QUIS UT DEUS? 8 Maggio. Apparizione di S. Michele

QUIS UT DEUS?

APPARIZIONE DI S. MICHELE ARCANGELO

8 MAGGIO.

La Sacra Scrittura e la Tradizione ci fanno conoscere più apparizioni di S. Michele; e come una volta la Sinagoga dei Giudei, così ora la Chiesa di Dio onorò sempre S. Michele, quale suo custode e protettore. Onde dopo l’era delle persecuzioni sorsero ben presto in suo onore molte Chiese, sia in Oriente specie a Costantinopoli, come in Occidente, prima a Ravenna e poi a Roma. La solennità odierna venne istituita a ricordare l’apparizione di S. Michele sul monte Gargano, nella Capitanata, essendo Pontefice Gelasio I. – Narra la Tradizione, che essendo capitati su quel monte dei cacciatori, e vedendo un cervo di singolare bellezza, uno lasciò scoccare l’arco verso di lui, ma la freccia anziché colpire il cervo ritornò sul cacciatore. A tal vista spaventati tutti fuggirono, mentre l’accaduto veniva narrato al Vescovo della città; il quale credendolo cosa prodigiosa ordinò a tutto il suo popolo tre giorni di digiuno e di preghiere. Terminati i giorni di digiuno, tutto il popolo con a capo il Vescovo si recò processionalmente sul monte, ove il Vescovo vide e udì l’Arcangelo S. Michele dichiarare che quel luogo era stato posto in sua tutela. A questo favore tutti caddero in ginocchio, rendendo grazie a Dio per avere mandato S. Michele a prendere possesso di quel monte sul quale la pietà dei fedeli vi eresse un tempio, in cui ben presto si operarono tali prodigi da confermare la tradizione. Il monte Gargano divenne da quel giorno luogo di grandi pellegrinaggi, specie nei tempi di calamità, né mai vi salivano invano, poiché ogni volta per intercessione dell’Arcangelo S. Michele si manifestava la bontà divina, concedendo quanto si domandava. – Fatto luminoso è quello di S. Romualdo, il quale nell’anno 1002 impose all’imperatore Ottone III di salir sul monte Gargano a piedi nudi per incurvarsi a S. Michele ed espiare così il delitto di cui erasi reso colpevole permettendo fosse ucciso il senatore Crescenzio, cui aveva solennemente giurato la grazia di aver salva la vita. – Certo tutti gli spiriti celesti come ci insegna la Chiesa sono ministri di Dio, ma S. Michele ha potere grande presso l’Altissimo poiché ne difese la gloria coll’abbattere il superbo Lucifero. Memorabili sono le sue parole pronunciate prima di incominciare la lotta contro gli spiriti ribelli, parole di cui è formato il suo nome: « Michael?» « Quis ut Deus? Chi è come Dio?». Ricordiamoci che S. Michele, principe delle milizie celesti, con una moltitudine di Angeli, venne a noi mandato da Dio, il quale consegnò a loro le nostre anime affinché le conducano alla vita eterna.

RICORDO. — A fianco di ciascheduno fu posto un Angelo Custode: non offendiamone la presenza col peccato.

PREGHIERA. — Dio che con ammirabile ordine dispensi i ministeri degli Angeli e degli uomini, concedi propizio che la nostra vita in terra sia difesa da coloro che in cielo sempre ti servono ed assistono. Così sia

Preghiera a s. Michele Arcangelo.

O Gran Principe della milizia celeste, Voi che sempre state in difesa del popolo di Dio , già combatteste col Dragone, e lo scacciaste dal Cielo: a voi dico, efficacemente difendete la santa Chiesa, le porte dell’ inferno non possano prevalere contro di essa; assistetemi col vostro potente patrocinio in ogni cimento contro il demonio, e specialmente in quello che proverò nell’ ultimo dei miei giorni, ove temo per la mia debolezza di poter essere superato: vi prego dunque, o Principe fortissimo, a non abbandonarmi in quel punto, acciò possa costantemente resistere al nemico infernale, mediante la divina virtù: perché in tal modo trionfando di questo capitale nemico, possa poi lodare e benedire con voi, e con tutti gli Angioli la somma clemenza del mio Dio nel cielo.

