LO SCUDO DELLA FEDE (206)

LO SCUDO DELLA FEDE (206)

LA VERITÀ CATTOLICA (III)

Mons. ANTONIO MARIA BELASIO

Torino, Tip. E libr. Sales. 1878

ISTRUZIONE III

La Santissima Trinità

Voi ben sapete che, quando volete pregare, quasi per entrare nel miglior modo a trattare con Dio, la prima cosa, fate il segno della santa Croce. Bene: ce lo mostra la santa Madre Chiesa, la quale nell’atto di presentarci alla Maestà di Dio, tenendoci fra le braccia, per far coraggio a noi, e per farci da Lui ascoltare, ci dice subito quello che più le preme insegnarci. E così nel farci segnare, col cuor sulle labbra la ci viene a dire: « o figliuoli voi dovete sapere che l’Onnipotente Creatore del cielo e della terra Egli è gran Padre in Se stesso, ed ha il Figliuolo suo Unigenito in Se medesimo, collo Spirito Santo suo Amore eterno. Ebbene, ora pensate voi, bontà di Dio! Il Padre celeste mandò il suo Figliuolo a salvarci coll’Amor suo, collo Spirito Santo; il Figliuolo si è fatto uomo come siam noi; e per salvarci morì sulla Croce, risuscitò, salì al cielo. Ma pur là in gloria di paradiso, tien sempre vive le Piaghe ancor aperte per domandare misericordia per noi. Per ciò, deh! facciam presto, col far il segno della santa Croce, a nasconderci sotto la sua Croce, e a imprimere le sue sante Piaghe sulle nostre povere persone. Su, dunque, tenendoci raccolti al Cuor di Gesù, gettiamoci col segno della Croce tra le braccia di Dio santissimo, dicendo tutti compunti: Nel nome del Padre, del Figliuolo, e dello Spirito Santo. – Ora mi preme tanto farvi capire tutto ciò; sicché non posso andare più innanzi in queste istruzioni, senza spiegarvi subito con l’anima intenerita come il Creatore Santissimo è Dio solo in tre Persone eguali e realmente distinte, che sono il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo. Così intenderete che uno è Dio che ci creò, uno è Dio che ci salvò, uno è Dio che ci raccoglie in carità per farci beati in Paradiso. Qui comincio a domandarvi in grazia, perché mi cale tanto di spiegarmi meglio che per me si possa; che mi vogliate ripetere (si fan ripetere) che io ho da mostrarvi: come in Dio vi sono tre Persone eguali e realmente distinte che sono Padre ecc., e che perciò è uno Iddio che ci creò, uno è Dio che ecc. Oh Gesù, quest’oggi abbiam maggior bisogno che Voi ci tiriate vicini vicini a Voi nel Santissimo Sacramento, e che facciate, più che non possa io colle mie parole, Voi coi palpiti del vostro Cuore a noi intendere sì grandi e care verità. Oh Maria Santissima, Figlia dell’Eterno Padre, Madre dell’Eterno Figlio, sposa dell’Eterno Amore, lo Spirito Santo, e Madre nostra, Voi innalzateci fra le vostre materne braccia a contemplare il mistero della Santissima Trinità. –  Noi abbiam detto, e direm sempre di tutto buon cuore: « io credo in Dio; » ma già vorremmo Un po’ conoscer Dio in Se stesso, per quanto ci fosse concesso. Io poi vi ho ben già accennato, e ricordatevi sempre questo avviso, che quei disgraziati i quali perfidiano, e non vogliono lasciarsi ammaestrar dalla Chiesa, ed hanno la pretenzione di spiegar chi sia Dio colla propria testa, danno in tali stranezze da andar in confusion disperati. Voi invece venite qui per impararlo dalla Madre Chiesa. E siccome le madri, senza tanto ragionare, dicono subito le più persuasive parole che fanno il più gran bene ai figliuoli, parole che sa dire solamente il cuore delle mamme; così anche la Madre Chiesa, unita a Dio Santissimo, con confidenza di sposa, senz’altro ci fa conoscere di Dio fino i più grandi secreti della sua Vita Divina. Ecco di fatto che ci dice subito come in Dio vi sono tre Persone, Padre, Figliuolo e Spirito Santo; e perciò dopo d’averci insegnato a dire: « io credo in Dio, » ci fa subito dire che Dio è Padre con queste parole: « io credo in Dio Padre. » Oh che diciam noi mai! Si, Dio è Padre, figliuoli…, nessuna scuola, nessuna filosofia, nessuna religione avrebbe mai sognato d’insegnare che Dio, purissimo Spirito, fosse Padre. Neppure i Giudei, benché adorassero il vero Dio, conobbero così chiaramente che Dio fosse tanto buon Padre, come l’avete da conoscere voi. Ben conobbero che Dio è onnipotente in sapendo che creò il cielo e la terra colla sola sua parola; e sì, che dovettero anche credere che Dio è