DEVOZIONE A MARIA SANTISSIMA

DEVOZIONE A MARIA SANTISSIMA

[da manuale di Filotea del sac. G. Riva, XXX ed. Milano – 1888,]

Invito alla devozione a Maria.

Come alla rovina del mondo concorsero un uomo e una donna, così fu stabilito nei consigli della eterna Sapienza che alla sua riparazione concorresse col divino Unigenito incarnato nel tempo, anche la divina sua Madre. L’uno come fonte da cui dipendono tutte le grazie, l’altra come canale per cui a noi si trasmettono. Di qui è che, dopo la devozione a Gesù Cristo, autore e consumatore della nostra salute, non potrà mai essere abbastanza raccomandata la devozione a Maria, da Gesù Cristo stesso stabilita per arbitra e dispensatrice di tutti i celesti tesori.

Importanza della devozione a Maria.

Infatti, a restringere il tutto in poco, non può immaginarsi una Devozione di questa più necessaria, più doverosa, più santa, più soda, più consolante, più salutare, più universale. Diciamo una sola parola su tutte queste qualificazioni; 1Devozione più necessaria, perché, come dice s. Bernardo, non vengono grazie sopra la terra che prima non passino per le mani di Maria; e s. Anselmo protesta che perirà infallibilmente chi non avrà servito a questa gran Vergine con una devozione sincera Gens quæ non servierit tibi, peribit, … 2°. Devozione più doverosa, 1. Perché per mezzo di Maria si è compita la più grande dì tutte le opere, qual è la Redenzione di tutto il mondo; 2. perché per la divina maternità di cui venne Maria onorata fu e sarà sempre esaltata al di sopra di tutte le figlie d’Eva, e quindi glorificata nel cielo più di tutti i beati uniti insieme, per cui la Chiesa le ha decretato un culto affatto particolare che si denomina di Iperdulia, cioè superiore a quello che si presta ai Santi e agli Angioli, inferiore solamente a quello che si presta a Dio; 3. perché infine se sul Calvario fu dichiarata da Gesù Cristo per nostra Madre, nel Paradiso fu stabilita nostra Regina e nostra Padrona. Dunque niente è più doveroso per noi che il condurci verso Maria da figli amanti, da sudditi ossequiosi, da servi fedeli. — 3Devozione più santa, sia per la santità dell’oggetto che si propone, essendo Maria la più santa di tutte le creature; sia per la santità del motivo che ce la inspira, che è 1. la venerazione dovuta al merito singolarissimo di Maria; 2. la riconoscenza dovuta ai continui suoi benefici, 3. l’obbedienza agli ordini divini abbastanza espressi nei tanti titoli che Dio le diede ad essere parzialmente venerata i n tutto il mondo, 4. l’assecondamento dello spirito della Chiesa che in tante guise ne insinua e ne raccomanda la devozione più fervorosa; 5. l’imitazione di tutti i Santi che riguardarono sempre l’esercizio di questa devozione un un dovere indispensabile per arrivare a salute”, sia per la santità degli effetti che in noi deve produrre, quali sono l’acquisto di tutte le virtù, il conseguimento di tutte le grazie nella vita presente, e l’assicuramento del Paradiso nella vita avvenire, 4. Devozione più soda perché fondata sui principii e sui sentimenti di tutto il Cristianesimo verso la Madre di Dio, Regina degli Angioli, e degli uomini, e la sovrana dell’universo, la più eccellente di tutte quante le creature. 5. Devozione la più consolante: qual dolcezza, qual consolazione maggiore di quella di aver per propria madre la Madre stessa di un Dio, di poter quindi assicurarsi della bontà e della protezione di Lei che non esamina il merito dì chi La prega, ma solamente l’intenzione e il fervore con cui viene pregata? E di poter quindi con filiale confidenza ricorrere a Lei in ogni occasione? Qual gioia non desta in un cuore cristiano il sol Nome di Maria? 6. Devozione più salutare; essa diviene per noi sorgente di tutte le grazie ad assicurarci beata la eternità. Quanti peccatori non devono a questa devozione il loro ravvedimento? Quanti giusti la loro perseveranza? Quanti beati la felicità sempiterna di cui già sono al possesso? 