LA VERGINE MARIA (10)

LA VERGINE MARIA (10)

Nihil Obstat: Dr. Andrés de Lucas, Canonico. Censore.

IMPRIMATUR: José María, Vescovo Ausiliare e Vicario Generale. Madrid, 27 giugno 1951. CAPITOLO X

CAPITOLO X

I DOGMI: BREVE RECENSIONE DI NICOLAS MARIN NEGUERUELA

La divina Maternità di Maria, la Verginità perpetua, la sua Concezione Immacolata e la sua gloriosa Assunzione al cielo sono i quattro dogmi della fede cattolica che riguardano la Madre celeste. Esponiamo brevemente una panoramica storica del primi due. Ci soffermeremo sul terzo e quarto.

1. MATERNITÀ DIVINA DI MARIA.

Tutta l’antichità cristiana ha confessato che Maria è la Madre di Dio. Contestando Nestorio, Patriarca di Costantinopoli, nel quinto secolo, questa credenza universale della Chiesa, ha resistito alla tradizione del Cristianesimo nei secoli precedenti. lo stesso Origene non esitò a chiamare Maria Theotokos, Madre di Dio, che allevo’ nel suo seno il Figlio di Dio, e diede alla luce l’Emmanuele. Giuliano l’Apostata fece capitolo di accusa ai Cristiani che non cessavano di chiamare Maria Madre di Dio. Con gli applausi dei fedeli e l’approvazione di Papa San Celestino I, il Concilio ecumenico, riunito ad Efeso nel 431, definì: “Se qualcuno non confessa che Dio sia veramente Emmanuele e, quindi, che la Santa Vergine ne sia la Madre, sia anatema.” Così veniva vendicato l’onore di Maria, soddisfatta la devozione dei fedeli che attendevano la definizione e condannato l’eresiarca che aveva osato mettere la sua lingua su Maria. Bandito dall’Imperatore nel deserto d’Arabia, lì, secondo una leggenda, la cancrena gli corrose la lingua, che cadde a pezzi dalla sua bocca. Da questo dogma segue l’immensa dignità di Maria, che sta in cima a tutta la gloria creata. non esitò a scrivere SAN TOMMASO D’AQUINO: « La. Beata Vergine, per il fatto di essere Madre di Dio, hai una certa dignità infinita, derivata dal Bene infinito, che è Dio.” (Summ. Theol., I, q. 25 a. 6 ad 4). La Maternità divina di Maria è la radice e fonte di tutti i suoi privilegi e Grazie. Concludiamo con CORNELIO A LAPIDE: «La Beata Vergine è Madre di Dio; per cui supera in eccellenza tutti gli Angeli, anche gli stessi Serafini e Cherubini. » Ella è Madre di Dio; allora è molto pura e santissima, in un modo che non può concepirsi, dopo Dio, una maggiore purezza. » Ella è Madre di Dio; quante sono state le grazie santificanti concesse singolarmente ad ogni Santo, le ha ottenute tutte prima di loro Maria». (In Matth., I, 16). A Roma, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, ingrandita e impreziosita dal suo arco trionfale di Papa Sisto III, ricorda la definizione dogmatica di Efeso. Il suo soffitto a cassettoni è dorato con il primo oro portato da Colombo dall’America alla Spagna ed offerto dai nostri Re Cattolici, Fernando e Isabel, per la decorazione della Basilica. I re di Spagna, da Filippo IV, hanno diritto ad un posto nel coro canonico della stessa basilica, privilegio confermato dalla bolla “Hispaniarum fidelitas” di Pio XII del 5 agosto 1953 e dal recente Concordato tra la Santa Sede e lo Stato spagnolo, del 28 agosto 1953.

II. VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA.

Contro la grossolana dottrina degli eretici apollinaristi, di Elvidio, Gioviniano ed alcuni Giudei che negarono la verginità di Maria, brandirono la loro penna San Girolamo e, tra noi, Sant’Ildefonso di Toledo, in sua difesa del privilegio tanto caro alla Vergine Madre. Più tardi poi, il Concilio particolare Lateranense, presediuto da Papa San Martino I nel 649, e successivamente riconosciuto anche da S. Agatone, definì: “Se qualcuno non confessa propriamente e veramente che la Santa Madre di Dio e Vergine sempre Immacolata, Maria, concepi’ dallo Spirito Santo e senza l’opera di uomo il Verbo di Dio in modo speciale ed in verità, e che lo ha generato in maniera incorruttibile, rimanendo intatta, dopo il parto, la sua verginità, sia condannato ». Che Maria rimase vergine anche dopo per tutta la vita è una verità di fede, confermata dal Magistero ordinario e universale della Chiesa. Negare questa verità è per SAN AMBROGIO un così grande sacrilegio (“Tantum sacrilegium”); cosa è preferibile passarlo sotto silenzio. “Chi ha vissuto in qualsiasi momento che, al nome Maria, non aggiungesse sempre: la VERGINE?” —scrive SAN EPIFANIO—. (Enchiridion, JOURNEL, n. 1.111.). Tutti i simboli confessano la stessa verità.

III. LA IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA.

L’8 dicembre 1854, ha definito solennemente Papa Pio IX: « La dottrina la quale afferma che la Beata Vergine Maria, fin dal primo momento del suo concepimento, fu preservata immune da ogni macchia di colpa originale, per singolare grazia e privilegio di Dio, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è rivelata da Dio, e quindi tutti i fedeli devono crederci fermamente e costantemente.” (Bolla Ineffabilis Deus, l’8 dicembre 1854.) – Che giornata fantastica e gloriosa per Maria! I 54 Cardinali, 42 Arcivescovi e 98 Vescovi che circondavano il Papa, la folla di fedeli che, in numero di 50.000, riempivano le navate di San Pedro, il Cattolici di tutto il mondo, che attendevano con impazienza questa definizione, caddero ai piedi della celeste Signora, e sgorgava da tutte le labbra una così unanime preghiera: «Sei tutta bella, o Maria, e non c’è alcuna macchia d’origine in di te.” La Spagna, che ha sempre difeso questo dogma, ancor prima della sua definizione, che nelle sue Università richiedeva ai laureati il sanguinoso voto, cioè quello di difendere questo privilegio di Maria anche a costo del proproo sangue, se necessario; la cui capitale, il 20 aprile 1438, per voce dei suoi due consigli, ecclesiastico e civile, aveva votato per difendere l’Immacolata Concezione, digiunando durante la sua veglia, celebrando la sua festa e passando quel giorno in solenne processione; che per devozione dei loro re, le città erano state poste sotto il patrocinio dell’Immacolata Concezione, Patrona di Spagna e delle sue Indie, confermato il suo patrocinio da Papa Clemente XIII, ebbe esaudito i suoi desideri. Sant’Antonio Maria Claret, allors Arcivescovo di Santiago di Cuba, che prima si era rivolto ai suoi diocesani chiedendo preghiere per raggiungere il paradiso per la pronta definizione di questo dogma, dopo averlo ricevuto la Bolla Papale, la strinse al petto, lo bagnò con le sue lacrime e l’annunciò ai fedeli diocesani in un ministero ricco di fervore. Quando ebbe finito di scriverla, ol Papa senti’ la vocematerna di Maria, che gli diceva: Bene scripsisti, hai scritto bene. Papa Pio IX, consultato sul sito di Roma dove doveva trovarsi il monumento all’Immacolata Concezione, rispose subito: “In Piazza di Spagna España”. La Spagna lo meritava e il Santo Padre ha riconosciuto così i meriti del nostro Paese nella difesa dell’Immacolata Concezione di Maria.

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Papa Pio IX si aspettava grandi frutti dalla definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. E poichè le speranze di questo evento non fallirono, il Beato Pio X lo ha ricordato mell’Enciclica Ad diem illum, in memoria del cinquantesimo anniversario di quella definizione.

