LO SCUDO DELLA FEDE (210)

LO SCUDO DELLA FEDE (210)

LA VERITÀ CATTOLICA (VII)

Mons. ANTONIO MARIA BELASIO

Torino, Tip. E libr. Sales. 1878

Torino, Tip. E libr. Sales. 1878

ISTRUZIONE VIII.

Creazione della terra – delle piante – degli animali. La creazione dell’uomo

Nella dottrina la Chiesa col candor d’una madre sicura d’esser ben compresa da’ suoi figliuoli, ci ha già fatto conoscere che Dio colla sua onnipotenza creò il cielo e la terra, le creature cioè visibili ed invisibili. Io vi ho già parlato di Dio, Che creò gli Angeli; ora vi debbo spiegare che Dio creò la terra e le cose, che vi sono in essa. Voi avrete bene scolpita nel cuore la cara verità, che Dio è Padre, e che ama noi uomini proprio coll’amore di Padre Divino. Ebbene, appunto, come i padri preparano tutto il ben che possono pei loro figliuoli, così Dio prima di creare noi, ebbe le cose per noi preparate: ed è così bella cosa e fa tanto bene sapere come Dio dispone le creature in questa terra, prima di crear noi; che Dio medesimo ha la bontà di raccontar proprio colla sua parola, come creò prima la terra, poi le piante e gli animali; e poi creò noi uomini (Il Belasio dimentica – in Genesi (?!) – che dopo la terra, Dio nel IV giorno, creò i luminari del cielo: il sole, la luna, le stelle, i corpi celesti, quando cioè c’era già il firmamento (II giorno), la terra e il mare (III giorno)! Ma forse il Belasio nel suo zelo di divulgatore non si accorgere della plateale eresia che commette sposando l’idiozia dell’eliocentrismo, teoria antibiblica gnostico-esoterica, poi massonica, e non supportata da nessuna concreta prova scientifica! Secondo il suo esposto, Dio Spirito Santo – Autore delle Sacre Scritture secondo il Concilio di TRENTO – si è sbagliato nel non avere seguito le teorie del big ben, dell’eliocentrismo, della vorticosa rotazione terreste, della superficie curva dell’acqua, delle palle ruotanti nello spazio, della pressione atmosferica in un mezzo aperto…. e dei tanti assurdi enunciati fantasiosi pseudoscientici … forse per questo la terza Persona della Santissima Trinità non ha mai avuto il premio Nobel come tanti kazari Illuminati!? – ndr. -). Ben io vorrei parlare a cuore a cuore con voi, raccontandovi tanta bontà del Padre nostro Celeste. Ma che volete? Io debbo mettervi in guardia contro dei cattivi, che vorrebbero, tristi! che non s’adorasse, anzi neppur si pensasse che vi sia Dio; quasi le cose si fossero fatte da loro sole, per forza di natura, cercando d’imbrogliarvi la mente con parole oscure. Io vi mostrerò col candor della parola divina: come Dio in bell’ordine creata la terra: creò le piante, gli animali; poi creò noi uomini, per adorarlo in nome di tutto il creato nel tempo, e per adorarlo beati per sempre nell’eternità. O Gesù, Salvatore benedetto, datemi la chiarezza e la carità della vostra così santa, tanto sublime, ma tanto chiara parola, da farmi intendere anche ai più semplici. E voi, o Maria SS. fatemi parlare a questi figliuoli colla cara semplicità d’una madre, affinché possa scolpire loro ben in cuore questa grande verità, che ha da farci bene per tutta la vita — che Dio creato il cielo, creò la terra, le piante, gli animali, creò poi noi ad immagine sua, per adorarlo. Io vi ho dunque da spiegarvi in questa dottrina, ripetetemelo in grazia (si fan ripetere Dio creò la terra, le piante, ecc.). La prima cosa che Dio volle insegnarci e che più importa sapere prima di tutto, è che Dio in principio creò il cielo e la terra in principio creavit Deus cœlum et terram. Sentite poi, come ci dice collasua parola stessa, con qual ordine ebbe create e ordinate tutte le cose. Creata che ebbe la terra, la terra era coperta di tenebre e di acque; e Dio creò la luce; e quindi Egli fece uscire fuori delle acque le montagne e il terreno asciutto (si vede che evidentemente la