7. Devozione più universale, dal principio del Cristianesimo fino a noi; scorrendo regolarmente per tutti i secoli, essa fu costantemente praticata da tutti i Santi, raccomandata da tutti i dottori, abbracciata da tutti i fedeli, professata da tutte le nazioni. Quanti Re non si fecero un dovere di mettere i propri Stati sotto la protezione della gran Madre di Dio? Quanti altari eretti a di Lei gloria? Quanti templi innalzati sotto il suo titolo? Quante feste stabilite a suo onore? Quante società di devoti formatesi sotto il suo nome? Quanti privilegi accordati ai suoi figliuoli? Quanti miracoli operati a intercessione di Lei? L’universo intero è un gran libro che pubblica continuamente ad ogni pagina le sue sovrane beneficenze. – Però a mostrare col fatto quanto importi lo spiegare il più grande impegno per la devozione a Maria, basti il ricordare quanto ha fatto la stessa SS. Vergine per impegnare gli uomini a mettersi fiduciosamente sotto il di Lei patrocinio colla devozione di nuovi Santuari, com maggiore decoramento dei già innalzati, specialmente, per essere sottratti alle più imminenti sciagure, così spirituali come temporali. Nella Valtellina, che doveva essere esposta agli assalti dei Protestanti, apparve la Vergine nel 1304 al nobile signore Mario Omodei, e gli comanda di dire al popolo che si erigesse un tempio dove posava allora i suoi sacri piedi, e gli dà segno l’istantanea sanità di un suo fratello da molto tempo gravemente infermo. Alla Motta nel Friuli nel 1510, si fa vedere ad un villano, e gli ordina di esortare la città e i paesi circonvicini a digiunare tre sabati in suo onore, e gli promette che ivi quanti La onorerebbero, tanti ne riporterebbero grazie meravigliose, e fu sì vero che il tempio che ivi si edificò si chiamò il tempio della Madonna dei Miracoli. A S. Severino nelle Marche nel 1519 una statua dell’Addolorata versa copiose lacrime, e col seguito dei miracoli riscalda il popolo alla pietà. A Treviglio nel Milanese nel 1532 una immagine della Vergine piange e suda copiosamente, e così chiaramente appare il miracolo che il francese generale Lautrec cessa dal mandare a sacco il paese, e si congiunge ai cittadini nel lodare e benedire Maria. A Brescia nel 1526, una immagine di Maria muove teneramente gli occhi ed apre le mani che nel dipinto erano congiunte, il divin Bambino egualmente si vede volgere le pupille alla Madre e stenderle amorosamente la mano. Il prodigio commuove tutta la città, si infervorano nella devozione anche i più traviati e la fede si rinforza contro gli errori. In Savona nel 1536 la Vergine si fa vedere ad un buon contadino e gli ordina di esortare il popolo alla penitenza. Tre fiammelle che si fanno vedere sopra la città assicurano il popolo della verità del fatto: accorrono al luogo della apparizione, e mille prodigiose grazie infiammano il popolo nella Religione. Così si dica di molte altre apparizioni, come a Reggio di Modena, dove uno privo affatto della lingua, pregando innanzi alla Madonna della Ghiaja l’acquistò e poté liberamente parlare. Come a Napoli, dove la Vergine apparve a una povera donna manifestandole una sua immagine che stava sotterrata in alte rovine. Come in Mesagna di Brindisi dove l’immagine della Vergine versò copioso sudore; come a Termini dove coll’olio della lampada che ardeva avanti alla Madonna della Consolata uno storpio fanciullo riacquistò all’istante gagliardia al camminare; come a Roma dove la Vergine apparve a una povera donna e l’avvisò che se voleva la vista cercasse nel Rione dei Monti di un diroccato fenile in cui era dipinta una sua immagine, e l’acquisterebbe. Il fatto confermò 1’apparizione e fu principio di mille e mille altri miracoli che ottennero ì Romani. Che dirò poi di ciò che vide Roma nel 1796! Ecco Maria in molte delle tante venerate sue immagini e di quelle singolarmente più esposte al pubblico, nel cospetto d’affollata moltitudine dei più cauti ed accorti, dei più male prevenuti ed increduli, e non per un giorno, ma per sei mesi interi, non in una immagine, ma in più di cento, ecco apre quegli occhi di misericordia e di amore, e pieni di luce, di vita, or li muove soavemente in giro, ora li alza guardando pietosamente il cielo, or li abbassa mirando il popolo supplicante, che a sì nuovo e portentoso spettacolo confonde coi singulti, coi gemiti i clamori e le preci e si disfà in tenerissimo pianto, a cui succede il più pronto ed edificante ravvedimento dei proprii errori.