1. Il positivismo di Comte, che era si proclamato agnostico riguardo a Dio; Lo scientismo di Renan, che avrva cercato di soppiantare la religione con la scienza; il razionalismo di Froschammer, che negava tutto il soprannaturale; il materialismo di Vogt e Buechner, che solo ammettevano come reali materia e riducevano la virtù, l’abnegazione, l’eroismo ed altri valori spirituali a mere secrezioni del cervello, ricevettero con la definizione dogmatica un colpo mortale. Essi vivranno ancora qualche anno come un mostro che, ferito, sanguina; ma… moriranno, e alcuni giacciono sepolti. Maria Immacolata nel primo momento della sua esistenza! In noi c’è qualcosa che non è materia, che è sopra di essa, che eleva l’uomo: è lo spirito. Aiutato dalla grazia divina, l’uomo può trionfare della materia e scalare le vette di santità. 2. È diventato più visibile ed ha tretto l’unione dei fedeli con il loro Pastore supremo, dell’Episcopato col suo capo, il Vicario di Gesù Cristo. “I Vescovi — scrive uno storico contemporaneo, di ritorno da Roma, vennero in possesso di una nuova adesione alla Santa Sede, che si diffondeva come un soave aroma su tutti che l”ascoltavano”. (Aguilar: Compendio di storia ecclesiastica generale, volume II, numero 1.689. Madrid, 1877.) Il 18 luglio 1870 venivano definiti i dogmi del Primato di Giurisdizione per diritto divino del Papa sui Vescovi ed i fedeli, e della sua infallibilità, quando insegna, ex cathedra, dottrine di fede o di morale. Così sono crollati, feriti a morte, il Gallicanesimo e il Febronianesimo, che, supportati dalla loro origine il primo da Luigi XIV di Francia e il secondo da Giuseppe II di Germania, erano destinati pretendrvano di ostacolare l’azione del Sovrano Pontefice mettendo radici nel clero di Francia e Germania. 3. La definizione dogmatica accese in tutti i cuori un immenso amore per Maria. A migliaia fiorirono le associazioni, le confraternite, gli istituti e le congregazioni religiose poste sotto il patronato di Maria Immacolata. Le Figlie di Maria, le Congregazioni mariane, i mesi di maggio e di ottobre, destinati a cantare le eccellenze della Signora e del suo benedetto Rosario, presero tale un incremento mai visto nella storia della Chiesa. L’ha riconosciuto così uno scrittore protestante: “La definizione del dogma dell’Immacolata Concezione è sublime in sé ed ha avuto l’effetto immediato di rafforzare le file dei Cattolici romani, aggiungendo fini e vivaci fervori alla devozione.” (Citato da AGUILAR, 1. c.).

L’anno giubilare del 1904 ne è la più chiara e migliore testimonianza, così come i Congressi Internazionali di Roma, Treviri, Lourdes e Saragozza. In occasione della commemorazione del centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione, il Santo Padre Pio XII pubblica l’Enciclica Fulgens Corona, decretante la celebrazione dell’Anno mariano. “Niente di più dolce o più piacevole dell’onorare, venerare, invocare, predicare con fervore ed affetto ovunque la Vergine Madre di Dio, concepita senza peccato originale”, scriveva Pio IX alla fine della bolla Ineffabilis Deus, nella quale veniva definito il dogma dell’Immacolata, e Pio XII lo ripete nell’annunciare il centenario di quella definizione.

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Il fine dell’anno ? È espresso dalle parole del Santo Padre: “Accresce la fede del popolo cristiano, suscita ogni giorno di più l’amore della Vergine Madre di Dio, da lì tutti prendiamo occasione per continuare con gioia e puntualità le orme della Madre Celeste». Petizioni? “Chiedi”, aggiunge il Papa – nelle suppliche alla Madre di Dio, pane per l’affamato, giustizia per gli oppressi, la patria agli esuli, il riparo accogliente per i profughi, la dovuta libertà per coloro che sono stati gettati ingiustamente in prigione o nei campi di concentramento; il tanto desiderato ritorno in patria per coloro che, passati tanti anni dalla fine dell’ultima guerra, sono ancora prigionieri e gemono e sospirano segretamente; la gioia della luce splendente per i ciechi nel corpo e nell’anima, e per quelli divisi tra sé dall’odio, dall’invidia e dalla discordia, della carità fraterna, la concordia di animi e la feconda tranquillità che è sostenuta dalla verità, giustizia e mutua unione… per la Chiesa cattolica, il godere ovunque della libertà che le è dovuta”.

