IL SACRO CUORE DI GESÙ (34)

J. V. BAINVEL – prof. teologia Ist. Catt. Di Parigi;

LA DEVOZIONE AL S. CUORE DI GESÙ-

[Milano Soc. Ed. “Vita e Pensiero, 1919]

PARTE PRIMA:

La devozione al sacro Cuore secondo la beata Margherita Maria

INTRODUZIONE E BIBLIOGRAFIA

Il culto del sacro Cuore di Gesù, quale è riconosciuto e praticato dalla Chiesa, non si fonda né riposa sulle rivelazioni della beata Margherita Maria, così come la festa del Corpus Domini non si fonda su quelle della beata Giuliana di Mont-Cornillon. Nell’uno, come nell’altro caso, la Chiesa ha riguardato il culto in se stesso e nella sua diffusione ed Èssa si è pronunziata sul culto, senza però pronunziarsi sulle rivelazioni. Tuttavia, le rivelazioni hanno influito molto sul movimento verso la divozione. La beata Margherita Maria, come la beata Giuliana, è stata certamente lo strumento provvidenziale. La divozione al sacro Cuore, quale la Chiesa l’ha accolta e fatta sua, è la stessa che la beata dice di esserle stata rivelata da Gesù, quella ch’essa ebbe missione di propagare. È questo un fatto evidente. La constatazione del fatto, per se stessa, non implica un giudizio fermo e decisivo sulle visioni della beata. Ma obbliga a studiarle da vicino, perché esse dominano tutta la storia della divozione, e perché la divozione si presenta come un fatto storico, quanto e forse più che come una verità teologica. La beata Margherita Maria ha, per dir così, come accesa la fiaccola: questa ha alimentato la divozione, l’ha trasmessa agli altri. Di mano in mano, il culto si è diffuso, fino a divenire un culto cattolico, un culto pubblico nella Chiesa, avente le sue feste e le sue pratiche autorizzate. Altri, prima di lei, avevano avuto la divozione al sacro Cuore ed avevano lavorato per propagarla. Ma il culto, che è divenuto il culto pubblico del sacro Cuore, ha avuto il suo primo focolare nel cuore della beata. – Dunque, per ben conoscere la questione, è necessario, innanzi tutto, di sapere ciò che è la divozione, secondo la beata, e come essa ce la presenta. Solamente dopo aver fatto questo, si può farne la teologia e studiarne lo sviluppo storico. Il nostro lavoro comprenderà dunque tre parti, e cioè:

I. — La divozione al sacro Cuore, secondo la beata Margherita Maria.

II. — La teologia della divozione al sacro Cuore.

III. — Lo sviluppo storico della divozione al sacro Cuore.

Gli scritti della B. Margherita Maria

PARTE PRIMA.

La divozione al sacro Cuore secondo la beata Margherita Maria.

Non sapremmo trovar nulla di meglio, come fonte della divozione al sacro Cuore, che gli scritti della beata; ma è pur vero che sul valore dei testi si fanno delle obiezioni che è bene dilucidare. Così studieremo da prima, con gli scritti della beata alla mano, le grandi apparizioni; queste sono il fondamento e la base di tutto e nulla fa meglio conoscere questa divozione nel suo soggetto e nella sua natura. Esamineremo, di poi, la pratica di questa divozione e le promesse del sacro Cuore, in quel modo stesso che ci vengono presentate dalla beata Margherita Maria, Parrebbe, a prima vista, che si sarebbe dovuto cominciare col parlar della beata e dei personaggi che l’hanno secondata; dare un’idea, per quanto è possibile, della natura delle sue visioni, spiegare qual valore si deve dare a queste manifestazioni soprannaturali e al racconto che ne è stato redatto e accennare tutta la forza che dà, a questi fatti, la circostanza che la Chiesa ha posta sugli altari la veggente e adottato il culto preconizzato da lei. – Ma in tutto questo, molte cose non interessano che indirettamente il nostro soggetto, e quelle che vi han rapporto diretto, saranno trattate a luogo e tempo opportuno. Ci basti, per il resto, di rimandare il lettore alle Vite della santa e ai trattati di teologia.