Pratica della devozione a Maria

Ció premesso, chi può mai essere indifferente pel culto di Maria, mentre attestano i Santi, che, credere di salvarsi senza professare tal devozione è lo stesso che pretendere di volare senz’ale? Ora fra le pratiche utilissime a questo scopo non dobbiamo mai trascurare le seguenti 1. Consacrarsi a Maria per tutta la vita, eleggerla per nostra madre, e aspettar tutto dalla sua protezione, 2. Onorare specialmente i di Lei misteri, accostarci ai Sacramenti nelle sue festività, e distinguere con orazioni apposite e con qualche mortificazione, le novene che le precedono, non che i sabati di lutto l’anno; 3. Recitare ogni giorno qualche determinata preghiera a di Lei onore, come sarebbe la coroncina de’ suoi Dolori, quella delle sue Allegrezze, e specialmente il Rosario; oltre l’esser fedele in salutarla con l’Angelus Domini all’invito che fa la Chiesa, alla mattina, al mezzogiorno, alla sera; 4. Tenere qualche sua immagine in propria casa, qualche sua medaglia, o suo abitino al collo; 5. entrare nelle confraternite stabilite sotto il di Lei nome, specialmente in quelle del Rosario, del Carmine, della Cintura e della commemorazione dei suoi dolori, adempiendone fedelmente tutti i doveri; 6. Adoperarsi di propagare tal devozione negli altri, ascoltar volentieri le di Lei lodi; mostrare grande venerazione alle sue immagini, e concorrere per onorarle; 7. distinguere ogni anno con ossequi particolari il Mese di Maggio, che una pietà illuminata ha in modo particolare consacrato in onore di Maria, e praticare con fedeltà tutto quello che dai libri appositamente per ciò composti viene giornalmente insinuato. – Quando voi siate costante in tutto questo, potete ritenere come assicurata la vostra eterna salute, essendo la Chiesa medesima che mette in bocca a Maria quelle famose parole: Beato chi veglia continuamente alle mie porte — Chi ritrova me ritrova la vita, ed avrà la salute dal Signore. Egli è perciò che, scorrendo i fasti della Chiesa, si rileva ad ogni passo che i Santi di tutte le età e di tutte le nazioni, furono sempre devotissimi di questa grand’Arbitra d’ogni grazia, e non lasciarono intentato alcun mezzo per diffonderne in altri la devozione; e quanto più erano eminenti in santità, tanto maggiore spiegarono il proprio zelo per questo culto, reputandolo caparra sicura dei più distinti favori in questa vita, e di eterna gloria nell’altra. Di qui è che il mellifluo S. Bernardo scriveva — Taccia la vostra misericordia, o Vergine beatissima, se si trova alcuno che non abbia ottenuto il vostro favore quando l’ha chiesto ne’ suoi bisogni — Ed in altro luogo ci esorta tutti a fiducialmente ricorrere a Lei, con le seguenti parole — O tu, che fra l’onde di questo secolo vai fluttuando, se non vuoi perire nella tempesta, non levare mai gli occhi da questa stella. Se si leveranno i venti delle tentazioni, se sarai vicino ad urtare negli scogli delle cattive occasioni, mira la stella, chiama Maria. Se ti assalta l’onda della superbia, dell’ambizione, della mormorazione, dell’invidia, mira la stella, chiama Maria. Se la navicella della tua anima ondeggerà e sarà in pericolo per la cupidigia o per altro sensuale appetito, mira Maria. Se cominci a sommergerti per la gravezza dei tuoi delitti e la bruttezza della tua coscienza, o spaventato dal giudizio divino ti affliggi e temi di cadere nell’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nei punti pericolosi pensa a Maria, chiama Maria. Maria non parta mai dalla tua bocca, non parta dal tuo cuore, ed affinché tu ottenga l’esaudimento della preghiera, non lasciar mai gli esempi della sua conversazione, perchè seguendola non esci di strada; pregandola non disperi; pensando ad Essa non erri; attenendoti a Lei non cadi, difendendoti Essa non hai paura; essendo Ella tua madre non ti stanchi; ed essendo Essa propizia sei sicuro di giungere al porto della eterna felicità. – E che non vi abbia veruna esagerazione in tutte queste asserzioni di S. Bernardo, lo provano i vari innumerevoli fatti che si trovano nelle più autentiche storie.

