L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (XVIII)

L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (XVIII)

INTERPRETAZIONE DELL’APOCALISSE Che comprende LA STORIA DELLE SETTE ETÁ DELLA CHIESA CATTOLICA.

DEL VENERABILE SERVO DI DIO BARTHÉLEMY HOLZHAUSER

RESTAURATORE DELLA DISCIPLINA ECCLESIASTICA IN GERMANIA, OPERA TRADOTTA DAL LATINO E CONTINUATA DAL CANONICO DE WUILLERET,

PARIS, LIBRAIRIE DE LOUIS VIVÈS, ÉDITEUR RUE CASSETTE, 23 – 1856

LIBRO SESTO.


SUI CAPITOLI XII, XIII, XIV, XV

Di alcune rivelazioni speciali e particolari fatte a San Giovanni riguardo ai regni di Mahometto e dell’Anticristo, e anche sulle ultime piaghe e sull’ultimo trionfo della Chiesa, così come su altri particolari che la riguardano.

OSSERVAZIONE PRELIMINARE.

Dopo che San Giovanni ebbe ricevuto la rivelazione generale dei principali eventi di tutto il corso della Chiesa, fino alla consumazione dei secoli, Dio gli fece conoscere in particolare alcuni misteri speciali, segreti e nascosti, e tanto terribili quanto sorprendenti, che avrebbe permesso di verificare nelle varie età della Chiesa militante. Questi misteri si riferiscono specialmente ai regni di Maometto e dell’Anticristo, e molte altre cose che sono contenute nei capitoli seguenti, sotto varie figure ed enigmi.

SEZIONE I.

SUI CAPITOLI XII E XIII.

DELLA GUERRA CHE IL DIAVOLO HA FATTO E FARÀ ANCORA ALLA CHIESA MEDIANTE COSROE, MAOMETTO E L’ANTICRISTO.

La guerra descritta nei capitoli seguenti è la più crudele, la più violenta, ostinata e lunga che lucifero, il principe delle tenebre, abbia mai intrapreso per distruggere la Chiesa di Dio, ove mai fosse possibile. Ma le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Questa lotta accanita cominciò con l’orribile tiranno Cosroe, il quale, vinto da Eraclio, suscitò al suo posto un mostro ancor più orribile nella persona di Maometto, che si impadronì del trono dei Persi, ed estese considerevolmente il suo impero. Il regno di questo nemico ereditario ed implacabile. Che fece versare flutti di sangue ai Cristiani, continua a durare; e benché considerevolmente affievolita nell’età di consolazione della Chiesa, per mano dell’atteso Monarca, ne resterà nondimeno una porzione rinserrata in limiti stretti, fino a che venga il figlio della perdizione. Questi, con trame oscure, giungerà al prono di questo impero che farà rivivere, e che restaurerà al punto da sottomettere quasi tutto al suo potere. Allora lucifero si servirà di quest’ultimo e più potente sovrano di questo reame per mettere il colmo al suo furore contro la Chiesa di Dio. La guerra descritta nei capitoli seguenti, è la più crudele, la più violenta, ostinata e lunga che lucifero, il principe delle tenebre, abbia mai intrapreso per distruggere la Chiesa di Dio, ove mai fosse possibile. Ma le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Questa lotta accanita cominciò con l’orribile tiranno Cosroe, il quale, vinto da Eraclio, suscitò al suo posto un mostro ancor più orribile nella persona di Maometto, che si impadronì del trono dei Persi, ed estese considerevolmente il suo impero. Il regno di questo nemico ereditario ed implacabile. Che fece versare flutti di sangue ai Cristiani, continua a durare; e benché considerevolmente affievolita nell’età di consolazione della Chiesa, per mano dell’atteso Monarca, ne resterà nondimeno una porzione rinserrata in limiti stretti, fino a che venga il figlio della perdizione. Questi, con trame oscure, giungerà al prono di questo impero che farà rivivere, e che restaurerà al punto da sottomettere quasi tutto al suo potere. Allora lucifero si servirà di quest’ultimo e più potente sovrano di questo reame per mettere il colmo al suo furore contro la Chiesa di Dio.

§ 1.

La guerra che il demonio suscitò per mezzo di Cosroe contro la Chiesa.

CAPITOLO XII – VERSETTI 1-18

Et signum magnum apparuit in caelo: mulier amicta sole, et luna sub pedibus ejus, et in capite ejus corona stellarum duodecim: et in utero habens, clamabat parturiens, et cruciabatur ut pariat. Et visum est aliud signum in cælo: et ecce draco magnus rufus habens capita septem, et cornua decem: et in capitibus ejus diademata septem, et cauda ejus trahebat tertiam partem stellarum cæli, et misit eas in terram: et draco stetit ante mulierem, quæ erat paritura, ut cum peperisset, filium ejus devoraret. Et peperit filium masculum, qui recturus erat omnes gentes in virga ferrea: et raptus est filius ejus ad Deum, et ad thronum ejus, et mulier fugit in solitudinem ubi habebat locum paratum a Deo, ut ibi pascant eam diebus mille ducentis sexaginta. Et factum est prælium magnum in cælo: Michael et angeli ejus praeliabantur cum dracone, et draco pugnabat, et angeli ejus: et non valuerunt, neque locus inventus est eorum amplius in cælo. Et projectus est draco ille magnus, serpens antiquus, qui vocatur diabolus, et Satanas, qui seducit universum orbem: et projectus est in terram, et angeli ejus cum illo missi sunt. Et audivi vocem magnam in caelo dicentem: Nunc facta est salus, et virtus, et regnum Dei nostri, et potestas Christi ejus: quia projectus est accusator fratrum nostrorum, qui accusabat illos ante conspectum Dei nostri die ac nocte. Et ipsi vicerunt eum propter sanguinem Agni, et propter verbum testimonii sui, et non dilexerunt animas suas usque ad mortem. Propterea lætamini cæli, et qui habitatis in eis. Væ terræ, et mari, quia descendit diabolus ad vos habens iram magnam, sciens quod modicum tempus habet. Et postquam vidit draco quod projectus esset in terram, persecutus est mulierem, quæ peperit masculum: et datæ sunt mulieri alæ duæ aquilæ magnæ ut volaret in desertum in locum suum, ubi alitur per tempus et tempora, et dimidium temporis a facie serpentis. Et misit serpens ex ore suo post mulierem, aquam tamquam flumen, ut eam faceret trahi a flumine. Et adjuvit terra mulierem, et aperuit terra os suum, et absorbuit flumen, quod misit draco de ore suo. Et iratus est draco in mulierem: et abiit facere prælium cum reliquis de semine ejus, qui custodiunt mandata Dei, et habent testimonium Jesu Christi. Et stetit supra arenam maris.