Bibbia del Belasio avesse mancante la pagina delle creazione dei luminari … il sole, la luna, le stelle, non ne accenna mai, forse ha paura di contraddire la pseudoscienza astronomica…! oh il rispetto umano … – ndr. -); poi dopo creò lepiante e gli animali, e finalmente creò 1’uomo. Ecreò tutto in ordine, in sei tempi diversi o giorni, come li chiama la parola-di Dio.Sarebbe pur bene metterci subito qui a considerare con quant’ordine e con quanta bontà Dio creò tutte le cose. Ma io vi ho detto che vi sono dei cattivi, oh i disgraziati! che si mettono dalla parte del diavolo a far la guerra a Dio, per non farlo adorare. Questi nemici di Dio pur troppo imparano dal demonio l’astuzia di mettersi al coperto, come egli si nascose nel serpente, per ingannare gli imprudenti. Anch’essi ingannano la povera gente con parole oscure. Anche voi li avrete sentiti menar sempre per bocca la parola natura; e sovente li udite a dire: che la natura fa questa, e quest’altra cosa…. e che questa; o quest’altra è una legge di natura. Ma che cos’è mai questa natura? Vel dirò io; la parola natura è una parola che esprime un pensiero: della nostra mente, con cui noi immaginiamo come di mettere insieme nella nostra tutte le cose da Dio create, colle leggi con cui sono da Lui conservate e governate. Adesso vi spiegherò il loro inganno. Coloro colla smania di far dimenticare Iddio, non lo nominano  mai; nominano invece tutte le cose insieme colla parola natura. Fanno credere che la natura faccia tutto da sé, quasi che tutte le cose siano sempre state da loro, e colle lor forze facciano andare in ordine l’universo. Così man mano fatto scomparire dal mondo il nome di Dio, fanno poi dimenticare affatto Dio stesso; e invece di Dio Creatore onnipotente si fanno d’una parola quasi un tal dio fantastico, la natura; quasi le leggi e la forza, con cui Dio conserva il mondo da Lui creato, siano l’onnipotenza di questo fantastico dio natura. Eccovi, pur troppo; che si stampano i libri, nei quali (senza un riguardo al mondo e senza rispetto ai cari nostri giovani che ci tradiscano perfidamente), per insegnare a loro, come sono state fatte le cose, cominciano a dire, senza altra ragione (ma colla sola loro parola, che si dan l’aria di far credere infallibile troppo più che la parola di Dio) ed assicurano lì con tutta sfrontatezza, come se lo sapessero essi di certo, che le materiali cose, cioè questa materia colle sue forze è sempre stata regolata dalle leggi della natura. Ora io vi dirò che è vero che vi sono delle cose materiali create, che appunto si chiamano materia; e Dio stesso ci fa intendere che Egli creò questa materia in principio, quasi preparando il materiale da formarne poi le creature della terra. Dio poi creò la materia così fatta e mise dentro in essa tali forze e disposizioni da poter con esse far stare unite le parti dei corpi, e compor con essi e far andare questo mondo universo. Vi è dunque la materia creata con delle forse a lei unite, e disposte da Dio per ordinare tutto secondo la sua volontà. E qui per spiegare più chiaro vi osserverò, che anche voi avrete ben veduto come due goccioline d’acqua, l’una e l’altra vicine vicine, si uniscono insieme, e sapete anche che alcune gocce d’acqua sparse per terra assorbono la polvere e formano pallottoline di fango. Vi è dunque dentro  di quel po’ di acqua, e dentro la polvere una forza, un’attrazione che le fa unire e stare insieme. Ma per poco che abbiamo di ragione, ben intendiam che è Dio, che mise le materiali cose, per formare con quella materia e con quelle forze queste così svariate creature del mondo. E di fatto. immaginatevi di entrare a visitare un qualche gran laboratorio in cui si fabbricano macchine a vapore. Oh! Quanti vedete, e spranghe, e rocchetti, e piuoli di ottoni e di ferro belli in mille belli modi lavorati; e là una