LE GRANDI VERITÀ CRISTIANE (12)

ADOLFO TANQUEREY

LE GRANDI VERITÀ CRISTIANE CHE GENERANO NELL’ANIMA LA PIETÀ (12)

Vers. ital. di FILIPPO TRUCCO, Prete delle Missioni ROMA DESCLÉE & C. EDIT. PONTIF. – 1930

NIHIL OBSTAT – Sarzanæ, 8 Maji 1930 J. Fiammengo, Rev. Eccl.

IMPRIMATUR Spediæ, 8 Maji 1930 Can, P. Chiappani, Del. Generalis.

PARTE PRIMA

Gesù vivente in noi per comunicarci la sua vita

CAPITOLO IV.

Maria madre nostra e nostra mediatrice.

Art. IV. — LA NOSTRA DIVOZIONE A GESÙ VIVENTE IN MARIA.

Abbiamo già detto che, dandoci a Maria, ci diamo per ciò stesso a Gesù: Maria, ricevendo tutto da Lui, non serba nulla pet sé, ma si affretta a rimetter tutto nelle mani del Figlio. Il che intenderemo meglio meditando la dottrina del pio fondatore di S. Sulpizio, dell’Olier, sulla vita di Gesù in Maria: vedremo allora chiaramente che onorare e amare Maria è onorare e amare Gesù, e che il mezzo più sicuro di unirsi al Verbo incarnato è di andarlo a cercare in sua Madre.

Quindi : 1° descriveremo brevemente la vita di Gesù in Maria;

2° commenteremo una bella preghiera con cui possiamo attirare in noi Gesù vivente in Maria.

1° La vita di Gesù in Maria.

A) Gesù visse in Maria in parecchi modi.

a) Visse fisicamente per nove mesi in Maria, dal giorno benedetto dell’Annunciazione, quando il Verbo s’incarnò nel virgineo suo seno, fino al giorno della Natività, in cui, uscendone come fulgido raggio di luce passa attraverso il cristallo, venne a riposare tra le sue braccia prima ancora di essere coricato sopra un poco di paglia nel presepio. Il che fu certamente per l’umile Verginella una ricca fonte di santificazione: se i sacramenti ci santificano, perché sono cause strumentali della grazia, quanto maggior copia di grazia dovette causare la continua presenza del Dio di ogni santità in un’anima così ben disposta come l’anima di Maria! Ma qui non si tratta di questa presenza, che cessò colla nascita del Bambino-Dio.

b) Gesù visse sacramentalmente in Maria colla santa Comunione. Il discepolo prediletto, che Gesù le aveva lasciato per cappellano, le avrà dato spesso, possiamo credere ogni giorno, quel Figlio così teneramente amato da cui stava separata fin dal dì dell’Ascensione. E chi potrà dire i dolci colloqui, le pie effusioni della Madre e del Figlio nel momento della santa comunione, e i mirabili effetti della grazia prodotti nell’anima della Vergine santissima coll’azione santificatrice di Colui che è la fonte di ogni santità? Ma questa presenza sacramentale terminò con l’ultima Comunione di Maria sulla terra; non si tratta dunque di questa.

