LA SUMMA PER TUTTI (17)

LA SUMMA PER TUTTI (17)

R. P. TOMMASO PÈGUES

LA SOMMA TEOLOGICA DI S. TOMMASO DI AQUINO IN FORMA DI CATECHISMO PER TUTTI I FEDELI

PARTE TERZA

GESÙ CRISTO

OSSIA LA VIA DEL RITORNO DELL’UOMO VERSO DIO

Capo VI.

La grazia capitale propria del Figliuolo di Dio Incarnato, nella sua natura umana.

1449. Oltre la grazia di cui si è parlato secondo la sua duplice specie di grazia abituale o santificante con tutto quello che l’accompagna e di grazie gratis date, derivanti nella natura umana unita alla Persona del Figliuolo di Dio in mezzo a noi – grazia che conveniva al Figliuolo di Dio Incarnato in quanto Egli era personalmente tale uomo determinato, distinto da tutti gli altri uomini — non resta ancora da parlare, a proposito del Figliuolo di Die Incarnato, di quella che è stata chiamata la grazia capitale, che gli è propria in quanto Egli è il capo del suo Corpo mistico cioè della Chiesa?

Sì; noi dobbiamo ancora parlare della grazia capitale a proposito del Figliuolo di Dio Incarnato; grazia che a Lui conviene come Capo del suo Corpo mistico, cioè della Chiesa (VIII).

1450. Che cosa intendete significare dicendo che il Figliuolo di Dio Incarnato è il Capo del suo Corpo mistico, cioè della Chiesa?

Intendo significare che il Figliuolo di Dio, vivendo nella natura umana unita alla propria Persona, occupa il primo posto nell’ordine della prossimità di Dio; possiede la perfezione assoluta e la pienezza di tutto quanto ha attinenza con l’ordine della grazia; ed ha la virtù di comunicare tutto quanto appartiene a tale ordine, a tutti coloro che a qualunque titolo partecipano dei beni di questo stesso ordine (VIII, 1).

1451. Soltanto riguardo all’anima, o anche riguardo al corpo, il Figliuolo di Dio Incarnato è chiamato il Capo degli uomini facenti parte della sua Chiesa?

Anche riguardo al corpo i1 Figliuolo di Dio Incarnato è chiamato il Capo degli uomini facenti parte della sua Chiesa. E ciò vuol dire che la umanita del Figliuolo di Dio Incarnato, non soltanto nell’anima ma anche nel corpo, ê lo strumento della divinità per dare i beni di ordine soprannaturale, principalmente nell’anima degli uomini, ma anche nel corpo, è lo strumento della divinità per diffondere i beni di ordine soprannaturale, principalmente nell’anima degli uomini, ma anche nel loro corpo: quaggiù affinché il corpo aiuti l’anima nella pratica delle opere della giustizia; e più tardi, nella a gloriosa resurrezione, affinché il corpo dalla sovrabbondanza dell’anima glorificata riceva la sua parte di immortalità e di gloria (VIII, 2).

1452. Il Figliuolo di Dio deve essere chiamato Capo di tutti gli uomini, nel senso ora definito?

Sì; prendendo gli uomini nella universalità  del corso della loro storia. Ma coloro che dopo essere vissuti su questa terra sono morti nella impenitenza finale, non Gli appartengono più e sono da Lui separati per sempre. Coloro invece che dopo essere vissuti su questa terra della vita di grazia, sono ora nella gloria, Gli appartengono eccellentemente ed Egli è il loro Capo ad un titolo affatto speciale. Egli è inoltre il Capo di tatti coloro che Gli sono uniti per mezzo della grazia e si trovano nel  Purgatorio o su questa terra; di tutti coloro che Gli sono uniti attualmente anche per mezzo della sola fede senza la carità; di tutti color che non Gli sono ancora uniti neppure pel mezzo della fede, ma che dovranno esserlo un giorno secondo i decreti della predestinazione divina; finalmente anche di tutti coloro che vivendo ancora su questa terra, Sono nella possibilità di essergli uniti, quantunque non  debbano essergli mai uniti di fatto (VII, 8).

1453. Si può dire che il Figliulo di Dio Incarnato sia anche il Capo degli Angeli?

Sì; il Figliuolo di Dio Incarnato è anche il Capo degli Angeli. Perché appunto in rapporto a tutta la moltitudine di coloro che sono ordinati allo stesso fine della fruizione della gloria, il Figliuolo di Dio occupa il primo posto e possiede in tutta la loro pienezza i beni di questo ordine soprannaturale, e comunica a tutti la sovrabbondanza di cui trabocca (VIII, 4).