[Vies de la Bienheureuse Marguerite Marie. L’anno stesso che seguì la morte di Margherita Maria, il Padre CROISET pubblicò nel suo libro: La dévotion au Sacre Cceur de N. S. Jesus Christ, Lyon, 1691, un Abregé de la Vie d’une réligieuse de la Visitation Sainte Marie, de la quelle Dìeu s’est servi pour l’établissement de la dévotion au Sacre Coeur de Jesus Christ, décédée en odoeur de sainteté le 17 octobre de l’année l690. – Egli vi dava ampie notizie degli scritti della beata, e specialmente delle lettere indirizzate a lui stesso. Nelle edizioni susseguenti, il nome di Suor Margherita Maria Alacoque fu dichiarato apertamente. Abrégé è stato ristampatocol libro nel 1895 a Montreuil-sur-Mer, dal Padre FRANCIOSI,secondo l’edizione di Lyon del 1694. Io cito secondo la ristampa.Nel 1729 Monsignor LANGUET DE GERGY, dell’Accademia Francese (al quale successe BUFFON) allora vescovo di Soisson, pubblicava, dopo lunga aspettativa, l’opera sua monumentale: La Vie de la Vénérable Mère Marguerite Marie, réligieuse de la Visitation Sainte Marie. Egli conosceva le contemporanee, lavorava sulle loro memorie, riceveva notizie di ogni specie. Così questa vita è stata la sorgente principale, fino alla pubblicazione delle Visitandine di Paray del 1867. L’abate GAUTEY, arcivescovo di Besancon morto nel luglio 1908, ne ha dato (Parigi 1890) una edizione in 4 °, conforme all’edizione prima, con note, schiarimenti, continuazione. Dopo il 1867, abbiamo ancora di più e meglio. Abbiamo i due volumi pubblicati dalla Visitazione di Paray nel 1867 e ristampati nel 1876, con qualche nuovo documento (il testamento t. I , nota D; le lettere 12 e 100, un pio biglietto, t. I I , avviso 47) col titolo: Vie et Oeuvres de la Bienheureuse Marguerite Marie Alacoque, Parigi, 2 volumi in 8 °. Il II tomo contiene gli scritti. Il volume I comprende, come brano principale, la vita inedita, memoria redatta da due antiche novizie della beata, secondo i loro ricordi e quelli delle altre suore. Esse vi hanno utilizzato, in oltre, e largamente citati, gli scritti della beata, le memorie delle sue due superiore, la Madre de Saumaise e la Madre Greyfié, l’Abrégé del Padre Croiset, ecc.]

La Madre Greyfié, alla quale fu comunicata, nel 1714, la trovò conforme alla verità, non rimpiangendo che di avervi molta parte. Questa memoria servì di fondo principale a Monsignor LANGUET. La citeremo sotto il titolo: Contemporaines. Si trovano ancora nel medesimo volume: la procedura del 1715, la memoria di Crisostomo Alacoque, fratello della beata; qualche altro brano di minore importanza. Monsignor GAUTHEY dette, nel 1915, una terza edizione, Vie et Oeuvres, notevolmente aumentata, con miglioramenti considerevoli, con prefazioni, note, ecc., che ne fanno come un’opera nuova. – Vi sono altre vite, in gran numero. Le più conosciute sono quelle del P. CH. DANIEL, Parigi, 1865; del CUCHERAT, Aùtun, -1865, e Grenoble, 1870; del BOUGAUD, Parigi 1874; di A. HAMON Parigi, ‘1907 delle Visitandine di Paray, Parigi, 1909. – Vedere, per maggiori schiarimenti Les historiens de la Bienheureuse Marguerite Marie – appendice bibliografica, di GAUTHEY, al libro del LANGUET, pag. 621- 646; e Les vies de la B. M. M. di A. HAMON negli Ètudes, 20 giugno 1 9 0 2 , t. XCI, pag. 721 – 742.

Il Sig. HAMON dette, ibid, 1904, una serie di articoli pieni di vedute nuove e penetranti: L a Bienheureuse Marguerite Marie, portrait intime. Pubblicò, nel 1907 una vita della beata, nella quale sono infine utilizzate tutte le risorse nuove.