caldaia pel vapor preparata. Veramente, sol che osserviate quei denti e quelle incavature e tutti altri oggetti con bel lavorio così finiti, che pare aspettino d’essere congegnati insieme: voi ben vi accorgete subito che tutte quelle cose son preparate dal macchinista, che aveva in prima in mente (il fine prestabilito) di metterle insieme e formar la macchina a vapore. Egli per questo con lungo studio e grand’ingegno lavorò secondo il disegno, che aveva in mente, ad uno ad uno tutti quegli ingredienti, per congegnarli insieme, e poi mettervi dentro la caldaia e l’acqua, e sotto il fuoco: e con tutto quel gran lavoro far andar la stupenda macchina, che è sempre una meraviglia a vedere. A questo modo voi intendete che Dio, Creatore onnipotente e sapientissimo, creò tutte le particelle della materia e granellini o atomi, come li chiamano; e li creò così ben disposti, e diede lor quelle forze e così adattate da stare insieme, e formare queste cose materiali, i corpi; e con tutto questo ben ordinato insieme, far andar in ordine questa ammiranda immensa macchina del mondo universo. – Or via, mi dite voi: se quando, con un piacere, che è incanto! vedete venire fuori a voi innanzi sbuffando la macchina, quasi tronfia della sua potenza, e tirarsi appresso sulle rotaie sì gran numero di carri; vi balzasse davanti uno stordito a dirvi con gran serietà che non è vero che l’abbia costrutta un gran macchinista; ma che quelle ruote e spranghe e quelle scannellature, e denti tanto ben lavorati erano già stati lì nella terra, senza che nessun l’avesse buttati, e che arrabattandosi si trovarono per caso così ben congegnati; e che allora e la caldaia, e l’acqua, e il fuoco vi saltarono dentro da loro stessi (già, però senza saperlo); e che trovassero le strade con quelle filatezze di ben disposte rotaie di ferro, e tutto per caso; voi per tutta risposta, gli direste « il poverino di pazzo ha dato il cervello a pigione. » Or via, mi dite, quando voi contemplate questo gran mondo di meraviglie tutto pieno di miracoli della sapienza e dell’onnipotenza di Dio: se vi venisse davanti un signor tale in berretto e robone da professore, con un’aria da stralunato, per farsi intendere che studiò tanto tanto! e con una serietà da far ridere, e vi leggesse in un suo libro (ascoltate la gran sapienza), che egli sa che tutte le cose in prima erano una nebulosa, e vuol dire un gran nebbione, o un gran polverone di granellini (atomi) e che gira gira, senza però che mai nessuno l’abbia fatto girare, quei granellini si trovarono così ben insieme a caso, da formare il cielo e le stelle, il sole, la terra. A caso poi quel nebbione polveroso fa andare le stagioni tanto bene regolate; e fa formar le piante e gli animali e provvede a tutti in milioni di modi così ammirandi, e tutto a caso, capite! Senza un’anima che vi pensasse, senza un occhio da vedervi dentro: e così far andar in ordine tutto il mondo universo: il dir tutto questo non è la più matta cosa del mondo? Ah! se noi abbiamo già detto che è matto, chi dice che la macchina a vapore non fu fabbricata da un macchinista: chi poi dice che il mondo si fu creato senza l’onnipotenza del Creatore; sarebbe il più gran stordito e matto del mondo. Eh…. non sono io, vedete che lo dico, ma lo dice lo stesso caporione degli increduli, Voltaire, il quale confessa che negare che vi sia il Creatore, è l’ultimo eccesso della follia. (Disc. Univ., vol. 3° pag. 484: Du prétendu ath. des Chinois.) – Fortunati dunque voi, o miei fratelli, che venite alla dottrina, e quest’oggi avete imparato dalla parola stessa di Dio la prima verità, che è necessaria da tener ben ferma nel cuore, per non perder la testa, e diventar poi cattivi: e poi udirete con quant’ordine creò le altre cose della terra, e poi noi uomini. Intanto intendete che la prima verità, più necessaria da ricordarsi è che Dio in principio creò il cielo e la terra. A ditemi, in grazia, ripetendolo (si fan ripetere) « Che la prima verità, da ricordarsi sempre, è che Dio in principio creò il cielo e la terra ». Rendiamo ora gloria a Dio esclamando insieme — « Credo in Dio Padre Onnipotente Creatore del cielo e della terra!