tremendamente giusto, e che castiga i peccatori, quando mandò il diluvio universale, e fece piovere il fuoco sulle cinque città a fine di sperdere quei peccatori infangati nelle più luride sozzure della carne. E vel dico io, che dovettero troppo ben conoscere che Santissimo è Iddio; e dovettero capire che colla santità di Dio non è da pigliarsi gabbo o trattar a fidanza, alla spensierata senza rispetto, quando Dio stese morti di un colpo mille e mille Betzamiti, perché guardarono con sacrilegio da sfacciato fin nell’interno dell’arca santa! Sicché gli Israeliti ebbero di Dio più che un santo timore, una tremenda paura, da non ardir neppure di pronunziare il suo santo Nome; e ancora adesso gli Ebrei, quando nella santa Scrittura leggendo, incontrano il nome di Dio, lo passan via in silenzio, chinando il capo per adorarlo. Voi poi sapete che quando tutti insieme, quel gran popolo del Signore, erano raccolti alle radici del monte Sinai, e videro il monte coprirsi di tetra oscurità, e negro il cielo, e guizzar lampi, e rombar tuoni, e cader una tempesta di folgori, di saette, di carboni ardenti, e tremar la montagna in sussulto, rimasero atterriti sotto la presenza di Dio. Allora, altro che chiamar Dio col nome di Padre! si gettarono anzi colla faccia nella polvere urlando a grandi gemiti: « tremendo Iddio!…. non parlate a noi; ché noi cadremmo morti ad una vostra parola! Parlate al vostro servo Mosè, ed ei ridica a noi i Vostri comandamenti… » Essi adunque stavano tutti sotto la nube del terrore — omnes sub nube fuerunt. — È a noi, è a noi sì veramente che Dio si è lasciato conoscere che eziandio in mezzo all’eterna gloria di Creatore onnipotente, in fondo Egli è proprio Padre. Sì che l’abbiam conosciuto che Dio è Padre quando mandò in terra il suo Figliuolo a farsi uomo e a farsi nostro fratello. D’allora poi sì che noi Cristiani l’abbiamo ben bene dovuto conoscere; poiché Esso Gesù, Figliuol di Dio, venuto in terra, pigliò  tutte le occasioni per mostrarci come è buono con noi  il Padre Celeste: « Io son venuto, dice Gesù, di Cielo, così di cielo perché mi ha mandato a voi il Padre mio. Eh se  sapeste quanto è buono il Padre mio!… Vedetelo sol  dal giglio del campo cui Egli veste coll’amor di madre: vedetelo dagli augellini che non valgon due soldi, eppure Ei se ne piglia cura di padre. Pensate poi quanto vuol bene a voi il Padre celeste, il quale vi ha creati per amarvi come figliuoli in Paradiso. Egli vi tien da conto fino al capelli della testa. Anzi è sua volontà ch’io vi doni questa mia vita da uomo per pagare per voi i debiti vostri come vostro fratello, e portarvi poi salvi in braccio a Lui. Ecco adunque che starò sempre in terra qui con voi; cosicché voi se state uniti con Me, io ed il Padre mio e e il nostro Spirito consolatore, staremo proprio dentro di voi. » Sono queste pressoché proprio tutte parole di Gesù Cristo; e confortati da queste parole noi possiam gridare su questa bassa terra: « Oh grande Iddio, oh buon Padre, tutta la gloria a Voi come in Cielo così in terra….; a noi tutta la vostra misericordia!…. » Ora che abbiamo conosciuto che Dio è Padre, abbiamo da conoscere che, e Dio Padre, e il suo Figliuolo, e lo Spirito Santo sono un solo Dio in tre Persone uguali e realmente distinte. Ripetetelo in grazia (si fan ripetere): Ora abbiamo da conoscere ec. Comincio a dirvi che Dio si è fatto bene intendere e si rivelò alla nostra madre la Chiesa, e che la Chiesa insegna a noi come Egli, Dio Padre, ha e genera il suo Figliuolo per via dell’Intelligenza. Cioé: Dio Padre, la prima Persona, conosce Se stesso perfettamente, ha l’Idea, la immagine di Sé perfetta ma sostanziale, uguale a Se stesso. Ora questa sua immagine, eguale a Se stesso, della sua Sostanza, è Dio con Lui, è il Verbo Eterno, il suo Figliuolo, la seconda Persona. Il Padre così nel conoscere Sé stesso genera il Figliuolo, il Figliuolo riflette l’immagine del Padre, il Padre e il Figlio si amano di Eterno Amore; e come l’immagine sostanziale eguale al Padre è la seconda Persona cioè il Figliuolo; così l’Eterno Amore sostanziale, che spira dal Padre e dal Figlio, eguale al Padre ed al Figlio, è lo Spirito Santo cioè la terza Persona, che procede dal Padre e dal Figliuolo; quindi sono tre Persone un solo Dio.