Frutti della devozione a Maria

Ma tra i tanti fatti che provano una verità si consolante, non si può lasciare di addurne alcuni. A S. Gregorio il taumaturgo vescovo di Ncocesarea, Maria apparve sensibilmente ed ordinò a S. Giovanni evangelista, che era con Lei, di insegnargli con la maggior precisione quanto doveva egli credere e predicare intorno al mistero della SS. Trinità. Per ovviare i danni di cui Giuliano 1’apostata minacciava la Chiesa, ad istanza di S. Basilio, ordinò a s. Marziale martire che uccidesse il tiranno; e così fu fatto sui campi di Persia. Apparve a ,S. Martino, e lo ricreo essendo accompagnata da un coro di Vergini che con Lei discesero dal cielo. S. Cirillo Alessandrino, il quale per difendere la sua prerogativa di vera Madre di Dio, combatté l’eresiarca Nestorio, e lo vinse, fu da Essa soccorso nella sua morte, e gli fu impetrato il perdono della colpa da lui commessa nell’aver avuto sinistra opinione di S. Giovanni Crisostomo. A S. Giovanni Damasceno, restituì la mano destra che il barbaro Re Isiàm, mosso da una falsa accusa degli eretici gli aveva fatto troncare; e a testimonianza di questo miracolo restò per segno, una specie di filo rosso nella congiuntura dove la mano si riattaccò al suo braccio. S. Gregorio Magno, colla immagine della Vergine dipinta da s. Luca, che Égli ordino che fosse portata in pubblica processione, mitigò l ‘ ira del Signore, e fece cessare quella spaventevole pestilenza, che aveva rovinato in gran parte, e stava per render deserta la città di Roma; e mandò come dono preziosissimo ai suo intimo amico s. Leandro, arcivescovo di Siviglia, una immagine della Madonna al presente in Guadalupe, e fa ogni giorno tanti miracoli, per cui non solo in tutta la Spagna, ma in tutto il mondo è in somma venerazione. S. Idelfonso, vescovo di Toledo, per avere difeso contro gli eretici Elvidiani nel modo il più concludente, la perpetua verginità di questa Regina degli Angioli, meritò di vederla ed adorarla sulla sua cattedra episcopale di Toledo circondata da gran maestà, e ricevere dalla sua mano quella celeste pianeta che ancor si conserva fra le più insigni reliquie. A Ruperto abbate, Tuitense, che per essere tardo di ingegno, diffidava di poter penetrare ed intendere i tanti misteri nascosti nella Sacra Scrittura, impetrò la SS. Vergine tanta luce di scienza che divenne uno dei saggi uomini del suo tempo, illustrato da molti miracoli in vita ed in morte. Lo stesso beneficio ricevette Alberto Magno, frate dell’ordine di s. Domenico, che stava per uscir dal convento supponendosi incapace di riuscire nella carriera delle scienze che fra’ suoi sempre coltivaronsi con grande impegno. Ma appena dietro suggerimento di alcune Vergini a lui apparse insieme a Maria SS., supplicò del suo aiuto questa vera sede della sapienza, divenne uno dei più scienziati, e fu maestro dei due grandi Dottori della Chiesa, s. Tommaso d’Aquino e s. Bonaventura. – Se non che, qual è mai quel favore di cui Maria non abbia degnato i suoi devoti? Ella visita, abbraccia, ed asciuga il sudor della fronte ad alcuni monaci cistercensi che nel campo mietono affaticati. Fa vento e rinfresca agli ardori febbrili una vedova sua devota. Consola ed asciuga parimenti il sudore ad un sacerdote moribondo che spesso l’aveva compatita nei suoi dolori. Restituisce benignamente la lingua ad un sacerdote cui era stata tagliata dagli eretici per averlo trovato un tal sabato a dir Messa in onore di Lei. Sostenta con le sue braccia un suo devoto ingiustamente condannato a forca, e fa che non iscorra il fatal laccio a strangolarlo. Invita ed accoglie in magnifico