LO SCUDO DELLA FEDE (153)

P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA Cappuccino Missionario Apostolico

IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (22)

FIRENZE DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA 1861

DISCUSSIONE XVIII

Le Indulgenze.

118. Prot. Ammetto dunque ancor io, nel senso cattolico, la Sacramental Confessione, e se di questa si contentasse la Chiesa Cattolica per rimettere a nome di Dio gli umani reati, nulla avrei più che dire, saremmo interamente d’accordo. Se non che avida di temporali guadagni, ha tolto qualche cosa alla virtù del Sacramento della Penitenza, per formare un altro mezzo di perdonare, o per dir meglio, una bottega di traffico, che chiama indulgenza. Per arrivar poi al suo intento, professa ed insegna i seguenti errori: 1.° Che Dio perdonando le colpe, non sempre perdona tutta la pena temporale, ma esige dai peccatori una qualche temporale soddisfazione. 2.° Che essa ha in deposito un tesoro inesauribile composto dei meriti infiniti di Gesù Cristo e dei Santi, i quali meriti sono (dice) applicabili a’ peccatori riconciliati con Dio, a sconto di quella pena. 3.° Che a lei ha dato Gesù Cristo amplissima potestà di applicar tali meriti a’ fedeli per modo d’Indulgenza, a sconto totale, o parziale (secondo che le piace) della medesima pena! Ed ecco stabilite le Indulgenze: « le quali altro neon sono che sordidezze, imposture, furti, rapacità, una profanazione del Sangue di Cristo, un ludibrio di Satanasso, pel cui mezzo ritirano il popol cristiano dalla grazia di Dio, dalla vita che è in Gesù Cristo, e lo fanno traviare dal retto sentiero della salute. » (Calvino, lib. 4, Instit. cap. 5. §.2).

Bibbia. È scritto: « E Mosè disse al Signore:… Perdona, ti prego, secondo la misericordia tua grande, il peccato di questo popolo…. E disse il Signore: Ho perdonato secondo la tua parola. Coututtociò tutti quelli che hanno veduto la mia maestà… e non hanno obbedito alla mia voce, non vedranno la terra promessa da me con giuramento ai padri loro » (Nim. XIV, 11 e segg.) – Ecco dunque che Iddio perdona bensì agli Israeliti la colpa commessa, ma non perdona loro tutta la pena temporale dovuta per quella colpa. Tralascio per brevità altri chiarissimi esempj. Dipoi è scritto:

« Basta questo tale questa riprensione fatta da molti: onde al contrario voi usiate piuttosto indulgenza, e lo consoliate, affinché non sia per disgrazia assorto da eccessiva tristezza questo tale…. Or con chi avete usato indulgenza, la uso ancor io: imperocché io pure dove ho usato indulgenza, se qualcuna ne ho usata, per amor vostro l’ho usata IN PERSONA DI CRISTO (II Cor. II, 2 e segg.). In questo fatto espressamente dichiarato si vede quanto crede ed insegna la Cattolica Chiesa in ordine alle Indulgenze. Imperocché, l.° Qui vedi un peccatore già riconciliato con Dio, quanto alla colpa sua, e talmente pentito del fallo commesso, che ha bisogno di esser consolato per non essere oppresso da eccessiva tristezza. 2.° Un peccatore a cui restava ancora da scontare una parte della pena temporale dovutagli per quella colpa. 3° Un peccatore a cui S. Paolo rimette quel resto di pena per via d’indulgenza; e dichiara che la rimette IN PERSONA DI CRISTO – ἐν προσὼπῳ  Χριςου (en prosopo Xrisou-Vi ho aggiunto l’originale perché i protestanti non potendo rispondere a questo passo, lo hanno corrotto traducendo – AL COSPETTO DI CRISTO – invece d’ – IN PERSONA DI CRISTO). Con le quali parole, due cose espressamente dichiara, cioè: I. che gli rimette non già la soddisfazione dovuta alla Chiesa, (a cui avea già soddisfatto, come è chiaro dalla supplica fatta per lui, ma bensì quella dovuta a Dio; II. che gli concede quella Indulgenza per l’autorità ricevuta da Gesù Cristo, dicendo – IN PERSONA DI CRISTO, – indica una potestà più assoluta, più grande che se avesse detto – a nome o per autorità di Cristo. Indica insomma una potestà pienissima, amplissima, illimitata. Avendo di più premesso che altre volte concessa aveva simile indulgenza, con ciò apertamente dichiara che tal potestà non è straordinaria, ma è assolutamente ordinaria nella Chiesa di Dio, e perciò può farne uso ogni qual volta le piace.  – Ora essendo di fede che davanti a Dio non può rimettersi né colpa, né pena senza l’applicazione dei meriti, ossia soddisfazioni di Gesù Cristo, è parimente di fede che avendo Egli dato alla sua Chiesa tal potestà, le ha dato per conseguenza in deposito l’infinito tesoro delle sue medesime inesauribili soddisfazioni.

Prot. Se qui terminasse la cosa, nulla avrei più che ridire. Ma che vi hanno che fare le soddisfazioni dei Santi? I Santi hanno bisogno di soddisfare per sé: nulla loro avanza da dare agli altri.

119. Bibbia. Ascolta il Santo Giobbe.

« Volesse Dio che si pesassero sulla bilancia i miei peccati, pei quali ho meritato l’ira, e la miseria che sopporto! si vedrebbe questa più pesante che l’arena del mare. » (Giob. IV, 2) – Vedi dunque che i Santi soddisfano assai più di quello che han di bisogno; che per conseguenza molte soddisfazioni loro avanzano, singolarmente poi alla Madre Divina che tanto ha patito senza avere alcun bisogno di soddisfare per sé.