1454. La grazia capitale che conviene al Figliuolo di Dio Incarnato in quantoché vivendo nella natura umana unita alla Sua Persona Egli ê Capo della Chiesa nella universalità che abbiamo detto, è la stessa grazia di quella che a Lui conviene e che è in Lui in quanto è personalmente tale uomo determinato, distinto da tutti gli altri uomini e con più forte ragione dagli Angeli?

Sì; è la stessa grazia nella sua sostanza od essenza; ma si chiama con questi due nomi, grazia capitale e grazia personale, in ordine alla duplice missione che essa rappresenta e secondo la quale si considera: in quanto cioè adorna la natura umana propria del Figliuolo di Dio Incarnato, ed in quanto si comunica a tutti quelli che dipendono da Lui (VI, 5).

1455. Il fatto di essere Capo della Chiesa, è assolutamente proprio del Figliuolo di Die Incarnato?

Sì; in ciò che riguarda 1a comunicazione dei beni interiori dell’ordine della grazia, perché la sola umanità del Figliuolo di Dio Incarnato ha la virtù di giustificare l’uomo interiormente, in forza della sua unione con la divinità nella Persona del Verbo. Ma se si tratta del governo esteriore della Chiesa, altri uomini possono essere chiamati e sono di fatto chiamati, in diversi gradi ed a titoli differenti, capi sia di una data porzione della Chiesa, come i Vescovi nelle loro Diocesi, sia della Chiesa in generale per coloro che sono ancora nello stato di viatori sulla terra come il Sovrano Pontefice per la durata del suo Pontificato. Con questo però che tali capi non fanno che tenere il luogo del solo vero Capo da cui tutto dipende, cioè di Gesù Cristo stesso, di cui non sono, a titoli ed a gradi diversi, che i vicari, non agendo mai che nel nome di Lui (VIII, 6)

1456. Dunque nell’azione salutare che ha attinenza col bene soprannaturale di tutti quelli che, a qualunque titolo partecipano di questo bene, tutto si riferisce e tutto in ultima analisi ritorna a Gesù Cristo solo, ossia al Figliuolo di Dio Incarnato?

Precisamente; nell’azione salutare che ha attinenza col bene soprannaturale di tutti quelli che a qualunque titolo partecipano di questo bene, tutto si riferisce ed in ultima analisi tutto ritorna a Gesù Cristo solo, ossia al Figliuolo di Dio Incarnato.

1457. Vi è anche, nel senso opposto e per quanto rignarda l’azione nefasta che allontana gli uomini da Dio e li conduce alla rovina, un capo che nell’ordine del male ê ciò che Gesù Cristo, ossia il Figliuolo di Dio Incarnato, è nell’ordine del bene?

Sì; questo capo dei malvagi non è altri che satana, il capo dei demoni ribelli (VIII, 7).

1458. In quale maniera ed in che senso il capo dei demoni ribelli, satana, è nell’ordine del male capo dei malvagi, come Gesù Cristo è il Capo di tutti coloro che fanno parte della sua Chiesa?

Non lo è nel senso che egli possa comunicare interiormente il male come Gesù Cristo comunica il bene; ma lo è nel senso che nell’ordine del governo esteriore tende ad allontanare gli uomini da Dio, come Gesù Cristo tende ad indirizzarli a Lui. Tutti quelli poi che peccano imitano la sua ribellione ed il suo orgoglio, come i buoni imitano la sottomissione e la obbedienza di Gesù Cristo (VIII, 7)

1459. Sarebbe dunque in forza di questa opposizione radicale e profonda, esistente come una specie di lotta personale fra Gesù Cristo Capo dei buoni e satana capo dei cattivi, che si spiegherebbe in ultima istanza ciò che vi è di continuo e di irriducibile nella lotta tra i buoni ed i cattivi, attraverso gli avvenimenti della storia?

Sicuramente; e non si avrà mai l’ultima parola su questa 1otta, finché non ci si riporterà alla lotta personale ed irriducibile per sempre fra satana e Gesù Cristo.

1460. Questa lotta dovrà un giorno rivestire un particolare carattere di accanimento, da sembrare che satana abbia concentrato tutta la sua malizia e la sua potenza di nuocere nella persona di un individuo umano, come il Figliuolo di Dio ha posto la Sua virtù salutare nella natura umana che ha unito alla propria Persona?

Sì: ed avverrà al tempo dell’anticristo.

1461. L’anticristo sarà dunque a titolo speciale il capo dei malvagi?

Sì; l’antieristo sarà a titolo speciale il capo dei malvagi, perché avrà più malizia di quella avuta da ogni uomo prima di lui. Sarà al sommo grado il ministro di satana, sforzandosi di perdere gli uomini e di rovesciare il Regno di Gesù Cristo con una malvagità e tali mezzi di azione, che saranno degni del capo dei demoni (VIII, 8).