[E un grande segno fu veduto nel cielo: Una donna vestita di sole, e la luna sotto i suoi piedi, e sulla sua testa una corona di dodici stelle: ed essendo gravida, gridava pei dolori del parto, patendo travaglio nel partorire. E un altro segno fu veduto nel cielo: ed ecco un gran dragone rosso, che aveva sette teste e dieci corna, e sulle sue teste sette diademi, e la sua coda traeva la terza parte delle stelle del cielo, ed egli le precipitò in terra: e il dragone si pose davanti alla donna, che stava per partorire, affine di divorare il suo figliuolo, quando l’avesse dato alla luce. Ed ella partorì un figliuolo maschio, il quale ha da governare tutte le nazioni con scettro di ferro: e il figliuolo di lei fu rapito a Dio e al suo trono, e la donna fuggi alla solitudine, dove aveva un luogo preparatole da Dio, perché ivi la nutriscano per mille duecento sessanta giorni. E seguì in cielo una grande battaglia: Michele coi suoi Angeli combatterono contro il dragone, e il dragone e i suoi angeli combatterono: ma non vinsero, e il loro luogo non fu più trovato nel cielo. E fu precipitato quel gran dragone, quell’antico serpente, che si chiama diavolo e satana, il quale seduce tutto il mondo: e fu precipitato per terra, e con lui furono precipitati i suoi angeli. – E udii una gran voce nel cielo, che diceva: Adesso è compiuta la salute, e la potenza, e il regno del nostro Dio, e la potestà del suo Cristo: perché è stato scacciato l’accusatore dei nostri fratelli, il quale li accusava dinanzi al nostro Dio dì e notte. Ed essi lo vinsero in virtù del sangue dell’Agnello, e in virtù della parola della loro testimonianza e non amarono le loro anime sino alla morte. Per questo rallegratevi, o cieli, e voi che in essi abitate. Guai alla terra e al mare, perocché il diavolo discende a voi con grande ira, sapendo di avere poco tempo. E dopo che il dragone vide com’era stato precipitato sulla terra, perseguitò la donna che aveva partorito il maschio: ma furono date alla donna due ali di gramde aquila, perché volasse lungi dal serpente nel deserto al suo posto, dov’è nutrita per un tempo, per tempi e per la metà d’un tempo. E il serpente gettò dalla sua bocca, dietro alla donna dell’acqua come un fiume, affine di farla portar via dal fiume. Ma la terra diede soccorso alla donna, e la terra aprì la sua bocca, e assorbì il fiume che il dragone aveva gettato dalla sua bocca. E si adirò il dragone contro la donna: e andò a far guerra con quelli che restano della progenie di lei, i quali osservano i precetti di Dio e ritengono la confessione di Gesù Cristo. Ed egli si fermò sull’arena del mare.]

I. Vers. 1E apparve un grande segno nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi, e sul suo capo una corona di dodici stelle.

Vers. 2Portava un figlio nel suo grembo, e gridava nel suo dolore e provava tutta l’angoscia del parto. Sotto il tipo della donna che è descritto qui, si intende la Chiesa di Cristo sulla terra. Il Profeta la rappresenta giustamente come una donna, poiché è la sposa di Gesù Cristo e nostra madre, in quanto ci rende figli di Dio mediante il Battesimo. E apparve un grande segno, cioè la Chiesa, che è davvero un grande segno visibile in tutti i tempi e su tutta la terra, ed è contro questo segno che il figlio della perdizione si alzerà in modo speciale, a causa del nome di Nostro Signore Gesù Cristo, che egli bestemmierà, e che pochi uomini oseranno confessare sotto il suo regno di una orribile tirannia. Si dice che questo grande segno sia apparso in cielo, perché la Chiesa prende la sua luce dal cielo, una luce che la rende visibile a tutto il mondo. E sebbene sia sulla terra esposta alla furia delle persecuzioni e costantemente agitata e battuta dalle onde della tempesta che questo mondo solleva contro di essa, continua tuttavia a rimanere sotto la protezione del Dio del cielo, che le comunica i raggi del suo sole, e che non permetterà mai contro di essa altri mali se non quelli che la sua santa volontà e quella del suo Cristo giudicheranno utili o necessari. Infatti, Dio non è mai così vicino ai suoi che protegge, come quando sono in mezzo ai più grandi pericoli e mali. Questa Chiesa è paragonata ad un donna vestita di sole, perché Nostro Signore Gesù Cristo, che è il Sole di Rettitudine, la illumina costantemente, la sostiene e la rafforza con la sua assistenza divina; la glorifica e la circonda. La glorifica e la circonda con la sua protezione onnipotente. – San Giovanni l’annuncia sotto la figura di una donna vestita di sole, perché alla fine dei tempi, nei giorni delle sue più grandi tribolazioni, la Chiesa sarà più particolarmente assistita da Gesù Cristo, che ispirerà e rafforzerà i suoi eletti, che sono davvero pochi, per non soccombere. Con la luna sotto i suoi piedi, cioè l’orbe terrestre, che cresce e decresce come la luna, secondo che i Cristiani che ne fanno parte diminuiscano o si moltiplichino nel corso dei secoli. La Chiesa è rappresentata come se avesse la luna sotto i suoi piedi, a causa del potere che Gesù Cristo le ha dato su tutto il mondo, anche se, secondo la volontà di Dio, e secondo come Egli comunica la sua luce alla terra, il numero di coloro che gli obbediscono aumenta o diminuisce, secondo le circostanze dei tempi. Si nota soprattutto che questa luna è sotto i piedi della Chiesa; tuttavia, negli ultimi giorni i suoi piedi sfioreranno appena la terra, e Gesù Cristo, il Sole di Rettitudine, e la Sua Chiesa, che riflette la sua luce, saranno eclissati dagli abitanti dell’orbe. Perché allora saranno pochi gli uomini che confesseranno il suo santo Nome. I governanti della terra e quasi tutti i popoli che si oppongono alla luce di questo sole, copriranno la superficie dell’orbe come tante locuste, come la sabbia del mare o come le foglie degli alberi; e saranno gettati nell’inferno dall’ira dell’Agnello. E sul suo capo una corona di dodici stelle. Queste dodici stelle significano tutti i Santi che si alzeranno contro il torrente degli empi e combatteranno per la Chiesa e per il suo Cristo, come fecero gli Apostoli e gli altri Santi durante i primi secoli delle grandi persecuzioni. È di tutti questi santi che Daniele (XII, 3), dice: « Ora coloro che sono stati sapienti brilleranno come le luci del firmamento; e coloro che hanno istruito molti nella via della giustizia brilleranno come stelle nell’eternità. » Così questi Santi che combatteranno per la Chiesa alla fine dei tempi saranno la sua corona ed il suo ornamento sulla terra, come le stelle sono l’ornamento del cielo. E sul suo capo una corona di dodici stelle. Essa portava un figlio nel suo grembo, e gridava nel suo dolore, e provava tutta l’angoscia del parto. Queste parole si riferiscono alla terribile angoscia, al profondo dolore e ai grandi pericoli in cui la Chiesa militante e l’Impero Romano (che è anche rappresentato qui, in un altro senso letterale, dalla donna), sono stati immersi e continueranno ad essere immersi di fronte al drago, alla bestia ed al falso messia. Infatti l’imperatore Foca, uno dei principi più empi, malvagi ed effeminati del mondo, inondò l’impero con i suoi crimini. In seguito Cosroe, re dei Persiani, un tiranno crudelissimo ed i barbari al suo fianco, causarono un tale caos nel paese che lasciarono la Chiesa e l’Impero Romano a malapena sussistere.  L’Egitto, la Palestina, la Libia e Gerusalemme furono invase, e 90.000 Cristiani furono massacrati in queste orribili circostanze, che continuarono fino all’avvento di Eraclio. Questo principe, salito sul trono dell’Impero, si impadronì dell’Armenia e sconfisse l’esercito di Cosroe, che mise in fuga con una vittoria memorabile. – Dopo di che trionfò sui Persiani, che sconfisse in tre grandi battaglie, ed infine riconquistò la vera croce di Gesù Cristo dagli infedeli e la restituì alla Chiesa Cattolica.  Ora queste sono le ansie, i dolori, le difficoltà e questi i pericoli della Chiesa, che San Giovanni descrive sotto l’enigma di una donna in preda alle doglie del parto. Infatti, le quattro circostanze principali di queste prove della Chiesa di Cristo trovano la loro verifica figurata nel parto di una donna. a). Essa portava nel grembo un bambino, cioè Eraclio suo figlio e futuro imperatore. b). E gridò nel suo dolore e nelle sue tribolazioni. c). E sentì tutta l’angoscia, cioè il pericolo pressante che la minacciava. d). Essa provava tutta l’angoscia del parto, desiderando con timore e sollecitudine di partorire finalmente, con l’aiuto della misericordia divina, un figlio pieno di forza e di vita, cioè un buon Imperatore che la liberasse. Questo è infatti ciò che le fu concesso, anche se più tardi questo Imperatore cadde nell’eresia, fu abbandonato da Dio e perì miseramente, come vedremo più avanti. – 2° La Chiesa e l’Impero Romano hanno continuato, più o meno fino ad oggi, ad essere immersi nel dolore, nel pericolo e nell’angoscia dall’impero di Maometto, cioè l’impero dei Turchi, che i Cristiani devono considerare come una bestia molto feroce che non cesserà, a causa del suo istinto diabolico, di perseguitare la Chiesa ad oltranza. – 3º Questo pericolo e questa angoscia diventeranno estremi nei giorni dell’Anticristo, che sarà l’ultimo rappresentante di questo potere infernale, ma anche il più temibile e terribile, perché il serpente antico lo ispirerà nel consumare la sua rabbia e la sua vendetta. – Così l’enigma della donna nei dolori del parto non si riferisce ad un’unica epoca, ma a varie circostanze in cui Dio le darà sempre figli maschi forti e robusti, cioè, imperatori, re e principi che la difenderanno e proteggeranno essa e il suo Impero Romano dall’essere divorato da questa bestia crudele. Anche se l’impero turco è presentato nella storia con alcune modifiche, forma però, in realtà e nel suo insieme, un’unica monarchia, da Cosroe all’Anticristo, perché i suoi governanti hanno un obiettivo comune, che è lo sterminio del Cristianesimo e dell’Impero Romano.