B) Gesù visse e vive in Maria in modo più intimo, più profondo e più permanente; vive in Lei misticamente, come Capo del Corpo mistico di cui tutti i Cristiani sono membri, come abbiamo più sopra spiegato (La nostra incorporazione a Cristo); ma ci vive in grado molto superiore, perché Maria occupa in questo Corpo il posto più onorevole, essendo nello stesso tempo Madre di Gesù e Madre nostra. Gesù vive in Lei col divino suo Spirito, vale a dire con lo Spirito Santo che comunica alla santa sua Madre, affinché questo Spirito operi in Lei disposizioni simili a quelle che opera nell’anima umana di Cristo. In virtù dei meriti e delle preghiere del Salvatore, lo Spirito Santo viene a santificare e a glorificare Maria, cosicché Ella ne riesce la copia vivente più perfetta. – Questo punto è molto bene spiegato dall’Olier (Journée chretienne, p. 395-396): « Ciò che Nostro Signore è per la Chiesa, lo è per eccellenza per la santissima sua Madre. Ne è quindi la pienezza interiore e divina; ed essendosi sacrificato più particolarmente per Lei che per tutta la Chiesa, le dà la vita di Dio più che a tutta la Chiesa; e glie la dà anche per gratitudine e in ricambio della vita ricevuta da Lei; poiché, avendo promesso a tutti i suoi membri di render loro centuplicato ciò che riceverebbe dalla loro carità sulla terra, anche a sua Madre vuole rendere il centuplo della vita umana che ricevette dal suo amore e dalla sua pietà; e questo centuplo è la vita divina infinitamente preziosa e degna di stima… Bisogna quindi considerare Gesù Cristo, nostro Tutto, come vivente in Maria nella pienezza della vita di Dio, tanto di quella che ricevette dal Padre quanto di quella che acquistò e meritò agli uomini col ministero della vita somministratagli da sua Madre. Mostra in Maria tutti i tesori delle sue ricchezze, il fulgore della sua beltà e le delizie della vita divina… Abita in Lei con pienezza e vi opera in tutta l’ampiezza del divino suo Spirito; non forma che un cuore solo, un’anima sola, una vita sola con Lei ». Questa vita la spande continuamente in Lei, « amando in Lei, lodando in Lei, adorando in Lei Dio suo Padre, come in un degno supplemento del suo cuore, in cui Egli deliziosamente si dilata e si moltiplica ». Possiamo dire in tutta verità che le virtù di Maria non sono che un riflesso delle virtù di Gesù, e che imitare la Madre è imitare il Figlio, perché meglio ancora di san Paolo Maria può dire: « Vivo, ma non più io, vive in me Cristo ». – Ora, se Gesù vive in Maria con pienezza, lo fa non solo per santificar Lei, ma per santificare per Lei anche gli altri membri del suo Corpo mistico:

Maria infatti è, come dice san Bernardo, l’acquedotto per cui ci arrivano tutte le grazie meritate dal suo Figlio: « Totum nos habere voluit per Mariam ».È cosa nello stesso tempo accettissima a Gesùe utilissima all’anima nostra il rivolgerci a Gesù vivente in Maria, per ottenere una partecipazione alle sue virtù: « Che c’è di più dolce e di più gradito a Gesù dell’andare a cercarlo nel luogo delle sue delizie, su quel trono di grazia, in mezzo a quell’adorabile fornace di santo amore per il bene di tutti gli uomini? Quale più copiosa fonte di grazia e di vita di quel luogo ove Gesù abita come in sorgente di vita per gli uomini e in madre e nutrice della sua Chiesa? ». Gli diremo dunque con l’Olier (Journée chrétienne, p. 327, ed. 1925): « Io vi adoro, o divino mio Gesù, risedente e vivente nella Vergine santissima. Adoro le vostre grandezze e le perfezioni vostre di cui l’anima di Lei è rivestita. Adoro il vostro regno su di Lei e l’assoluto potere che governa tutto il suo essere. Adoro la vita vostra che anima il cuore e tutte le facoltà di Lei. Adoro la copia dei doni, la pienezza delle virtù e la fecondità delle grazie che ponete in Lei a pro di tutta la vostra Chiesa. O divino Gesù, regnate su di Lei e per mezzo di Lei su di noi in eterno ». – A chiedere la grazia di partecipare alla vita e alle virtù di Gesù vivente in Maria, il P. de Condren compose una bella preghiera, a cui poi l’Olier, uno dei più cari suoi discepoli, diede l’ultima mano, ed è quotidianamente recitata nei Seminari di S. Sulpizio. Ne daremo qui un breve commento.