Sancte Michael Archangele, defende nos in prælio, ut non pereamus in tremendo iudicio.

Inno a s. Michele (1).

[Per ottenere gli efficaci effetti del suo patrocinio sia in vita che in morte].

O gran virtù del Padre,

Del ciel vivo splendore,

Vita del nostro cuore.

Amato mio Gesù.

Noi ti lodiam per tutto

Fra gli Angioli purissimi,

Arcangeli santissimi,

Che pendono da te.

Folta coron di Duci,

Che mille e mille sono,

Combattono pel Trono

Del Padre, Spirto e Te.

Ma Vincitor fra tutti,

Col volto fiero e atroce,

Spiega Michel la Croce,

Gran segno d’umiltà

Di Satanasso il capo

Ei schiaccia velenoso,

E nel Tartaro ombroso

Per sempre il confinò.

Dalla celeste rocca

Lo fulmina, lo scaccia,

Senza voltar mai faccia.

Senza tremare il pie.

Contro il superbo Duce

Michel noi seguiremo,

Con lui combatteremo,

Forti senza timor.

Acciò dal Padre e Figlio

La gloria a noi ne vanga,

Lo spirto ci sostenga

Di santa e pura fé

Al Padre insiem col Figlio,

E a te Spirito santo,

Gloria si dia frattanto

Sempre ed in ogni età. Cosi sia.

Antifona. O principe gloriosissimo Michele Arcangelo, ricordati di noi; qui e dovunque prega sempre per noi il Figlio di Dio.

V.. Nel cospetto degli Angeli ti esalterò, mio Dio.

R.. Ti adorerà al tempio santo tuo, e confesserò il tuo Nome.

Orazione.

Dio, che con maraviglioso ordine distribuisci i misteri degli Angioli e degli uomini,

piacciati di fare che da questi ministri, che in Cielo ti fan corona, sia la vite nostra in terra soccorsa e fortificata.

 

(1) [Pio VII con rescrìtto perpetuo del 6 maggio 1817 concesse a tutt’i Fedeli 200 giorni d’Indulgenza per una volta al dì a chi lo reciterà e l’Indulgenza plenaria a quelli che giornalmente per un mese continuo lo diranno, in un giorno ad arbitrio, in cui confessati e comunicati, pregheranno secondo 1’intenzione del sommo Pontefice.]

NOVENA in onore di S. Michele Arcangelo

I . Grande esemplare di umiltà che fin dal principio compariste nel mondo, e Zelatore ardente della gloria di Dio, per quella sommissione perfetta da voi prestata all’infinita Maestà di Dio e per quello zelo con cui cacciaste dal Paradiso Lucifero a Dio ribelle; ottenetemi la vera umiltà di cuore, affinché, sottomettendomi perfettamente a Dio, ed alle creature tutte per amore di Lui, meriti da Dio medesimo quelle grazie che Egli ha promesso ai soli umili di cuore. Pater, Ave e Gloria.

II. Principe del Popolo di Dio, per quell’impegno, che mostraste sempre pei suoi vantaggi, e che vi fece pregare il Signore a far finalmente finire la schiavitù dello stesso popolo in Babilonia, e ne foste esaudito; ottenetemi voi da Dio il perdono dei miei peccati che mi fecero schiavo del demonio, ed impetratemi ancora la perfetta, costante e perseverante mutazione di vita, e la santità de’ costumi, affin di meritare insiem con voi la gloria promessa ai mondi di cuore. Pater, Ave e

III. Terror dei diavoli e di coloro che sono loro seguaci, per quello spavento che incuteste a Balaamo perché non maledicesse il popolo del Signore, e 1’obbligaste a benedirlo; difendetemi da tutte le insidie che mi terranno gli amatori del mondo, seguaci del diavolo, affinché possa io, scampato dai loro lacci, camminare sicuro per la via dell’eterna mia salata- Pater, Ave e Gloria.