II. Vers. 3E apparve un altro segno nel cielo: un grande drago rosso, con sette teste e dieci corna, e sette diademi sulle sue teste.

III. Vers. 4E la sua coda trasse la terza parte delle stelle del cielo, e le fece cadere sulla terra….. E un altro segno apparve in cielo. Questo segno è rappresentato in cielo, perché il drago dell’abisso con tutti gli empi osa salire verso le cose celesti per distruggerle. Ma qualunque siano i loro sforzi, sono sempre respinti e contenuti dal potere divino, e possono nuocere solo per quanto Dio permette. Un grande drago rosso, dice il testo latino, et ecce, ed ecco; queste parole sono piene di forza e richiamano tutta la nostra attenzione sull’orribile e terribile mostro che il Profeta sta per descrivere. Ed ecco un grande drago rosso, cioè Lucifero, il principe di tutti i demoni e di tutti i tiranni, contro il quale San Giovanni è attento a metterci in guardia, dicendo: Questo grande drago, il vecchio serpente, chiamato diavolo e satana, che inganna tutto il mondo, fu gettato sulla terra, e i suoi angeli con lui. Questo dragone è chiamato grande, a causa dell’immenso potere che Dio gli ha permesso di esercitare contro i santi, contro la Chiesa e contro l’Impero Romano, particolarmente al tempo di Cosroe, di Maometto e soprattutto dell’anticristo, che sarà l’epilogo e il rappresentante di tutti i tiranni, di tutti gli scellerati, di tutti i sortilegi e di tutti gli impostori. Quando un serpente cresce fino a raggiungere proporzioni mostruose, viene chiamato dragone. Ora è questo che si verificherà soprattutto nel figlio della perdizione; infatti, questo serpente diventerà molto grande con le sue vittorie, con la sua potenza, con le sue mostruose imposture, con la moltitudine dei suoi falsi miracoli e con la varietà e la raffinatezza dei suoi stratagemmi. Questo drago apparve rosso a San Giovanni, cioè il colore del sangue di cui si è macchiato a partire da Abele e dai primi martiri, fino all’ultimo dei Cristiani che questo mostro immolerà, per gelosia della gloria di Dio e del santo Nome di Gesù. È di questo drago che San Giovanni ci dice, VIII, 44: « Era omicida fin dal principio », perché non perseverò nella verità, e perse il posto che Dio gli aveva dato. Questo dragone è anche rosso, a causa del fuoco infernale in cui è tormentato con i suoi nei secoli dei secoli. Egli è anche rosso, a causa della sua antica gelosia, della rabbia e dell’invidia, che gli danno un colore livido, tanto arde dal desiderio di nuocere agli uomini e alla Chiesa di Cristo, cercando continuamente di divorare i Cristiani, e di rovinare i loro pii disegni e le loro buone opere, come i serpenti rossi ed i rospi, che sono considerati velenosissimi, cercano di nuocere agli uomini. Infine, è rosso, perché è e sarà, verso la fine dei tempi, molto astuto e fine, come ci avverte Gesù Cristo in San Matteo (XXIV, 24), « … in modo da sedurre gli stessi eletti, se fosse possibile ». Questo dragone apparve a San Giovanni con sette teste e dieci corna, e sette diademi sulle sue teste. Queste sette teste significano tutti i re, o piuttosto tutti i tiranni che regneranno nella monarchia turca fino alla fine. E con le dieci corna si intendono tutti i regni che saranno soggetti al potere del dragone. Si dice che questo dragone avrà o possiederà queste teste e queste corna, perché governa questi re e questi regni, e li spinge alla tirannia contro i Cristiani. Egli combatte con essi ed in essi, ed attraverso di essi infuria contro Gesù Cristo e la sua Chiesa. Si dice anche che avrà sette diademi sulla testa, perché la dignità reale continuerà a sussistere nella monarchia turca fino al figlio della perdizione, perché questo regno non sarà totalmente distrutto. Le dieci corna sono anche dieci re più o meno potenti che, verso la fine dei tempi, quando l’Impero Romano sarà distrutto, si incoroneranno da se stessi; ognuno di essi vorrà avere il proprio regno; ma il figlio della perdizione li vincerà e li sottometterà alla sua dominazione. Ed è così che otterrà una grande potenza, perché userà questi re come sue corna, per combattere e distruggere tutte le cose, come un animale la cui forza è nelle sue corna. E la sua coda portò via la terza parte delle stelle del cielo e le fece cadere sulla terra. Con la coda, comprendiamo le conseguenze di questa monarchia diabolica che ha trascinato via, in effetti, e coinvolto la terza parte delle stelle del cielo, cioè la Chiesa greca, che a poco a poco si separò dalla Chiesa romana, dopo essersi macchiata da vari errori, in occasione della setta di Maometto e sotto il giogo della monarchia turca. Questa Chiesa greca è rappresentata dalle stelle del cielo, perché fiorì prima, e brillò come le stelle, con un gran numero di Santi e dottori; tanto che dobbiamo riconoscerci noi stessi che quasi tutte le luci, e specialmente le più grandi della Chiesa di Cristo, hanno brillato soprattutto nella Chiesa primitiva e nella Chiesa greca. E li fece cadere sulla terra, perché la Chiesa greca fu dispersa, e così rimarrà nel suo triste stato sotto il dominio dell’impero turco, fino al tempo del figlio della perdizione. È vero che nella sesta epoca, quando questo impero turco sarà stato confinato in limiti più ristretti, la Chiesa greca sarà di nuovo unita alla Chiesa latina. Ma siccome questo periodo sarà di breve durata, rispetto alla durata di questo regno, questa riconciliazione con la nostra santa madre Chiesa non può essere considerata come costante e duratura. Inoltre, questa Chiesa greca sarà quasi la prima fra tutte quelle che, alla fine dei tempi, aderiranno al figlio della perdizione e ai suoi falsi profeti, e si rivolterà contro la donna vestita di sole, cioè contro la vera Chiesa di Gesù Cristo. Essa si impegnerà allora, secondo la sua vecchia abitudine diabolica, a riprodurre i suoi errori sulla natura del Figlio e della processione dello Spirito Santo, e adorerà e farà adorare sulla terra un falso salvatore del mondo e il più criminale degli impostori, l’anticristo. Allo stesso modo, con la coda sono designati i falsi Cristiani e i falsi profeti, che, come la coda di un drago, saranno pieni del veleno della dottrina più pestilenziale, e aderiranno a satana in modo inseparabile, seguendolo ovunque egli andrà, ed agendo secondo la sua volontà ed il suo potere che possiederà con il permesso di Dio. Ed essi inganneranno molti uomini, secondo la profezia di Gesù Cristo, (Matth. XXIV, 24): « Perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti, e mostreranno grandi segni e prodigi, in modo da ingannare, se fosse possibile, gli stessi eletti. »  Perciò è detto: E la sua coda trasse la terza parte delle stelle del cielo e le fece cadere sulla terra. Per stelle del cielo si intendono anche i dottori, i religiosi e gli ecclesiastici anche della Chiesa latina, i quali, in questi ultimi giorni, vedendo che tutto sarà capovolto e che Dio apparirà come addormentato, ed anche come impotente a reprimere gli empi ai quali permetterà tutto, si scandalizzeranno, e si lasceranno sedurre dai prodigi dei falsi profeti, e faranno defezione. Si abbandoneranno ai piaceri della carne, si sposeranno e immergeranno i loro cuori negli amori illeciti e nella concupiscenza delle donne. Perché allora il celibato e la santa virtù della castità saranno considerati uno scandalo ed un oggetto di derisione. Si vedranno rinascere i tempi di Noè, quando tutta la carne aveva corrotto le sue vie; e allora Dio distruggerà l’universo, non più con l’acqua, ma con il fuoco. E li fece cadere sulla terra, perché questi apostati, uniti nel cuore e nella mente ai falsi profeti, aderiranno alla loro falsa dottrina e si metteranno all’opera per turbare, in modo orribile, la Chiesa di Cristo. Essi commetteranno grandi scandali, inganneranno i popoli e le nazioni, e perseguiteranno i loro fratelli e i loro superiori che non vorranno camminare nella via delle loro abominazioni. Da questo l’avvertimento che Gesù Cristo ci dà in San Matteo, (XXIV, 9): « Allora vi consegneranno alla tribolazione, vi uccideranno e sarete odiati da tutte le nazioni a causa del mio nome. E molti si scandalizzeranno, e tradiranno e si odieranno l’un l’altro. E molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. E poiché l’iniquità abbonderà, l’amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà fino alla fine sarà salvato. »