Prot. Sia pur vero; ma è vero ancora che le soddisfazioni de’ Santi giovano unicamente ad essi, né possono ad altri applicarsi. Questa è la mia ferma credenza.

Bibbia. Se questa è la tua ferma credenza, affrettati, condanna il Santo Giobbe, il quale

« alzandosi innanzi giorno offeriva olocausti per ciascuno di essi (dei suoi figliuoli). Perocché diceva: Chi sa che i miei figliuoli non abbian fatto del male? » (I, 5). Condanna S. Paolo, che dice:

« Ogni cosa sopporto per amor degli eletti, affinchè eglino pure conseguiscano la salute » (II Tim. II, 2 – Col. I, 24). Condanna finalmente Dio stesso, il quale disse a Salomone: « Perché questo (peccato) è stato in te…. io squarcerò e spezzerò il tuo regno, e darollo al tuo servo. Ma nol farò, vivente te, per amor di Davide tuo padre » (3 Reg. IX, 11, 12) Ma per venire più da vicino al caso nostro, sta scritto:

« E tu (disse il Signore al Profeta Ezechiele) dormirai sul tuo fianco sinistro, e porterai su di questo le iniquità della casa d’Israele per quel numero di giorni, nei quali dormirai su di quello, e porterai le loro iniquità. Or io ti ho’ dato il numero di trecento novanta giorni per tanti anni della loro iniquità … un dì per anno; perché ho assegnato a te un dì per un anno » (Ezech. IV: 4, 5, 6). Ecco, dunque che Dio dichiara di applicare al popolo d’Israele le soddisfazioni del Profeta Ezechiele, il quale colla penitenza di trecento novanta giorni soddisfa tutta la pena temporale che quel popolo subir doveva per il lungo spazio di trecento novant’anni.

Prot. Non so che rispondere a questo testo; ma so esser fuor di dubbio che i Santi ricevon per sé in Paradiso l’intera mercede dei meriti delle buone opere loro.

Bibbia. È scritto: « La limosina libera dalla morte, ed essa è che purga i peccati. » (Tob. XII, 9).

«Prendete possesso del regno a voi preparato,… imperocché ebbi fame e mi deste da mangiare, etc. » (Matth. XXV, 34-35). – Or vedi che in ambedue questi testi si parla della limosina: nel primo è dichiarata soddisfattoria delle colpe, nel secondo, meritoria di vita eterna. Dal che resta deciso che le opere buone sono meritorie e soddisfattorie. Ora in quanto sono meritorie è certo che i Santi ne ricevono per sé l’intera mercede; ma in quanto sono soddisfattorie, cosa possibile, perché, quando hanno soddisfatto per sé quanto basta, il di più non può esser loro applicabile a titolo di soddisfazione.

Prot. a Anche qui non ho che rispondere, ma contuttociò non mi arrendo: poiché è sempre certo che tali soddisfazioni non possono unirsi, nel tesoro delle indulgenze, a quelle di Gesù Cristo, senza fare a Lui gravissima ingiuria, quasiché le sue non siano di valore infinito, non siano sufficienti, se unite non vi sono anche quelle dei Santi.

Bibbia. Dopo averti fatto conoscere che Dio medesimo è questo che fa tale unione, avresti dovuto almeno tacere, e non contradire.  Sappi pertanto, che le soddisfazioni de’ Santi unite sono a quelle di Gesù Cristo non perché ve ne sia di bisogno, ma, 1° perché Dio vuole anche in esse onorati i suoi Santi: « Dice il Signore,  Io glorifico chiunque mi avrà glorificato » (3 Reg. II, 30). 2° perché tali soddisfazioni hanno il loro valore dai meriti infiniti di Gesù Cristo: « Senza, di me nulla potete fare:» (Giov. XV, 5). 3° finalmente, danno maggior risalto agli stessi meriti di Gesù Cristo: come quelli che sono di tanta efficacia, che anche alle soddisfazioni dei Santi possono conferire la forza, la virtù di soddisfare per altri. Onde tali soddisfazioni unite alle sue, anzi che essergli d’ingiuria gli sono piuttosto di gloria, di onore grandissimo.

Hai ben capito?

120 Prot. « Sull’anima mia vi assicuro, che quando intrapresi a contrastar le Indulgenze, io non sapeva cosa fosse un’indulgenza più di coloro che venivano a consultarmi su tal materia » (Lutero: Ved. Audin, Storia della vita di Lutero; Milano 1812, T. 1. P. 30). Promisi ancora di ritrattanni; ma poi me ne tirai fuori dicendo: « Le mie dottrine hanno penetrato troppo profondarne ne’ cuori, perché sia possibile cancellarne le tracce. La Germania fiorisce in giornata di uomini d’ingegno, di erudizione, di criterio. Se voglio onorare la Chiesa Romana, è meglio nulla rivocare. (Il medes. Epist, ad Albert. Mogunt, 1518)

« Mai ho disprezzato, né insegnato che debbano disprezzarsi le indulgenze. » (Lutero, Disput. Lipsica, Thes. T. 3. 1318)

« Se alcuno vi ha che neghi la verità delle Indulgenze del Papa, sia ANATEMA. » (Il medes. Epist. ad Albert. Mogunt. an. 1518.)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.