SALMI BIBLICI: “DEUS IN ADJUTORIUM MEUM INTENDE” (LXIX)

SALMO 69: “DEUS IN ADJUTORIUM, meum intende”

CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES

ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.

[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]

Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,

CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.

[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]

TOME DEUXIÈME.

PARIS LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR 13, RUE DELAMMIE, 1878

IMPRIM.

Soissons, le 18 août 1878.

f ODON, Evêque de Soissons et Laon.

Salmo 69

In finem. Psalmus David in rememorationem, quod salvum fecerit eum Dominus.

[1] Deus, in adjutorium meum intende;

Domine, ad adjuvandum me festina.

[2] Confundantur, et revereantur, qui quærunt animam meam.

[3] Avertantur retrorsum, et erubescant, qui volunt mihi mala; avertantur statim erubescentes qui dicunt mihi: Euge, euge!

[4] Exsultent et lætentur in te omnes qui quærunt te; et dicant semper: Magnificetur Dominus, qui diligunt salutare tuum.

[5] Ego vero egenus et pauper sum; Deus, adjuva me. Adjutor meus et liberator meus es tu; Domine, ne moreris.

[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.

Vol. XI

Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]

SALMO LXIX

Orazione di Cristo, che dalla croce prega per la sollecita risurrezione del proprio corpo, e per la salute dei fedeli, suo corpo mistico. L’argomento di questo Salmo è identico a quello del Salmo XXXIX, del quale si ripetono qui gli ultimi sei versetti.

Per la fine: salmo di David in memoria della liberazione ottenuta dal Signore.

1. Muòviti, o Dio, in mio soccorso; Signor affrettati a darmi aita.

2. Sieno confusi e svergognali coloro che cercano l’anima mia;

3. Sieno posti in fuga e svergognati coloro che si pascono dei miei mali; sien volti in fuga subitamente e svergognati coloro che a me dicono: Bene sta, bene sta.

4. Esultino in te, e si rallegrino tutti coloro i quali te cercano; e coloro, che amano la salute che vien da te, dican mai sempre: Glorificato sia il Signore.

5. Io però son povero e mendico; aiutami o Dio.

6. Tu se’ mio aiuto e mio liberatore; Signore, non tardar più.

Sommario analitico

In questo salmo, che è quasi identico alla fine del salmo XXXIX, Davide, figura di Gesù-Cristo, si vede circondato da nemici.

I. – Implora il soccorso di Dio e Lo supplica di venire in suo aiuto:

1° Con questa attenzione vigilante che esigono i pericoli ai quali è esposto; 2° Con tutta la celerità  e la prontezza del suo amore per lui (1).

II. – Egli espone a Dio le ragioni che motivano ed appoggiano la sua preghiera

1° I suoi nemici che a) cercano di togliergli la vita (2), b) nutrono nei loro cuori i disegni più ostili, c) si beffano di lui e lo mettono in derisione (3);

2° I giusti che a) si rallegreranno vedendo le sue vittorie, b) e loderanno Dio per la sua liberazione (4);

3° egli stesso, la sua povertà e la sua miseria;

4° Dio, che è suo aiuto, suo sostegno e suo liberatore (5).

Spiegazioni e Considerazioni

I. – 4.

ff. 1. – Si domandi il soccorso di Dio, perché ci è necessario. – Lo si chieda incessantemente, perché ne abbiamo incessantemente bisogno. – Lo si domandi con grande istanza, poiché si tratta di tutto per noi. – Si preghi Dio affinché si degni di soccorrerci, perché il bisogno è pressante in quanto i nostri nemici si propongono di attaccarci. (Dug.). – Con questo versetto iniziamo ogni ora dell’Ufficio ecclesiastico: 1° noi facciamo così una professione solenne dell’impotenza in cui ci troviamo nel lodare il Signore come si deve senza la grazia ed il soccorso di Dio; 2° noi dichiariamo con questo che il soccorso del cielo ci è necessario in ogni ora del giorno e per ciascuna delle nostre azioni. Riconosciamo così che Dio è l’Autore, il principio, il mezzo ed il fine di ogni bene. Dio – dice San Bernardo – ama essendo carità; Egli conosce come scienza; Egli siede come la sovrana equità; Egli domina come maestà suprema; Egli ci governa come nostro principe, ci protegge come nostra salvezza, non cessa di operare come potenza illimitata, si rivela a noi come verità, ci assiste e ci aiuta come forza (S. Bern., De Consid. Lib. V, c. 1). 