IV. Modello ammirabile di ogni angelica virtù, che nell’opporvi al diavolo perché non fosse manifestato agli Ebrei il sepolcro di Mose per non farli idolatrare, non ardiste proferire contro di lui voce alcuna di bestemmia, ma lo vinceste con quelle ammirabili parole : Ti reprima il Signore; ottenetemi voi da Dio un santo Zelo contro dei peccatori, ed un vero amore verso il mio prossimo, senza mai offenderlo o fargli male né con fatti, né con parole, affin di meritare il premio promesso da Gesù Cristo a quelli che avranno avuto la vera carità verso del prossimo. Pater, Ave.e Gloria.

V. Difensore potentissimo delle anime contro le potestà delle tenebre, per quella difesa che prendeste del Sommo Sacerdote Giudaico, chiamato Gesù, contro le accuse del diavolo che lo voleva veder condannato, onde poi si vide risplendere di virtù, e governare coll’ assistenza degli Angeli il popolo di Dio; difendetemi voi dalle accuse che il demonio farà di me al Tribunale di Dio, specialmente nell’ora della mia morte, ed ottenetemi il perdono dei peccati miei, mediante una perfetta contrizione di cuore specialmente nell’ultimo punto di mia vita, affinché la mia morte sia la morte dei giusti nel bacio del Signore. Pater, Ave Gloria.

VI. Gloriosissimo Principe della Milizia Angelica, per l’aiuto che prestaste a quell’Angelo che comparve a Daniele, e ne appagò le brame; siate sempre voi in mio aiuto nel combattere il demonio, il mondo e la carne, sino alla morte, onde adempiendo i divini precetti, meriti la gloria, che voi godete fin dal principio del Mondo. Pater, Ave Gloria.

VII. Zelatore ardentissimo della salute degli uomini per esser voi costituito da Dio in Principe e Protettore delle anime elette nell’uscire di questa vita; voi assistetemi in vita, e molto più in morte, ottenendomi da Dio tutte quelle grazie che mi bisognano per vivere bene e ben morire, affin di essere da voi presentato a Cristo Giudice come cosa vostra, e meritare così la sentenza delle anime giuste. Pater, Ave e Gloria.

VIII. Arcangelo accettissimo al cuor di Dio, che siete da lui destinato in protettore delle anime giuste che trovansi in Purgatorio; colle vostre orazioni ottenete da Dio la liberazione sollecita di quelle anime sante da quelle atrocissime pene, e la sollecitudine stessa mostrate per me, se salvandomi, come spero per divina misericordia e per vostra intercessione, mi troverò ancor io nel numero di quelle anime che penano in quelle fiamme. Pater, Ave e Gloria.

IX. Principe gloriosissimo del Paradiso per la destinazione da Dio fatta di voi in Protettor della Chiesa di Gesù Cristo, come Io foste un’altra volta della Chiesa Giudaica, e ciò sino alla fine del mondo, quando venendo voi cogli Angeli vostri in aiuto di Enoc, e di Elia, e dei Ministri della Chiesa, combatterete e vincerete l’Anticristo, il Diavolo e gli Angeli suoi ribelli, che saranno da voi sommersi negli abissi infernali, deh voi proteggete sempre con fortezza la Chiesa “vera” di Gesù Cristo ed i suoi fedeli, ottenendo da Dio la conversione ai peccatori, l’aumento della grazia ai giusti, e a tutti la perseveranza finale. Pater, Ave e Gloria.

ANTIPHONA.

Princeps gloriosissime Michael Archangele, esto memor nostri, hic et ubique semper precare prò nobis filium Dei.

V.In cospectu Augelorum psallam tibi,Deus meus.

R. Adorabo ad templum sanctum tuum, et confitebor nomini tuo.

OREMUS.

Deus, qui miro ordine, Augelorum ministeria hominumque dispensas: concede propitius, ut a quibus tibi ministrantibus in coelo semper assistitur, ab his in terra vita nostra muniatur. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

[da: “Il giardino spirituale”;  Napoli 1903 – imprim.]

 

LA MADONNA DI POMPEI: Supplica e novena

Supplica alla Regina del SS. Rosario di Pompei

Da recitarsi a mezzogiorno l‘8 Maggio e nella prima Domenica di Ottobre.