1462. Qual dovere si impone ad ogni uomo in presenza di questa lotta profonda ed irriducibile tra i due capi opposti della umanità?

Quello di non patteggiare mai in chechessia con ciò che appartiene a satana ed ai suoi satelliti, e di arruolarsi, per rimanervi sempre e combattere valorosamente, sotto la bandiera di Gesù Cristo.

Capo VII.

La scienza presa dal Figliuolo di Dio Incarnato nella natura umana che ha unito a Sé. – Scienza beatifica, scienza infusa, scienza sperimentale.

1463. Oltre alla grazia di cui abbiamo parlato, e che è propria della natura umana che il Figliuolo di Dio ha unito alla Sua Persona, vi sono ancora altre prerogative quale appannaggio di questa natura?

Sì; e vi sono anzitutto le prerogative che si riferiscono alla scienza (IX – XII).

1464. Che genere di scienza fu presa dal Figliuolo di Dio Incarnato nella natura umana che univa a sé nella unione ipostatica?

Tre generi di Scienza furono presi dal Figliuolo di Dio Incarnato nella natura   che univa ipostaticamente a sé, cioè: la Scienza che forma i beati nel cielo per mezzo della visione della essenza divina; la Scienza infusa o innata che da all’anima in un solo tratto e per una effusione diretta del Verbo, tutte le nozioni e tutte le idee capaci di metterla in grado di tutto conoscere per modo di scienza connaturale; finalmente la scienza Sperimentale acquisita, dovuta all’azione normale ed ordinaria delle nostre facoltà mane, attinta nel mondo esterno per mezzo dei sensi ES; 28 4).

1465. La Scienza che forma i beati nel cielo per mezzo della visione della essenza divina fu presa dal Figliuolo di Dio Incarnato, nella natura umana unita ipostaticamente a sé, in un grado particolare di perfezione?

Si; essa fu presa in un grado di perfezione che supera senza proporzione alcuna, quella di tutti gli altri spiriti beati, Angeli ed uomini, a qualunque grado di perfezione siano essi innalzati in questa scienza; e fin dal primo istante il Figliuolo di Dio Incarnato poté scorgere, colla sua natura umana, nel Verbo divino che era Egli stesso, interamente tutto; dimodoché non vi è niente, sia in qualsivoglia modo nel presente che nel passato come nell’avvenire, si tratti di azioni, di parole, di pensieri, che si riferisca a chiunque ed in qualunque tempo, che il Figliuolo di Dio Incarnato non abbia conosciuto fin dal primo istante della Sua Incarnazione, colla natura umana che aveva unito ipostaticamente a sé, nel Verbo divino che era Egli stesso (X, 2-4).

1466. E la scienza infusa od innata, fu presa essa pure in un grado particolare di perfezione dal Figliuolo di Dio, nella natura mana unita ipostaticamente a Sé?

Si; perché Egli conosceva, colla sua natura umana, tutto quello che nell’ordine di tale scienza può arrivare a conoscere la intelligenza umana, per mezzo del lume naturale che in essa si trova, e tutto quanto la divina rivelazione può far conoscere ad una intelligenza umana o creata; sia che si tratti di ciò che riguarda il dono della Sapienza o della profezia, come di qualsiasi altro dono dello Spirito Santo, in un grado di perfezione e di abbondanza assolutamente trascendente, non soltanto. in relazione a tutti gli altri uomini, ma anche in relazione alla scienza degli spiriti angelici (XI, 1, 3, 4).

1467. E la scienza acquisita che si trova nell’anima umana del Figliuolo di Dio Incarnato, in quali condizioni vi si trovò?

Vi si trovò in mode tale che per essa il Figliuolo di Die conobbe tutto quello a cui può arrivare la intelligenza umana, esercitandosi sui dati dei sensi. A misura che il giudizio umano aveva occasione di esercitarsi operando su nuovi dati dei sensi, fu possibile per Lui un certo progresso nella Scienza; ma intanto non ebbe mai bisogno d’imparare da nessun maestro umano, avendo sempre acquistato già da sé stesso al contatto delle opere di Dio, ciò che un maestro umano sarebbe stato in grado di insegnare, man mano che la sua vita progrediva (XI, 1-8).

1468. Si deve dire ancora che il Figliuolo di Dio nella sua natura umana non ricevé mai niente in nessuna maniera dagli Angeli, in fatto di scienza?

No; mai in nessuna maniera il Figliuolo di Dio Incarnato ricevé niente dagli Angeli in fatto di scienza, nella sua natura umana. Tutto quanto Egli ebbe come scienza gli venne, nella sua natura umana, o immediatamente dal Verbo che Egli era personalmente, o dal lume naturale del giudizio proprio della natura umana, esercitandosi, come ê stato detto, sui dati immediati dei sensi; perché ogni altro modo di ricevere sarebbe stato indegno di Lu i (XIT, 4).