… e a Lui solo gloria per sempre. » – Ma ora è della terra, che io ho da parlare: e debbo dirvi che Dio creò la terra, e che quindi creò le piante, dopo le piante creò gli animali; e infine creò l’uomo. Ditemi, in grazia, che cosa vi ho da spiegare adesso (si fan ripetere). « Ci ha da spiegare che Dio creò la terra, e che quindi…. » State attenti. Quando diciamo la terra intendiamo di dire tutto l’insieme delle materiali cose, che noi guardiamo come morte: cioè la materia inorganica, il che vuol dire che non ha quelle disposizioni di parti così ordinate, da far vegetare le piante, e vivere gli animali. Ebbene, Iddio per creare il mondo, come pensava nella sua sapienza, creò il materiale di cui voleva formare le altre cose, e fece ogni particella, così disposta e vi mise nella materia tanto di forze così adattate, da farne poi il suo volere. Con queste forze le particelle stanno unite insieme, e quelle che stanno attaccate più fortemente diventano più dure: e formano il gran corpo solido della terra: di modo che le più leggere e le più molli, come ì gas, l’aria, i vapori, tendono ad uscire da quelle; e le materie più molli, come le acque strette in mezzo sgorgano fuori. Onde la terra restò tutta circondata di acque. Vedete subito qui, che la parola di Dio nella dottrina v’insegna proprio quello che vengono a conoscere, come è vero, con buon giudizio studiando i geologi: che sono coloro che cercano collo studio di conoscere come fu formata la terra. E non l’avevano da trovar vero?… Figuratevi! lo dice la parola di Dio! Udite ora: lo Spirito del Signore girava sopra la terra — Spiritus Dei ferebatur super aquas: Creò la luce e fece saltare fuori dalle acque le montagne e la terra arida. Qui potete anche voi immaginarvi, che tirati fuori in alto i monti, allora restarono scavati abissi smisurati; in cui Dio raccolse le acque; e così formò i mari. Come poi aveva creata la luce, ed infuso così aveva il calore in quelle morte cose, le acque, spinte dal calore in vapori si alzarono in nubi per aria, come vediamo tutto dì. Le nuvole; poi caddero in pioggia, che penetrarono nelle screpolature delle montagne. Allora gorgogliarono in fonti, e giù per le balze i ruscelletti, si raccolsero in grossi fiumi, precipitando in mare; frangendo tra le rupi in fragore che par di udir come acclamassero plauso: « grande è la gloria di Dio? »: e il mare sbattendosi contro i confini segnati dal dito di Dio, pareva che rispondesse tuonando: « Dio è l’onnipotente! » In tanto tutte le cose obbedivano Dio: præceptum posuit et non præteribit (ps. CXLVIII). Ben parve d’allora, e poi,sempre, che terra e fiumi e tutte cose create alzino leloro voci a render chiarissima testimonianza, che l’universofu creato da Dio: « Firmavit orbem terræ… elevaverunt flumina voces… mirabiles elationes maris: mirabilis in altis Dominus. Testimonia tua credibilia facta sunt nimis » (Ps. XXII). Dio allora guardò le cose create e vide che andavano bene; ma ancora non era tutto quello cheEgli voleva. Allora Dio mise dentro nella terra un’altra forza per creare le piante, e le creò colla sua parola. E qui pensate un po’anche voi che questa forza, con cui Dio creò le piante, non era prima nella terra. Dio ve la mise dentro, dopo che la terra si è consolidata e ben disposta. E poi tanto vero che questa forza non era nella terra, che anzi è contraria alla forza che unite le sue particelle; perché questa forza le divide, e scomponendo il terreno cava fuori dal suolo, e tira nell’interno delle piante tutte le