MORTE AL CLERICALISMO O RESURREZIONE DEL SACRIFICIO UMANO di mons. J. J. Gaume

MORTE AL CLERICALISMO

O

RESURREZIONE DEL SACRIFICIO UMANO

[mons. J. –J. GAUME, 1878]

PROEMIO

Lo so: il titolo di quest’opera sembrerà strano, e anche assurdo. Si dirà subito: qual rapporto può essere tra la morte del Clericalismo ed il ritorno al sacrificio umano? La spiegazione di questo mistero sarebbe troppo lunga per un proemio: sarà data a suo luogo. Solo prego il lettore di non sentenziare prima d’averlo letto. – In ogni caso la storia del sacrificio umano dall’origine dei secoli, non sarà per lui senza interesse e senza profitto. In verità, essa rivela numerosi e tristi particolari; ma nello stesso tempo elevando, fino all’evidenza di un assioma di geometria, la divinità del cristianesimo, riempie l’anima di nobili sentimenti. – Eterna e più profonda riconoscenza verso quel Dio, che venne ad immolar se stesso per far cessare cotali diaboliche crudeltà. – Indignazione insieme e compatimento verso i forsennati che oggi brandiscono ogni sorta d’arme per oltraggiare, espellere, annientare, se lo potessero, il divino Liberatore, e risuscitare il paganesimo, che essi proclamano l’ideale dell’ umanità. – Ingrati! Dimenticano che devono tutto al Cattolicismo. Senza questo chi sa se, come tante migliaia d’altre creature, non sarebbero stati strappati dal seno delle loro madri, e bruciati vivi in onore di qualche Moloch fenicio, o di qualche Teut germanico? Ciechi volontari non vogliono comprendere che, se Dio li lascia fare, ricondurranno il mondo ai cruenti saturnali della barbarie pagana. Il lettore di questa storia, al quale essi faranno paura e pietà insieme, li compiangerà dal fondo dell’anima, e con la gran vittima del Calvario dirà: Padre, perdona loro, perché non sanno quel che facciano: “Pater, dimitte illis, non enim sciunt quid faciunt”.

MORTE AL CLERICALISMO

CAPITOLO PRIMO.

IL GRIDO DI GUERRA

I.

Morte al Clericalismo! Se non vi fossero che venticinque voci a denunziare il clericalismo siccome il nemico dell’umanità, e basterebbe stringersi nelle spalle, e dire: non è cosi! Ma in queste venticinque voci si fanno ascoltare milioni di voci, che ripetono lo stesso grido.

II.

Morte al Clericalismo! Ecco il grido di guerra che da diciotto secoli di Cristianesimo risuona al presente dall’un capo all’altro dell’Europa. Dal Messico al Brasile, l’eco di tutta l’America lo ripete. Lo ripetono la Turchia, la Cina, la Corea. – Insomma voci d’Oriente, voci d’Occidente, voci di Levante, voci di Ponente, voci de’ quattro venti, non formano che una voce sola: Morte al Clericalismo!

III.

Morte al Clericalismo! Questo grido sanguinario donde parte mai? Parte dai giornali, dagli antri tenebrosi delle società segrete; dalle Camere legislative, dai governi, dalle accademie, dalle officine, dai teatri, dalle città e dalle campagne; e come il ruggito della tigre, o del rumoreggiar della tempesta, levasi tremendo dal fondo della società.

IV.

Morte al Clericalismo! In qual modo preparano essi la sua morte? Incominciano dal salare la vittima: “Omnis victima sale salietur”. La salano, dandole per nome un soprannome che la rende dispregevole: invece di Cattolicismo, la chiamano clericalismo. La salano, ripetendo mille volte il giorno, che il clericalismo è il padre dell’ignoranza, della superstizione, della schiavitù, dell’abbrutimento umano, l’irreconciliabile nemico della società moderna. La salano eccitando contro di essa tutti gli odi, tutte le ire, ogni genere di rifiuto e di maledizioni. – Dopo averla salata, la incatenano, la imprigionano, la spogliano, le negano il suo posto sotto il sole, fino a che ne sgombrino la terra, sterminandola: tale è il loro sogno. Se questo non addiviene una realtà, non è già la volontà che loro manchi.