 In nomine  Patris, et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

I. O augusta Regina delle Vittorie, o Vergine sovrana del paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti avventurati figli vostri che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degli idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie. – Deh! da questo trono di clemenza, ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa, e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ci amareggiano la vita. – Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ci circondano; quante calamità ed afflizioni ci costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato, e vincete con la clemenza il cuore dei peccatori; sono pur nostri fratelli e figli vostri che costano sangue al dolce Gesù e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono. Salve, Regina, etc. ..

II. È vero, è vero, che noi per primi, benché vostri figliuoli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma voi ricordatevi che sulle vette del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel Sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col Sangue di un uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi dunque come nostra Madre siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a voi le mani supplichevoli gridando: misericordia! – Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono Cristiani, e pur lacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! Pietà oggi imploriamo per le nazioni travagliate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo che ritorna pentito al Cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia. Salve, Regina, etc. ..

III. Che vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete alla destra del vostro Figliuolo, rivestita di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si stende sino all’inferno, e voi sola ci strappate dalle mani di satana, o Maria. Voi siete l’onnipotente per grazia, voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati e immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli. Ah, no! Il vostro cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c’ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e oggi stesso, sì, oggi da voi aspettiamo le sospirate grazie. Salve, Regina, etc. ..

Chiediamo la benedizione a MARIA

Un’ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi il vostro costante amore, ed in modo speciale la materna benedizione. No, non ci leveremo oggi dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia finché non ci avete benedetti. Benedite, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice (Gregorio XVIII). Ai prischi allori della vostra corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle Vittorie, deh! Aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i sacerdoti, e particolarmente coloro che zelano l’onore del vostro santuario. Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la devozione al vostro Santissimo Rosario. O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti d’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non vi lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia: a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, o Regina del Rosario della valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico rifugio dei peccatori, o sovrana consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra ed in cielo . Così sia. Ave, Maria, etc. ..

Indulgenze: 7 anni o. v. plen. s.c. p.t.m.

NOVENA IN ONORE

DELLA SS. VERGINE DEL ROSARIO

Di POMPEI

Indulgenze concesse dal S. P. Leone XIII a chi recita la:

Novena d’impetrazione.

Con Rescritto della Sacra Congregazione dei Riti del 29 Novembre del 1887, il Santo Padre Leone Xlll ha concesso a tutti i fedeli i quali con cuore almeno contrito e per nove giorni continui devotamente reciteranno innanzi ad un’Immagine della Vergine di Pompei questa Novena composta di cinque preghiere, versetti, responsorii ed oremus, l’Indulgenza di trecento giorni una volta in ciascun giorno della Novena medesima, e l’Indulgenza Plenaria a quelli che avendola praticata come sopra, veramente pentiti, confessati e comunicati in un giorno, o dentro la Novena, o dopo averla compiuta, pregheranno per qualche spazio di tempo, secondo l’intenzione del Sommo Pontefice.

O Santa Caterina da Siena, mia protettrice e Maestra, tu che assisti dal Cielo i tuoi devoti allorché recitano il Rosario di Maria, assistimi in questo momento; e degnati di recitare insieme con me la Novena alla Regina del Rosario che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei, acciocché per tua intercessione io ottenga la desiderata grazia. Così sia.

V. Deus, in adiutorium meum intende;

R. Domine, ad adiuvandum me festina.

Gloria Patri, etc. ..

I. O Vergine Immacolata e Regina del S. Rosario, Tu, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei, soggiorno di morti Pagani. E da quel luogo dov’erano adorati gli idoli e i demonii, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi da per tutto i tesori delle celesti misericordie. Deh! da quel trono ove regni pietosa, rivolgi, o Maria, anche sopra di me gli occhi tuoi benigni, ed abbi pietà di me che ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mostrati anche a me, come a tanti altri ti sei dimostrata, vera Madre di misericordia;Monstra te esse Matrem”; mentre che io con tutto il cuore ti saluto e t’invoco mia Sovrana e Regina del Santissimo Rosario.

Salve Regina, Mater etc. ..