2° LA PREGHIERA: O Gesù vivente in Maria.

« O Gesù vivente in Maria,

Venite e vivete nei vostri servi,

Nel vostro spirito di santità,

Nella pienezza della vostra potenza,

Nella perfezione delle vostre vie,

Nella verità delle vostre virtù,

Nella comunione dei vostri divini misteri.

Dominate in noi su tutte le avverse potenze,

Nella virtù del vostro Spirito,

E per la gloria del Padre vostro ».

a) Come si vede, questa preghiera è rivolta a Gesù vivente in Maria, vale a dire al Verbo Incarnato, all’Uomo-Dio, che, nell’unità di una sola e medesima Persona, possiede nello stesso tempo la natura divina e la natura umana, e che è per noi la fonte, la causa meritoria ed esemplare della nostra santificazione. Ci rivolgiamo a Lui in quanto vive in Maria per mezzo del divino suo Spirito con la pienezza delle sue grazie e delle sue virtù, perché sappiamo che per mezzo di Lei vuole spandere queste grazie e queste virtù nell’anime nostre.

b) Ciò che gli chiediamo è prima di tutto una partecipazione alla sua vita interiore; lo supplichiamo che venga Egli stesso a vivere in noi come vive in Maria, onde farci entrare in comunione coi suoi pensieri, coi suoi desideri, coi suoi affetti, coi suoi voleri; e noi dal canto nostro gli promettiamo di essere servi docili, che si lasciano in tutto guidare dal suo Spirito e ubbidiscono anche alle minime sue ispirazioni: « Venite e vivete nei vostri servi ». – Spieghiamo dunque in che modo Ei viene ed opera in noi e in che modo noi collaboriamo con Lui.

I) Gesù viene in noi come viene in Maria per mezzo del divino suo Spirito, colla grazia abituale: ogni volta che questa grazia cresce in noi, vi cresce pure lo Spirito di Gesù; e quindi ogni volta che facciamo un atto soprannaturale e meritorio, questo divino Spirito viene in noi e ci rende l’anima più simile a quella di Gesù e a quella di Maria. Che potente motivo per moltiplicare e intensificare gli atti meritorii informandoli della divina carità! Questa grazia abituale ce la conferisce pure coi Sacramenti, da lui istituiti non solo per significare, ma anche per contenere e dare all’anima, che non vi pone ostacolo, una grazia abituale speciale che si chiama grazia sacramentale. Questa grazia non si distingue dalla grazia abituale ordinaria se non per un vigore speciale proprio a ogni singolo Sacramento e per un diritto a grazie attuali che ci vengono concesse a tempo opportuno onde aiutarci a compiere più facilmente i doveri imposti da quel dato Sacramento. Così la grazia sacramentale del Battesimo è grazia di rigenerazione spirituale, che non solo ci monda dal peccato originale, ma ci fa nascere alla vita spirituale e ci dà diritto a quelle grazie attuali che sono necessarie per adempiere bene tutti i doveri del Battesimo, per conservare e accrescere in noi la grazia battesimale.

2) Gesù opera in noi colla grazia attuale che ci meritò e ci distribuisce per mezzo del divino suo Spirito: opera in noi il volere e il fare « operatur in nobis velle et perficere » (Fil. III, 13), diviene il principiodi tutti i nostri moti, delle nostre disposizioni interiori,talmente che i nostri atti provengono daGesù che ci comunica la stessa sua vita, i suoisentimenti, i suoi affetti, i suoi desideri. Possiamoallora dire con san Paolo: « Vivo, ma nonpiù io, vive in me Cristo  ».(Gal. II, 20)Perché questo avvenga, bisogna che, comeservi fedeli, ci lasciamo guidare da Lui e cooperiamoall’azione sua in noi. Dobbiamo, comel’umile Vergine, dire con tutta sincerità: « Eccola serva del Signore, si faccia a me secondo latua parola: ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum Verbum tuum » (S. Luc. I, 38). Consapevoli della nostramiseria e dell’incapacità nostra, non ci resta cheubbidir prontamente anche alle minime ispirazionidella grazia. È questa per noi una servitùonorevole, una servitù di amore che ci assoggettaa Colui che è per noi un Padrone, è vero,ma anche un Padre, un amico, e che non ci comandanulla che non ci sia utile al bene dell’anima.Apriamo dunque il cuore a Gesù Cristo eal divino suo Spirito, affinché vi regni come regnòe regna nel cuore della Madre nostra Maria.

