LO SCUDO DELLA FEDE (154)

P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA Cappuccino Missionario Apostolico

IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (23)

FIRENZE DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA 1861

DISCUSSIONE XVIII

Il Purgatorio.

121. Prot, Pertanto la questione delle Indulgenze sarebbe ormai cosa finita, se il motivo per cui sono elargite, spinta non avesse la Chiesa Cattolica ad insopportabili errori. Essa dunque ci insegna, come dogma di fede, che se quella pena temporale, di cui si è parlato, come anche le colpe veniali, espiate non sono nella vita presente, espiare si debbano nella vita futura in un luogo di pena che appella PURGATORIO, dal quale nessuno può uscire per entrare nella eterna gloria, finché purgato non siasi da qualunque macchia. Ed affinché questo sognato PURGATORIO giovi, se non altro, ad ingrassare i Preti ed i Frati alle spalle de’ vivi e dei morti, insegna pure, come dogma di fede, che a liberar quelle anime penanti giovano, per modo di suffragio, le preghiere dei fedeli e dei Santi del cielo, le messe, le limosine, gli uffizi, le Indulgenze, ec, ec. Oh iniquità!… Questo PURGATORIO, altro none che un’esiziale invenzione di satanasso, la quale annienta la Croce di Cristo, irroga una insopportabile contumelia alla misericordia di Dio, rovescia, distrugge la nostra fede.8 » (Calvino, lib.3 Instit. cap, 5 §3).

Bibbia. È scritto: « Metti il tuo pane e il tuo vino sul sepolcro del giusto. » (Tob. IV, 18).

« Gli uomini di Jabes Galaad,… preser le ossa loro (di Saul e di Gionata) e le seppellirono nel bosco di Jades, e digiunarono per sette giorni. » (1.° de’ Re, XXXI, 13). Davidde prese le sue vesti, e stracciolle, e (così) tutti quelli eran con lui,… e digiunarono fino alla sera a causa di Saulle e di Gionata suo figliuolo, e del popolo del Signore; perché eran periti di spada. » (° Reg. I, 11-13). Dimmi adesso, di grazia, che significa porre il pane sul sepolcro de’ morti, digiunare per i morti, se non che suffragare colle limosine e colle penitenze le anime dei morti? Ogni altro senso di queste espressioni sarebbe ridicolo. Infatti, perché mai per la morte di Mosè, di Aronne, di Samuele, perdite tanto dolorose, è scritto bensì che tutto Israele pianse, ma non si fa menzione alcuna  di digiuni? Perché mai lo stesso Davidde che tanto aveva pianto e digiunato per ottener dal Signore la guarigione di un suo neonato bambino, a lui certamente più caro che Saulle e Gionata, appena ne intese la morte, si vestì a festa, dicendo: « Ora che è morto, perché ho da digiunare? » (Medes. XII, , 23). Di questo modo diverso di agire non potrà mai addursene altra ragione che questa, cioè, che Mosè, Aronne, Samuele, insomma i Santi, i bambini innocenti non hanno bisogno di suffragi, come l’hanno gli altri. – È scritto ancora: « Siam passati pel fuoco e per l’acqua, ma tu (o Signore ) ci hai quindi condotti in luogo di refrigerio. » (Ps. LXV, 11, 14).

« E tu (o Signore) mediante il sangue del tuo testamento hai fatto uscire i tuoi, ch’erano prigionieri, dalla fossa in cui non è acqua. » (Zacch. IX, 11). In questi due passi di che altro si parla, se non si parla del Purgatorio?

« Or sotto le vesti degli uccisi trovaron delle cose offerte agli idoli…. Tutti pertanto…. rivolti all’orazione supplicarono che il commesso delitto fosse posto in oblio. Ma il fortissimo Giuda, fatta una colletta, mandò a Gerusalemme dieci mila dramme di argento, perché offerto fosse un sacrifizio pei peccati dei morti…. Santo dunque e salubre è il pensiero di pregare per i morti, affinché SIANO SCIOLTI DAI LORO PECCATI.» (2° Macc. XII, 40 e segg.). – Ora negar non potrai che questo testo sia pienamente decisivo, quand’anche questo libro non fosse divino; perché se anche non avesse che l’autorità di una veridica istoria, chiaramente ti mostra che dal popol di Dio era creduto, come dogma di fede, l’articolo del Purgatorio. Mentre non solo ricorreva alle orazioni per suffragare le anime dei morti, ma offeriva sacrifizii nel tempio, e per conseguenza istituiti aveva per tale oggetto riti solenni che far non poteva, né avrebbe fatto, se ciò non avesse appreso per divina rivelazione. Nota di più che la conclusione del testo non riguarda la storia del fatto, ma è l’espressione della credenza dell’autore, ed essendo certo che questo libro fu scritto dalla stessa Sinagoga, come chiaro apparisce dal primo capitolo, è certo ancora che tal conclusione tiene il luogo di una solenne dogmatica decisione su questa materia.

Prot. Ma se vi è il Purgatorio, perché Gesù Cristo e gli Apostoli non ne hanno parlato?

122. Bibbia. Non ne hanno parlato?… Ascoltami: « Chiunque avrà sparlato contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonato né in questo secolo, né nel futuro. » (Matth. XII, 32).

« L’opera di ciascuno si farà manifesta, imperocché il dì Signore la porrà in chiaro; poiché sarà manifestata per mezzo del fuoco. Se l’opera di alcuno… arderà, ne soffrirà egli il danno, egli poi sarà salvo: così però come attraverso del fuoco. » (I Cor, III, 13, 14, 15).