III. Vers. 5. – E quel drago stava davanti alla donna che doveva partorire, per divorare suo figlio appena partorito. E partorì un figlio maschio, che avrebbe dovuto governare tutte le nazioni con uno scettro di ferro e suo figlio fu portato a Dio e al suo trono. Questo stazionamento, in presenza e davanti alla donna, denota una violenza eccessiva e molto pressante, e una tirannia continua e sostenuta contro la Chiesa di Cristo e il suo Impero Romano; violenza che satana esercitò per la prima volta nella persona di Cosroe, re dei Persiani, che è un tutt’uno con satana. Per questo è chiamato il dragone in seconda e come uno strumento, perché ne era la coda e non aveva che un solo scopo, quello di distruggere il Nome di Gesù Cristo e della sua Chiesa. Lo stesso vale, a maggior ragione, per Maometto, e di conseguenza per il suo impero tirannico che durerà 1260 anni, e che sarà rinnovato dall’anticristo, il figlio della perdizione. Poiché è ammesso, una volta per tutte, come certo, che questa guerra così crudele e così lunga del dragone fu intrapresa e iniziata da Cosroe, e fu poi continuata per molto tempo da Maometto e dal suo impero turco, e finirà con l’Anticristo, che commetterà più crimini durante i giorni della durata del suo regno che tutti quelli che i precedenti avranno prodotto in tanti anni. Questi giorni sono indicati da Daniele e da San Giovanni, come abbiamo detto sopra. Del resto, ne parleremo più a lungo nel seguito. Tutti devono quindi sapere che sotto l’enigma del dragone, del grande capo e direttore degli empi, e sotto gli enigmi delle bestie e delle corna, delle teste, delle acque e delle donne, tutti gli abomini di questa guerra sono descritti dal Santo, che se ne stupisce lui stesso, perché sono davvero grandi e veramente stupefacenti le tribolazioni che rovineranno più o meno la Chiesa, e nelle quali gli eletti saranno provati come dal fuoco. Ecco perché il dragone, Cosroe, Maometto, tutti i successori della sua setta nell’impero turco, e anche il figlio della perdizione che sarà il loro complemento, sono tutti nemici dichiarati del santo Nome di Gesù e della sua Chiesa, e costituiscono un solo corpo morale, che è la bestia o il dragone. E questo dragone si arrestò davanti alla donna che doveva partorire. Queste parole significano la grande angoscia e il pericolo di perire in cui si trovavano la Chiesa e l’Impero Romano al tempo dell’imperatore Foca, sotto il cui regno Cosroe occupava una parte molto grande di quell’Impero. Infatti egli devastò tutte le chiese, trattò i fedeli in modo disumano e li fece massacrare crudelmente, si impadronì della città di Gerusalemme, dove 90.000 Cristiani furono passati a fil di spada, e portò via la vera croce del Salvatore. E se la misericordia di Dio non avesse dato alla Chiesa un potente liberatore nel suo figlio Eraclio, quel crudele tiranno, che si era ingrandito con tante depredazioni, e con tanti regni di cui si era impadronito, avrebbe forse finito per divorare tutto, come un dragone in furia. E questo dragone si fermò davanti alla donna che doveva partorire, per divorare suo figlio appena partorito. Cosroe, infatti, diventato insolente per le sue vittorie, voleva assolutamente divorare e distruggere Eraclio, quando salì sul trono dell’Impero, che aveva appena subito attacchi così violenti. Infatti, Cosroe, gonfio delle sue vittorie e pieno di fiducia nell’estensione del suo potere e nel valore dei suoi eserciti, rifiutò di concludere un trattato di pace con Eraclio, anche nei termini più umilianti per quell’imperatore.