CAPITOLO II

IL CLERICALISMO

I

Morte al Clericalismo!. Essi hanno un bel negare: le loro parole vengono smentite dalle loro azioni. Il Clericalismo non è che una parola di moda, un fantasma ad uso degli sciocchi, ed a profitto dei mariuoli. Siccome altre volte il vocabolo galilei, e più tardi le parole gesuiti, papisti, oltramontani, oggi giorno i vocaboli clericalismo, clericali, clericale valgono: “Cattolicismo”.

II

Il Cattolicismo è la gran Carta dell’umanità; è l’unica ragione del potere e del dovere; è la Religione discesa dal cielo, la regina della verità, la madre della virtù, la salvaguardia di tutti i diritti, la benefattrice dell’universo. – È la Chiesa coi suoi dogmi, con la sua morale, coi suoi Sacramenti, col suo culto, con le sue istituzioni, con tutto ciò che essa ha fatto, che fa tuttavia, con tutto ciò che le appartiene nel passato, come nel presente. Dessa è il Papa, sono i vescovi, i preti, i religiosi, le religiose, tutti i Cattolici, senza eccezione: ecco il Clericalismo, a cui si altamente gridasi la morte.

CAPITOLO III

CAUSA DELL’ODIO

I.

Morte al Clericalismo! Perchè? Che male v’ha fatto? Non dite che esso è il nemico della società, de’ lumi, della libertà, del progresso, della civiltà? queste parole sono oramai viete e noi non ci contentiamo di parole. Dateci altri motivi. Siate franchi, e se non avete il coraggio di esser tali, lo sarem noi per voi.

II

Morte al Clericalismo! È chiaro: io voglio che muoia, perché s’oppone ai miei desideri. Io voglio disporre della mia vita senza dipendenza e senza controllo; ed esso non vuole. – Io voglio esser libero di credere, di dubitare, o di negare, secondo mi torna; ed esso non vuole. – Io voglio che tutte le religioni siano egualmente buone, egualmente vere, egualmente false per avere il dritto di disprezzarle tutte, e di non praticarne alcuna; ed esso non vuole. – Io voglio rovesciare l’ordine sociale, perciocché non vi trovo il posto che mi conviene: ed esso non vuole. – Io invece di vivere di lavoro, voglio vivere di rendita; invece di camminare a piedi, voglio viaggiare in carrozza; invece di abitare una capanna, od una casuccia, voglio albergare in un palazzo; ed esso non vuole. – Io voglio essere quello che non sono: io operaio, lavoratore, servitore, voglio essere padrone, borghese, prefetto, deputato, senatore; invece d’obbedire, voglio comandare; invece di essere in basso voglio essere in alto; ed esso non vuole. – Io voglio occuparmi esclusivamente della vita presente, e mai della futura; voglio occuparmi sempre del mio corpo; dell’ anima mai; ed esso non vuole. – Io voglio degradarmi al punto di rendermi un mucchio di fango, e di farmi sotterrare come una bestia; ed esso non vuole!

III

Io voglio soddisfare a tutte le mie passioni al più che posso, al più presto che posso, con tutti i mezzi che posso; ed esso non vuole. – Io voglio, qualora mi torni utile, essere un cattivo cittadino, un cattivo sposo, un cattivo padre, un cattivo figlio, un ladro, un libertino, un usuraio; ed esso non vuole. – Insomma io voglio esser mio padrone, mio unico padrone, ed esso non vuole; “dio” di me; ed esso non vuole. Ecco perché io dico e ripeto: “Morte al clericalismo ed ai clericali!”.

IV.

L’anticlericale dice il vero: il segreto del suo odio è nel fondo del suo cuore. Le sue sonore accuse contro il Clericalismo entrano nei suoi interessi. Buone per ammutinare la plebe ignorante e farne strumento cieco della sua colpevole ambizione, egli stesso non ne crede pur una. L’anticlericale che, per sostenere una sola delle sue accuse, si lasciasse tagliare il solo dito mignolo, deve ancora trovarsi!

CAPITOLO IV.

ACCECAMENTO DELL’ODIO 

I

Morte al Clericalismo ! E sia: ma il più terribile castigo onde potesse Iddio punire le vostre bestemmie, i vostri voti insensati, i vostri sforzi colpevoli, la vostra ingratitudine mostruosa, sarebbe quello d’esaudirvi. – Voi ucciderete il clericalismo, lo seppellirete sei piedi sotto terra. Voi, come fecero altra volta i due giganti della persecuzione anticlericale, Diocleziano e Massimiano, alzerete sulla sua tomba una colonna di granito, monumento della vostra vittoria, e vi scolpirete l’iscrizione: « Su-perstitione Christiana ubiqiie deleta; » e non vi sarà più nel mondo questione di Clericalismo: ma allora che cosa avverrà?