(Ora farò di spiegarvelo in qualche maniera; e considerando come siamo noi creati ad immagine di Dio, cercheremo di elevarci per conoscere alla lontana come sia Dio a cui somigliamo alla lontana sì, ma pure in qualche modo assomigliamo. Adunque consideriamo noi medesimi. Noi pensiamo, e quando noi pensiamo, non è vero che ci formiamo nella mente un pensiero, concepiamo in noi una cognizione, e generiamo nella mente un’immagine che vediamo dentro di noi, sicché siamo soliti di dire: « Lo vedo ben io quello che ho in mente? » Abbiamo adunque anche noi un’immagine nella nostra mente. Quest’immagine è una cosa distinta dalla nostra mente stessa: questa immagine è tutta cosa spirituale e mentale, è della natura della nostra mente; ma pure è distinta dalla nostra mente stessa; poiché la nostra mente e l’anima nostra è una cosa, e un’altra cosa è il pensiero prodotto dall’anima. Venitemi ora appresso attenti; ché io andrò adagino. Adunque noi fin quì abbiamo conosciuto come nell’anima nostra vi sono due cose, una distinta dall’altra, e sono una la mente nostra, l’altra il pensiero: e sono però tutte due spirituali, e direi quasi dell’istessa sostanza. Così voi avete ben capito come l’anima nostra colla sua potenza che ha di conoscere, si formi e generi il suo pensiero. Ora Dio Padre conoscendo Se stesso ha in Sé medesimo l’immagine di Se stesso, la forma, lo splendor sostanziale della sua Divinità: e così genera il suo Figliuolo. Ma notate bene però che il modo di pensare di Dio è tanto diverso dal modo di pensare della piccola nostra mente poverina, e che troppo più è diverso che non sia il ritratto a colore; cioè l’immagine morta è tutt’altro dalla persona viva che rappresenta. Dio, dice s. Basilio (Adv. Eum. 5) ha in Sé l’immagine di Se stesso; ma la sua non è un’immagine morta come quella dell’uomo, ma sebbene in Dio è l’immagine viva proprio della sua Sostanza perfettamente eguale a Se stesso. Ora quest’immagine viva stanza una col Padre perfettamente eguale al Padre, è il suo Figliuolo. Così spero, che abbiate, se non un poco conosciuto, almeno imparato, troppo però alla lontana, e che così voi sappiate, o meglio crediate come il Padre conoscendo Se stesso genera il Figliuolo, per via di cognizione e d’intelligenza. Ora vi prego di venirmi appresso ancora con attenzione viva; ché come posso, tenterò non di spiegare ma di dirvi che dal Padre e dal Figliuolo procede lo Spirito Santo per via di amore. Ritorniamo ancora a pensare dentro di noi. Non è vero che quando l’anima nostra conosce una cosa proprio buona, noi sentiamo dentro dell’anima muoversi e saltar su la volontà, un’inclinazione ad amare quella cosa buona? Gli è perché la volontà nostra ama, e vuole il bene che ella conosce. Ora voi intendete che la volontà nostra viene e come diremmo salta fuori dall’anima nostra per la cognizione della cosa da noi amata: e noi con questa morta immagine di quello che sentiamo in noi, possiamo in qualche modo dire che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figliuolo. – Ecco adunque che diremo, come la nostra mente che pensa, rappresenta in noi una piccolissima immagine del Padre: il quale, conoscendo Se stesso genera il Figliuolo: come la nostra intelligenza generata dalla nostra mente, rappresenta una poverissima immagine del Figliuolo generato dal Padre: come la nostra volontà, e l’amore che vien dalla nostra mente, e dalla cognizione ed intelligenza nostra, rappresenta una troppo misera immagine dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figliuolo. E voi perdonate a me l’insufficiente modo di spiegar con parola umana tanto altissime cose di Dio). Questo, secondo il povero modo del pensare nostro, può in qualche maniera significare che in Dio il conoscere ed amare Se stesso forma l’inesauribile