IV. LA GLORIOSA ASSUNZIONE DI MARIA IN CORPO ED ANIMA AL CiELO.

Il quarto dogma è quello della Gloriosa Assunzione della Beata Vergine, nel corpo e nell’anima, al cielo. E nella preparazione della definizione dogmatica è affidata alla Spagna un posto privilegiato tra tutti i popoli. Il fervore Assunzionista vibrava singolarmente nell’nima spagnola. “Per confermarlo”, ha scritto il Padre francescano BALIC (Congresso Francescano di Madrid, 1947, pp. 245, 246)—, basti ricordare che tra le 68 cattedrali Spagnole, 46 sono dedicate alla Vergine, e di esse 36 al mistero della sua gloriosa Assunzione; basti ricordare anche che fra i secoli XIII e XIV la maggior parte delle chiese parrocchiali della Spagna sono state dedicate allo stesso ineffabile mistero. » Tra i promotori medievali più ardenti della devozione alla Madonna, brillano con luce speciale, i tre grandi re: Alfonso il Combattente, di cui si dice abbia dedicato circa 3.000 chiese alla beata Vergine, ordinariamente sotto il mistero della sua Assunzione; Giacomo il Conquistatore, che ne eresse circa 2.000, e Ferdinando il Santo, fedele amante di Maria, che ne ha erette quasi altrettante, dedicandole generalmente al Mistero Assunzionista che corona tutta la sua vita”. Il tesoro letterario contenuto nel codici delle nostre cattedrali nelle loro biblioteche è splendido al massimo grado. “Per conto nostro —scrive BAYERRI—, convinti che non stiamo esagerando, abbiamo oltre 280 sermonari, datati tra X e XV secolo, conservati nelle cattedrali della Spagna, in cui sono inseriti meditazioni sui sermoni dell’Assunzione della Vergine”. (Studi, s. VI, pagina 394.) Rispondendo a Papa Pio IX, che scrivere ai Vescovi chiedendo un loro parere sull’opportunità di definire come dogma l’Immacolata Concezione di Maria, il Vescovo di Osma, Fray José Sánchez, e l”Arcivescovo di Malines, Engelbert Sterks, insieme alle loro risposte sull’Immacolata Concezione, elevarono anche, nel 1849, voti fervidi e motivati a favore dell’Assunzione. Successivamente, nel 1863, la richiesta della regina Elisabetta II a Papa Pio IX, marco’ in modo efficiente l’inizio del movimento travolgente che doveva terminere il 1 novembre 1950 con la definizione dogmatica, proclamata dal papa regnante Pio XII. Il voto della regina è stato accompagnato dalle più entusiasti raccomandazioni del suo confessore, Sant’Antonio Maria Claret. Questi, inoltre, nel suo libro Appunyi su un piano per preservare la bellezza della Chiesa, ha aggiungeva: «Sembra che la Divina Provvidenza abbia disposto, quali cose più onorevoli per Maria, essere iniziate dai Re e successivamente continuate dagli altri fedeli del mondo. »Il primo procedimento per la dichiarazione dogmatica del mistero dell’Immacolata Concezione di Maria era iniziato dal re ilippo III, per volere dell’Arcivescovo don Pedro de Castro. Ora, per dichiarare il secondo mistero, che è l’Assunzione di Maria Santissima in anima e corpo in Cielo, si è mossa ancora una Regina di Spagna, la illustre fonna Isabella II di Borbone, come si può vedere nella lettera che ho riportato di seguito, che scrisse al Sommo Pontefice Pio IX, datata 27 dicembre 1863, e nella risposta data dal Papa stesso del 3 febbraio 1864, cosicché sarà sempre vero che i Re Cattolici Don Filippo III e Donna Isabella II sono stati i primi ad richedere come dogma di fede quei titoli e misteri che tanto onorano Maria, e che, allo stesso tempo, è fi tanto onore per i re di Spagna ed i loro vassalli avendo avuto la felicità di essere primi in tali opere onorabili; e viene da aspettarsii che, così come il primo, anche il secondo sarà ottenuto, come lo stesso Santo Pontefice insinua nella sua risposta.”