GLI SCRITTI DELLA BEATA MARGHERITA MARIA

Si può dire con tutta verità che, sia negli scritti, come nella vita della beata, tutto converge direttamente o indirettamente, verso il sacro Cuore. È molto bene perciò, di farsene una idea chiara e precisa, non foss’altro che per ben comprendere le note a pie di pagina. Due questioni ci si presentano:

1. Che cosa abbiamo in fatto di scritti della beata ? —

2. Quanta sicurezza abbiamo, di possedere realmente il testo della beata?

I.

GLI SCRITTI

Inventario con osservazioni circa l’origine e la provenienza.

Essi sono raccolti quasi tutti nella « Vie et Oeuvres ». Qualcuno si trova sparso nel primo tomo delle « Contemporaines » altri occupano il tomo secondo, (A parte i quattro documenti su menzionati, e la modificazione della nota 19, le due edizioni non differiscono che per l’impaginatura. Il testo rimane lo stesso. Noi rimanderemo sempre alle due edizioni, avvertendo che, la prima cifra appartiene alla prima edizione, la seconda, fra parentesi, alla seconda. Quando non verrà indicata che una cifra, resta inteso che le due edizioni concordano) altri, finalmente, non sono stati conosciuti e identificati che dal 1876, e hanno dovuto aspettare, per trovare il loro posto, la terza edizione della Vie et Oeuvres di Mons. Gauthey.

Eccone l’inventario esatto:

Due brevi scritti, conservati dal P. de la Colombière e pubblicati nel diario dei suoi Retraites nel 1684. Benché brevi, però questi scritti dovevano avere una grande influenza sulla propagazione della divozione al sacro Cuore. Ne spiegheremo i motivi. Questi sono:

a) Il racconto di quello che si è convenuto chiamare la grande apparizione del sacro Cuore e che ebbe luogo il 16 giugno 1675. Fu redatto, poco tempo dopo l’apparizione, per ordine del P. de la Colombière. Egli, da parte sua, la trascrisse durante gli esercizi che dette a Londra, nel Febbraio 1677. È questo documento che fu pubblicato in Retraites del detto Padre nel 1684 ; ed è stato di poi riprodotto dal P. Croiset, dal P. Galliffet. e può dirsi, da tutti quelli che hanno scritto sul sacro Cuore. È da notarsi che il racconto della medesima apparizione, che si trova nel Mémoire, autografo della beata, è fatto quasi con le identiche parole e non cambia che sulla fine, molto abbreviata, dalla suddetta. Forse essa ha copiato dal volume stampato. Esiste una copia di questi Retraites e dell’annesso documento, che sembra essere indipendente dal testo stampato. L’ultimo editore del P. de la Colombière, Oeuvres complètes, Grenoble, 1901, l’ha riprodotta come suo testo e la suppone fatta sull’autografo del Padre. Il documento annesso si trova t. VI, p. 118. I l testo è quello della traduzione stampata; le differenze sono minime, una eccettuata. Questa dice peccatore invece di peccatrice, di modo che non sappiamo più se il racconto è fatto da una donna.

1. — Un biglietto misterioso, in cui la beata Margherita Maria dà, al Padre de la Colombière, una direzione per dei casi difficili in cui dové trovarsi. Oeuvres complètes di detto Padre, t. VI, p. 106. Cfr. Contemporaines t. primo p. 97 (128), G. n. 156 p. 139.

2. Gli scritti nei quali ella rendeva conto alla Madre de Saumaise, sua superiora, delle grazie ricevute dal 1672 al 1678, e che le edizioni del 1867 chiamano « Petit mémoire des gràces recues ». Questi scritti si trovano sparsi nelle Contemporaines. Sarebbe stato preferibile peraltro, vederli riuniti e dati integralmente, come pure quelli segnati al n. 9. Cosi ha fatto Monsignor Gauthey, t. II, pag, 119-166.

3. Una memoria sulla sua vita, scritta per ordine del. suo Direttore, il P. Rolin, si trova nell’autografo, t. II. p. 289-337, G. 24, ed è, con le lettere, ciò che meglio ci fa conoscere Margherita Maria. Noi lo citeremo con il titolo: Mémoire, ou mémoire autographe.