II. Prostrata ai piedi del tuo trono, o grande e gloriosa Signora, l’anima mia ti venera tra gemiti ed affanni ond’è oppressa oltre misura. In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, io alzo confidente gli occhi a Te, che ti sei degnata di eleggere per tua dimora le capanne di poveri ed abbandonati contadini. E là, rimpetto alla città, ed all’anfiteatro dai gentileschi piaceri, ove regna silenzio e rovina, Tu, come Regina delle Vittorie, hai levato la tua voce potente per chiamare d’ogni parte d’Italia e del mondo cattolico i devoti tuoi figli ad erigerti un tempio. Deh! Ti muovi alfine a pietà di quest’anima mia che giace avvilita nel fango. Miserere di me, o Signora, miserere di me che sono oltremodo ripieno di miserie e di umiliazione. Tu, che sei le sterminio dei demonii, difendimi da questi nemici che mi assediano. Tu, che sei l’Aiuto dei Cristiani, traimi da queste tribolazioni in cui verso miserevolmente. Tu, che sei la Vita nostra, trionfa della morte che minaccia l’anima mia in questi pericoli in cui trovasi esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l’amore, la salute. Cosi sia.

Salve Regina, Mater etc. ..

III. Ah! il sentire che tanti sono stati da Te beneficati, solo perché sono ricorsi a Te con fede, mi infonde novella lena e coraggio d’invocarti a mio soccorso. Tu già promettesti a S. Domenico, che chi vuol grazie col tuo Rosario le ottiene; ed io, col tuo Rosario in mano, ti chiamo, o Madre, all’osservanza delle tue materne promesse. Anzi Tu stessa a’ di nostri operi continui prodigi per spingere i tuoi figli a edificarti un Tempio a Pompei. Tu dunque vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Ed io col cuore sulle labbra, con viva fede Ti chiamo e t’invoco: Madre mia!… Madre cara!… Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei non più tardare a stendermi la mano tua potente per salvarmi: che il ritardo, come vedi, mi porterebbe alla rovina.

Salve Regina, Mater etc. ..

IV. E a chi altri mai ho io a ricorrere, se non a Te, che sei il Sollievo dei miserabili, il Conforti degli abbandonati, la Consolazione degli afflitti?! – Oh, io tel confesso, l’anima mia è miserabile, gravata da enormi colpe, merita di ardere nell’inferno, indegna di ricever grazie! Ma non sei Tu la Speranza di chi dispera, la grande Mediatrice tra l’uomo e Dio, la potente nostra Avvocata presso il trono dell’Altissimo, il Rifugio dei peccatori? Deh, solo che Tu dica una parola in mio favore al tuo Figliuolo, ed Egli ti esaudirà. Chiedigli dunque, o Madre, questa grazia di che tanto io ho bisogno. (Si domandi la grazia che si vuole). Tu sola puoi ottenermela: Tu che sei l’unica speranza mia, la mia consolazione, la mia dolcezza, tutta la vita mia. Così spero, e così sia.

Salve Regina, Mater etc. ..

V. O Vergine e Regina del Santo Rosario. Tu che sei la Figlia del Padre celeste, la Madre del Figliuolo divino, la Sposa dello Spirito Settiforme; Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, devi impetrarmi questa grazia cotanto a me necessaria, purché non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna. (Si esponga la grazia che si desidera). Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina Maternità, pei tuoi gaudii, pei tuoi dolori, pei tuoi trionfi. Te la domando pel Cuore del tuo amoroso Gesù, per quei nove mesi che lo portasti nel seno, per gli stenti della sua vita, per l’acerba sua Passione, per la sua morte di Croce, pel Nome suo santissimo, pel suo preziosissimo Sangue. Te la domando infine pel Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, che sei Stella del mare, Signora potente, Madre di dolori, Porta del Paradiso e Madre d’ogni grazia. In Te confido, da Te tutto spero, Tu mi hai da salvare. Così sia.

Salve Regina, Mater etc…

V. Dignare me laudare te, Virgo sacrata;

R. Da mihi virtutem contra hostes tuos.

V. Ora prò nobis, Regina sacratissimi Rosarii.

R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi. 

Oremus

 Deus, cuius Unigenitus per vitam, mortem, et resurretionem suam nobis salutis æternæ præmia comparavit, concede, quæsumus, ut hæc mysteria sanctissimo Rosario Maria; Virginis recolentes, et imitemur quod continent, et quod promittunt assequamur. Per eumdem Christum Dominum nostrum.

R. Amen.