palazzo, e deliziosamente ristora due Religiosi dell’ordine di S. Francesco, smarritisi di notte in una selva. Dona una preziosa mirabile veste a san Bonito, vescovo di Alvernia. Ricucisce di propria mano il cilicio e dona un anello da sposo a S. Tomaso Cantuariense giovinetto. Imparadisa colla sua presenza e col suo canto Tomaso monaco Cisterciense. Sveglia il dormiente B. Ermanno premostratese, e lo libera dal pericolo di trovarsi poco meno che dissanguato per essergli sciolta la benda di un recentissimo salasso; altra volta colle sue mani gli rincassa nelle gengive due denti che s’erano sveltì nella sua bocca in una precipitosa caduta. Risaluta graziosamente Adamo di S. Vittore, si stringe al petto s. Bernardo, s. Domenico, s. Roberto vescovo Carnotese, e il Beato Alano della Rupe. Libera per sempre da una desolantissima tentazione s. Francesco di Sales. Conversa tutta una notte con s. Filippo Neri, e lo risana perfettamente mentre diffidavasi di sua guarigione. Ringrazia in persona il vescovo S. Brenone per avere .celebrato con distinta pompa la festa della sua Natività: lo stesso fa pure col P. Gesuita Martin Guttierez per aver fatto difendere pubblicamente la preminenza dei di Lei meriti sopra quelli di tutti i Beati uniti insieme; e da una marmorea statua collocata all’ingresso dell’Aula dell’università di Parigi, innanzi alla quale si fa a pregarla il celeberrimo Scoto Giovanni Duns, china visibilmente la testa per assicurarlo della sua assistenza nella difesa che stava per fare della sua Immacolata Concezione davanti a più di 200 Teologi. – Ne fu mai meno ammirabile la sua misericordia verso i peccatori, di quello sia stata magnifica la sua liberalità verso i proprii devoti. Chi non sa come questa Madre ed Avvocata dei peccatori liberò quell’arcidiacono e maggiordomo di Adama, città di Cilicia, nominato Teofilo, il quale per essersi veduto falsamente accusato, vinto dall’impazienza, ed accecato dal dolore rinnegò Cristo e la benedetta sua Madre, e si diede tutto in preda al Demonio con cedola scritta e sottoscritta di sua propria mano, la qual cedola gli fu poi da Maria medesima retrocessa, appena a Lei si rivolse pentito, e finì ad ottenere ampio perdono del proprio fallo, e morì da santo? Che dirò poi d i Maria la penitente, detta Egiziaca, la quale, essendo stata dapprima per molti anni un vero vaso d’abominazione e di scandalo, appena prostrata innanzi a un’immagine dipinta presso la porta di S. Croce in Gerusalemme, si raccomandò alla Vergine delle Vergini, e le promise intera e costante emendazione di vita, si sentì cambiata in tutt’altra, divenne uno specchio di santità, un prodigio di penitenza, vivendo per ben 47 anni solitaria in un deserto al di là del Giordano, dove non vide mai faccia d’uomo, né fu da altri visitata che dall’abbate Zosimo, che per celeste inspirazione andò ad amministrarle l’Eucaristia poco prima della sua morte! Né degna di minor meraviglia è la grazia che fu concessa ad una donna alemanna la quale nell’anno 1094 presso la città di Landau, essendo stata, come rea d’omicidio condannata al fuoco, mentr’era condotta al supplizio, invocò con gran fervore l’aiuto della Beatissima Vergine, e lo ottenne così compiutamente che, gettata due volte nel fuoco, non bruciò nemmeno un filo della sua veste, per cui, come protetta visibilmente dal cielo, fu pienamente lasciata libera. Ma chi potrebbe contare tutti i prodigi di cui Maria fu liberale verso quanti si fecero ad invocarla? Ah troppa ragione ebbe S. Bernardo di esclamare: Lasci per sempre di invocare Maria chi può asserire con verità di averla una sola volta invocata senza