materie che le fanno crescere; esse ne assorbono anche dall’acqua e dall’aria e le trasmutano nelle sostanze proprie. – Dio creò poi la forza che fa vegetare le piante, con questa sua parola « terra, germina le piante! » Allora avreste veduto la terra, che era arida e nuda, coprirsi di un bel manto di velluto d’erbette: e ve’ già molte alzarsi su arditelle, e spiegare davanti al Creatore fiori ridenti d’ogni più svariata bellezza; guardare esse il cielo, come gl’innocentini nostri guardano col sorriso in faccia alla mamma. Molte altre. poi ingrossarsi in alberi, slanciarsi colla lor vetta fin fra le nubi; e sui loro rami piegati presentare ricchezza di frutti. Ben noi qui vorremmo dire « o erbe, e piante, e legni fruttiferi, benedite il Signore. » Ma le piante, sì, guardano il cielo; ma sono mute e non sentono niente! – Quindi Dio disse coll’onnipotente sua parola « animali, uscite creati fuori dalle acque. » Egli disse, e furon creati. Allora sì, che unvisibilio di animali saltò fuori sulla faccia della terra. I mari, l’aria e il terreno dovunque brulican tutti d’essi: Oh che meraviglia! Essi vedono, odono, sentono, coi sentimenti del corpo hanno il senso di ciò che loro fa bene, e lo cercano; sentono avversione di ciò che loro fa male, e lo ributtano. Così si conservano. Dio, Che diede la forza di generare i loro piccini, mostrò pure a formarsi i loro nidi adattati, e mostrò a far loro da madre in tante belle maniere, che è una grazia a vedere. Li ha provveduti di vestimenti che van loro sì bene alla vita. Volano, corvettano, corrono, ronzano, fanno i lor versi, e godono tutti del bene, che è loro preparato da Dio. In contemplarli noi vorremmo esclamare: « Su, animali….. almen voi che sentite di goder del bene da Dio, su pesci dalle acque, su uccelli dall’aria, su bestie dai campi, benedite e lodate il Signore Che tutti creò. » Ma qui tra loro non vi è un che intenda re terra e piante e animali non sanno dir niente a Dio; e neppur si accorgono, né intendono che Dio vi sia! E Dio guardò allora la terra, le piante, gli animali, e disse « van bene »; ma tra queste creature mie qualche cosa vi manca. »… Vi mancava l’uomo. Per farvi intendere come Dio nella sua sapienza volesse creare l’uomo che potesse intendere e fare in terra ciò che Egli ordinasse, dirovvi: come a Parigi vi è un grandissimo giardino detto il giardino delle piante. Immaginatevi una estesissima campagna, circondata da mura; e dentro piani e monticelli, boschi e acque; e tra mezzo di loro animali d’ogni specie. Ora pensate voi, se quella grande estensione di terra fosse lasciata chiusa, senza mai che vi entrasse persona, quale sarebbe mai diventata? Arido selvaggio luogo! Scosceso il terriccio, i monticelli irti di sassi come aridi ossami: tra loro le acque scavare burroni, ristagnare in paludi, covacciuoli di rettili schifosi: triste boscaglie cadenti sui boschi già marci: le pianure diventate grillaie: qua e là spine e sterponi: poi un ruggire di belve, e le più feroci divorar le altre. Oh!… lasciate che il re vi mandi un coltivatore di bello ingegno a tutto ordinare. Allora quel gran chiuso diventa il più delizioso soggiorno. Rigogliosi boschetti di pellegrine piante colle chiome di svariati verdi in contrasto: ombrose valli, ed in mezzo ai dolci pendii, ruscelletti che scorrono, baciando l’erbe su loro inclinate, per mantenere quei laghi a specchi di purissime acque: dappertutto fiori i più belli e le più pregiate frutta: e qui e là ricoveri, ove son governati gli animali d’ogni genere. E perché niente manchi a quell’incanto, un palazzo in mezzo a Museo in cui cioè si conservano i più rari oggetti, dall’insettuccio che gira dentro una scatolina come nel suo gran mondo, fino alla smisurata balena capace da contener dentro nel suo carcame, altro che uno! ma una buona dozzina di Gioni. Allora sì che entrano i visitatori sempre nuovi e ammirano la scienza e l’arte del buon coltivatore, e glie ne lodano, a grand’onore del sovrano, al quale tutto quel mondo di meraviglie è dovuto. Ora pensate, come Dio guardando il mondo da sé creato, e vedendo che non vi era in mezzo di quel gran mondo di creature neppure una sola, che intendesse almeno un poco!