Capo VIIL

La potenza presa dal Figliuolo di Dio nella natura umana unita ipostaticamente a Sé.

1469. Oltre alle prerogative della scienza, il Figliuolo di Dio Incarnato prese anche altre prerogative nella natura umana che univa ipostaticamente a Sé?

Sì; prese ancora ciò che ha relazione con la potenza (XIII).

1470. Quale fu la potenza dell’anima umana del Figliuolo di Dio Incarnato?

Fu tutta la Potenza connaturale all’anima umana, forma sostanziale di un Corpo che volle assumere mortale come vedremo; e di più la potenza propria a questa anima umana nell’ordine della grazia, in quanto essa doveva comunicare la sua pienezza a tutti coloro che sarebbero sotto la sua dipendenza. Vi fu ancora, nella natura umana del Figliuolo di Dio Incarnato, a titolo unico, quella partecipazione strumentale della virtù divina, per la quale il Verbo di Dio doveva ormai compiere tutte le meraviglie di trasformazione in armonia col fine della Incarnazione, vale a dire la restaurazione di tutte le Cose in cielo ed in terra, secondo il piano di rinnovamento stabilito da Dio (XI, 1-4).

Capo IX,

Difetti presi dal Figliuolo di Dio nella natura umana unita a Sé ipostaticamente: da parte del corpo: da parte dell’anima.

1471. Era conveniente che accanto alle prerogative di grazia, di scienza e di potenza il Figliuolo di Dio assumesse anche certi difetti di corpo e di anima, nella natura umana che unì ipostaticamente a Sé?

Sì; ciò era necessario in ordine al fine dell’Incarnazione, che era che con essa jl Figliuolo di Dio potesse soddisfare per i nostri peccati, apparire su questa terra come uno di noi lasciando così alla fede tutto il suo merito, ed infine servire a noi di esempio nella pratica delle più sublimi virtù di pazienza e di immolazione (XIV, XV).

1472. Quali furono i difetti del corpo che il Figliuolo di Dio Incarnato prese nella natura umana che univa ipostaticamente a Sé?

Furono i difetti, ossia le miserie e le infermità, che in tutta la natura umana sono conseguenza ed effetto del primo peccato del primo uomo; quali la fame, la sete, la morte ed altre cose di questo genere. Ma non le infermità ed i difetti che sono conseguenza di peccati personali o ereditari o anche effetto di cattivo concepimento (XIV, 1).

1473. Dunque il corpo del Figliuolo di Dio Incarnato, tranne i difetti che abbiamo detto, fu di una somma perfezione e di una somma bellezza?

Sì; il corpo del Figliuolo di Dio Incarnato, tranne i difetti che abbiamo detto, fu di una somma perfezione e di una somma bel1ezza. Perché ciò conveniva alla dignità del Verbo di Dio unito ipostaticamente a questo corpo, nonché all’azione dello Spirito Santo, per cui questo stesso corpo fu direttamente formato nel seno della Santissima Vergine, come presto diremo.

1474. E da parte dell’anima quali furono i difetti presi dal Figliuolo di Dio Incarnato, nella natura umana che Egli univa ipostaticamente a Sé?

Prima di tutto la possibilità di sentire il dolore cagionato da ciò che tocca penosamente il corpo, specialmente per le lesioni corporali che doveva soffrire nel corso della sua Passione; in secondo luogo i moti interni di ordine affettivo sensibile, ed ancora i moti interni di ordine affettivo intellettuale che suppongono un male presente o che minaccia, quali i moti di tristezza, di timore, di collera; con  questo per altro che in tali moti nell’anima umana del Figliuolo di Dio Incarnato, non vi era niente che non fosse perfettamente in piena armonia con la ragione, alla quale essi rimasero in tutto completamente soggetti (XV, 1-9)

1475. Si può dire del Figliuolo di Dio Incarnato che in forza della natura umana unita ipostaticamente a Sé, Egli fu insieme, mentre viveva sulla terra, al termine ed in via verso la beatitudine?

Sì; perché riguardo a ciò che è proprio dell’anima nella beatitudine, Egli godeva pienamente di questa beatitudine per mezzo della visione della essenza divina; e per ciò che riguarda il riverbero della beatitudine dell’anima nella parte sensibile e nel corpo, per una pecie di sospensione miracolosa in ordine alla nostra Redenzione, Egli non doveva goderne che dopo la sua Resurrezione ed Ascensione attendendola nel corso della sua vita mortale come una ricompensa che Egli doveva meritare ed acquistare (XV, 10).

Capo X.

Delle conseguenze della Incarnazione, del Figliuolo di Dio considerato in Sé stesso sotto la ragione di Verbo Incarnato. – Come noi possiamo e dobbiamo esprimerci a suo riguardo.