4. — Circa 140 lettere, o frammenti di lettere: alle sue due superiore, la Madre de Saumaise e la Madre Greyfié; a diverse religiose della Visitazione, ai suoi due fratelli; a diversi Gesuiti: a religiose e persone pie. – Si hanno ancora gli autografi di varie lettere, ma non ci rimangono, per la maggior parte, che copie o frammenti. – Nella raccolta di Paray la lettera CXXXI (CXXXIII) non sembra essere della beata. Ne è stato pubblicato l’autografo, ma non vi si riscontra la sua scrittura. In quanto alla lettera CXXIII (CXXV) non è che un Avis a una novizia. Nel 1691 il Padre Croiset, aveva citato nel suo compendio della vita della beata Margherita Maria, lunghi e molteplici estratti delle lettere di lei, senza però indicare a chi fossero dirette. Le Contemporaines ne presero motivo per attribuirle dirette al P. Rolin e l’errore ha durato sino ai nostri giorni; ma la scoperta del manoscritto d’Avignone, ha permesso d’identificare il destinatario, che non era altri che il medesimo P. Croiset. Ciò ha fatto luce su molti punti oscuri, benché il manoscritto non sia stato riconosciuto autografo della beata. In ogni modo, contiene dieci lettere copiate integralmente, salvo qualche omissione, che possiamo supporre rare e senza importanza. Giudicando la copia in confronto coll’autografo di una delle lettere, la seconda, conservata alla Visitazione di Bologna, è testuale, salvo le varianti ordinarie. Questa seconda lettera era stata pubblicata, fin dal 1874 nel Messager du Cceur de Jesus, secondo il manoscritto di Bologna. Le dieci lettere del manoscritto di Avignone sono state pubblicate nel Messager nel 1889 e 1890. Furono poi stampate a parte, sotto il titolo di Lettres inédites de la Bienheureuse Marguerite Marie, Tolosa 1890. Ne è stato un po’ ritoccato lo stile e verremo citandole, secondo l’autorità di Mons. Gauthey, che le ha riprodotte su di una copia del manoscritto. Rimane una lettera della quale il P. Croiset cita, p. 57, un lungo frammento. Il contesto e il testo medesimo, sembrano indicare che è degli ultimi anni della beata. Sarà stata diretta al P. Croiset come le altre? Aspettando delle prove che lo confermino o lo neghino, possiamo attenerci a degli indizi che rendono plausibile l’affermativa. Se questo è, pertanto, la raccolta di Avignone non comprenderebbe tutte le lettere dirette al P. Croiset, e non avremmo, in fatto di lettere della beata a dei Gesuiti, che queste sole del P. Croiset. Infine, il P. Letierce h a pubblicato, nel 1891, nel suo Etude sur le Sacre Cceur t. II. p. 539 una lettera scritta a una Orsolina. Egli crede che la beata ne abbia scritte molte altre e spera che possano ritrovarsene ancora. Mons. Gauthey la riproduce, (1. TXXVIII) insieme ad altre sin ora inedite

5. — Avis di direzione, e istruzioni spirituali, dirette per la maggior parte, a novizie. Quattro o cinque sono autografe. Il resto è stato preso su copie manoscritte.

6. Un piccolo libretto di preghiere e pie pratiche, tutto in rapporto al sacro Cuore, scritto per intero di propria mano della beata, il che per altro, non vuol dire che sia tutto di sua composizione.

7. Preghiere e pie’ pratiche della beata, di cui non rimangono che poche copie.

8. — Qualche cantico.