Vita Divina. Dico inesauribile Vita di Dio, perché la Intelligenza e cognizione di Sé medesimo in Dio e il suo amore non hanno fine alcuno…. Deh non pretendiamo mai però d’intendere cose tanto divine! Per capirle bisognerebbe colla povera mente umana abbracciare, comprendere tutto l’Essere infinito che è Dio. Ma basta credere in Dio che ce lo ha manifestato, e alla Chiesa, che ce lo insegna. Come adunque c’insegna la Chiesa, crediamo che sempre da tutta l’eternità Dio Padre conosce ed ama Se stesso: che perciò da tutta l’eternità genera il suo Figliuolo: che dal Padre e dal Figlio, i quali si amano d’eterno Amore, procede lo Spirito Santo. Onde è eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo; però non sono tre eterni, ma Dio solo eterno. Il Padre da nulla è fatto, il Figliuolo non è fatto né creato dal Padre, ma dal Padre è generato. Lo Spirito Santo non è fatto, né creato, né generato, ma procede dal Padre e dal Figliuolo. E così adunque è onnipotente il Padre, onnipotente il Figliuolo, onnipotente lo Spirito Santo; però non sono tre onnipotenti, ma Dio solo onnipotente. Così Dio è il Padre, Dio è il Figlio, Dio è lo Spirito Santo: però non sono tre Dei, ma un Dio solo in tre Persone; perché in tutte le tre Persone una è la Divinità, eguale la gloria; e tutte tre insieme sono l’eterna Maestà di Dio (Simb. ATANAS.) che noi adoriamo nel Mistero della SS. Trinità. Ora che abbiamo imparato come il Signor nostro si è fatto conoscere; che Egli è un Dio solo in tre Persone eguali e distinte in Sé medesimo, vi debbo spiegare come Dio sì fa conoscere di essere Dio in tre Persone distinte anche in quello che fa con noi. Così vi manterrò la parola datavi in sul principio di questa istruzione, di spiegarvi che uno è Dio Padre che ci creò, uno è Dio Figlio che ci salvò, uno è Dio Spirito Santo che ci unisce in carità per immergerci nella beatitudine di Dio in paradiso. — Qui nos creavit unus est Deus: qui mos redimit unus Christus: qui nos consociare potest unus est Spiritus, dice s. Agostino (Epist. post collat.) Che cosa adunque vi ho da spiegare adesso? Ripetetemelo in grazia per la vostra bontà (sì fan ripetere). Vi ho da spiegare che uno è Dio Padre che ci creò, uno è Dio Figlio, ecc. – State attenti; ché sono cose così sante e care, da intenerircifino alle lacrime per amore di Dio. Voigià sapete come vi spiegai, e come il Concilio Vaticano insegna, che Dio eternamente beato in Sé stesso, creò il mondo per mostrarci la sua bontà. Ma appunto il miglior modo di far conoscere a noi la sua bontà è di farci comprendere che Egli è Dio Padre. È da intendere ora come Dio si è comportato con noi per chiarirsi nostro Padre. Noi appelliamo padre chi dà la esistenza ai figliuoli generandoli ad immagine sua; si mostra poi di essere un gran buon padre colui che ama tanto i suoi figliuoli fino ad esser disposto di sacrificarsi per loro. Ebbene (è utile dirvelo ancora) creando noi uomini, Dio ci creò ad immagine sua, cioè ci diede la vita capace di vivere eternamente ad immagine di Lui Padre; ci diede la ragione, la intelligenza, e ci creò capaci di conoscerlo ad immagine di Lui Figliuolo; ci diede infine la volontà capace di amarlo ad immagine di Lui Spirito Santo. Ci creò adunque a sua somiglianza. Sicché Dio vede in noi, come in piccolo specchio, ridergli davanti tante care immaginette viventi; vede che abbiamo anche noi bisogno di vivere in Lui, di partecipare della sua Vita Divina in qualche modo, e di essere con Lui beati. Dio adunque par che ci dica: « creaturine mie, care immagini mie, vi ho create ad immagine di me coll’amor di Padre; ed allora sarà contenta la mia bontà, quando vi avrò fatte con me beate in Paradiso. » Poiché vediamo bene anche noi, che allora un padre è contento, quando ha dato di tutto il suo bene ai suoi figliuoli….. Ne’ che è padre Iddio ?