c) Essendo Gesù la fonte di ogni santità, gli chiediamo che viva in noi col suo spirito di santità. Questa santità è prima di tutto orrore del peccato e allontanamento da tutto ciò che vi ci può condurre, allontanamento assoluto dalle creature che ci possono sedurre e da ogni egoismo; ma è poi anche partecipazione alla vita divina ed intima unione con le tre Persone divine, è amor di Dio che signoreggia in noi ogni altro affetto: è, in una parola, santità positiva.

d) Ma, essendo incapaci di acquistarla da noi, lo supplichiamo che venga in noi con la pienezza della sua potenza o della sua grazia. E pensando alle possibili nostre resistenze, chiediamo pure colla Chiesa che si degni di assoggettare al suo impero le ribelli nostre facoltà. Chiediamo quindi una grazia efficace, quella grazia che, pur rispettando la nostra libertà, operi sulle secrete molle della volontà per indurla ad acconsentire; una grazia che, non arrestandosi dinanzi alle nostre istintive ripugnanze o alle pazze nostre opposizioni, operi fortemente e soavemente in noi il volere e il fare.

e) Poiché la santità non si può acquistare senza l’imitazione del nostro divino Modello, lo supplichiamo di farci camminare nella perfezione delle sue vie, vale a dire di farci imitare la sua condotta, il suo modo di fare, le sue azioni interne ed esterne in tutto ciò che hanno di più perfetto. Chiediamo insomma di diventare copie viventi di Gesù, come fu Maria, diventare altri Cristi, onde poter dire anche noi ai nostri discepoli, come san Paolo: « Imitate me com’io imito Cristo: imitatores mei estote sicut et ego Christi » ((1 Cor. XI, 1). Ideale tanto perfetto non possiamo attuare da noi soli. Ma Gesù si fa nostra via: « ego sum via »; via luminosa e vivente, via, a così dire, checammina e che ci trae dietro a sé: « Et ego, cum exaltatus fuero a terra, omnia traham ad me ipsum » (S. Giov. VIII, 49). Ci lasceremo dunque trarre da Voi, o divino Modello, e, sorretti dalla vostra grazia, cistudieremo di imitare le vostre virtù.

f) Per questo aggiungiamo « nella verità delle vostre virtù ». Le virtù da noi chieste sono virtù vere e non virtù apparenti. Ci sono di quelli che, sotto una lustra di virtù e di pratiche puramente esterne, nascondono uno spirito pagano, sensuale e superbo. Non sta lì la santità. Ciò che Gesù ci reca sono virtù interiori; virtù mortificatrici: l’umiltà, la povertà, la mortificazione, la castità perfetta così della mente e del cuore come del corpo; virtù unitive: lo spirito di fede, di confidenza e di amore; virtù che non si possono praticare senza la nostra collaborazione, senza sforzi animosi e costanti. Ecco ciò che forma veramente il Cristiano e lo trasforma in un altro Cristo.