9. Alcune note personali, ma poche. Fra queste, se ne riscontrano alcune distinte con un « per obbedire ». Segnaliamole:

a) Note prese durante i suoi esercizi spirituali di professione (novembre 1672; con le risoluzioni « dettate » da Gesù, e l’offerta di tutta se stessa scritta col proprio sangue. Contemporaines t. I, p. 37 (68) Gauthey n. 74, 76, p. 89, 93.

b) Note prese durante i suoi esercizi del 1678. Contemporaines t. I, pag. 124 (154), Gauthey, n. 292 pag. 276.

c) L’atto col quale Gesù la costituisce erede del suo Cuore, scritta col proprio sangue, 31 dicembre 1678 e altre note. Contemporaines, t. I , pag. 129 (159), Gauthey, n. 190-194 p. 172-174.

d) Note del suo ritiro del 1684, con le sue risoluzioni. Contemporaines t. 1, p. 192 (221), Gauthey, N. 294 sq., pag. 280 sq.

e) Voto di perfezione con le grazie che lo seguirono, 31 ottob. 1686. Contemporaines t. I. pag. 248 (276),.Gauthey,. n. 252-253, p. 234-239.

f) Note sul suo « Ritiro interiore nel sacro Cuore di Gesù, per prepararsi a comparire dinanzi la Santità di Dio ». Contemporaines t. 1, p. 296 (293) Gauthey, n. 302-303, p. 286-289. Questo « Retraite intérieure » durò 40 giorni, cominciando dal 22 luglio 1690; ma le note si arrestano al secondo giorno. Tutti questi documenti si ritrovano, completi e riuniti, nel secondo volume di Mons. Gauthey. sotto il titolo di « Sentiments de ses retraites », p. 185, 204. Le tableau des références, p. 186, ne rende facile la ricerca. Per gli altri documenti veder pure lo stesso. Le tableau des références t. II, p. 774.

10. Diversi frammenti raccolti nelle Contemporaines senz’altra indicazione che quella che assicura l’antichità.Riuniti e completati dal Mons. Gauthey, t. II, pag. 166, 183, sotto il titolo di « Fragments ».

11. La piccola consacrazione che ella univa qualche volta alle sue lettere. Ce, ne rimangono due autografi, in cui si riscontra appena qualche parola di variante. Lettera XIX t. II, p. 98 L . I I V 332 e seg. t. II, 96 (133) G, 4111, 334 d.

12. — Una preghiera del P. de la Colombière, scritta di suo pugno, su di una immagine trovata nel 1894. Fàc-simile nel « Règne du Cœur de Jesus », 2.» edizione, Parigi 1899, t. I, p. 5, G. t. II, pag. 826.

13. — Delle Litanie, in latino, di Santa Chantal, copiate dalla beata. Vedere ibid, t. I V , pag. 496. Non si trovano i n G.

II.

FEDELTÀ DELLA TRASMISSIONE

Abitudine di rimaneggiare i testi. Gli autografi. Ritocchi delle copiste o degli editori. Fedeltà sufficiente e autenticità, meno qualche dettaglio di espressione. Il tono di Margherita Maria.

Le editrici di Paray hanno riprodotto con cura (a parte qualche leggero errore o correzione di dettaglio) gli autografi, quando sono stati conosciuti. Per il resto, hanno dovuto ricorrere ai testi stampati o alle copie manoscritte. Il P. di Galliffet aveva pubblicato le Mémoire della beata; Languet aveva dato molti testi forniti dalle Contemporaines; Croiset aveva inserito nel suo Abrégé lunghi frammenti di lettere: gli editori del P. de la Colombière, avevano unito, alle note di ritiro spirituale, un biglietto della beata, e il racconto della grande apparizione che il Padre aveva trascritto. Ma in quei tempi non venne a nessuno l’idea di pubblicare gli scritti della beata, tali come sono, mancanti di ortografìa e di stile letterario. Ciascuno ritoccava il testo che pubblicava. Si ritoccava perfino copiando; le Contemporaines, accomodavano, a piacer loro, i testi che trascrivevano per le suore o per Mons. Languet; Mons. Languet faceva lo stesso in vista del pubblico. Quando non si faceva per in coscienza, si ritoccavano quasi per istinto. (1) E ciò. si rileva confrontando i testi stampati con gli autografi e anche confrontando i testi stampati fra di loro; non se ne trovano due che si somiglino esattamente. – In compenso però, questo confronto ci prova che i ritocchi non sono che nella forma. Vi si riscontrano delle soppressioni spiacevoli, e delle trasposizioni infelici; ma il pensiero non è stato mai falsato, in sostanza, non sono stati fatti che dei ritocchi di grammatica o di stile. In quanto alle lettere, scritte al P. Croiset, il manoscritto d’Avignone è esatto, meno qualche soppressione. Fra le altre garanzie, abbiamo l’autografo della seconda lettera.