…. Ma lo intenderete meglio ancora. – Siccome noi uomini ci andiamo a perdere pei nostri peccati, così Dio pigliò cagione dal vederci così miserabili, di manifestare a noi tutta la sua misericordia, la vera bontà di padre, di mostrarsi insomma capace di sacrificare di Sé medesimo, dandoci dal suo seno, per dir così, il Figliuolo che è della stessa sua Sostanza. Oh qui sì che l’abbiam proprio veduta la gloria della bontà del Padre, al tutto bontà divina, nel veder la gloria della bontà del Figliuol suo Unigenito Dio con Lui! — vidimus gloriam eius, gloriam quasi Unigeniti a Patre. Perché, mandato dal Padre, viene a noi il Figliuol suo divino a salvarci. Nel Figliuol suo, che venne a morire per noi, abbiamo conosciuta la bontà del Padre. E non è vero che con noi si mostrò Padre ma veramente Padre di una bontà da Dio? Ma perché desidero che queste così sante e care vi penetrino bene addentro nel cuore, voglio spiegarvele in una maniera più chiara; e così intenderete come Dio Padre si mostri e si faccia conoscere distintamente a noi col suo Figliuolo. Io ora vi dirò di Dio come Egli parlasse da uomo; ché non è poi malcontento Iddio che io vi dica come Egli parlasse quasi da uomo, essendosi, per farsi conoscere meglio, fatto uomo anch’Esso. Dio adunque, vedendo come noi uomini andavamo miseramente a dannarci, disse al Figliuolo suo: « Questi poveri uomini da noi creati, eccoli lì come pel loro peccare si vanno a perdere! Non si curano più di Noi che li abbiamo creati e si guastano tanto di cuore, che paiono nostri nemici per la loro natura — eramus natura fili iræ! — Eppure benché così peccatori nostri nemici — cum adhuc inimici essemus, — più che provocarmi a sdegno, meschini! mi fanno tanto pietà!… Figliuol mio, salviamoli!… andate Voi sulla terra, pigliate umana carne, mettetevi in mezzo di loro; fate loro capire le più care cose del come li amiamo, sacrificatevi per loro, fatemeli buoni e fateli degni figliuoli del nostro amore. » E il Figliuol suo, mi par di sentire che rispondesse: « Si, Padre, andrò, mi farò uomo, mi addosserò tutte le loro miserie, pagherò Io la pena pei loro peccati, vi darò Io soddisfazione per loro, farò che vi amino con me, con me vi adorino, con me ve li porterò salvi in seno alla vostra bontà; n’andasse pure la mia vita d’uomo che io piglierò per soddisfarvi, per servirvi con loro! Non è vero, o Padre, che Voi siete contento e d’accordo con me che io mi sacrifichi così?… — proprio filio suo non pepercit. Pare insomma che gli dicesse: « a me, a me! ché darò Io il mio Sangue per portarveli in braccio come figli del mio Sangue, ut filii eius…. simus?» Deh! deh! che è cosa da piangere al pensare come discese di Cielo e nacque bambino da Maria Santissima; e come morì per noi….; come risuscitò …. e sali al Cielo ma come poi là anche in Cielo, Dio come Egli è col Padre, è sempre uomo con noi. Proprio là in Paradiso conserva un Cuore da uomo, fa causa comune con noi, e tiene le sue Piaghe vive vive le quali col loro Sangue sempre domandano per noi misericordia — semper vivens interpellans pro nobis. Così se Dio si è mostrato Creatore Padre, il suo Figliuolo si mostra fratello di nostro sangue per essere nostro Salvatore. E qui io non posso a meno di dirvi che, fattosi uomo come noi, Egli è Gesù Cristo il quale, come è in Paradiso col Padre, e collo Spirito Santo, è anche qui in terra con noi nel Santissimo Sacramento; e tiene qui con noi il suo Cuore aperto, come lo tiene ancora in cielo squarciato per significare al Padre tutti i nostri bisogni. E appunto appunto la Chiesa, da buona madre, piglia il momento più santo, quando le palpita in seno Gesù quando nella Messa tratta col suo Sangue i nostri interessi davanti al Padre, per dirci: « fate