LA VERGINE MARIA (9)

Il Vescovo Tihámer Toth

LA VERGINE MARIA (9)

Nihil Obstat: Dr. Andrés de Lucas, Canonico. Censore.

IMPRIMATUR: José María, Vescovo Ausiliare e Vicario Generale. Madrid, 27 giugno 1951.

CAPITOLO IX

LA DEVOZIONE DELLA SPAGNA A MARIA

Per lodare la venerazione e l’amore che la Spagna professa per Maria, è sufficiente ricordare alcuni paragrafi di JUAN VÁZQUEZ DE MELLA:

“Cristologia e mariologia formano un’unità che la storia della teologia dimostra che non possa essere separata e che deve essere affermata o negata. totalmente. Il tipo della Vergine è di una grandezza tale che supera tutte le idee più elevate degli uomini. Figlia, moglie, madre, vergine, tutto insieme e in un’unica unità, è l’ideale di una bellezza soprannaturale che gli artisti della prima epoca del Medioevom vollero rappresentare nell’immagine di Sant’Anna che regge la Vergine, che teneva in grembo il Dio Bambino. – Tocca ed umile nel saluto angelico; trasportata dalla gioia nel Magnificat; trafitta da tutte le spade del dolore nello Stabat Mater Dolorosa, sotto tutte le forme e le invocazioni, ha l’ammirazione dell’umanità, poiché, fin’anche il maomettanesimo, la religione dell’impurità, proclama nel Corano la sua verginità e la sua Immacolata Concezione, e nessun vero poeta è passato davanti al suo altare senza salutarla con una vibrazione della sua lira e della sua anima. C’è una parola che è la prima ad essere pronunciata: Mamma. Solo coloro che l’hanno conosciuta e l’hanno persa dopo il vivere e crescere sotto l’impulso del suo amore, possono capire tutto ciò che sia contenuto in questo nome. Il risveglio dell’infanzia e le prime preghiere poste con i primi baci sulle labbra, le ore d’oro dell’adolescenza che non tornerà mai più; le preoccupazioni, le angosce, le illusioni, le speranze e anche le delusioni che appassiscono; i dispiaceri e le gioie, tutto è legato a colui che ci ha comunicato la linfa del corpo e dell’anima; e quindi, quando la perdiamo, ci accompagna come un’ombra invisibile, lasciandoci un ricordo funebre che gli anni non cancellano nella nostra memoria, una spina nella memoria e una spina nei nostri cuori. Lo stato di orfani! Quale religione e quale filosofia hanno pensato di alleviarlo e sopprimerlo sostituendo la madre morta con una che non muore mai? Solo una Religione divina poteva farlo, e la Chiesa ce lo mostra nella Vergine, non come simbolo, ma come realtà, che le nostre madri invocano nei loro momenti di angoscia, e di cui noi tutti siamo testimoni, perché è lei che, nei momenti supremi, quando il cuore viene. travolto dalle nere acque del dolore, sembra chinarsi su di noi e ci stende il suo mantello affinché, aggrappandoci ad esso, ci si possa salvare dal naufragio. – È per questo che il culto della Vergine Maria ha accompagnato la società cristiana fin dalle sue origini. Il protestantesimo, quando si è sollevato contro la Chiesa, si è sollevato contro la Vergine e.., inventando una storia per giustificare le sue negazioni, arrivò a dire che non esistevano immagini per dimostrare il culto della Vergine Maria fino a dopo il Concilio di Efeso. E le pareti delle Catacombe, che sono crollate per le smentite dei Protestanti, hanno risposto con magnifiche scoperte archeologiche, come quella delle Catacombe di Santa Priscilla, dove appaiono numerose immagini della Vergine, e precisamente una delle scene è il saluto angelico e un’altra la profezia di Isaia, di una tale perfezione, in contrasto con la povertà degli altri dipinti, tanto che è stato addirittura detto che se fossero stati scoperti nel XVI secolo, avrebbero si sarebbe potuto pensare che avessero ispirato Raffaello. E sono del primo secolo e contemporanei di San Giovanni! – La storia della Spagna è così strettament legata al culto della Vergine, che senza ddi esso è inconcepibile. Nel decimo Concilio diToledo, si regolavano le festività che erano state celebrate già e, quando la nazionalità della Spagna cominciò ad esistere, tutte le lingue cantarono come l’allodola dell’alba. Quella di Castiglia si può dire che inizi con la Vita di Santa Maria Egizíaca; quello catalano, con il Desconsuelo, di Raimundo Lulio, e quello galiziano, con le Cantigas di Alfonso il Saggio. E quando tutta la Penisola fu scossa dalle terribili invasioni di Almanzor, che minacciavano di ridurre la Riconquista alle grotte e alle montagne da cui provenivano i primi guerrieri; quando i Normanni seminarono il terrore sulle coste, e la nascente monarchia vacilla nel secolo millenario, un Vescovo, San Pietro di Mezonzo, come un gemito di angoscia, ma anche di speranza e di amore che esce dall’anima spagnola, compose la