IL MAGISTERO ORDINARIO INFALLIBILE

S. S. GREGORIO XVII:

“IL MAGISTERO IMPEDITO”

IL MAGISTERO ORDINARIO INFALLIBILE

[«Renovatio», III (1968), fasc. 2, pp. 151-152.]

Alcuni episcopati nazionali hanno fatto oggetto di loro lettere collettive il magistero della Chiesa nei suoi diversi aspetti e rapporti. Questi venerandi documenti mettono il dito sul punto più interessante e necessario della teologia moderna, che è anche il più insidiato. Infatti, col Magistero pienamente rispettato, la Chiesa nella sua missione ha consistenza ed efficacia; messo in dubbio o in qualche modo diminuito o taciuto il Magistero, tutto volge verso il relativismo, quindi verso il disordine e la dissoluzione della unità nella fede e nel resto. E la grande alternativa del nostro tempo. Noi sappiamo che la Chiesa non verrà mai meno e che, pertanto, la affermazione di quella alternativa non significa la possibilità d’un suo decadimento, ma solo la possibilità di un suo tormento. La saggezza degli uomini deve cercare di evitarglielo. – Riteniamo di dover «focalizzare» questo argomento. Il punto più importante, non in sé, ma in ordine alla vita della Chiesa è quello del magistero ordinario infallibile. Ed ecco perché. – La verità rivelata viene via via a confronto con affermazioni opposte e mutevoli, con atteggiamenti devianti, con interpretazioni alternative. – Deve essere pertanto difesa ed insegnata «tutti i giorni» ed in modo adatto ai fatti ed alle contraddizioni, che via via si succedono. Se questo insegnamento non fosse continuo, fedele ed opportuno, la vita religiosa oscurata dalle male interpretazioni non potrebbe reggere. La Chiesa ha il dovere di questo insegnamento continuo. Non lo può fare con le sole definizioni del magistero solenne. Queste si hanno qualche volta in un secolo e, per gli uomini effimeri, cento anni sono troppo lunghi. Il dovere più immediato e necessario la Chiesa lo compie adunque col magistero ordinario (CJC, 1323; D.S. 1792). Proviamoci a pensare ad una Chiesa che si trovi innanzi a interpretazioni esplosive del suo sacro deposito e che debba attendere mezzo secolo, un secolo per vedersi risolvere una questione da un atto ex cathedra o da un concilio. Nel frattempo tutto languirebbe e la unità sarebbe impossibile. Questa ipotesi non si verifica perché esiste il magistero ordinario. Questo è la necessaria dieta di tutti i giorni. Per vivere non basta la medicina della occasione straordinaria, occorre invece il pane quotidiano. Questo magistero ordinario, quando è “universale” – il che implica che sia con e sotto il Romano Pontefice – è definitivo e irreformabile, ossia è infallibile (CJC 1323). Infatti non ha importanza che i vescovi siano o no uniti sotto uno stesso tetto: l’unione morale, incredibilmente facilitata dai contatti moderni, rende fungibilissima a distanza la prerogativa del collegio episcopale, unito al Papa. Questo è il punto. – Non si comprende la compiacenza con cui questo tema essenziale della vita della Chiesa venga facilmente messo in sordina. La unione morale universale dei vescovi col Papa può farsi in tanti modi e questi modi sono destinati a crescere per la tecnica moderna, non a diminuire. – Il carisma della infallibilità è il carisma della vera pace di tutti i credenti. Proviamoci a pensare per un momento che questi avessero ragione di temere che una affermazione fatta oggi dal Magistero Universale Ordinario potesse essere smentita domani. A chi potrebbero credere? Quale diverrebbe la saldezza della loro fede? La fede ha bisogno della infallibilità e ne ha bisogno tutti i giorni. Oggetto del magistero ordinario infallibile è tutto il deposito della rivelazione divina. – Ma non ci si può fermare qui. Vi sono verità e fatti che sono talmente connessi con la verità rivelata da non potersi rettamente intendere questa, se non fossero dal divino carisma garantiti fermamente anche quelli. – La Chiesa si è servita di questo potere circa le verità «connesse» in modo solenne. La infallibilità goduta nel magistero solenne è la stessa di quella goduta nel magistero ordinario. – Se si cambiassero alcune verità non rivelate, ma necessariamente connesse, cambierebbe il contenuto della Rivelazione, si perderebbe in questa variazione perenne il senso stesso della verità, la Chiesa anziché essere indefettibile sarebbe mutevolissima e rinnegherebbe se stessa più volte in un secolo. – [I grassetti sono redazionali]

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.