g) Queste virtù Gesù le praticò specialmente nei suoi misteri, noi quindi lo preghiamo che ci faccia prender parte alla grazia dei suoi misteri. Per questi misteri s’intendono certamente tutte le principali azioni di Nostro Signore, ma specialmente i sei grandi misteri descritti dall’Olier nel suo Catechismo cristiano (Catechismo cristiano per la vita interiore di J. J. Olier/ExsurgatDeus.org): l’incarnazione, che ci invita a spogliarci di ogni amor proprio per consacrarci interamente al Padre, in unione con Gesù; la crocifissione, la morte e la sepoltura, che esprimono i gradi di quella totale immolazione con cui crocifiggiamo la guasta natura e ci studiamo di farla morire e di seppellirla per sempre: la risurrezione e l’ascensione, che significano il perfetto distacco dalle creature e la vita tutta celeste che bramiamo condurre per salire grado a grado verso il cielo. Dobbiamo entrare nella spirito di questi misteri, come così bene fece la Vergine santissima; e a questo modo prenderemo parte alla vita e alle virtù di Gesù e di Maria.

h) È chiaro che non possiamo conseguire questa perfezione se Gesù non viene a dominare in noi sopra ogni avversa potenza, vale a dire sopra la carne, il mondo e il demonio. Questi tre nemici non lasceranno mai di darci fieri assalti e non saranno mai annientati finché vivremo quaggiù; ma Gesù, che ne trionfò, ci viene in aiuto per agguantarli, per soggiogarli, dandoci grazie efficaci a resistervi; il che umilmente gli chiediamo per intercessione di sua Madre.

i) Ad ottenere più facilmente questa grazia, dichiariamo di non mirare con Lui che a un solo scopo: la gloria del Padre, che intendiamo di procurare sotto l’azione dello Spirito Santo: « Nella virtù del vostro Spirito, a gloria del Padre ». Essendo venuto sulla terra per glorificare il Padre « honorifico Patrem » (S. Giov., VIII, 49) si degni Gesù di compiere l’opera sua in noi e comunicarci l’interiore sua santità onde possiamo con Lui e per Lui glorificare questo stesso Padre e farlo glorificare attorno a noi. Saremo veramente allora membra del suo Corpo mistico e i religiosi di Dio: Ei vivrà e regnerà nei nostri cuori per la maggior gloria della santissima Trinità. – Questa preghiera è dunque un compendio di tutto ciò che possiamo chiedere a Dio per progredire nella vita interiore; infatti questa vita sarà tanto più perfetta quanto più si accosterà alla vita di Gesù e di Maria. E quest’ideale tanto meglio attueremo quanto più strettamente, in tutte le nostre azioni, ci uniremo a Gesù per mezzo di Maria. – Tale sia per noi la conclusione pratica di questo studio sulla parte che ha Maria nella vita cristiana. Ripetiamo volentieri la preghiera dell’Olier (Journée chrétienne, l. c.): « O divino Gesù, vivete in noi per mezzo di vostra Madre, e spandete in noi la pienezza dei vostri doni e delle vostre grazie, onde siate una cosa sola con noi e colla cara vostra Madre ».

CONCLUSIONE GENERALE. Essendo il Verbo incarnato la fonte della nostra vita spirituale, di quella vita divina che attinse nel seno del Padre, a Lui dobbiamo andare per averne una larga partecipazione. Dobbiamo incorporarci a Lui, a fine di potere, divenuti sue membra, partecipare alla sua vita. – Ma a Gesù andremo per mezzo di Maria, essendo Lei la via per cui è disceso a noi. Gesù ci condurrà al Padre e il Padre ci tratterrà come suoi figli. Saremo così ogni dì più incorporati perfettamente a Cristo e più pienamente parteciperemo alla vita di Dio. Più rapidi e più sicuri saranno i nostri progressi, perché avremo tenuta la via apertaci dal Verbo incarnato: Egli è la via, la verità, la vita: calcando le sue orme, arriveremo alla mèta, vale a dire all’unione intima, affettuosa, trasformatrice colla santissima e adorabilissima Trinità. – A tal fine non vi è nulla di più efficace del sacerdozio e del sacrificio di Gesù, come diremo nella seconda parte.