IV. Essa mise al mondo un figlio maschio che avrebbe governato tutte le nazioni con scettro di ferro. Questi era Eraclio, che fu elevato all’Impero, e che mostrò veramente un vigore maschile, fin dall’inizio del suo regno. Egli represse l’insolenza di Cosroe con vittorie folgoranti, fece a pezzi molti dei suoi più formidabili eserciti, occupò la Persia, ripiantò la santa croce sul monte Calvario, e infine si dimostrò veramente degno di regnare su tutte le nazioni. E forse Dio gli avrebbe concesso questo vantaggio, se non si fosse allontanato da lui sostenendo l’eresia dei Monoteliti. Così dunque, quanto il felice inizio del suo regno fu gradito a Dio e alla Chiesa, ed utile all’Impero, tanto egli stesso divenne miserabile e odioso in seguito. Che i re, i principi e gli uomini potenti del mondo imparino da questo esempio cosa possono fare con l’aiuto e l’amicizia di Dio, e come, al contrario, diventano impotenti e miserabili allontanandosi da Lui. Che doveva governare tutte le nazioni con uno scettro di ferro. Con questo scettro di ferro si intende un potere molto grande e forte, che Dio ebbe dato a Eraclio per sottomettere al suo dominio, e per contenere nell’obbedienza e nella servitù, le nazioni barbare, se non si fosse separato da Lui, e se non avesse corrotto le sue vie cadendo nell’eresia. Ecco perché San Giovanni si esprime in modo condizionale e non assoluto: Che doveva governare, etc. – E suo figlio fu portato a Dio e al suo trono. Queste parole esprimono la protezione di Dio verso Eraclio, e i suoi eterni consigli contro i suoi nemici; e anche le brillanti vittorie e l’elevazione di questo principe al trono dell’Impero. Questi sono, infatti, doni che vengono da Dio, e che Egli distribuisce a suo piacimento. Si leggano, volendo, le guerre, le vittorie e gli atti pii di questo Imperatore, quando ancora difendeva la causa di Dio, e quando combatteva così valorosamente per la croce del suo Cristo, e vedremo chiaramente il dito di Dio nell’incoronazione di questo Imperatore, e nel suo brillante trionfo sui nemici più potenti e formidabili, con mezzi umani molto deboli. Ma poiché abbandonò le vie della giustizia e della verità, egli stesso fu abbandonato da Dio, ed in seguito soffrì ogni tipo di disgrazie e di miserie. La sua defezione diede alla bestia l’ingresso in uno dei regni più potenti, stabili e lunghi della storia del mondo, che si estende da Maometto fino all’anticristo. – Cosroe, diventato insolente per le sue vittorie, voleva assolutamente divorare e distruggere Eraclio, quando salì sul trono dell’Impero, che aveva appena subito attacchi così violenti. In effetti Cosroe, gonfio delle sue vittorie e pieno di fiducia nell’estensione del suo potere e nel valore dei suoi eserciti, rifiutò di concludere un trattato di pace con Eraclio, anche nei termini più umilianti per quell’imperatore.

IV. Essa mise al mondo un figlio maschio che avrebbe governato tutte le nazioni con scettro di ferro. Questi era Eraclio, che fu elevato all’Impero, e che mostrò veramente un vigore maschile, fin dall’inizio del suo regno. Egli represse l’insolenza di Cosroe con vittorie folgoranti, fece a pezzi molti dei suoi più formidabili eserciti, occupò la Persia, ripiantò la santa croce sul monte Calvario, e infine si dimostrò veramente degno di regnare su tutte le nazioni. E forse Dio gli avrebbe concesso questo vantaggio, se non si fosse allontanato da lui sostenendo l’eresia dei Monoteliti. Così, dunque, quanto il felice inizio del suo regno fu gradito a Dio e alla Chiesa, ed utile all’Impero, tanto egli stesso divenne miserabile e odioso in seguito. Che i re, i principi e gli uomini potenti del mondo imparino da questo esempio cosa possono fare con l’aiuto e l’amicizia di Dio, e come, al contrario, diventano impotenti e miserabili allontanandosi da Lui. Che doveva governare tutte le nazioni con uno scettro di ferro. – Con questo scettro di ferro si intende un potere molto grande e forte, che Dio ebbe dato a Eraclio per sottomettere al suo dominio, e per contenere nell’obbedienza e nella servitù, le nazioni barbare, se non si fosse separato da Lui, e se non avesse corrotto le sue vie cadendo nell’eresia. Ecco perché San Giovanni si esprime in modo condizionale e non assoluto: Che doveva governare, etc. – E suo figlio fu portato a Dio e al suo trono. Queste parole esprimono la protezione di Dio verso Eraclio, e i suoi eterni consigli contro i suoi nemici; e anche le brillanti vittorie e l’elevazione di questo principe al trono dell’Impero. Questi sono, infatti, doni che vengono da Dio, e che Egli distribuisce a suo piacimento. Si leggano, volendo, le guerre, le vittorie e gli atti pii di questo Imperatore, quando ancora difendeva la causa di Dio, e quando combatteva così valorosamente per la croce del suo Cristo, e vedremo chiaramente il dito di Dio nell’incoronazione di questo Imperatore, e nel suo brillante trionfo sui nemici più potenti e formidabili, con mezzi umani molto deboli. Ma poiché abbandonò le vie della giustizia e della verità, egli stesso fu abbandonato da Dio, ed in seguito soffrì ogni tipo di disgrazie e di miserie. La sua defezione diede alla bestia l’ingresso in uno dei regni più potenti, stabili e lunghi della storia del mondo, che si estende da Maometto fino all’anticristo. V. Vers. 6E la donna fuggì nel deserto, dove aveva un rifugio che Dio aveva preparato per lei, per esservi nutrita milleduecentosessanta giorni. Quando Dio vide che il Cristianesimo e l’Impero d’Oriente non potevano resistere, e che la stessa fede cattolica cominciava ad essere oscurata dal fumo dell’orgoglio e ad essere macchiata dal fango dell’arroganza di cui gli stessi fedeli erano colpevoli verso la Santa Sede; e quando vide le tenebre delle eresie e degli scismi insinuarsi gradualmente nella Chiesa, Egli la trasportò con il suo Impero Romano in Germania, la cui porzione principale era ancora sepolta negli errori del paganesimo. Dio, quindi, volendo mostrare clemenza verso la razza germanica, mandò loro grandi Santi, dell’ordine sempre celebre di San Benedetto, che successivamente la convertirono alla fede cattolica. Citiamo qui alcuni di questi nomi apostolici: San Goar convertì gli abitanti di Treviri; San Ruperto con i suoi compagni convertì la Baviera; San Primino convertì la Sassonia occidentale; San Gisleno fu l’apostolo dell’Austria. Le isole britanniche hanno ricevettero la luce della fede da San Riccardo, abate, Sant’Agostino, San Bonifacio e molti altri santi dottori. San Wilfrido convertì i popoli della Frisia, e San Chiliano quelli della Franconia. È così che l’intera razza alemanna si è trovata al centro della felicità e della luce della fede del Cristo con questi santi Apostoli e molti altri che Dio mandò ad essa. La bestia rabbrividì di rabbia. La Germania, che prima era considerata una vasta solitudine o un deserto, fu così fecondata dalla dottrina di questi santi Apostoli, e annaffiata dal sangue di molti di loro che suggellarono, con il martirio, le verità che predicavano. Perciò l’Apostolo dice: E la donna fuggì nel deserto; cioè, Dio portò la sua Chiesa in Occidente, e specialmente in Germania, che sono metaforicamente designate come il deserto: 1° Perché un deserto non è abitato, e non c’è vita sociale. 2° Perché i deserti sono di solito il ritrovo di bestie feroci. Ora la Germania e l’Inghilterra, cioè le isole britanniche verso il nord e l’Occidente, erano come piene di bestie feroci, cioè, di sacerdoti degli idoli e di idolatri, che fremevano di rabbia alla voce del Vangelo. In seguito, poiché la fede e il vero Dio non avevano ancora abitato ed illuminato queste regioni, il Profeta le chiama un deserto, dove la donna aveva un ritiro che Dio aveva preparato per lei, cioè aveva preparato queste regioni dell’Occidente a ricevere la fede cattolica, e di conseguenza la Chiesa di Gesù Cristo, rappresentata metaforicamente dalla donna, come è stato detto sopra. In effetti, Dio predispose la Germania e le parti occidentali dell’Europa a ricevere la fede cattolica attraverso le luci della sua grazia che riversò nei cuori, e attraverso le luci esteriori e sensibili dei suoi Apostoli. Per essere nutrita lì milleduecentosessanta giorni. Queste parole designano la durata effettiva del rifugio della Chiesa di Gesù Cristo in Occidente. E questa durata sarà di milleduecentosessanta anni, perché qui i giorni contano come anni, come spesso accade nella Scrittura. L’inizio di questo periodo risale all’origine della monarchia turca, e anche all’inizio della conversione degli inglesi e delle nazioni occidentali. Proprio come nell’Antico Testamento il popolo d’Israele aveva un nemico ereditario nei Gentili; così il popolo cristiano e la Chiesa di Cristo avranno sempre come avversari la nazione turca e tutti i popoli barbari della setta di Maometto fino alla fine dei tempi. Questa bestia riceverà infatti un grande colpo ed una profonda ferita dal grande Monarca che gli toglierà l’impero di Costantinopoli con gran parte del suo territorio. Ma l’anticristo, che sarà l’ottavo corno della bestia, curerà la sua ferita, e rafforzerà addirittura questa bestia in modo così considerevole, che occuperà quasi tutti gli Stati, e arriverà addirittura ad un grado supremo di elevazione tra tutti gli altri regni. – Ho detto che occuperà quasi tutti gli Stati; anzi, l’anticristo che sorgerà sul trono della monarchia turca, nelle terre dove il grande Monarca lo avrà relegato, ristabilirà il suo impero e lo renderà più potente che mai. E la donna fugge nel deserto….. per essere nutrita, cioè per essere mantenuta e conservata. Perché questo è ciò che Dio ha concesso alla Chiesa d’Occidente nella sua paterna bontà, e ciò che le concederà fino alla fine dei tempi, di poter conservare la sua fede con la predicazione del Vangelo e con gli esempi dei suoi Santi. In ogni epoca e tempo, Dio ha sempre mandato operai nella sua vigna per coltivarla; e così ha impedito che questa vigna o Chiesa perisse, specialmente nel terribile uragano dell’eresia di Lutero.