1476. Che cosa ne consegue per il Figliuolo di Dio Incarnato, considerato in Sé stesso ed in quanto noi possiamo e dobbiamo parlare di Lui in ragione della sua Incarnazione?

Ne consegue che noi possiamo e dobbiamo dire con tutta verità che « Dio è uomo  » perché una Persona che è Dio è anche uomo; che « l’uomo è Dio » perché una Persona che è veramente uomo è una Persona che è Dio; che tutto quanto appartiene alla natura umana e le conviene, può esser detto di Dio, perché tutto questo conviene ad una Persona che è Dio; e tutto quanto appartiene alla natura divina pub dirsi dell’uomo che è il Figliuolo di Dio Incarnato, perché questo uomo è una Persona che è Dio. Ma non possiamo dire della divinità ciò che si dice della umanità o viceversa, nella Persona del Figliuolo di Dio Incarnato, perché le due nature rimangono distinte e conservano ciascuna le loro proprietà (XVL 1, 2).

1477. Si può dire che « Dio si ê fatto nomo » ?

Sì; si può dire che « Dio si è fatto uomo ». Perché una Persona che ê Dio ha cominciato ad essere veramente uomo nel tempo, mentre prima non lo era (XVI,6).

1478. Si può dire ugualmente che « l’uomo è stato fatto Dio »?

No, non si può dire che « l’uomo è stato fatto Dio » . Perché ciò supporrebbe che una persona, essendo prima uomo senza essere Dio, è in seguito divenuta Dio (XVI, 7)

1479. Si può dire che il Figliuolo di Dio Incarnato « è una creatura »?

Non si può dire in modo puro e semplice, ma bisogna aggiungere « in ragione della natura umana che Egli ha unito a Sé ipostaticamente »; perché è vero che di fatto questa natura umana è qualche cosa di creato (XVI, 8).

1480. Si può dire mostrando Gesù Cristo, ossia il Figliuolo di Dio Incarnato: « Questo uomo ha cominciato ad essere »?  

No,; non si può dire mostrando Gesù Cristo, Figliuolo di Dio Incarnato: « Questo uomo ha cominciato ad essere ». perché ciò si intenderebbe della Persona del Figliuolo di Dio che non ha affatto cominciato ad essere; si potrebbe dirlo aggiungendo: « in quanto Egli è uomo », oppure: in forza della sua natura umana (XVI, 9).

Caro XI.

Della unità e della molteplicità che è nel Figliuolo di Dio, riguardo alla suo essere: riguardo alla sua: riguardo alle sue opere.

1481. Il Figliuolo di Dio Incarnato Gesù Cristo costituisce un solo essere o ne costituisce di più?

Ne costituisce uno solo, Dio ed uomo insieme, in forza della sua unità di Persona che sussiste in ambedue le nature, divina ed umana (XV, 1, 2).

1482. Possiamo parlare di molteplicita di volontà in Gesù Cristo, Figliuolo di Dio Incarnato?

Sì; perché in Lui si trova la volontà divina, in quanto è Dio; e la  volontà umana in quanto è uomo (XVIII, 1).

1483. Vi è in Lui anche molteplicità di volontà come uomo?

Sì; prendendo la parola volontà in senso lato, ed in quanto designa la facoltà effettiva intellettuale; ed anche in quanto talvolta designa diversi atti di queste stesse facoltà (XVIII, 2, 3).

1484. Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato ebbe ed ha iol libero arbitrio nella sua natura umana?

Sicuramente, ed in maniera sommamente perfetta; quantunque d’altra parte fosse nella impossibilità assoluta di peccare, perché la sua volontà deliberata era sempre ed in tutto conforme alla volontà divina, anche quando la parte affettiva sensibile ed il moto naturale della sua volontà, in quello che era di loro proprio dominio, potevano volgersi altrove contrariamente a ciò che voleva la sua volontà deliberata, in conformità del volere positivo divino (XV, 4).

1485. Possiamo anche dire e dobbiamo parlare di molteplicità di operazioni in Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato?

Sì; dobbiamo parlare di molteplicità di operazioni in Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato; perché se da parte della Persona o del principio a cui sono attribuite le operazioni si trovava in Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato unità perfetta ed assoluta, da parte dei principi propri di operazioni vi erano tante operazioni diverse, quante diversità di principi o di facoltà di agire erano nella sua natura umana. E di più, la grande diversità delle operazioni proprie della natura divina, distintamente dalle operazioni proprie della natura umana (XIX, 1, 8).

1486. Ma allora in che senso si parla di operazioni teandriche in Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato; e che cosa significa questa espressione?