Durante il Concilio Vaticano, tra i cui padri si distinse con il segno del martirio la venerata figura di S. Antonio María Claret, c’erano, sicuramente, in animo delle cure schierate dall’episcopato spagnolo e ispano-americano per conseguire per acclamazione la definizione di questo mistero, segnalandosi in questa campagna l’allora Vescovo di Jaén e poi cardinale Monescillo, ed il Vescovo di Concepción de Cile, Hipólito Salas. Il movimento assunzionista durante un secolo, dal 1849 al 1940, ha complessivamente contato, 2.505 richieste di Cardinali, Patriarchi, Arcivescovi e Vescovi, cioè quasi i tre quarti delle sedi della Chiesa. Il 1 maggio 1946, aappena dopo la seconda guerra europea, Pio XII, che aveva già consacrato nel 1941 il mondo al Cuore Immacolato di Maria, aggiungendo quasi il tocco dorato ai dogmi, scrisse agli Ordinari Cattolici di tutto il mondo: «Molto desideriamo sapere, Venerabili Fratelli, se nella vostra eccellente saggezza e prudenza giudichiate che possa essere proposto e definito come dogma di fede l’Assunzione corporea della Beata Vergine, e se lo desideriate con il vostro clero ed il vostro popolo». Le risposte a questa richiesta pontificia furono magnifiche per il loro numero e qualità. Risposero 1.191 Sedi; solo da 81 sedi, generalmente in regioni remote di missione, o al di là della cortina di ferro alzata dalla Russia, non arrivarono puntuali risposte. Di quelle 1.191 Sedi, 1.169 hanno risposto affermativamente. sedici Vescovi espressero alcuni dubbi circa  l’opportunità di tale definizione; solo sei dubitavano circa la definibilità di quel dogma. Eccone uno statistica altamente significativa e consolante: il 98,2 per cento dell’Episcopato Cattolico, con un quasi matematicamente voto unanime, dichiara che il L’Assunzione della Vergine sia una verità contenuta nella rivelazione divina e cioè la sua definizione appropriata. Tale consenso prima di una definizione papale, non era mai esistito nella Chiesa.

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È spuntato il 1 novembre, 1950. Uno splendido sole illuminava la Città Eterna. Dalle cinque del mattino i fedeli si precipitavano ad occupare il loro posto nella Basilica Vaticana e nelle sue piazze. Finalmente arrivò l’ora tanto attesa. Il Papa è apparso, preceduto da 40 Cardinali con il seguito d’onore; lo seguivano 589 Vescovi e 50 Abati ordinari vestiti di mantelli con mitra bianca. E di levò l’augusta voce del Vicario di Gesù Cristo sulla terra: “Per la gloria di Dio Onnipotente, che ha effuso sulla Vergine Maria la sua particolare benevolenza; per onorare suo Figlio, Re Immortale del secoli e vincitore del peccato e della morte; per la maggior gloria della sua augusta Madre; e per la gioia e l’esaltazione di tutta la Chiesa, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Pablo, e con la nostra pronunciamo, dichiariamo e definiamo essere un dogma rivelato: CHE L’IMMACOLATA MADRE DI DIO, SEMPRE VERGINE MARIA, TERMINATO IL CORSO DELLA SUA VITA TERRENA, FU ASSUNTA IN CORPO E ANIMA ALLA GLORIA CELESTE. “Allora, se qualcuno, Dio non permetta, osa negare o dubitare volontariamente di ciò che è stato per Noi definito, sappia fi essersi allontanato. interamente della fede divina e cattolica”.

La Spagna era presente alla definizione dogmatica, come forse nessun altra nazione al di fuori dell’Italia. Pio XII, nel discorso pronunciato il 30 ottobre agli spagnoli, sottolineava i singolari meriti della Spagna per la proclamazione di questo glorioso dogma. La presenza degli spagnoli in questo giorno superò numericamente quella di qualsiasi altra nazione non italiana. Il suo fervore, l’ entusiasmo e la modestia si distinse tra tutti i fedeli. C’era tra essi ila Missione su mandato del governo Spagnolo. Una ricca rappresentanza dall’esercito spagnolo, in alta uniforme di gala, copriva militarmente a gara il passaggio del Papa, e non potendo rendergli le armi, lo acclamarono alzando al cielo le braccia, le insegne, cappelli e visiere. Pio XII, paterno, riconoscente, ordinava di fermare la processione per qualche istante a salutali.