VI. Vers. 7. – E ci fu una grande battaglia in cielo, ecc. San Giovanni descrive con le seguenti parole la guerra che sorse, quando San Michele e gli angeli custodi si impegnarono a stabilire la Chiesa d’Occidente, ed il dragone, con gli angeli cattivi, fece tutti i suoi sforzi per opporvisi e persino per distruggerla. E ci fu un grande combattimento nel cielo. San Michele e i suoi Angeli combatterono contro il dragone, e il dragone con i suoi angeli combatteva contro di lui. San Michele è il protettore della Chiesa militante, e i suoi Angeli sono i guardiani delle chiese, dei regni e di tutta la Cristianità. San Michele è il principe e il capo di quelle migliaia di Angeli che combattono, secondo la volontà di Dio, contro il potere delle tenebre, per proteggere e conservare la Chiesa, che è più o meno estesa su tutta la terra, secondo le circostanze dei tempi, e che è affidata alla cura di questo Arcangelo. Il dragone, invece, è lucifero, il serpente antico, il diavolo e satana. I suoi angeli sono gli altri spiriti malvagi e reprobi che egli invia su tutta la superficie della sfera per distruggere la Chiesa ed il Nome di Cristo. – Così, mentre i primi si sforzavano di diffondere la fede cristiana in Europa, i secondi facevano del loro meglio per contrastarla e distruggerla, sollecitando le anime delle nazioni convertite a far defezione, ed eccitandoli alla sedizione, alla guerra, alla tirannia, alla persecuzione e all’odio contro i sacerdoti e gli Apostoli di Cristo. Inoltre, essi suscitarono falsi fratelli, i figli di Belial, nel seno della Chiesa con le eresie, in modo che questi potessero causare confusione e problemi tra i nuovi Cristiani con lo scandalo, per renderli odiosi alle altre nazioni che erano ancora nelle tenebre, e per impedire loro di convertirsi. Ma nonostante tutti questi sforzi tentati dal dragone e dai suoi angeli ribelli, né le sedizioni, né le guerre, né le defezioni, né lo spargimento di sangue dei martiri, né tante altre difficoltà di ogni genere potettero impedire la conversione della Germania e delle nazioni occidentali, perché quest’opera santa era sotto la protezione speciale di Dio, che si mostrava sensibile alle preghiere e ai sacrifici di tutti i santi Apostoli della Germania e di tutta l’Europa. Di modo che la potenza, le lotte, le fatiche, l’industria dei santi Angeli e l’estrema vigilanza prevalsero, e ottennero da San Michele un pieno trionfo. Ecco perché è detto nel testo, parlando dei primi:

Vers. 8. – Ma questi furono i più deboli, e il loro posto non si trovò più in cielo, cioè nella Chiesa della Germania e dell’Occidente, per impedire la nascita della Chiesa o per distruggerla dopo. Perché la fede cattolica fu stabilita e diffusa in tutta Europa dalla potenza e dalla pietà di Carlo Magno, verso l’anno 800.

Vers. 9. – E quel dragone, l’antico serpente, chiamato diavolo e satana, che inganna tutto l’universo, fu gettato a terra, e i suoi angeli con lui; cioè, satana e tutta la sua schiera furono scacciati, dispersi, emarginati e messi in fuga da San Michele e dai suoi Angeli, come un re è solito respingere un nemico che ha osato entrare nel suo regno. E questo dragone, il serpente antico, chiamato il diavolo e satana, che inganna tutto l’universo, ecc. San Giovanni spiega qui alla lettera cosa si deve intendere con questa parola il dragone per l’estensione della sua potenza, la sottigliezza e la penetrazione della sua intelligenza e la sua eccessiva astuzia, di cui troviamo un’idea in Genesi III, 15: « Io porrò inimicizia tra te e la donna, e tra la tua progenie e la sua progenie; essa ti schiaccerà il capo e tu le insidierai il calcagno. » Ora, questo passaggio non è da intendersi solo della beata Vergine Maria, ma anche della Chiesa contro la quale le porte dell’inferno non prevarranno.

VII. Questo dimostra quanto sia importante che i Vescovi, i prelati, i parroci e gli altri pastori di anime veglino sul gregge loro affidato, poiché lucifero, con migliaia di demoni, lavora a tutte le ore e senza tregua per la rovina delle anime. E questi pastori hanno tanti mezzi per garantire il loro gregge, poiché possiedono nello Spirito Santo l’alta intelligenza di tutte le cose, e poiché sono costituiti da Dio per governare. Infine, da quanto detto sopra, risulta quanta ammirazione, ringraziamento e fiducia meriti Nostro Signore Gesù Cristo da parte degli uomini che, sebbene accecati dal peccato, sono tuttavia protetti in modo molto paterno, in mezzo a tanti pericoli e trappole, dai santi Angeli che di conseguenza dobbiamo ricompensare con un tenero amore invocandoli. È solo dopo aver abbandonato la nostra carne mortale che vedremo chiaramente gli orribili pericoli che avremo corso e che non avremmo potuto evitare senza la speciale protezione dei santi Angeli. Ma dobbiamo anche essere sempre vigili, per non permettere al diavolo di entrare nei nostri cuori. Ecco perché S. Pietro, che è la colonna fondamentale della Chiesa di Cristo, ci dice (I Petr V, 8): « Siate temperanti e vigilanti. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare; resistetegli saldi nella fede. » E il grande dragone …. fu gettato a terra, e i suoi angeli con lui. Con la terra, San Giovanni designa qui l’Impero e la Chiesa d’Oriente, di cui si diceva che si era fermato davanti alla donna, al tempo di Cosroe. Infatti, essendo stato cacciato e respinto dalla Chiesa d’Occidente, gli fu permesso di continuare la sua furia con i suoi in Oriente, a causa della malvagità e i peccati di quelle nazioni, e per punire, tramite Maometto e la monarchia turca, l’orgoglio, l’avarizia, l’ambizione, le eresie e gli scismi della Chiesa greca, che era stata così a lungo ribelle ai Pontefici Romani, come vedremo in seguito.