Questa espressione significa che essendo Gesù Cristo Dio ed uomo insieme, in Lui esisteva una specie di subordinazione tra tutti i suoi principi di operazioni, specialmente fra i principi di operazioni proprie della natura umana e la natura divina, principio della operazione formalmente divina. Dimodoché la operazione umana in Lui si trovava divinamente perfezionata ed innalzata per la vicinanza e la influenza della natura divina, e la operazione propria della natura divina si umanizzava in qualche modo comunicandosi al di fuori, per l’intermezzo e col concorso della operazione umana (XIX, 1 ad 1).

1487. Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato, ha potuto meritare gualche cosa per Se stesso, per mezzo della sua operazione umana?

S1; ha potuto meritare e conveniva che meritasse per Se stesso tutto quello di cui la temporanea assenza non era contraria alla sua eccellenza ed alla sua dignità, come la gloria del corpo e tutto quanto si riferiva alla sua esaltazione esteriore in cielo e sulla terra (XIX, 8).

1488. Ha Egli potuto meritare per gli altri?

Sì; e con merito perfetto e condegno, in forza della mistica unita che formano con Lui tutti i membri della Chiesa di cui Egli è il Capo. Dimodoché tutte le sue azioni valevano non soltanto per Lui personalmente, ma anche per tutti coloro che fra gli uomini fanno parte della sua Chiesa, nel senso della universalità notata più indietro, quando si ê trattato della grazia capitale del Figliuolo di Dio Incarnato, nella natura umana che Egli ha unito ipostaticamente a Sé (XIX, 4).

1489. Che cosa occorre perché il merita delle azioni del Figliuolo di Dio Incarnato si estenda agli altri uomini?

Bisogna che essi siano a Lui uniti per mezzo della grazia del Battesimo, che ê grazia di incorporazione in Gesù Cristo, co avremo a dire in seguito (XIX, 4 ad 8).

Capo XII.

Delle conseguenze dell’incarnazione del Figlio di Dio nelle sue relazioni col Padre.- La sua soggezione al Padre.- La sua preghiera. – Il suo sacerdozio.

1490. Che cosa è seguito dalla Incarnazione del Figliuolo di Die nei suoi rapporti col Padre e nei rapporti del Padre con Lui?

Ne è seguito che il Figliuolo. di Dio Incarnato è stato soggetto al Padre; che Egli lo ha pregato; che lo ha servito mediante il suo sacerdozio, e rimanendo Egli Figlio di Dio per natura e non per adozione, ha potuto e dovuto essere predestinato dal Padre (XX -XXIV).

1491. Che cosa intendete dire, dicendo che Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato ê soggetto al Padre?

Intendo dire che in ragione della natura umana il Figliuolo di Dio Incarnato non aveva che una bontà partecipata, mentre il Padre è la bontà per essenza. Perciò tutto quello che riguardava la sua vita umana era regolato, disposto ed ordinato dal Padre; ed infine, nella sua natura umana si è in tutte le cose dimostrato di una obbedienza perfetta ed assoluta di fronte al Padre (XX, 1)

1492. Questi stessi titoli non facevano sì che il Figliuolo di Dio Incarnato fosse ugualmente soggetto a Se stesso in quanto Dio, ossia in ragione della sua natura divina?

Sicuramente; perché la natura divina, in forza della quale il Padre era superiore al Figliuolo nella sua Incarnazione, è comune al Padre ed al Figliuolo (XX, 2).

1493. In qual senso si può dire che Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato poteva e può tuttora, pregare?

Nel senso che la sua volontà umana, non avendo affatto da se stessa ed indipendentemente dalla volontà divina di potere effettuare quello che desidera, in forza di questa volontà il Figliuolo di Dio Incarnato si può rivolgere al Padre, affinché Egli con la sua volontà onnipotente che come Dio è anche la sua, compia ciò che la sua volontà umana non potrebbe compiere da se stessa (XXI, 1).

1494. Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato poteva pregare per Sé stesso?

Sì; anche nel senso che Egli poteva domandare al Padre i beni del corpo e la sua glorificazione esterna, che non possedeva ancora finché viveva sulla terra; ma, se non altro, almeno per ringraziare il Padre di tutti i doni e privilegi a Lui accordati nella sua natura umana; e sotto questa forma la sua preghiera durerà eternamente (XXI, 3)

1495. Si può dire che la preghiera di Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato sia stata sempre esaudita, mentre viveva su questa terra?

Sì; prendendo la preghiera nel suo senso perfetto, che è la ferma domanda di cosa che si vuole di volontà deliberata: perché il Figliuolo di Dio Incarnato che conosceva a perfezione la volontà del Padre. Non ha mai voluto con volontà deliberata se non ciò che sapeva in tutto conforme alla volontà del Padre, che come Dio era anche la sua (XXI, 4).