coraggio, o figliuoli! sia pur grande Iddio, qui con Gesù chiamatelo col nome di Padre. E chiamar Dio col nome di Padre vuol dire recitare il Pater noster « audemus dicere : » Pater noster. Sì, sì che noi oseremo dire, massime nella Messa: O Padre nostro! L’intendete bene dunque, che Dio si mostrò Padre col crearci, mostrò d’aver il Figlio per salvarci; e che quindi uno è Dio che ci creò, il Padre; uno è Dio che ci salvò, il Figliuolo. Mi resta ora a spiegarvi che uno è lo Spirito Santo, Dio col Padre e col Figliuolo, che ci raccoglie in carità per farci beati in Paradiso. – Ma io vorrei qui adesso aver una lingua da Angelo innamorato per dirvi le più care cose che convengono allo Spirito Santo, il quale è detto il Sommo Amore, ed anche è chiamato il Paracleto, che vuol dire Dio Consolatore; poiché a Lui si attribuiscono le operazioni dell’amore e della bontà di Dio. Pensate voi se non debba esser buono! è la bontà personale di Dio! Vi dirò subito ancora che se Dio si mostra Padre, la prima Persona della SS. Trinità nella creazione; se si mostra Figlio, la seconda Persona, nel salvarci; si mostra bene lo Spirito Santo essere l’ Amor Eterno nel volere far tutto il bene alle creature. Difatti, dice la parola santa di Dio, che era appena creata la terra, e ancor nelle tenebre avvolta e sprofondata dentro le acque quando lo Spirito Santo vi girava già intorno a suscitare un po’ di movimento e di vita; affinché le creature godessero alquanto di ben di Dio. Quando poi Dio impastava la terra da formare l’uomo, lo Spirito di Dio v’infuse coll’anima la vita, ed elevolla ai palpiti dell’amore: ché i palpiti sono tanti slanci del nostro cuore irrequieto sempre, finché non giunga ad essere beato in Dio. I palpiti adunque del nostro cuore che ama, sono un continuo movimento che lo Spirito Santo suscita in noi, col quale noi ci slanciamo a cercar il bene, che ci manca, in Dio Sommo Bene nostro, per immergerci in Lui nella beatitudine in Paradiso. Quando poi la giustizia di Dio fulminava i castighi contro gli uomini in peccato, – lo Spirito dell’Amore nell’istesso momento, per non lasciarli disperare, prometteva loro che verrebbe il Salvatore. Poi ora da un Patriarca, ora da un altro; e poi dal tale e tal altro Profeta faceva ripetere colla sua ispirazione: « parola di Dio! il Salvatore verrà! ». Anzi lasciatemi dire: pareva fino impaziente di far conoscere agli uomini misteri nascosti fino agli Angeli; e a loro già prediceva che sarebbe venuto il Salvatore come un agnello innocente a farsi sacrificare, per addossarsi la pena dei peccati di tutti…; E fa che contassero gli anni a settimane, per fissare il tempo preciso in cui sarebbe venuto il Figliuolo di Dio a morire pel genere umano. Ma quando poi giunse il momento in cui voleva farsi uomo il Figliuol di Dio ricevendo il nome di Gesù, altro che io, neppur gli Angioli vi potrebbero dire, come lo Spirito Santo discese nel fiore più bello dell’umana natura in Maria Vergine Santissima Immacolata. L’adombrò, e dal puro Sangue di Maria Santissima formò il Corpicino del bamboletto Gesù …… Silenzio!…… adoriamo tremando tutti compunti……. quel benedetto momento, in cui lo Spirito Santo cominciò a formar quel Cuoricino di uomo che in Gesù palpitò d’amore da Dio…. Adunque in quel cuoricino palpitò con Gesù Esso l’Eterno Amore del Padre e del Figliuolo; e come quel cuore di Gesù fu il primo principio e la radice, da cui doveva uscire, quasi pianta nuova, la famiglia dei figliuoli di Dio: così noi da Lui, e per Lui rinasciamo di Spirito Santo nel Battesimo di Gesù Cristo. Lo Spirito Santo palpitò adunque con Gesù nel Cuore, quando Gesù nasceva e cresceva per sacrificarsi: palpitò nel Cuor di Gesù, quando predicava con tanto amabil parola, palpitò nel Cuor di Gesù quando spargeva il