…. Avrà dovuto dire (per parlar noi qui tra noi, come Egli parlasse da uomo) « qui io debbo creare una persona da poter farle intendere, come voglio che sia tutto ordinato. » Racconterovvi un bel fatto che farà capir meglio. Michelangelo Buonarotti, forse il più grande artista del mondo, colla potenza del genio che ad immagine di Dio inventa, e in certo qual modo crea i grandi pensieri, voleva figurare qual doveva essere, come era in mente di lui, quel gran condottiero Mosè mandato da Dio a proclamare al popolo d’Israele i suoi comandamenti. Allora scolpiva in marmo la più bella statua, che mai sì fosse. In questa statua, ecco come figurò Mosè. Lo mise lì scolpito in atto di comandare in nome di Dio colle due tavole della legge strette sul petto, colla faccia in aria di maestà divina, nell’alta fronte due grandi occhi fissi in atto di contemplare il cielo, e gli rizzò sull’alta fronte, come due raggi di luce, con cui pareva comunicasse con Dio. Michelangelo contemplava quella sua bella statua in sublime incanto…… ma rapito sopra ragione……. alzò il martello e diede giù un colpo sulla spalla di sasso, esclamando: « parlami !… » ma la statua era sasso morto!….. Sì, rimbombò lo studio…. sì, rispose l’eco…. ma né la statua, né studio, né l’eco dicevano niente!…. né gli rispondevan d’un « grazia! » Allora il grande artista gettò per terra il martello, e dovette esclamare « la persona che parla e che ama, la vien solo da Dio?… » Sì, sì, miei cari figliuoli, solleviamoci al gran pensiero di Dio: quando creato l’universo, gettava lo sguardo su quel suo mondo di meraviglie; ma non s’incontrava mai in una persona intelligente che cercasse di Chi lo creò: e di conoscere la sua santa volontà! Né gli era dato di vedersi d’innanzi uno che Gli si offrisse pronto ad obbedire ai suoi comandamenti! No, non s’incontrava in due occhi che guardando il cielo almeno dicessero « vorremmo amarsi… » Dio poi, che ama tanto le cose fatte con tutta giustizia, non vedeva una persona ragionevole che pensasse…. a fare…. a fare un po’ di giustizia! E sapete quale è la prima giustizia da farsi?… Ve lo dirò, udite la gran verità!… La prima giustizia da farsi è riconoscere che Dio è il gran padrone Creatore d’ogni cosa: e che perciò si debba onorare, servire, adorare, insomma rendere tutta la gloria a Lui: ché a Lui solo tutto è dovuta. No, no, non vi era sulla terra finalmente chi amasse teneramente Dio così buono con tutte le creature! Allora Dio non poté far altro, lasciatemi dire così, non poté far altro, che guardare a Se stesso: e raccogliendosi come a consulta nella SS. Trinità sua, dovette dire « una mente che intenda, un cuor che ami bisogna che venga da Noi… facciamo l’uomo ad immagine e similitudine nostra!… » –  Contempliamo, figliuoli, contempliamo adorando con quanto amore Dio impastasse la terra, per formare il corpo nostro, da infondervi dentro quest’anima nostra quasi un soffio di vita, immagine della sua Vita divina!