1496. Quando si parla del sacerdozio di Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato, che cosa si vuol dire?

Si vuol dire che a Lui ê appartenuto ed appartiene per eccellenza di apportare agli uomini i doni di Dio, e di presentarsi davanti a Dio in nome di tutti gli uomini, per offrire a Dio le loro preghiere e pacificare Dio verso di loro, riconciliandoli tutti con Lui (XXII, 1)

1497. Si Può dire che Gesù Cristo fu insieme sacerdote e vittima?

Si; perché accettando di essere mandato a morte per noi, Egli effettuò nella propria Persona, in forza della sua natura umana immolata, la triplice ragione del sacrifizio imposto nella legge antica, cioè: la vittima per il peccato, la vittima pacifica e l’olocausto. Infatti, Egli ha soddisfatto per i nostri peccati e li ha cancellati; ci ha fruttato la grazia di Dio che ê la nostra pace e la nostra salute; e ci ha aperto la porta della gloria, ove dobbiamo essere uniti a Dio totalmente e definitivamente nella eternità (XXII, 2).

1498. Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato è stato sacerdote anche per se stesso , nella sua natura umana?

No; niente affatto per Se stesso. Perché Egli poteva immediatamente avvicinarsi a Dio senza bisogno di un mediatore; e di più, non avendo in Sé che la somiglianza del peccato e non il peccato. non doveva offrire per sé la vittima espiatrice, ma soltanto per noi (XXII, 4).

1499. Si deve dire che il sacerdozio di Gesù Cristo rimane in eterno?

Sì; nel senso che l’effetto del suo Sacerdozio, vale a dire 1a consumazione, nella gloria, dei santi, purificati mediante la virtù del suo saerifizio, sarà in eterno la sua opera in cielo. (XXII, 5).

1500. Perché si dice che Gesù Cristo è Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedecco?

Per affermare la superiorità del sacerdozio di Gesù Cristo sul sacerdozio levitico della legge antica, che non era Se non la figura di esso (XXII, 6).

CAPO XIII.

La sua filiazione divina. – La sua predestinazione

1501. Quando si parla di adozione di Dio, che cosa si vuol dire?

Si vuol dire che Dio nella Trinità delle Persone si è degnato, per un senso di infinita bontà, di ammettere le sue creature ragionevoli a partecipare alla sua eredità ed alle sue ricchezze, che non sono altro che la gloria della propria beatitudine. Dimodochê non potendo essere suoi figliuoli per natura – perché questo non appartiene che al solo Figliuolo unico – gli Angeli e gli uomini ammessi a questa gloria, divengono suoi figliuoli di adozione (XXIII, 1)

1502. Il Figliuolo di Dio Incarnato, in forza della sua natura umana, può esser chiamato Figliuolo di Dio per adozione?

No: non lo può essere in nessuna maniera perché la filiazione essendo una proprietà personale, dove ha luogo la filiazione naturale no si dà più filiazione di adozione, che non è altro che una somiglianza della prima (XXIII, 4).

1503. Si può parlare di predestinazione rispetto a Gesù Cristo Figliuolo di Dio Incarnato?

Sì; perché la predestinazione non ê altro che la preordinazione stabilita da Dio da tutta la eternità, di ciò che Gesù Cristo doveva compiere nel tempo nell’ordine della grazia. Ora, il fatto di un essere umano che è Dio in persona e di un Dio che è uomo, si è avverato nel tempo per opera di Dio stesso, ed appartiene al più alto grado nell’ordine della grazia di cui costituisce il culmine; quindi ne consegue che rispetto al Figliuolo di Dio Incarnato, con tutta verità si può e si deve parlare di predestinazione (XXIV, 1)

1504. Tale predestinazione, basata sul fatto che in forza della natura umana che verrebbe ad essere unita nel tempo con unione ipostatica al Figliuolo unico di Dio, un giorno esisterebbe un essere umano che sarebbe Figliuolo di Die stesso e Dio sarebbe uomo; è essa il modello ossia l’esemplare e la causa della nostra propria predestinazione?

Sì; perché la predestinazione a nostro riguardo doveva ordinare che noi saremmo per adozione ciò che il Figliuolo di Dio Incarnato è per natura; e doveva pure ordinare che la nostra salute si operasse per mezzo di Gesù ,Cristo che ne sarebbe l’autore (XXIV, 3, 4)

Capo XIV.

Delle conseguenze dell’Incarnazione del Figliuolo di Dio nei suoi rapporti con noi. – Noi dobbiamo adorarlo. – Egli è il mediatore di Dio e degli uomini.

1503. Che cosa è conseguito dalla Incarnazione del Figliuolo di Dio nei suoi rapporti con noi?

Ne ê conseguito che noi dobbiamo adorarlo e che Egli ê il nostro mediatore (XXV, XXVI).