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Per Pio XII, la proclamazione del nuovo dogma non è solo la corona e l’apice di un movimento imponente di secoli di trepidazione e desiderio. Vuole che esso sia l’inizio di un altro movimento ancora più grande, se possibile, di rinnovamento del mondo. Nel suo discorso all’Episcopato, il 2 di Novembre, specificava come lo concepisce: un programma di rinnovamento mariano dell’individuo, della famiglia e della società. Piena ed integra conservazione di dottrina cristiana. Formazione e santità del clero. Il Papa vede il mondo disfatto dall’odio e dalla mancanza di fede e di fratellanza in Cristo. Bene allora; a questo mondo martoriato e corrotto, il Sommo Pontefice, definendo il nuovo dogma, lo presenta «come un brandello luminoso nel cielo, abbagliante candore, speranza e vita felice”, come il rimedio più efficace per il mondo malato che guarisce e restituisce “il calore, l’affetto, la vita ai cuori umani”. Non ci resta che cantare con il nostro illustre FRATE Luis DE LEÓN: “Vai in paradiso Signora, e lì ti ricevano con canto felice. Oh, chi potrebbe ora aggrapparsi al tuo manto per salire con te al Monte santo… Volgi i tuoi dolci occhi, prezioso uccello, solo, umile e nuovo nella valle dei cardi che tale fiori portate; sospirano i figli di Eva, che se con vista chiara guardi le anime tristi di questa trerra, con proprietà invisibili li farai volare in alto, come una calamita perfetta, al cielo.

V. CONSEGUENZE CHE DERIVANO DA QUESTI DOGMI.

Questi quattro dogmi ci aprono ampi orizzonti per meglio capire gli uffici che Maria disimpegna con gli uomini. 1. Maria è la mediatrice universale di tutto le grazie. Certamente il nostro mediatore principale e necessario è Gesù Cristo, che con la sua passione e morte offrì a Dio soddisfazione condegna per i nostri peccati ed ha meritato tutti le grazie necessarie per la nostra salvezza. “Uno è solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù». (1 Tim. II, 5.) Ma abbiamo bisogno di una mediatrice presso il Mediatore: Maria. “Tale è la volontà di Colui che ha voluto che tutto psssi attraverso Maria”. (S. BERNARDO, Serm. in Nativ.) E LEONE XIII scrisse nel 1891: «Possiamo affermare che dell’immenso tesoro di grazie che il Signore ci ha meritato, sia volontà divina che nulla ci venga comunicato se non per mezzo di Maria; in modo tale che, proprio come nessuno possa avvicinarsi al Padre se non tramite il Figlio, così anche, quasi allo stesso modo, nessuno se non per mezzo della Madre può arrivare Cristo.” 2. 0 Maria è Regina non solo degli uomini, ma anche di tutte le creature. La divina maternità la eleva al di sopra Tutto. SAN BERNARDINO DA SIENA esclama: “Quante creature servono la Trinità, altrettanto servono Maria”. Con quali dolci malinconie si deliziano nei templi gli eco della SALVE, del nostro maestro San Pietro da Mezonzo: AVE, Regina, Madre di misericordia.. 3. Maria è, nell’ordine soprannaturale, nostra Madre. Lei è la Madre di Gesù, nostro fratello maggiore, Capo del Corpo mistico del Chiesa. Ella coopero’ a fare da corredentrice alla nostra redenzione… Dall’alto della croce Gesù, il Redentore, ci ha affidato al suo amore nella persona del discepolo amato, quando disse a Maria come ultimo comandamento: “Donna, ecco tuo figlio.” e Giovanni ascoltava dalle labbra tremanti di Gesù, indicando Maria: “Ecco tua madre”. Nelle nostre sofferenze, sentendo il artigli del dolore che ci lacera, vederci impotenti da tutti, alziamo gli occhi pieni di lacrime… dove?… su, su, al cielo: Ecce mater tua; c’è nostra Madre che guarda, chi ci difende, chi ci incoraggia nella lotta. Non siamo orfani. Maria lo è nostra Madre.