Salve, che in seguito tutta la cristianità avrebbe poi recitato. – E nel XIII secolo, quando tutti gli sforzi erano esauriti nella lotta contro gli Albigesi, san Domenico di Guzman, come supremo precursore, per ispirazione dall’Alto, istituì il Rosario. E si può ben dire che l’intera Reconquista non sia altro che la marcia trionfale della Spagna attraverso un fiume di sangue e una foresta di allori, i cui rami crociati stanno separando con le loro spade per aprire la strada alla Vergine, che li protegge con il suo manto e lo stende su di loro come un baldacchino di gloria. E così danno il loro nome alla caravella di Colombo e alla prodigiosa di Magellano, il primo a circumnavigare la terra.. E alla storia comune corrisponde la storia particolare delle regioni, che sembrano raggruppate davanti all’altare della Vergine per riceverme calore e protezione di Madre. – Siviglia, con gli splendori dei suoi cieli e la galanteria della sua Giralda, e i prati profumati innaffiati dal Guadalquivir, si apre come una rosa per esalare l’aroma della sua gioia davanti all’immagine della Macarena; Granada offre il suo meravigliose carmenes alla Virgen de las Angustias, come per addolcire la sua amarezza. In Murcia, la Virgen de la Fuensanta regna sulle feste, le canzoni e le case dei contadini; a Valencia, la Virgen de los Desamparados sembra una passionaria davanti alla quale tutti i fiori del suo frutteto si inchinano amorevolmente; in Catalogna, sulle rocce che sembrano le colonne di un tempio ciclopico rotto da un terremoto, si erge la Vergine di Montserrat, più in alto delle ciminiere delle fabbriche che, con le loro nuvole di fumo, assomigliano alle nuvole dei loro incensieri; in Navarra, una razza più forte del granito e della quercia delle sue montagne si prostrano con fervore e arrendevolezza davanti alla Vergine del Puy e del Camino; in Vizcaya, per il millenario delle sue libertà, la Vergine di Begoña presiede al lavoro fecondo dei suoi figli; nelle Asturie, in una fenditura della Auseva, la Vergine di Covadonga, la Vergine delle battaglie, la prima che i miei occhi hanno visto, indica, nel rivolo d’acqua che sgorga ai suoi piedi e si infiltra nel muschio delle rocce, il torrente che diventerà un fiume di sangue che attraverserà la Penisola e penetrerà nel mare, tracciando il percorso che gli audaci avventurieri percorreranno per dominare il pianeta.; in Galizia, nell’incomparabile Cattedrale di Compostela, di fronte al Portico de la Gloria, l’arco di trionfo eretto dalla Fede e dal Genio ai Crociati di Las Navas, i versi di Rosalía de Castro sembrano cadere sulla Vergine di Soledad, come gocce di lacrime con cui la pietà popolare vuole bagnare le ferite inferte al suo cuore dalle spade del dolore; in Estremadura, la Vergine di Guadalupe, ai cui piedi, come un leone stanco, il grande Imperatore andò a riposare, segnala con lo splendore e la decadenza del suo culto, la grandezza e la prostrazione del suo popolo; a León, Santa María, dove Alfonso Vil vulle porre come ex-voto la sua spada e il mantello imperiale, che intende diffondere negli altri Stati; in Castiglia, la Vergine portata in sella al suo cavallo dal Cid Campeador e San Ferdinando, e le numerose immagini della Vergine del del Carmelo, che sembra trovare il suo piedistallo più appropriato nel cuore di Santa Teresa; e, infine, in Aragona, sulle rive del fiume che dà il suo nome a tutta la Penisola, sorge la Vergine il cui Pilar indica una tradizione che risale all’età gotica e agli ultimi tempi di Roma e che arriva all’età apostolica come fondamento della Spagna. Perché la Vergine, con le sue diverse invocazioni, coronata di stelle o attraversata da spade dolorose o trionfanti, col suo culto riunisce gli amori di questa Patria, che è cresciuta sotto il suo manto, dall’Auseva, all’inizio della grande Crociata d’Occidente, fino alla fine, invocando il suo nome nell’ultima delle Crociate a Lepanto.

(Estratto dal discorso pronunciato al Teatro de las Damas Catequistas il 7 maggio 1922).

E cosa possiamo dire della devozione dell’America spagnola alla Madre? I santuari di Guadalupe, de los Remedios, di Ocotlán, di San Juan de los Lagos in Messico; di Caridad del Cobre, a Cuba; di Altagracia, ad Haiti; di Chiquinquirá, in Colombia; del Rosario, in Perù; di Andacollo, in Cile; di Luján, in Argentina – solo per citarne alcuni -, sono prove attendibili della tenera devozione con la quale i Cattolici ispanoamericani onorano la Beata Vergine Maria e della premurosa cura con cui hanno saputo conservare questa devozione, appresa dalle labbra dei primi missionari spagnoli.

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