VIII. Vers. 10E udii una gran voce nel cielo, che diceva: Ora è stabilita la salvezza del nostro Dio, e la sua potenza e il suo regno, e la potenza del suo Cristo. In queste parole seguono la gioia e la gratitudine della Chiesa trionfante per la conversione della Germania e delle contrade occidentali dell’Europa, perché è il carattere dei santi  gioire del bene e aborrire il male. E ho sentito una grande voce in cielo, dicendo, etc. Questa voce è la voce del vincitore, cioè di San Michele, che ritorna trionfalmente in cielo, dopo aver completato la sua spedizione bellica in qualità di generale in capo e protettore della Chiesa militante sulla terra. Ora la salvezza del nostro Dio è stabilita, e la sua potenza e il suo regno, e la potenza del suo Cristo. La salvezza viene da Dio, ed è concessa alle nazioni dalla loro conversione alla fede cattolica, senza la quale, dice San Paolo, è impossibile piacere a Dio ed ottenere la vita eterna. La potenza significa la grazia, le luci e i miracoli dello Spirito del Signore, che ha mandato operai santi e valorosi a queste nazioni, per farle uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte in cui sedevano, e per condurle nella verità della fede e nell’ovile degli eletti. Il regno indica la sottomissione e l’obbedienza con cui queste nazioni cominciarono a servire Dio, il loro Creatore, e ad adorarlo, invece di servire gli idoli ed adorare i demoni, a cui erano stati miseramente sottoposti prima.La potenza di Cristo, infine, significa la giurisdizione acquisita dalla Chiesa militante su questi popoli e Nazioni. Questo potere è detto essere di Cristo, perché è stato Lui che l’ha acquisito per sé con il Suo prezioso sangue, per darlo poi alla Sua Chiesa sulla terra. Perché l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusava giorno e notte davanti a Dio, è stato precipitato. – Vale a dire che il potere del dragone è stato proscritto e bandito dai cuori, così come l’idolatria, l’impostura e la falsità dalle quali queste Nazioni erano state precedentemente contaminate. Questo dragone è chiamato, dai Santi della Chiesa Trionfante, l’accusatore dei nostri fratelli, perché il suo innato orgoglio lo porta continuamente a rimproverare la fragilità umana e le imperfezioni della nostra natura corrotta davanti a Dio, come fece nei confronti di Giobbe (II). È così che satana, disprezzando l’estrema semplicità dei monaci che evangelizzavano la Germania, riteneva impossibile che Nazioni dotate di così grande prudenza umana, e popoli così barbari, bellicosi e potenti, si lasciassero distogliere dalla loro idolatria, per convertirsi alla voce di questi semplici monaci privi di ogni mezzo umano.

Vers. 11. – Ed essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e della testimonianza che hanno dato alla sua parola, e hanno disprezzato la loro vita fino alla morte. San Giovanni esprime qui la vittoria ed il trionfo che i servi e gli operai di Cristo, aiutati dalla sua grazia, hanno ottenuto su satana e i suoi angeli, portando gradualmente tutte le Nazioni alemanne e delle terre occidentali nell’ovile del buon Pastore. L’Apostolo attribuisce questa grande vittoria a tre cause principali, cioè: al sangue dell’Agnello, alla testimonianza che i martiri hanno dato alla sua parola, al disprezzo della vita fino a soffrire la morte. Perché è con il suo sangue adorabile che Cristo ha reso feconda la sua Chiesa. E fu con la predicazione del Vangelo che la fede si diffuse su tutta la terra. Il sangue dei martiri fu come un seme che moltiplicò i Cristiani; e questi divennero i tralci della vite del Signore. E hanno disprezzato la loro vita fino alla morte, cioè, si sono esposti per amore del santo Nome di Gesù e per la conversione delle anime, a tutti i disagi, le afflizioni, i pericoli della vita, e anche alla morte. (Vedere gli annali su questo argomento, dall’anno 600 all’anno 800).

Vers. 12. – Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Queste parole esprimono la pace, la gioia, la felicità, la letizia e il riposo della Chiesa militante, così come le congratulazioni per la sua vittoria e il suo trionfo. È così che un re è solito congratularsi con la sua capitale e il suo regno, anche ordinando esultanze pubbliche, dopo aver seguito e disperso i nemici che si erano impadroniti di una parte dei suoi stati.

IX. Guai alla terra e al mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo che ha poco tempo. Queste parole annunciano una grande disgrazia per la Chiesa greca e per tutto l’Oriente. Questa disgrazia, infatti, si manifestò con molte tribolazioni e persecuzioni, e con una grande tirannia ed umiliante servitù da parte della setta di Maometto. Dio permise questi mali come punizione per l’indurimento della Chiesa greca e per i peccati delle Nazioni dell’Oriente. Il demonio è sceso a voi con grande ira. satana è il nemico implacabile e costante del genere umano, e se non riesce a fare del male agli uomini in nessuna parte del mondo, si arrabbia, si infuria e freme di rabbia. Ed è allora che si vendica fin dove Dio gli permette di farlo, e rovina e distrugge tutto. Ora, poiché satana aveva appena sperimentato una grande sconfitta, ed una vergognosa fuga nella Chiesa d’Occidente, disse nella sua rabbia: Matth. XII, 44: « Tornerò alla mia casa da dove sono uscito. » Sapendo che ha poche parole, mostra la nera invidia e l’inspiegabile ingratitudine del dragone contro il suo Creatore così buono, così amabile, così benefico, così misericordioso e così liberale, che creò lucifero dal nulla, e costituì lui e tutti i suoi angeli ribelli in grande potenza, saggezza e comprensione, e li dotò tutti di magnifiche qualità e brillanti prerogative. Nonostante questa generosità di Dio verso di loro, essi gli si sono ribellati contro; e ora il tempo sembrava loro troppo breve per soddisfare il loro desiderio sfrenato e la loro sete ardente di vendetta, sfogando la loro rabbia e la loro gelosia, e mostrando il loro orgoglio e la loro presunzione contro la bontà del loro Creatore e contro la razza umana la cui natura era unita al Verbo di Dio. Sapendo che ha poco tempo… Infatti, il tempo. In effetti, i tempi principali dell’Antico Testamento per perdere le anime, sono passati per lui; e nella legge della grazia è vincolato e limitato nel suo potere. E siccome il tempo per nuocere e per compiere la sua vendetta è molto breve in confronto all’eternità, in cui sarà incatenato con i suoi in orribili luoghi di tormento, il demone è pieno di grande rabbia, sapendo che ha poco tempo.

