Sermone di sant’Agostino Vescovo
Sermone 15 sui Santi
L’istituzione dell’odierna solennità ricevé dai nostri antenati il nome di Cattedra, perché è tradizione che Pietro, principe degli Apostoli, prendesse possesso quest’oggi della sua sede episcopale. I fedeli perciò, con ragione, celebrano l’origine di quella Sede onde l’Apostolo fu investito per la salute delle chiese con quelle parole del Signore: «Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa » Matth. XVI, 18. – Il Signore dunque ha chiamato Pietro il fondamento della Chiesa: ed è perciò che la Chiesa venera giustamente questo fondamento sul quale poggia tutto l’edificio ecclesiastico. Quindi ben a ragione si dice nel Salmo ch’è stato letto: « Lo esaltino nell’adunanza del popolo, e lo lodino nel consesso dei seniori » Ps. CVI, 32. Benedetto Dio, che prescrive d’esaltare il beato Pietro Apostolo nell’adunanza del fedeli; è giusto infatti che la Chiesa veneri questo fondamento per cui si sale al cielo. – Celebrando dunque quest’oggi l’origine della Cattedra, noi onoriamo il ministero sacerdotale. Le chiese si rendono questo mutuo onore, comprendendo esse che la Chiesa tanto più cresce in dignità, quanto più viene onorato il ministero sacerdotale. Avendo dunque una pia usanza introdotto giustamente nelle chiese questa solennità, mi meraviglio delle grandi proporzioni che ha preso oggi un pernicioso errore tutto pagano, di portare cioè sulle tombe dei defunti dei cibi e del vino, come se le anime, che hanno abbandonato i loro corpi, reclamassero questi cibi propri della carne.
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Omelia di san Leone Papa
Sermone 3 nell’anniversario della sua elezione, dopo il principio
Il Signore domanda agli Apostoli, chi dicesse la gente ch’egli sia: e la loro risposta è comune finché essi esprimono l’incertezza dello spirito degli uomini. Ma appena interroga i discepoli sul proprio sentire, il primo in dignità fra gli Apostoli è il primo ancora a confessare il Signore. Ed avendo egli detto: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» Matth. XVI, 16; Gesù gli rispose: «Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non te l’ha rivelato la natura e l’istinto, ma il Padre mio ch’è nei cieli» Matth. XVI, 17. Vale a dire: Perciò tu sei beato, perché te l’ha insegnato il Padre mio; non sei stato ingannato dall’opinione terrena, ma te l’ha dichiarato l’ispirazione celeste: e non la natura e l’istinto mi ti han fatto conoscere, ma colui del quale sono il Figlio unigenito. – « E io, continua, ti dico » Matth. XVI, 18; cioè: Come il Padre mio ti ha manifestato la mia divinità, così io pure ti faccio conoscere la tua propria eccellenza. Perché tu sei Pietro: cioè: Mentre io sono la pietra inviolabile, la pietra angolare che di due popoli) ne faccio uno, io il fondamento all’infuori del quale nessuno può porne altro; tuttavia anche tu sei pietra, essendo confermato dalla mia virtù, così che quanto m’appartiene di proprio, quanto al potere, ti sia comune per la mia partecipazione. «E su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di lei» (Matth. XVI, 18: Su questa fortezza, dice, edificherò un tempio eterno; e la sublimità della mia Chiesa, che deve penetrare il cielo, si eleverà sulla fermezza di questa fede. – Le porte dell’inferno non impediranno mai questa confessione di Pietro), né la legheranno punto le catene della morte; poiché questa parola è parola di vita. E come essa innalza al cielo i suoi confessori, così ne sommerge nell’inferno i negatori. Perciò dice al beatissimo Pietro: « Ti darò le chiavi del regno dei cieli: e qualunque cosa legherai sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa scioglierai sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli » (Matth. XVI, 19. Certo, questo potere fu comunicato anche agli altri Apostoli, e questo decreto costitutivo riguarda egualmente tutti i principi della Chiesa; ma confidando questa prerogativa, non senza motivo il Signore s’indirizza a uno solo, benché parli a tutti. Essa è affidata particolarmente a Pietro, perché Pietro è stabilito capo di tutti i pastori della Chiesa. Il privilegio dunque di Pietro sussiste in ogni giudizio portato in virtù della sua legittima autorità. E non c’è eccesso né di severità né di indulgenza, dove non si lega né si scioglie se non ciò che il beato Pietro avrà sciolto o legato.
[dal Breviario Rom. 1955]
« … le porte dell’inferno non impediranno mai questa confessione di Pietro, né la legheranno punto le catene della morte; poiché questa parola è parola di vita. » Il nostro Santo Padre, benché in esilio ed impedito, testimonia ancora le parole che Nostro Signore ha detto a Pietro, al suo Vicario in terra e ai suoi successori legittimi: portæ inferi non prævalebunt. Tutti coloro che negano questa verità divina, i suoi oppressori, i suoi usurpatori, hanno già segnata la loro sorte eterna: “… così ne sommerge nell’inferno … “
… Or quivi il Sales (S. Francesco di Sales) allegando le parole Evangeliche, che dicon fondata su Pietro la Chiesa, contr’a cui le porte dell’inferno non prevarranno, cosi discorre: Con queste parole il Signor nostro mostra la perpetuità e l’immobilità di questo fondamento. La pietra, da cui dipende l’edificio, è la prima: le altre sopra essa si rassodano. Ben si può smuovere altra qualunque senza ruinar l’edificio; ma chi ne leva la fondamentale, rovescia la casa. Se dunque le porte infernali nulla possono contro la Chiesa, non possono pur nulla contra il fondamento, cui esse non possono levare né rovesciare senza che mettano sossopra tutto l’edificio. Sin qua il Santo; il quale pur inerendo all’altro detto Evangelico, per cui Pietro è costituito Confermator dei Fratelli, ripiglia: La Chiesa abbisogna sempre di un Confermatore infallibile, a cui ella possa rivolgersi, un fondamento, cui le porte dell’inferno, e l’errore principalmente non possano atterrare; e che il suo Pastore non possa condurre all’errore i suoi figliuoli. I Successori dunque di S. Pietro hanno tutti questi medesimi privilegi che non sieguono la persona, ma la dignità o la carica pubblica … così il Sales con pari energica chiarezza … [G. B. Noghera: Riflessioni sulla infallibilità del Papa nel Magistero dogmatico, appendice alla Infallibilità della Chiesa, Raimondini Stampa di Bassano, 1776].
Lunga vita al nostro attuale Principe degli Apostoli, Gregorio XVIII, e … dannazione eterna agli usurpanti!