« Spesso (Onesiforo) mi ristorò, e non si vergognò della mia catena…. Diagli il Signore di trovare misericordia presso il Signore in quel giorno. » (II Tim. I, 16-18).

« Chi sa che il proprio fratello pecca di peccato che non è a morte, chiegga e sarà data vita a quello che pecca non a morte. Havvi il peccato a morte: non dico che uno preghi per questo » (I Giov. I, 16).

Hai ben capito? Nel primo testo ti significa il Redentore esservi dei peccati che si perdonano nell’altra vita: nel secondo, dichiara S. Paolo, che il perdono di tali peccati non si ottiene che in un luogo di pena, scontandosi – come attraverso il fuoco: nel terzo, lo stesso S. Paolo prega pel riposo di Onesiforo già morto. Nell’ultimo S. Giovanni distingue quelli che hanno colpe veniali, da quelli che le hanno mortali: pei primi esorta a pregare, pei secondi non vuol che si preghi. La qual cosa non può riguardare che i passati all’altra vita; essendo di fede rapporto agli esistenti nella vita presente che si può, e si deve pregare per tutti.

123. Prot. « Nel vero, se si riguarda il maggior numero degli uomini, non sono eglino degni né del cielo, né dell’inferno. Per codeste ragioni la dogmatica cristiana si vede naturalmente condotta ad  ammettere uno stato mediano, in cui né si goda della beatitudine celeste, né si soffra il tormento dell’inferno; ma sia un luogo di purgazione, nel quale, per ciò stesso che si è detto, vi abbiano ad essere moltissimi nella non perduta speranza di giungere in processo di tempo, benché dopo tante pene, ad una sorte migliore. Quando i protestanti si pongono ad insegnare, di necessità son portati a discorrere per differenti gradi sì della beatitudine che della dannazione; e non sapendo fare altrimenti per trarsi d’impaccio, dichiarano esser piccol segno di beatitudine il minimo grado di pena, e toccarsi l’un l’altro scambievolmente; il che  importa che esista uno stato di mezzo. » (Koeppen, Opp. T, 2).

« La qual differenza per qual motivo non permetterà la Religione Cristiana che sia ricevuta? Forse che non è riconosciuta realmente dalla maggior parte de’ Cristiani? Certo i nostri Riformatori non dovevano rigettar del tutto questo stato mediano, giacché ad esso prestavasi ferma credenza nella Chiesa antichissima, ed oltre a ciò s’insegnava da ogni banda, tottochè molte fiate sia un buon destro per recare in mezzo ree e vergognoso usanze. » (Lessing, Opere varie di teologia, 1770).

« È inutile dire che la stessa autorità della Chiesa stia dalla parte di coloro che ammettono questo luogo , altrimenti chiamato PURGATORIO. »

« È manifesto dalla concorde testimonianza degli Ecclesiastici, che è stata pratica della Chiesa di pregare per tutti, nessuno eccettuato » (Rosenmuller, T . 2 lib. 13, cap. 3, § 18)-

« Il buon uso di pregare pei defunti cominciò nell’età degli Apostoli e continuossi a mettere in pratica sino al secolo XVI, nella Chiesa universa » (Collier, Giustificazione dei motivi a difesa della Rivelazione: T, I)

« Questa costumanza cristiana ringiovanisce, e ravviva la fede dell’immortalità dell’anima; alza, a così dire, un lembo del velo che ne cuopre la vista del sepolcro, ed appalesa per tal modo l’unione che bene ha luogo tra questo e l’altro mondo. Se noi (protestanti) avessimo tal costumanza mantenuta, non avremmo per disavventura a piangere in mezzo a noi tanto scetticismo e tanta miscredenza. Non trovo ragione alcuna, perché  una Chiesa particolare, la quale non può pretendere di avere in potestà sua doni soprumani, e che tanto si è dilungata DA’ TEMPI PRIMITIVI DEL CRISTIANESIMO, possa cosi facilmente e all’impazzata mettere giù un’usanza, che lungi dall’esser condannata, trovasi assai ragionevolmente, secondo la Scrittura, praticata di già fin da’ primi tempi. Nell’età Apostolica, ne’ giorni dei miracoli e delle rivelazioni essa era in uso. Negli articoli di fede non si lasciò da banda; nè da altri, se non dal solo eretico Ario, di poco o niun conto si dichiarò. La vediamo adoperata ai tempi di Agostino, e di là fino al secolo decimosesto. Che se ormai siam giunti a tale, che por noi non si faccia più cos’alcuna pei nostri trapassati, e che non paia più oltre convenevole di raccomandarli a Dio; se ne abbiam messa in non cale ogni memoria, e la trapassiam tacitamente, mentre ab antico si usava fare nella Santa Cena (nella Messa), non vi ha dubbio noi trasandiamo di effettuare quel fratellevole commercio che interviene nella comunanza de’ Santi, come con qualunque altra che sìa. Ciononostante si vorrà poi dire che noi restiamo nella comunione de’ Santi? E perseverando siffattamente a trattar da lontano colla Chiesa universale, non avrà poi altri a dire che noi guastiamo la fede, e che di un articolo di lei ributtiam la metà? » (Collier, Op. cit. p, 100).

« Io credo fermamente, oso dirlo; so che vi è il Purgatorio; resto facilmente persuaso che di esso si fa menzione nella Scrittura. ». (Lutero, Disp. Lipsica.)

« Quando la Chiesa Cattolica…. va raccomandando i trapassati nel Signore, si mostra chiaramente essere informata dalla più sublime ed universale idea religiosa » (Horst, Misteriosofia, p. 226).

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.