CONSACRAZIONE A MARIA.

Protesto, o Vergine SS., Madre di Dio, Maria, avanti la SS. Trinità e a tutta la Corte celeste, di tenere Voi sola dopo Cristo per mia particolare Signora, avvocata e Madre; e per tale vi eleggo oggi e per sempre; e interamente a voi mi offerisco in vostro servo perpetuo. — Vi stimo, vi riverisco come vera Madre di Dio, e credo fermamente tutto quello che di Voi crede la Santa Madre Chiesa. Spero per vostro mezzo di salvarmi, mediante un vero dolore dei miei peccati, una sincera emendazione dei miei difetti, ed una fedele perseveranza nel vostro santo servizio; e di tutto vi supplico umilmente ad impetrarmi la grazia dal vostro santissimo Figliuolo. Vi amo dopo il vostro Figliuolo sopra tutte le cose; e vorrei, o amabile Signora mia, che tutti vi amassero e vi onorassero quanto meritate. Piango e maledico quel tempo in cui non vi ho amato: e desidero di amarvi con quell’ardore con cui vi amano e vi hanno amato le anime più fervorose. — Mi rallegro della vostra grandezza, o Madre del divin Figlio, o Figlia del divin Padre, o Sposa dello Spirito Santo, o Regina degli Angeli, o Imperatrice dell’universo; me ne compiaccio infinitamente più ancora che se fosse mia propria, e ringrazio infinitamente tutta la SS. Trinità che a tanto onore vi ha esaltata. — Madre mia amorosissima, io Vi ringrazio infinitamente per gli innumerevoli benefici che avete fatto a me, il più sconoscente tra i vostri servi, il più indegno tra i peccatori, o inventrice ed arbitra della grazia, benedetta fra tutte le donne, o Madre della misericordia, allegrezza delcielo, consolazione della terra, terrore dell’inferno, sempre Immacolata e sempre Vergin, prima del parto, e dopo il parto, Madre del bell’amore, Maria, io ripongo in Voi tutta la mia confidenza, e prometto di volervi sempre onorare a tutto potere fino alla morte, O sostegno dei vivi, conforto degl’infermi, speranza dei moribondi, luce dei ciechi, fortezza dei deboli, o rifugio dei peccatori, io vi supplico umilmente ad impetrarmi dal vostro divin Figlio tutte le grazie che vedete a me necessarie, e specialmente una plenaria remissione de’ miei peccati, un total distacco dal mondo e da me stesso, una continua imitazione delle vostre virtù, la stabilità nell’amore di Gesù Cristo, e la perseveranza finale. Così spero. Così sia.

INDULGENZE PER IL MESE DI MARIA

Con rescritto della S. C. Delle Indulgenze, 18 giugno 1822, a tutti i fedeli che in pubblico o in privato onoreranno con particolari ossequi, orazioni ed atti devoti la SS. Vergine in tutto il mese di Maggio, Pio VII concesse 300 giorni di Indulgenza ogni giorno, e la Plen. una volta al mese, nel giorno in cui, ricevuti i SS. Sacramenti, pregheranno secondo la mente del sommo Pontefice [l’attuale Gregorio XVIII –ndr.-]. Tale Indulgenza per concessione di Pio IX, 8 Agosto 1859, può lucrarsi anche nel 1° di Giugno.