II. — 2-5.

ff. 4. – Ci sono due generi di persecutori, quelli che accusano e quelli che lusingano: una lingua adulatrice è più dannosa che una mano assassina, ecco perché la Scrittura la chiama una fornace ardente. È manifesto essenzialmente che la Scrittura, parlando delle persecuzioni ha detto dei martiri messi a morte: « Dio li ha provati nella fornace come l’oro, e li ha resi come vittime offerte in olocausto » (Sap. III, 6). D’altra parte, notate – secondo un altro passaggio – che la lingua degli adulatori produce gli stessi effetti: « l’argento e l’oro sono provati dal fuoco, e l’uomo è provato dalla bocca di coloro che lo lodano » (Prov. XXVII, 21). La persecuzione è un fuoco, l’adulazione è un fuoco; bisogna che usciate sani e salvi dall’uno e dall’altra (S. Agost.).

ff. 5. – « Che il Signore sia glorificato sempre »; non solo che « il Signore sia glorificato », ma « che sia sempre glorificato ». Voi siete persi, siete lontano da Lui, Egli vi ha chiamato: « … che il Signore sia glorificato ». Egli vi ha ispirato di confessare i vostri peccati, voi li avete confessati, Egli vi ha perdonato: « … che il Signore sia glorificato ». Ma ora voi cominciate a vivere nella giustizia, e vi sembra giusto di glorificarvi a vostra volta. In effetti, quando eravate persi, ed il Signore vi chiamava, voi dovevate glorificarlo; quando avete confessato i vostri peccati ed il Signore ve li ha rimessi, voi dovete glorificarlo; ma ora che, avendo ascoltato la sua parola, voi cominciate ad avanzare, ora che siete giustificati, ora che siete giunti ad un certo grado di eccellenza nella virtù, ed è conveniente senza dubbio che siate anche voi glorificati. No, essi dicono: « che il Signore sia sempre glorificato ». Voi siete peccatori, … che sia glorificato nel chiamarvi; voi confessate i vostri peccati, … che sia glorificato nel perdonarvi; voi vivete secondo giustizia, … sia glorificato nel dirigervi, voi perseverate fino alla fine, … che sia glorificato nel coronarvi. « Che il Signore dunque, sia sempre glorificato ».  Che i giusti lo dicano. Chiunque non lo dice non cerca il Signore. Si: « che il Signore sia glorificato! Che tutti coloro che Lo cercano siano portati da allegria e gioiscano, e coloro che amano la salvezza che viene da Lui dicano: « che il Signore sia glorificato sempre » (Ibid.). in effetti la loro salvezza viene da Lui e non da se stessi. La salvezza inviata dal Signore nostro Dio, è il Salvatore, il Signore Nostro Gesù-Cristo. Ogni uomo che ama il Salvatore confessa di essere stato guarito; ma ogni uomo che si dichiara guarito, dichiara di essere stato malato. « Coloro che amano la salvezza, vengano da Voi, o mio Dio, dicano dunque: che il Signore sia glorificato sempre ». Quale salvezza dunque? Quella che Voi date, e non la loro salvezza, come se salvassero se stessi, né la salvezza che verrebbe da un uomo, come se un uomo potesse salvarli (S. Agost.).

ff. 6. – « Che il Signore sia dunque glorificato », ma voi non lo sarete mai? Non lo sarete in alcuna parte? In Lui io sono qualcosa; in me io non sono nulla; ma se io sono qualcosa in Lui è Lui che è qualcosa e non io. Cosa siete dunque? « … Io sono povero ed indigente ». È Lui che è ricco, è Lui che ha tutto in abbondanza, è Lui che non ha bisogno di niente (S. Agost.). – Quale povertà più grande e più santa che la povertà di colui che, riconoscendo di non avere alcuna forza, alcuna risorsa, è obbligato ad implorare tutti i giorni i soccorsi di una liberalità straniera, e che, comprendendo che la sua vita, la sua esistenza, dipende in ogni istante dal soccorso divino, confessa altamente ed a giusto titolo che egli è il povero di Dio, e grida umilmente ogni giorno con il Re-Profeta; « Io sono povero ed indigente, mio Dio, venite in mio soccorso »? (CASS. Coll. X, c. 11).

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.