1506. Che cosa vuol dire che noi dobbiamo adorare Gest Cristo Figliuolo di Dio Incarnato?

Ciò vuol dire che noi dobbiamo rendere alla Persona del Figliuolo di Dio, dovunque si trovi e sotto qualunque forma ci apparisca, sia come Dio che come uomo, il culto di latria che è il culto proprio di Dio; quantunque se considerassimo la natura umana di Gesù Cristo come ragione o motivo del culto che gli tributiamo, essa non motiverebbe che il solo culto di dulia (XXV, 1, 2).

1507. Per la stessa ragione noi tributiamo al Sacro Cuore di Gesù, cioè del Verbo Incarnato, il culto di latria?

Sì; perché il Cuore di Gesù fa parte della sua adorabile Persona: di tutto quello che appartiene alla Persona adorabile di Gesù Cristo nella sua natura umana, il Cuore ê per natura più specialmente atto a ricevere il culto di latria, essendo il simbolo per eccellenza dell’opera di amore infinito compiuta per 1a nostra salute dal Verbo fatto carne, nei misteri della Incarnazione e della Redenzione. Onde il culto del Sacro Cuore non è niente di meno che il culto stesso di Gesù Cristo nel suo amore.

1508. Bisogna adorare ossia onorare col culto di latria la immagine di Gesù Cristo?

Sì; perché il moto con cui ci si porta verso la immagine di una cosa, in quanto immagine di questa cosa, ë il medesimo di quello con cui ci si porta verso questa cosa stessa (XXV, 3).

1509. E la croce di Gesù Cristo deve essere adorata ossia onorata col culto di latria?

Sì: perché ci rappresenta Gesù Cristo disteso su di essa e morente per noi. E se si tratta si tratta della Croce alla quale Gesù Cristo fu appeso, noi l’adoriamo ancora per questa ragione che essa ha toccato le membra di Gesù Cristo ed ê stata imbevuta del suo Sangue (XXV, 4).

1510. Dobbiamo tributare il culto di adorazione o di latria anche alla Santissima Vergine, Madre di Gesù Cristo?

No; perché non è soltanto in ragione di Gesù Cristo che noi rendiamo un culto alla Madre Sua, ma anche in ragione di Lei stessa: è Poiché Essa non è che una pura creatura, non la onoriamo col culto di latria che è proprio esclusivamente di Dio. Noi però rendiamo a Lei un culto supereminente, nell’ordine del culto di dulia appartenente alle creature unite a Dio; perché nessuna creatura ê stata unita a Dio come Lei: e per questo appunto la onoriamo col culto di iperdulia OOXV, 5).

1511. In ragione di Gesù Cristo, dobbiamo rendere un culto anche alle reliquie dei santi, specialmente ai loro corpi?

Sì; perché i santi sono stati e rimangono le membra di Gesù Cristo, gli amici di Dio e nostri intercessori Presso di Lui. Perciò tutto quello che ê stato in rapporto con essi merita di essere da noi onorato in ordine a loro stessi; ma soprattutto i loro corpi che sono stati templi dello Spirito Santo, e debbono essere configurati al corpo di Gesù Cristo mediante la gloriosa resurrezione (XXV, 6).

1512. Quando diciamo che il Figliuolo di Dio Incarnato ê il mediatore di Dio e degli uomini, che cosa vogliamo dire?

Vogliamo dire che in forza della natura umana che ha unito a Sé ipostaticamente, il Figliuolo di Dio Incarnato sta in mezzo tra Dio. da cui è lontano per la natura umana, e gli uomini dai quali ê lontano per la eccellenza della sua dignità e dei doni di grazia e di gloria che possiede in questa stessa natura umana. Ed essendo in mezzo tra Dio e gli uomini, a Lui appartiene in proprio di comunicare agli uomini i precetti ed i doni di Dio, e di presentarsi dinanzi a Dio a nome degli uomini, soddisfacendo ed intercedendo per essi (XXVI, 1, 2).

Capo XV.

Come s’è svolto fra noi il mistero del Verbo Incarnato.

1518. Questo fatto sì misterioso e meraviglioso del Figliuolo unico di Dio, che si riveste della nostra natura umana e diviene uomo come noi, come noi, nel senso e con tutte le conseguenze che abbiamo notato, come si è effettuato e svolto sulla terra e nel dominio della storia?

Risponderemo a tale questione considerando quattro cose: prima di tutto la venuta del Figliuolo di Dio Incarnato in questo mondo; poi il processo della sua vita nel mondo; in terzo luogo la partenza dal mondo; ed in ultimo la sua esaltazione dopo questa vita, durante la quale era vissuto tra noi (XXVII, Prologo).