(1) Un tratto, raccontato dalla Madre de Saumaise, ci fa toccare sul vivo con quanta facilità incosciente, si copiavano i testi. Nostro Signore le fece vedere un giorno le croci e le pene interiori che il P. DE LA COLOMBIÈRE soffriva nel paese dove i superiori lo avevano mandato. Essa venne tosto a rendermene conto, presentandomi un biglietto da fargli avere e che conteneva delle cose molto consolanti che Gesù Cristo le aveva dettato. E siccome io ricevei, qualche tempo dopo, delle lettere da questo gran servo di Dio, compresi dalle domande che egli faceva, aver egli gran bisogno che si pregasse per lui. Siccome ciò poteva riferirsi a qualche cosa di cui questa virtuosa suora aveva avuto conoscenza, mi credei obbligata di mandargli il suddetto biglietto, che copiai senza aver fatto parola con alcuno di tutto questo. Nondimeno essa venne a trovarmi e mi disse che, nel copiare, avevo cambiato qualche cosa e che Nostro Signore voleva che ci si attenesse a quello che Egli aveva fatto scrivere. E volendolo io rileggere, per vedere quello che io avevo cambiato, trovai di aveve sostituito qualche parola assai somigliante, ma che aveva pertanto assai minor forza. Contemporaines, t. I, p. 117, (146) riveduto su G. n. 81 – p. 98..

L’edizione di Tolosa è imperfetta, ma ci dà il testo del manoscritto. Quando se ne allontana, lo indica spesso, ma non sempre. La lettera, o frammento di lettera, CXXXII, CXXX1V, dà maggiore incertezza. Lo stile ha una fermezza virile, il tono è di una decisione e una sicurezza molto rare nella beata; lo sviluppo ha una portata e una impronta tutta oratoria. Questi dati e altri ancora fanno pensare al P. de la Colombière. Di più, fra le diverse recensioni si riscontra, con qualche cambiamento di parole, una differenza nell’ordine dei paragrafi e a tutto questo si unisce il vago della designazione del destinatario. Così siamo condotti a domandarci se non avessimo là un’eco della beata, visibilmente fedele, piuttosto che il suono stesso della sua voce. – Si vorrebbe ritrovare in questa lettera quella che il P. de la Colombière dice avere scritto a uno dei suoi amici di Francia, per raccomandargli l’amabile divozione del sacro Cuore e per spingerlo a farsene L’apostolo. Certo, è su quel tono che dovette parlargli. Però le promesse sono di una ampiezza, di una precisione che non s’incontrano in altri scritti della beata avanti gli ultimi anni della sua vita. Di più, il P. Croiset la dà come di Margherita Maria, ciò che non permette più di dubitare. In ogni modo, risulta evidente che le cose espresse e le espressioni medesime, nell’insieme, sono della beata. Questa conclusione, che s’impone per il più dubbio dei documenti, presentatici dalle editrici di Paray, a parte sempre l’eccezione già segnalata della lettera CXXXI (CXXX1I1), s’impone a più forte ragione per tutto il resto. Noi abbiamo negli scritti editi di Margherita Maria, il suo pensiero e, salvo qualche dettaglio secondario, le espressioni sue proprie. – Senza far tante critiche, basta leggere per esserne convinti. Vi sono delle cose che non s’inventano né, s’imitano. Ogni lettore non prevenuto è invaso da quella unzione penetrante e soave dell’ardente carità del Salvatore, che Margherita Maria prometteva agli apostoli del sacro Cuore, in nome di Gesù medesimo. È una delle ragioni che ce la farà citare largamente. A chi, infatti a chi chiederemmo il racconto di queste esperienze intime, se non a quella che le ha provate? Chi può meglio iniziarci alla divozione del sacro Cuore di lei, che l’apprese dallo stesso Gesù, che l’ha vissuta nella sua pienezza, che ha ricevuto missione di propaganda?

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.