… – Come il sapiente architetto, quando fabbrica un edifizio, vi costruisce dentro tutte le membra della casa in modo, che tutte le parti servano ai bisogni per cui la fabbrica vien finita; e poi sulla facciata dell’edifizio vi mette i più belli ornamenti, e vi scolpisce l’impronta del suo pensiero; sicché al contemplare una bella facciata d’una gran chiesa par che avvisi d’entrar dentro con tutto il rispetto; così Dio formando il corpo umano tutto adattato a servire ai bisogni dell’anima ragionevole, che voleva spirarvi dentro, stampava poi nella faccia umana quasi un lampo della sua divina beltà, che avvisasse di rispettare nell’uomo Lui stesso Creatore di tutto. Quando poi ebbe formato il corpo, col soffio della sua divina onnipotenza infuse nel corpo un’anima intelligente, lasciando scorrere sopra essa un raggio di luce della sua Mente divina. Questo raggio, questo lume di cognizione, è la ragione umana: e questo lume di cognizioni scalda il cuore dell’uomo e gli mette in movimento, i palpiti dell’amore. Così poté l’uomo conoscere il Creatore ed amarlo. Vi spiegherò questa cara verità con più chiare parole. Dio creò noi uomini ragionevoli ad immagine sua in modo che, come Egli conosce tutto, ci creò capaci di conoscere anche noi: in modo che, come Egli conosce ed ama in Se medesimo, il Sommo Bene; anche noi conoscessimo che noi non saremo mai felici, finché non giungiamo a possederlo in Paradiso. Non posso spiegare mai abbastanza!… ma per dire meglio vorrei dirvi ancora che Dio. creato, che ebbe l’uomo, lo sollevò in piedi colla sua mano, e gli disse « ora tu che intendi, e che ami, e sospiri il sommo Bene, per star sempre bene con Lui; guarda al cielo, cerca in Me stesso; ché ti ho creato, per averti beato in Paradiso! » –  Lo capite adunque che cosa è mai l’uomo!……. Quis est homo?… Chi siamo noi? e che mai dobbiamo fare?… Eh, cari mici figliuoli, anche voi avete ben veduto che, quando si è fabbricato un grand’edifizio, vi s’innalza sopra una bella statua ritta verso del cielo, per incoronarlo. Ebbene, cosi che Dio creato il mondo nostro, creò noi per innalzarci sulla cima di tutte le creature e di qui a slanciarci verso di Lui a dargli gloria. Su, dunque, innalziamo gli occhi, le braccia, il cuore, tutta la persona, per dare sempre gloria a Dio, che tutto creò. Voi forse avrete anche veduto con tante pietre ben lavorate, innalzare come una piramide, una torre: e poi sopra di essa mettervi una punta, una fiammella o ancor meglio una croce; ebbene, così pure tutte le creature formano come una piramide, e noi siamo collocati sopra d’essa. Su, su, dunque, attacchiamoci a Gesù innalzatosi in croce, ad elevarci con Lui al cielo, per sommergerci nel Sommo Bene. Sì, sì, figliuoli miei, venitemi appresso, ché la terra, le piante gli animali formano come una grande scala, e noi altri uomini siamo col corpo nostro come coi piedi sull’ultimo gradino della terra; ma coll’anima ci slanciamo verso del cielo. Su, su, ci grida s. Paolo, facciamo presto, per potere dalla terra alla morte volare in Paradiso. Adesso sì che capirete che noi uomini siamo, come un piccol mondo, in noi stessi. Vedete di fatto, come insegna s. Gregorio, che in noi vi è un po’ di tutte le creature. È vero, o no? Ditelo voi, se non siam terra colla terra, con questo grave corpo di terra? E ve’ che come le piante metton le foglie, così noi uomini mettiamo fuori le unghie ed i capelli, e vegetiamo colle piante; noi siamo ancora animati cogli animali. Ma, perché poi abbiamo un’anima che pensa, che ama, per cui siamo capaci di vivere in vita eterna, noi siamo poco meno degli Angeli (Ps. VIII), ché vivono essi, e noi dobbiamo vivere con essi di beatitudine eterna in Dio. Deh! ora che ci siamo sollevati cogli Angeli in sino a Dio, ritorniamo col pensiero alle creature in terra, ed in mezzo a tutte cose create, mentre viviamo qui in basso con loro, prestiamo del nostro amore alla terra, alle piante, agli animali, perché tutti amino Iddio: o meglio, se queste creature non conoscono e non lo possono amare, amiamolo noi anche a nome di tutte, lodiamo, serviamo, adoriamo Dio in terra, come lo adoreremo per sempre in Paradiso. – Così mi par d’avervi spiegato che Dio, creata la terra, le piante, gli animali di questo mondo nostro, creò noi uomini per conoscerlo, amarlo, servirlo, adorarlo qui per sempre Lui Sommo Bene in Paradiso

