consultare la Santa Sede. La circolare di invito che abbiamo ricevuto dice che “l’assemblea non si occuperà di discussione di dottrina”. È sufficiente aprire il programma per vedere che che in molti punti le questioni da trattare confinano con la dottrina. Ma, in più, la disciplina è anche riservata all’episcopato come il dogma. Non è dato presumere che il Papa trasferirà mai lo studio delle questioni di disciplina ad un’assemblea di semplici Sacerdoti. A maggior ragione, essi non possono arrogarsi questo potere da sé stessi.” M. l’Abate Naudet, che aveva sottoscritto la convocazione con gli Abati Lemire e Dabry, ha risposto nel Monde, di cui era direttore, con qualifiche di “refrattari” o di “persone che aborriscono la libertà e starnazzano come puzzole”. – Ciò di cui abbiamo veramente orrore, era l’introduzione, di fatto, della democrazia nella Chiesa.. A questo, egli obiettava: :In quali capitoli del diritto canonico hanno trovato che un uomo, non appena ricevuto il sacerdozio, abdichi ai suoi diritti e alla sua dignità, non essendo altro che un bambino ancora sotto tutela che non può dire una parola o alzare un dito senza ottenere una speciale autorizzazione per farlo?” Dopo la democrazia in atto, era nella Chiesa la democrazia eretta a dottrina. – Sebbene per lungo tempo non si sia parlato di congressi ecclesiastici nella forma inaugurata dai sigg. Abati Dabry, Naudet e Lemire, Sua Santità Pio X, tuttavia, non ha ritenuto necessario ometterlo nella sua Enciclica. Tra le misure prescritte per opporsi alle invasioni del modernismo, c’è questa:

V. – Abbiamo già parlato di congressi e di assemblee pubbliche, come campo favorevole per i modernisti per seminarvi e far prevalere le loro idee. I Vescovi non permettono più, o permettono solo molto raramente, dei congressi sacerdotali. Che se li permettono sia sempre in base a questa legge, che nessuna questione relativa alla Santa Sede o ai Vescovi vendano trattate, a meno che non vi si emetterà alcuna dichiarazione in tal senso, nessuna proposta né alcun voto di usurpazione dell’autorità ecclesiastica, che non si pronunzino parole che risentano di modernismo, di presbitarismo o di laicismo. – Questo tipo di congressi possono essere tenuti solo con un’autorizzazione scritta del loro Ordinario, concessa a tempo debito, e specificamente per ogni caso; i Sacerdoti delle diocesi straniere non potranno intertenire senza un’autorizzazione altrettanto scritta da parte del loro Ordinario. – Inoltre, nessun Sacerdote dovrebbe perdere di vista la grave raccomandazione di Leone XIII: che l’autorità dei loro pastori sia sacra per i Sacerdoti che diano per scontato che il ministero sacerdotale, se non viene esercitato sotto la guida dei Vescovi, non può essere né santo, né fecondo, né lodevole (Encicl. Nobilissima Gallorum, 10 febb. 1881). -La dottrina della democrazia nella Chiesa è stata abbastanza più esplicita e, per così dire, dottrinale, professata da M. l’Abate Lemire nelle parole che abbiamo già riportato: “Io non riconosco a nessuno il diritto di fare di noi Cattolici i servi di un regime accentratore e dispotico, un regime alla Luigi XIV. La costituzione della Chiesa non è modellata su nessuna delle forme effimere di governo umano. Non è una monarchia. A rigore, è una gerarchia. La Chiesa è governata da una serie di autorità locali, dipendenti le une dalle altre, e controllate da un’autorità centrale e superiore”. La Chiesa non è una monarchia! A Roma non c’è che un’unica autorità di controllo. Sono parole tanto contraddittorie con quelle del Maestro divino, interpretate dai Concili, da ultimo dal Concilio Vaticano. Le parole dell’Uomo-Dio: “Tu sei Pietro, e su questa roccia edificherò la mia Chiesa.nCiò che tu rimetterai in terra sarà rimesso nei cieli. Qualunque cosa tu scioglierai sulla terra sarà sciolta anche in cielo. “Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle”. Queste parole hanno creato un Sovrano nella Chiesa. Questo è di fede. In effetti San Pietro sta alla Chiesa nascente così come oggi il Papa sta alla Chiesa attuale. Gli Atti degli Apostoli ci mostrano Pietro alla guida del collegio apostolico, organizzando, decidendo, agendo, in una parola, come un sovrano, proprio come oggi il Papa governa l’anima, con un’autorità che non dipende in nessun modo da coloro sui quali la esercita. Egli governa e governa in nome del Signore Nostro Gesù Cristo, il cui posto è al vertice della Chiesa. Questa istituzione e questo stato sono l’opposto della domocrazia. Nel vocabolario francese c’è una sola parola per indicare questa forma di governo: monarchia. – Potremmo riportarvi altre parole e atti dei democratici cristiani a sostegno del rimprovero rivolto dal nostro Santo Padre il Papa ai modernisti, di voler riformare il governo ecclesiastico e di volerlo armonizzare con la coscienza che si sta trasformando in democrazia; di volere che una parte del governo della Chiesa sia affidato ai chierici e fin’anche ai laici, e che l’autorità sia decentrata. Non c’è motivo di essere stupefatti da questa aberrazione. Quando una mente si lascia occupare da un’idea che giudica maestra, come l’eccellenza e la perfezione del sistema democratico, si trova traccia di questa persuasione in tutti i giudizi che esprime. “Lo stato democratico è il più perfetto, quindi dobbiamo trovare questo regime nella più perfetta delle società, la Chiesa! La premessa è molto cauta; si può anche sostenere che essa sia una controverità. La monarchia esiste in cielo, così come lo ha sostenuto un giorno il Sillon, che ha voluto vedere la suprema glorificazione della democrazia nella Santissima Trinità. Non c’è che un Dio che regni su tutto l’universo, che governi il cielo e la terra. Dio ha fatto la famiglia e la Chiesa, queste due società principali ad immagine di ciò che è nel più alto dei Cieli: un Padre sovrano ed un Papa sovrano, come un Dio Signore sovrano. Potremmo aggiungere che la storia dimostra, con la più luminosa chiarezza, che le nazioni abbiano prosperato quanto più la loro costituzione fosse più vicina alla mirabile costituzione di cui la Provvidenza aveva dotato la Feancia, e che il sistema democratico le ha sempre ed ovunque precipitate verso la rovina. – Per tornare alla constitutzione monarchica e non democratica della Chiesa, Dom Guéranger, come risposta alle pretese dei Vescovi di minoranza del Concilio Vaticano, ha detto molto bene: “Fondando la sua Chiesa, Nostro Signore Gesù Cristo era sicuramente libero di darle la forma che Egli, nella sua divina saggezza, avrebbe ritenuto più opportuno. Egli non poteva essere legato né dagli dagli antecedenti iumani, né .dalle idee moderne, di cui prevedeva le aberrazioni fin dall’eternità. Sarebbe una bestemmia affermare che Egli si sia dovuto adattare ai capricci della creatura, mentre è dovere della creatura accettare con umiltà tutto ciò che Egli abbia previsto. La costituzione della Chiesa è quindi l’oggetto della fede. Dobbiamo prenderla come Gesù Cristo ci ha indicato. Il potere è stato costituito dall’Uomo-Dio di un modo immutabile, e nessuno potrebbe cambiarne le condizioni (La monarchia pontificale. Sesto pregiudizio. P.5.).

GNOSI TEOLOGIA DI sATANA (72): DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (4)