II

Non avviene dell’uomo come avviene di una statua: una statua può restare intatta ed in piedi lungo tempo dopo la morte dello statuario. L’uomo, al contrario, non può sussistere neppure un minuto secondo, se Dio ritira la mano, che lo fece sorgere dal nulla, e che gl’impedisce di ricadervi. E così è a dire dell’umanità tutta quanta. Or l’umanità può dire del Clericalismo ciò che Salomone diceva della Sapienza: Tutti i beni mi sono venuti con essa: “Venerant mihi omnia bona pariter cum illa”. È dunque evidente che, morto il Clericalismo, tutti i beni, di cui esso è la sorgente, sparirebbero con esso. La luce del giorno non è più chiara di questa verità.

III

Se ne dubitate, gettate lo sguardo su di un mappamondo: che cosa vedrete voi? Tutte le nazioni presso le quali non ancora ha regnato il Clericalismo, dimorano immerse nella triplice barbarie dello spirito, del cuore e dei sensi. E la Storia, che vi dice ella mai? due cose: tutte le nazioni che abbandonano il Clericalismo ricadono, proporzionalmente a questo abbandono, nella barbarie; e tutte le nazioni che ne sono uscite fuori, lo debbono al Clericalismo, e solo al Clericalismo.

CAPITOLO V

CONSEGUENZA DELL’ODIO

 I.

Morte al Clericalismo! Essendo il Clericalismo, com’è già provato, l’unico civilizzatore del mondo, l’anticlericalismo è il negatore adeguato di tutto ciò che afferma il Clericalismo. “Morte al Clericalismo” vuole dunque dire: morte alla verità, viva l’errore; morte alla luce, vivano le tenebre; morte alla saggezza, viva la follia; morte alla virtù, viva il vizio; morte alla civiltà, viva la barbarie; morte alla libertà, viva la schiavitù; morte alla proprietà, viva il furto; morte alla fratellanza, viva l’odio; morte alla pace, viva la guerra con tutti i suoi orrori; morte alla giustizia, viva il dritto del più forte; viva il saccheggio, la strage, l’incendio, la morale de’ lupi, e la caduta dell’ umanità in un abisso di sangue e di fango; morte a Dio, viva satana; morte al cielo, viva l’inferno; morte al sacrificio divino, viva il sacrificio umano.

II.

“Morte al Clericalismo!” Voi avete un bel fare, non lo farete morire. Re, imperatori, ministri, deputati, senatori, accademici, giornalisti, frammassoni, empii d’ogni colore e d’ogni grado, esso seppellirà tutti voi nella fossa che gli avrete scavata. Insieme coi vostri antecessori, coi persecutori antichi, più potenti di voi, sarete ridotti in polvere, mentr’esso rimarrà in piedi, pieno di giovinezza e di vita. – Esso ha quel che voi non avete, quel che giammai né voi, né i vostri avete mai avuto, quel che non avrete giammai: esso ha delle promesse d’immortalità! Voi potete solamente, in punizione delle loro iniquità, disclericalizzare le nazioni. Non avendo voi, come ha la Chiesa, promesse d’immortalità, esse addiverranno, mercé gli sforzi vostri insensati, quel che erano prima del Clericalismo. E quel che erano, lo diremo quanto prima.

III.

Morte al Clericalismo! Voi tutti che ripetete questa parola senza comprenderla o che la comprendete, non vogliate illudervi. Distrutto il Clericalismo, il mondo ritornerà ad esser quello che era prima del Clericalismo. Essendo sempre la stessa la natura umana, la sola differenza che distingue il mondo d’oggi dal mondo d’altra tolta, si deve al Clericalismo. Or che era mai il mondo prima del Clericalismo? Tre grandi fatti dominano la sua esistenza e gli imprimono il carattere: la schiavitù, l’adorazione del serpente, il sacrificio umano: tre mostruosità che ancora al presente sono in vigore là, dove non regna il Clericalismo. Il Clericalismo ce ne ha liberati, e voi vorreste, sterminandolo, regalarci di nuovo simili orrori! – Gridate sin che vi piaccia all’assurdo ed alla calunnia; protestate come vi pare; giurate che giammai non si rivedrà quel che si è veduto, e che il mondo non ritornerà mai al paganesimo. Io vi rispondo che non bisogna giurar nulla, e vi dirò il perché. [Continua …]