Sangue per tutte le piaghe in agonia; palpitò. da quando fu squarciato e continua a palpitare tuttora, quando Gesù nel Sacramento trasfonde e comunica in noi la sua grazia, fa rivivere le anime nostre della vita che è il principio della vita eterna. Così lo Spirito Santo, nelle persone particolari spira la vita della grazia per i meriti del Redentore, ma nella Chiesa resta in permanenza con noi i quali tutti uniti insieme formiamo il corpo della Chiesa. La parola di Dio ce lo dice le tante volte a nostra consolazione; essa ci ripete che lo Spirito Santo è in noi, che abita nei fedeli; come ce lo promise Gesù che resterebbe continuamente in permanenza mansionem faciemus. — Ora, come Gesù non è unito con noi solo colla dottrina, ma vive in noi e ci comunica della sua vita divina, e resta qui nel SS. Sacramento; così resta anche lo Spirito Santo nella Chiesa, la vivifica, la inspira e le mantiene quella vita che non mai in ella vien meno. Quindi pare che si possa dire, per esprimerci più chiaramente, che se la Chiesa è un corpo, Gesù nel Sacramento è come il cuore, lo Spirito Santo è come l’aura vitale, la comunicazione dell’Amore, l’attività della vita spirituale che si diffonde in tutte le membra col Sangue di Gesù Cristo. Onde noi siamo membra di Gesù e templi vivi dello Spirito Santo: e noi figliuoli del Sangue di Gesù siamo vivificati e spinti innanzi nei movimenti della vita per giungere a vita eterna dallo Spirito del Signore Quicumque Spiritu Dei aguntur ii sunt fili Dei (ad Rom. VIII), Sicché collo SpiritoSanto, Amor Eterno, possiamo gridare in Gesù Cristo:« Abba, Pater, Voi, Dio Padre, Figliuolo e SpiritoSanto, ci siete Padre. Siamo difatti diventati suoi figliuoli….. Ipse Spiritus testimonium reddit ecc., quod sumus filii Dei.Ebbi dunque ben ragione di accennarvi fin da principio che la Chiesa ci dice subito da Madre tutto quello che ha da far più bene a noi suoi figlioli, quando ci induce fare il segno della Croce. Perché dicendo nel nome, e non nei nomi, diciamo che crediamo in Dio solo: e che crediamo che in Dio vi son tre Persone realmente distinte, il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo.Insomma sapete che cosa vogliam dire quando ci facciamo il segno della Croce? Vogliamo dire: Grand’Iddio,Voi non siete più il terribile (Ieowa), il Dio dell’anticotestamento; con noi siete Padre. Creatore dell’universo,avete un bell’esser grande; ma vi siete lasciato conoscere che siete Padre. Allora vi abbiamo conosciuto che siete Padre, quando avete mandato il vostro Figliuolo a farsi uomo per noi; e se noidi sotto la sua Croce vi adoriamo in timore, però di sotto le sue Piaghe possiamo spingere il nostro sguardo fino in seno alla vostra Divinità; e, sì, sì!ei par di vedervi tra lo splendore della eterna gloria dissipare colla vostra mano istessa i raggi della luce che non possiam fissare; di modo che vi lasciate scorger col sorriso di Padre. Diciamo adunque: « nel nome del Padre . . . Grande Iddio, ci siete Padre…Oh Padre.. oh Padre nostro! — Nel Nome del Figlio.Oh Gesù, eterno Figliuol di Dio; Voi siete in seno al Padre nella eterna gloria; ma pure a Voi ci rivolgiamo con tutta confidenza, perché, anche in mezzo alla gloria di paradiso, avete qualche cosa del nostro avete della Carne della nostra carne, del Sangue del nostro sangue, anzi avete un Cuor che dà ancora Sangue: siete insomma il Salvator nostro.— Nel nome dello Spirito Santo. O Amor del Padre e del Figliuolo, che come dal Padre, procedete dal Figlio che è qui in terra con noi, Voi che da Lui vi diffondete in tutte le nostre persone, tirateci alla beatitudine del Paradiso con Dio che si è fatto conoscere a noi. Così ci salveremo; così sia!Deh! col cuor pieno di così santi sentimenti facciamo un po’ d’esame sulla nostra povera vita.