Esame.

I. O figliuoli, noi siam così fortunati d’essere stati creati per conoscere, amare, servire qui Dio, per essere con Lui beati in Paradiso: adunque questo deve essere il primo nostro dovere, il dovere di tutta la nostra vita, fare tutto per servire e dar gloria a Dio. E ora pensate un po’: abbiam noi mai fatto tutto per servire ed onorar Dio fin ora…

II. Quanto tempo abbiam mai occupato per pensare a far tutto per Dio…

III. Con qual rispetto, con qual amore abbiamo noi trattato con Dio?…

IV. Almeno almeno gli abbiamo consacrato al suo onore i pochi giorni di festa, che Egli si ha riserbato tutti per sé?

V. Come l’abbiamo adorato nelle nostre orazioni?…

Pratica.

Dio creò tutto 1’universo, ma nol creò già buttandolo lì e quasi andandosi via da esso; non creavit et abiit, come dice s. Agostino. Ma Dio è dappertutto,Egli contiene tutto, e tutto sostiene, e conserva. Sicché il mondo, dice Linneo, uno dei più dotti fra tutti coloroche studiano, è un magnifico santuario, in cui cì siedevelata la Maestà di Dio, e diffonde da per tutto, sempre intutte le creature i doni della sua bontà. Egli apre la mano etutte restano ripiene delle sue benedizioni; noi dobbiamo adunquerendergli dappertutto la nostra adorazione.È vero, non lo vediamo coll’occhio di carne; maanche un povero cieco, se fosse nella sala del re, non vedrebbe il re sul trono; ma se qualcun lo toccasse del gomito e gli dicesse all’orecchio « amico, il re ti tien gli occhi addosso, sai?…. eh se lo offendi… poverino, ti può castigar sul momento!… » Al povero orbo parrebbe di sentire il respiro del re, resterebbe come oppresso dalla sua maestà reale. O cari, o cari, fate da amico all’anima nostra, e ditele all’orecchio: Dio ti vede, Dio ti vede! e che fai quando non pensi a servir Dio… Ah ah, tu sei in peccato!… Ma pensa che Egli odia tanto il peccato, che minaccia di abbruciar del suo sdegno ilpeccatore… Ah se sono in peccato davanti a Lui!… Meschino a me, dove mi nascondo? … se fuggo via, da Lui, in Lui mi trovo…. se mi nascondo sottoterra…. Egli è là! se volo sopra dei cieli, incielo sono in Lui….Tremendo Iddio che reggete i mondi!… Santissimo Dio che odiate tanto il peccato fin a sacrificarevostro Figlio, per toglierlo via dal mondo!Ed io commetto il peccato ancora in braccio a Voi!…Gesù mio, nascondetemi Voi, o che io son sprofondato nell’Inferno! Dunque cominciamo subito, edomani mattina appena svegliati; diamo il primo pensiero a Dio… diciamo: Io sono in Dio… Quando ancor siete fra il sonno e la veglia, sentite il galloche sbatte l’ali, e manda il canto al Creatore, è perdirvi « su, figliuoli, il cuore a Dio! Sentite la rondinella,che cinguetta sulla vostra finestra, è per dirvi « svegliatevi,dite subito una parola a Dio offrendovi a servire a Lui!» Vedete un raggio di color di rosa, che vi penetra in istanza, è per dirvi che il mattino della vita èla gioventù: fortunati giovani, se mandate gl’incensi delle vostre adorazioni, come mandano i fiori nell’aurora i loro profumi: e noi già vecchi diciam als. Profeta: « Signore, oggi comincio anch’io questa giornata, che mi concedete, una giovine vita tutta a servire a Voi. »….. Oh un suono?….. che vuol dire questo suono?… È l’Ave, Maria… e vuol dire: « Su, figliuoli, diam la mano alla Madonna che la ci meni col cuore a Gesù in Sacramento che abita qui tra noi compagno del nostro peregrinaggio! La via, andate a casa ai lavori… e se mangiate un boccon di pane, e bevete alla fonte di fresche acque, e segodete ogni ben di Dio baciate, con rispetto col cuorela Mano di Dio, che ve li ha preparati. Se coglietela frutta, raccogliete le spighe, se guadagnate un qualche cosa, dovreste cader in ginocchio con questo sospiro: « Oh quanto è buono il Padre nostroche provvede di tutto i suoi figliuoli! »Voi andate a casa col cuore pieno di questo granricordo, che vi farò dire con queste poche parole,che imparate a ripetere…. « Farò tutto a gloria di Dio! » Questo ricordo nel mondo cristiano fece grandi santi e tanti, che la Chiesa nella sola religione dei Gesuiti, per questa massima lasciata per memoria da santIgnazio, ha la consolazione d’aver più di settemila tra martiri e santi in Paradiso. Ora anche noi ripetiamola insieme « Farò tutto a gloria di Dio. » Questa gran massima popolò il Paradiso di Santi.

Catechismo.

D. Ditemi su dunque, chi creò il cielo e la terra

e tutte le cose che sono in esse?

R. Iddio.

D. Perché Dio creò prima la terra, le piante, gli animali, e poi creò noi uomini dopo?

R. Per preparare le cose create per noi, affinché noi l’adorassimo in nome di tutte le creature.

D. Per qual fine adunque Iddio ci ha creati?

R. Per conoscerlo, amarlo, servirlo, in somma per adorarlo in terra, poi conoscerlo, amarlo, adorarlo per sempre in Paradiso in Lui beati.

D. Per qual fine dobbiamo vivere in terra?

R. Per far tutto a gloria di Dio e servirlo secondo la sua santa volontà, giacché tutto viene dalla bontà di Dio.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.