Vers. 13. – Ma il dragone, vedendosi gettato a terra, inseguì la donna che aveva dato alla luce un figlio maschio. Questo figlio maschio era l’imperatore Carlo Magno, che la Chiesa fece nascere e crescere nell’Impero Romano nell’anno 800 d. C. Fu il primo degli imperatori alemanni, e si dimostrò un ammirevole protettore della Chiesa latina e d’Occidente. Infatti, la difese, l’esaltò e propagò con tutte il suo potere. Per convincersene, si legga la storia del suo tempo. Ma il dragone, vedendosi gettato a terra, etc. Quando il dragone vide che non poteva impedire la conversione della Germania e delle Nazioni occidentali, perseguì la donna, cioè la Chiesa latina, suscitando nel suo seno turbolenze, sedizioni e partiti. È ciò che accadde sotto il Papa Leone III, che lo incoronò e lo dichiarò imperatore. Si dice anche che il dragone inseguì la donna, perché questo serpente è implacabile nella sua ira e gelosia contro il genere umano e contro la Chiesa di Cristo. E quando non riesce ad ostacolare la verità e la giustizia di Dio, non cessa di tentare e tormentare gli uomini, procurando loro ogni sorta di contrarietà e disgrazie. Questo è ciò che ogni Cristiano sperimenta fin troppo bene nelle sue crudeli e orribili tentazioni contro la fede, la purezza e le altre virtù. E l’autore di tutti questi mali è satana, che non può sopportare che noi viviamo piamente nel Signore.  Consoliamoci, dunque, se siamo messi alla prova da molte tentazioni, perché è un segno che siamo amici di Dio e che stiamo camminando nei sentieri della vita eterna.

Vers. 14. – E due ali di una grande aquila furono date alla donna, perché volasse nel deserto, nel luogo del suo ritiro, dove si è nutrita per un tempo, un tempo e mezzo, lontano dalla presenza del serpente. Questa grande aquila era Carlo Magno e tutti i suoi successori dell’Impero Romano; perché Carlo Magno portò quell’Impero in Occidente. Le due ali di quest’aquila sono tutti gli Stati di quel potere che fu così grande che si alzò come l’aquila nell’aria e dominava la terra d’Europa. Queste ali della grande aquila furono date alla donna, cioè alla Chiesa d’Occidente; e con queste ali questa Chiesa è sorta e continuerà a sostenersi per milleduecentosessanta anni, che sono un tempo, e tempi, e mezzo tempo. Perché mille anni è un tempo di dieci secoli, duecento anni è un tempo di due secoli, e sessanta anni sono circa mezzo tempo, o mezzo secolo, durante il quale la Chiesa d’Occidente continuerà ad esistere. Questi anni devono essere calcolati dall’inizio della setta di Maometto e dal momento in cui Dio ha trapiantato la sua Chiesa in Occidente. Così volò nel deserto, nel luogo del suo ritiro, dove si nutre per un tempo, e tempi, e mezzo tempo, lontano dalla presenza del serpente. Queste parole significano che la Chiesa di Cristo, che non è mai stata stabile in Oriente, prenderà il suo posto in Occidente, cioè nel deserto, e vi fisserà la sua dimora o sede, che manterrà per mille e duecento sessanta anni. E due ali di una grande aquila furono date alla donna, perché volasse nel deserto. Questo paragone è tratto dagli uccelli che vanno alla ricerca di foreste, alberi o altri luoghi adatti, che trovano soprattutto lungo le acque e in montagna, per viverci al sicuro dai cacciatori. È in questi luoghi di ritiro che amano fissare i loro nidi per deporre le uova e moltiplicarsi. E fu così che la Chiesa di Cristo, fuggendo dalla presenza del serpente in Oriente, volò a stabilire il suo ritiro in Occidente, dove si moltiplicò e generò milioni di fedeli per la vita eterna. Affinché volasse via nel deserto. Questo volo significa anche la libertà della Chiesa, una libertà che può essere paragonata agli uccelli che volano con le proprie ali. E così la Chiesa di Cristo godrà sempre della libertà di professare la fede cattolica, sotto le ali della grande aquila, cioè sotto il potere e la protezione dell’Impero Romano. Ed è con le ali di quest’aquila che essa volerà sempre, e continuerà a possedere il suo nido in Occidente, a moltiplicare lì la sua razza, secondo i disegni eterni della volontà divina. Perché tutti gli imperatori di questo Impero Romano saranno Cattolici fino all’ultimo. – Perché andasse nel deserto, cioè in Germania, il luogo del suo ritiro. Anche se le eresie e le defezioni hanno privato la Chiesa di una moltitudine di fedeli in Occidente, essa ha sempre conservato il suo luogo di ritiro che Dio le ha riservato, come si può vedere dalla storia delle Nazioni occidentali. Nel luogo del suo ritiro, lontano dalla presenza del serpente, perché verso la fine dei tempi, cioè sotto il regno dell’anticristo, la Chiesa avrà il suo luogo di ritiro in Occidente, e si nasconderà sulle montagne, nei luoghi aridi o deserti, e nelle fessure delle rocce. Ecco perché Gesù Cristo dice in San Matteo, XXIV, 16: « Allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti; e chi è in cima alla casa non scenda a prendere nulla dalla sua casa, e colui che è nei campi, non torni a prendere il suo vestito. »

Vers. 15. Allora il serpente gettò l’acqua come un fiume dietro alla donna per trascinarla in questo torrente. L’acqua che il serpente gettò dalla sua bocca come un fiume contro la donna è la grande tribolazione che lucifero suscitò contro la Chiesa latina con gli scismi che l’hanno divisa continuamente per 200 anni. L’acqua rappresenta i popoli e i loro numerosi eserciti che satana fece muovere dall’avarizia e dall’ambizione degli imperatori, per introdurre falsi papi e falsi vescovi nella Chiesa latina. Basta leggere le deplorevoli tragedie dell’undicesimo, dodicesimo e tredicesimo secolo, e si capirà cosa si intenda con le acque gettate contro la donna dal serpente. Si dice espressamente che il serpente gettò acqua come un fiume contro la donna, perché la tribolazione di questo scisma fu grandissimo e durò per lungo tempo. Come un fiume contiene molta acqua che scorre continuamente, così questi deplorevoli scismi della Chiesa latina dei secoli XI, XII e XIII, furono come un torrente di calamità, guerre e tribolazioni continue. Allora il serpente gettò acqua come un fiume contro la donna per trascinarla nel torrente, cioè per far sparire la fede di Gesù Cristo dalla Germania e dall’Occidente; ma Dio le venne in aiuto comprimendo sempre a tempo tutti questi scismi, finché alla fine furono completamente estinti. Ecco perché San Giovanni dice:

Vers. 16. – Ma la terra soccorse la donna, aprì il suo grembo e inghiottì il fiume che il dragone aveva fatto uscire dalla sua bocca. In effetti questi scismi non poterono mai prevalere, e quando questi scismatici combattevano contro la Chiesa e volevano costringerla con i loro eserciti ad accettare i loro vergognosi idoli, che introducevano ostinatamente nella sede pontificia e nelle sedi episcopali, queste armate perirono e i loro cadaveri furono inghiottiti e sepolti nel seno della terra. Fu con questo mezzo che la Chiesa recuperò il suo riposo e la sua stabilità; ed ecco perché:

Vers. 17 Il dragone si irritò contro la donna, cioè contro la Chiesa latina o d’Occidente, che è la più grande, la più estesa e la più popolosa. E il dragone era irritato con la donna, perché non riusciva mai a vincerla, per quanto provasse a nuocerle. Ed andò a combattere contro gli altri suoi figli che osservano i Comandamenti di Dio e che rendono testimonianza a Gesù Cristo. Gli altri figli di questa donna sono i Cristiani della Chiesa greca che sono sparsi in Oriente e che il drago, dopo la vergognosa sconfitta subita in Occidente, ha cominciato a perseguitare ad oltranza. Perciò è detto;

Vers. 18. – E si fermò sulla sabbia del mare. Queste parole ci mostrano questo dragone sulle rive del mare, immerso in una profonda meditazione dei mali che potrà immaginare per vendicarsi dei suoi nemici e per soddisfare la sua gelosia e la sua nera invidia. Questo è infatti ciò che ha fatto e ciò che continuerà a fare alla lettera, con la setta di Maometto, con la sua monarchia tirannica, e con gli scismi dei Greci.

L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (XIX)