Esame.

1. Pensiamo: bisogna ben dire che il Signore ci ama tanto, se con tanta benignità si è fatto conoscere fin dentro nel secreto della sua Vita Divina. Eh, se Dio ci avesse fatto sapere solamente che Egli è il Creatore onnipotente del cielo e della terra, noi dovremmo tremare davanti alla maestà di Dio Santissimo; ma dicendoci subito, che Dio è Padre, pigliamo coraggio, massime nel sentirci dir subito dalla nostra madre che, se Egli è Dio che ci creò, Egli è Padre che ci porta in braccio con Lui; è il Figliuolo suo che ci salvò; è lo Spirito Santo che ci vuole il più gran bene di Dio.

2. Consideriamo un po’ attentamente come dobbiamo, in quel povero modo che possiamo trattare con Dio, il quale si fa conoscere con tanta bontà: e se noi lo abbiamo fatto finora.

Pratica.

Cominciamo adunque la giornata quasi cominciassimo una vita nuova in quel primo momento in cui ci svegliamo (Ego dixi nunc cœpi); e nascondendoci subito sotto la croce di Gesù col fare il segno della santa Croce innalziamo la mente, allarghiamo il cuore; fin col corpo nostro medesimo slanciamoci in braccio a Dio, gridandogli col Cuor Santissimo di Gesù: « Nel Nome del Padre ecc. » Sempre così, massime quando dobbiamo presentarci a Dio santissimo colla preghiera a metter in salvo l’anima nostra, col segno di Croce chiameremo la benedizione di Dio sopra tutto che facciamo, tutto facendo a gloria di Dio. – Andiamo a casa coll’anima consolata da questi grandi pensieri. — Abbiamo in Dio un Padre che tutto può e vuol tutto il bene per noi: abbiamo in Dio il Figliuol suo Salvator nostro, che fa tutto per noi, come pei suoi fratelli di Sangue: abbiamo in Dio lo Spirito Santo, che ci vuol sempre beati in paradiso. Adunque ci salveremo sicuramente, se ci monderemo delle nostre miserie nella confessione, e se ci uniremo con Gesù nella Comunione; e quando preghiamo, preghiamo col Cuor di Gesù con filial confidenza dicendo: Pater noster… Oh Dio, oh Padre, tutta la gloria a Voi, tutta la vostra misericordia. Tutto poi che non sappiam dire, ditelo Voi per noi, o nostra Madre Maria Santissima. Ave Maria ecc.

Catechismo.

D. E quanti Dei vi sono?

R. Vi è un solo Dio.

D. E quante Persone vi sono in Dio.

R. In Dio vi sono Tre Persone eguali e realmente distinte: il Padre, il Figliuolo, e lo Spirito Santo.

D. Come si chiama questo mistero?

R. Il mistero della SS. Trinità!

D. Che cosa vuol dire SS. Trinità?

R. SS. Trinità vuol dire Tre Persone in un Dio solo.

D. Si potrebbe un poco spiegare come sonvi Tre Persone in Dio solo?

R. Non si può spiegare questo altissimo mistero: ma sappiamo però che Dio Padre, la Prima Persona, genera la seconda Persona, il Figliuolo, per via di Intelletto; e che dal Padre e dal Figliuolo procede  la terza Persona, lo Spirito Santo.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.